Il respiro del mondo nella mostra fotografica dedicata all’infanzia di Steve McCurry: recensione della marsicana Maria Assunta Oddi

La straordinaria esposizione fotografica, firmata dal fotoreporter americano Steve McCurry a cura di Biba Giacchetti, giunge per le feste natalizie al Palazzo dei Priori di Fermo, dove resterà fino al 4 maggio 2025.

Visitarla significa cogliere nelle immagini mute i colori meravigliosi della vita infantile sulla Terra.

“Children” titolo della mostra, da più di un anno esposta in molte città italiane, allude alla “figliolanza” come speranza per l’umanità di sopravvivere. Commenta Steve McCurry: “Negli ultimi trent’anni, viaggiando per il mondo durante i miei incarichi, ho assistito a bambini impegnati a lavorare nei campi, nelle fabbriche, nelle miniere, nei tunnel e perfino nei cantieri di demolizione navale. Centinaia di milioni di loro trascorrono l’infanzia a lavorare, privati della possibilità di giocare, andare a scuola o crescere in un ambiente sano”.

I bambini rappresentano il tesoro più prezioso per l’umanità eppure spesso non trovano collocazione nella centralità dell’agire umano. Steve, nel rilevare la finalità del suo decennale lavoro, in un video proiettato nella sala consiliare, afferma “Ho avuto il grande privilegio di fotografare i bambini di tutto il mondo, e ora che ho una figlia anch’io, apprezzo ancora di più la loro energia, la loro curiosità, le loro potenzialità. Nonostante  il contesto difficile in cui  molti  di loro nascono, i bimbi hanno la capacità di giocare, sorridere, ridere e condividere piccoli momenti di gioia. C’è sempre la speranza che un bambino possa crescere e cambiare il mondo”. Le foto nella loro immediatezza toccano  le corde più profonde del cuore in un lirismo struggente che esprime la ricerca ostinata della luce nel “buio della vita violata”per recuperare la speranza. Del resto quale mezzo espressivo più congeniale a illuminare il viaggio esistenziale dell’uomo. Se il senso lessicale del termine fotografare vuol dire “disegnare con la luce, la speranza è la fiaccola che illumina il cammino di chi soffre, ferito nel corpo e nell’anima.

Steve nei suoi reportage in India, Birmania, Pakistan, Tibet, Afghanistan, Libano, Etiopia e Cuba, fa della fotografia uno degli strumenti più efficaci di informazione e di sensibilizzazione per denunciare gli abusi sui minori al di là di ogni sterile estetismo.

La sua è un’arte vera e propria perché non offre solo   un’immagine oggettiva della realtà ma invita l’osservatore a guardare oltre la visione riduttiva dell’obiettivo “l’invisibile” per cogliere, anche nel dolore, la poesia nella fantasia di un futuro migliore.

Soprattutto nei ritratti, a mio avviso, emerge un raggiunto equilibrio formale dove luce, ombra, linea e colore concorrono a determinare il carattere di una persona con una loquacità che supera quella delle parole. Due ritratti di fanciulle interrogano la coscienza del fruitore trasportandolo in un orizzonte storico capace di fondere in un’unica ontologia il tempo e lo spazio. Ricordiamo quello della bambina,   fuggita dalla guerra civile in Afghanistan e fotografata da McCurry in un campo profughi, per lo scialle color smeraldo e i suoi vivaci occhi azzurri ma soprattutto per la dignità resiliente del suo sguardo. Il ritratto della ragazza capace di comunicare al visitatore gli aspetti psicologici e spirituali si fa icona dell’intero viaggio fotografico mostrando come la miseria umana  diventa ricchezza e forza nel desiderio di riscatto.

Dai molteplici aspetti  privati e nel contempo pubblici della mostra fotografica si evince il messaggio dell’autore ad esaltare la fratellanza di tutti i figli della stessa famiglia umana superando ogni differenza razziale e offrendo sostegno ai più fragili. Solo inglobando, con i loro millenari interrogativi, inconfutabili antinomie nate dalla prevaricazione dei grandi e potenti Stati, sarà possibile far proprio il grido di dolore dei popoli devastati dalla guerra, dall’ingiustizia e dalla fame. Concludendo si può dire che McCurry, con immagini straordinarie nell’ordinarietà, rivendica il diritto di ogni bambino  alla felicità.

Leggi anche

Necrologi Marsica

Rocco Sansone

Redazione contenuti

Massimiliano Costantini

Redazione contenuti

Rocco Sansone

Redazione contenuti

Massimiliano Costantini

Redazione contenuti

Rosa Babbo

Casa Funeraria Rossi

Eva D’Alesio

Casa Funeraria Rossi