Tagliacozzo – Un’interessante storia raccontata da Ermanno Salvatore spiega il mistero:
Nei giorni scorsi ho avuto modo di seguire il dibattito in merito al mistero della scritta sulla lapide riportata nella foto.
Ebbene per raccontare la sua storia bisogna fare un salto indietro negli anni e tornare al ventennio fascista.
In quei tempi Tagliacozzo aveva due grandi “sponsor”: i fratelli Ermanno e Domenico Amicucci.
Il primo fu eletto deputato nel 1924 e successivamente fu nominato da Mussolini “Sottosegretario al Ministero delle Corporazioni Fasciste”.
Insomma un ruolo da protagonista tra i gerarchi della Capitale. Domenico Amicucci era il Podestà di Tagliacozzo e grazie alla notevole influenza del fratello riuscì ad avere i finanziamenti per costruire la “CASA DEL BALILLA” e il “COMPLESSO NAUTICO” composto da due piscine e da un trampolino olimpico alto dieci metri. Caduto il fascismo l’intera struttura prese poi il nome di “VILLA BELLA”.
Furono l’Arch. Enrico Del Debbio e l’Ing. Sebastiano Bultrini a progettare e portare a termine l’imponente opera. Nel 1933 il Podestà Amicucci dopo aver affidato all’Ing. Bultrini la redazione del Piano Regolatore di Ampliamento di Tagliacozzo, lo incaricò di pavimentare l’intera Piazza dell’Obelisco e Piazza Argoli, cosa che l’ingegnere fece, utilizzando i blocchetti di porfido.
Questa lunga premessa ci porta a scoprire quasi sicuramente il contenuto della misteriosa scritta sulla lapide posta all’ingresso della Piazza.
Su di essa si può ancora leggere: LA PAVIMENTAZIONE IN PORFIDO DELLA PIAZZA …. e quasi sicuramente nelle parole che seguivano veniva menzionato il nome del Podestà di Tagliacozzo, Domenico Amicucci.Caduto il fascismo, il 25 Luglio del ‘43, iniziarono a cadere uno alla volta i simboli di quel ventennio e anche il nome scritto su quella lapide seguì la stessa sorte.