Il premio Croce ha fatto tredici

Pescasseroli – Il premio CROCE quest’anno ha visto la partecipazione di 24 giurie popolari per leggere, esaminare e giudicare le opere a concorso, oltre naturalmente alle giurie ufficiali.

Gli incontri si sono tenuti in ogni parte del nostro Abruzzo: Pescara, Chieti, Sulmona, Avezzano, L’Aquila e naturalmente Pescasseroli.

Per la Narrativa è stato premiato il libro” Ballata senza nome” di Massimo Bubola, Editrice Frassinelli,

Per la Letteratura Giornalistica è stata la volta di Flavia Principini per “Bellissima”, Edizione Fondango,

Per la Saggistica è stata premiata Annacarla Valeriano con “Malacarne “, Editrice Donzelli, così hanno stabilito le giurie.

Premio alla memoria è andato a Rosario Villari..

Per parlare di Benedetto Croce, diciamo subito, che raccolse l’eredità dei fratelli Spaventa; Sia Beltrando che Silvio parteciparono attivamente alla costruzione della nazione, così come pensava Croce, anche se i risultati furono piuttosto deludenti.

Tra i due fratelli fu celebrato Silvio mentre Beltrando,“ lo identificarono come anima dannata”, solo perché aveva lasciato il sacerdozio.

Le loro idee erano chiarissime:” Noi italiani abbiamo bisogno di libertà interiore, morale, religiosa, scientifica e filosofica per poter essere liberi politicamente.

Questa eredità passerà a Benedetto Croce, nipote dei fratelli Spaventa, salvatosi miracolosamente dal terremoto di Casamicciola e dove perse tutta la sua famiglia.

Altro uomo illustre da ricordare è Giovanni Gentile e sia Croce che Gentile, rappresentarono la linea del liberalismo culturale e politico.

Detto questo passiamo a raccontare come si sono svolte le tre giornate dedicate al Premio Benedetto Croce.

Prima giornata del premio è stata dedicata ai cinqunt’anni dal 1968…caduto per sbaglio sui nostri vent’anni.

Presente il Sindaco di Pescasseroli Luigi la Cesa, Giuseppe Di Pangrazio, Presidente del Consiglio Regionale Abruzzo, Giampietro Mughini giornalista e scrittore, Costantino Felice membro della Giuria del Premio e Antonio Carrara, Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, coordina Pasquale D’ Alberto.

Apre i lavori il sindaco di Pescasseroli Luigi la Cesa e come da prassi dopo il saluto ai presenti, lascia la parola a Giuseppe di Pangrazio, che ringrazia la organizzazione del premio per aver inserito anche il Comune di Avezzano all’interno del premio, inoltre dice che la Regione Abruzzo partecipa al premio con interesse.

Di Pangrazio inizia a trattare l’argomento posto all’ordine del giorno dicendo che il ’68 arrivò in Italia, attraverso la città Roma e Milano e si estese poi anche nei paesi dell’Est.

Il ’68 arrivò, come detto innanzi, anche nei piccoli centri e che la libertà va accarezzata, va curata e vanno combattute le disuguaglianze e ricorda le battaglie che fecero i neri e la guerra del Vietnam.

Tanta altre cose ha detto e conclude, il suo intervento, dicendo che basta leggere la Costituzione per capire cosa è la libertà.

Pasquale D’Alberto prima di passare la parola a Mughini e Felice, ricorda che la prima vittima del ’68, fu Saverio Saltarelli di Pescasseroli, e qui esplode un caloroso applauso.

E’ la volta di Giampiero Mughini che dialoga con Costantino Felice.

Mughini mette subito il dito sulla guerra Stati Uniti d’America, del Vietnam, per passare a Praga, capitale libertaria, così la chiama, Germania e Francia e agli anni duri gli anni sessanta/settana, pieni di scioperi di aspre battaglie e ricorda Torino capitale della cultura del’68 fatti di libri della sinistra, a Milano si rompevano le vetrine, in sostanza i giovani si aspettavano qualcosa di più dei loro padri dicendo che il ’68 non ha perso riuscì a far fare le stesse cose a uomini e donne.

Ancora Mughini parla dei politici, riferendosi ai 5stelle, e dice che la loro cultura non supera quella della terza elementare.

Parla poi delle brigate rosse e separa il terrorismo rosso da quello nero, che nel ’68 erano due cose differenti e dice che il ’68 finisce con l’uccisione di Aldo Moro e dice inoltre che quello fu un ventennio pieno di paura.

Dice anche che la comunicazione è finita, in quando non si leggono più libro.

Accenna a Sergio Marchionne e poi dice che l’Italia è divisa in tanti staterelli e che Catania veniva definita la Milano del sud.

E’ la volta di Felice, che non condivide alcune cose dette da Mughini e qui che comincia un battibecco tra i due dicendo che Salvini e Di Maio sono come quelli del ’68.

Poi Felice dice che il ’68 è stato per Roma la bancarotta della cultura, naufragio della politica e la domanda che si fa, tra se e se, se la politica di oggi è legata alla politica del 1968.

Tante altre cose si sono dibattute tra i due mettendo in evidenza anche l’estremismo di sinistra.

Carrara, dice che del ’68 ricorda la sua prima comunione e la morte di Kennedy e dice che anche oggi ci sono giovani che sanno leggere e che chiedono spazi di libertà.

Genova in quegli anni era un covo di brigatisti, le ragazze erano amiche dei brigatisti rossi e che i brigatisti erano solo italiani.

Poi si parla di lotta continua, prima luce, della autonomia operaie, insomma un lungo dialogo tra i due che hanno ripercorso la storia di 50 anni fa.

Giorno 27 luglio 2018,ancora saluti da parte del Sindaco della cittadina, la capitale del Parco

Era presente il deputato Europeo Andrea Cozzolino, Giovanni Lolli, vice Presidente della Regione Abruzzo, il Prof. Nicola Mattoscio, ordinario di Economia politica, la Dott.ssa Rita Innocenzi segretaria regionale CGIL Abruzzo e la coordinatrice Paola Di Salvatore, Dirigente servizio della cooperazione territoriale IPA ADRIATI CBC, servizio Europrogettazione-Rapporti con gli uffici dell’Unione Europea e raccordo con la sede di Bruxelles.

Tema del convegno: ” La politica di coesione Europea-azioni integrate per uno sviluppo del Mezzogiorno”.

Il Sindaco di Pescasseroli dice che l’Europa siamo noi e continua dicendo che occorre aiutate gli Amministratori dei piccoli Comuni per richiedere i finanziamenti Europei.

Paola Di Salatore, interviene salutando Dacia Maraini, presente tra il pubblico e per entrare in argomento si rifà a Benedetto Croce che si chiedeva, quale potesse essere l’Europa dei suoi tempi.

Interviene Cozzolino dicendo che l’Europa offre risorse, l’Europa è presente e senza l’Europa non possiamo fare nulla.

Mattoscio interviene, essendo abruzzese con un detto:” Il piombo, va a piombo, il filo va a filo ma, il muro va storto”

Mattoscio poi continua a dire che l’unione Europea stanzia 6.000.000.000 l’anno per porti ed aereo porti e si sofferma a parlare dell’aereo porto di Pescara e dice che solo attraverso gli investimenti possiamo pensare di sopravvive.

Rita Innocenzi dice che viviamo un’Europa di disuguaglianze bisogna riconoscere le differenze tra Nord e Sud e tra centro e periferia.

Usiamo le somme europee anche perché senza di queste somme non possiamo fare nulla, l’Italia nel 2008 non è riuscita a fare le richiesta necessarie, anche perché non ha il personale capace i fare le richieste, continua dicendo che l’invecchiamento del personale della pubblica amministrazione, pone dei problemi.

Continua dicendo che occorre ripopolare i piccoli centri, per interrompere la desertificazione sociale.

L’Europa ha bisogno dell’Italia e poi conclude che non siamo gli USA d’Europa.

Giovanni Lolli parla del lavoro che molti hanno perso e gli altri temono di perderlo.

Siamo legati ad un modello che non esiste più e occorre, se non vogliamo restare indietro, conoscere le procedure, non c’è più l’uomo potente che ti assicura il lavoro, occorre conoscere i progetti di ricerca.

La mattinata, finisce qui.

In serata si è svolto un dibattito sulla legge Basaglia a quarant’anni dalla sua abolizione.

Interventi di Carmelo Giura, vicesindaco di Pescasseroli e medico, ha coordinato i lavori Dacia Maraini, della Giuria del premio Croce ed hanno partecipato Annacarla Valeriano, vincitrice del premio Croce 2018 per la Saggistica, Vittorio Sconci, psichiatra e Giuseppe Bucalo, dell’associazione Penelope di Catania.

La legge Basaglia la n.180 del 13 maggio 1978, aboliva gli ospedali psichiatrici, conosciuti volgarmente come manicomi, e si sono chiesti cosa resta di quegli ospedali, insomma i malati psichiatrici conosciuti come “matti” ridiventano cittadini normali.

Ognuno dei partecipanti a svolto la propria relazione.

La mattinata del 28 luglio 2018, è stato consegnato il premio alla memoria a Rosario Villari.

Presenti per l’occasione Attilio Pistilli, Assessore alla cultura del Comune di Pescaroli, Stefania Pezzopane, deputata al Parlamento, come pure Gaetano Quagliariello Giovanni Muto, storico dell’Università Federico II^ di Napoli e Alessandra Tarquini della Giuria del premio.

Pistilli, come gli altri ringrazia i presenti e dice che il premio Croce si va ingrandendo, anche per i fatto che hanno partecipato al premio 24 giurie e si auspica che possa divenire un premio Europeo e continua questa piazza diverrà il solotto culturale di Pescasseroli.

La Pezzopane dice che Villari è stato uno storico culturale e dice che è importante la carta stampata e che sui media girano notizie false perciò occorre combattere con la carta stampata.

Quagliariello, Croce diceva che la storia è contemporanea e parla dei partiti di massa presenti nella società e continua che il Parlamentarismo può cambiare ma non può azzerarsi.

Ricorda poi il terremoto di Casamicciola dove Croce perse i suoi , ricorda poi le figure di Silone ,Spataro e D’Annunzio che se pure in diverse vie hanno dato lustro all’Abruzzo.

Rosario Villari dice, è stato uno storico politico e storico sociale.

Alessandra Tarquini e Giovanni Muto dialogano sulla figura di Villari

Alessandra rivolge alcune domande a Muto.

1-Essere uno storico del mezzogiorno o meridione,

2-Rosario Villari è una figura della sinistra italiana,

3-Lo storico non può essere imparziale.

Rispondendo Muto dice che Villari nel 1864 ha avuto una svolta, con il declino di Napoli, il crollo di un impero, si parla anche della rivoluzione di Masaniello e che Villari era un intellettuale di sinistra.

Viene letta poi una lettera del fratello di Villari, Lucio che si scusa di non aver potuto partecipare a questo premio, e dice che Rosario è uno storico dei problemi del meridione

Infine Marta Herling, nipote di Croce, legge le motivazioni del premio alla cultura e viene consegnato un quadro di Panella alla amministrazioni comunale di Pescasseroli.

Nel pomeriggio c’è stata la premiazione e tra i presenti anche il Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso oltre a Dacia Maraini, Elisabetta Sgarbi e Gianluca Simonetti.

Maraini dice che le opere scelte dagli studenti, hanno coinciso, con quelle scelte da Lei e che si legge poco e che ci sono troppi premi; mentre Luciano D’Alfonzo, sono qui per riconoscere a Pescasseroli tutto quello che ha fatto per portare il premio all’attenzione della Regione e che il premio serve per la cultura locale, Regionale e Italiana.

I vincitori li abbiamo enunciati innanzi, per chiudere però diciamo che era assente Natalino Irti presidente del premio e Angelo Caruso, Presidente della Provincia di L’Aquila, che pure erano stati invitati.

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