Il defibrillatore arriva con un drone nelle aree interne dell’Aquilano e nelle zone montane, tramite un’app che invia un segnale di geolocalizzazione alle centrali del 118 .
E’ il progetto SmartSave patrocinato dalla Uil Fpl nazionale e promosso dalla Uil Fpl della provincia dell’Aquila, che nasce da un’idea dell’aquilano Emiliano Petrucci, medico anestesista rianimatore all’ospedale San Salvatore dell’Aquila e medico del soccorso alpino, in collaborazione con il dottor Simone Selvaggio del comitato scientifico della Società italiana di medicina e responsabile Cdf Save Academy- Uil Fpl e con il dottor Giulio Mancini, responsabile informatico della Uil Fpl nazionale.
SmartSave è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa dal segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti, dal segretario provinciale della Uil Fpl Medici Antonello Fabbri e nelle sue specifiche tecniche dal dottor Emiliano Petrucci, da Simone Selvaggio e Giulio Mancini.
A far muovere la macchina dei soccorsi è un’app scaricabile sui cellulari dei partecipanti ai corsi e di tutta la popolazione. Tramite l’app per smartphone multipiattaforma (Ios, Android) viene infatti inviato un segnale alle centrali di 118 di geolocalizzazione e il drone si muove in direzione del segnale di aiuto. All’interno dell’app si troverà un’area training sul primo soccorso e varie sezioni sull’utilizzo del defibrillatore, la mappatura dei fibrillatori presenti nelle aree di interesse, assistenza vocale alle manovre di primo soccorso e chiamata di emergenza facilitata.
Il progetto prevede percorsi propedeutici formativi teorico-pratici di Blsd per la cittadinanza, nozioni di primo soccorso in caso di sisma e utilizzo del supporto del drone. La didattica è inoltre ampliata con l’inserimento di ulteriori specifiche relative al comportamento in caso di calamità naturali.
“Vogliamo promuovere questo progetto soprattutto alla luce del fatto che le aree interne della provincia sono penalizzate da un punto di vista sanitario e dei servizi rispetto alle zone costiere, tenendo conto che il territorio è molto esteso e presenta caratteristiche orografiche complesse con tempi di percorrenza molto lunghi – ha affermato Ginnetti – Pertanto questo progetto potrà essere di supporto alla rete di emergenza-urgenza provinciale e quindi agirà in sinergia con le postazioni di 118”.
Il progetto nasce con l’intento di diffondere la cultura delle misure rianimatorie di base (Blsd) e le nozioni base di primo soccorso e di comportamento in caso di terremoto o altre calamità naturali per imparare a riconoscere le caratteristiche di sicurezza di edifici pubblici e strutture abitative private e per mettere in atto semplici manovre di evacuazione e movimentazione in sicurezza.
“SmartSave è stato già presentato al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che si è mostrato entusiasta e disponibile ad incontrarci per ragionare insieme sull’argomento – ha aggiunto Ginnetti – Parleremo con il sindaco che è anche presidente del Comitato ristretto dei sindaci perché l’ambizione che abbiamo è di attivare il progetto per tutto il territorio provinciale, soprattutto sulle aree più difficilmente raggiungili dell’entroterra”. A esporre nei particolari il progetto, il medico aquilano Petrucci.
“L’idea è nata dalla mia esperienza in occasione dei terremoti dell’Aquila e di Amatrice perché in quelle occasioni ci si è trovati in una condizione in cui sul posto c’erano molti più soccorritori civili rispetto ai sanitari – ha detto – Di qui l’idea di aiuto dei droni che permettono di spostare materiale sanitario sulle aree dei disastri, agevolando le manovre di soccorso. Importantissimi anche i corsi propedeutici formativi teorico-pratici di Blsd per la cittadinanza.
C’è da aggiungere, inoltre, che in un territorio con un’orografia complessa come quella della realtà aquilana, un sistema di soccorso mediante droni permetterebbe certamente di agevolare le manovre di rianimazione, anche quando l’elicottero del 118 o i mezzi da terra del soccorso alpino possono essere impossibilitati a arrivare in tempi rapidi”. Ogni anno in Italia vengono colpite da arresto cardiaco più di 60 mila persone, circa 164 ogni giorno. “Da qui nasce l’importanza del nostro progetto – ha specificato Selvaggio – Si pensi che il 76% delle persone che vanno in arresto cardiaco possono essere salvate grazie a un intervento di primo soccorso rapido con defibrillatore e manovre di rianimazione.
Il progetto punta quindi alla formazione della cittadinanza sulle manovre salvavita Bls e in più abbiamo aggiunto anche indicazioni su cosa fare in caso di terremoto o calamità. Fondamentali anche i tempi: per chi va in arresto, infatti, i tempi sono molto ristretti. I danni sono infatti reversibili entro i primi 4 minuti e a 10 minuti c’è la morte cerebrale. Nel momento in cui il 118 è disponibile nell’arco di poco tempo, il drone non serve. Se tuttavia ci si trova in un posto impervio, oppure in un luogo dove non è presente un defibrillatore, la tecnologia del drone è tutto”.