Alla fine di luglio del 1932, si riunì a Roma alla presenza dei sottosegretari Bruno Biagi e Arrigo Serpieri, il consiglio nazionale della confederazione dei sindacati fascisti dell’agricoltura, per riassumere l’attività dell’organizzazione nel semestre appena trascorso. Furono affrontati, ancora una volta, i problemi tra agricoltori e contadini, quelli della mezzadria e quello del bracciantato. Dopo vari e animosi interventi del direttorio nazionale e di Luigi Razza, parlò l’onorevole Biagi, riassumendo con queste parole, i complessi problemi che attanagliavano i rapporti di mezzadria: «Non si tratta di accentuare la disputa salariale ma di ricercare insieme con i datori di lavoro forme nuove secondo lo spirito fascista» (1).
Nella stessa prospettiva ma con diversi punti di vista, andarono le rimostranze di Giacomo Acerbo. Il ministro dell’Agricoltura e delle Foreste, rivolse le sue invettive contro chi sosteneva che si fosse verificato un eccessivo aumento dell’importazione di granturco «cereale più povero che, secondo alcune tendenziose notizie, si sarebbe venuto a sostituire al grano nel consumo alimentare». Egli smentì categoricamente tali malignità. Per il parlamentare, l’aumentata importazione di granturco derivava dall’eccezionale bassa produzione determinatasi l’anno passato: «per l’andamento della stagione 1931 con decorso grandemente siccitoso»; mentre, al momento, il mais era utilizzato solo per l’alimentazione del bestiame (2).
L’impulso dato dal partito fascista per ingigantire la propaganda di regime portò a organizzare nuove e grandi manifestazioni agricole, che furono «indette per il Decennale della Mostra Nazionale del Grano e l’esposizione Nazionale di frutticoltura». In quest’occasione, il regime fascista esaltò lo sforzo delle masse rurali italiane, annunciando che la produzione del grano fu nel 1924 di circa 46.700 milioni di quintali, così aumentata l’anno dopo quando il duce bandì la «Battaglia del grano». Infatti, da 66 milioni di quintali degli anni precedenti si arrivò a 70 milioni di quintali nel 1932: «nonostante le sfavorevoli condizioni atmosferiche». L’importante mostra delle provincie e delle regioni fu organizzata nel grande salone centrale dei padiglioni di Villa Borghese (Roma).
Altre preziose notizie nazionali furono riportate dai giornali asserviti al regime: cinquantamila avanguardisti sfilarono dinanzi al duce; mentre nel «Salone delle Battaglie a Palazzo Venezia», Mussolini rivolse parole di elogio alla squadra azzurra vittoriosa nelle Olimpiadi di Los Angeles con ben dodici medaglie (3).
Nelle pagine della Cronaca degli Abruzzi, Marche e Molise, invece, si può rilevare a grandi linee un’idea delle condizioni critiche della Marsica e dell’atteggiamento dominante delle istituzioni fasciste. Un sussidio consistenze fu erogato per la ricostruzione della chiesa di San Salvatore ad Aschi, seguito da un progetto (proposto dal commissario prefettizio Ambrogio Freda), per una strada di collegamento con il comune di Ortona dei Marsi.
Nonostante l’indubbia crisi che attanagliava gran parte del comprensorio, spesso, però, il malcontento delle popolazioni era smorzato da dimostrazioni della potenza bellica e dell’esaltazione del regime, ritenute molto più importanti. Infatti, da oltre un mese in tutto il territorio marsicano sostavano i campi militari e, nei giorni dal 21 al 23 agosto la città di Avezzano si preparò ad accogliere: «degnamente i grigio-verde di tutte le vittorie, tra cui il 13° Reggimento di Aquila, il 14° di Chieti, il 225° di Ascoli Piceno e il 18° Artiglieria. La musica del 9° Corpo d’Armata per due giorni suonò in Piazza Risorgimento e in Piazza della ferrovia, condotta dal valoroso maestro tenente Salvatore Rubino. Il pubblico presente ascoltò e applaudì la Norma, Mefistofele e Piccolo Murat. Il comandante del 9° Corpo d’Armata, Generale Conte R.Piola-Caselli fu ospitato nella Piazza della Stazione dal Generale Edoardo Corbi». Seguì poi, presso la sala comunale, la premiazione per le gare di tiro a segno nazionale diretto dal centurione Cariani. Tra i vincitori, risultavano: Giulio Antonini (medaglia d’oro del fascio di Avezzano), Mario Cacciaglia, Vincenzo Falcone, Giuseppe Cipriani, Giovanni Lucci e Paolo Rubino, considerati tutti eccellenti tiratori.
Sotto questo profilo di puro fanatismo guerriero, a Tagliacozzo si organizzò un incontro accademico di scherma «che ebbe luogo al campo da tennis dell’Hotel Venezia, con pubblico elegante. Gli incontri furono diretti dal maggiore di fanteria Guarriello. Tra gli schermitori, oltre all’olimpionico Nenzi, il maestro De Ruggeris, i dilettanti conte Resta, avvocato Di Giorgio, dottor Paoluzi, che si prodigarono in assalti di fioretto, spade e sciabola». La serata terminò con una festa danzante organizzata dal podestà Amicucci e dal segretario politico avvocato Mascio. Numerose furono le offerte per l’obolo nazionale fatte dal generale Porzio, dal pretore Bifani, dal dottor Anselmi, dai conti Rossini, da Carlo Fallace, dall’avvocato Caldani, dalla famiglia Maussier, da quelle di Iacomini, Di Clemente, Baroni e Bassanelli.
Per tutto il mese di agosto, le manifestazioni di forza e prestigio, continuarono a essere numerose. Espressivi furono gli echi riportati dalla stampa che annunciò la permanenza dei ragazzi alle colonie montane estive. Al campo di «Concentramento di Avezzano» venne organizzata da Iole Pennazza e Angela D’Alessandro una «Colonia diurna», con la permanenza dei ragazzi per quarantacinque giorni di villeggiatura «guidata da un sano intento igienico ed educativo». Presso Pescina, un’altra importante iniziativa fu presa dal podestà Salvatore Migliori che: «dette vita ad una colonia montana, ormai in perfetta efficienza, ponendosi così alla stregua delle città più importanti» della regione. La struttura per ospitare i bambini più bisognosi venne costruita in località «Luce» con ampia sala, un refettorio e una piazzetta adibita ai giochi. Una generazione indottrinata, stordita dai motivi fascisti sin dai banchi di scuola, specialmente nei suoi strati più arretrati, dette ampia dimostrazione di asservimento completo. Tanto è vero che, quando il giornalista di turno interrogò un bambino di cinque anni domandandogli chi era a mantenerlo, a dargli il pane con le marmellate e tutto ciò che gli piaceva, prontamente l’adolescente rispose: «Il Duce!». Poi tutti salutarono il rappresentante della stampa romana con canti fascisti che inneggiavano Mussolini.
Circolo Unione Tagliacozzo (1932)
Analoghe valutazioni possono attribuirsi a manifestazioni ben più grandiose, che si svolsero a Roma in data 10 settembre 1932, quando sfilarono ben cinquantamila avanguardisti «dinanzi al Duce offrendo una superba visione di forza e di bellezza dell’Italia di domani». Quest’andamento e questa caratterizzazione generale influenzavano tutta la Marsica e si poteva riscontrare specialmente nella città di Avezzano ormai in piena rinascita post-terremoto, dove cinque suore missionarie (coadiuvate da altre venti religiose) dirigevano con successo ben quattro case di assistenza giovanili per famiglie povere.
Stabilmente critica rimaneva intanto la questione del Fucino, caratterizzata da sporadici episodi di violenza anche tra contadini, asserviti o contrari a Torlonia. Presso «la Strada Quaranta» venne ritrovato da Emilio Carusi, (guardia del principe romano), il corpo di Franco Paris, gravemente ferito da colpi di arma da fuoco. In seguito, fu riscontrato dalle autorità di polizia che le ferite al braccio sinistro e alla coscia, erano state prodotte da «arma da guerra». Tuttavia, il Paris, trasportato d’urgenza all’ospedale di Avezzano «non volle svelare la causa del suo ferimento» (4).
NOTE
- Il Messaggero, Anno 54° – N.180, Venerdì 29 Luglio 1932, Il Consiglio confederale dei sindacati agricoli. L’estensione del sistema corporativo e sindacale ai rapporti di mezzadria nelle dichiarazione dell’on. Biagi.
- Ivi, Anno 54° – N.191, Giovedì 11 Agosto 1932, Il granturco nell’agricoltura italiana.
- Ivi, Anno 54° – N.199, Domenica 21 Agosto 1932, La II Mostra del Grano; Anno 54° – N.210, L’alto elogio del Capo del Governo agli azzurri vittoriosi nelle Olimpiadi di Los Angeles.
- Ivi, Anno 54° – N.199, Domenica 21 Agosto 1932, p.6, Da Aschi dei Marsi. Per la Cattedrale; Da Avezzano. Passaggio di truppe reduci dal campo; da Tagliacozzo. Festa di beneficienza; Ivi, Anno 54° – N.190, Mercoledì 10 Agosto 1932, Una visita alla Colonia diurna di Avezzano; Anno 54° – N.220, Giovedì 15 Settembre 1932, p. 6, la Colonia Montana di Pescina; Anno 54° – N.219, Martedì 13 Settembre 1932, p.6, Da Luco dei Marsi. Delitto o disgrazia?