Balsorano – Nella mattinata di ieri , alla presenza del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, affiancato dall’ingegnere Antonio Marasco, responsabile della struttura territoriale ANAS di Abruzzo e Molise, ha avuto luogo, presso i locali dell’ex asilo Ravenna, nel parco delle Rimembranze, la presentazione del piano di fattibilità del progetto di raddoppio della SS690.
Ad aprire i lavori, trasmessi in diretta, sia sul sito istituzionale che sulla pagina Facebook della Regione, il sindaco Antonella Buffone, che dopo il saluto rivolto ai sindaci della Valle Roveto, agli assessori della Giunta Regionale, Emanuele Imprudente che ha la delega all’agricoltura e Guido Quintino Liris che si occupa di bilancio e aree interne, ha ringraziato, anche l’assessore ai lavori pubblici di Avezzano, Gianluca Presutti, e il sindaco di Magliano dei Marsi, Pasqualino De Cristofano.
Grande onestà intellettuale da parte del Presidente Marsilio, all’apertura del suo intervento introduttivo. «Diamo tutti importanza a questa opera e alla valorizzazione di questo territorio. Non voglio però coltivare illusioni, non è che domani aprono i cantieri. Questo lo dobbiamo sapere, lo sanno per primi gli uomini e le donne che guidano le amministrazioni. Noi dobbiamo saper fare i passi mantenendo i piedi per terra. Però se un giorno potremo dar seguito a questo lavoro, di cui ringrazio l’ingegner Marasco, e se i cantieri si dovessero aprire per davvero, questa giornata passerà alla storia.»
«In 23-24 anni quasi, di carriera in Anas, questa è una delle opere che ha maggior evidenza e la maggiore priorità di intervento fra quelle che ho incontrato. Ho origini campane e questa strada la percorro anche fuori dalle esigenze lavorative.» Queste le parole dell’ingegner Marasco che ha poi continuato
«Venendo qui oggi, si vedono le condizioni di circolazione del traffico. Siamo prossimi a quello che si chiama circolazione stop and go. Siamo ai limiti della capacità per cui, qualsiasi perturbazione si verificasse, blocca il traffico. La velocità media di percorrenza, che ho misurato, era sotto i 60 km all’ora. Quando si interviene sull’ammodernamento di un’infrastruttura già esistente si ha sempre una priorità.»
L’ingegnere ha poi proseguito con l’illustrazione del tracciato, secondo una previsione di fattibilità che, mettendo in relazione l’infrastruttura già esistente, con quella nuova aggiuntiva, ha fatto emergere criticità e soluzioni. Diverse le sue considerazioni sui punti critici, quali gli attraversamenti dei centri abitati, come Civitella Roveto, per esempio, dove le soluzioni prospettate sono varie e alternative fra loro.
A grandi linee, circa un terzo dell’opera, sarebbe costituita da ponti e gallerie, più tratti di rilevato, il tutto pensato secondo criteri, il meno impattanti possibile sul territorio, salvo i tratti in cui, dal punto di vista tecnico, è necessario ricorrere a, più o meno, marcate varianti rispetto alla direttrice esistente.
Secondo i dati forniti dall’ingegner Marasco, la SS690 è percorsa quotidianamente da circa 20.000 veicoli, dato riferito al 2019, prima del Covid, ma anche nel 2020, durante la pandemia, sono stati rilevati flussi di 17.000 veicoli al giorno. Tutto ciò accade su una direttrice di 41 chilometri fra il casello di Avezzano, sulla A25, e Sora. Il raddoppio riguarda circa 36 chilometri, dal momento che fra la galleria del Salviano e il casello autostradale, le 4 corsie, già esistono. La stima dei lavori, fra progettazione, esecuzione e messa in funzione dell’opera ammonterebbe all’impegnativa cifra di 960 milioni di euro.
Molto interessanti sono state le osservazioni del Sindaco di San Vincenzo Valle Roveto, Giulio Lancia, che riconoscendo la validità dell’iniziativa, ha comunque mantenuto il punto critico su alcuni aspetti dell’opera, esternati pubblicamente nei giorni scorsi, e che vanno ad inserirsi su un ragionamento più ampio che riguarda la viabilità interna della Valle.
Ascoltando la ricca prolusione dell’ingegner Lancia, che oltre a fare il sindaco, è anche un tecnico esperto di opere pubbliche, si ha la sensazione che il progetto sia stato pensato all’interno di un compartimento stagno che focalizza l’attenzione, esclusivamente sull’opera in sé, ovvero un’infrastruttura da realizzare per favorire prioritariamente il collegamento fra l’area del Frusinate con la A25.
Il tutto senza considerare le implicazioni socio-economiche, prima ancora che ambientali, di un comprensorio che conta circa ventimila residenti, che vanno sempre più assottigliandosi per la carenza di servizi. La viabilità interna è proprio uno dei servizi più penalizzati a causa del dissesto idrogeologico. La sottovalutazione del tema ci viene confermata dalla risposta alla domanda diretta che poniamo all’ingegnere dell’ANAS.
Nei giorni scorsi, diversi sindaci della Valle Roveto, hanno paventato il timore che quest’opera bypassi il territorio, apportando di fatto poco beneficio alla Valle Roveto. Oggi, la SR82 e la viabilità interna sono fortemente impattati dal tema del dissesto idrogeologico, e questo pone un problema serio a tutto quello che è il contorno dell’arteria principale. Le risulta che la Provincia, che obiettivamente ha poche risorse per far fronte alla manutenzione della viabilità interna, abbia richiesto più volte all’ANAS di prendere in carico la SR82? Se sì, magari ce lo faccia sapere, dicendoci i tempi e i modi con cui quest’operazione sarà fatta.
«Sulla prima affermazione che ha fatto, sulla strada che dovrebbe bypassare i comuni, è una sua suggestione. In realtà è esattamente il contrario. Col raddoppio degli svincoli c’è addirittura un’accessibilità maggiore. La strada ha mantenuto i connotati con cui è stata realizzata. Scorrimento veloce, quindi nessun accesso privato ma accesso soltanto attraverso gli svincoli esistenti. Sulla SR82, devo dire che l’Abruzzo è stata la prima regione, in Italia, ad aver ripreso chilometri dalle provincie. Teniamo conto che ANAS, o meglio le strade di interesse nazionale, hanno degli itinerari. Non ci possono essere due strade che raggiungono lo stesso punto. La SS690 fu prevista a suo tempo dalla Cassa per il Mezzogiorno e realizzata dalla Provincia, era stata pensata come alternativa alla 82. In linea generale, non possiamo avere una strada a 4 corsie, e poi un’altra, che abbia lo stesso percorso, e mantenere i due itinerari allo stesso tempo. Ovviamente sono valutazioni che faremo insieme alla Regione e alla Provincia, ma non penso siano particolarmente collegati i due argomenti, anche perché, hanno due tipologie di traffico, e necessità trasportistiche, completamente diverse.»
Quindi conferma che ANAS non prenderà in carico la SR82?
«No, non confermo, perché non è ancora un argomento nel cui dettaglio si è entrati. Poi non è che l’ANAS decide. Innanzitutto, per prendere delle strade non c’è una volontà soggettiva, vengono prese solo delle strade che hanno caratteristiche a norma del codice della strada. Non c’è una discrezionalità degli enti. Devono essere strade statali di interesse nazionale, che hanno le caratteristiche previste dal codice della strada. Quindi, si legge il codice della strada, che è il decreto legislativo n. 285, e se quella strada ricade, e non è già un doppione di un altro itinerario, può essere contemplata fra quelle che vengono riprese.»
Appare del tutto evidente, che la soluzione non potrà che essere di natura politica. In tal senso registriamo il commento entusiasta dell’Assessore al Bilancio con deleghe anche alle aree interne Guido Quintino Liris. «Questo lavoro proseguirà nel corso del tempo affinché arrivi a compimento un collegamento che migliorerà i tempi e la qualità degli spostamenti, ma soprattutto risolverà il problema della sicurezza e renderà l’Abruzzo interno ancora più attrattivo, sia in termini turistici che economici, collegando la nostra realtà con quella della Campania e del basso Lazio e da lì con tutto il Sud-Italia. Sono ottimista e molto fiducioso.»
Anche il Vicepresidente della Regione, assessore all’agricoltura e all’ambiente, Emanuele Imprudente, è chiaro sul tema. «Credo che creare un raddoppio della superstrada, renderla realmente funzionale, con un sistema che agganci realmente i comuni per portarli all’interno del percorso stradale, diventa un’opportunità. Parallelamente a questo può essere costruito tutto un discorso di tipo turistico, di un turismo lento che viva le peculiarità del nostro territorio in termini naturalistici ambientali, in termini gastronomici. Qui abbiamo prodotti che sono eccellenze assolute per l’Abruzzo e per l’Italia. Incastrare tutto questo in un sistema, in un progetto d’insieme, diventa il valore aggiunto per il territorio. Ogni intervento di per sé, se non è funzionale a un sistema più ampio, non è mai strategico. La strategicità degli interventi passa per una visione organica di tutto il territorio.»
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