Il problema dell’inquinamento del Liri sul tavolo del Ministro Sergio Costa

Valle Roveto –  A seguito dei reiterati casi di sversamenti segnalati nei mesi scorsi, non ultimo quello di domenica 5 luglio in Abruzzo (documentato dal video di TerreMarsicane, che mostra le enormi quantità di schiuma che si forma sul Liri, subito dopo la cascata dell’Emissario Claudio-Torlonia) la deputata del M5S, Ilaria Fontana, che è anche una biologa, ha preso carta e penna e scritto al Ministro per l’Ambiente Sergio Costa, già Generale dei Carabinieri Forestali.

Nella nota inviata alla stampa, la Fontana riferisce che in casi analoghi, come accadde per le schiume del fiume Sacco nell’ottobre del 2018, si arrivò persino ad attivare il Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto al fine di risalire il fiume dalla foce sino alle fonti dell’inquinamento.

«In quell’occasione l’attività di verifica degli scarichi portò a procedimenti nei confronti di due aziende del frusinate, ma la repressione degli illeciti deve essere accompagnata anche da una attività di prevenzione.» è scritto nella nota che parla di monitoraggi periodici che andrebbero effettuati dalle agenzie regionali per la protezione ambientale territorialmente competenti, nel caso dell’Abruzzo da ARTA.

La deputata aggiunge che la Direttiva Quadro Acque non ha una cadenza sufficiente a rispondere a questo tipo di inquinamento. Al contrario, ripetere la verifica degli scarichi lungo il corso del fiume, così come l’installazione temporanea di centraline ad hoc per un monitoraggio in real-time, condurrebbe a risultati più precisi che permetterebbero di individuare il punto in cui si verifica lo sversamento e la sua natura.

Per la Fontana l’operatività delle agenzie regionali trova notevoli ostacoli nell’attività di monitoraggio degli sversamenti illeciti perché i prelievi possono essere effettuati in autonomia, soltanto in aree pubbliche. Per effettuarli in aree private è necessaria la presenza delle Forze dell’Ordine. Inoltre non di rado, la loro azione perde efficacia perché il prelievo viene effettuato troppo tardi rispetto a quando si è verificato il fenomeno.

«A fronte di tutto questo ho richiesto al Ministro Sergio Costa di valutare la possibilità di sollecitare le ARPA, con il supporto di ISPRA, ad individuare in maniera congiunta la più idonea campagna di monitoraggio necessaria a scongiurare il verificarsi di nuovi e ingenti danni alla biodiversità.»

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