Fino a non molto tempo fa si usava dire a Cerchio, quando si voleva fortemente intimidire qualcuno : “ Mo facc’ u s’ssanda!”( letteralmente: Adesso faccio il Sessanta!) tutti quindi, nessuno escluso, doveva stare all’erta. Allocuzione questa che faceva capire bene, in modo inequivocabile, i tempi del ’60 quando cioè, gli uni contro gli altri armati, presero parte all’ultima rivoluzione del XIX secolo che, finalmente, porterà all’Unificazione d’Italia.
Nel 1994, pubblicai sul Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria(1) il mio : “ Cerchio dal 1798 al 1867 ”(2) dove nelle ultime pagine riportavo alcune stringate note tratte dai “libri” di Introito ed Esito della potente famiglia locale d’Amore Fracassi(3) che facevano comunque capire bene i tempi del ‘60, come tempi molto movimentati, dove la popolazione quasi presa alla sprovvista non sapeva per chi parteggiare. Quando cioè i paesani venivano interrogati con la tendenziosa domanda : “chi viva! ”(4) e loro temendo sia i borbonici, sia i piemontesi e sia i garibaldini, si rifugiavano i più furbi e faceti con il “ pane e il vino” oppure “A Maggio si vede” . La domanda “chi viva” si prestava bene ad essere interpretata come “ Chi vive?” “ A maggio si vede chi è vivo”. Rispondevano così perché la maggior parte della popolazione durante l’inverno esauriva tutte le derrate alimentari a disposizione quindi, per vedere chi era vivo si doveva aspettare il mese di Maggio: le tristi coste di Maggio! E gli altri che non avevano prontezza di spirito nel rispondere a tono subivano minacce e percosse a rischio anche, a volte, della propria vita.
Quanti di questi si dettero al brigantaggio? E perché?
I briganti chi erano costoro? Dalla “ Lettera ai Censuari del Tavoliere” di Francesco Saverio Sipari apprendiamo:
“ Chi sono i Briganti? Lo dirò io, nato e cresciuto tra essi. Il contadino non ha casa, non ha campo, non ha vigna, non ha prato, non ha bosco , non ha armento; non possiede che un metro di terra in comune al camposanto. Non ha letto, non ha vesti, non ha cibo d’uomo, non ha farmaci, tutto gli è stato rapito dal prete al giaciglio di morte o dal ladroneccio feudale o dall’usura del proprietario o dall’imposta del comune e dello stato. Il contadino non conosce pan di grano, né vivanda di carne, ma divora una poltiglia innominata di spelta ( farro), segale o melgone, quando non si accomuni con le bestie a pascere le radici che gli dà la terra matrigna a chi l’ama. Il contadino robusto e aitante, se non è accasciato dalle febbri dell’aria, con sedici ore di fatica, riarso dal solleone, rivolta a punta di vanga due are di terra alla profondità di quaranta centimetri e guadagna ottantacinque centesimi, benintenso nelle sole giornate di lavoro, e quando non piove, e non nevica e non annebbia. Con questi ottantacinque centesimi vegeta esso, il vecchio padre, spesso invalido dalla fatica già passata, e senza ospizio, la madre, un paio di sorelle, la moglie e una nidiata di figli. Se gli mancano per più giorni gli ottantacinque centesimi, il contadino, non possedendo nulla, nemmeno il credito, non avendo da portare nulla all’usuraio o al monte dei pegni, allora (oh, io mentisco!) vende la merce umana; esausto l’infame mercato, piglia il fucile e strugge, rapina, incendia, scanna, strupra e mangia. Dirò cosa strana: mi perdonino. Il proletario vuol migliorare le sue condizioni né più né meno che noi. Questo ha atteso invano dalla stupida pretesa rivoluzione; questo attende dalla monarchia. Infondo nella sua idea bruta, il brigantaggio non è che progresso, o, temperando la crudezza della parola, il desiderio del meglio. Certo la vita è scellerata, il modo è iniquo e infame…Ma il brigantaggio non è che miseria, è miseria etrema, disperata: le avversioni del clero, e dei caldeggiatori il caduto dominio e tutto il numeroso elenco delle volute cause originarie e di questa piaga sono scuse secondarie o occasionali, che ne abusano e le fanno perdurare. Si facciano i contadini proprietari. Non è cosa difficile, ruinosa, anarchica e socialista come ne ha la parvenza. Una buona legge sul censimento, a piccoli lotti dei beni della Cassa ecclesiastica e demanio pubblico ad esclusivo vantaggio dei contadini nullatenenti, e il fucile scappa di mano dal brigante…Date una moggiata al contadino e si farà scannare per voi, e difenderà la sua terra contro tutte le orde straniere e barbariche dell’Austro-Francia[…]” (5)
Erano giorni incerti, giorni in cui la maggior parte della popolazione del paese aveva paura, era terrorizzata e rimaneva tappata in casa, in attesa di tempi migliori.
Vennero poi questi 102 e 103, da Daniele De Nardis nel suo ottimo volume dal titolo “ L’emigrazione abruzzese tra Ottocento e Novecento. Fuga dalla campagne dal 1876 al 1915” (6):
“ Tab. III.5.- Differenti destinazioni dalle province abruzzesi
L’Aquila
ANNI EUROPA AMERICHE ALTRI PAESI
1876-1880 29 120 100
1881-1885 4.188 982 1.041
1886-1890 3.433 4.667 402
1891-1895 9.734 6.178 54
1896-1900 6.017 17.708 323
1901-1905 24.237 46.736 889
1906-1910 20.089 51.536 …
1911-1915 14.166 42.161 …
CAMPOBASSO
ANNI EUROPA AMERICHE ALTRI PAESI
1876-1880 1.080 3.312 5
1881-1885 2.411 13.691 79
1886-1890 1.854 35.406 332
1891-1895 367 34.624 11
1896-1900 2.732 40.440 12
1901-1905 3.637 62.035 7
1906-1910 2.527 60.877 …
1911-1915 1.160 40.416 …
CHIETI
ANNI EUROPA AMERICHE ALTRI PAESI
1876-1880 63 1.610 23
1881-1885 435 4.521 450
1886-1890 98 13.430 296
1891-1895 9 10.093 4
1896-1900 … 18.757 …
1901-1905 2.976 62.462 62
1906-1910 2.461 57.277 …
1911-1915 753 38.277 …
TERAMO
ANNI EUROPA AMERICHE ALTRI PAESI
1886-1890 67 169 11
1891-1895 109 826 23
1896-1900 744 2.036 14
1901-1905 5.783 37.691 14
1906-1910 4.348 37.549 …
1911-1915 3.112 33.939 …
Fonte: Elaborazione propria sui dati dell’Inchiesta Parlamentare e dell’Annuario Statistico “
Questi furono anni molto tristi e duri per i nostri antenati, eloquentissima fu la lettera inviata dall’arciprete di Cerchio don Beniamino Pietroiusti (7) al vescovo della diocesi dei Marsi Monsignor Enrico De Dominicis( 1885-1896) il 4 Aprile 1888:
“ Cerchio, 4 aprile 1888,Eccellenza Ill[ustrissi]ma e R[everendissi]ma Nella prossima Domenica in Albis la Famiglia del Cavaliere D[on] Benedetto D’Amore (8) Solennizza una festa ad onore di Maria S[antissi]ma sotto il titolo della Pietà. A detta festa interverrà il P[adre] Domenico da Onna Minore Osservante stato per molti anni Superiore in questo Convento delle Grazie. Prego la carità di V[ostra] S[ignori]a Ill[ustrissi]ma e R[everendissi]ma Autorizzare il predetto Padre Domenico ad ascoltare le Sacramentali Confessioni. Anche con i Casi riservati, se lo Crederà opportuno, per ajutare i fedeli per l’adempimento del S[anto] Precetto colla Scarsezza de Confessori passati.Per la questua ordinata dal S[anto] Padre per i bisogni di Terra Santa da farsi nel Venerdì Santo profittando della facoltà data ai Parrochi di farla in altro giorno se lo crederanno ben fatto, in detto giorno fu omessa. Ora prego l’E[ccellenza] V[ostra] R[everendissi]ma a dirmi come debbo regolarmi. Qui il popolo è afflitto da una fame nera. La raccolta è stata infelice, ed insufficiente a pagare i pesi governativi, e Municipali. La stagione piovosa e nevosa ha privato la popolazione per quattro mesi delle risorse del lavoro, e senza guadagnar nulla. Ho dovuto pensare a tutte l’esigenze della Vita. Specialmente, vitto e fuoco. Se io tentassi far questa Colletta nei tempi che corrono, sarebbe una mormorazione senza ottenere neanche un centesimo. Perciò farla nel prossimo Settembre, qualora V[ostra] S[ignoria] l’approvi, altrimenti mi dica come debbo regolarmi, ed io obbedirò all’E[ccellenza] V[ostra] R[everendiss]ma, ed al S[anto] Padre. Baciando con rispetto e venerazione il S[anto] Anello, implorando la S[anta] Pastorale benedizione, riprotesto la mia Sudditanza all’E[ccellenza] V[ostra] Ill[ustrissi]ma e R[everendissi]ma. U[milissi]mo e D[evotissi]mo Serv[itor]e e Suddito Beniamino Arci[pre]te Pietroiusti “(9)
Proprio in quell’anno il ventenne Francesco Saverio Nitti (1868-1953) il futuro onorevole del Parlamento d’Italia ( fu eletto la prima volta nel 1904 ) e Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Ministro dell’Interno del Regno d’Italia ( 1919-1920) diede alle stampe, presso la casa Editrice, Roux di Torino l’importante saggio dall’eloquente titolo: “ L’emigrazione italiana e i suoi avversari” dove concisamente stigmatizzò le miserevoli condizioni degli appartenenti dell’ex reame di Napoli :
“[…] in alcune province del mezzogiorno specialmente, dove grande è la miseria e dove grandi sono le ingiustizie che opprimono ancora le classi più diseredate dalla fortuna, è una legge triste e fatale: o emigranti o briganti[…]”
Nel su menzionato anno 1888 emigrarono dall’Italia più di 290.000 nostri connazionali.
Quante scene tristi e strazianti hanno dovuto sopportare i nostri emigranti!
Furono costretti ad abbandonare i loro paesi, le loro costumanze e tradizioni, la loro lingua: insomma tutto ciò che era legato al loro “mondo” a prezzo di grandissimi sacrifici e privazioni perché il loro paese era, come implacabilmente riportò nella sopramenzionata lettera don Beniamino Pietroiusti, “afflitto da unafame nera”.
Sono poi riusciti, i nostri emigranti, a raggiungere ciò che cercavano?
Quanti di essi si sono “realizzati”? Ne è valsa la pena?
Quante volte, specialmente nei dì festivi del loro calendario paesano, si sono sentiti tristi e si sono riuniti, in terra straniera, per raccontare episodi, eventi e scene legate alla loro vita e alla loro tradizione ormai spezzata per sempre! Quanti pianti e lagrime di commozione!
Chissà quante volte i nostri emigranti si saranno posti la martellante e straziante domanda: è stato giusto questo mio passo? Valeva proprio la pena partire verso terre straniere spesso volte ingrate e abbandonare i propri genitori, i propri familiari, i propri amici, il proprio paese, la propria patria?
Chissà se avranno trovate risposte esaurienti a tali lancinanti quesiti.
Ne valeva la pena? Quante persone sono state costrette a partire quando il proprio genitore era gravemente malato o, addirittura, è stato costretto a partire nello stesso giorno dei funerali senza essere presente al rito funebre?
E i primi tempi, quando non sapevano esprimersi nella lingua del paese ospitante, come si sono sentiti?
La tenacia di molti però è riuscita a sopportare e a vincere le avversità che spesso volte la quotidianità offriva loro intrisa, quasi sempre, di ipocrisia e cattiveria pura e gratuita, perché, purtroppo, l’uomo era, è e sarà sempre lupo dell’altro a meno che non si riuscirà a debellare l’Ignoranza che, spesso volte invitta come novella araba fenice, sempre risorgerà dalla proprie ceneri ed accecherà, come di consueto, l’Uomo facendolo diventare una immonda bestia che tutto fagocita in nome del “Progresso” !
I nostri connazionali però avezzi alle più dure ed immani calamità ( terremoti, cataclismi, guerre, rivoluzioni, ecc.) ben presto si sono rimoboccati le maniche e, con anima e corpo, si son dati al lavoro ed in qualche modo, non tutti però, sono riusciti ad addolcire l’amara pillola della obbligatoria “partenza” verso nuovi lidi riuscendo, i più fortunati, ad inserirsi nella nuova patria di adozione, prima nel mondo del lavoro (10) e poi, pian piano, timidamente, specialmente con i propri figli e nipoti, anche nel mondo che conta.
Ancora oggi vi sono all’estero 4 milioni di cittadini italiani e circa 60 milioni di oriundi: un’altra Italia!
Chissà come e quanto avranno sofferto coloro che entusiasticamente presero parte alle lotte che portarono all’agognata unificazione del Nostro Bel Paese quando si accorsero e toccarono con mano che nulla eracambiato :
“[…] Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi[…]”
scriverà circa un secolo dopo nel suo capolavoro : “Il gattopardo” il principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa ( 1896-1957 ) (11).
Loro, gli appartenenti alle comunità rurali, avevano sognato e sperato che, con l’avvento del nuovo regno, avrebbero avuto un positivo e significativo cambiamento per le loro umili condizionimentr’invece, ancora una volta, nella loro millenaria storia, si sono sentiti ingannati, defraudati, umiliati, traditi.
Loro che sprezzanti del pericolo avevano sopportato fame, freddo, privazioni di ogni tipo e genere ed alcuni, addirittura, avevano immolato la loro vita per l’ideale di patria sperando anche di poter avere e conquistare per se e per il proprio clan familiare non agiatezza e ricchezza ma una minima e piccola tranquillità economica: non tesori bensì, semplicemente, lavoro, quel lavoro che nobilita l’Uomo.
Ho preferito riportare integralmente le notizie tratte dai sopramenzionati “Libri” e dai documenti presi in esame conservati nell’Archivio di Stato dell’Aquila (12) per dare la sensazione di una certa freschezza quasi immaginando che un nostro antenato ci stesse raccontando, con la propria viva voce i concitati avvenimenti di cui egli fu partecipe:
“[…]28 Settembre 1860. Pel passaggio qui di trecento guardie nazionali dirette per Avezzano, siamo stati caricati di sette individui[…]da Sabato 6 Ottobre 1860 in poi non si è andato più al mercato per le turbolenze del governo, perlocchè non si fa mercato[…]21 Ottobre ( 1860 n.d.r. ) Per rincontro dell’alloggiodei due comandanti Regii qui venuti pel disarme[…] 27 Ottobre ( 1860 n.d.r. ) Per esser venuta la Truppa Regia, ed avendo in Alloggio due Ufficiali, con un furiere, e trabandi[…] 29 Ottobre ( 1860 n.d.r. )[…]Sorpresi ed arrestati da Giacomo Giorgi nella qualità di Sottintendente di/Avezzano, accompagnato da un Uffiziale di Gendarmeria a Cavallo, alla testa di trenta/Gendarmi di Cavalleria, ed obbligati con minacce, ed Arresto a cacciar denaro per/ imprestito necessario al mantenimento delle Reali truppe, si sono sborzati docati Cento/in danaro, con l’obbligodi dover dare pure Sei Salme di grano, delle quali Salme tre si/sono mandate oggi in Avezzano, per mezzo di Francesco del Massaro, e del Mulattiere/Gio:[van]Felice Santarelli, e le rimanenti tre Salme si manderanno domani 100.00/per tornare con maggior comodo in Avezzano tanto il Sottintendente, che l’Uffiziale/di Gendarmeria, si han portata la nostra Carozza[…]19 Novembre ( 1860 n.d.r. ) per mezzo di Giuseppe la Pecorara si è comprato un cappotto di panno bianco ad un Caporale Lanciere che tornava in casa sua sbandato nella truppa di Francesco Secondo per la Guerra di Capua[…] 1° Dicembre il Signor Pietro Costanzi, nella qualità di Sindaco ha mandato la nostra Carrozza in Goriano Sicoli per ivi condurre un colonnello Piemontese di transito col suo reggimento[…] 26 Gennaro 1861 L’introito rimane netto per sabato nessuno di Cerchio si è fidato di andare al mercato di Avezzano peri rumori di guerra che si sentono a Tagliacozzo[…] 17 Maggio ( 1861 n.d.r. ) Pel passaggio qui del battaglione Forlì Piemontese noi siamo stati destinati per l’alloggio di quattro capitani, con una Signora Moglie e figli, col corrispondente di Cameriere ed Ordinanze[…] 3 Giugno 1861 Solennizzandosi jeri da questo Municipio la festività d’Italia si sono pacati all’Artigliere Carlini nove per scopparelle di nostra porzione, delle quali se n’è fatto parte anche d.[on] Antonio d’Amore […]5 Giugno ( 1861 n.d.r. ) D.[on] Benedetto d’Amore, nella qualità di Sindaco, avendo accusati tutti noi, in unione di D.[on] Antonio d’Amore e con tutti gli altri proprietari di Cerchio, si è istruito il corrispondente processo dal Giudice di Pescina, e rimesso alla Gran Corte Criminale. Quindi nel fine di farsi osservare il detto processo, onde basare la necessaria difesa si è scritto di proposito a D.[on] Giustino Mariani, e si è spedito in Aquila Giuseppe La Pecorara, e perché questi deve sicuramente trattenersi diversi giorni, per dar comodo a D.[on] Giustino di osservare, parlare, e risolvere l’occorrente, così gli si è data una piastra per far fronte a tutte le spese di permanenza 1.20[…]16 Giugno ( 1861 n.d.r. )[…] essendo inarresto D.[on] Nicola Tuccieri, è venuto a dire la messa D.[on] Nicola Ciotti[…]17 Giugno ( 1861 n.d.r. )[…] con Geremia, e D.[on] Antonio d’Amore siamo andati in Avezzano con le rispettive Carrozze, per difenderci dalle accuse calunniose con cui siamo stati processati per rapporto del Sindaco Benedetto d’Amore[…]18Giugno ( 1861 n.d.r. )[…]Essendosi tornato a spedire in Aquila presso D.[on] Giustino Mariani, onde osservare la difesa che ci conviene presso la Gran Corte Criminale per la processura di Cerchio, in cui siamo stati annoverati dal Sindaco[…]24 Giugno 1861 per passaggio qui della truppa Piemontese, noi siamo stati caricati dell’alloggio di Cinque capitani, un Maggiore, due Signore Mogli, con due giovanette figlie, e sette trabandi[…]4 Luglio ( 1861 n.d.r. )per favore di essere avvertiti per tutto l’occorrente intorno alla Nostra processura di tutti Noi, e di D.[on] Antonio d’Amore procacciata con rapporto del Sindaco[…]17 Ottobre ( 1861 n.d.a.)[…]Per essersi spedito Giuseppe la Pecorara in Avezzano, per essere informati sul disarmo prossimo ad eseguirsi[…] 22 Ottobre ( 1861 n.d.r. )[…] Pel rincontro dell’alloggio di due Comandanti Regii qui venuti pel disarme[…] 26 Novembre 1861 sono da Sulmona qui venuti una quantità di carabinieri a Cavallo, ed a piedi diretti per Avezzano, alla cui testa vi è un Capitano funzionante da Maggiore, che è stato qui ricapitato col brigadiere Fiore, ed altri, che da Avezzano dovranno di nuovo qui tornare[…] 16 Febbraio 1862 Antonio Cimini andava in Aquila a portare le Reclute della Leva al Consiglio di Ricezione[…] 19 Maggio ( 1862 n.d.r. ) Finalmente i sbandati di Cerchio risolvono ripresentarsi al Servizio, per loche diversi parenti col pianto si han presente il seguente denaro per poterli mandare al proprio destino[…]1° Giugno ( 1862 n.d.r. )[…]Nel rincontro della Festa Nazionale si sono comprate per mano di Lento Carlini sei di Scopparelle al Figlio di Pasqualitto[…] 8 Gennaro ( 1863 n.d.r. ) Per essere L’Uffiziale Comandante il Distaccamento di Celano per arrestare i requisiti della Leva del 1862[…] 21 Ottobre ( 1863 n.d.r. ) Per essersi spedito D.[on] Angelo Carusoni a S. Vincenzo (Valle Roveto (AQ) n.d.r. ) per disporsi gli acomodi in Casa Fracassi, e per far redigere il Verbale con la presenza del Municipio per tutt’i danni arrecati alla Casa stesso per l’uso di quartiere[…]23 Maggio ( 1869 n.d.r. ) Per fare il brodo qui alloggiati pel passaggio del 8° Battaglione Bersaglieri[…]25 Maggio ( 1869 n.d.r. ) Pel passaggio del 3° Battaglione del 62° Fanteria, con lo Stato Maggiore, ha qui alloggiato il Colonnello Maggiore e due Aiutanti per lo che per darci un pranzo si sono provvisti di piccioni ed Ovi[…] 6 Giugno ( 1869 n.d.r. ) Si sono presi a Bartoloncino tre mazzi di Candele Steariche per far fronte al bisogno dei continuati ed incessanti alloggi Militari, che ricevono pel passaggio delle truppe[…]”.
Attraverso la lettura dei documenti conservati nell’Archivio di Stato dell’Aquila oggetto di questo lavoro veniamo alla conoscenza degli atti legati alle accuse che il sindaco Don Benedetto d’Amore fece contro vari cittadini di Cerchio, degli atti relativi al saccheggio perpetrato da Giacomo Giorgi (13)l’ 8 Ottobre 1860 (14) nelle abitazioni di Don Antonio d’Amore (15), dei fratelli Giuseppe (16),Geremia (17) e Pasquale (18) d’Amore Fracassi e dell’arciprete Don Pietrantonio Carusoni (19) e altri documenti riguardanti cittadini vari accusati come “moventi” e “sospetti moventi” la reazione accaduta a Cerchio l’ 11 e 12 ottobre 1860.
Il sindaco Benedetto d’Amore, medico, scrittore e primo cittadino di Cerchio, nacque a Cerchio, da Giuseppe e Berardina Santoro, il 17 Giugno 1807. Il padre Giuseppe( mio quartavolo) ed i fratelli Domenicantonio ( mio trisavolo )(20), Don Paolo (21) e Don Francesco, entrambi sacerdoti, tutti quindi miei prozii, erano iscritti alla vendita carbonara del Comune di Cerchio denominata la “ Vendita di Leo” della quale era Gran Maestro Pasquale d’Amore cugino del sopra citato Giuseppe D’Amore padre del Nostro. (22)
La “ Vendita di Leo” era formata da 57 carbonari su una popolazione di 1021 abitanti. Bendetto d’Amore dopo aver superato gli studi ordinari nella città dell’Aquila presso il
“[…]florido Collegio dei dotti Padri Gesuiti[…]meritando il diploma in belle lettere e filosfia a venti anni di età[…]”(23)
conseguì nella città di Napoli, nel 1831, due lauree
“[…] dottorali in Medicina e Chirurgia che egli meritò a 24 anni appena[…]”(24)
Sicuramente, appena laureatosi, fu chiamato ma svolgere la sua filantropica opera prima a Cerchio poi a Scanno e quindi, infine, a Cerchio
“[…] L’anno Mille ottocento trentatre il giorno tredici Gennaro/nella Casa comunale di Cerchio riunito il Decurionato/il Sig[nor] Sindaco à fatta la seguente proposta/Signori/Il Sig.[nor] Sottintend[ent]e del Distretto con Suo pregievol Ufficio/de 29 N[ovem]bre ultimo prossimo passato anno N[umer]o 8087 nel ri-/mettermi un reclamo avanzato dal Sig[nor]e Intendente della/Provincia alcuni natorali di questa Comune col quale do-/mandano destinarsi alla Condotta Sanitaria il Professore/D[on] Benedetto d’Amore pure di Cerchio in luoco dei Sig[nor]i/Maccallini Patre, e Figlio di Aielli li accerti della/Legalità dei Privileggi del Sig.[nor]e d’Amore, e mi incarica nel tempo istesso di tutto proporre alla di loro conoscenza/per lanaloca cioè dal Sig.[no]r D[on] Francescant.[oni]o Caglia( sic. È Ciaglia n.d.a.)(25) Medico da/D.[on] Francesco d’Amore(26) per Cirusico e Medico e Cerusico ( è scritto sopra n.d.r. ) da Scavalco/prima da D.[on] Antonio Maccallini(27) poi da D.[on] Saverio Ricci (28) e/quinti da D.[on] Baldassarro Maccallini(29) che attualmente serve/come da Conti e Deliberazioni Decurionali e perciò Sa-/rei di Aviso di Stallarsi il novello Professore D.[on] Benedetto d’Amore./Il Decurionato intesa la Soprascritta proposta letta la citata me-/moria colla quale si dimanta la destituzione del Medico con-/dottato Sig.[nore] D.[on] Francescant.[oni]o Ciaglia non che del Professore da/Scavalco Sig.[nor]e Maccallini/Consideranto, che tano il Medico condottato ordinario Sig.[no]r Ciaglia/quanto il Sig.[nor]e Maccallini, anno fedelmente prestato il Servizio da/molti anni alla Popolazione senza il menomo reclamo e di essere/i Medesimi della piena fiducia della Popolazione/Considerando D’altronde di essere anche utile la istallazione di/D.[on] Benedetto d’Amore tanto alla Professione Medica che Ciru-/sica e i di cui Privileggi sono nella piena legalità/Vista la Circolare de 28 Luglio prossimo passato anno Segretariato/di Stato degli Affari interni secondo repartimento 3° Carico col/quale vencono gli Comuni facoldati a potere aumentare gli/Soldi de stipendiati senza mai accedere gli limiti fissati dalla/legge de 12 D[ecem]bre 1816/Consideranto che questo Comune oltre le spese/ordinarie Straordinarie ed imprevedute portate/in esito nel progetto dello stato quinquennale già in discussione/potrebbe diminuire la partita portata in esito nel art.[icol]o 47 per/mantenimento delle opere Publiche per ( è scritto sopra n.d.r. ) le quali sono esuberanti/Ad unanimità deluibera fare continuare gli antichi Professori/Sig.[nor]i Ciaglia, e Maccallini col ostipendio Loro fissato dalla Leg-/ge de 19 G[enna]ro 1831 e di Stallarsi per Magior Comodo del Com-/une il Sig.[no]r D.[on] Benedetto d’Amore col ostipendio di docati/trentaquattro da desumersi dal art.[icol]o 47 dello suddetto stato quin-/quennale e rinvigorire lìart.[icol]o 32 di una egual Somma l’ostesso/stato col obligo di esercitare a beneficio della intgera popu-/lazione il Servizio Medico, e cirusico essendo le risorse del Comu-/ne per manenti per l’aumento del Sud.[ett]o Soldo/Luigi Macchiusi Sindaco/Gio.[van]Crisostomo Continenza decorione/Aurelio Iacobacci Decurione/evvariste tucciere decurione/Alesandro Iannicca Decurione Illett.[erat]o/Gio:[vanni] di Luigi Cipriani Decurione Illitt.[erat]o/Domenico Tucceri Decorione Illitt.[erat]o/Giacinto Ciotti Decorione Segretario[…]
L’annomilleottocento trentasette il Giorno 5 9[novem]bre nel Comune di Cerchio il/Sig.[no]r Sindaco hà fatta la sequente Proposta/Signori/Il Sig.[nor] Sindaco à fatta la sequente Proposta il Sig.[nor] Sotto Inten=/dente del distretto di Avezzano Con Suo uffizio de 29 8bre/mi ordina di Proporsi a questo Decurionato che vagante la/Condotta cherusica, e medica Così io Lo rimetto a questo decurio=/nato accò risolvono l’occorrente/Il Decurionato unanimemente Proponiamo il Sig.[no]r D.[on] Benedetto D’Amore il quale Come acciò e noto al labilità riuni=/sce il zelo, e la fiducia ed affinche il nominato/Professore non[…], lui ed accetta questa Condotta/cherusica, e medica, Procurono Le Signorie Loro/stabilire un onorarjo Corrispondetto da desumersi/Dal sopravanzo Del articolo medico, e cherusico/dell’ostato discusso, e ad altri fonti Comunali nella/Prevenzione che Debba Congedarsi Pel nuovo/anno 1838 il Sig.[no]r D.[on] Baldassarre maccallini ( mio prozio n.d.r. ), tanto/in medica che chierusica, a scavalco Conu-/che non, e dispiacere a questa Popolazione restan=/te fermo il Sig.[no]r D[on] Francescantonio Ciaglia nella/qualita medica;/Consideranto che il Comune di Cerchio e di Gran/tepo che, e Privo di un chirurco, e medico disso/ed abbli/Consideranto che il Sig.[no]r Baltassarre maccallini non, e affatto di sodi=/Sfazione questo Comune Per che non vole Prestarsi, ed/anghe nella circostanza di essere forestiero, e residente/in Aielli non Puo occorrere nelli Bisogni di Professione/in danno della Popolazione al quale oggetto La Popo=/lazione medesima a ricorso a Superiori/Consideranto che D.[on] Benedetto D’Amore racchiude tanto in/cherurigia che in medicina tutte le Buone Proco/cative di un abbile Soggetto/Consideranto che un Professore non Possa vivere colla Sua dece=/cenza Senza un onorarjo Corrispondette, e Senza Lostesso il Sig.[gno]r D’Amore darebbe la negativa/Consideranto che nellantico stato discusso medico, e chi=/rusico in esclusione del Sig.[no]r maccallini vi Sia del Sopra=/vanzo di/Il Decurionato del Sopradetto Comune di cerchi unanimemente/deliberi da oppinarsi il Succennato D.[on] Benedetto/D’Amore nella Condotta Cerusica, e medica di/Cerchio in esclusione del Sig. D.[on] Baldassarre maccallini/ed accorta al ripetuto Sig[nor] D’Amore lano Stipendio/di Ducati ottanta Sei Da desumersi Dagliartioli/32-33 i quali articoli si aumendano fino a/Ducati 132: tal sopravanzo estantico medico, e/cherusico salvo restanto coll’istesso onorarjo D.[on] Francescant.[oni]o Ciaglia nella qualità medico/Vincenzo Continenza Sindaco […]”(30)
Fu eletto alla carica di sindaco di Cerchio in due tornate elettorali: 1840-43 e nel 1860-61.
Nel 1855 spinto da un fortissimo amore verso la Nostra Madonna delle Grazie pubblicò, presso la tipografia Grossi dell’Aquila, il suo pregevolissimo e raririssimo lavoro dal titolo:
“ RACCOLTA DE’ PORTENTI E MIRACOLI/FATTI DALLA MADONNA DELLE GRAZIE/LA DI CUI IMMAGINE SI VENERA/NELLA TERRA DI CERCHIO/COMPILATA A SUA DEVOZIONE/DA BENEDETTO D’AMORE “ (31)
Nel 1993 fu pubblicato postumo nel Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria(32) dal medico Dott. Angelo Di Gennaro un lavoro inedito e scientifico del Nostro dal titolo:
“ COME SI UCCIDE IN MEDICINA/Memoria sull’epidemia di Scanno/ricorsa nel mese di novembre 1835 fino a maggio 1836”a cura di/Angelo di Gennaro.
Quest’opera era già pronta per essere data alle stampe il primo dicembre 1837. Non siamo riusciti a capire perché il mio prozio, Benedetto d’Amore non diede alle stampe il sopramenzionato pregevole lavoro e non siamo riusciti a capire anche perché lasciò il manoscritto in Scanno.
Il citato manoscritto dal titolo esatto:
“ Memoria/sull’Epidemia di Scanno/ricorsa/nel mese 9bre 1835 fino a Maggio 1836/del Dottore/Benedetto d’Amore”
Si conserva nel Museo Civico di Cerchio ( è stato donato dal menzionato Dott. Angelo Di Gennaro il 1° Settembre 1996 in occasione della presentazione del mio lavoro :” Storia della Madonna delle Grazie/in Cerchio(Aq)/(documenti)”, 1996, nel retro della copertina si legge:
“ Memoria/Sull’Epidemia di Scanno/di/Benedetto d’Amore/Dottore in Medicina, e Chirurgia/quod vidi scripsi/Stork/Aquila/Dalla Tipografia ….(sic)/1837”
E alle prime 3 pagine apprendiamo:
f.1
“ All’illustrissimo Signore/D.[on] Luigi Petrini/Profes:[sor]e di Chirurgia teorica e pratica,/e di Ostetricia nel/Real Liceo di Aquila/Signore/Spinto io pubblicare la presente memmoria ho/l’onore offrirl’a Voi o mio Precettore, in contrasse=/gno di tanta mia gratitudine, che p[er] voi nudro, come/alunno vostro. Quindi con quella stessa bontà che/usaste nell’ammaestrarmi ed istruirmi sulle Scienze/filoso mediche, delle quali siete molt’ornato, e p[er]/esse distinto, accetterete questa qualsiasi opera del/tenue ingegno mio, la quale puol dirsi frutto de’/vostri savj insegnamenti./Non isdegnate pertanto di accogliere quest’atto/di riconoscenza, che è il solo che può offrirvi il/Scanno 1 Dicemb:[re] 1837/Vostr[o] div[oto] S.[er]vo, ed Allievo/Benedetto d’Amore/
f.2
Avvertimento/dell’Autore/a chi legge/per far onoranza alla verità, ed affinchè l’errore o/l’equivoco non ottenebri la chiara luce di lei; affinchè/la stima che tutte le Nazioni serbano all’inoculazione/vaccinica, come mezzo preservativo del vajuolo arabo/maggiormente si consolidi; affinchè cessino una volta/i detrattori, e sulle calunnie di essi, e su i prestigi/popolari la verità trionfi, il dovere m’impone racco=/mandare alla tenerezza paterna, alla saviezza de’ Filo=/sofi la presente memoria, riguardante la ricorsa epide=/mia di Scanno, comprovante essere stata essa di asso=/luta Varicella, di un principio sui generis, senza aver/che fare col vajuolo arabo, e che la morte di più in=/dividui nel corso suo, avvenuta sia p[er] altre cagioni, e/non p[er] tirannia del male. Cio dimostrando non farà/meraviglia, se dietro l’avviso del Real (è scritto sopra n.d.a.) Profeta: irascimini/et nolite peccare, io mi stia servendo delle armi/solite ad adoprarsi dagli Uomini saggi insimili rin=/contri: Questo sserve a fortificare non pure me stesso/avverso qualunque ricercata contradizione, che pos=/sa occorrere, ma eziandio illuminare l’ignoranza/
f.3
de’ Popoli, ritrarre o sedotti dall’errore, garantire l’es=/perienza, e l’osservazione di tanti sommi pratici, e ri=/chimare a dovere gli emoirici superbi; quali senza/medico discernimento nell’osservare le infermità, for=/mano de’ giudizi erronei, cause di tante cure abortive,/e quel che è peggio della morte di tant’infelici, riem=/piendo di terrore le popolazion’intere, col giudica=/re un male p[er] un altro, un benigno esantema per/grave, come nel nostro caso, una semplice varicella/p[er] vajuolo arabo, e quel che più monta, anche ma=/ligno./Sarommi contento alle mie penose elucubrazioni,/ove sia rimeritato da Dotti di loro approvazione/dess’ermi attenuto al vero, e dalla Società di aver fu=/gato l’errore, ch’è il tarlo roditore di sue fondamen=/ta, quand’anche un solo ne fosse.[…]”
Chiaramente si evince da quanto su riportato la professionalità ed umiltà del Nostro e bene ha fatto il più volte menzionato dott. Angelo Di Gennaro a pubblicare e, quindi, far partecipi tutti noi del sagace lavoro di ricognizione scientifica del medico Benedetto D’Amore.
Così interessante è pure il sopramenzionato lavoro intorno alla storia ed ai miracoli della Madonna delle Grazie di Cerchio dove, tra le altre cose, notiamo l’amore del Nostro verso la storia, le tradizioni, gli usi ed i costumi di Cerchio; non a caso, infatti era amico del grande ricercatore, storico nonché “tuttologo” Antonio De Nino( 1833 -1907 ) il quale, a pag. 428 della rivista “ Notizie e Scavi 1897- Regione IV (SAMNIUM ET SABINA) “ così lo descrive:
“[…] si andava con alcune indicazioni favoriteci dal decano dei medici abruzzesi Cav. Benedetto D’Amore novantenne, della cui affabilità non si dice mai che basti[…]”
Interessante sottolineare in quest’opera oltre alla prima elencazione dei vari miracoli e miracolati, al fervore del restauro della chiesa e del convento, alle descrizioni delle manifestazioni folcloristiche andate ormai perdute anche episodi cruenti che potevano avere conseguenze molto tragiche. Durante il periodo dell’invasione francese ( fine ‘700 inizio ‘800 ) infatti, Nicola Paneccasio alias caporale, uccise, insieme ad altri insorgenti i cosiddetti “briganti politici”, un caporale francese e da qui la violenta reazione dei commilitoni di mettere a “ ferro, sacco e fuoco ”il nostro centro che, miracolosamente per intercessione della Madonna delle Grazie fu salvato:
“[…]Si narra che nell’invasione Francese/un certo Nicola Paneccaseo( il cognome esatto è Paneccasio n.d.r. ) con due altri uomini/perduti per indole e per costume, mentre alcuni/militari francesi da Solmona passavano a Cer-/chio, in una strada del tenimento di Ajelli, per/la quale transitavano, si fecero arditi, a tradi-/mento, scaricare sopra i medesimi francesi delle/archibusate dalle quali uno rimase vittima e due/feriti. Informati, che fra gli altri, il barbaro/omicida era stato di Cerchio, deliberò il Consi-/glio di Guerra (convocato fal generale francese/che comandava la divisione stanziata nella nostra provincia) che a pubblico esempio, in forza di/un distaccamento, quel disgraziato paese di met-/tesse a sangue, sacco e fuoco. A si trista cala-/mità quegli abitanti sicuri della protezione della SS. Vergine delle Grazie, a questa pieni di fi-/ducia ricorsero, risolvendo processionalmente por-/tarla ad incontrare nell’ingresso il nemico, onde/mercè la stessa implorare ed ottenere grazia e cle-/menza; e mentre con ordini si formidabili esso/distaccamento accanitamente giungeva (poicchè/già spiegato aveva il carattere della vendetta ap-/pena penetrato nel tenimento di Cerchio, sca-/ricando archibugiate contro coloro che vedevano od incontravano ) l’ufficiale in capo ed i/suoi subalterni, visto tal venerando Simulacro,/prodigiosamente, da feroci nemici, mansueti/divennero, ed accogliendo di buon grado le sup-/pliche di un popolo commovente, commutarono/il rigore al solo sacco su la famiglia del creduto/omicida, senzacchè la popolazione nella menoma/parte ne risentisse[…]”
Nicola Paneccasio, nato a Cerchio il 29 Gennaio 1774 da Giacomo Antonio e Marzia Continenza il 4 settembre 1808 fu impiccato, “ appeso in forca è strappato ai vivi”, nella fortezza dell’Aquila:
“[…]An[n]o Mill[esi]mo Octingentesimno Octavo Die quarta M[ens]is Septembris Nicolaus fil[iu]s Iacobi Antonii Pane Casio huius T[er]re Circuli etatis sue circitertriginta quatuor mensium septem et dies sex, in Civitate Aquila, appensus in furca ablatus est à vivis. In quor[um] fidem Ang.[elu]s Reg[iu]s Archip[resbite]r de Amore[…]” (33)
Molto interessanti sono anche le pagine che descrivono il nostro paese:
“[…]Cerchio è una delle Terre dell’Abruzzo Ultra/Secondo, situata a Nord Nord est del distretto di/Avezzano, fra le terre di Collarmele ed Ajelli,/contrada una volta abitata dagli antichi Marsi,/da cui è sorta la denominazione dell’attuale Dio-/cesi, alla quale detti paesi, fra gli altri, ap-/par tengono. Dista, a mezzo giorno, inverso dove/è posta, due miglia dal Lago Fucino per mezzo/di una fertile e vasta pianura, tutt’all’occhio/sottoposta. Gode di un’esteso e ridente Orizonte,/scorgendosi l’intero lago predetto di circa miglia/trenta di circuito, e la maggior parte de’ Paesi/che questo circondano con i rispettivi territori e/monti; di modo che il tutto insieme presenta/all’occhio dell’Osservatore una veduta pittoresca./Secondo alcuni, giusta ci riferisce Febonio, Cer-/chio edificata venne dalle rovine dell’antica Cer-/fennia, o di Valeria,[…]che dagli antichi storici/veniva appellata Marruvio, secondo altri che/fiorisse anche prima di questa Città, portando/tal nome da Circe Incantatrice per un tempio/quivi alla stessa eretto; secondo ci rapporta/Monsignor Corsignani ( Reg. Mars. V. 2°)./Soggiunge il surriferito Febonio a lib. 1° stor./Mars.a esservi chi creda, che i Romani scelto/avessero quel sito, come un forte cerchio e ro-/tondo, onde starvi a diporto per godere i giuo-/chi navali di Claudio e la battaglia di Laco; e/di esservi anche opinione, che lo stesso impe-/ratore Claudio lo avesse addetto ai giuochi Cir-/cesi, costruendovi all’oggeto il Circo. Quest’ul-/tima è la più plausibile, si perché/era costume dei Romani celebrare questi giuochi/ovunque si trovavano ( come ce lo assicurano/Svetonio ejus vita; Plinio nel libro delle ferie/latine;Aldovrandi con le parole: Jam vero non/Romae tamtum sed in Provinciis Romani ludos/exhibebant, ed in siti rotondi e chiusi, festas/locusconclusus fuit in speciem oppidi ob mu-/ras et pinnas turritas ), si perché nel fatto/l’additano gli avanzi di forti e largi muri che/circolarmente al detto Colle girano nella parte/così detta dietro i Fossi, a’ quali corrispondono/le mua esteriori, anche doppie nelle loro fondamenta delle abitazioni antichissime dei Giannini, dei Ciofani, dell’antica Chiesa Matrice/sotto il titolo dell’Annunziata, dell’Orto Ci-/mini ecc., e vi è tradizione che dentro il cre-/duto Circo esisteva una Torre, per la quale ivi/è rimasto il nome di Castello, confirmato dal-/esistenza, a piè di detto Colle di due porte/antiche, in punti opposti, dell’ordine gotico, e/forse costruite nell’invasione di questi Barbari./Inuna di esse, e precisamente in quella che/ora resta quasi nel mezzo del paese, si scorge,/superiormente aggiunta, una lapide coll’emblema/della famiglia Colonna, signore una volta della/Contea di Celano, al qual feudo questo paese sot-/toposto è stato fino alla legge eversiva del 1806 […]”
Benedetto d’Amore, all’inizio del suo secondo mandato da sindaco, quando l’Italia diventava Una, denunciò come “moventi” la reazione filo borbonica, accaduta a Cerchio l’ 11 e 12 ottobre 1860,il contadino Francesco Meogrossi, reo di omicidio della persona di Raffaele Iafolla, il “fochista” Paolo d’Amore di Vincenzo, il proprietario Isidoro Continenza, l’arciprete Pietrantonio Carusoni, il sacerdote Isidoro Cianciusi, il sacerdote Beniamino Pietroiusti, il proprietario nonché notaio Francesco Iacobacci e il sacerdote don Nicola Tuccieri di
“[…] Discorsi, e fatti pub-/blici provocanti di-/rettamente gli abitan-/ti del Regno d’Italia a distruggere, o cam-/biare il Governo./I primi due anche/di attentato, e cospirazione, che ha avuto per oggetto di distrug-/gere, o cambiare il/Governo[…](34)
e come “sospetti moventi” della sopra accennata reazione i proprietari fratelli don Giuseppe, don Geremia e don Pasquale d’Amore Fracassi, don Antonio d’Amore, Don Antonio Tucceri Cimini (35) e Liborio Tucceri (36). Alcuni furono riconosciuti rei e condannati :
“[…]Vittorio Emmanuele II°/Per la grazia di Dio, e per volontà della Na-/zione Re d’Italia./Noi Felice Faraone R.[egi]o Giudice del Man-/damento di Pescina-/Visti gli atti N.° 27 de’ misfatti di questo/esercizio a carico di Francesco meogrossi, e/altri di Cerchio imputati di attentato, e cospi-/razione, che ha avuto per oggetto di di-/struggere, o cambiare il Governo, e discor-si, e fatti pubblici provocanti direttamen-/te gli abitanti del Regno d’Italia a di-/struggere, o cambiare il Governo; reati pre-/visti dagli art.[ico]li 123, e 140 N. pp./Attesochè a carico de’ sol’imputato France-/sco Meogrossi di Giuseppe (37), Paolo d’Amore/di Vincenzo, D.[on] Pietrantonio Carusone, e/D.[on] Nicola Tuccieri di Cerchio, si son rac-/colti sufficienti indizi di reità./Attesocchè il Meogrossi trovasi in carcere/per altro misfatto./Mandiamo, ed ordiniamo a tutti gli A-/genti della Forza pubblica di assicu-//rare alla giustizia gl’imputati suddetti/ e restringerli in carcere per rimanere/in luogo di deposito a disposizione/della Gran Corte criminale di Aquila/Ordiniamo al Custode di riceverli in/queste prigioni, e detenerveli fino a/novella disposizione./Dato in Pescina 31 Maggio 1861/Il R.[ego]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere][…]”(38)
Furono arrestati e messi in prigione, per un breve periodo, Paolo di Vincenzo d’Amore ed il sacerdote Don Nicola Tucceri. Due mesi dopo , con sentenza del 4 Luglio 1861 emessa da parte della Grancorte Criminale dell’Aquila le accuse caddero e di conseguenza, per gli altri proprietari di Cerchio, non si diede luogo a procedere e, i sunnominati Paolo di Vincenzo d’Amore ed il sacerdote Don Nicola Tucceri precedentemente arrestati, vennero scarcerati:
“[…] VITTORIO EMMANUELE II./PER LA GRAZIA DI DIO E PER LA VOLONTA’ DELLA NAZIONE/RE D’ITALIA/La Gran Corte Criminale del 2 Abruzzo Ulteriore/Composta dai Signori D.[on] Alessandria Presidente, Naldi e Ludovici/Giudici, con l’intervento del Signor Aquila Giudice f[acente] f[unzione] da M.[inistero] P.[ubblico]/ed assistenza del Cancelliere/Veduti gli atti a carico di Francesco Meogrossi, Paolo di Vincen=/zo d’Amore, Isidoro Continenza, D.[on] Pietrantonio Carusone, D.[on] Isi=/doro Cianciusi, Beniamino Pietroiusti, Francesco Iacobacci,/e D.[on] Nicola Tuccieri, imputati di discorsi e fatti/pubblici diretti a provocare gli abitanti del regno d’Italia a distrug=/gere e cambiare il Governo, e di due giorni di attentato ecospirazione a cambiare il Governo ( 10 ed 11 ottobre 1860 n.d.r. )./Veduta la requisitoria del P.[ubblico] M.[inistero] con la quale osservando cha a carico de’/Suddetti imputati, tranne pel Meogrossi, dalla ostruzione del/processo non risultano indizi sufficienti di reità, ha chiesto conservarsi/gli atti in archivio, escarcerandosi Paolo di Vincenzo d’Amore e D.[on] Nicola/Tuccieri; e riserbando le Sue Req.[uisitori]e in ogni stato di causa sul conto del Meo=/grossi ora giudicabile per altri motivi/Inteso il rapporto del Sig. Ludovici/Udito oralmente il P.[ubblico] M.[inistero] il quale si è rimesso alla sua scritta requisitoria,/ed indi si è appartato./LA GRAN CORTE/Ritenuro in linea di considerazione la stessa osservazione del P.[ubblico] M.[inistero] e fa-/cendo dritto alla di lui domanda/AD UNANIMITA’/Ordina conservarsi gli atti in archivio, ed scarcerarsi Paolo/di Vincenzo d’Amore e D.[on] Nicola Tuccieri- Riserba ad esso/M.[inistero] P.[ubblico] le sue Requisitorie in ogni stato di causa sul conto di/Francesco Meogrossi ora giudicabile per altro crimine./Fatto in Aquila li 4 Luglio 1861/D’Alessandria/Naldi/Ludovici/de canetto C[ancelliere][…]”(39).
Benedetto d’Amore ricoprì altre cariche pubbliche fu infatti, eletto, come Delegato Speciale e Presidente della Congregazione di Carità. Fece
“[…]profondi studii sulla malaria nel prosciugamento del Lago Fucino, da meritare la Croce di cavaliere[…](40).
Nonostante il suo forte impegno filantropico verso i sofferenti ed i bisognosi provò anche la
“[…]fuga, l’esilio e la prigionia specialmente in quei tempi difficili quando cioè le nostre provincie cambiarono governo[…]”(41).
La morte lo colse a Cerchio, alla veneranda età di 90 anni, il 15 Gennaio 1898 e il suo corpo riposa a Cerchio nella cappella gentilizia che pochi anni prima aveva eretto per se e per la sua famiglia.
Il Nostro era un liberale e , per muovere tali accuse, doveva avere degli elementi fedegni o comunque ritenuti talied era a conoscenza di episodi i quali dovevano essere portati alla conoscenza di chi di dovere:
“[…]Riservata Cerchio 25 Marzo 1861 N. 1 ( è stato corretto con n. 5 n.d.r. )
N° 1
Signore ( al margine sinistro si legge : “ –Moventi/D.[on] Pietrantonio Carusoni/D.[on] Isidoro Sacerdote Cianciusi/D.[on] Beniaminio Pietroiusti/D.[on] Francesco Iacobacci Capitano della G.[uardia] N.[azionale]/Sig.[no]r Isidoro Continenza ex Capo Urbano/Paolo di Vincenzo d’Amore /- Sospetti moventi -/I Fratelli D.[on] Giuseppe, D.[on] Pasquale e D.[on] Ge-/remia d’Amore Fracassi/D.[on] Antonio d’Amore/D.[on] Angelo Carusoni/D.[on] Nicola Tuccieri Sacerdote/Liborio Tuccieri Cancelliere Comu-/nale./D.[on] Antonio Tuccieri Cimini./Al Sig.[nor]e/Sig.[no]r delegato della Polizia nel Circond.[ari]o/di/(Avezzano) n.d.r. ) Prevenuto da cotesto Sig.[no]r Indentente di do-/vermi corrispondere con lei circa lo Spirito/pubblico, raccomandato col periodico N° 24/dello scorso anno 1860, e con circolare del/Sig.[no]r Governatore della Provincia de’ 3 Feb-/brajo corrente N° 331, in adempiendo-/vi, ho il piacere, per la prima volta, rappresentarle/1° Che entrato io Sindaco in questo Co-/mune, dal mio Antecessore (42) mi fu Comunica-/to, che i moventi ed i sospetti delle Ante-/cedenti reazioni, operate in questo Paese, era-/no i notati al Margine, e che lo Spirito/reazionario ( è stato cancellato “pubblico” n.d.r. ) che invadeva il Paese istesso,/per opera dei med.[esim]i notati al Margine,/si era alquanto sopito, per la ragione/che tutt’i compromessi temendo le con-//conseguenze dell’istruzione co[n]fidate col Giu-/dice Istruttore del Circondario(Distretto), e/che infatti dal mese di Gennaro ultimo( è stato cancellato n.d.r. )/fino ai 16 di febbrajo ultimo in tal mo=/do l’ho sempre guardato, ma di poi, fat-/ti Sicuri i Capi moventi, che la soverchia/bontà, raccomandata, dell’Ispettore, e de=/ferenza de’ testimonj spostavano forse l’im=/ponimento delle loro azioni di tentato e/consumato rovescio di Governo, così alcuni /di essi Capi rimpleuditi, han ricominciate/le solite pratiche subdole, perlocche si/sono notati i seguenti fatti/L’Arciprete D.[on] Pietrantonio Carusoni disprezza ed in-/sulta i liberali con qualche minaccia. Egli nel Sen-/tir dopo la presa di Gaeta (43) che ( è scritto sopra n.d.r. ) questo Municipio vole-/va solennizzare la festa, invitando il Clero pel/Canto dell’Inno Ambrosiano, si assentò dal Paese,/manovrando a non farlo cantare, come avven-/ne. Nella ricorrenza del giorno nomastico del/Re d’Italia (44) di nuovo si tenne lontano, anche/per non cantarlo, ed al di lui esempio pra-/ticò lo stesso il Canonico decano D.[on] Nicola/Tuccieri.(45) Nel dì 24 stante il med:[esim]o Arci-/prete (nella messa della benedizione dele pal-/me) ebbe al solito la sfaccitaggine di predicare//All’altare contro i liberali, e sdegnoso narra-/va al pubblico, che il Paese si era messo in cat-/tivo aspetto, e per cui esortando a non te-/mere, raccomandava impregare per gli/snaturati liberali verso S. Cesidio, S. Andrea,/S. Rocco, ecc. parole, a buoni conti, da ec-/citare disordine e cose di peggio./Nel giorno 16 med.[esim]o corrente mese alle ore 21/in una pubblica strada, Francesco Bian-/chini (46) Soldato Sbandato, mentre passava/la Moglie del 2° Eletto gridava più vol-/te Viva Franc.[esc]o 2°, e sempre Viva; no-/tandosi che in quel tempo era in que-/sto Paese il Giudice Istruttore ad istruire/ i fatti d[e]lla reazione antecedente./ Tutt’i Soldati Sbandati delle leve del 1857 al 60 nel n.[umer]o di otto si sono negati a partirepel deposito./Il Capitano della G.[uardia] Nazionale (47) continua a/mantenere inattiva la medesima, e a ri=luttare belle circostanze d’iscritti, tanto che/richiesto regolarmente a prender parte della/festa fatta da questo Municipio nei giorni/16 e 17 Febbrajo per la presa di Gaeta, si ten-/ne come al solito indifferente. Egli, dei 6 fu-/cili di dotaz.[ion]e attuale della Guardia, che ha di-//stributi cinque a Suoi amici, che se ne/servono per cacciare, raggirandosi la caccia/verso i piccioni particolari delle colombaje,/e si dice che uno di essi fucili sia stato rubato./Nella med.[esi]ma suaccennata festa de 16 e 17 Febbra-/jo Vinc.[enz]o (48) e Francesco (49) Padre e figlio d’Amore/si negarono sparare i mortali nella sera/de’ 12, a loro commessi coll’accetaz.[ion]e sparar-li, e Paolo d’Amore(50)altro figlio di d.[ett]o Vinc.[enz]o dissua-/deva Nicasio Maccallini (51) anon eseguire l’il-/luminaz.[ion]e in tale circostanza./Del resto debbo informarla, che generalmente/la popolaz.[ion]e è docile, e se non fossero i de-/trattori ogniuno, se non divoto(perche de-/ve rispettarsi l’opinione) al regime attuale, sa-/rebbe almeno indifferente come la mag-/gior parte si osserva./L’ho dovuto informare di cose oltre il perio-/do prescritto, perchè trattandosi della prima/informaz.[ion]e di questo Paese, possa conoscerne/il vero Spirito e chi loagita./Il Sindaco Benedetto d’Amore […]”
Il sindaco Benedetto d’Amore in questa “prima informazione” si lamenta dei detrattori e porta a conoscenza gli episodi cui furono attori i “moventi” e i “sospetti moventi” la reazione che, a ben vedere, furono lievi a fronte dei cruenti avvenimenti accaduti nella nostra sub regione marsicana tanto che tutti i “moventi” la reazione furono assolti tranne per Francesco Meogrossi reo di omicidio in persona di Raffaele Iafolla ucciso per motivi che nulla hanno a che vedere con la reazione filo borbonica.
L’episodio più eclatante e ricordato di questo periodo fu la rocambolesca fuga (vedi in seguito) dell’arciprete Don Pietrantonio Carusoni:
“[…] In occasione/dela Mutazione di Governo del 1860 Compro-/messo per false delazioni, dovè fuggire da/Cerchio li 8 Aprile 1861. Si ricoverò in/Roma ove contrasse Malattia e Morì in/Veroli li 28 Giugno 1862[…]”(52)
Dal Dizionario Corografico dell’Italia, compilato per cura del prof. Amato Amati ed edito in Milano dal Dott. Francesco Vallardi tipografo Editore, nel 1868, apprendiamo le seguenti importanti e stringate notizie:
“[…] Cerchio. Comune del Napoletano, prov.[incia] di Abruzzo Ulteriore II, circond.[ario] di Avezzano, mand[amento] di Pescina. La sua popolazione secondo l’ultimo censimento (1862), contava abitanti 1568 ( maschi 834 – femmine 734 ), e quindi 168, 42 per kq. La sua guardia nazionale consta di una compagnia con 130 militi attivi e 157 di riserva: totale 287 militi. La mobilizzabile è di 141 militi. Gli elettori politici sono iscritti nelle liste elettorali del collegio di Pescina; nel 1863 erano 33. L’ufficio postale è a Celano. E’ stazione dei Reali Carabinieri dipendente dalla luogotenenza di Avezzano. Pel dazio consumo è comune di quinta classe. Il suo territorio è fertile in varie sorte di produzioni e specialmente in alberi fruttiferi, tra cui abbondano i ciriegi, i mandorli ed i noci. Il capoluogo è un villaggio che trovasi in altura, lontano tre Km e mezzo dal lago di Celano o Fucino e 16,66 da Avezzano. Possiede due pubbliche scuole elementari per ambo i sessi ed una congregazione di carità amministratrice di vari legati per spese di culto ed elemosine ai poveri, con una rendita annua di L. 1920[…]”.
Al frontespizio della busta n. 294, oggetto di questo studio, sono riportati 8 nominativi: il contadino Meogrossi Francesco, il fochista d’Amore Paolo di Vincenzo; il proprietario Continenza Isidoro (53),l’arciprete don Pietrantonio Carusone, il sacerdote don Isidoro Cianciusi (54), il Sacerdote don Beniamino Pietroiusti, il proprietario nonché notaio e Comandante la Guardia Nazionale Iacobacci Francesco e, infine, il sacerdote don Tuccieri Nicola e la relativa accusa:
“[…]Discorsi, e fatti pub-/blici provocanti di/rettamente gli abitan-/ti del Regno d’Italia/a distruggere, o cam-/biar il Governo./I primi due anche/di attentato, cospi-/razione, che ha avuto/per oggetto di distrug-/gerre, o cambiare il/Governo[…]”.
Tale volume, corretto e rivisto, era pronto per la stampa già dal 2013: nel corso degli anni ho solamente apportato qualche lieve modifica sia nel testo che nelle note.
Si consiglia per una migliore comprensione dei fatti accaduti nella nostra contrada marsicana, dalla fine del Settecento all’inizio dell’ Ottocento, i seguenti miei lavori:
Amiconi F.: ” Serafino de’ Giorgio e la spedizione marsicana nell’Agro roamano. Documenti sugli scontri tra garibaldini e zuavi a Subiaco “, Edizioni Kirke, Cerchio, 2011.
Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio e nei Distretti di Celano e Pescina Fatti e documenti, Edizioni Kirke, Cerchio, 2012.
Amiconi F.: ” Parasitt’ Il brigante che morì due volte” , Edizioni Kirke, cerchio – Avezzano, 2015.
Amiconi F. ( a cura) : ” Viaggio antiquario nella Marsica. Relazione dei monumenti di antichità eseguita da Alessandro Mastroddi e Vicenzo Mancini il 20 aprile 1835 “, Edizioni Kirke, Cerchio – Avezzano, 2018.
Amiconi F.: ” Storia della Madonna delle Grazie di Cerchio Attraverso documenti editi e inediti”, Edizioni Kirke, Cerchio – Avezzano, 2018.
Amiconi F. ( a cura ): ” La repressione del brigantaggio nell’Abruzzo Ulteriore II nel << Rapporto storico >> del capitano francese Alò (1806-1812). Dal <<Manuscrit Italien>> 1127 della Bibliothèque Nationale de France “, Edizioni Kirke, Cerchio – Avezzano, 2019.
Amiconi F. ( a cura ) : ” La guera de’ paesani co’ francesi. L’azione del capomassa Giovanni Salomone nell’invasione francese degli Abruzzi nel 1799 “, Edizioni Kirke, Cerchio – Avezzano, 2021
Cerchio, 20 Ottobre 2023
Fiorenzo Amiconi
Si coglie l’occasione per ringraziare gli amici di Aielli, Mario Palerma e Maurizio Di Censo, che mi hanno sempre gentilmente accompagnato nelle ricerche presso l’Archivio di Stato dell’Aquila.
Note
- Annata LXXXII(1992) (CIV) dell’intera collezione.
- Con lo stesso titolo è stato ripubblicato nel Quaderno N. 17 del Museo Civico di Cerchio, Anno I.
- Proprio in questi giorni ho terminato di assemblare, in un unico volume daltitolo : “ I conti quotidiani della potente famiglia d’Amore Fracassi in un paese dell’entroterra abruzzese: Cerchio (AQ)(1856-1881)”, i vari Quaderni del Museo Civico di Cerchio da me pubblicati in vari anni.
- Tale triste e trita domanda venne ripresa poi in seguito, facendola diventare famosa, dal nostro conterraneo scrittore Ignazio Silone nella sua celeberrima “ Fontamara”.
- Del Flacco F.:” Li chiamavano briganti…”, Regione Abruzzo, Novembre.Dicembre 2002, pag. 71.
- De Nardis D. : “ L’emigrazione abruzzese tra ottocento e novecento “, Adelmo Polla Editore, Cerchio, 1994, pp. 102,103.
- Don Beniamino Pietroiusti, nacque a Cerchio il 24 Dicembre 1818 da Luigi e Luisa Iafolla. La morte lo colse a Cerchio, all’età di 89 anni, il 5 Ottobre 1908. Di questi abbiamo una fotografia conservata dall’amico di infanzia Gabriele Carusoni dove è apposta la seguente errata didascalia “ Beniamino Carusoni [orto] 1908 ”, in realtà dovrebbe essere don Beniamino PIetroiusti in quanto questi morì, appunto, nell’anno 1908. Sicuramente l’anonimo amanuense della su riportata didascalia ha confuso il cognome. Al posto di Pietroiusti ha scritto Carusoni, riteniamo che è improbabile che sia Pietrantonio Carusoni morto in Veroli il 22 Giugno 1862 dopo una precipitosa fuga (vedi appendice). Sicuramente la confusione è forse dovuta in quanto l’amanuense, sicuramente parente di entrambi i sunnominati arcipreti, ha riportato erroneamente il cognome. E’ molto difficile pensare che il suddetto più volte menzionato amanuense volesse intendere Pietrantonio Carusoni sbagliando sia il nome che la relativa data di morte, è molto probabile invece che abbia sbagliato a scrivere il cognome: è il classico “ herror calami” anche perché non è mai esistito a Cerchio alcun Beniamino Carusoni. Vedi appendice.
- Benedetto d’Amore, nacque a Cerchio il 17.6.1807 da Giuseppe e Berardina Santoro. Si congiunse in matrimonio prima con Maria Brigida Dovitis di Pettorano sul Gizio e poi con Vittoria Siciliani di Sora. Morì novantenne a Cerchio il 15 Gennnaio 1898. Vedi : “ Elogio funebre del cavalier Benedetto D’Amore pronunziato nella chiesa parrocchiale di Cerchio dal Can[onico] Giacomo Barbati la sera del 15 Gennaio 1898” s.d. e s.c.e.. Con lo stesso titolo è stato pubblicato in Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 120, Anno XIV, 2011. Vedi anche Amiconi F.: “ Benedetto D’Amore: storia dei medici nella Marsica del XIX secolo”, Museo Civico di Cerchio, Anno I, 1998. Vedi appendice. L’Amministrazione Comunale di Cerchio con apposita delibera di Giunta n. 119 del 19 Ottobre 2012 ha intitolato al Nostro, in occasione del 150° anniversario dell’Unificazione d’Italia, un largo. Con la stessa deliberazione di Giunta è stato intitolato un altro largo al garibaldino cerchiese Antonio Panara, perito in Subiaco l’8 Novembre 1867 in uno scontro a fuoco con gli zuavi pontifici. La cerimonia dello svelamento delle epigrafi è avvenuta nella radiosa mattinata del 7 Dicembe 2011 con la partecipazione festante degli alunni della scuola elementare e media di Cerchio accompagnati dai rispettivi insegnanti e con la partecipazione della banda musicale, delle autorità civili e reliigose e della popolazione di Cerchio. Vedi Amiconi F. “ Serafino de’ Giorgio e la spedizione Marsicana nell’agro romano del 1867”, Edizioni Kirke Cerchio, 2011.
- Archivio della Diocesi dei Marsi, Avezzano C/90/2135. Nel retro è riportato ad una parte : “ Cerchio/Questua di Terrasanta/Si può rimettere a tempo più/opportuno, ma non se ne/ dimentichi./6 ap.[ril]e 1888” e nell’altra parte : “ A Sua Eccellenza Ill[ustrissi]ma e R[everendissi]ma/Monsignor D.[on] Enrico De Dominicis/Vescovo de Marsi/Pescina”.
- “ Comune di Cerchio/L’anno millenovecentodieci, addì dieci di Gennaio/nell’Ufficio comunale/Innanzi al Sig[no]r Venanzio Cav[alier] Uff[icia]le d’Amore/ Fracassi Sindaco del Comune di Cerchio, assistito/dal Segretario Comunale Marcellino Pietroiusti,/sono comparsi./1 Bianchini Antonio di Silvestro-bracciante/2 Sperandio Antonio fu Isidoro- contadino/3 D’Amore Vincenzo fu Paolo calzolaio/4 Tucceri Cimini Luigi fu Angelo-calzolaio, tutti domiciliati a Cerchio./Testimoni idonei aventi le qualità legali, i quali/hanno l’uno dopo l’altro concordemente dichiarato/che Iannicca Carmine di Angelo che emigra/per gli Stati Uniti d’America, va a raggiungere/il suo intimo amico che a se lo chiama Cipriani Giacomo di Angelantonio/che trovasi colà in buone condizioni finanzia-/rie per poter in caso di bisogno fornire al Ian-/nicca il bisognevole alla vita, ed ove occorra,/ fornirgli anche i mezzidi viaggio pel rimpatrio,/ affinche non abbia a cadere a carico della pubbli-/ca beneficenza./Il Sindaco suddetto ha raccolto il presente/atto notorio sotto la piena responsabilità/dei dichiaranti sopra notati, i quali in/conferma di quanto hanno asserito,/dopo lettura, si sono con l’Ufficio/sottoscritti./Antonio Bianchini/Antonio Sperandio/Vincenzo D’Amore/Luigi Tucceri Cimini/Il Sindaco/V.[enanzio] d’Amore Fracassi(al margine sinistro vi è impresso il sigillo circolare del Comune di Cerchio n.d.a.) Il Segretario/M[arcellino] Pietroiusti”. Si ringrazia l’amico Enrico Antidormi che alla fine del mese di dicembre 2012 ha donato il sopra riportato atto notorio al Museo Civico di Cerchio.
- Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “ Il gattopardo”, Edizione conforme al manoscritto del 1957, TESORI DELLA NARRATIVA UNIVERSALE, Istituto Geografico De Agostini, Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, IGDA Officine Grafiche, Novara, 1985.
- ASA ,Gran Corte Corte Criminale, Processi, II Serie, b. 294. ASA Corte d’Appello, Sezione d’accusa, b. 15, b. 2, b. 19.
- Giacomo Giorgi, nato a Tagliacozzo il 26 Luglio 1805. Era figlio di don Mattteo.
- Secondo quanto invece afferma Giuseppe d’Amore Fracassi, come abbiamo sopra riportato, il saccheggio in casa d’Amore Fracassi avvenne il 29 Ottobre 1860 come puntualmente ed esattamente riportò il medesimo nel “ Libro di Esito ” della famiglia d’Amore Fracassi “ incominciato a 3 Luglio 1860 ” e chiuso “ Oggi li 6 Luglio 1861 “, Archivio d’Amore Fracassi in Museo Civico di Cerchio. Amiconi F.:” I conti quotidiani di una potente famiglia marsicana nella seconda metà dell’Ottocento. Un anno con i d’Amore Fracassi (1860-1861)”, Quaderno n. 70, Anno IX, 2006.
- Antonio d’Amore, nato a Scurcola Marsicana il 17 Gennaio 1820 da Lorenzo e da Margherita D’Amore. Fu sindaco di Cerchio dal 1846 al 1850. Morì improvvisamente a Cerchio, all’età di 44 anni, il 30 Agosto 1864. Due anni prima, all’età di 32 anni, il 10 Aprile 1860, morì la moglie Dionira Deci di Sora. Lasciarono in tenera età una bimba: Francesca, nata a Cerchio il 13 Novembre 1856: sicuramente era lei il personaggio nota a Cerchio come la “ Pupilletta”. Vedi appendice.
- Giuseppe Antonio d’Amore Fracassi,nato a Cerchio il 10.11.1815 da Venanzio e da Donna Rachele Fracassi ed ivi deceduto il 6.7.1872. Si congiunse in matrimonio con la baronessa Donna Angela Maria Pietropaoli di Goriano Valli. Vedi appendice.
- Geremia d’Amore Fracassi, nato a Cerchio il 11.8.1809 ed ivi deceduto il 18.11.1897. Vedi appendice.
- Pasquale Antonio d’Amore Fracassi, nato a Cerchio il 19.6.1803 e deceduto in Gagliano Aterno il 12.10.1880.
- Don Pietrantonio Carusoni, nato a Cerchio il 30 Maggio 1805 e deceduto in Veroli il 28 Giugno 1862. Vedi appendice.
- Domenicantonio d’Amore, nato a Cerchio il 26.1.1798 ed ivi deceduto il 9 Gennaio 1879. Mio trisavolo.
- Reverendo Canonico Don Paolo d’Amore, nato a Cerchio il 26.2.1794 ed ivi deceduto il 1.12.1865. Mio prozio.
- Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio e nei Distretti di Celano e Pescina Fatti e documenti”, Edizioni Kirke, Cerchio 2012,Tipografia Braille Gamma s.r.l.,Santa Ruffina di Cittaducale, 2012.
- “ Elogio funebre/del Cavaliere/Benedetto dottor d’Amore/prounziato/nella chiesa parrocchiale di Cerchio/dal/Ca. Giacomo Barbati/la sera del 15 Gennaio 1898”, s.d., s.c.e. Fu allievo del professor Lugi Petrini al quale il Nostro, nel 1837, gli dedica il suo importane lavoro dal titolo “ Memoria sull’epidemia accaduta a Scanno nel 1835-1836, vedi in seguito.
- “ FERDINANDUS II, REGNI UTRIUSQUE SICILIAE, ET HIERUSALEM REX/DUX PARMAE, PLACENTIAE, CASTRI & C MAGNUS PRINCEPS/HAEREDITARIUS HETRURIAE/NEAPOLITANA STUDIORUM UNIVERSITAS/NOS RECTOR, ET FACULTAS MEDICINAE/NIHIL AD GENTIUM MAGNARUM ETIAM ET BELLICA LAUDE FLORENTIUM GLORIAM ET FELICITATEM VEL TUENDAM VEL AUGENDAM UTILIUS EST, MAGISQUE NECESSARIUM, QUAM EXCELLENS QUAEDAM ET BENE MORATA ADOLESCENTIUM iNSTITUTIO, QUI HUMANIS ET SEVERIS DISCIPLINIS ANIMUM ADJUNXERUNT. EX ILLA ENIM JUVENTUTE IN PATRIAE SPEM SUCORESCENTE, QUUM RES, TEMPUSQUE POSTULAVERIT, DELIEGENDI SUNT, QUI REMPUBLICAM CAPESSANT, LABORESQUE EXCIPIANT CIVIUM VIRTUTE PRAESTANTIUM, QUIBUS SENECTUS HOESTAM VACATIONEM DEDERIT, AUT MORS LAUDUM CURSUM INTERCEPERIT. QUO PROFECTO SI ACCEDANT HOMINES, ET A MORIBUS DESERTI, ET A DOCTRINUS IMPARATI, NULLUM ERIT DISCRIMEN, QUOAD NON IMPENDERE VIVITATI VIDEATUR. QUARE QUO NEAPOLITANUM NOMEN NON VETEREM MODO SPLENDOREM A MAJORIBUS ARTUM RITENERET, SED NOVUM ETIAM MAJUSQUE DECUS IN DIEM SIBI COMPARARET, DECRETO DIECIVIGESIMISEPTIMI MENSIS DECEMBRIS 1815. UNI STUDIORUM UNIVERSITATI, PRAETEREA NEMIMI FACTA POTESTAS EST DEFERENDI GRADUS ACADEMICOS DEINDE PROPOSITIS SANCTIONIBUS CAUTUM EST, NE QUIS ADOLESCENTIE ERUDIENDAE, AUT ALICUI PUBLICORUM MUEREUM PARTI PRAEFICERETUR, MISI MORUM SACTITATE PRAEDITUS, IISDEMQUE DISCIPLINIS EXCULTUM ESSE CLARISSIMIS COMPROBAVERIT ARGUMENTIS. AD HAEC IISDEM SANCTIONIBUS PRAESCRIPTA SUNT COMPLURIA INGENII, INDUSTRIAEQUE EXPERIMENTA, EX QUIBUS PRIVATIM ET PUBLICE EDITIS INTERNOS CERETUR, AN IDEM ILLE EZ MUNIA AD QUAE STUDET PERVENIRE, RECTE ATQUE ORDINE PRO RERUM DIGNITATE SIT OBITURUS. QUANDOQUIDEM AUTEM TU D. BENEDICTE D’AMORE FILI JOSEPHI ET BERARDINAE SANTORO AETATIS ANNO VIESIMOQUARTO EX CERCHIO OPPIDO PROVINCIAE APRUTII ULTERIORI SPECIMINA PRAECLARA PRAEBUERIS INDOLIS, SOLERTIAEQUE TUAE IN EXPLICANDIS, QUAE DELECTAE FUERE MEDICINAE ET CHIRURGIAE QUESTIONIBUS IISQUE OMNIBUS, QUAE LEGE PRAEFINITA SUNT SATISFACERIS, NOS RECTOR, ET DECANUS DE FACULTATIS SENTENTIA TE, D. BENEDICTE D’AMORE QUEL PROBITAS ATQUE ERUDITIO EXPLORATA JAMNOBIS, PENITUSQUE PERPESCTA SATIS COMMENDARUNT SCENTIATUM IN MEDICINA ET CHIRURGIA HAC DIE 26 MATII 1831 LUDARAMUS ET AD LICENZIATI GRADUM ET HONORUM PROMOSIMUS HAC DIGNUM JUDICAMUS QUI JUVENTUTEM DOMI PRIVATIM EASDEM ARTES EDOCERE ET OPERAE DOCTORATUS GRADUM PERVENIRE POSSIS./CUJUS REI GRATIA HOC DIPLOMA SUB SCRIVENDUM SIGILISQUE MUNIENDUM CURAVIMUS./DATUM NEAPOLI EX AEDIBUS REGIAE UNIVERSITATIS DIE VIGESIMATERTIA MENSIS JUNII 1831/ RECTOR (FTO. ILLEGGIBILE) DECANUS (FTO.ILLEGIBILE “. Trascrizione del pronipote di Benedetto D’Amore avvocato Costantino Gullì che possiede il documento orginale. Vedi“Elogio funebre op.cit.”. Vedi anche Amiconi F.:” Benedetto D’Amore: storia di medici nella Marsica del XIX secolo “, Museo Civico di Cerchio, Anno I, Quaderno n. 1, 1998.
- Nato a Cerchio l’11 Luglio 1778 ed ivi deceduto il 25 Aprile 1842.
- Nato a Cerchio il 23 Aprile 1746 ed ivi deceduto il 15 Agosto 1827.
- Nato ad Aielli il 7 Dicembre 1756 dal medico Barlaam e da d’Amore Lucrezia. Il nome esatto era Berardo Antonio Generoso Gioacchino, mio pro zio.
- Saverio Ricci, nato a Campoli e residente a Collarmele dove svolse l’attivita’ di medico condotto. Il 30 Giugno 1786 si congiunse in matrimonio con Maria Generosa d’Amore di Cerchio vedova di Michele Gizzi di Collarmele che aveva sposato a Cerchio il 19 Giugno 1770. Era questa, la sorella dell’avvocato in “utroque jure” Geremia (Liberat’Angelo Geremia, nato a Cerchio il 4.1.1742 ed ivi deceduto il 3.8.1797),nonchè Giudice della Regia Doganella di Pescina(1779-1781), avvocato e “Maestro dei fanciulli” dell’Università(Comune) di Cerchio ( Vedi vari miei scritti: “ Storia della Confraternita di S. Maria di Piediponte in Cerchio (AQ)”, BDASP, Annata LXXXIII(1993) e , dallo stesso titolo, in Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 23, Anno II, 1999; “ Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio-Documenti, 1996 e “ Il Settecento cerchiese”, Museo Civico di Cerchio, Anno IX, 2006, Quaderno n. 68 ed articoli vari.La sunnominata Maria Generosa D’Amore era sorella anche, di Pasquale Antonio Giuseppe padre di Venanzio D’Amore Fracassi il Vecchio (nato a Cerchio il 18.5.1772 ed ivi deceduto il 22.10.1854), dottore in “utroque jure”, sindaco (per vari mandati) e “Maestro dei fanciulli” dell’Università di Cerchio. Questi,il 30.11.1806, fu eletto consigliere al Consiglio della Provincia dell’Aquila dall’Università di S. Vincenzo Valle Roveto e anche dall’Università di Cerchio. Fu eletto, anche, come Deputato della festa dell’abolita Feudalità( Vedi il mio : “ Idee politiche di Venanzio D’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti nell’etroterra abruzzese durante l’invasione francese ( 1806-1809) “, Museo Civico di Cerchio, Anno XI, 2008 Quaderno n. 92. Saverio Ricci fu sindaco dei riuniti Comuni di Cerchio e Collarmele dal 1812 al 9 Gennaio 1816( il 14 Gennaio 1816 figura come sindaco “ed uffiziale dello stato civile del comune di Cerchio”[atto di matrimonio tra Domenicantonio d’Amore e Maria Maddalena Sperandio – atto n.1] Venanzio D’Amore Fracassi il Vecchio). Saverio Ricci in qualità di Eletto del Comune di Collarmele insieme con il collega Gianfrancesco D’Alessandro, il 6 Febbraio 1799, nominano Capitano della locale Massa, durante l’invasione francese, Francesco Marinacci :”[…] Col Pronio rimasto così inerte a Introdacqua si portò a conferire Francesco Marinacci da Collarmele, il quale veggendo sempre più avanzarsi i Francesi pensò bene tornarsene per allora a contrastarli nelle vicinanze di Celano per poi raggiungere il Pronio nelle sue imprese[…]”, pag. 79 G. Rivera:” L’invasione Francese in Abruzzo (1792-1799)”. Saverio Ricci svolse l’attività di medico condotto a Cerchio dal 1822 al 1827: “[…]L’anno milleottocento ventisette Il dì quattro del Mese di Novembre nella Casa Comunale di Cerchio Riunito il decurionato il Signor Sindaco ha fatto la seguene proposta Signori Ai principi del Mese di Luglio ultimo il Medico don Saverio Ricci del limitrofo Comune di Collarmele fù Soprafatto da un colpo apoplettico, che lo rese incapace a poter più oltre prestare il Servizio di Medico da Scavalco in questo Comune come era fissato Fin dal quel momento feci loro conoscere simile avvenimento, loro verbalmente disposero, che per commodo di questa popolazione avesse io invitato l’altro Professore del Convicino Comune di Ajelli don Baldassarre Maccallini (1775-1843) Non ho trascurato afatto per il bene della Popolazione adempire a di loro voti, ed ho invitato il detto Signor Maccallini, il quale trovasi già a prestare la di lui opera deve stabilirsi il di lui onorario ed è perciò, che sono invitati a deliberare sull’assunto I Signori decurioni intesa la suscritta proposta Consideranndo, che il male Sopravvenutop al Signor Medico don Saverio Ricci lo ha reso incapace a vi è più prestare il Servizio come medico da scavalco Considerando, che questo Comune ha preciso bisogno di un Medico da scavlaco, il quale sia anche istruito della professione di Chirurgia, ed unanimità delibera, che il Signor Medico don Baldassarre Maccallini di Ajelli continui a prestare il servizio incominciato come medico da scavalco prestando la di lui opera fin dal mese di Agosto ultimo del Chirurgo Ordinario Signor Don Francesco d’Amore ( 1746-1827) di questo Comune; coll’obbligo di recarsi in questo medesimo Comune due volte la settimana alla visita de Malati, oltre le richieste in caso di straordinario bisogno, al quale si diano a titolo di onorario ducati cinquanta annui, desumendoli dall’articolo dello Stato discusso restando all’effetto incaricato il Signor Sindaco provocarne la Superiore approvazione Lorenzo d’Amore Sindaco francesco Iafolla decurione Luigi Pietrojusti decurione Giovanni Cipriani decurione Angelo Tuccieri decurione Luca Carusone Decurione Illetterato Venanzio Ciofani Decurione illetterato Alesandro Iannicca Decurione illetterato Giovanni Ciofani Decurione Segretario[…]”, Archivio Comunale di Cerchio,Registro delle deliberazioni del decurionato di Cerchio (1823-1838),f. 81,82. Vedi Amiconi F. : “ La Carboneria a Cerchio e nei distretti op. cit.”.
- Nato ad Aielli il 10 Luglio 1775 dal medico Barlaam e da D’Amore Lucrezia. Morì in Aielli il 17 Settembre 1843, mio prozio.
- Archivio Comunale di Cerchio. Vedi anche Amiconi F.: “ Benedetto D’Amore op.cit.”
- E’ stato ristampato con lo stesso titolo in Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 62, Anno VIII, 2005.
- Annate LXXXIII, Tipografia Labor, Sulmona, 1995, pp. 307-340.
- Libro dei Morti, Archivio Parrocchiale di Cerchio ora in Archivio della Diocesi dei Marsi Avezzano. E’ formato da 58 pagine compreso l’indice. Misura mm. 193×128. Vedi Amiconi F.:” Parasitt il brigante che morì due volte”, Edizioni Kirke, Cerchio-Avezzano, 2015.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294.
- Antonio Tucceri Cimini, nato a Cerchio il 10 Gennaio 1831 da Francesco e da Carusoni Giacinta. Coniugato con l’insegnante elementare D’Amore Irene figlia di Isidoro e Di Giulio Rosalia.Fu tenente della Guardia Nazionale di Cerchionel 1861 quando ne era Capitano il Notaio don Francesco Natale Iacobacci. Svolse l’attività diSegretario comunale di Cerchio e anche l’attività di segretario della Congregazione di Carità del Comune di Cerchio. Morì a Cerchio il 23 Gennaio 1878 .
- Liborio Tucceri, nato a Cerchio il 30 gennaio 1803 da Gabriele ed Eleonora Nusca. Si congiunse in matrimonio con Caterina Brogi, figlia di Giuliano e di Cicilia Piccolini,nata ad Avezzano il 1 Gennaio 1799( Libro delle famiglie anno 1813 Archvio Comune di Avezzano) edeceduta a Cerchio l’ 11Dicembre 1831 all’età di 32 anni ( Nell’atto di morte 17 del comune di Cerchio è riportata la Nostra come Catarina Broggi di anni trentancinque figlia di Giuliano Broggi e di Cicilia Paolini ). Dal fratello Giambattista nascerà, il 15.12.1832, il futuro avvocato nonchè storico Tommaso Brogi autore di importanti opere riguardanti la storia della Marsica prime fra tutte “ La Marsica Antica, Medioevale e fino all’abolizione dei Feudi”edita nel 1900 a Roma. Liborio Tucceri svolse l’attivita’ di segretario contabile della “ Congregazione di Carità” di Cerchio. Liborio Tucceri è lo zio del sunnominatoAntonio Tucceri Cimini in quanto il padre di questi, Francesco Saverio, figlio di Gabriele ed Eleonora Nusca, nato a Cerchio il 6 Marzo 1810,da come chiaramente si evince, è suo fratello germano. Al momento è inspiegabile perché Liborio conserva solamente il cognome Tucceri mentr’invece il fratello il Francesco Saverio quello di Tucceri Cimini.Molto probabilmente fra i genitori Tucceri Gabriele ed Elenora Nusca,quest’ultima nipote di Sutero del quondam Liborio Cimini fu stilata una convenzione speciale attraverso la quale la sunnominata Eleonora prendeva il cognome Cimini e all’atto di matrimonio entrambi i nubendi assumevano il cognome Tucceri Cimini. Molto probabilmente l’iter di tale convenzione si perfezionòfra il 1803 ed il 1810 altrimenti come spiegare che un fratello assunse solamente il cognome Tucceri e l’altro Tucceri Cimini? Dal Fuoco ( famiglia ) n. 56 dello Stato delle Anime del 1802 apprendiamo: “ […]C. Sutero del q:[uonda]m Liborio Cimini n:[at]o 22 Ap[ri]le 1736/C. Eleonora del q:[uonda]m Sebastiano Nusca nip.[o]te n.[at]a 28 Mar:[zo] 1769/C. Gabriele del q:[uonda]m Franc.[ces]co Tuccieri Marito n:[at]o 23 8[otto]bre 1765/Maria Veronica fig.[li]a n.[at]a a 4 X[decem]bre 1800/Liborio Domenicant.[oni]o fig.[li]o n.[at]o a 30 G[ena]ro 1803/DomenicantAnt[oni]o Sotero fig.[li]o n:[at]o a 22 Mag:[ggi]o 1805/+ Francesco Saverio Antonio fig.[li]o n.[at]o 16 Dec[embre] 1806/Francesco Saverio Antonio fig.[li]o n.[at]o 6 Mar[zo] 1810[…]”. Nel “fuoco” 92 dello Stato delle Anime del 1843 apprendiamo : “[…] Tucceri Cimini/+ Eleonora Nusca di Gagliano ved.[ov]a Gabriele Tucceri N[at]a 28 Marzo 1769/Liborio di loro fig.[li]o ved.[ov]o di Caterina Brogi di Avezzano N[at]o 30 Gennaro 1803/Susanna di loro fig.[li]a N.[at]a 24 Decembre 1825/M.[ari]a Teresa di loro Fig.[li]a N.[at]a 13 Ottobre 1827/Margarita di loro fig.[li]a N.[at]a 19 Giugno 1829//Francesco Saverio fig.[li]o N.[at]o 6 Marzo 1810/M.[ari]a Giacinta di lui mog.[li]e fig.[li]a di Vincenzo Carusone N[at]a 28 Settembre 1802/Ant.[oni]o di loro fig.[li]o N.[at]o 10 Gennaro 1831/Com. Gio:[vam]Battista di loro fig.[li]o N.[at]o 10 Gennaro 1833/M.[ari]a Filomena di loro fig.[li]a N.[at]a 21 Maggio 1837/Alfondo di loro fig.[li]o N.[at]o 14 Gennaro 1840/M.[ari]a Giovanna di loro fig.[li]a N.[at]a 23 Giugno 1842/Sotero Angelo f.[igli]o N.[at]o 17 Febraro 1845[…]/ ed infine nei fuochi 114 e 115 ubicati in località “Castello” dello Stato delle Anime del 1864 apprendiamo ancora:” [..] 114/Liborio Tucceri– vedovo- fu Gabriele, ed Eleonora Nusca di Gagliano- Cerchio 30 Gen[nar]o 1803 vedovo di Catarina Brogi di Avezzano/M[ari]a Teresa Tucceri f.[igli]a Liborio, e Caterina Brogi Cerchio 13 8[otto]bre 1827 Morta 17 Feb[rar]o 1894/Paquale Chichiarelli fu Giovanni , e Lucia Iannicca Cerchio 12 Aprile 1820 Vedovo di Nunziata Iafolla, in 2[second]e nozze a Teresa Tucceri/M[ari]a Lucia Chichiarelli f.[igli]a fu Giovanni, e Lucia Iannicca Cerchio 24 Luglio 1862/Giuseppe figlio Cerchio 22 8bre 1865/Maria Margarita f.[igli]a Cerchio 7 Marzo 1871//Rocco Chichiarellif.[igli]o 1° Letto- vedovo- Pasquale e Nunziata Iafolla Cerchio 19 7[settem]bre 1841 Vedovo di Margarita Tucceri figlia di Liborio. Espatriato per Avezzano ove ha preso la 2.[seconda] Moglie il di 15 Giugno 1868/115/ Francesco Saverio Tucceri Cimini fu Gabriele, ed Eleonora Nusca Cerchio 6 Marzo 1810 Morto il 5 8[otto]bre 1877/M[ari]a Giacinta Carusonifu Vincenzo, e M[ari]a Chiara (sic) Cerchio 28 7[settem]bre 1802/Sotero Angelo f.[igli]o- Chierico – Cerchio 17 Feb[rar]o 1845 Sacerdote alla pagina 1°/M.[ari]a Filomena f.[igli]a Cerchio 21 Maggio 1837 Maritata a Raffaele Ciagliadi Colle Armele il 27 Giugno 1869. Morta il 15 Maggio 1880/M[ari]a Giovanna Lucia f.[igli]a Cerchio 23 Giugno 1842 Maritata al N.[umer]o 48/Gio:[vam]Battista f.[igli]o Cerchio 10 Gen.[ar]o 1835/Catarina Ottavj M.[ogli]e di Berardo, e fu Domenica Tarquinj S. Benedetto [sic] 1834 Morta il 13 Giugno 1882/Eleonora M.[ari]a Domenica f.[igli]a Cerchio 24 Aprile 1864/Gabriele Antonio f.[igli]o Cerchio 29 Maggio 1865/Pietrantonio f.[igli]o Cerchio 21 Marzo 1867/Vincenzo Alfonso Maria f.[igli]o 11 7[settem]bre 1869/Ernesto Maria Francesco f.[igli]o Cerchio 6 Aprile 1872/Francesco Saverio – Chierico – Cerchio 26 Xbre 1877//Alfonso fratello di Gio:[vam]Bat[tis]ta- Francesco e Giacinta Carusone Cerchio 14 Gen[nar]o 1840 Andato in fede al N[umer]o 155[…]”.
- Francescantonio Meogrossi, nato a Cerchio da Giuseppe e da Angela Cipriani, il 19 Febbraio 1821. Si congiunse in matrimonio con Giovanna Paola Antidormi. Morì nell’ospedale del Bagno di Gaeta il 14 Agosto 1868 alle ore otto pomeridiane( Atto di morte n. 23, Archivio Comunale di Cerchio) dove era detenuto per l’omicidio di Rafaele Iafolla, nato a Cerchio da Domenico (figlio dell’agrimensore Felice Antonio, mio quintavolo) e da Angela Carmina Tucceri, il 3 Agosto 1811 ed ivi deceduto il 13 Settembre 1860( Atto di morte n. 15, Archivio Comunale di Cerchio ).
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294
- “ Elogio funebre op. cit. “.
- “ Elogio funebre op. cit. “
- E’ il sindaco Francesco Meogrossi che ha retto il Comune di Cerchio nel biennio 1859-1860. E’ sicuramente il proprietario Francesco Paolo Meogrosssi, nato a Cerchio l’ 11 Novembre 1803, da Pasquale e da Agnese Tucceri. Si unì in matrimonio, all’età di 28 anni, con la proprietaria diciottenne Rachele Continenza. La morte lo coglierà a Cerchio, all’età di 75 anni, il 16 Agosto 1879. Anche il figlio Carlo Felice, nato a Cerchio il 21 Dicembre 1835 , sarà sindaco del Nostro centro dal 1876 al 1879. Si unì in matrimonio con Filomena Tucceri il 15 Ottobre 1865. Morì a Cerchio, all’età di 79 anni, il 5 Dicembre 1913.
- “[…]”L’11 febbario 1861 il re Francesco II di Borbone, per risparmiare ulteriore sangue, dà mandato al Governatore della piazzaforte di negoziare la resa di Gaeta. Un manipolo di ufficiali borbonici, composto dal Generale Antonelli, dal Brigadiere Pasca e dal Tenente colonnello Delli Franci, si reca a Mola di Gaeta via mare per trattare la resa e vi resta per due giorni. Nel frattempo, il Generale Enrico Cialdini fa continuare il bombardamento di Gaeta giustificandosi che, pur contento di iniziare le trattative di resa, non può accogliere una richiesta di tregua essendo sua abitudine continuare le ostilità finchè non viene firmata la capitolazione. E tale ingiustificato accanimento contro le difese della piazzaforte sortisce ulteriori distruzioni di una città allo stremo e causa inutili lutti tra militari e civili assediati. Infatti alle ore 15,00 esplode la polveriera della Batteria Philipstad, e verso le ore 16,00 alcuni colpi dell’artiglieria piemontese fanno saltare in aria anche la polveriera della Batteria Transilvania. Il tiro continuo delle batterie piemontesi impedisce di prestare soccorso ai feriti e dare sepoltura ai morti. 13 Febbraio 1861 alle ore 18:15 le artiglierie di entrambi gli schieramenti smettono le ostilità entrando in vigore il cessate il fuoco a seguito della firma della capitolazionee la guarnigione fuoriesce dalla piazzaforte con l’onore delle armi. Il 14 febbraio alle ore 08,00 circa, mentre le truppe dell’esercito piemontese entrano nella piazzaforte di Gaeta e si raccolgono su Monte Orlando come previsto dagli accordi di capitolazione, il re Francesco II di Borbone e la regina Maria Sofia, seguiti da principi e ministri, dopo aver ricevuto gli ultimi onori militari dalle trupe boboniche schierate sul lungomare di Gaeta ed un caloroso saluto dalla popolazione civile sopravvissuta ai bombardamenti, si imbarcano sulla nave da guerra francese “Mouette” per recarsi in esilio a Roma, ospiti del Papa. Quando la Mouette è fuori il porto, le batterie di Gaeta esplodono 20 colpi di cannone come estremo saluto al re che parte in esilio, e da terra si sentono per l’ultima volta le grida dei soldati borbonici “viva il re!”[…]” http://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Gaeta_(1860).
- Onomastico di re Vittorio Emanuele II re d’Italia.
- Don Nicola Tuccieri, nato a Cerchio l’11 Settembre 1806 da Benedetto e da Crocefissa Di Natale di Rovere. Morì a Cerchio il 17 Febbraio 1880. Il fratello, Brizio ( Vito Cesare Brizio), nato a Cerchio il 25 Giugno 1790 fu iscritto alla vendita carbonara del comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo”. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Nacque a Cerchio il 12 Gennaio 1832 da Lorenzo e Nunziata Tuccieri.
- E’ il notaio Francesco Natale Iacobacci nato a Cerchio il 25 Dicembre 1809 da Luigi e da Rosaria Febonio. Si congiunse in matrimonio con Maria Domenica Iafolla il 24 Dicembre 1853. Fu uno dei firmatari, insieme con Geremia d’Amore Fracassi, Silvestro d’Amore, Raffaele Macchiusi, Emidio Ciofani, Pietro Costanzi ed Angelo Carusoni segretario,della deliberazione del Comune di Cerchio del 12 Gennaio 1850 dove si formulava l’abolizione dell Statuto Costituzionale del 10 febbraio 1848 ( vedi qui Geremia d’Amore Fracassi ). Fu Capitano della Guardia Nazionale nel 1861. Morì a Cerchio, all’età di 77 anni, il 5 Marzo 1887.
- Vincenzo d’Amore, nato a Cerchio il 20 Aprile 1799 da Pasquale di Giustino e da Maddalena Di Domenico. Deceduto a Cerchio il 26 Gennaio 1862.
- Francesco Saverio d’Amore, figlio di Vincenzo e di Nunziata Paneccasio, nato a Cerchio il 7 Febbraio 1831.
- Angelo Paolo d’Amore, figlio di Vincenzo e di Nunziata Paneccasio , nato a Cerchio il 24 Gennaio 1827. I tre sopramenzionati insieme all’altro congiunto, Angelo Raffaele figlio del sopracitato Vincenzo d’Amore, nato a Cerchio il 21 Agosto 1842, svolgenti tutti l’attività pirotecnica furono, lor malgrado, attori di un evento che poteva rilevarsi molto tragico. Ecco come viene descritto dallo scrittore,nonché medico e sindaco Benedetto d’Amore nella sua “ Raccolta/de’ portenti e miracoli/fatti dalla Madonna delle Grazie/la di cui sacra immagine/si venera/nella Terra di Cerchio/compilata a sua devozione/da Benedetto D’Amore “, Aquila/Tipografia Grossi/1855, p.22, 23 e 24: “ […]Nella sera de’ 23 settembre 1853 Vincenzo/d’Amore e tre figli fuochisti dell’istesso Comune/di Cerchio stavano nella solita camera ad uso di/bottega a proseguire dei lavori per tre fuochi ar-/tificali, dei quali, due da incendiarsi nella ri-/correnza della festa in onore della Santissima/vergine da celebrarsi, come sopra si è detto,/nella quarta domenica di questo mese. Tenevano/ivi in diversi sacchetti, in varii punti situati,/ circa decine 12 di polvere, e quasi tutto l’ap-/parecchio per i detti tre fuochi, buttati alla rin-/fusa in tutto lo spazio della camera. Il detto/Vincenzo, per la composizione a colore, stando/ immischiando e triturando della polvere, disgra-/ziatamente scoppiò un’atomo di fosforo, che/inavvertito si trovava di mezzo alla parte colo-/rata: immediatamente incendiossi non solo la/polvere che stava preparandosi, ma benanche,/in un baleno ec., gli oggetti preparati, come fon-/tane, granate ec., e tutt’i sacchetti di povere:/in una parola quanto materiale infiammabile/ivi esisteva. Dall’espulsione di questa materia,/il tetto della camera scomparve; gli stipiti della/finestra, come palle, vennero gittati fuori a/qualche distanza; le mura scosse, come da tre-/moto, con tutta la contrada vicina, soffrirono/in più punti; i canali e le tavole del tetto, a/pioggia cadevano nei contorni e nelle strade/vicine; (senza ledere alcuno di coloro che in/quel momento incontraronsi a passare ) e lo/scoppio atterrì gli abitanti talmente, che, nel/momento, non conoscendo quale ne fosse la/causa, attoniti rimasero e confusi. Degl’infelici/maestri, uno solo di nome Francesco, che rat-/tovavasi a lavorare vicino la porta d’ingresso,/ebbe l’agio a fuggire appena vide la priamo fiam-/ma, seco traendo, fin fuori la porta, il fratel-/lino di anni dieci che rimaneva a suo lato. I due/altri poi, il cennato Vincenzo, che era in/mezzo alla camera, ed il figlio maggiore di quei/tre, di nome Paolo, nel fondo di essa, vennero ricoverti dalle fiamme e straziati coll’espulsione/dei diversi oggetti vicini; ma perché invocarono/unanimemente l’ajuto della detta SS. Vergine,/riportarono mirabilmente delle sole scottature più/o meno profonde in tutte le mparti scoverte, come/viso, capo, collo, petto, mani e braccia, che/si tenevano denudate, essendo state preservate/le parti coverte, mercè i Cittadini, che, accor-/rendo, smorzarono le vesti divenute di fuoco./Le fiamme che, nell’esplusione scapparono per/la porta d’ingresso, raggiungendo il detto pic-/colo ragazzo, accesero a questo le vesti dal che,/non ostante l’ajuto, riportò delle profonde ed/estesi scottature. Ricondotti semivivi in casa i/due disgraziati Vincenzo e Paolo padre e figlio,/non solo si giudicarono e si temettero pericolosi/di vita, ma di storpio e sgreggio, per la pro-/fondità dele scottature, le quali nelle mani e/dita interessavano le parti tendinee e muscolari;/ma perché proseguì la fiducia verso la Santissima/Vergine, miracolosamente, furono del tutto sani,/mentre naturalmente timaner vittima dovevano/nell’atto dell’esplusione, sì per il voto avvenuto/nell’aria, come per l’eusaurimento dell’ossigeno,/parte respirabile, senza di che è impossibile fi-/sicamente vivere[…]”. Nunziata Paneccasio in realtà si chiama Maria Antonia Nunziata,nata a Cerchio il 4 Agosto 1800 è la figlia del famoso Nicola Paneccasio,nato a Cerchio il 27 Gennaio 1774 e giustiziato a L’Aquila il 4 Settembre 1808 dalle truppe francesi per aver tentato l’evasione dal forte dove era detenuto e non l’ otto settembre come è riportato erroneamente dal seguente documento: “ Certifico io sott[oscritt]o Sostituto Can-/celliere della Corte Criminale del/Secondo Abruzzo ulteriore; come/Nicola Panecasio di Cerchio nel/giorno otto Settembre dell’anno/mille ottocento, ed otto ( ?? ) morì af-/forcato nel Forte di questa Città/d’ordine di una Co[m]messione Mi-/litare per aver tentato di evadere/da esso Forte, ov’era detenuto/per causa di Brigantaggio. Aquila/li quattordici Giugno milleotto-/cento Sedeci- 1816/Berardo[…]Sott[oscritt]o Canc[ellie]re”. Al margine sinistro in verticale è riportata la seguente scrittura: “ Visto dal Presidente della Corte med.[esima]/N. Canofori”. Vi è impresso il sigillo circolare recante la seguente scrittura: “ CORTE CRIMINALE DI AQUILA” e al centro è riportato lo stemma dei Borboni. Il tutto è scritto su carta bollata da 75 centesimi più, impresso con apposito timbro, grana 12. L’anno esatto del giustiziato Nicola Paneccasio è il 4 settembre 1808 come chiaramente si evince da vari documenti conservati nell’Archivio di Stato dell’Aquila: ” Aquila 17 7[settm]bre 1808/Il Cap:[i]tano Del Beato Comandante al/Gentarmeria Ausiliaria/Al Sig:[no]r Inte:[nden]te di questa Provincia/Signore Intendente/Per la giustizia eseguita nel Reg:[i]o Forte di Aquila Sotto/il dì quatro Settembre, nelle persone di Serafino Mostacci,/Francesco di Fabio, Gabriele Petrilli, e Nicola Panecascio/Si providero tutti i generi descritti nella Annessa Nota/Che ho l’onore ricapitarvi Che debbono essere pagati/attenore delle premure del Creditore./Compiacetevi disporre per il pagamento de medesimi affinchè io/non venga ulteriormente premurato/In tale attenzione ho l’onore di riprotestarmi con tutto il Rispetto/e Considerazione/Del Beato//Nota delle spese occorse nella giustizia eseguitasi nel Reg.[i]o Forte/di Aquila sotto il dì 4. Settembre 1808., per mano del Capo=/rale di Gendarm:[eri+a Ausiliaria Sabbatto Iannella Vt=/Per due Capestri uno piccolo, ed uno grande, un Rosario per le mani,/una fune per le braccia, Sapone ed un chiodo serviti per/giustiziare Nuicola Panecascio – – d[ucati] – = = 1 = 21./Idem per giustiziare Serafino Mustacci (sic) – d[ucati] – = = 1 = 21./Idem per giustiziare Francesco di Fabbio (sic) – d[ucati] -=- = 1 = 21./Idem per giustiziare Gabriele Petrilli – d[ucati] – = = 1 = 21/Per trè Mazzi di fune serviti per legare la Forca = 0 = 72/in unum – = 5 = 56//Aquila 19 Sett.[embr]e 1808/Al Sig.[no]r Cap[ita]no del Beato Com.[mandant]e La/Gend.[armeri ]a Ausiliaria/Sig.[nor]e Capitano/Di riscontro al vostro foglio de’ 17 del cor.[rent]e,/col quale mi avete rimessa una nota di/spese effettuate p[er] La giustizia esegui=/ta nel Reg.[i]o Forte di questa Città nel dì/4 del corr.[ent]e nelle persone di Serafino,/Mostacci, Fran.[ces]co di fabio, Gabriele Pe=/trilli, e Nicola Panecascio, vi dico/che io non ho fondi per lo pagam:[en]to/delle medesime. Dovete dunque diri=/gervi all’Autorità, per ordine/della quale Si è eseguita La giusti=/zia Sudd.[ett]a. -/Vi saluto con istima//(nel retro si legge: “Aq[ui]la 17 Sett.[embr]e 1808/Il Cap[ita]no del Beato per lo pagam.[en]to di/alcune Spese occorse nella giustizia ese=/guita a 4 Sett.[embr ]e nel r.[egi]o Forte” n.d.r. ). Archivio di Stato dell’Aquila Intedenza, SI, Cat. 27, b 48191. Da una lettera conservata presso l’Archivio di Stato dell’Aquila apprendiamo : “ Celano 20 ottobre 1806/Il Governatore Caporipartimento di Celano/al Signor Intendente Generale della Provincia dell’Aquila/Signor Intendente Sono a parteciparle, che sino alla giornata di oggi vi sono da me ripresentati 35 Briganti per godere della Real Munificenza, si à questi è il celebre Felice Ruggieri alis Giovinotto di Ovindoli che si presentò jeri circa le ore 22: Nell’istesso punto ne diede avviso al Signor Generale in Avezzano, dove attualmente trovasi/Sento che vi sia Ripresentato anche il famoso Nicola Paneccasio, alias Caporale di Cerchio al comandante francese, che trovasi ad Aielli/Padre Domizio dopo una trattativa di più giorni che ha avuta con il Signor Generale in ordine di presentarsi in Ajelli, fece sentire che non voleca più ripresentarsi, adducendo vari pretesti, che non era da fidarsi della parola Francese. Io credo con fondamento che tutto sarà per prender tempo per sentirsela con suo Generale Piccioli./Ho l’onore di essee con tratta stima, e considerazione/Tomassetti Governatore”. Altre notizie riguardanti il Nostro le apprendiamo nella su menzionata “ Raccolta de’ Portenti ecc.:”[…]Si narra che nell’invasione Francese un/certo Nicola Panecaseo con due altri uomini/perduti per indole e per costumi, mentre passav ano a Ce-/lano, in una strada del tenimeto di Ajelli, per la/quale transitavano, si fecero arditi, a tradi-/mento, scaricare copra i medesimi francesi delle/archibusate dalle quali uno rimase vittima e due/feriti. Informati, che fra gli altri, il barbaro omicida era stato di Cerchio, deliberò il Consi-/glio di Guerra (convocato dal generale francese che comandava la divisione stanziata nella nostra/provincia) che a pubblico esempio, in forza di/un distaccamento, quel disgraziato paese si met-/tesse a sengue, sacco, e fuoco. A si trista cala-/mità quegli abitanti sicuri della protezione della /SS. Vergine delle Grazie, a questa pieni di fi-/ducia ricorsero, risolvendo processionalmente por-/tarla ad incontrare nell’ingresso il nemico, onde/mercè la stessa implorare ed ottenere grazia e cle-/menza; e mentre con ordini si formidabili esso/distaccamento accanitamente giungeva ( poicchè/già spiegato aveva il carattere della vendetta ap-/pena penetrato nel tenimento di Cerchio, sca-/ricando archibugiate contro coloro che vede-/vano o incontravano l’ufficiale in capo ed i/suoi subalterni, visto tal venerando Simulacro,/prodigiosamente, da feroci nemici, mansueti/divennero, ed accogliendo di buongrado le sup-/pliche di un popolo commovente, commutarono/il rigore al solo sacco su la famiglia del creduto/omicida, senzacchè la popolazione nella menoma parte ne risentisse[…]”. Vedi i miei :” Cerchio dal 1798 al 1867”, Deputazione abruzzese di Storia patria, Annata LXXXII(1992)(CIV dell’intera collezione (pubblicato con lo stesso titolo in Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 17, Anno I, 1998 ) e “ Idee politiche di Venanzio d’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti durante l’invasione francese nell’entroterra abruzzese(1806-1809)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 92, Anno XI, 2008.
- Nicasio Maria Agapito Maccallini, nato a Cerchio il 14 Agosto 1829 da Giovanni e da Giacinta Tuccieri. Artigiano ed esperto fabbricatore di luminarie festive:”[…]Per poter fare l’illuminazione di S. Gio:[vanni] e Paolo e potersi stipare per tutte le altre occorrenze si sono spesi venti lumini di latta a Nicasio Maccallini, con venti palloncini di carta colorata aggricciata, e venti campanelle di carta colorata per tenersi in rimpiazzo[…]” Amiconi F.:” I conti quotidiani della potente famgilia D’Amore Fracassi in un paese dell’entroterra abruzzese: Cerchio (Aq) (1856-1881)” dattiloscritto pronto per la stampa. Si unì in matrimonio con Maria Giuseppa Cipriani il 29 Gennaio 1854. Archivio Parrocchiale di Cerchio in ADM, Fondo D- B. 5/15.
- Libro dello Stato delle Anime della T[er]ra di Cerchio incominciato nel dì 10 del Mese di Decembre dell’anno Milleottocento due 1802”, “fuoco 78”. Archivio Parrocchiale di Cerchio ora in Archivio Diocesi dei Marsi, Avezzano.
- Continenza Isidoro, nato a Cerchio,da Vincenzo ( figlio di Gervasio) e da Colomba Corsetti, il 29 Aprile 1802. Morì a Cerchio il 19 Novembre 1884, all’età di 82 anni. Si unì in matrimonio con Maria Raffaela Fracassi di Sora ( Al fuoco 75 dello stato delle Anime del 1864 la stessa è riportata come Maria Raffaella Tronconi, nata a Sora il 18 Ottobre 1811 ). Fu inscritto come carbonaro alla “Vendita di Leo” di Cerchio. Durante la reazione filo borbonica accaduta a Cerchio l’11 e 12 ottobre 1860, fu eletto, da i filoborbonici, alla carica di Capo urbano. Fu eletto alla carica di Presidente della Congregazione di Carità del Comune di Cerchio dal 1867 al 1868. Fu Sindaco di Cerchio dal 1872 al 1876. E’ il padre della maestra elementare Maria Continenza. Suo zio Giovan Crisotomo Continenza fu sindaco del Comune di Cerchio dal 1850 al 1852. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op. cit.”. Amiconi F. : “ Gli atti deliberativi della Congregazione di Carità di Cerchio (aq) 1863-1877”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 69, Anno IX, 2006.
- E’ il sacerdote Don Isidoro Antonio Cianciusi, nato a Cerchio il 23 maggio 1813da Pasquale e Carmina Tuccieri. Il 7 Maggio 1887 era il “Reverente Cappellano” della Congregazione della Madonna della Misericordia di Cerchio. Morì a Cerchio il 12 Dicembre 1890.
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294
“ Giustizia criminale (sopra è scritto da altra mano ” Mazzo 1050 “ recante una sigla illeggibile n.d.a.)/Provincia di Aquila ( sopra è scritto da altra mano” b. 294” e al margine sinistro riporta quest’altra scrittura postuma scritta da un’altra ulteriore mano:” fl. 45 ” n.d.r. ) Circondario di Avezzano /Num.° 27 del processo/Mandamento di Pescina Comune di Cerchio/Volume 1°/Epoca del reato- In Ottobre 1860- Data del rapp(ort)o 31 Maggio 1861/Di fogli scritti n.° 61-
Imputati
N.° Cognomi – nomi Patria età Condi- Reato Esito
Zioni del
Giudizio
1° Meogrossi Francesco Cerchio Contad.[in]oDiscorsi, e fatti pub- Assunto
2° D’Amore Paolo di Vinc.[enz]o id.[em] Fochista blici provocanti di detenuto
3° Continenza Isidoro id.[em] Propriet.[ari]o rettamente gli abitan-
4° Carusone Pietrantonio id.[em] Arciprete ti del Regno d’Italia
5° Cianciusi Isidoro id.[em] Sacerdote a distruggere, o cam-
6° Pietroiusti Beniamino id.[em] Idem biar il Governo.
7° Iacobacci Francesco id.[em] Propriet.[ari]o I primi due anche
8° Tuccieri Nicola id.[em] Sacerdote di attentato, cospi- 18228
razione, che ha avuto detenuto
per oggetto di distrug-
gere, o cambiare il
Governo.
Pal. 10 Fol. 2961 fol: 247
Aquila impedito Sig.[no]r Ludovici
- Ir
Compendio/Della istruzione num:[er]o 27 de’/misfatti del 1861 a carico de=/gli assenti-/1:° Francesco Iacobacci./2:°Paolo d’Amore./3:°Isidoro Continenza./4:° Pietrantonio Carusone./5:° Isidoro Cianciusi./6:° Beniamino Pietroiusti./7:° Nicola Tuccieri./E del carcerato./8:° Francesco Meogrossi tutti di/ Cerchio./Imputati./Di discorsi, e fatti provo=/canti direttamente gli abitanti/del regno di d’Italia a distrugge=re, o cambiare il Governo./Il 2:° e 8:° anche di attentato, e co=/spirazione che ha avuto per oggetto/di distruggere, o cambiare il Go=verno./Istoria de’ fatti criminosi/Allorchè la masnada di Giacomo/Giorgi giunse ad Avezzano, Fran-
- Iv
cesco Meogrossi, il qual era latitan=/te per omicidio andò arruolarvi=/si, e quindi si diresse con essa verso/Aquila, e Sora. Paolo di Vincen=/zo d’Amore, ch’esercita il mestiere/di fochista, spesso recavasi in Avez=/zano ad invitar quelle orde perché/fossero venute in Cerchio. Entram=/bi han dimostrato poi avversione/all’attuale Governo. Nel dì pre=/cedente al loro arrivo Paolo d’Amore/e D.[on] Isidoro Continenza riposero nel/Corpo di Guardia le immagini di/Francesco 2. e Maria Sofia, ed av=/vi chi dice che il Continenza vi fos-/se stato obbligato con la forza, e /quindi dalle masse istesse confer=/mato Capo-urbano. D.[on] Pietranto=/nio Carusone Arciprete di Cerchio,/e D.[on] Nicola Tuccieri Can:[onic]o Decano/in occasione della presa di Gaeta, e del giorno natalizio del nostro Re/Vittorio Emanuele, se ricusarono/di cantare il Tedeum. Corse la/voce in Cerchio che lo stesso Caru=/sone spiegando l’Evangelo pro=/
- IIr
rombesse in espressioni contrarie/all’attuale Regime, ma niuno/vi fu presente, tranne una volta/un sol testimone nella Messa del-/la Domenica delle Palme quan=/do predicando il Carusone, doleva=/si di un ricorso fattogli, e pregava/i filiani a raccomandarne ai San=/ti l’autore.D.[on] Isidoro Cianciusi/in Febbraio ult.[im]o portossi in Pratola,/donde fece tornare i nipoti con coc=/carde rosse dicendo ch’erano venuti/i gendarmi. Diceva inoltre che ai/14 Maggio i Francesi avrebbero/rimesso al trono Francesco 2/D.[on] Beniamino Pietroiusti ha/conversato sempre col famoso/reazionario Giuseppe di Natale./Sul conto degli altri imputati/niun elemento si è raccolto, e solo/taluni testimoni han detto avere/inteso esser essi affezionati al ca=/duto governo, mentre altri han=/no assicurato il contrario in/specie sul conto di D.[on] Antonio, D.[on]/
- IIv
Giuseppe, D.[on] Pasquale, D.[on] Geremia/d’Amore[Fracassi n.d.r.], D.[on] Angelo Carusone, Li=/borio Tuccieri, e D.[on] Antonio Cimini/cap. I°/Fonti delle nozioni del reato./Il Sig:[no]r Giudice Instruttore con/uf[fici]o de’ 10 Aprile 1861 n:[umer]o 101 in=/viava all’inquisitore gli atti pri=/mordiali, con l’incarico di compi=/larne la istruzione (1)( al margine sinistro così viene riportato : “(1) Uffizio del Sig:[no]r Giudice, Instrut=/tore fol:[io] 1°/Dichiaraz:[ion]e del 2° Eletto f.[acente] da Sinda=/co fol:[io]120” n.d.r. ) Avvi una dichiarazione di An=/tonio Iafolla da cui risulta che/Francesco Meogrossi dopo aver/ucciso il suo padre Raffaele, si/arruolò alla banda di Giacomo/Giorgi con la quale si diresse verso/Aquila, e poscia in Sora, che mentr’era latitante, poco lun=/gi da Cerchio assalì tre individui/cui rubò molti oggetti. (2) ( al margine sinistro così si legge: “ (2)/Dichiarazione di Antonio Iafol=/la fol:[io] 3” n.d.r. )/Gli altri fatti di sopra narrati e=/mergono da due Uff:[iz]i, l’uno diretto/dall’Intendente al Giudice Instrut=/tore, l’altro dal Sindaco di Cerchio/al Delegato di pubblica Sicurezza/
- IIIr
in Avezzano, nonche da un altro/che il Tenente de’ Bersaglieri di=/rigeva al Maggiore. (3) (al margine sinistro si legge: “ (3)Ufizio 4 a 8.” n.d.r. ) Uditi i due derubati Vincenzo, e Fe=/lice de Vincentiis deponevano che/nel mattino de’ 26 Agosto 1860 in/tenimento di Pescina furono assa=/liti da 5 sconosciuti armati di Sti=/li, e baionette derubarono al pri=/mo cinque grani una pipa, e due/Spighe di granone, ed al secondo die=/ci carlini, una chiave, una coro=/na, ed un temperino. Non chie=/devano la punizione, ne sapeva=/no indicare alcun testimone. (4) (al margine sinistro si legge: “(4)/Dichiarazione di Vincenzo, eFe=/lice de Vincentiis fol:[io] 13.” n.d.r. )/cap. II°/Specie./Gli enunciati fatti si desumono/dalle deposizioni de test.[imoni]o al mar=/gine segnati, i quali narrano fat=/ti positivi sul conto solo di Fran=/cesco Meogrossi, Paolo d’Amore,/Isidoro Continenza, e D.[on] Isidoro/Cianciusi, mentre sul conto degli/altri non riferiscono che quanto/espressero dalla pubblica voce.(al margine sinistro si legge : “ (5)/Pasquale diSimone fol:[io] 14./Nicasio d’Amore fol:[io] 14 v/Giuseppe d’Amore fol:[io] 17./Probi fol:[i]o 21 a26./Intesi de’ fatti pubblici fol:[io] 27 a 30./Marco Ciofani fol:[io] 31./Pietro Santarelli fol[io] 32.” n.d.r. )/
- IIIv
E poiche il Sindaco di Cerchio nel/margine del citato uffizio in-/dicava come sospetti moventi i/fratelli D.[on] Giuseppe, D.[on] Pasquale e/D.[on] Geremia d’Amore Fracassi, D.[on]/Antonio d’Amore , D.[on] Angelo Ca=/rusone, Liborio Tuccieri, e D.[on] An=/tonio Cimini, così versatosi l’in=/quisitore anche sul conto di costo=/ro ha rilevato invece che imede=/simi siano stati piuttosto devoti/all’attuale Regime(5)./Quattro persone probe e devote/all’attuale Governo concordemen=/te depongono,che Francesco Meogros=/si e Paolo d’Amore siano avversi/al medesimo; che D.[on] Isidoro Conti=/nenza, D.[on] Pietrantonio Carusone, D.[on] Isidoro Cianciusi, D.[on] Beniamino/Pietroiusti, D.[on] Francesco Iacobacci,/e D.[on] Nicola Tuccieri, indifferenti,/e gli altri devoti( 6) (al margine sinistro si legge: “(6) Probi fol:[io] 36 a 39” n.d.r. )/Si son riuniti in processo i documenti/di rito. (7) ( al margine sinistro si legge: “(7) Docum[en]to di rito fol:[io] 40 a 59.” n.d.r. )/Pescina 30 Maggio 1861./Il r=[egio] Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni can[celliere] /
- IVr
Fogli del processo. Indice degli atti
1……….. Uffizio del Giudice Instruttore al Giudice.
2……… Uffizio del Giudice al Giudice Instruttore.
3…….. Dichiarazione di Antonio Iafolla.
4……… Uffizio dell’Intendente del Distretto al Giudice Istrutt:[ore]
- e 6……… Rapporto del Sindaco di Cerchio al Delegato di Polizia
- e 8………. Rapp:[orto] del Comand.[ant]e del Distaccam:[en]to de’ Bersaglieri
- 10….. Certificati del Sindaco
- 19…. Certificati del cancelliere
- 20 35….. Citazioni.
13………. Dichiarazione di Vincenzo de Vincentiis.
13v………. …………………. di Felice de Vincentiis.
14……… ………………… di Pasquale di Simone.
14v. 15……. ………………… di Nicasio Maccallini.
15v………. …………………. di Francesco d’Amore.
16……… Ordinanze per accesso.
17……. Dichiarazione di Giuseppe d’Amore
17v….. ……………….. di D.[on] Pietro Costanzo per D.[on] Rev. D’Amore
18……… Uffizio del Giudice al Sindaco
21……… Dichiarazione di Orante Ciofani.
22…….. ………………….. di Antonio Cipriani.
22v. 23….. …………………. di D.[on] Paolo d’Amore.
- 24……… …………………..di Nicasio Maccallini.
24………… …………………..di Francesco Meogrossi.
24v…….. …………………..di Giacomo Antidormi.
25……… ……………….… di D.[on] Achille d’Amore.
25 v. 26……… …………………. di Giovanni Maccallini.
26v……….. ………………….di Giovanni Picilli.
27………. …………………di Fabiano di Domenico
- IVv
27v. 28……… Dichiarazione di Antonio Cipriani.
28……. ………………….. di Gaetano Panaro.
29……….. ………………….. del Sig.[no]r Ludovico d’Amore.
30……… …………………. di Pasquale Macerola.
31……….. …………………. di Marco Ciofani.
32………… …………………. di Pietro Santarelli.
34……….. Uffizio del Giudice al Conciliatore di Cerchio.
33…….. Uffizio del Conciliatore al Giudice.
36……… Dichiarazione di Giuliano Continenza.
36v. 37…….. …………………… di Domenicantonio Iannicca.
37v. 38……….. ………………….. di Lorenzo Ciofani.
38v 39……… …………………… di Emidio Ciofani.
- e 41………. Fede di perquisizione.
- a 59– Documenti di rito.
- 61 — Specifica, e mandati.
Pescina 30. Maggio 1861
Il R.[egi]o Giudice
F.[elice] Faraone
F.[rancesco] Petroni Canc[elliere]
f.1r
Giudicato d’Istruzione Avezzano li 10 Aprile 1861
109
Tassato
Iudere
Signore/Le rimetto un’ incartamento relativo a D.[on] Pietrantonio/Carusone ed altri di cotesto Circondario, perché voglia/compilare l’analoga istruzione. Lo stesso di cartescritte num. 21/Mi assicurerà della provenienza/Il Giudice Istruttore/V Canalera/(al margine sinistro si legge: “ Pervenuto a’ 16 Aprile 1861/in f.f.[fogli] 21, de’ quali soli/dieci sono stati riuniti in/questo Volume, ed altri/undici han formato altro/volume separato, essendo/relativi allo arresto Di Pa-/squale Croce di Pescina,/Pasquale, e Cesidio Tuccieri/di Cerchio./Il R[egi]o Giudice/F:([elice] Faraone/Al Signore/Il Sig[nor] Giudice del Circondario di/Pescina
- 1v
Giudicato Regio- Pescina 7 Gennaio 1861 ( è scritto sopra : “ N. 49” n.d.r. )/Reg.° III°/N° 4/ Signore/In continuazione di precedente cor-/rispondenza mi fo un dovere/inviarle l’annessa denuncia/per riunirsi allo incartamen-/to su la reazione avvenuta/in Cerchio, tornadovi arrestato/il Meogrossi per altro misfatto/Il R[egi]o Giudice/F[elice] Faraone/Al Signor/Sig[no]r Giudice Instruttore del/Distretto di/Avezzano
- 2r
L’anno mille ottocento sessantuno il giorno sette( sopra è scritto : “N. 3” n.d.r. )/Gennaio in Pescina./Innanzi a noi Felice Faraone R[egi]o Giudice del/Circondario di Pescina, assistiti dal Cancelliere/Si.[no]r Petrono, è comparso./1. Antonio Iafolla del fu Raffaele di anni 26./contadino dom.[icilia]to in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, ha dichiarato./Che Francesco Meogrossi di Giuseppe suo paesa-/no dopo commesso il barbaro omicidio in per-/sona di Raffaele Iafolla padre del dichiaran-/te, recossi in Avezzano, e si arruolò alla/banda di Giorgi, con la quale si diresse/verso Aquila, e poscia in Sora. Mentr’era/latitante, poco lungi da Cerchio aggredì/Raffaele Santarelli di Secinaro proveniente/da Roma, cui rubò molti oggetti, come/anche a Luigi, e Vincenzo di Vincenzo di/S. Benedetto./Denuncia tuttociò alla giustizia, perché/possa procedere contro di lui, ed indica/per testimoni Giuseppe d’Angelo d’Amore./
- 2v
Pasquale di Simone, Francesco del fu France-/sco d’Amore di Cerchio./Lettura data, vi ha persistito, ed ha detto esser/illett.[erat]o/Il R[egi]o Giudice/F[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
- 3r
Avezzano 21 Maggio 1861( sopra è scritto: “ N. 4” n.d.r. )/N° 1826 Signore/Essendomi occorso di richiedere al Giudi=ce Regio di Pescina notizie sulla con=/dotta di Isidoro Continenza di Cerchio, ove/ha risposto nei sequenti termini:/” Signore Riscontrando il riverito suo foglio/segnato in margine, con cui Ella chiede/risapere scrupolosamente la condotta/morale, e politica di D.[on] Isidoro Continenza/lo stesso, posso dirle, ha lodevolmente/serbata la prima, sua riprovevolissima/è la seconda perché nella reazione con-/sumata in Cerchio, fù uno dei Capi/moventi e nella sera degli 11 ottobre 1860,/in cui detta reazione fu lui clamoroso/fù visto uscir di casa con la turba sediziosa/portando processionalmente i quadri/con le immagini di Francesco 2°, e/Maria Sofia, di sua proprietà, ed andare/vestevole al Corpo di Guardia a metterle/in venerazione fuori la porta con le grida/di gioia, e di evviva Francesco 2°, ed/a riprendere il possesso delle armi del (al margine sinistro si legge : “ Al Sig[no]r Giudice Istruttore/Avezzano)
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del Corpo di Guardia come Capo Urbano/Si ha pure, che venuti in Cerchio i/Borbonici egli avanti al capo di questa/masnada( che si annunciava facoltato/dall’ex Re a dispensar gl’impieghi) di /sputava la detta carica di Capo Urbano/con D.[on] Francesco Iacobacci che pur vi/agognava per suoi pretesi requisiti”./Glie lo comunico per l’uso di giustizia/L’Intendente/ G Giuno(?)
- 4r
Cerchio 25 Marzo 1861 N. 1 ( è stato corretto con n. 5, n.d.r. )/Riservata/N° 1/Signore/Prevenuto da codesto Sig.[no]r Intendente di do-(al margine sinistro si legge “ – Moventi/D.[on] Pietrantonio Carusoni/D.[on] Isidoro Sacerdote Cianciusi/D.[on] Beniamino Sacerdote Pietroiusti/D.[on]Francesco Iacobacci Capitano della G.[uardia] N.[azionale]/Sig.[no]r Isidoro Continenza ex Capo Urbano/Paolo di Vincenzo d’Amore/-Sospetti moventi-/I Fratelli D.[on] Giuseppe, D.[on] Pasquale e D.[on] Ge-/remia d’Amore Fracassi-/D.[on] Antonio d’Amore-/D.[on] Angelo Carusoni/D.[on] Nicola Tuccieri Sacerdote/Liborio Tuccieri Cancelliere Comu-/nale-/D.[on] Antonio Tuccieri Cimini-/” n.d.r. )/vermi corrispondere con lei circa lo Spirito/pubblico, raccomandato col periodico N° 24/dello scorso anno 1860, e con circolare del/Sig.[no]r Governatore della Provincia de’ 3 Feb-/brajo corrente N.° 331, in adempiendo-/vi, ho il piacere, per la prima volta, rap=/portarle./1° Che entrato io Sindaco in questo Co-/mune, dal mio Antecessore mi fu comunica-/to, che i moventi ed i sospetti delle Antece-/denti reazioni, operate in questo Paese, era-/no i notati al Margine, e che lo Spirito/reazionario, che invadeva il Paese istesso,/per opera dei med.[esim]i notati al margine,/si era alquanto sopito, per la ragione( al margine sinistro si legge “ Al Sig.[nor]e/Sig.[no]r delegato della Polizia nel Circond.[ari]o/di/Avezzano “ n.d.r. )/che tutt’i compromessi temevano le con-/
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conseguenze dell’istruzione co[n]fidate col Giu-/dice Istruttore del Circondario(Distretto), e/che infatti dal mese di Gennaro ultimo(è stato cancellato n.d.r. )/fino ai 16 di Febbrajo ultimo in tal mo=/do l’ho sempre guardato, ma di poi, fat-/ti Sicuri i Capi moventi, che la soverchia/bontà, raccomandata, dell’Ispettore, e de=/ferenza de’ testimonj spostavano forse l’im=/ponimento delle loro azioni di tentato e/consumato rovescio di Governo, così alcuni/di essi Capi rimpleuditi, han ricominciate/le solite pratiche subdole, perlocche si/sono notati i seguenti fatti/L’Arciprete D.[on] Pietrantonio Carusoni disprezza ed in-/sulta i liberali con qualche minaccia. Egli nel Sen-/tir dopo la presa di Gaeta che ( è scritto sopra n.d.r. ) questo Municipio vole-/va solennizzare la festa, invitando il Clero pel/Canto dell’Inno Ambrosiano, si assentò dal Paese,/manovrando a non farlo cantare, come avven-/ne. Nella ricorenza del giorno nomastico del/Re d’Italia di nuovo si tenne lontano, anche/per non cantarlo, ed al di lui esempio pra-/ticò lo stesso il Canonico decano D.[on] Nicola/Tuccieri. Nel dì 24 stante il med:[esim]o Arci-/prete(nella messa della benedizione delle pal-/me) ebbe al solito la sfacciataggine di predicare/
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all’altare contro i liberali, e sdegnoso narra-/va al pubblico, che il Paese si era messo in cat-/tivo aspetto, e per cui esortando a non te-/mere, raccomandava inpregare per gli/snaturati liberali verso S. Cesidio, S. Andrea,/S. Rocco, ecc. parole, a buoni conti, da ec-/citare disordine e cose di peggio./Nel giorno 16 med.[esim]o corrente mese alle ore 21/in una pubblica strada, Francesco Bian-/chini Soldato Sbandato, mentre passava/la Moglie del 2° Eletto gridava più vol-/te Viva Franc.[esc]o 2°, e sempre Viva; no-/tandosi che in quel tempo era in que-/sto Paese il Giudice Istruttore ad istruire /i fatti d[e]lla reazione antecedente./Tutt’i Soldati Sbandati delle leve del 1857 al 60 nel n.[umer]o di otto si sono negati partire pel deposito./Il Capitano della G.[uardia] Nazionale continua a/mantenere inattiva la medesima, e a ri=/luttare nelle circostanze d’iivitti, tanto che/richiesto regolarmente a prender parte della/festa fatta da questo Municipio nei giorni/16 e 17 Febbrajo per la presa di Gaeta, si ten-/ne come al solito indifferente. Egli, dei 6 fu-/cili di dotaz.[ion]e attuale della Guardia, che ha di-/
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stribuiti cinque a Suoi amici, che se ne/servono per cacciare, raggirandosi la caccia/verso i piccioni particolari delle colombaje,/e si dice che uno di essi fucili sia stato rubato./Nella med.[esi]ma suaccennata festa de 16 e 17 Febbra-/jo Vinc.[enz]o e Francesco Padre e figlio d’Amore/si negarono sparare i mortali nella sera/de’ 12, a loro commessi coll’accettaz.[ion]e sparar-/li, e Paolo d’Amore altro figlio di d.[ett]o Vinc.[enz]o dissua-/deva Nicasio Maccallini a non eseguire l’il-/luminaz.[ion]e in tale circostanza./Del resto debbo informarla, che generalmente/la popolaz.[ion]e è docile, e se non fossero i de-/trattori ogniuno, se non divoto(perche de-/ve rispettarsi l’opinione) al regime attuale, sa-/rebbe almeno indifferente come la mag-/gior parte si osserva./L’ho dovuto informare di cose oltre il perio-/do prescritto, perché trattandosi della prima/informaz.[ion]e di questo Paese, possa conoscerne/il vero Spirito e chi lo agita./Il Sindaco Benedetto d’Amore
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Bersaglieri Avezzano li 7 Aprile 1861
Oggetto
Rapporto degli arresti Fatti in/Pescina ed in Cerchio/Al Signor Maggiore Comand.[ant]e/la colonna Mobile della Marsica/Ieri mattina, in seguito ad ordine/di V.[ostra] S.[ignoria] mi recai in Pescina, ove giunsi/alle ore 7 ¼ Ant.[imeridian]e Gl’individui che/doveva colà arrestare, lasciarono/il paese e presero la via dei Monti/appena che si accorsero che la truppa era diretta a Pescina. Verso le ore/11 pom.[eridiane] il Sindaco seppe positivamente /che una parte dei Fuggiaschi/stavano in Venere, piccolo villaggio/distante un ora da Pescina./Si combina dinviare tre pattuglie/per differenti vie, affinchè an=/dassero ad arrestarli. Siccome/questa gente ha molta influenza/sul basso popolo, quindi molte/spie, così quando le pattuglie/giunsero in Venere loro erano/partiti da pochi minuti. Furono/inseguiti battendo la medesima/loro strada, ma inutilmente./Le pattuglie nel far ritorno passarono/per S. Stefano, ove speravano di/trovare qualcuno. S’incontrarono/in uno che appena visto delle/pattuglie tentò di Fuggire. Fu preso/e mentre che due Bersaglieri/l’accompagnavano, offrì loro/un piastra(26), affinchè Fosse lasciato/
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in libertà. Siccome dal paese non/ho potuto avere positive informazio-/ni sul suo conto, sebbene su voce/generale che appartiene ai così/detti Caffoni, ho pensato di condurli/qui, tanto più che il suo procedere/da a credere che tema d’essere/scoperto. Costui si domanda/Pasquale Croce./Ieri sera verso le ore 10 an.[ti meridiane] ho/Fatto arrestare il Sacerdote Don/Clementino Mostacci, il quale/Fu trovato in una osteria assai/preso del vino ed in comp=[agni]a di/persone non troppo oneste./Questa mane alle 2 ½
pom.[eridiane] partj/per Cerchio per arrestare il Parroco/di d.[ett]o Paese. Ho Fatto circondare/la casa d’alcuni bersaglieri,/perché mi è stato detto che ha/un uscita segreta, affinchè non/mi Fuggisse. Ciò Fatto feci/battere più volte alla porta, e/siccome nessuna dava segno di/vita, ordinai ad un bersagliere/di entrare nella casa da una Finestra/che apri forzatamente con colpi/di Carabina./
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In questo Fra tempo aprirono la/porta, Domandai del Parroco mi/risposero: che stava assente dal Paese/dalla sera prima. Domandai dove/era andato dissero: di non sapere/Insistei moltissimo verso queste/persone ( tanto più perché parenti/del Parroco ) prima colle buone/e finalmente colle più aspre/minaccie. Ma non riuscj a sapere/dove era il Parroco. Si sentirono/due fischi; i quali destarono/l’attenzione dei Bersaglieri che/stavano rivolti alla casa. Videro/il Prete Fuggire in comp=[agni]a dei/due cugini Pasquale Docero ( sicuramente il cognome è Tucceri n.d.r. ),/e Cisedio ( Cesidio n.d.r. ) Docero ( sicuramente il cognome è Tucceri n.d.r.), ed un terzo/Lo Feci inseguire dai Bersaglieri/ai quali ordinai di Fargli fuoco/addosso se non si s’arrendeva/all’intimazione d’arresto/Non volendo assolutamente/Fermarsi, gli spararono alcuni/colpi contro, ma ciò non valse/per deciderlo ad arrendersi, perché/gettato via il mantello continuò/a fuggire in Comp.[agni]a dei tre/che aveva assieme, il quale pure/
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gettò il Mantello. Non avvenne/però così (è scritto sopra n.d.r. )dei d[u]e già nominati cugini/i quali appena sentirono/Far fuoco, si fermarono, e furo/no arrestati e pure qui condotti./Ciò e quanto ho l’onore di/potergli dire sugli arresti/dei 4 individui che ho qui/condotto./P.[rim]o Tenente/( firma illeggibile n.d.r. )
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Provincia di Aquila ( al margine destro vi è la seguente scritta ” N. 9 ” n.d.r. )/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il Sindaco del detto Comune Certifica che Fiore Panecasio di Isido-/ro di questo stesso Comune sia di Ottima Condotta politica e Mo-/rale, e che appartenga alla lista della Guardia Nazionale di questo/Comune./In Fede di che Si rilascia il presente a richiesta del detto Isidoro/Panecasio da servire ad uso Amministrativo./Cerchio 9 Aprile 1861./Il Sindaco/Benedetto d’Amore ( a sinistra vi è posto il nuovo sigillo comunale a forma ellittica recante la seguente scritta: “ VITTORIO EMANUELE RE D’ITALIA” con al centro riprodotto lo stemma sabaudo e sotto recante la scritta: “COMUNE DI CERCHIO” n.d.r. )
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Provincia di Aquila ( al margine destro vi è la seguente scritta “N. 10” n.d.r. )/Circondario di Aquila Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il Sindaco del detto Comune Certifica che Giovan Paolo d’Amore/di Pasquale di questo Stesso Comune Sia di Ottima Condotta poli-/tica e Morale./In Fede del vero se ne rilascia il presente a richiesta del detto Pa-/squale d’Amore, da servire per solo uso Amministrativo./Cerchio 9 Aprile 1861/Il Sindaco/Benedetto d’Amore ( a sinistra vi è impresso il sunnominato nuovo sigillo comunale n.d.r. )
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Provincia di Aquila( al margine destro vi è la seguente scritta “N. 10” n.d.r. )/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/ Il Sindaco del detto Comune Certifica che Giovan Paolo d’Amore/di Pasquale di questo stesso Comune sia di ottima condotta poli-/tica e Mirale./In fede de ne rilascia il presente a richiesta del detto Pa-/squale d’Amore da servire per solo uso Amministrativo./Cerchio 9 Aprile 1861/Il Sindaco/Benedetto d’Amore ( al margine sinistro vi è impressol il nuovo sigillo comunale sopra descritto n.d.r. )
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Si nota da me sottoscritto Cancel-/liere, che Francesco Bianchini/soldato sbandato borbonico, del/quale è menzione nell’ufizio del/Sindaco di Cerchio fol.[io] 6 di/questo volume fu tradotto in/giudizio come imputato di di-/scorso pubblico tendente a spar-/gere il malcontento contro il/Governo, giusta il delitto n. 20/di questo anno, ed una sentenza/de’ 12 andante fu condannato/a due mesi di prigionia, e/spese. A’ 15 detto produsse/appello, ed è tuttavia pendente/Pescina 18 Aprile 1861/F. Petroni Can[celliere] ( al margine sinistro si legge : “ Visto/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone” n.d.r. )
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Vittorio Emmanuele II ( al margine desto si legge : “ N. 12 ” n.d.r. )/Per la grazia di Dio, e per volontà della Nazione/Re d’Italia./Noi Felice Faraone R[egi]o Giudice del Mandamento di Pescina/Comand.[iam]o, ed ord[iniam]o al nostro Usciere Sig.[no]r (sic) di citare/ ed assegnare i sottonotat’individui a comparire in questo/R.[egi]o Giudicato per la mattina de’ 26 and.[ant]e alle ore 13 in con-/tinuazione ond’essere intesi in affari penali, mancan=/dovi saranno astretti come per Legge./Pescina 18 aprile 1861/
Da citarsi. Il R.[egi]o Giudice
1° Giuseppe d’Angelo d’AmoreF.[elice] Faraone
2° Pasquale di Simone. Cerchio Il Cancelliere
3° Francesco di Francesco d’Amore F.[rancesco] Petroni
4° Luigi di Vincenzo
5° Vincenzo di Vincenzo di S. Benedetto.
6° D.[on] Benedetto d’Amore
7° Nicasio d’Amore. di Cerchio
L’anno 1800 sessantuno il giorno ventisei Aprile/Io Sottoscritto usciere presso il Regio Giudicato di Pescina/ove domicilio/Ho intimato, e dato copie della presente Ordinanza a tutti gl’indi=/vidui inessa indicati domiciliati in Cerchio, e ho ben detto/col rilascio delle copie, e quelle di questo atto in casa rispetti-/vi domicili, dandoli nelle mani di persone loro familiari/L’importo è/
Per n.[umer]o 7 intimazioni ______42
Viaggio In Cerchio, e poscia in
Sanbenedetto_______________60
Totale ____
1.02
Pietro Palladino
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L’anno mille ottocento sessantuno, il giorno ven-( sopra è cosi riportato : “ N. 13” n.d.r. )/tisei Aprile, in Pescina/Innanzi a noi Felice Faraone Regio Giudi-/ce del Circondario di Pescina, assistiti dal/Cancelliere Sig.[no]r Petroni, dietro citazione, son/comparsi i sottonotati testimoni, i quali/sono stati separatamente esaminati l’un/dopo l’altro nel seguente modo./2. Vincenzo de Vincentis figlio di Felice, di anni/21 prop.[ri]o dom.[icili]o in S. Bendetto./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Che nel mattino de’ ventisei Agosto ultimo/recandosi alla fiera di Celano con suo pa-/dre Felice de Vincentiis, e passando per la/contrada detta Fiume della Fara , tenimento/ di Pescina, furono assaliti da cinque sco-/nosciuti armati di stili, e Baionette,/e rubarono al dichiarante cinque grani,/la pipa, e due spighe di granone, ed al/padre dieci carlini, una corona, una/
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chiave, un temperino. Ignora se tra i/ladri vi fosse Francesco Meogrossi di Cerchio/che non conosce affatto. Non dimanda la punizione/Lettura data, vi ha persistito, e si è sotto=/scritto. Il R.[eg[i]o Giudice/F.[elice] Faraone/Io vencenzo de/vincentis F.[rancesco] Petroni/
- Felice de Vincentis del fu Luigi, di anni/47 contad.[in]o prop.[ri]o dom.[icilia]to in S. Benedetto/Dietro gli avvertimenti di rito, le assicu=/razioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Uniformemente al precedente, della cui/dichiarazione gli si è data lettura, e/l’ha confirmata. Non chiede la punizione/.Lettura data, vi ha persistito, e si è sottoscritto.
Felice devincenzo lL R[egi]o giudice
F.[elice] Faraone
F.[rancesco] Petroni Canc[elliere]
f.11v
A’ ventotto Aprile 1861. ( sopra a destra di legge: “ N. 14” n.d.r. )/4. Pasquale de Simone del fu Giambattista, di anni 52 contad.[in]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Che Francesco Meogrossi dopo commesso/l’omicidio in persona di Raffaele Iafolla,/si rese latitante, e si disse pubblicamen-/te; che si sono aggregato alla masnada/di Giorgi, ma egli non lo ha visto./Sentì pure, che si fosse con essa diretta al-/la volta di Aquila, e di Sora. Nulla/conosce del furto commesso dal Meogrossi/in pubblica strada./Ed altre domande ha deposto./Che tutte le persone da noi indicategli/han serbato regolare condotta nelle pas-/sate emergenze politiche, senz’aver pre-/so parte ad alcun movimento, e son/ vissuti tranquilli, e ritirati nelle proprie/
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case. Pria di giugnere le masse fu tolta/l’arma di casa Savoia, e la immagine/di Vittorio Emmanuele da un tal Ascen/zo d’Amore, ma a sol’oggetto di non/far rovinare il paese. Furono essi presi/conservati, equindi, ripristinato l’ordine, rimessi al loro posto./Lettura data, vi ha persistito, ed ha detto/esser lllet.[erat]o Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can.[celliere]
A’ tredici di maggio 1861. In Cerchio./5. Nicasio d’Amore Maccallini di Giovanni/di anni 30. Calzolaio dom.[icilia]to in Cerchio/Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Che in occasione della festa civile, che/in questo Comune si celebrava per dì/natalizio del nostro Re Vittorio Emma-/
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nuele, Paolo di Vincenzo d’Amore cercò dis-( sopra è scritto “ N. 15” n.d.r. )/suadere il dichiarante ad eseguire la illumi=/nazione, dicendo- Chi te lo fa fare? Io/e mio padre non abbiamo voluto far lo spa-/ro./Ad altre domande ha risposto./Che il dì otto, o nove andante D.[on] Isidoro Cian-/ciusi nella casa di D.[on] Angelo Carusone si/espresse così in presenza di Ludovico d’Amo-/re- Ai quattordici tutto sarà finito, e/vi sarà una pace generale./Che in Febbraio ultimo sentì dire senza/rammentare da chi, che si era sparsa/la notizia di esser giunti in Popoli cin-/quanta gendarmi, ma ignora se ne fosse/stato autore D.[on] Isidoro Cianciusi/Lettura data, vi ha persistito, e si è sotto-/scritto
Nicasio Maccallini Il R.[egi]o Giudice
F.[elice] Faraone
F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
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Francesco d’Amore figlio postumo di Francesco/di anni 30- conta.[din]o dom.[iciliat]o in Cerchio/Dietro gli avvertimenti di rito, le assi-/curazioni di non aver rapporti con le/parti, e le analoghe domande ha deposto/Che con pubblica la voce in Cerchio,/allorchè Francesco Meogrossi latitava/per omicidio commesso, che si fosse arruo-/lato alle masse di Giorgi, e con esse ar-/mato si fosse portato in vari paesi./altro non conosco-/Lettura data, vi ha persistito, e ha detto/esser illtt.[erato] Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
f.13v
Vittorio Emanuele II. ( al lato destro si legge :” N. 16” n.d.r. )/Per grazia di Dio, e per volontà della Nazione/Re d’Italia/Noi Felice Faraone Regio Giudice del Circon-/dario di Pescina-/Attesochè pel migliore, e più sollecito anda-/mento della presente istruzione è necessario/che i testimoni siano intesi sopra- luogo,/e che quivi sieno attinte altre notizie per/lo sviluppo della medesima./Ordiniamo-/Il nostro accesso nel Comune di Cerchio,/domani alle ore 12-/Pescina 9. Maggio 1861-/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
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L’anno mille ottocento sessantuno il giorno ( sopra è scritto : “ N. 17” n.d.r. )/dieci Maggio in Cerchio./Innanzi a noi Felice Faraone Regio Giudice/del Circondario di Pescina assistiti dal Cancell.[ie]re/Sig.[no]r Petroni, dietro chiamata, son comparsi/gli altri seguenti testimoni./7 Giuseppe d’Amore di Angelo di anni 27=/prop.[ri]o dom.[icili]o in Cerchio-/Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura zio-/ni di non aver rapporti con le parti, e le/analoghe domande ha deposto/Ch’egli non conosce se Francesco Meogrossi/si arruolasse alle orde di Giorgi quando era/latitante per omicidio, e né tampoco se com-/mettesse furti nella pubblica strada. Solo/ha inteso dire pubblicamente, che il Meogrossi/si fosse aggregato a quelle masse, e diretto/a Sora, ed alla volta di Aquila./Lettura data, vi ha persistito, e si è asserito illitt.[erat]o/Il R.[egi]o Giudice/F[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
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8.D.[on] Pietro Costanzo del fu Marino, di anni/63. 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco per l’assen-/za del medesimo./Dietro l’avvertimento di rito, datogli/lettura del rapporto del Sindaco fol.[io]/e richiesto ad indicare gli opportuni/testimoni, ha risposto-/Che altri di quelli dati in nota in mar-/gine dell’uffizio fol.[io] 5, 6. Indica gli/altri seguenti. Marco Ciofani- Pie-/tro Santarelli – Achille d’Amore- Ludo-/vico d’Amore di Cerchio./Lettura data, si ha persistito, e si è sotto-/scritto-/
Pietro Costanzi Il R.[egi]o Giudice
F.[elice] Faraone
F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
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Cerchio 12 Maggio 1861
Mandamento di Pescina
Reg.[i]o
Signore/Le rinnovo le premure per le/fedi di nascita, possidenza, ed/indigenza, e filiazioni di/Francesco Meogrossi, Isidoro/Continenza, D.[on] Pietrantonio/Carusone, D.[on] Isidoro Cianciu-/si. D.[on] Beniamino Pietroiusti/D.[on] Francesco Iacobacci, Paolo/di Vincenzo d’Amore, D.[on] Nic-/cola Tuccieri- In Margine/poi del p[rese]nte m’indicherà/su persone probe, ed indifferen-/ti co’ suddetti individui/Al Signor/Sig[no]r Sindaco di/Cerchio ( al margine sinistro è così riportato: “ probi/Sig.[no]r Achille d’Amore/D.[on] Paolo d’Amore fu Giuseppe +/D.[on] Luigi Macchiusi +/Sig.[no]r Antonio Cipriani fu Giovanni +/Sig.[no]r Orante Ciofani fu Alesandro+/Sig.[no]r Nicasio Maccallini +/Intesi di pubblici fatti/Sig.[no]r Ludovico d’Amore +/Sig.[no]r Giovanni Maccallini +/Sig.[no]r Pasquale Macerola/Sig.[no]r Fabiano di Domenico +/Sig.[no]r Gaetano Panaro + (28)/Sig.[no]r Antonio Cipriani fu Giuseppe +/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi/” e vi è anche impresso anche il sigillo comunale n.d.r. )
f.15v
ed altri che intesi di fatti,/pubblici-/Il R.[egi]o Giudice/F[elice] Faraone
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Si nota da me sottoscritto (sopra è così riportato :“ N. 19” n.d.r. )/Cancelliere, che trovandosi/assente il Sindaco di questo/Comune, il Sig.[no]r Giudice si/è diretto al 2° Eletto d.[on]/Pietro Costanzo per le op-/portune informazioni-/Cerchio 10. Maggio 1861/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]/Visto/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone
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Vittorio Emmanuele 2° (sopra è così riportato : “ N. 20” n.d.r. )/Per grazia di Dio, e per volontà della Nazione/Re d’Italia/Noi Felice Faraone R.[egi]o Giudice del Cir-/condario di Pescina/Comandiamo, ed ordiniamo al nostro Uscie-/re Sig.[no]r Palladino di citare, ed assegnare/i sottonotati individui a comparire in/questa Casa Comunale subito dopo la/notifica della presente, per essere intesi/in affari penali; prevenendoli, che/mancando, vi saranno astretti, come per/Legge./Cerchio dieci Maggio 1861. Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere] (al margine sinistro si legge: “ Da citarsi/1° D.[on] Achille d’Amore +/2° D.[on] Paolo d’Amore +/3° D.[on] Luigi Macchiusi +/4° Antonio Cipriani +/5° Orante Ciofani +/6° Nicasio Maccallini +/7° Ludovico d’Amore +/8° Giovanni Maccallini +/
- 17r
9° Pasquale Macerola +/10° Fabiano di Domenico +/11° Gaetano Panaro +/12° Antonio Cipriani +/13°Francesco Meogrossi +/14° Giacomo Antidormi +/15. Antonio Pecilli +/16° Marco Ciofani +/17° Pietro Santarelli +/tutti di Cerchio/L’anno 1800sessantuno il giorno dieci Maggio./Io Sottoscritto usciere presso il Regio Giudicato di Pescina, ove domi=/cilio-/Ho intimato e dato copia della presente ordinanza a tutti gl’indi-/vidui in essa Segnati domiciliati in Cerchio, col rilascio delle/copie, e quelle di questo atto ne’ loro rispettivi domicili nelle/mani di essi medesimi./
L’importo è
Per n.° 17 intimazioni 1.02
Viaggio “40
______
Totale d(ucati) 1..42
Pietro Palladino usciere
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A’ 10 Maggio 1861. In Cerchio N. 21
Probi
- Orante Ciofani del fu Alessandro, di anni/20. Ferraio dom[icilia]to in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura zio-/ni di non aver rapporti con le parti, e le/analoghe domande ha deposto./Che Francesco Meogrossi dopo commesso l’o-/micidio in persona di Raffaele Iafolla si/rese latitante, e si disse aver fatto parte/delle orde di Giorgi. Quindi la sua condot-/ta è riprovevole/Che D.[on] Isidoro Continenza ha serbato sempre/lodevole condotta morale, e politica, ed al-/lorquando venne qui la masnada di Gior-/gi fu obbligato con la violenza a riporta-/re nel corpo di guardia le immagini di/Francesco 2°, e Maria Sofia, ma egli pian-/geva, e non appena potè cogliere il de-/stro, si allontanò./Che in quanto a D.[on] Pietrantonio Carusone,/D.[on] Isidoro Cianciusi, D.[on] Beniamino/Pietroiusti, D.[on] Francesco Iacobacci, Pao(sic)/
- 18r
di Vincenzo d’Amore, D.[on] Nicola Tuccieri,/D.[on] Giuseppe, D.[on] Pasquale, D.[on] Geremiad’Amo-/re[Fracassi], D.[on] Antonio d’Amore, D.[on] Angelo Carusone,/Liborio Tuccieri, e D.[on] Antonio Tuccieri Ci-/mini, può assicurare esser inpunnibile/la condotta morale, e politica, non avere/mai manifestato sentimenti avversi all’at-/tuale Governo; anzi nella venuta della/masnada di Giorgi D.[on] Antonio d’Amore/fu requisito di mille ducati, ed un caval-/lo, ed i fratelli D.[on] Pasquale, D.[on] Giuseppe/ e D.[on] Geremia d’Amore[Fracassi] furon’obbligati a/pagare dugento ducati, e consegnare du/gento salme di grano, ma s’ignora se adem/pissero a tutto./Lettura data, si ha persistito, e si è sotto-/scritto./Orante Ciofani Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni can[celliere]
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- Antonio Cipriani del fu Giovanni, di anni 72 ( sopra è scritto : “ N. 22” n.d.r. )/prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicurazioni/di non aver rapporti con le parti, e le analo-/ghe domande ha deposto./Ch’egli non saprebbe giudicare se gl’imputati,/de’ quali gli abbiamo indicati i nomi, sieno/ di sentimenti opposti all’attuale ordine di/cose, ed ignora se abbiano preso alcuna parte/nella nazione./Lettura data, vi ha persistito, e si è sottoscritto
Antonio Cipriani Il R.[egi]o Giudice
F.[elice] Faraone
F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
- D.[on] Luigi Macchiusi(1) del fu Salvadore, di/anni 67. Farmacista dom.[icilia]to in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti, e/le analoghe domande ha deposto./Che la condotta politica serbata dagl’impu-/
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tati, de’ quali gli si son indicati s’erano/e’ per lui indefinibile, avendoli sempre/veduti indifferenti, ed amanti della/pace, e tranquillità./Lettura data, vi hapersistito, e si è sotto-/scritto./Luigi Macchiusi Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F-[ranc esco] Petroni Can[celliere]/
- D.[on] Paolo d’Amore (2) del fu Giuseppe di /anni 67- Sacerdote dom[icilia]to in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura zio-/ni di essere affine in 4° grado del solo/Angelo Carusone, e le analoghe domande ha/deposto./Che tutti gl’imputati nominatigli, niuno/escluso, ha mostrato sempre attacca-/mento a Francesco 2., ed avversione al-/l’attuale Governo, mentre han pub-/blicato notizie allarmanti, dicendo essere/tutto finito, che i Tedeschi avrebbero/fatto rientrare l’ex Re. Il Cianciusi/
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poi presentemente dice che ai quattordici ( sopra è scritto : “ N. 23 “ n.d.r. )/ del corrente mese i Francesi avrebbero ri-/messo al trono Francesco 2- In Febbraio/ult.[im]o portossi in Pratola, d’onde fu tornan/i nipoti con coccarde rosse, dicendo, che erano/già tornati i gendarmi. Possono sentirsi/Giacomo Antidormi/Antonio Picilli,/Pietro/Santarelli, Antonio de Amicis, Francesco/del fu Pasquale Meogrossi, Ludovico d’A=/more, Nicasio Maccallini di Cerchio./Lettura data, vi ha persistito, e si è sotto-/scritto./Paolo d’Amore Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Farone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]/
13 Nicasio Maccallini di Giovanni, di anni/31 prop.[rietari]o dom.[iciliat]oin Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicu-/razioni di non aver rapporti con le par-/ti, e le analoghe domande ha deposto./Che Francesco Meogrossi oltre alla pessi-/ma condotta morale, non ha mai mostra-/
f.20r
to devozione all’attuale Governo, anzi quan-/do era latitante per omicidio, andò ad/aggregarsi alle bande di Giorgi, e le asso/ciò armato in tutti i paesi, che invasero/Che D.[on] Isidoro Continenza sebbene sia devo-/to al caduto Governo, pure ha mostrato/indifferenza, ed obbedienza all’attuale./Non così D.[on] Pietrantonio Carusone, il/quale non ha potuto mai reprimere la/sua tendenza a Francesco 2°, e si disse/pubblicamente, che per non cantare il/Te deum nella festa del nostro Re Vitto-/rio Emmannuele, se ne fosse partito./Anche D.[on] Isidoro Cianciusi nutre gli/stessi sentimenti. D.[on] Beniamino Pie-/troiusti sebbene silenzioso, pure è ritenuto/dal pubblico per borbonico. D.[on] Francesco/Iacobacci è stato piuttosto indifferente,/ ed ha cercato conciliare gli animi./Paolo di Vincenzo d’Amore ha mostrato/sempre tendenza al caduto Governo./D.[on] Nicola Tuccieri non ha manifesta-/
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to idoneo sentimento anzi la opinione pubblica (sopra si legge: “ N. 24” n.d.r. )/è stata sfavorevole. I fratelli D.[on] Pasquale,/D.[on] Geremia, e D.[on] Giuseppe d’Amore[Fracassi n.d.r.] son di/sentimenti borbonici. Non così D.[on] An-/tonio d’Amore, Liborio Tuccieri, D.[on] Angelo/Carusone, D.[on] Antonio Tuccieri Cimini, i/quali si son palesati piuttosto devoti/all’attuale Regime./Lettura data, si ha persitito, e si è sotto-/scritto/Nicasio Maccallini Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]/
14 Francesco Meogrossi del fu Pasquale, di/anni 56. Prop.[rietari]o dom.[icilia]to in Cerchio/Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/ e le analoghe domande ha deposto./Che non si è trovato presente ad alcuna/manifestazione fatta da D.[on] Isidoro Cian-/ciusi, ed ignora, che in Febbraio ultimo/scorso tornare i nipoti con le coccarde/
- 21r
rosse, né tampoco ne ha inteso parlare./Lettura data, si ha persistito, e si è sotto-/scritto./Franc.[es]co Meogrossi Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F. Petroni Can[celliere]
15- Giacomo Antidormi del fu Orante, di anni/33 contad.[in]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Che non ha mai inteso dire da D.[on] Isido-/ro Cianciusi, che ai quattordici andante/sarebbe rientrato Francesco 2°, ne cono-/sce, che in Febbraio ult.[im]o avesse fatto/tornare da Popoli i nipoti con le coccar-/de rosse- dicendo esser venuti i gendarmi./Lettura data, vi ha persistito, e si è asse-/rito illett.[erat]o/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone
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16 D.[on] Achille d’Amore del fu Pasquale (3), di ( sopra è così riportato : “ N. 25” n.d.r. )/anni 38 prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimento di rito, le assi-/curazioni di non aver rapporti con le/parti, meno con D.[on] Angelo Carusoni, di/cui è cognato, D.[on] Liborio Cimini, e D.[on] Antonio Cimini, de’ quali è parente in/4° grado, alle analoghe domande ha/deposto./Che può dire lealmente, che tutti gl’in-/dividui nominatigli, a riserva di Paolo/d’Amore, e Francesco Meogrossi, han/serbato buona condotta politica, mo-/strando indifferenza nella passate rea-/zioni senza immischiarvisi. Il d’A-/more però, ed il Meogrossi si ritengono come/reazionari perchè il primo andò in Avez-/zano ad attendere i Regi, e l’altro vi/si arruolò quando latitava per omici-/dio./Ad altre domande ha risposto/Che in sua presenza D.[on] Isidoro Cianciusi/
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non ha mai detto, che nel dì quattordici/andante sarebbe tornato Francesco 2°/né lo ha inteso dire da altri. Che in/Febbraio ult.[im]o sentì vagamente, che un/nipote del Cianciusi fosse tornato da/Raiano con la coccarda rossa./Lettura data, si ha persistito, e si è sot-/toscritto./Achille D’Amore Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
- Giovanni Maccallini del fu Nicasio, di anni/67 prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Che per quanto gli consta D.[on] Pietranto-/nio Carusoni si è mostrato dispiaciuto/dell’attuale Governo, ed ha inteso, che aves-/se predicato alla Chiesa, onde si fossero/fatte preghiere a S. Rocco, e S. Antonio/
- 22v
per quelli, che lo avevano calunniato. Che ( sopra è scritto : “ N. 26” n.d.r. )/Francesco Meogrossi, mentre era latitante per/omicidio andò ad arruolarsi alle orde di Gior-/gi, e Paolo di Vincenzo d’Amore continuamen-/te vi accedeva, e si sospettava che fosse man-/dato appositamente. Che D.[on] Isidoro Cian-/ciusi ha dimorato quasi sempre in Pescina/quando è tornato in Cerchio il dichia-/rante non v’ha avuto contatto, per cui/Ignora i suoi sentimenti. Che D.[on] Isi-/doro Continenza, D.[on] Francesco Iacobacci,/D.[on] Antonio Cimini Tuccieri, D.[on] Nicola/Tuccieri, D.[on] Antonio d’Amore, D.[on] Li-/borio Tuccieri, D.[on] Pasquale, D.[on] Geremia,/e D.[on] Giuseppe d’Amore[Fracassi] han mantenuto/sempre indifferenza, e non si sono immi-/schiati nella reazione./Lettura data, si ha persitito, e si è sotto-/scritto./Giovanni Maccallini/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
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18 Antonio Picilli di Baldassarre, di anni 22/contadino dom.[iciliat]o in Cerchio/Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Che non si è trovato presente, né ha inte-/so dire, che D.[on] Isidoro Cianciusi avesse/manifestato, che ai quattordici andante/sarebbe ritornato Francesco 2°, ne sa/che in Febbraio essendo il Cianciusi an-/dato a Raiano avesse fatto tornare i/nipoti con le coccarde rosse./Lettura data si ha persistito, e si è sot-/toscritto. Antonio Pecilli Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
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Intesi de’ pubblici fatti ( sopra è scritto : “N. 27” n.d.r. )
- Fabiano di Domenico del fu Sante, di anni 60-/contadino dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicurazioni/di non aver rapporti con le parti, e le analoghe/domande ha deposto./Che Francesco Meogrossi latitante per omcidio/in Ottobre ult.[im]o si disse, che si fosse aggregato/alla masnada Giorgiana./Che D.[on] Pietrantonio Carusone, e D.[on] Nicola Ciotti/non gli han manifestato mai sentimenti avversi/all’attuale Regime, ma corre la voce, che si/fossero ricusati di cantare l’Inno Ambrosiano/nel dì onomastico di Vittorio Emmanuele, ona-/talizio, se mal non rammenta./Che nulla in contrario può dirsi sul conto di/D.[on] Antonio, D.[on] Pasquale, D.[on] Giuseppe, e D.[on]/Geremia d’Amore[Fracassi], D.[on] Angelo Carusone, Liborio/Tuccieri, e D.[on] Antonio Tuccieri Cimino, che si/son mostrati devoti all’attuale Governo/Lettura data, si ha persitito, e si è asserito/ill.[etterart]o Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone
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20 Antonio Cipriani del fu Giuseppe, di anni 36/prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicurazioni/di esser cognato di D.[on] Francesco Iacobacci, e paren-/te in 5° grado di D.[on] Antonio Cimini, alle/analoghe domande ha risposto./Che Francesco Meogrossi p[o]stacchè commettesse/l’omicidio si vide con nastro rosso al cappello/unitamente a tutti i piccioli suoi figli, e do-/po resosi latitante si arruolò, come si disse,/alla masnada di Giorgi./Che il giorno precedente alla venuta di questo/in Cerchio Paolo d’Amore e Giuseppe Ciofani,/e sé mal non rammento, D.[on] Isidoro Continenza/ riposero sul Corpo di guardia i quadri di France-/sco 2°, e Maria Sofia. Giunte le masse, no-/minarono, e poi confermarono il Continenza/come Capo Urbano, e questi non volle anda-/re il dichiarante, perché mai vi avea fatto parte./Che ho inteso pubblicamente di essersi pro-/nunciate da D.[on] Pietrantonio Carusone, parole/avverse all’attuale Governo, in occasione che/spiegava l’Evangelo, ma il dichiarante non/
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non vi si trovò presente.( al margine destro si legge : “ N. 28” n.d.r. )/Che sul conto di D.[on] Isidoro Cianciusi, D.[on] Benia-/mino Pietroiusti, D.[on] Francesco Iacobacci, D.[on] Nico-la Tuccieri, D.[on] Antonio, D.[on] Pasquale, D.[on] Giuseppe./D.[on] Geremia d’Amore[Fracassi], Liborio Tuccieri, D.[on] Antonio Cimini nulla gli conta in contrario, non aven-/do fatto esternazione avverso all’attual Governo/Lettura data, vi ha persistito, e si è sottoascritto./Antonio Cipriani Il R.[egi]o Giudice
F.[elice] Faraone
F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
- Gaetano Panaro (4) figlio di Giuseppe, di anni/29. Sarto dom.[icilia]to in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zoni di non aver rapporti con le parti, e/le analoghe domande ha deposto./Che i fratelli D.[on] Giuseppe, D.[on] Geremia, D.[on] Pa-/squale d’Amore Fracassi, D.[on] Isidoro Continenza,/D.[on] Pietrantonio Carusone, D.[on] Francesco Iacobacci/ Paolo di Vincenzo d’Amore han sempre di-/mostrato devozione al caduto Governo./Ha inteso dire, che con la loro influenza/
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abbia avuto luogo la reazione, e che D.[on] Isi-/doro Continenza nella venuta delle masse/riportò nel corpo di guardia le immagini/di Francesco 2°, e Maria Sofia; che D.[on] Francesco Iacobacci contrastasse col Continen-/za la carica di Capo-urbano, ed essendo sta-/to sospeso da Comandante la Guardia Na-/zionale, ch’era per lui un merito/innanzi a Francesco 2°./Che in quanto a D.[on] Antonio d’Amore, D.[on]/Beniamino Pietroiusti, D.[on] Isidoro Cian-/ciusi, D.[on] Angelo Carusone, D.[on] Nicola/Tuccieri, Liborio Tuccieri, e D.[on] Antonio/Cimini nulla gli consta, anzi quest’ultimo/ha sempre mostrato sentimenti liberali./Lettura data, vi ha persistito, e si è sotto-/scritto./Gaetano Panaro Il R.[egi]o Giudice
F.[elice] Faraone
F.[ranc esco] Petroni Can[celliere]
- 25v
- Sig[no]r Ludovico d’Amore del fu Pasquale (5) di( sopra è scritto : “ N. 29” n.d.r. )/anni 42 prop[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di essere cognato di D.[on] Angelo Carusone,/ed affine in 3° grado di D.[on] Isidoro Continenza,/alle opportune domande ha deposto./Che per la verita, e per la giustizia può dirsi, che/D.[on] Antonio d’Amore nelle passate reazioni,/ e sempre è stato ritirato, ed indifferente;/che i Signori D.[on] Pasquale, D.[on] Geremia, e D.[on]/Giuseppe d’Amore han piuttosto rimprovera-/to il basso popolo, ed insinuato la obbe-/dienza alle leggi, ed all’attuale Governo;/che D.[on] Isidoro Continenza ha serbato pure/indifferenza, e solo con la forza fu obbli-/gato a presentare le immagini di Fran-/cesco 2°, e Maria Sofia, e riportarle al/Corpo di guardia; che D.[on] Pietrantonio/Carusone non ha mai manifestato senti-/menti avversi all’attuale Governo; che/D.[on] Nicola Tuccieri, D.[on] Francesco Iacobacci/D.[on] Angelo Carusoni, D.[on] Beniamino Pie-/
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troiusti, D.[on] Liborio Cimini, D.[on] Antonio/Tuccieri Cimini hanno spiegato piutto-/sto compiacimento dell’attuale ordine/ di cose; che D.[on] Isidoro Cianciusi, ha/dimorato da Ottobre in poi in Pescina,/ed ignora come siasi colà condotto;/che Paolo di Vincenzo d’Amore pria della/reazione più volte andò in Avezzano/ad attendere i Regi, e perciò ritiene, che/sia affezionato al passato Governo./Ad altre domande ha risposto./Che non ha mai inteso dire che D.[on] Isidoro Cianciusi, che ai quattordici/and.[an]te sarebbe tornato Francesco 2°-/Solo intese dire, che in Febbraio ult.[im]o/il Cianciusi fu in Raiano, d’onde se ne/tornan i nipoti colà giunti insigniti di nastri rossi,/dicendo esser colà giunti i gendarmi/non gli consta di propria scienza/Lettura data, vi ha persistito, e si è sottoscritto/Ludovico d’Amore Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
- 26v
- Pasquale Macerola di Giovanni, di anni 28.( sopra è scritto : “ N. 30 “ n.d.r. )/contad.[in]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicurazioni di esser parente in 5° grado di D.[on] Isi-/doro Cianciusi, e non aver rapporti cogli/altri imputati, alle analoghe domande/ha deposto./Che non ha mai inteso dire, che gl’impu-/tati, de’ quali gli abbiamo indicati i no-/mi, siano stati reazionari, ad eccezione/però di Francesco Meogrossi, che fu in/Avezzano ad arruolarsi colla masnada/di Giorgi, e di Paolo di Vincenzo d’Amo-/re, che vi si portò pria della reazione ad/attendere la venuta de’ Regi. Quindi/pubblicamente si ritengono per reazionari./Che D.[on] Isidoro Continenza, com’egli stesso/gli confidò, fu obbligato con la forza ad/assumere il comando della guardia, e ri-/porre nel Corpo di guardia le immagini/di Francesco 2°, e Maria Sofia./Lettura data, vi ha persitito, e si è sotto-
- 27r
scritto./io Pasquale Macerola Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F. Petroni can[celliere]
- 27v
Su la specie ( sopra al margine destro sta riportato : “ N. 31” n.d.r. )/
- Marco Ciofani del fu Vincenzo, di anni 31./Sagrestano dom[icilia]to in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti, e/le analoghe domande ha deposto./Che fatti positivi, per quanto gli consta, non/sono stati commessi dagl’imputati, di qua-/li gli si sono indicati i nomi. Può dire/però, che tutti nutrono sentimenti fa-/vorevoli al caduto Governo, che sono in/relazione tra loro, ed ha visto, che D.[on]/Beniamino Pietroiusti ha conversato/sempre col famoso Giuseppe di Natale,/il quale più volte è stato veduto pas-/seggiare, e confabulare con tutti e tre/i fratelli D.[on] Giuseppe, D.[on] Pasquale, e/D.[on] Geremia d’Amore. Ignora però/l’oggetto de’ loro discorsi. D.[on] Anto-/nio d’Amore ha serbato la più rigorosa/indifferenza, badando a’ propri interessi,/D.[on] Isidoro Cianciusi dimora continua-
- 28r
mente in Pescina, d’onde tornando, si/è detto, che avesse sparso voci allarmanti/Francesco Meogrossi dopo aver commesso l’/omicidio andò ad arruolarsi alle masse/ ed è cosa pubblica. D.[on] Isidoro Continenza/nella venuta delle masse si offrì Capo-Ur-/bano, e fu in mezzo al movimento. Po-/steriormente ha serbato indifferenza. D.[on]/Francesco Iacobacci non ha manifestato/sentimenti contrari all’attuale Governo/anzi lo ha inteso elogiare. Paolo/di Vincenzo d’Amore non ha potuto mai/raffrenare il suo livore contro questo Re-/gime. Nulla può dirsi di D.[on] Nicola/Tuccieri, di D.[on] Angelo Carusone, Liborio/Tuccieri, e D.[on] Antonio Tuccieri, i quali/dopo le reazioni han mostrato devozio/ne all’attuale ordine delle cose./Lettura data, vi ha persitito, e si è sotto-/scritto./Marco Ciofani Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone
f.28v
25 Pietro Santarelli (5) del fu Giacomo, di anni 38. Sarto ( sopra è scritto “ N. 32 “ n.d.r.)/dom.[icilia]to in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicurazioni di/non aver rapporti con le parti, e le analoghe do-/mande ha deposto./Che è notorio in questo Comune, che l’Arciprete/D.[on] Pietrantonio Carusone tanto in occasione della/presa di Gaeta quanto della festa del natalizio/del Re galantuomo Vittorio Emmanuele si ri-/cusò di cantare il Tedeum, e si assentò da/Cerchio. Egualmente praticò D.[on] Nicola Tuc-/cieri recandosi prima in Ortucchio, e poi in/Celano. Il dichiarante si trovò presente/nella messa della Domenica delle Palme, quan-/do il Carusone predicando al popolo, si doleva/di un ricorso fattogli, e pregava i filiani a/raccomandar l’autore a S. Andrea, e S. Rocco./D.[on] Francesco Iacobacci Comand.[ant]e la Guardia Nazio-/nale non si è mai incaricato della medesima,/trascurando la guardia, ed ogni disimpegno di/servizio. D.[on] Isidoro Cianciusi, il quale suo-/le dimorare in Pescina dai principi di Aprile/in poi spesso ha fatto ritorno in Cerchio, ed/immediatamente si son diffuse notizie allar-/
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manti circa il ritorno di Francesco 2° per opra/de’ Francesi, ed il dichiarante ha sospettato/ch’egli ne fosse stato l’autore, perché era solito in occasione delle reazione. Ora ho/inteso dire, che lo stesso Cianciusi abbia esternato/che ai quattordici andante tutto sarebbe finito/Ad altre domande ha risposto./Che Francesco Meogrossi dopo commesso l’omici-/dio si arruolò alle orde di Giorgi, e Paolo/di Vincenzo d’Amore si recò in Avezzano ad/invitarli./Che D.[on] Giuseppe, D.[on] Pasquale, D.[on] Geremia[d’Amore Fracassi n.d.r.],/D.[on] Antonio d’Amore, D.[on] Beniamino Pietroiu-/sti, D.[on] Isidoro Continenza su le prime si dimo-/strarono attaccati al passato Governo, essi/poscia han serbato silenzio./Che D.[on] Liborio Tuccieri, D.[on] Antonio Tuccieri/Cimini, e D.[on] Angelo Carusone han manifesta-/to piuttosto devozione all’attuale governo./Lettura data, vi ha persitito, e ha detto esse-/re illett.[erat]o Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[ranc esco] Petrini Can[celliere]/
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Cerchio 19 Maggio 1861 ( al margine destro si legge : “ N. 33.” n.d.r. )/ Signore/In adempimento degli ordini di Lei, ho il bone/soccartarle l’originale di Lei uffizio, in mar-/gine del quale ho notati i quattro testimoni/probi, che Ella desidera./Il Conciliatore/Emidio Cipriani ( al margine sinistro si legge, sopra, :” In processo./Il Giudice/F.[elice] Faraone”, e sotto : “ Al Signore/Sig.[no]r Reggio Giudice delMandamento/di/( Pescina) “ n.d.r. )
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10°Liborio Tuccieri/11° D.[on] Antonio Tuccieri Cimini/12° D.[on] Antonio d’Amore/13° D.[on] Pasquale/14° D.[on] Giuseppe/15° D.[on] Geremia d’Amore Fracassi /Il Regio Giudice/F.[elice] Faraone
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Pescina 16 Maggio 1861 ( al margine sinistro vi è impresso il sigillo a forma ellittica recante dentro la seguente scrittura: “ GIUDICATO REG.[IO]/MANDAMENTO DI/PESCINA” e più sotto : ” Reg.[i]oV./N.[umer]o 192 “ e al margine destro : “ N. 34 “ n.d.r. )/Signore./La prego indicarmi nel margine/quattro persone probe, ed oneste/di codesto Comune, le quali sie-/no veramente devote all’attua-/le felicissimo Governo, e non/abbian rapporti co’ seguent’in-/dividui./1° Francesco Meogrossi di Giuseppe/2.D.[on] Isidoro Continenza/3° D.[on] Pietrantonio Carusone/4° D.[on] Isidoro Cianciusi/5° D.[on] Beniamino Pietroiusti/6° D.[on] Francesco Iacobacci/7° Paolo di Vincenzo d’Amore/8° D.[on] Nicola Tuccieri./9° D.[on] Angelo Carusone/(al margine sinistro si legge : “ Giuliano Continenza/Domenicantonio Iannicca/Lorenzo Ciofani/Emidio Ciofani fù Gaetano/Il Conciliatore/Emidio Cipriani/” e più sotto ancora: “ Al Signor/Sig.[gno]r Conciliatore del Comune/di/(Cerchio)” n.d.r. )
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Vittorio Emmanuele II° ( al margine destro si legge : “ N. 35.” n.d.r. )/Per la grazia di Dio, e per volontà della Na=/zione Re d’Italia./Noi Felice Faraone Giudice Regio del Man-/damento di Pescina/Mandiamo ed ordiniamo al nostro usciere/Sig.[no]r (sic) di citare ed assegnare i sottono-/tati individui a comparire avanti di noi in/questo Regio Giudicato pel giorno24. Del-/l’andante mese alle ore 13. con continuazione/ond’essere intesi in affari, che interessano la/giustizia speciale./Mancando si faranno astretti come per legge/Pescina 23. maggio 1861./Il Giudice Regio/F.[elice] Faraone/Il Cancelliere/F.[rancesco] Petroni ( al margine sinistro si legge : “ Da citarsi/1° Giuliano Continenza/2° Domenicant.[oni]o Iannica/3° Lorenzo Ciofani/4° Emidio Ciofani/di Cerchio “ sotto invece si legge la relata di notifica : “ L’Anno 1800sessantuno il giorno ventitre Maggio/Io sottoscritto usciere presso il Regio Giudicato di Pescina, ove domi=cilio./Ho intimato, e dato copia della presente Ordinanza agl’individui in essa/n.d.r. )/
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segnati domiciliati in Cerchio, col rilascio delle Copie, e/quelle di questo atto ne’ loco rispettivi domicili, dandole/nelle mani di essi medesimi/
L’importo è/
Per n° 4 intimazioni 24
Viaggi 40
______
Totale g.[ran]a 64
Pietro Palladino usciere
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L’anno mille ottocento sessantuno il dì venti-( sopra è scritto : “ N. 36” n.d.r. )/quattro Maggio in Pescina./Innanzi a noi Felice Faraone Regio Giu-/dice del Circondario di Pescina, assistiti dal/Cancelliere Sig.[no]r Petroni, dietro citazione,/son comparsi i seguenti individui probi./
- Giuliano Continenza (6) del fu Pasquale, di anni/63. prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicurazio-/ni di esser suocero del solo Paolo di Vincenzo/d’Amore, e le analoghe domande ha deposto./Che D.[on] Isidoro Continenza, D.[on] Pietrantonio Caru-/sone, D.[on] Isidoro Cianciusi, D.[on] Beniamino/Pietroiusti, D.[on] Francesco Iacobacci, Paolo di/Vincenzo d’Amore, e D.[on] Nicola Tuccieri non/han mostrato mai avversione all’attuale/Governo, e se ne son vissuti pacificamente./Che in quanto a D.[on] Antonio d’Amore, D.[on] Giuseppe, D.[on] Pasquale, e D.[on] Geremia d’Amo-/re Fracassi, D.[on] Angelo Carusone, Liborio Tuc-/cieri, D.[on] Antonio Tuccieri Cimini, può dir/lealmente, che abbiano manifestato tenden-/za all’attuale Governo, tanto, che venute/
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in Cerchio le orde di Giorgi i primi quattro/vennero requisiti di generi, e denari, e fu-/rono costretti a consegnarli con minaccia/di esser condotti in Avezzano, e fucilati/D.[on] Francesco Iacobacci poi, e D.[on] Antonio Tuc-/cieri Cimini sono Capitano, e Tenente/della guardia nazionale./Lettura data, via ha persitito, e si è sottoscritto/Giuliano Continenza Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F. Petroni Can[celliere]/
- Domenicantonio Iannicca del fu Alessandro,/di anni 62 prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assi-/curazioni di non aver rapporti con le par-/ti, e le analoghe domande ha deposto./Che la condotta politica di Francesco Meo-/grossi, e Paolo di Vincenzo d’Amore non/è stata plausibile, poiché il primo men-/tr’era latitante per omicidio, si aggre-/gò alle orde di Giorgi, e l’altro anda-/
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va spesso in Avezzano a vin….le. Ri- ( sopra è scritto : “ N.37” n.d.r. )/guardo poi a D.[on] Isidoro Continenza, D.[on]/Pietrantonio Carusone, D.[on] Isidoro Cianciu-/si, D.[on] Beniamino Pietroiusti, D.[on] Francesco/Iacobacci, e D.[on] Nicola Tuccieri può assicura-/re aver serbato sempre indifferenza,/se nonche D.[on] Pietrantonio, si disse, aver/nella Chiesa predicato, in senso avverso/al Governo attuale, ma il dichiarante/non vi fu presente./D.[on] Antonio d’Amo-/re, D.[on] Pasquale, D.[on] Geremia, e D.[on] Giusep-/pe d’Amore Fracassi, D.[on] Angelo Carusone/Liborio Tuccieri, e D.[on] Antonio Tuccieri/Cimini son ritenuti come liberali, e/contentissimi dell’attuale Governo. I/primi quattro, allorchè giunsero le or-/de di Giorgi, furon requisiti d’ingenti/somme, ed al primo gli fu anche rubato/un cavallo. Li minacciò inoltre di con-/durli in Avezzano, e fucilarli. Dippiù/D.[on] Giuseppe d’Amore Fracassi fu capitano/della Guardia Nazionale nel 1848-, D.[on]/Francesco Iacobacci, e D.[on] Antonio Cimini/
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attualmente Capitano, e Tenente della Guar-/dia Nazionale./Lettura data, vi ha persistito, e si e ascritto/illett.[erarat]o- Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F. Petronilla/
- Lorenzo Ciofani del fu Nicola, di anni 64-/prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assicura-/zioni di non aver rapporti con le parti,/e le analoghe domande ha deposto./Che Francesco Meogrossi andò latitante/per omicidio mentre ferveva la reazione,/ma ignora se s’aggregasse alle orde Gio-/giane, né lo ha inteso dire. Paolo d’Amo-/re spesso andava ne’ vicini paesi, ed/anche in Avezzano ma per esercitare il/mestiere di fochista. Ignora quali sen-/timenti egli nutra. D.[on] Isidoro Conti-/nenza, D.[on] Pietrantonio Carusone, D.[on] Isidoro/Cianciusi, D.[on] Beniamino Pietroiusti/
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D.[on] Francesco Iacobacci, e D.[on] Nicola Tuccieri (sopra è scritto : “ N. 38“ n.d.r. )/han sempre vissuto pacificamente, ed ha man-/tenuto il buon ordine, senza mostrarsi con-/trari all’attuale Governo. L’Arciprete D.[on]/Pietrantonio Carusone ha spiegato il Vangelo/senza mai parlar di politica, allorchè il/dichiarante vi si è trovato presente. D.[on]/Francesco Iacobacci è capitano della guar-/dia nazionale, ed adempie al suo dovere./In quanto poi a D.[on] Antonio d’Amore,/D.[on] Pasquale, D.[on] Geremia, D.[on] Giuseppe d’Amo-/re Fracassi, D.[on] Angelo Carusone, D.[on] Libo-/rio Tuccieri, e D.[on] Antonio Tuccieri Cimini/può assicurarsi essere devoti all’attuale/ordine di cose, tanto vero, che i primi/quattro furon con minaccie di fucilazio-/ne coartati dalla masnada di Giorgi/a pagare Ingenti somme, e generi, ed al/primo fu rubato anche un cavallo. D.[on]/Giuseppe d’Amore nel 1848- fu Capi-/tano della Guardia nazionale, e nel passa-/to Governo non fu prescelto ad alcuna/carica, come anche i fratelli D.[on] Pasquale,/e D.[on] Geremia, anzi si diceva, che/
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fossero sorvegliati dalla Polizia. D.[on] Anto-/nio Cimini poi è attualmente Tenente/della Guardia Nazionale-/Lettura data, si ha persistito, ed ha detto/essere illett.[erat]o- Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F. Petroni Can[celliere]/
- Emidio Ciofani del fu Gaetano, di anni/44 prop.[rietari]o dom.[iciliat]o in Cerchio./Dietro gli avvertimenti di rito, le assi-/curazioni di non aver rapporti con le/parti, e le analoghe domande ha deposto/che non riscuote buona opinione France-/sco Meogrossi, perché latitante per omi-/cidio, si disse, ch’erasi aggregato alle/orde di Giorgi. Paolo di Vincenzo d’A-/more esercitando il mestiere di fochista/gira continuamente, ed in tempo delle/reazioni andò in Avezzano, ma ne/ignora l’oggetto, ed i sentimenti politici./
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D.[on] Pietrantonio arciprete Carusone ha serbato ( sopra è scritto “ N. 39 “ n.d.r. )/sempre indifferenza, e solo intesi dopo l’ul-/tima Pasqua di resurrezione, che in occasione/ della spiega del Vangelo si dolesse di essere/stato calunniato, e raccomandasse a S./Antonio, S. Rocco, e S. Andrea i suoi nemici./D.[on] Isidoro Continenza, D.[on] Isidoro Cianciusi/D.[on] Beniamino Pietroiusti, D.[on] Francesco Ia-/cobacci Capitano della guardia nazionale,/e D.[on] Nicola Tuccieri non ha mai mo-/strato antipatia all’attuale regime./D.[on] Antonio d’Amore poi, D.[on] Pasquale, D.[on] Giuseppe, D.[on] Geremia d’Amore Fracassi,/D.[on] Angelo Carusone, D.[on] Liborio Tuccieri,/e D.[on] Antonio Tuccieri Cimini hanno/anzi manifestato attaccamento al pre-/sente ordine di cose. Quest’ultimo è/Tenente della guardia nazionale, D.[on] Giu-/seppe d’Amore Fracassi fu Capitano nel/1848- e nel passato Governo non ha/avuto mai impieghi, come neppure D.[on]/Pasquale, e D.[on] Geremia./Lettura data, vi ha persistito, e si è/
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sottoscritto-/Emidio Ciofani Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F. Petroni Can[celliere]/
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Pescina 31. Maggio 1861 ( è scritto sopra : “ N. 40 “ n.d.r. )/Signor/Si compiaccia disporre la/esecuzione dell’annesso man-/dato di deposito-/Il R.[ego]o Giudice/F.[elice] Faraone/(al margine sinistro vi è impresso il sigillo ellittico avente la seguente scritta: “ GIUDICATO DEL/MANDAMENTO/DI PESCINA “ poi, scritto a mano: “ Reg.[i]o V/N.[umer]o 208./Per duplicato “ ed infine : “ Al Signor/Sig.[no]r Comand.[an]tele Reali Truppe/Celano” n.d.r. )
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Vittorio Emmanuele II° ( al margine sinistro si legge: “ n.[umer]o 27..niuff” e la margine destro :” N. 41” n.d.r. )/Per grazia di Dio, e per volontà della Na-/zione Re d’Italia./Noi Felice Faraone R.[egi]o Giudice del Man-/damento di Pescina./Visti gli atti N.[umer]o 27. de’ misfatti di questo/esercizio a carico di Francesco Meogrossi, e/altri di Cerchio imputati di attentato, e cospi-/razione, che ha ha avuto per oggetto di di-(al margine sinistro si legge: “ Per duplicato” n.d.r. )/struggere, o cambiar il Governo, e di discor-/si, e fatti pubblici provocanti direttamen-/te gli abitanti del Regno d’Italia a di-/struggere, o cambiare il Governo; reati pre-/visiti dagli art.[icol]i 123, e 140.N:pp–/Attesocche a carico de’ sol’imputati France-/sco Meogrossi di Giuseppe, Paolo d’Amore/di Vincenzo, D.[on] Pietrantonio Carusone, e/D.[on] Nicola Tuccieri di Cerchio, si son raccolti sufficienti indizi di reità./Attesocchè il Meogrossi trovasi in carcere/per altro misfatto./Mandiamo, ed ordiniamo a tutti gli A-/genti della Forza pubblica di assicu-/
f.37r
rare alla giustizia gl’imputati suddetti e restringerli in carcere per rimanere/in luogo di deposito a disposizione/della gran Corte criminale di Aquila/Ordiniamo al Custode di riceverli in/queste prigioni, e detenerveli fino a/novella disposizione./Dato in Pescina 31. Maggio 1861./Il R.[ego]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]
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Certifico io qui sottoscritto Cancelliere del Regio ( è scritto sopra : “ N. 40 “ n.d.r.)/Giudicato del Mandamento di Pescina, che per-/quisiti i registri penali di questo archivio/ho rilevato quanto segue-/
1° Francesco Meogrossi/Num.[er]o 35. Del 1843. Verbale di minaccia. Agli 11./Aprile non costa. A’ 30 Aprile 1844. Indultuto/Num.[er]o 11. del 1859. Asportazione di arma vietata/(coltello a scrocchi), percosse lievi, e lanciamento di/pietra, a’ 23 Luglio condannato a due mesi di/esilio, e spese. Non costare per l’arma. Produsse/appello. Ne ignoro l’esito./Num.[er]o 56 del 1860. Asportazione di arma vietata/Spadino, e scannatoio). A’ 5. Giugno non costa . A/dì 7. Luglio abolita l’azione penale pel Reale/Indulto del 10 detto./Num.[er]o 27. del 1860. Omicidio premeditato. Inviato/il processo. Ne ignoro l’esito./
2° Isidoro Continenza./Num.[er]o 126. del 1854- Uso privato de’ mezzi della pubblica autorità. A’ 24./ Maggio 1857. Reale Indulgenza-/
3° D.[on] Pietrantonio Carusone/Num.[er]o 77. Del 1854. Inumazione di un cadavere, senza/precedente autorizzazione dell’Ufficiale dello stato civi-/le.A’ 29 Luglio non costa. A’ 20. Marzo 1857. Reale/Indulto-/Num.[er]o 151. del 1857.Ingiurie determinate, a’ 28. Decem-/bre non costa- a’ 24 Febbraio 1858. Prescritta l’in-/giunzione penale./
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Num.[er]o 15 del 1854. Falso in scrittura pubblica com-/messo da uffiziale pubblico nella redazione degli/atti del proprio ministero, dichiarando veri fatti/falsi. A’ 6 Decembre invariato il processo. Ne ignora/l’esito-/
4° D.[on] Isidoro Cianciusi/Num.[er]o 114 del 1847. Ingiurie con parole. A’ 13 No-/vembre assoluto definitivamente./Num.[er]o 139 del 1850. Ingiuria verbale pubblicamente/espressa. A’ 16 Decembre condannato a Sette carlini/di ammenda, ed in mancanza a giorni Sette di deten-/zione. Produsse appello. Ne ignoro l’esito-/Num[er]o 143 del 1850. Esercizio di preteso dritto, di/uso privato de’ mezzi di pubblica autorità. A’ 19/Decembre condannato a cinque carlini di ammenda/Produsse appello. Ne ignoro l’esito./Num.[er]o 97 del 1860. Uso privato de’ mezzi della pub-/blica autorità per l’esercizio di preteso dritto. Vie/di fatto, minacce, ed ingiurie vaghe. A’ 5 Set-/tembre condannato ad un mese di prigionia, e/spese. Produsse appello. Ne ignoro l’esito./
5° D.[on] Francesco Iacobacci./Num.[er]o 17 del 1847. Falsità commessa da un’ uf-/fiziale pubblico, nell’aver redatto come Notaio/un atto del proprio ministero, ne ha di snaturata/la sostanza, e la circostanza- A’ 26 ottobre/inviato il processo- Ne ignoro l’esito./Num.[er]o 15 del 1854. Falso in scrittura pubblica com-/messo da uffiziali pubblici nella redazione degli/atti del proprio ministero, dichiarando veri fatti/falsi. A 6 Decembre inviato il processo. Ne i-/gnoro l’esito. (
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- Paolo di Vincenzo d’Amore ( sopra è scritto : “ N. 41-bis” n.d.r. )/Num.[er]o 77 del 1846. Ingiurie con parole. A’ 15 Set-/tembre non costa. a’ 2 marzo 1848 dichiarato abo-/lita l’azione penale per l’indulto de’ 17 Febbraio det-/to anno-/Num[er]o 125 del 1855. Ferita grave pericolosa di vi-/ta per gli accidenti- a’ 23 Febbraio 1856 non/costa./Num.[er]o 164 del 1858. Ingiuria verbale, e minacce/con ordine, e sotto condizione. A’ 16 Novembre con-/dannato ad un mese di esilio, e spese. A’ 18 Lu-/glio 1859 compreso nell’indulto de’ 16 Giugno/detto anno./
7° D.[on] Beniamino Pietroiusti, e/
8° D.[on]Nicola Tuccieri tutti del Co-/mune di Cerchio non soffrono altre carichi./Pescina 25 Maggio 1861/
Visto
Il Giudice Regio Il Cancelliere
F.[elice] Faraone F.[rancesco] Petroni
Tassato per ducati Sette, e grana quattro/Aquila 12 Giugno 1861/Fedeli ( scritto da altra mano n.d.r. )
f.39r
Amministraz.[ion]e Municipale di Cerchio 16 Maggio 1861 ( sopra è scritto “ N. 42 ” n.d.r. )
- 195/ Signore/Le rimetto la Fede di Nascita, possidenza,/e Filiazione da Lei richiesti dì 15, indi-/vidui di qui, Solo manca la Fedi di na-/scita di D.[on] Antonio d’Amore perché nato/in Scurcola, occorrente potrà rivolgersi da/quel Sindaco./Il 2 Eletto f(acente)f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( più sotto al margine sinistro si legge : “ Al Signor/Sig.[no]r Regio Giudice di/(Pescina)” n.d.r. )
- 38v
Provincia di Aquila ( al margine destro si legge : “ N. 43” n.d.r. )/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco del Sudetto Comune Certifica-/1° che il nomato Paolo d’Amore di Vincenzo dell’istesso luogo tanto nel proprio nome/che sotto nome di altri non è portata ai pubblici registri per Somma Veruna come con-/tribuente Fondiaria nel Catasto provvisorio./2° Che non ha veruna industria visibile, o sia esercita alcun’impiego lucroso, non è/traficante, ne Mercante, ne Maestro di alcun’arte, Solo esercita il mestiere di calzolajo,/ma senza alcuno capitale./3°Che vive Soltanto col Travaglio giornaliere delle proprie braccia= Certifica inoltre/che non possiede animali gregari o armentizi di Sorte alcuna, non Capitali a rischio, ne/Capitali in Casa, ne qualsiasi altra proprietà non Soggetta a tributo fondiaria o non rivelata od intestata Sotto nome di altri nel Catasto provvisorio./Rilasciato il presente in Cerchio oggi li 12 Maggio 1861, ne’ termini degli articoli/6, e 7, del Real Decreto de 13 Gennaro 1817, e del N° 165 del Giornale d’Intenden-/za del 1823. Da Servire per solo uso penale./Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi/Visto e verificato/L’Esattore Fondiaria/A.[ngelo] Carusone ( al margine sinistro si legge: “ Visto, e Verificato/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone” e sotto sempre a sinistra vi sono impressi 2 timbri ellittici riportanti uno la seguente scrittura: “ VITTORIO EMMANUELE RE D’ITALIA” , al centro presenta lo stemma Sabaudo, e sotto, con lettura disagevole, è scritto :” …MANDAMENTO/ DI PESCINA/” e, l’altro,: “ VITTORIO EMMANUELE RE D’ITALIA/COMUNEDI/CERCHIO” e al centro recante lo stemma sabaudo n.d.r. )/ Certifico io qui Sottoscritto Sul proprio onore e sulla propria Conoscenza esser vero die-/tro verifica quanto sol soprascritto Certificato si dice./Cerchio 12 Maggio 1861./Visto/Il 2° Eletto f(acente)f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( di fianco, a sinistra, vi è impresso il sopramenzionato sigillo comunale con la sopra riportata scrittura: “ VITTORIO EMMANUELE RE D’ITALIA” con al centro lo stemma sabaudo n.d.r. )/ Per l’Arciprete assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri/Visto e verificato L’Intendente/G. Giura/ (a fianco, a sinistra, vi è impresso il sigillocon scritta di disagevole lettura : “[…] DI AVEZZANO “ n.d.r. )
- 40r
Provincia di Aquila N. 44/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto da Sindaco del detto Comune Certifica-/1° Che il nomato Francesco Meogrossi di Giuseppe dell’istesso luogo tanto/nel proprio nome che sotto nome di altri non è portato ne’ pubblici re=/gistri per Somma veruna come contribuente Fondiaria nel catasto/provvisorio./2° Che non ha veruna industria visibile o sia non esercita al-/cun impiego lucroso, non è traficante, ne Mercante, ne Maestro di alcun’/arte./3° Che vive soltanto col travaglio giornaliere delle proprie braccie= Certi-/fica inoltre che non possiede animali gregari o armentizi di sorte al-/cuna, non Capitali a mutuo, ne Capitali, ne case, ne qualsiasi altra/proprietà non soggetta a tributo Fondiaria i non rivelata od intestata/sotto nome di altri nel catasto provvisorio./Rilasciato il presente in Cerchio li 12 Maggio 1861, ne’ termini de=/gli art.[icol]i 6 e 7 del Real Decreto de’ 13 Gennaro 1817, e del N°/165 del Giornale d’Intendenza del 1823. Da servire per solo/uso penale./Il 2° Eletto f[acent]e f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi/ Visto e verificato/L’Esattore Fondiaria/A[ngelo] Carusone ( al margine sinistro è scritto : “ Visto, e verificato/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone” e sotto vi sono impressi i due già riportati sigilli del regio giudicato di Pescina e del Comune di Cerchio n.d.r. )/Certifico io qui sottoscritto sul proprio onore e sulla propria coscienza/esser vero dietro verifica quanto col Soprascritto Certificato si dice-/Cerchio 12 Maggio 1861/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzione] da Sindaco/Pietro Costanzi/( al margine sempre a sinistra vi è nuovamente impresso il sigillo del Comune di Cerchio n.d.r. )/Per l’arciprete assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri
- 40v
Visto e verificato/L’Intendente/G Giuni ( al margine sinistro vi è impresso il sigillo di disagevole lettura: “[VITTORI]O EMM[ANU]ELE R[E] [D’ITALIA]/[…]ENZA/[…]RCAN[…]/DI AVEZZANO”
- 41r
Provincia di Aquila ( al margine destro si legge : “N. 45“ n.d.r. )/ Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Filiazione Francesco Meogrossi di Giuseppe, nativo di Cerchio, dimorante in Cerchio/di professione Contadino./
Connotati
Anni 40 Statura bassa
Occhi neri Naso ordinario
Mento tondo Colore naturale
Barba folta Capelli neri
Marche apparenti una piccola cicatrice al disotto del mento
Filiazione di D.[on] Pietrantonio Carusoni del fu Vincenzo, nativo di Cerchio, dimo-/rante in Cerchio, di professione Arciprete-/
Connotati
Anni 56 Statura alta
Occhi biancacci Naso giusto
Mento tondo Colore naturale
Barba ordinaria Capelli canuti grigi
Marche apparenti nessuna
Filiazione di D.[on] Nicola Tuccieri del fu Benedetto, nativo di Cerchio, dimorante/in Cerchio, di professione Sacerdote-/
Connotati
Anni 54 Statura alta
Occhio Castagna Naso giusto
Mento tondo Colore naturale
Barba ordinaria Capelli canuti
Marche apparenti una cicatrice nella Fronte, ed alquanto vajolato
Filiazione di D.[on] Beniamino Pietrojusti del fu Luigi, nativo di Cerchio, dimoran-/te in Cerchio, di professione Sacerdote/
Connotati
Anni 42 Statura giusta
Occhi castagna Naso regolare
Mento tondo Colore naturale
Barba Folta Capelli Castagna
Marche apparenti nessuna
- 41v
Filiazione di D.[on] Isidoro Cianciusi di Pasquale, nativo di Cerchio, dimorante in/Cerchio, di professione Sacerdote-/
Connotati
Anni 48 Statura alta
Occhi Castagna Naso grandicello
Mento regolare Colore naturale
Barba ordinaria Capelli Castagna
Marche apparenti nessuna
Filiazione di Isidoro Continenza di Vincenzo, nativo di Cerchio, dimorante in Cer-/chio di professione proprietario-/
Connotati
anni 59 Statura bassa
occhi Castagna Naso grandicello
Mento piccolo Colore naturale
Barba ordinaria Capelli Castagna
Marche apparenti nessuna
Filiazione di D.[on] Francesco Iacobacci del fu Luigi, nativo di Cerchio, dimorante/in Cerchio, professione notaro-/
Connotati
Anni 51 Statura giusta
Occhi Castagna Naso regolare
Mento regolare colore naturale
Barba ordinaria Capelli (sic)
Marche apparenti (sic)
Filiazione di Paolo d’Amore di Vincenzo, nativo di Cerchio, dimorante in Cer-/chio, di professione Calzolajo-/
Connotati
Anni 34 Statura bassa
Occhi Castagna Naso regolare
Mento tondo Colore naturale
Barba ordinaria Capelli Castagna
Marche apparenti nessuna
- 42r
Estratto di Nascita di Francescantonio Meogrossi ( sopra è scritto : “N. 46” n.d.r. )/Copia-Atto di Nascita=Numero sei d’ordine=L’anno Milleottocentoventuno/il dì diecinove nel mese di Febraro alle ore dieciotto avanti di noi Venan-/zio d’Amore Fracassi Sindaco ed Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Cer-/chio Distretto di Avezzano Provincia di Aquila, è comparso Giuseppe Meo-/grossi di Anni ventotto di professione lavoratore domiciliato in Cerchio, il qua-/le ci ha presentato un Bambino Secondocchè abbiamo riconosciuto, ed ha dichiarata/che lo stesso è nato da Angela Cipriani di anni ventisei di professione Fila-/trice domiciliata in Cerchio, e da Giuseppe Meogrossi di anni ventotto di professio-/ne lavoratore domiciliato in Cerchio nel giorno diecinove del mese di Febraro/anno Milleottocentoventuno alle ore dieci nella casa di sua abitazione = Lo stes-/so ha inoltre dichiarata di dare al Bambino il nome di Francescantonio Meogros-/si= La presentazione, e dichiarazione anzidetta si è fatta alla presenza di Francesco/d’Amore di anni Sessantuno di professione chirurgo regnicolo domiciliato in Cer-/chio; Testimoni intervenuti al presente atto, e da esso Sig. Giu-/seppe Meogrossi prodotti = Il presente atto, che abbiamo formato all’uopo è stato/inscritto Sopra i Registri, letto al dichiarante, ed ai testimonj ed indi nel/giorno mese ed anno come sopra, firmato = Francesco d’Amore = Francescantonio/Ciaglia = Il Sindaco = V.[enanzio] d’Amore Fracassi = Indicazione del giorno in cui è sta-/to amministrato il Sacramento del Battesimo = Numero Sei d’ordine = L’anno Milleottocentoventuno il di diciannove del mese di Febraro il parroco di Cerchio/ci ha restituito nel di diciannove del Mese di Febraro anno Milleottocentoventu-/no il notamento, che noi gli abbiamo rimesso nel giorno diecinove del mese di Febra-/ro anno Milleottocentoventuno del Controscritto atto di nascita in piè del quale/ha indicato, che il Sacramento del battesimo è stato amministrato a Francescanto-/nio Meogrossi il giorno diciannove= In vista di un tale notamento dopo di averlo/cifrato abbiamo disposto, che fosse conservato nel volume di documenti al foglio n.=(sic)/Abbiamo inoltre accusato al parroco la ricezione del medesimo, ed abbiamo forma-/to il presente atto, ch’è stato inseritto Sopra i due Registri in margine del corri-/spondente atto di nascita, ed indi lo abbiano firmato = L’uffiziale dello Stato Ci-/vile = V.[enanzio] d’Amore Fracassi-/Rilasciato il presente in Cerchio oggi li 12. Maggio Milleottocento sessantuno/Da Servire per solo uso penale-/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi/ (al margine sinistro vi è impresso il già citato sigillo del comune di Cerchio n.d.r. ) Per estratto conforme/Il Cancelliere Archiviario/Liborio Tuccieri/
- 43v
I.M.I. ( al margine destro si legge : “ N. 47 “ n.d.r. )/Certifico io qui Sottoscritto Canonico decano f[acente]f[unzion]e da parroco del Comune di/Cerchio per essere il titolare assente, che visto i registri dei nati di questa parroc-/chia presso di Me esistenti ho trovato che D.[on] Pietrantonio Carusone Figlio del/fu Vincenzo, e della fu Maria Chiara Coletti è nato il dì trenta Maggio Mil-/leottocentocinque-/Per la verità se ne rilascia il presente certificato, da servire per solo uso penale/Cerchio li 12 Maggio 1861/per l’arciprete Curato as-/sente-/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri ( a sinistra vi è impresso il più volte citato sigillo comunale di Cerchio n.d.a.)/ Visto/il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi
- 44r
Provincia di Aquila ( al margine destro è scritto : “ N. 48 “ n.d.r.)/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto del Comune di Cerchio f[acente]f[unzion]e da Sindaco Certifica-/1° Che il nomato D.[on] Pietrantonio Carusoni dell’istesso luogo tanto nel/proprio nome che Sotto nome di altri non è portato ne’ pubblici registri/al di sopra di docati Sei come contribuente Fondiaria nel catasto prov-/visorio, Ma Solo nell’art.[icol]o 617 di detto Catasto Carusoni Pietranto-/nio Arciprete è portato per la rendita imponibile di g[ran]a = 79 e negl’ar-/ticoli 110, 112, e 113, il fu suo zio Carusoni Luca e portato per la rendi-/ta imponibile complessivamente detti tre art.[icol]i di D(ucat]j 49:83 e nell’art.[icol]o/111 il fu suo padre Carusoni Vincenzo di Pietrantonio è portato per la ren-/dita imponibile di D[ucat]j 5.39 Tale rendita esso Carusoni vi rappresenta per/la metà e l’altra Metà appartiene a suoi nipoti, oltre a ciò nell’art.[icol]o 65/Arcipretura di Cerchio è portato per la rendita di D[ucat]j 9:86 che lo stesso/percepisce-/2° che ha D[ocat]j 100:00 del Comune per congrua come arciprete esercente/3° Che vive con le sudette rendite, e con altro che può percepire in Servizio/della Chiesa_/Rilasciato il presente in Cerchio oggi li 12 Maggio 1861. Da servire/per solo uso penale/Il Secondo Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi/Visto e verificato/L’Esattore Fondiaria/A[ngelo] Carusoni (al margine sinistro vi è impresso il solito descritto sigillo comunale di Cerchio n.d.a.)/Certifico io qui sottoscritto sul proprio onore e sulla propria Coscienza esser/vero dietro Verifica col Soprascritto Certificato si dice/Cerchio 12 Maggio 1861/Visto/Il 2° Eletto ff.[acent]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )/Per l’arciprete assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri
- 44v
I.M.I. ( al margine destro si legge : “ N. 49 “ n.d.r. )/Certifico io qui Sottoscritto Canonico decano f[acente]f[unzion]e da parroco del Comune di Cer-/chio per essere il titolare assente, che visto i registri de’ nati di questa parrocchia/presso di me esistenti, ho trovato che D.[on] Nicola Tuccieri Figlio del fu Be-/nedetto e della fu Crocifissa di Natale è nato il di undici Settembre Mille-/ottocentosei-/Per la verità Se ne rilascia il presente certificato da servire per solo uso pe-/nale-/Cerchio 12. Maggio 1861_/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi (al margine sinistro vi è impreso il solito sigillo comunale di Cerchio n.d.a.) Per l’arciprete curato/assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri ( sic)
- 45r
Provincia di Aquila ( al margine sinistro si legge : “ N. 50 “ n.d.r.)/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto f[acente] f[unzione] da Sindaco del Comune di Cerchio Certifica./1° Che il nomato D.[on] Nicola Tuccieri del fu Benedetto dell’isteso luogo tanto nel/proprio nome che sotto nome di altri non è portato ne’ pubblici registri al diso-/pra di ducati sei come contribuente Fondiaria nel Catasto provvisorio, ma solo nell’art.[icol]o/668 di detto catasto Tuccieri Nicola, ed Angelo son portati per la rendita im-/ponibile di D[ocat]j 7:72, quale rendita gli spetta la metà, e nell’art.[icol]o 351 il fù/suo padre Tuccieri Benedetto di Francesco è portato per la rendita imponibi-/le di D[ocat]j 37:42 quale rendita e divisibile fra esso D.[on] Nicola, sua sorella/ e Nipoti per la parte che a ciascun di loro li compete, oltre a ciò nell’art.[icol]o/311. e portato per la rendita di D[ocat]j 24:84 su questa vi ha dritto/per la terza parte come canonico./2° Non ha veruna industria visibile, Solo è Sacerdote./3° Che vive con le sudette rendite, e con quello che potrà percepire nel-/le Sacre funzioni della Chiesa./Rilasciato il presente in Cerchio oggi li 12 Maggio 1861, per uso penale./Il 2° Eletto f[facente] f[unzione] da Sindaco/Pietro Costanzi/( al margine sinistro vi è impresso un timbro ellissoidale dove quasi al centro è posto lo stemma sabaudo e circolarmente vi è la seguente scritta : “ VITTORIO EMANUELE RE D’ITALIA “ e sotto vi è l’altra scritta : “ COMUNE DI/CERCHIO “ n.d.r. )/ al lato destro con scrittura manoscritta si legge : “ Visto e verificato/L’Esattore Fondiaria/A.[ngelo] Carusoni “ e continuando leggiamo : “ Certifico io qui sottoscritto sul proprio onore e sulla propria coscienza/esser vero dietro verifica quanto col soprascritto certificato si dice./Cerchio 12 Maggio 1861./per l’arciprete assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri(al marfine sinistro è stato impresso il sopra riportato sigillo ellissoidale n.d.r. ) Visto/Il 2° Eletto f[acente] f[unzione] da Sindaco/Pietro Costanzi
f.45v
Estratto di Nascita di D.[on] Beniamino Natale Pietroiusti ( al margine sinistro si legge : “ N. 51 “ n.d.r. )/Copia = Atto di Nascita = Numero d’ordine trentasette = L’anno Milleottocento diciot-/to à ventiquattro del Mese di Dicembre a ore Sedici avanti di Noi Gabriele Tuc-/cieri Secondo Eletto ed Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Cerchio Provin-/cia di Aquila è Comparso Luigi Pietrojusti d’anni cinquanta di professione la-/voratore domiciliato in Cerchio Strada Puzzacchio, ed ha dichiarato che alle ore/tredici di questa Mattina è nato nella Sua propria casa da esso dichiarante, e da/Luisia Iafolla Sua Moglie legittima d’anni quaranta di professione filatrice un/maschio, che ci ha presentato a cui Si è dato il nome di Beniamino Natale = La/presentazione, e dichiarazione si è fatta alla presenza di Giovan Pietro Continenza di/anni ventinove di professione diacono domiciliato in Cerchio Strada Castello, e di/Pasquale d’Amore di anni Cinquanta di professione lavoratore domiciliato in Cerchio/Strada l’Ara = Il presente atto è stato letto tanto al dichiarante, che a’ testimonj,/ed indi firmato da noi = Luigi Pietrojusti= Gio:[van] Pietro Continenza = Pasquale d’A-/more = Gabriele Tuccieri = Battezzato dal parroco il di ventiquattro Dicembre/Milleottocentodiciotto = Firma = Gabriele Tuccieri =/Rilasciato il presente in Cerchio oggi il dì dodici Maggio Milleottocentosessantuno,/Da servire per solo uso penale./Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Continenza ( al margine sinistro vi è impresso il più volte citato sigillo comunale di Cerchio n.d.r.)/Per estratto conforme/Il Cancelliere Archiviario/Liborio Tuccieri /
- 46r
Provincia di Aquila ( al margine destro si legge : “ N. 52 “ n.d.r. )/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco del Comune di Cerchio Certifica-/1° Che il nomato D.[on] Beniamino Pietrojusti dell’istesso luogo tanto nel pro-/prio nome che Sotto nome di altri non è portato ne’ pubblici registri per/Somma veruna Come Contribuente Fondiaria nel Catasto provvisorio, ma solo/il fu Suo padre Pietrojusti Luigi negl’art.[icol]i 280, e 285, e portato per/la rendita complessiva di detti due art.[icol]i 19. 62 tale rendita è divisibile tra/Giuseppe, Giovanni, Paolo, e D.[on] Beniamino Fratelli Pietrojusti per la parte che/a ciascun di loro gli compete, oltre a ciò Sotto l’art.[icol]o 311 Santa maria/Dentro è portato per la rendita imponibile di D[ocat]j 24:84 In questa rendita/vi ha dritto al terzo come canonico-/2° Che non ha veruna industria visibile, solo è Sacerdote-/3° Che vive con la sudetta rendita, ed con quello che può percepire nelle Sue/funzioni della Chiesa./Rilasciato il presente in Cerchio oggi li 12 Maggio 1861 da servire per uso/penale-/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )/Visto e verificato/L’Esattore Fondiaria/A[ngelo] Carusoni/Certifico io qui sottoscritto Sul proprio onore e sulla propria Conoscenza esser ve-/ro dietro verifica quanto col Soprascritto Certificato Si dice-/Cerchio 12 Maggio 1861-/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi(al margine sinistro vi il già più volte citato sigillo comunale di Cerchio n.d.a.)/Per l’arciprete assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri
- 46v
Estratto di Nascita di D.[on] Isidoro Antonio Cianciusi ( al margine destro si legge : “ N. 53 “ n.d.r. )/Copia = Atto di Nascita = N. d’ordine venti = L’anno Milleottocentotredici a ventitré/del Mese di Maggio ad ore dodici aventi di noi Francesco d’Amore aggiunto, ed uffiziale/dello Stato Civile del Comune di Cerchio Provincia di Aquila è comparso Pasqua-/le Cianciusi di anni trentatrè di professione lavoratore domiciliato in detto comune,/Strada borgo, ed ha dichiarato, che il giorno Sopraindicato, ad ore dieci è nato nella/Sua propria Casa da lui dichiarante, e da Caterina Macerola d’anni trentasette, di/professione filatrice, Sua Moglie legittima, un Maschio, che ci à presentato a cui si/è dato il nome di Isidoro Antonio = La presentazione, e dichiarazione si è fatta alla/presenza di Giovanni Sperandio di anni trentadue di professione lavoratore domici-/liato in questo Comune Strada borgo, e di Vincenzo di Marco d’Amore di anni/trentaquattro di professione bracciale domiciliato in questo comune Strada bor-/go = Il presente atto è Stato letto tanto al dichiarante che à testimonj, ed in-/di firmato da noi, e da testimonj avendo il detto dichiarante di non saper scri-/vere = Io Giovanni Sperandio Testimonio conosco il dichiarante = Io Vincenzo di/Marco d’Amore Testimonio conosco il dichiarante = Francesco d’Amore aggiunto-/Rilasciato il presente in Cerchio oggi il di dodici Maggio Milleottocentosessan-/tuno, da servire per solo uso penale-/Per estratto Carosone/Il Cancelliere archiviario/Liborio Tuccieri/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi( al margine sinistro vi è impresso il già menzionato sigillo comunale di Cerchio)
- 47r
Provincia di Aquila ( al margine destro si legge : ” N. 54 “ n.d.r. )/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco del detto Comune Certifica./1° Che il nomato D.[on] Isidoro Cianciusi dell’istesso luogo tanto nel proprio no-/me che Sotto nome di altri non è portato ne’ pubblici registri per Somma veru-/na Come Contribuente Fondiaria nel Catasto provvisorio, ma solo il suo padre/col quale unitamente convive Cianciusi Pasquale di Filippo nell’art.[icol]o 130/ di detto catasto è portato per la rendita imponibile di D[ocat]j 13:36 oltre a/ciò nell’art.[icol]o 311 Santa Maria dentro e portato per la rendita imponibile/di D[ocat]j 24:84 Su la quale vi ha dritto nella terza parte come canonico-/2° Che non ha veruna industri(sic) visibile, Solo è Sacerdote-/3° Che vive con la sudetta rendita, e con quello che potrà percepire nelle due fun-/zioni della Chiesa./Rilasciato il presente in Cerchio oggi li 12 Maggio 1861 da servire per solo/uso penale-/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso il più volte menzionato sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )/Visto e Verificato/L’Esattore Fondiaria/A[ngelo] Carusoni/Certifico qui Sottoscritto Sul proprio onore e sulla propria coscienza esser/vero dietro Verifica quanto col Soprascritto Certificato si dice./Cerchio li 12 Maggio 1861/Per l’arciprete assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso un altro sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )
- 47v
I.M.I. ( al margine sinistro si legge : “ N. 55 “ n.d.r. )/Certifico mio qui sottoscritto Canonico decano f[acente]f[unzion]e da parroco del Comune di/Cerchio,per essere il titolare assente, che Visto i registri de’ nati di questa parroc-/chia presso di me esistente ho trovato che Isidoro Continenza Figlio di Vincen-/zo, e della fu Colomba Corsetti, è nato il di venti Aprile Milleottocentodue-/Per la verità Se ne rilascia il presente Certificato da servire per solo uso penale/Cerchio 12 Maggio 1861-/Per l’arciprete curato assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso il sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )
- 48r
Provincia di Aquila ( al margine destro si legge : “ N. 56 “ n.d.r. )/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto del Comune sudetto f[acente]f[unzion]e da Sindaco Certifica/Che il nomato Isidoro Continenza Sotto l’art.[icol]o 677 del Catasto provviso-/rio è portato per la rendita imponibile di D[ocat]j 68:13/2° che non a veruna industria visibile, Solo quella di agricoltura/3° Che vive con la sudetta rendita, e con la sudetta industria di agricoltura./Rilasciato il presente in Cerchio oggi li 12 Maggio 1861 da servire per solo uso/penale/Il 2° Eletto f[facente]f[unzion]e da Sindaco/( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )/Visto e certificato/L’Esattore Fondiaria/A[ngelo] Carusoni/Certifico io qui sottoscritto sul proprio onore e sulla propria coscienza es-/ser vero dietro verifica quanto sol Soprascritto certificato si dice-/Cerchio 12 Maggio 1861-/Per l’arciprete assente/Il Canonico decano delegato/Nicola Tuccieri/Visto/Il 2° Eletto f[facente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso nuovamente il solito sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )
- 48v
Estratto di nascita di Francesco di Natale Iacobacci ( al margine destro si legge : “ N. 57” n.d.r. )/Copia = Numero 30 = Oggi che sono li Venticinque del mese di Dicembre del/presente anno Milleottocentonove ad ore ventuno è comparso aventi del Signor Sin-/daco di questa Università il Signor Luigi Iacobacci naturale di Cerchio di pro-/fessione Agricoltore di anni quaranta domiciliato in detta università, ed abi-/tante nella strada detta borgo nuovo. Il medesimo ha presentato un bambino,/che ha dichiarato esser suo figlio naturale, e legitimo in costanza del Matrimo-/nio contratto con Rosaria Febbonio abitante nella strada detta borgo. Il quale/è nato il giorno di sopradetto del mese di Dicembre ad ore nove della notte, ed/a tenore della dichiarazione se li sono imposti i Seguenti nomi Francesco Nata-/le = Ed essendosene da detto Signor Luigi Iacobacci fatta , e Sottoscritta la for-/male dichiarazione in presenza del Signor Sindaco, e de due testimonj, che sono/i Signori Francescantonio Ciaglia di Professione Medica di anni ventotto domicilian-/te in detto Comune, ed abitante nella strada loco detto puzzacchio. Giovanni di/Francesco Cipriani, agricoltore di anni ventisette, domiciliante in detto comune,/Strada in borgo, che originalmente da me si conserva nel Volume delle cautele/del presente registro = E per esecuzione della Legge Se ne fatta la inscrizione nel/presente libro = d’Amore = Il Parroco di Cerchio Certifica che l’amministrazione/del Santo battesimo al neonato, è Seguita oggi li Venticinque dicembre Milleotto-/centonove = L’Arciprete Curato = Francescantonio d’Amore ( !! – L’Arciprete era ancora Don Angelo D’Amore, deceduto a Cerchio il 17.7.1820, zio del sopramenzionato don Francescantonio D’Amore n.d.r. )-/Rilasciato il presente in Cerchio oggi il di dodici Maggio Milleottocentosessantuno,/da servire per solo uso penale-/Per estratto Conforme/Il Cancelliere Archiviario/Liborio Tuccieri/Visto/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo comunale del Comune di Cerchio n.d.r. )
- 49r
Provincia di Aquila ( al margine destro si legge : “ N. 59” n.d.r. )/Circondario di Avezzano Mandamento di Pescina/Comune di Cerchio/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco del Comune di Cerchio certifica-/1° Che il nomato D.[on] Francesco Iacobacci dell’istesso luogo tanto nel proprio nome/che Sotto nome di altri non è portato ne’ pubblici registri per Somma veruna/come contribuente Fondiaria nel catasto Provvisorio, ma solo il fu Suo Padre/Iacobacci Luigi nell’art.[icol]o 209, e 210, di detto Catasto è portato per la rendita/imponibile di detti due art.[icol]i di D[ocat]j 90:23, quale rendita è divisibile tra esso/D.[on] Francesco, Aurelio, e Teodosio Fratelli Iacobacci per la parte che a ciascun/di loro li compete./2° Che non ha veruna industria visibile, solo la professione da Notajo che esercita-/3° Che vive con la Sudetta rendita, colla detta professione da Notajo-/Rilasciato in Cerchio oggi li 12 Maggio 1861 da Servire per solo uso penale-/Il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Paolo Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )/Visto e Verificato/L’Esattore Fondiaria/A[ngelo] Carusoni/
- 49v
Estratto di Nascita di Angelo Paolo d’Amore ( al margine destro si legge : “ N. 59 “ n.d.r. )/Copia = Atto di Nascita = Num. 4 d’ordine = L’anno Milleottocentoventisette/il di Venticinque del Mese di Gennajo alle ore Sedici Avanti di noi Lorenzo d’a-/more Sindaco ed Uffiiziale dello Stato Civile del Comune di Cerchio Distretto/di Avezzano Provincia di Aquila, è comparso Vincenzo d’Amore di anni venti-/sette di professione lavoratore domiciliato in Cerchio, il quale ha presenta =/to un Bambino Secondocchè abbiamo riconosciuto, ed ha dichiararo lo stesso è/nato da Nunziata Paneccasio di anni venticinque di professione filatrice domi-/ciliata in Cerchio, e dal dichiarante Vincenzo d’Amore di anni ventisette di pro-/fessione lavoratore domiciliato in Cerchio nel giorno Ventiquattro del mese di Gen-/naro anno Milleottocentoventisette alle ore ventidue nella casa di Sua abitazio-/ne= Lo Stesso ha inoltre dichiarato di dare al Bambino il nome di Angelo Pao-/lo = La presentazione, e dichiarazione anzidetta si è fatta alla presenza di Giu-/seppe Pantano di anni ventotto di professione lavoratore regnicolo, domicilia-/to in Cerchio, e di Alesandro Ciofani di anni trentacinque di professione Fer-/raro regnicolo, domiciliato in Cerchio, Testimoni intervenuti al presente atto, e/da esso Sig.r Vincenzo d’Amore dichiarante prodotti = Il presente atto, che/abbiamo formato all’uopo è stato inscritto sopra i due Registri, letto al di-/chiarante, ed ai testimonj ed indi nel giorno, Mese, ed anno come sopra =, fir-/mato da Noi, dal dichiarante, e Testimonj = Vincenzo d’Amore = Giuseppe Pan-/tano = Alesandro Ciofani = Lorenzo d’Amore = Indicazione del giorno in cui/è stato amministrato il Sacramento del battesimo = Num. 4 d’ordine = L’an-/no Milleottocentoventisette il di venticinque del mese di Gennaro, il parroco/di Cerchio ci ha restituito nel di venticinque del mese di Gennaro anno Mille-/ottocentoventisette il notamento, che noi gli abbiamo rimesso nel giorno venticin-/que del mese di Gennaro anno Milleottocentoventisette del Controscritto atto/di nascita in piè del quale ha indicato, che il Sacramento del battesimo è stato/amministrato ad Angelo Paolo d’Amore nel giorno Venticinque Gennaro Milleot-/tocentoventisette = In vista di un tale notamento dopo di averlo cifrato abbia-/mo disposto, che fosse conservato nel volume dei documenti al foglio quattro=/Abbiamo inoltre accusato al parroco la ricezione del medesimo, ed abbiamo for-/mato il presente atto che è Stato inscritto Sopra i due registri in margine del/corrispondente atto di nascita, ed indi lo abbiamo firmato = L’uffiziale dello Sta-/to Civile = Lorenzo d’Amore-/Rilasciato in Cerchio oggi li dodici Maggio Milleottocentosessantuno,/da servire per Solo uso penale-/Visto il 2° Eletto f[acente]f[unzion]e da Sindaco/Pietro Costanzi ( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo comunale di Cerchio n.d.r. )/Per estratto Conforme/Il Cancelliere Archiviario/Liborio Tuccieri
- 50r
- 18278 del Registro XIII N. 27 della Causa ( le rimanenti due pagine sono in parte scritte a stampa ed in parte a mano. Al margine destro si legge : “ N. 60 “ n.d.r. )/Ramo della spesa al criminale Circondario di Pescina/SPECIFICA delle spese non urgenti occorse nella Causa a/carico di Francesco Meogrossi, ed altri di Cerchio -/prevenuti di reati politici-/in persona di =/agitata presso della R.[egi]a Giustizia di Pescina/nella Provincia di Abruzzo Ultra Secondo nel mese di maggio/1861
- 50v e f. 51r
In realtà è un unico foglio cucito alla metà tale da formare il foglio 50v e foglio 51r ( a questo, al margine destro, in alto, si legge : “ N. 61 “ n.d.r. ). Qui vengono riportati il :” Nome e Cognome delle parti prendenti” con “ Loro qualità” ed “ Oggetto del Pagamento”, con i “Fogli del processo” e la “ Somma delle spese fissatedal Giudice”. “D.[on] Felice Faraone” “ R.[egi]o Giudice” “ Per un viaggio da Pescina a Cerchio con una pernottazione” “ 16 a 32” “ 2.60 ”; D.[on] Francesco Petroni” “ Cancelliere” “Per simil viaggio e ventinove dichiarazioni affermative” “ 3. 13-/a15. 71/21 a 32/36 a 39”; “3.70”; “ D. Pietro Palladino” “ Usciere “ Per due simili viaggi ed altro da Pescina a S. Benedetto con ventotto citazioni a carico” “ 12. 20/35” “ 3.08 “. Per un totale di Ducati 9.38″ n.d.r. ).
Note
- Luigi Macchiusi, nato a Pescosolido (Frosinone) il 9 Ottobre 1794 da Salvatore ed Elisabetta Mariani. Fu inscritto , come “ 1° assistente ascritto in Celano “ nella vendita carbonara del comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo”. Fu sindaco di Cerchio dal 1831 al 1847. Svolse anche, come impiegato del Comune di Cerchio, l’attività di “sonatore di organo”. Morì a Cerchio il 18 Marzo 1873.
- Paolo d’Amore, nato a Cerchio il 26.2.1794 ed ivi deceduto il Dicembre 1865. Fu inscritto come carbonaro, alla “Vendita di Leo” del Comune di Cerchio. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.
- Pasquale d’Amore, nato a Cerchio il 2.8.1781 e deceduto in Avezzano il 28.3.1850. Fu Gran Maestro della vendita carbonara del comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo”. Amiconi F. : “ Lacarboneria a Cerchio op.cit.”
- Gaetano Panaro, nato a Cerchio il 8.8.1831, da Giuseppe e Fortunata Antidormi. E’ questi il fratello maggiore dei garibaldini cerchiesi Luigi Antonio, Raffaele ed Antonio i quali parteciparono allo scontro a fuoco del 8 Novembre 1867, a Subiaco, contro gli zuavi papalini. In quel cruento scontro morì il sunnominato Antonio insieme ad altri due commilitoni. Amiconi F. : “ Serafino de’ Giorgio e la spedizione marsicana nell’Agro romano del 1867”, Edizioni Kirke Cerchio, 2011.
- Pietrantonio Santarelli nacque a Cerchio il 22 Aprile 1823 da Giacomo e da Maria Onorata Massaro. Anche lui insiene ai tre fratelli Panara Antonio, Luigi e Raffaele prese parte al cruento scontro a fuoco dell’11 Novembre 1867 nella città di Subiaco contro gli zuavi pontifici. Amiconi F. : “ Serafino de’ Giorgio op.cit.”.
- Nato a Cerchio il 3 Dicembre 1800 da Giovan Pasquale e Caterina di Marcantonio di Magliano.Si unì in matrimonio con Mattia Collacciani di San Pelino. Morì a Cerchio all’età di circa 80 anni, il 21 Giugno 1880. Mio quartavolo.
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Corte d’Appello, Sezione d’Accusa, b. 2
- 1r
Aquila 28 Giugno 1861/il Procuratore del re ha/veduto gli atti a carico di/Francesco Meogrossi/Paolo di Vincenzo d’Amore […]/Isidoro Continenza/D.[on] Pietrantonio Carusoni/D.[on] Beniamino Pietroiusti/Francesco Iacobacci/D.[on] Nicola Tuccieri detenuto/imputati/Di provocaz.[ion]e diretta agli/abitanti del regno a com-/mettere i reati preveduti/da l’art.[icol]o 120 e Seg[uen]ti[…]/provocaz[ion]e che non ebbe/effetto/Ed i due primi in oltre di/attentato e cospira zio ad /oggetto di cambiare il/Governo./Riserbandosi il P.M. di/ulteriori requisitorie/chiede/Che i detenuti d’Amore/e Tuccieri siano interro-/gati unendosi le perqui/siz.[ion]i/Pel Procuratore del/Re/Il Giudice f[acente]f[unzion]e/A. Aquila
- 1v
L’anno 1861 il giorno 3 Luglio. In Aquila/Noi Pasquale Ludovici Giudice della G.[ran]C.[orte] Crimi=/nale, assistito dal Cancelliere/Onde Sottomettere ad interrogatorio i detenuti/D.[on] Nicola Tuccieri e Paolo d’Amore di Cerchio, li abbiam fatto condurre in questa G[ran].C.[orte] Criminale./Interrogato il primo di essi alla nostra presen=/za libero e Scritto da ogni ligame, a dimanda/ha risposto chiamarsi/Nicola Tuccieri, fu Benedetto, d’avere 55 anni, Sacer=/dote, di Cerchio-/Fattagli nota la imputazione che lo riguarda, ed/interrogato/Ha risposto che quando festeggiavansi il giorno Na=/talizio di S.[ua] M.[aestà] Vittorio Emmanuele egli non/potette cantare il Te Deum perché assente dal/paese, ma a ciò si adempì dagli altri Sacerdoti./Che in tutti gli altri rincontri poi vi ha sempre/adempiuto e per essere attaccato all’attuale/Governo, come lo sono tutti gli altri di Sua/famiglia, e per essere stato anzi persegui=/tato dal passato governo./Previa lettura e conferma Si è Sott-[oscritto]/Nicola Tuccieri/Ludovici/ ( firma illeggibile n.d.r. )/Introdotto Successivamente il secondo libero del/poi da ogni ligame,a dimanda, ha risposto
- 2r
chiamarsi/ Paolo d’Amore, di Vincenzo, di anni 34, fuochista,/di Cerchio.Fattagli nota la imputazione che lo riguarda,/ha risposto di essere innocente: che egli andò una/Sola volta in Avezzano nel mese di ottobre per/pagare 15 docati di roba ad un mercante di/cuojami , e siccome vi fu coincidenza in quel co=/mune dell’arrivo di Giorgi, così i suoi male=/voli han preso tale occasione, calunniandolo/Ad ogni altra dimanda, è stato negativo./Previa lettura e conferma, si è sott.[oscritt]o/Paolo D amore/Ludovici/( firma illeggibile n.d.r. )
- 2v
Aquila 3 Luglio 1861/Il P.M./Veduti gli atti a carico di/Francesco Meogrossi det.[enut]o/Isidoro Continenza/D.[on] Pietrantonio Carusone/D.[on] Isidoro Cianciusi/Beniamino Pietro Iusti/Francesco iacobacci/D.[on] Nicola Tuccieri, tutti di Cerchio/imputati/Di diversi fatti pubblici diretti/a provocare gli abitanti del Regno/d’Italia a distruggere e cambiare/il Governo, e di due giorni di atten-/tato e cospirazione tendente a cam-/biare il Governo/Poiche a carico de’ sudetti im-/(al margine sinistro si legge : “ 4 Luglio 1861/[…]/P./M./L.” n.d.r. )putati, tranne pel Meogrossi, dal-/la istruzione del processo non risul-/tano indizi Sufficienti di reità/Chiede/Che gli atti siano conservati in/archivio, ed escarcerati Paolo/di Vincenzo d’Amore, e D.[on]Nicola/Tuccieri/Riserba il minist.o Pubblico in/ogni Stato di causa le sue requi-/sizioni sul conto di Francesco/Meogrossi,ora giudicabile per altro/crimine/Il Giudice f[acente]f[unzion]e/A. Aquila/
- 3r
VITTORIO EMMANUELE II. (il documento in parola è scritto in parte a stampa ed in parte a mano n.d.r. ) PER LA GRAZIA DI DIO E PER LA VOLONTA’ DELLA NAZIONE/RE D’ITALIA/La Gran Corte Criminale del 2. Abruzzo Ulteriore/Composta dai Signori D.[on] Alessandri Presidente, Naldi e Ludovici/Giudici con l’intervento del Signor Aquila gidice f[acente]f[unzion]e da M.° P./Veduti gli atti a carico di Francesco Meogrossi, Paolo di Vince=/zo d’Amore, Isidoro Continenza, D.[on] Pietrantonio Carusone, D.[on] Isi=/doro Cianciusi, Beniamino Pietrojusti, Francesco Iacobacci,/e D.[on] Nicola Tuccieri tutti di Cerchio, imputati di discorsi e fatti/pubblici diretti a provocare gli abitanti del Regno d’Italia a distrug=/gere e cambiare il Governo, e di due giorni di attentato e cospirazione/tendente a cambiare il governo/Veduta la requisitoria del P.M. con la quale ha osservato che a carico de’/Suddetti imputati, tranne pel Meogrossi, dalla istruzione del/processo non risultano indizi sufficienti di reità, ha chiesto conservarsi/gli atti in archivio, escarcerandosi Paolo di Vincenzo d’Amore e D.[on] Nicola/Tuccieri; e riserbando le sue Req.[uisitorie] In ogni stato di causa sul conto del Meo=/grossi ora giudicabile per altri crimini/Inteso il rapporto del Sig. Ludovici/Udito oralmente il P.M. il quale si è rimesso alla sua scritta requisitoria,/ed indi si è appartato./LA GRAN CORTE/Ritenendo in linea di considerazione la stessa osservazione del P.M. e fa-/cendo dritto alla di lui domanda./AD UNANIMITA’/Ordina conservarsi gli atti in archivio, ed escarcerandosi Paolo/di Vincenzo d’Amore e D.[on] Nicola Tuccieri. Riserba ad esso/M. P.° le sue Requisitorie on ogni stato di causa sul conto di/Francesco Meogrossi ora giudicabile per altro crimine/Fatto in Aquila li 4 Luglio 1861/D’Alessandria/[…]/Ludovici/[…]
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Corte d’Apello, Sezione d’Accusa, b. 15
f.1r
VITTORIO EMANUELE II.( il citato documento è scritto parte a stampa e parte a mano. Al margine destro si legge: “ 184” n.d.a.)/PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA’ DELLA NAZIONE/RE D’ITALIA/La Corte di Appello degli Abruzzi, sezione di accusa, composta dai Signori De Sanctis Presidente, Durante e […]/Consiglieri/Udita la relazione degli atti fattasi dal sig. Grumelli/Sostituto Procuratore Generale del Re, e datasi/dal Cancelliere Sostituto di questa Corte sig. Francese/lettura di tutte le carte del processo for-/matosi dal Giudice di Pescina/contro,/I Carcerati . Domenico Iacobucci(1), Francesco d’Amico, ed/Alessio Massari(2) di Cerchio/Imputati/Di detti e fatti pubblici tendenti a Spargere il malconten-/to contro il Governo, reato previsto dall’articolo/471 del Codice penale/Il sig. Sostituto Procurator Generale ed il Cancelliere So-/stituto essendosi ritirati/LA SEZIONE DI ACCUSA/Vedute tutte le carte del processo lasciate sul tavolo di/questa Corte dal predetto signor Procurator generale Sostituto/unitamente alle di lui requisitorie scritte e da lui sottoscritte,/con le quali ha chiesto che la Sezione pronunziando l’accusa/
- 1v
rinvii gl’imputati medesimi innanzi la Corte di Assi-/se del Circolo di Aquila-/Dal processo Scritto ha rilevato il Seguente/Fatto/Nel di 8 Ottobre 1860. Domenico Iacobacci, Francesco/D’Amico ed Alessio Massari di Cerchio di Pescina pre-/sero a gridare “ Viva Francesco 2=°, accidenti ai/Carbonari”./Visto l’indulto del 17 Febbrajo 1861./Dichiara/Abolita l’azione penale in virtù della Sovra-/na Indulgenza del 17. Febbrajo 1861./Dato in Aquila nel palazzo della Corte di Assise/il dì 14 Giugno 1862/Giuseppe De Sanctis/( seguono altre firme illeggibili n.d.r. ).
Note
- Sicuramente il cognome è Iacobacci. Al momento non riusciamo a capire, purtroppo, quale Domenico Iacobacci sia in quanto esistono, in quel lasso di tempo, più di un Domenico Iacobacci.
- Alesio Massaro nato a Cerchio, da Antonio e da Maria Croce Meogrossi, il 30 Aprile 1835.
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Corte d’Appello, Sezione Accusa, b. 19
- 1r
Vittorio Emanuele S:[econ]do ( al margine destro si legge “740” n.d.r. )/Per Grazia di Dio e per volontà della Nazione/Re d’Italia/La Corte di Appello di Aquila degli Abruzzi, Sezione/di Accusa, composta dai Signori/Cav:[alier]e Pietro Ruscone- Presidente/Cav:[alier]e Francesco Pautonetti/Antonio Parasassi Consiglieri/Udita la relazione degli atti fatta nel dì 9 corrente/Giugno dal Sig. Grumelli Sostituto Procuratore/Generale del Re; e datasi dal Commesso di questa/Corte Sig: De Paolis lettura di tutte le carte del/processo formato/Contro il detenuto/Giacomo Giorgi fu Matteo di anni 60 nato in/Tagliacozzo, e domiciliato in Civitella Roveto/Imputato/1° Di attentato avente per oggetto di cambiare e distrug-/gere la forma di Governo suscitando la guerra/Civile tra gli abitanti dello Stato inducendoli/
- 1v
ad armarsi gli uni contro gli altri, e portare la de=/vastazione ed il saccheggio contro una classe di per=/sone avvenuto in Balsorano li tre ottobre/1860./2° Di organizzazione di banda armata ad oggetto di/commettere i crimini previsti dagli Articoli 156./e 157. Codice Penale/3° Di organizzazione di banda armata che ha avuto/ per oggetto di commettere i crimini preveduti dagli/Articoli 156. e 157. Codice Penale, e di tre estor=/sioni commesse in danno di Antonio e D.[on] Giuseppe/D’Amore e D.[on] Pietrantonio Carosone avvenuto/in Cerchio li 8. Ottobre 1860./Il Sig. Sostituto Procuratore Generale del Re, ed il/Commesso essendosi riterati/La Sezione di Accusa/Vedute tutte le carte del processo lasciato nel Sudetto gior=/no sul tavolo di questa Corte dal predetto Sig:[no]r So-/stituto Procuratore Generale del Re, unitamen-/te alle di lui requisitorie scritte e da lui sotto=/scritte con le quali ha chiesto: che si dichiari/non farsi luogo a procedimento per la organizza zio-/
- 2r
ne di banda armata, e di accoscendersi le co= ( si legge sopra scritto da altra mano “741” reca a fianco la cancellatura del numero originale 642 n.d.r. )/go a pronunziare novella accusa per l’atten-/tato diretto a cambiare le forma di Governo,/ordinandosi invece che gli atti relativi pel/reato commesso in Balsorano siano riuniti co’/presenti atti, e con gli altri sud.[dett]i quali Simi-/glianti accuse pronunziandosi./Che sia poi Giacomo Giorgi accusato e riunito alla/Corte di Assise del Circolo di Aquila per i tre/furti qualificati, quello a danno del Sig. Antonio/D’Amore pel valore e per la violenza ( minacce e/numero di persone armate maggiore di due – ( al margine sinistro vi sono 4 firme illeggibili n.d.r. )/quello a danno di Giuseppe D’Amore (1) anche pel/valore e per la violenza/ numero di persone arma-/te maggiore di due)- e quello in pregiudi-/zio dell’Arciprete Sig.[nor]e Pietrantonio Caru-/sone per la violenza ( numero di persone/armate maggiore di due) e tutte e tre accompa-/gnati da violenza pubblica a’ sensi degli Articoli/407.408.409.421.423.141.149. LL.PP./abolite/Ossia/
- 2v
Per le tre estorsioni, una di D.[ucat]j 1000/di un cavallo del valore di D[ucat]j 60 e di quattro/some di grano del valore di Ducati 32. Pari a lire/4648.88 a danno del Sig: Antonio D’Amo-/re di Cerchio; un’altra di D.[ucat]j 100 e tre Some/di grano del valore di D:[ocat]j 24 paria a Lire/526.99 a danno del Sig. Giuseppe D’Amore/dello stesso Comune, e l’altra di una Soma di gra-/no del valore di D.[ucat]j 8 pari a Lire 34 a danno/dell’Arciprete Sig. Antonio Carusone(2) com-/messe in Cerchio con minacce ed altri modi ad/incutere timore, il di 8. Ottobre 1860. A norma/dell’Articolo 601 Codice Penale in vigore/E che si confermi la di lui cattura/Considerato che in riguardo alle imputazioni enun-/ciate in rubrica ai N.[umer]i 1 e 2, riguardanti furti/commessi in Balsorano nell’Ottobre 1860, con/Sentenza 20. Gennaio 1864 di questa Sezione di/Accusa venne fatta riserva al Pubblico Ministe-/ro di procedere sul conto dell’imputato Giacomo/Giorgi per avere lo stesso Pubblico Ministero/avvertito dovere l’imputato rispondere di altri/
- 3r
reati (al margine destro si legge:” 742” è stato corretto da altra mano n.d.r. ) Considerato, alla altra imputazione collocata/ in rubrica al N° 3 riguardante i tre reati/commessi in Cerchio precisamente nell’Ottobre 1860 di cui col rapporto 28 Marzo 1861 del Guar-/dia Istruttore di Avezzano e relativo volume/N° 21 de’ misfatti, che la cessata Gran Corte/Criminale degli Abruzzi nel 19 Aprile 1862/ebbe già ad ordinare la spedizione del mandato/di arresto contro esso imputato Giacomo Giorgi/medesimo ( nel margine sinistro si legge: “ Contanelli/Rusconi/Parasassi/De Paoli” n.d.r. )/considerato che coll’altra sentenza 1° Maggio 1866 di/questa stessa Sezione di Arresto essendosi effettua-/to l’arresto dell’imputato Giorgi, fu ordinato/il di lui interrogatorio e per tali tre imputazio-/ni e per l’altra nella Sentenza medesima Ve-/rificato al susseguente N° 4 di rubrica, sulla/quale ultima quarta sentenza sta a deliberare/con altra odierna Sentenza./Considerato che dell’interrogatorio del Giorgi essendosi/il 13 detto Maggio rimesso all’incartamento rela=/tivo con le relazioni degli altri atti presentati tut/
- 3v
ti non si raccolgono gli estremi dell’organizzazio=/ne di banda armata; ma sibbene rei relativi atti d’im-/putazione concernente i fatti contemplati ai N.[umer]i/ 1 e 2 di rubrica per gli avvenimenti di…./[…] si riscontrano invece gli estremi dell’attuale/diretto a cambiare la forma del Governo contem-/plato dall’Articolo 123 delle cessate Leggi Penali/e dall’Articolo 156 del Codice Penale attuale/testando il Giorgi stesso avere egli avuto lo scopo/si operare in servizio e nell’interesse di un Reg-/no e di una Dinastia caduti dal potere in tem-/pi, nei quali il Governo Nazionale Italiano era-/si già instaurato nel già Regno delle Due Si-/cilie e sua Capitale./Considerato che nell’imputazione collocata in rubri-/ca al N° 3 riguardante i fatti perpetuati/a Cerchio, vengono a ravvisarsi gli estremi di/attentato alla proprietà da violenza pubblica, che/furono commesse nei sensi dell’Articolo 61/del Codice Penale ora vigente e dagli Articoli/408. 409. 421. 423. 147. e 149 del…/
- 4r
Penali aboliti per le quali si hanno in altri pa-/tenti prove, che nelle specialità per l’estorsione/o furto qualificato pel valore, per la violenza (mi-/naccie e numero di persone armate più di due) in/pregiudizio di D.[on] Antonio D’Amore di Ducati/Mille in contanti e di un cavallo del valore di/Ducati sessanta e quattro Salme di grano del prez-/zo di Ducati trentanove si descrivono principal-mente dalle pezze nai fogli 12.42.43.44.45./46.73.74. del Volume N° 21 dei mi-/sfatti; e per l’altra estorsione o furto qualificato/pel valore e per la violenza(numero di persone/armate più di due in pregiudizio di D.[on] Giuseppe D’Amore([Fracassi n.d.r.] di Ducati Cento in contanti e tre/Salme di grano del valore di Ducati ventiquattro,/nonché per l’altra estorsione e furto qualificato/per la sola violenza di una Salma di grano fattasi/consegnare dall’Arciprete D.[on] Pietrantonio Caru-/sone del valore di Ducati otto in principalità so-/no portate dalle pezze segnate in N° 13.14./42.43.44.45.46.73.74 del volume/stesso
f.4v
Considerato circa l’attentato diretto a cambiare/forma del Governo costituito dai furti perpe-/trati in Balsorano, che trovano già pene pre/viste per siffatto titolo di reato diverse altre ac-/cuse, per il che non è il caso di fare luogo a pro-/nunciarne delle ulteriori, bastando che si faccia/luogo ad ordinare degli atti relativi siano riu-/niti agli altri sui quali le precorse accuse si/pronunciavano./Considerato che cadauno dei tre reati di cui/sopra perpetrati in Cerchio è colpito da pene/criminali per cui il conoscerne e giudicarne/sta nella competenza della Corte di Assise/Visti gli Articoli 434. E 437. del Codice di Pro-/cedura Penale/Dichiara non farsi luogo a procedimento per la/organizzazione di banda armata, e di non esser-/vi luogo a pronunziare novella accusa per l’at-/tentato diretto a cambiare la forma del Governo/ordina invece che gli atti relativi pel reato/commesso in Balsorano siano riuniti co’ pre-/senti e con gli altri su i quali somiglianti accuse/
- 5r
Per pronunziavasi ( al margine desto si legge : “ 744” corretto da altra mano n.d.r. )/Pronunzia poi l’accusa contro il Sunnominato/Giacomo Giorgi, fu Matteo, di anni 60, nato/ a Tagliacozzo e domiciliato in Civitella Rove-/to per lo reato./Di tre furti qualificati, quello a danno del Sig./Antonio D’Amore pel valore e violenza (mi-/nacce e numero di persone armate maggiore di/due-/quello a danno di Giuseppe D’Amore[ Fracassi n.d.r.] an-/che pel valore e per la violenza ( numero di/persone armate maggiore di due- e quello/in pregiudizio dell’Arciprete Sig.Pio ( è scritto da altra mano n.d.r. ) Antonio ( è Pietrantonio Carusoni n.d.r. )/Carosone per la sola violenza ( numero di per-/sone armate maggiore di due )- e tutti e tre accom-/pagnati da violenza pubblica a’ sensi degli Articoli/ 407.408.409.421.4223.147.149. LL.PP./abolite/Ossia/Di tre estorsioni, una di D[ucat]j 1000 di un caval-/lo del valore di D[ucat]j 60 e quattro some di gra-/no del valore di D[ucat]j 32- pari a Lire 4640:88/ a danno del Sig: Antonio D’Amore, un’altra di
- 5v
di D[ucat]j 100 e tre salme di grano del valore di D[ucat]j/24 pari a Lire 526.99 a danno di Giu-/seppe D’Amore (Fracassi n.d.r. ) dello stesso Comune e l’altra/ di una soma di grano del valore di D[ucat]j pari/ aLire 34 a danno dell’’Arciprete Pio: (è scritto da altra mano n.d.r. ) Antonio( è Pietrantonio Carusoni n.d.r. )/Carusone- Commesse in Cerchio con minacce/ ed altri modi atti ad incutere timore, il di 8. /Ottobre 1868, a’ sensi dell’Articolo 601 Codice/Penale in vigore/E lo riunirà innanzi alla Corte di Assise del Circolo/di Aquila degli Abruzzi per l’ulteriore pro-/cedimento./Conferma la di lui cattura ed ordine che lo stesso sia/tradotto nelle carceri giudiziarie di questa Città/qualora già non vi si trovi./Ordina che questa Sentenza di unita all’altto di accusa/che sarà formato dal Sig. Procuratore Generale/del Re, sia notificata all’imputato sudetto ai/termini dell’Articolo 443, Codice di Procedu-/ra Penale/Dichiara di essersi osservate tutte le formule previste/dall’articolo 427 e sequenti Suddetto Codice/
f.6r
[…] Signor Buscone ( al margine destro si legge : “ 745” scritto e corretto da altra mano n.d.r.)/Dato in Aquila degli Abruzzi nel Palazzo della Corte/di Appello il dì Undici Giugno 1866./Dritto di Cancelleria L:[ir]e 3:00/La Sud[ett]a Sent:[enz]a è stata dal Sott.[oscritt]o comu-/nicata al Pubb:[lic]o Min.[ister]o in conformità/dell’Art.[icol]o 390. Del Reg.[olament]o in vigore/Aquila li 12 Giugno 1866/Il Cancelliere/Gaetano Trapassi ( al margine destro sono poste le seguenti firme : “ Rusconi “/ “Pantanelli”/”Parasassi”/”De Paoli” n.d.r. ).
Note
- E’ Giuseppe D’Amore Fracassi vedi appendice.
- E’ Pietrantonio Carusoni vedi appendice.
APPENDICE I
ATTI/DEL PARLAMENTO ITALIANO/SESSIONE DEL 1861/1° period, dal 18 febbraio al 23 Luglio/SECONDA EDIZIONE RIVEDUTA/DA/GIUSEPPE GALLETTI E PAOLO TROMPEO/DISCUSSIONI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI/TORINO 1861/EREDI BOTTA, tipografi della Cametra dei Deputati/Palazzo Carignano/PROPRIETA’ LETTERARIA
TORNATA DEL 7 MARZO 1861
Pag. 173
“[…]L’ELEZIONE DEL COL-/LEGIO DI Avezzano, dopo alcune osservazioni dei deputati Massari, Panettoni relatore, e Ara, è annullata[…]”
Pag. 175
“[…]PANATTONI, relatore. A nome del VI ufficio riferisco/sulla elezione di Avezzano, avvenuta nella per-/sona del generale Mariano d’Ayala. Il resoconto di questa e-/lezione fu trattenuto per avere schiarimenti intorno alle cir-/costanze delle quali ora vo a discarico./Questo collegio è composto di quattro sezioni: Avezzano,/Carsoli, Tagliacozzo e Borgo Collefegato. Quale però sia il/complesso dei votanti di quel collegio non si conosce. Esiste/solamente il processo verbale della riunione della sezione/principale di Avezzano./ In codesta sezione erano iscritti 184 elettori, e ne compar-/vero al primo squittinio 134; e questi dettero al generale/D’Ayala voti 71; al Signor Orazio Mattei 57; e gli altri voti an=/darono dispersi./Le operazioni della prima sezione di Avezzano sono mate-/rialmente regolari. Ma il seggio elettorale, nel proclamare il//risultato definitivo, si contentò di annunziare i risulta-/menti della votazione ottenuta nella sola sezione principale,/e non fece motto alcuno delle altre tre sezioni; ma proclamò il/deputato senza indicare in modo alcuno che cosa fosse successo/nelle altre tre sezioni secondarie, benché per lo meno fosse/facile attribuire allo stato politico delle medesime la man-/canza dei verbali relativi. Quindi il verbale definitivo omette/qualunque spiegazione sulla mancanza dei verbali tre fra/quattro sezioni; ed anzi neppure sappiamo se esse fossero/convocate, né conosciamo il numero dei loro elettori, né/possiamo stabilire la frazione necessaria per costituire il terzo/e rispettivamente la metà dei votanti./La prima sezione del collegio di Avezzano agì dunque come/dopo il diluvio di Deucalione, facendo tutto da sé e per sé,/nella prima sua riunione; quasichè le altre sezioni non fos-/sero esistite, e non potessero nemmeno rammentate./Così fu proclamato deputato il generale D’Ayala, sol perché/aveva ottenuto più del terzo dei voti della sezione prin-/cipale./La Camera altra volta ha esaminato la questione della man-/canza di qualche sezione a dare il voto; e se, questa man-/canza dipendeva da forza maggiore o da qualche altra/causa valutabile, se non influiva sul risultato complessivo/dei voti, la Camera stessa proclamò valida l’elezione. Ma, nel caso presente, è egli possibile che il generale D’Ayala sia va-/lidamente eletto deputato con soli voti 71, riportati in una/sola delle quattro sezioni, senza che abbiasi traccia veruna/di ciò che si facesse nelle altre tre?/L’ufficio VI è stato perciò di parere che quest’elezione non/sia valida./Del resto poi, da quanto ce ne disse qualcuno dei nostri/Onorevoli colleghi, il quale conosce il generale D’Ayala, l’e-/letto stesso desidera di poter meglio e più degnamente rap-/presentare il proprio Collegio, non potendo con soli 71 voti/esser espressa la intenzione della maggioranza/Io quindi ho incaricato dal VI ufficio di proporvi l’annulla-/mento dell’elezione del collegio di Avezzano./MASSARI. Chieggo facoltà di parlare./PRESIDENTE.Ha la parola./MASSARI. Ame pare che, prima di prendere una risolu-/zione, la Camera debba considerare quali fossero le condi-/zioni del circondario elettorale di Avezzano, allorchè l’ele-/zione ebbe luogo. Queste condizioni tutti i miei colleghi le/conoscono. Gran parte del distretto di Avezzano, e segnata-/mente quei luoghi i quali fanno parte delle sezioni che non/hanno partecipato alla votazione, erano invase dalle orde pa-/paline e borboniche. Io non so se dunque se, annullando l’e-/lezione, non si verrebbe a conferire, in certo modo, alle pre-/lodate orde il diritto di fare e disfare i deputati della na-/zione./Mi si potrà obbiettare che la Camera si appigliò già al par-/tito di annullare, l’altro giorno, l’elezione di Poggio Mirteto,/le cui condizioni erano pressoché identiche. Ma io farò riflet-/tere che in quell’elezione, oltre a questa circostanza, vi erano/dei vizi di forma, i quali avrebbero certo persuasa la Camera/ a pronunciarne l’annullamento, mentre, nel caso di cui di-/scorriamo, almeno da quanto ci ha riferito l’onorevole rela-/tore, parmi si possa affermare che questi vizi di forma non/vi sonno./Senza proporre la convalidazione dell’elezione, io sotto-/pongo alla Camera il dubbio, se, avuto riguardo alle condi-/zioni eccezionali nelle quali si trovava allora il circondario/elettorale di Avezzano, non convenga convalidare l’ele-/zione del mio onorevole amico generale Mariano D’Ayala./
- 176
RICCIARDI.Domandò facoltà di parlare./Io credo non sarà inutile far sapere alla Camera che l’ono-/revole generale D’Ayala egli stesso mi disse non credersi es-/sere stato abbastanza eletto, essendolo stato da piccolissimo/numero di elettori; dimodochè io ritengo che s’andrebbe/contro la volontà dell’eletto, ove si volesse sulla con-/validazione dell’elezione./ARA. Credo che basti la semplice osservazione che sto/per presentare, per dimostrare alla Camera, come l’ele-/zione di cui si tratta debba essere annullata. E’ necessario,/perché sia nominato un deputato al primo scrutinio, che ot-/tenga il terzo dei voti degli elettori inscritti; se si fosse fatto/ballottaggio nella presente elezione, allora potrebbero sude-/sistere gli argomenti addotti dall’onorevole Massari; ma sic-/come si è nominato il signor D’Ayala al primo scrutinio, è/evidente che, avendo egli ottenuto soltanto voti 71, numero/che non corrisponde al terzo degli inscritti, per pochi che fossero/nelle altre sezioni, è evidente, dico, che l’elezione è nulla/radicalmente per difetto del numero legale degli inscritti./Una voce. Ebbe il terzo degli inscritti!./ARA. Ebbe il terzo certamente degli elettori dell’unica/sezione la quale votò, ma è ben facile argomentare che non/poteva avere ilterzo degli inscritti di tutto il collegio./A me pare dunque che questa ragione sia sufficiente per/dimostrare doversi annullare l’elezione di cui si tratta./PANATTONI, relatore. Aggiungerò uno schiarimento per/fare più tranquillo l’onorevole deputato Massari. Non è que-/stione qui di stare al fatto delle orde borboniche (contro cui/tutti vorremmo, almeno moralmente, combattere), ma sol-/tanto vedere se il diritto degli elettori sia stato spiegato/ed inteso, ossia se la elezione possa dirsi avvenuta di fronte/alla legge./MASSARI.Havvi il caso di forza maggiore./PANATTONI, relatore. Ma qui, per quanto pare, il collegio/non fu integralmente convocato; giacchè nemmeno risulta/che le sezioni impedite dalle orde borboniche, abbiano sa-/puto che si faceva la votazione. Se il collegio fosse adu-/nato, e non tre, ma solo qualche sezione non avesse potuto/o non avesse voluto concorrere, allora avrebbe fondamento/ l’osservazione fatta dall’onorevole Massari. Ma se, per l’oppo-/sto, il collegio non ha potuto essere convocato, ed in una se-/zione soltanto hanno potuto essere chiamati gli elettori a dar/il voto, allora, come già decise altra volta il Parlamento, la/elezione non è regolare e completa abbastanza. Il caso recen-/tissimo di Poggio Mirteto fu risoluto così intermini meno/forti dell’attuale./Erano cinque sezioni, e tre di queste, vale a dire il mag-/gior numero, si erano raccolte. Nel caso di Avezzano noi ab-/biamo la riunione della sola sezione principale; delle altre tre/manca ogni traccia. Nemmeno si sa se vi sia stata convoca-/zione o formalità alcuna che preparasse l’elezione, e que-/sta è l’ultima considerazione cheha determinato l’ufficio VI:/Ond’è che io torno a proporre l’annullamento della ele-/zione./PRESIDENTE./Io pongo ai voti le conclusioni del VI uf-/ficio per l’annullamento della elezione del collegio di Avez-/zano, nella persona del signor Mariano D’Ayala./(E’ annullata)./[…]”
Pag. 672
“[…] TORNATA DEL 24 APRILE 1861/[…]MASSARI, segretario, espone il seguente sunto di peti-/zioni:/7011. Resta Giulio, di Tagliacozzo, provincia di Abruzzo/Ultra secondo, in considerazione dei servizi che allega aver/prestati per la causa nazionale, dei danni sofferti/e per es-/sere privo di mezzi di fortuna, domanda una qualche im-/piego[…]”/TORNATA DEL 21 MAGGIO 1861/PRESIDENZA DEL COMMENDATORE RATTAZZI/[…]
Pag. 1022
“[…]MICHELINI, relatore. A nome dell’Ufficio VIII ho l’onore/di riferire sopra l’elezione del collegio di Avezzano./Questo collegio, il quale si divide in quattro sezioni, consta/di 455 elettori./Nella prima votazione nessuno ottenne la necessaria mag-/gioranza. Nella seconda, sopra 287 votanti, il generale Ma-/riano D’Ayala ebbe 265 voti,Mattei Orazio 12; voti dispersi 9./Cosicchè il signor D’Ayala fu dall’Ufficio proclamato deputato/del collegio di Avezzano./Le operazioni procedettero regolarmente; non vi furono/opposizioni, né proteste; quindi l’Ufficio VIII vi propone per mio mezzo di convalidare quest’elezione./PRESIDENTE. Pongo ai voti le conclusioni del’Uf-/ficio VIII, le quali sono per la convalidazione dell’elezione del/generale Mariano D’Ayala a deputato del collegio di Avezzano./(La Camera approva).[…]”.
PERSONAGGI
GIOVANCRISOSTOMO CONTINENZA
( 1781-1874)
Nacque a Cerchio, da Germano ( in seguito, anche negli atti ufficiali verrà chiamato Gervasio ) e da Berardina Fabrizii di Cagnano, il 24 Novembre 1781 (1). Si unì in matrimonio con Marianna Ciofani, figlia di Venanzio e di Appollonia Marchionni di Cese. Il Nostro fu uno dei 57 carbonari ascritti nel vendita carbonara del Comune di Cerchio denominata “La vendita di Leo “ (2). Fu Sindaco di Cerchio dal 1850 al 1852. Il sunnominato genitore Gervasio (3) fu sindaco dell’Università (Comune) di Cerchio, insieme con Benedetto Tuccieri, nel 1806. Anche suo nipote Carlo Felice Meogrossi, nato a Cerchio il 21.12.1835 da Francesco Paolo e Rachele Continenza ed ivi deceduto il 12.1.1913, fu sindaco di Cerchio dal 1876 al 1878.
Anche per questo personaggio così come per gli altri dobbiamo attingere all’unico documento in nostro possesso : le deliberazioni del Decurionato del Comune di Cerchio (4) attraverso le quali riusciamo appena a sbozzare la sua figura attenta verso la “cosa pubblica” e verso i propri amministrati:
“[…] Nella sed.[ut]a de 19 7bre 1850 Sig.[nor]i Colla data del dì 10 stante mi scrive il Sig.[no]r D.[on] Donato Silvestri avvocato di questo Com.[un]e che si era già emanata dal Sig.[no]r Intend.[ent]e l’ordinanza su la causa delle Selve favorevolmente decisa per noi = come di dritto ( è scritto sopra n.d.r. ) L’uff.[izi]o è questo che le presento; quindi occorre come ne delle di far tirare avanti l’assegna, e per questa vi occorre del danaro: la cosa non ammette intuggio perché poi nelle selve vi cadono le nevi, e non più potrà eseguirsi. Sapete che il Colle ( è l’odierno comune di Collarmele in provincia dell’Aquila n.d.r. ) ha se n’assegna provvisoria è Gagliano ( è l’odierno comune di Gagliano Aterno in provincia dell’Aquila n.d.r. ) vi esercita i suoi dritti solo noi non ne abbiamo affatto, ne poi è sperabile che volessero Gagliano, e Collearmele per la detta assegna di comune consenzo = Si come piacciano quindi risolvere le SS.[signorie] Loro l’occorrente- Il Decurionato Visto l’enunciato uff.[izi]o Considerando che il Comune è totalm.[ent]e sprovvisto di combustibile = Considerando che per tutt’i riflessi il Comune deve tirar avanti la d.[ett]a assegna = Considerando che vi occorre del danaro Considerando che non è sperabile che si potesse farne d.[ett]a assegna di comune Consenzo con gli altri due collitiganti comuni. Così all’unanimità delibera che il Sig.[no]r D.[on] Donato Silvestri Avvocato di questo Com.[un]e si porti dall’Int.[eden]e con questa nostra deliberazione, e facci deliberare una somma da depennarsi all’art.[icol]o 47 dello stato di Variaz.[ion]e di questo Com.[in]e pel corrente anno onde con questa possa eseguirsi l’assegna prima che venchi l’inverno, stante che il Comune di Collarmele mai premmurebbe per d.[ett]a assegna perché và a legnare ove gli si è fatta l’assegna provvisoria, e Gagliano sempre vi è andato, ad allignare, e sempre vi và Il Sindaco Gio:[vanni] Continenza Decurioni Geremia d’Amore Fracassi Francesco iacobacci Salvatore d’Amore Pietro Costanzi Vincenzo Cipriani Pasquale Ciaglia Raffaele Macchiusi[…]
“[…]Nella stessa seduta ( 24 Ottobre 1850 n.d.r. ) Signori Con altra n[ost]ra deliberazione che fu rimessa all’avvocato di questo Comune D.[on]Donato Silvestri fu domandata una deliberanza di una Somma per far fronte alle spese tra questo Com.[un]e e quelli di Gagliano e Colle Armele, per lo che il Sig[no]r Intendente// compiacesse in data di (sic) cadente approvare la Somma di D[ucat]i 50:00 desumibile dall’articolo corrispondente. Son questi già stati totalmente spesi, e se altra deliberanza non si ottiene, non avranno più danaro disponibile per proseguire il giudizio ( è stato cancellato n.d.r. ) la detta divisione incominciata ( è scritto sopra n.d.r. ). Che perciò le Signorie loro deliberino per ottenersi il rinovo ( è stato cancellato n.d.r. )l’approvaz.[ion]e pel rimanente della Somma fissata nell’art.[icol]o 47 dello Stato di variaz.[ion]e del cadente esercizio di altri D[ucat]i 50.00 per tenerli così pronti ad ogni bisogno – Il Decurionato intesa la proposta Considerando che la Somma di D[ucat]i 50.00 approvata dal lodato Sig.[no]r Intendente, quasi esaurita in total parte, non è sufficiente a far fronte a tutte le spese occorrenti per lo Scioglimento di promiscuità tra i sù citati Com.[un]i; ad unanimità delibera che il Sig.[no]r Intend.[ent]e seguiti a compiacersi approvare la rimanente somma di altri ducati cinquanta fissati per le spese di liti all’art.[icol]o 47 dello stato di variaz.[ion]e del cadente esercizio 1850, per casi tenersi dal Com[un]e che fa oggi in […]ttore pronti ad erogarsi per la totale finalizzaz.[ion]e della giudizio ( è stato cancellato n.d.r. ) sudetta ( è scritto sopra n.d.r. ) divisione di promiscuità che stà eseguendosi Il Sindaco Gio:[van]Crisostomo Continenza I Decurioni Geremia d’Amore Fracassi Andrea Cipriani Salvatore d’Amore Francesco Iacobacci Pietro Costanzi Emidio Ciofani Pasquale Ciaglia Venanzio Cipriani Angelo Carusoni[…]
[…] Nelli istessa seduta ( 5 Gennaio 1851 n.d.r. ) il Sig.[no]r Sindaco Signori Il Sig[no]r Sottindend[ent]e del Distretto con ufficio del di 11 x[decem]bre ultimo n[umer]o 8999 mi impone premurare per ordine del Sig[no]r Intendente il Congiungimento della strada che per Ovindoli Immettesse all’Aquila congiungentola Cosi anche con la strada di Valle Roveti.(sic) Il fondo da dove si spera possa aversi il danaro è quello delle Significatori de Comuni che debbono concorrervi che però propongo alle Signori loro farne un prospetto in questa risoluzione onde opportunamente si facci su di esse dal Sig[no]r Intend[ent]e il Ratizzo che questo Comune può dare I Signori decurioni intesa la proposta = Visto il citato ufficio = Considerando che troppo sarebbe necessaria la sud[ett]a Strada = Considerando che vi sono le premure di S.[ua] E.[ccellenza] il Sig[no]r direttore del Interno e del Sig[no]r Intendente e Sottintend[ent]e e d‘altronte Consideranto che tutte le Significatorie di questo Comune, una Con le reste di Cassa fan parte d’Introito nello Stato di Variazione, opina però che da queste nulla possa prendersi poiche resterebbero Spoglii non uno ma più Articoli di esso Stato = Il Solo fondo da dove potrebbe dare Speranza prendersi qualche cosa Sarebbe quello fissato per le Opere pubbliche= Ma la disgrazia che si ebbe del forte Terremoto (5) avvenuto la mattina dei trenta or Caduto mese ha fatto si che non possa neppur da questo fondo prendersi Cosa Alcuna, poiché ha rovinata tutta le Chiese di padronato di questo Comune frà le altre la parrocchiale (6) di cui la Cuppola ha Sofferto in più punti ed a bisogno di Sollecito riparo In quella della Vergine S[antis]S[i]ma delle Grazie (7) deve nuovamente ricostruirsi tutto l’intiera Volta, con il tetto la Chiesa del Camposanto (8) con il Camposanto istesso ed in generale tutti gli edifici Comunali han sofferto, ed han bisogno di riparo, ed all’oggetto si e fatto venire l’architetto Sig.[no]r Rosario Baldi per rediggirne le Corrispondenti perizie, oltre poi deve ponersi a Calcolo che detto fondo delle opere pubbliche per l’anno Corrente, e tenuissimo di Scarsi ducati duecento che però ad unanimità opina che resti per riparare si fatti quasti, e non possa versarsi in altro = Il Sindaco Gio:[vanni] Continenza I Decurioni Emidio Ciofani Angelo Tuccieri Carlo Iacobacci Venanzio Cipriani Vincenzo Continenza Francesco Cipriani Pascgle Ciaglia Andrea Cipriani ( tale nominativo è stato inscritto in un rettangolo n.d.r. ) Giacinto Ciotti[…]
[…] L’anno 1851 il giorno 23 feb[brai]o in Cerchio riunito il Decurionato il Sindaco ha proposto Sig.[ignor]i L’oggetto che ho qui convocato è che a petizione de Gaglianesi la Suprema ( è stato cancellato n.d.r. ) corte de conti in 1^ Camera ( è scritto sopra n.d.r. ) di Napoli ha accettato che avessero fatto ricorso per la causa delle Selve, e propriamente in data de’ 24 Gen.[nar]o 1851 ed avverso la decisione del Sig.[no]r Intend.[ent]e della Provincia ( qual Comissario ripartitore ) del dì 27 Ag.[ost]o 1850 Sapete Voi quanto e stata ed è ( è scritto sopra n.d.r. ) interessante d.[ett]a causa per noi privi affatto di combustibile = Sapete pure che in Napoli, ove trattarsi deve la causa vi è bisogno di un avvocato che rappresenti, e dica le ragioni del nostro ( è scritto sopra n.d.r. ) Comune, ed adesso deve anticiparsi anticiparsi una somma che però la prego risolvere l’occorrente- I. Decurionato all’unanimità = Visto l’enunciato ricorso = Considerando che è di somma urgenza la causa = Considerandola di somma, ed ultima necessità = Considerando esser convenientissimo la scelta di un buono, ed ottimo, nonché integerrimo Avvocato = Considerando che a questo anticipar gli si deve una somma = E Considerando che la cosa non ammette intraggio : all’unanimità delibera che l’avvocato in Napoli di questo ( è scritto sopra n.d.r. ) Comune per la discussione in Suprema ( è stato cancellato n.d.r. ) Gran corte de conti in 1^ Camera in Napoli ( è scritto sopra e in Napoli è stato cancellato n.d.r. ) di siffatto ricorso de Gaglianesi sia il Sig.[no]r D.[on] Vincenzo Villari che racchiude in se tutte le buone qualità necessarie che noi desideriamo ed ad esso gli siano anticipate nella rimessa delle carti, e quando gli si darà l’incarico ducati 50:00 desumibili dall’art.[icol]o 46 dello stato di Variazione del 1851 addetto alle liti, e specialm.[ent]e per d.[ett]a causa ( è scritto sopra n.d.r. ) e prega il Sig.[no]r Sindaco rimettere la presente al Sig.[no]r Itendente inde si benigni della sollecita approvazione acciò subito possa adirsi il detto Sig.[no]r Villari Il Sindaco (sic) I Decurioni Angelo Tuccieri Vincenzo Continenza Emidio Ciofani Pi ciaglia Francesco Cipriani Venanzio Cipriani[…]
[…] L’anno 1851 il dì 17 Mag.[gi]o in Cerchio riunito il Decurionato il Sig.[no]r Sind.[ac]o ha proposto Sig.[nor]i Affinche questi Paesani siano provveduti in tempo del necessario combustibil per loro bisogni a tenore dell’art.[icol]o 7.° della Legge organica delle acque, e foreste dei 18 8bre 1819 si deve far giungere all’ Sig.[no]r Ispettore del pub.[lic]o demanio la domanda per ottenere il permesso del tag.[li]o regolare sul nostro bosco in quest’anno assegnatoci, e perciò destinare le sezioni del taglio e le parti che debbono riguardarsi pregando le SS.[Signorie] Loro aver la consideraz.[ion]e sul taglio delle foglie per gli animali. Il Decurionato intesa la proposta = Conosciuto il bosco all’unanimità delibera che dal bosco Com[una]le assegnatoci dimoggia 1320 ( è scritto al margine sinistro n.d.r. ) se ne facciano 4° porzioni uguali da Settentrione a mezzo giorno, e che la porzione dell’altro della Montagna sia pure quest’anno 1851 la parte addetta al taglio, e le altre riserbate. Delle parti cespugliose la divisione sia in due porzioni uguali ma la metà di Valle l’ancia (sic), e l’altra di Lago chiuso, e che la parte addetta al taglio pure quest’anno 1851 sia lago chiuso, e l’altra riserbata. Del tutto si domanda per il taglio in principale per l’assegna delle foglie per gli animali. Si prega in fine il Sindaco a rimettere la presente per il sollecito uso convenevole. Il Sindaco Gio:[vanni] Continenza I Decurioni Francesco Cipriani Emidio Ciofani Vincenzo Continenza Pi Ciaglia Luigi Macchiusi
Nella stessa seduta il Sindaco ha proposto Sig.[nor]i Il Sig.[no]r Sotto Int.[enden]te in data del 1° Ap[ril]e ultimo n° 2314 mi respinge i statini della spesa occorrente per il ristauro dell’acquedotto della publica fontana di candoni che le SS.[Signorie] LL.[Loro] assegnino da dove deve desumersi la spesa per d.[ett]o accomodo e tanto gli statini che uff.[uci]o citati li presento alle SS.[Signorie] Loro onde come Essi destinino il fondo analogo – I Decurioni visto l’ufficio = Visti i statini ammondanti a D[ucat]i 3:05 Consideranto necessarissimo detto accomodo all’unanimità deliberano che d.[ett]a spesa sia desunta dall’art.[icol]o delle dello ( è stato cancellato n.d.r. ) imprevedute fissato nello ( è scritto sopra n.d.r. ) stato di Variaz.[ion]e del corrente anno 1851 sulle impreviste ( è stato cancellato n.d.r. ) e che l’opera venghi eseguita in amministraz.[ion]e e si prega il Sig.[no]r sin.[ac]o provocare subito l’app.[rovazion]e perché urgente- Il sindaco Gio:[vanno] Continenza Decurioni Francesco Cipriani Emidio Ciofani Vincenzo Continenza Pietro Ciaglia Luigi Macchiusi
L’anno 1851 il di 21 Maggio in Cerchio riunito il Decurionato il Sig.[no]r Sindaco ha fatto la sequente proposta Signori Il Sig.[no]r Sotto Intend.[ent]e del Distretto Con suo venerato uffizio del dì 16 corrente N° 3581 mi scrive quanto siegue = Beniamino Ramelli Congedato domanda lo impiego di G.[uardi]a Boschi di questo Comune, e siccome i congedati debbono preferirsi a chiunque altro in parità de requisiti giusta gli ordini Sovrani, Così ella farà subito deliberare il Decurionato su la domanda del Ramelli, io lo proponco alle Signorie Loro onde risolvano l’occorrente- Il Decurionato intesa la sudetta proposta letto il citato uffizio (è scritto sopra n.d.r.) vista la deliberazione del dì 10 9[novem]bre 1850 in cui furono nominati, Luigi del fù Gio:[vanni] Cipriani, Feliciantonio di Giuseppe Iafolla, ed antonio di Giuseppe Cipriani = atteso che Feliciantonio Iafolla a ritornato nuovamente a servire sotto la Reale Bandiera all’unanimità delibera che in luogo del d.[ett]o Iafolla sia posto il Beniamino Ramelli, e si prega il Sig.[no]r Intendente di nominare chi credera più idonio, atteso chè la nomina del sud.[ett]o G.[uarda] Boschi e urgente perche il Boscoso và in deperimento per gli altri comuni che vi vanno a legnare = Si prega il Sig.[no]r Sindaco il sollecito invivo della presente- Il Sindaco Gio:[van] Cris.[ostomo] Continenza I Decurioni Emidio Ciofani Vincenzo Continenza Francesco Cipriani Pi Ciaglia Luigi Macchiusi
L’anno mille ottocento Cinquantuno il giorno 3 Ag.[ost]o nella Casa Comunale di Cerchio Riunito il decurionato il Sig.[no]r Sindaco ha fatta la Sequente proposta Sig.[nor]i ( è scritto sopra n.d.r. ) vi è noto che nel di 25 = 26. 27 e 28 ultimo ( è scritto sopra n.d.r. ) Marzo le regge truppe del 11 di Linea 4^ Fuciliere ebbe bisogno di n° 120 Razioni, e vi occorse la Spesa di [ducati] 3:00 più nel dì 11 e 12 Giug.[n]o prossimo passato (è scritto sopra n.d.r.) transitarono parimenti il distaccamento del 11° di Linea 8^ fucilieri ed ebbe bisono di Paglia, e Razione di pane, e gli furono somministrati cantaja 14, e e […]760 paglia Costo [ducati] 5:80 piu n° 146 Razioni di pane Costo [ducati] 3:65 piu per la Assistenza di due Caporali, ed un soldato per i giorni 5.6 Giug.[n]o in uno Sono duc[cato] 3.65 io la propongo alle Signorie l’oro (sic) onde dicano il fondo dove desumersi per la rivalza del Cassiere Il Decurionato inteso la Sud.[ett]a proposta opina desumersi la sudetta spesa di du[cati] tredici, e grana sessantacinque dal art.[icol]o del Imprevedute Gio:[van]Crisostomo Continenza sindaco Carlo iacobacci di[curi]one (sic) Vincenzo Continenza Angelo Tuccieri Emidio Ciofani Venanzio Cipriani Luigi Macchiusi
L’anno 1851 il giorno trè del mese di Agosto nella Casa Comunale di Cerchio riunito il Decurionato il Sig.[no]r Sindaco a fatto la seguente proposta = Signori- Giusta il dettato della legge organica de 12 x[decem]bre 1816, de il Disposto del Giornale d’Intedenza del dì p.[rossimo]p.[assato] Luglio sono le Signorie Loro tenute a divenire all’elezione di diversi Funzionari Comunali pel nuovo venturo triennio 1852 al 1854, cioè del Sindaco 1° e 2° Eletto, Esattore (è scritto sopra n.d.r. ) Cassiere Comunale e de’ LL.[3)uoghi] Pii, Deputati delle opere pubbliche, e membri della commissione amministrativa de’ LL.[L uoghi] Pii non che Giudice Cancelliere; che però prego loro procedere a detta nomina ( è stato cancellato n.d.r. ) scelta Il Decurionato nel numero de sette vista ( è stato cancellato n.d.r. ) intesa la soprascritta proposta incominciando dal Sindaco propongono in terna Sig.[nor]i Nicolantonio Pietrocicco = Don Angelo Carusoni = Luigi Continenza- per il 2° Eletto = Teodosio Iacobacci = Antonio Cipriani fù Gio:[vanni] = Vincenzo Cipriani fu Gio:[vanni]- pel 1° Eletto Francesco Meogrossi di Pasquale = Achille d’Amore = Isidoro Continenza – Cassiere Comunale= Don Benedetto d’Amore = Don Francesco Iacobacci = Sig.[no]r Giovanni Iacobacci Esattore Fondiario Sig.[nor]o Domenico d’Amore fu Giuseppe = Lodovico d’Amore = Domenico Vasquenz- Cassiere de’ LL.[4)uoghi] pii = Nicola Ciaglia = Gaetano Ciotti = Nicola Ramelli di Rocco- Deputati delle opere pubbliche ne propongono due = Francesco Tuccieri Cimini = Angelo di Luigi Continenza Membri della Commissione Amministrativa de LL.[Luoghi] pii 1^ terna Evarista Tuccieri = Tobia Ciotti = Francesco Continenza di Gio:[van]Crisostomo = 2° terna Giuliano Continenza = Brizio Tuccieri = Giovanni Maccallini = Giudice Conciliatore = I Sacerdoti = Don Gio:[van] Pietro Continenza = Don Domenico Iacobacci, Don Emidio Cipriani = Il Decurionato prega il Sig[no]r Sindaco spedire sollecitamente le Sud.[ett]e terne alla superiore approvazione Il Sindaco (sic) I Decurioni Vincenzo Continenza Francesco Cipriani Angelo Tuccieri Carlo Iacobacci Emidio Ciofani Venanzio Cipriani Luigi Macchiusi […]”
Come chiaramente si evince fu un attento e sagace amministratore peccato che non abbiamo altri elementi per meglio descrivere la sua figura. Morì a Cerchio, all’età di 84 anni, il 14 Giugno 1862.
Note
- Negli Stati delle anime del 1785, del 1802, del 1843 e del 1864 il Nostro risulta, nel proprio nucleo familiare originario, esser nato il 24 Novembre 1781 mentr’invece nel fuoco n. 67 dello stato delle anime del 1802 , relativo alla famiglia Ciofani risulta : “[…] Marianna figlia di Venanzio frat[el]lo del d.[ett]o Giuseppe e Apollonia Marchioni delle Cese, nata P[rim]o Mag[gio] 1794 Gio:[van] Crisostomo di Germano Continenza Marito 24 Nov:[embre] 1791[…]”. La data di nascita del sopramenzionato GiovanCrisostomo Continenza è stata riportata erroneamente anche nella nota 23 di pag. 15 del mio recente lavoro: “ La Carboneria a Cerchio e nei Distretti di Celano e Pescina”, Edizioni Kirke, Cerchio, 2012 dove viene indicata la data del 25 Settembre 1791 anziché quella esatta del 24 Novembre 1781.
- Amiconi F.” La Carboneria a Cerchio cit.”.
- Nella deliberazione dell’Università ( comune ) di Cerchio dell’ 11 Settembre apprendiamo:”[…] In Dei Nomine Amen = Cerchio li 11 Settembre 1799 In esecuzione de Reali ordini Dalli presenti massari ( sindaci n.d.r. ) Luiggi Iacobacci, e Gioacchino Antidormi si è chiamato publico parlamento nella Solita Casa del Università col assistenza del Signor Governatore Don Lorenzo d’Amore, e si sono proposti i Seguenti Capi In primis si propone alle Signorie Loro come del Signor assessore del visitatore generale delle Provincie degli Apruzzi Don Raffaele de’ Giorgio Regio Consigliero, Capo Ruota della gran Corte della vicaria si è ordinato di formarsi una Battuglia di persone Coragiose Armate i quali debbano guardare di notte, e di giorno il proprio Paese, e la Campagnia; il numero di essi deve essere per ogni mille, e cinquanta anime non meno di Cento individui ( Cerchio nel 1797 contava 830 abitanti n.d.r. ) secondo lo orginale ordine che si lege per la douta esecuzione, e per destinare il ripart.[it]o contenuto Dottor Don Venanzio d’Amore[Fracassi n.d.r.] Dottor Don Vincenzo d’Amore Gervasio Continenza Simplicio di Simone Luca Ciotti Gennaro Antidormi Giacintio d’Amore Antonio Pantano Remoaldo Panecasio Elauterio Sperandio Suterio Cimini Domenicantonio Iafolla Matteo Chichiarelli Felice Fasciano Frnacesco Martellozzi Berardino Massaro Nicola Ciaglia Gabriele Antidormi Berardo d’Amore Giovanni Ciofani Cesidio Giansanti Biaggio Sperandio Magnifico Francesco d’Amore Marino Mazza Isidoro Ramelli Giuseppe Sperandio Vincenzo Meogrossi Luiggi Pietroiusti Rosario Vascovez Onofrio Campomizzi Nicola d’Amore Vincenzo Pantano Giuseppe Mione Giacomantonio Paneccasio Silvestro Tuccieri Giuseppe Ciofani Angelantonio Tomassetti Basilio Fosca Giovanni Ciofani Giuseppe Arcieri Pietro Ramelli Pietrantonio Tirabassi Al detto primo Capo si e da tutti risoluto che per i quattro Capi che devono governare la Pattuglia sono Stati eletti, Giuseppe di Silvestro d’Amore, Gervasio Continenza, Pietrosante Iacobacci, e Venanzio Ciofani, e che la Pattuglia debba farsi a foco, da scegliersi gl’individui dai detti quattro Capi eletti e che la Pattuglia debba essere composta di dodici individui per volta Proposto, e risoluto che stante l’elezione fatta in qualità di Grasciere nella persona di Domenico Tuccieri, il quale non a voluto esercitare detta Carica, per cui si eligie, conforme è rimasto eletto per Grasciere il Magnifico Francesco d’Amore Lorenzo d’Amore Governatore e Giudice[…]”. Deliberazione dell’Università di Cerchio dal 1797al 1801, Archivio d’Amore Fracassi ora in Museo Civico di Cerchio. Amiconi F. : “ Storia di Cerchio dal 1798 al 1851” Stampa MCM carsoli, 2006. Nell’atto del notaio Giovan Nicolò di Aielli del 9 marzo 1807 apprendiamo:” In Cerchio li nove Marzo mille ottocento, e Sette 1807 Personalmente costituito avanti a me Infrascritto Regio Notaro, de sottoscritti Testimonj Venanzio Ciofani, Stefano Colantonio, Nicola Ciaglia, Gabriele Tuccieri, e Pasquale Iacobacci Decurioni di questa Terra di Cerchio, li quali di Loro libera, e spontanea volontà con giuramento dichiarano, confessano, e certificano, come essi loro non abbiano mai firmato, ne fatto firmare alcun Certificato ca[…]cando il D.[otto]r D.[on] Venanzio d’Amore [Fracassi n.d.r.] di questa stessa terra di Cerchio in aver ricevuto in sua Casa circa la fine di Dicembre dell’anno mille ottocento, e cinque L’Abbate D.[on] Vincenzo Micarelli di Colle Magiore, ne di essersi Lo stesso D.[on] Venanzio ingerito in menoma parte a distribuir patente, Coccarde, pennacchi, ò altro, né di esser Egli mal contento del presente Governo; Per cui qualunque Carta si trovasse forsi formata su tale oggetto in di Loro nome, se ne protestano di falsità contra vos, giacchè tali fatti sarebbero alterati, e contro dicenti alla verità; Mentre il predetto Abbate Micarelli fù qui sù La fine di d[ett]o mese di Decembre del mille ottocento, e cinque, e fù ricevuto in Casa di detto D.[on] Venanzio, da dove si esser partito più tosto disgustato per la poca accoglienza avuta; E ciò si verificò perche essendo lo stesso Micarelli tornato a venire in questa stessa Terra circa un mese dopo, non andiede in Casa del detto D.[on] venanzio, ma si bene in Casa dei Fratelli D.[on] Lorenzo, e Rev[eren]di D.[on] Francesco Antonio, e D.[on] Erasmo d’Amore. Certificano inoltre essi Mag.[nifi]ci Costituiti, di non essersi mai inteso, che il D.[on] Venanzio avesse preso parte per le Masse, né a nome di Chi che sia distribuito Patenti, ò altro, ne prima, ne doppo L’entrata delle Vittoriose Armi Francesci, Che anzi è stato Egli il Persecutore delle Masse, ed ha sempre invejto, e parlato male de Briganti; E doppo L’entrata delle predette Armi Francesi L’intiera Popolazione in publico Parlamento elige per Deputato di Polizia Lo stesso D.[on] Venanzio d’Amore[Fracassi n.d.r.], il quale con notabile, e particolare attaccamento all’attual glorioso Governo ha disimpegnata tal carica, essendo stato in continuo concerto, e corrispondenza con j Capi della Truppa situata in Celano, ed altrove per la disfatta de Briganti; Si hà fatto un preggio di ricevere in sua Casa j Capi della Truppa Francese senza il menomo interesse dell’Università, ed in occasione della sorpresa data in Celano ed Avezzano ricevè tutti gl’Uffiziali di trecento quaranta Uomini con li Comandanti Bliù, e Alò e supplì alle razioni di cento, e dodici Uomini acquartierare dentro la di Lui Casa. Certificano dippiù di aver Egli D.[on] Venanzio continuamente parlato, ed insinuato à tutti di esser fedeli al presente Governo, facendo vedere li Beneficj ricevuti lo sgravio de pesi, rinasso de Sali, e tutto altro, con aver dimostrato insomma un particolare attaccamento in ogni tempo. Certificano altresì essi Costituiti di esser molto tempo, che il sopradetto D.[on] Lorenzo, e i Rev[eren]di Can[oni]co D.[on] Francesco Antonio, e D.[on] Erasmo d’Amore attuale Economo Curato Sono Inimici del D.[on]Venanzio d’Amore[Fracassi n.d.a.] per loro privati interessi, e diriggono gl’Attuali Amministratori di questa Uni[versi]tà Benedetto Tuccieri, come zio dell’altro loro Fratello D.[on] Vincenzo, e Gervasio Continenza anche inimico di D.[on] Venanzio per avere questo avuto delle legnate per ordine del Comandante Bliù a cui il Continenza co[m]mise alcune mancanze, e Come che il d[ett]o Comandante era in Casa del D.[on] Venanzio così rimase detto Continenza fin da allora affrontato col D.[on] Venanzio, ed Inimico: come Lo è inimico il Mag.[nifi]co Nicasio Maccallini uno de Decurioni, e Cancelliere di questa Università per essere attualmente in Lite col D.[on] Venanzio. Certificano finalmente, che nel passato tempo dell’Anarchia dell’anno mille settecento novant’otto, il D.[on] Venanzio soffrì molto dalle Masse per accuse ricevute anche per opera di detti di detti(sic) di Lui Memici; Per cui fù perseguitato, come voluto Giacobino = Tutto ciò li sopraddetti costituiti lo anno asserito, e per essere la pura, e Sincera verità Lo dichiarano, confessano, e certificano alla presenza di me infrascritto Regio Notaro, e de sottoscritti Testimonj, e promettono di rattificarlo col di loro giuramento in qualunque Luogo, e tempo, per cui hanno richiesto me Regio Notaro Giovan Nicolò Angeloni di Ajelli, che scrivessi il presente certificato, Crocesegnato, e sottoscritto di di loro proprie mani presenti li quì sottoscritti Testimonj in fede. Questo di 9 Marzo 1807, come sopra + Segno di Croce per mano del detto Venanzio Ciofani Decurione illetterato ut dixit, quale dichiara, e certifica come di sopra + Segno di Croce per mano del detto Stefano Colantonio Decurione illetterato, ut dixit, quale dichiara, e certifica come sopra Io Nicola Ciaglia Decurione certifico come Sopra Io Gabriele Tuccieri decurione certifico come sop.[r]a Io Pasquale Iacobacci decurione dichiaro e certifico come sopra Io Francescant[oni]o Ciaglia di Cerchio testimonio presente Io Carlo Felice Pietrocicco di Cerchio Testim:[oni]o p[rese]nte Io Luigi Iacobacci di Cerchio Testimonio presente Che il presente certificato sia stato Croce segnato, e firmato dai qui descritti Decurioni in presenza mia, e dei sopradescritti Testimonj, Attesto io Regio Notaro Giovan Nicolò Angeloni di Ajelli, e richiesto L’ò Segnato. Lode a Dio, ed a S. Francesco Saverio Sempre Io Pred.[ett]o Regio Not.[ar]o Angeloni m.[an]o p[ro]p[ri]a ”. Archivio d’Amore Fracassi ora in Museo Civico di Cerchio. Amiconi F.: ” La Carboneria a cerchio op.cit.”. Amiconi F.: ” Parasitt Il brigante che4 morì due volte op.cit.”. Amiconi F. ( a cura ) : ” La repressione del brigantaggio op.cit.”. Amiconi F. ( a cura ): ” La Guerra de’ Paesani op.cit.”.
- “ Libro per la trascrizione delle deliberazioni che si emettono dal decurionato di Cerchio di carte Numero cento novantanove, che da Noi Intendente della Provincia del 2° Abruzzo Ulteriore si è formato in questa prima, ed ultima pagina, e nelle altre si è apposta la griffa dell’Intendenza Aquila, li 13 di Febrare 1838 L’intendente [firma illeggibile] “, Archivio Comunale di Cerchio. Amiconi F. : “ Storia di Cerchio op.cit.”
- Cerchio purtroppo nel corso della sua storia è stato teatro di altri terremoti. Noi siamo riusciti a rintracciarne attraverso documenti sincroni 3 : “ Adì p[rim]o di 9[novem]bre 1633 giorno di martedì ad hore venti in circa prima che si cominciasse il Vespero, fù un grandiss[i]mo, et spaventoso terremoto che fece tutti restare smarriti p[er] no[n] essere udito più il Simile, et dopo finito il Vespero delli defonti dal R[everen]do Clero p[rese]nte il Popolo fù esposto il S[antis]S[i]mo Sacramento co[n] grandiss[i]ma devotione acciò no[n] rassicondasse come p[er] gratia del Sig[no]re sono[…]” “ Adi 19 di Gennaro 1648 La matina circa le 14 hore mentre si celebrava la p[ubblic]a messa fu un terri[bile] Terremoto più Terribile degli anni passati. Nel qual tempo stava assediata la T[er]ra di Celano Dal Pezzola per providere Gente della Sere[nissi]ma Repubblica di Napoli, et in d[et]ta T[er]ra di Cerchio vi erano 150 soldati “ “ Adì 14 Gennaro 1703 Dom[eni]ca 2.[second]a dopo L’epifania verso un’hora, e mezza di Notte fù similmente un T[e]r[ri]b[i]le terremoto che qui in Cerchio caderono alcuni travi e tavole in alcuni tetti de par[tico]l[a]ri, et anco muraglie de Casaleni, e fù proprio il 3° anno dopo la Morte di Carlo 2° Rè, e Monarca di Spagna di Casa Austriacha : nel qual te[m] terribilm[en]te si guerreggiava la d[ett]a Monarchia dal Go…atore con il Duca d’Angiò Nipote di Luigi Rè di Francia con numerosis[sim]i Eserciti d ambedue le diverse parti, e nell’istesso Anno il Sangue del Glorioso S. Gennaro in Napoli n[o]n fè il solito miracolo della liquefatt[io]ne del proprio Sangue, q[ua]le diede gran timore a viventi; qu[al]e Ter[remo]to replicò due altre volte in d[ett]a notte, ma n[o]n così terribilm[en]te cioè che à pena fù conosciuto “ . Un evento terribile (forse un altro terremoto?) accadde nel 1457 : “ Nello ando de missere dio mille cccc° LVII et adì […]della V. inditione cioe allo di de Sabato […] di foj dito horribile […]tiquo no […] ita vament[…] stato une udirlo dis[…]”. Il terremoto più catastrofico accaduto a Cerchio sicuramente è stato quello del 13 Gennaio 1915 dove perirono 224 persone e l’80% delle case furono distrutte. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato quello accaduto il 6 Aprile 2009 che ha quasi completamente distrutto la città dell’Aquila. Amiconi F. :” I codici musicali di Cerchio e la loro importanza per la storia locale” in AA.VV. “La musica sacra nella provincia dell’Aquila. La Marsica”, Ianieri Editore, Pescara, 2009.
- E’ la chiesa edificata fra la fine del ‘700 ed inizio dell’800 dedicata ai santi patroni di Cerchio Giovanni e Paolo Martiri. In questo sacro tempio nella tristissima mattinata del 13 Gennaio1915 passata alla storia come terremoto di Avezzano, perirono più di 120 donne alle quali era stata dedicata una messa speciale: in quel frangente morirono anche i Padri Redentoristi Antonio Mirabella e Paolo Annessa officianti la Messa. Nella nostra sub regione marsicana morirono più di 30.000 persone: solamente ad Avezzano i morti furono più di 10.000.
- Tale chiesa fu completamente restaurata alla fine dell’800 ed inizio del ‘900. Fu riaperta al culto nel 1903 in occasione del Primo centenario della riapparizione del sacro busto della Madonna delle Grazie speciale protettrice di Cerchio. Nel terremoto del 13 gennaio 1915 fu notevolmente danneggiata. Restaurata e riaperta al culto nel 1953 in occasione centocinquantenario della riapparizione. Fu nuovamente chiusa in seguito al sisma del 6 Aprile 2009 e riaperta al culto in occasione dei solenni festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie del 2012.
- Era l’antica chiesa matrice di Cerchio dedicata alla Madonna Santissima dell’Annunziata volgarmente detta “dentro le mura” o “dentro”. Era ubicata nel punto più alto del paese : ‘ngastej’ letteralmente “ in castello “.
PIETRO COSTANZO
( 1797-1885)
Il 20 Febbraio 1797, nasceva a Pettorano sul Gizio da Marino e da Benedetta di Donato, il mio quartavolo Pietro Antonio Costanzo (1) da non confondersi con il suo omonimo nipote Pietro Costanzi.(2) Morì a Cerchio, all’età di 87 anni, il 12 Febbraio 1885. Non sappiamo quando trasferì la propria residenza a Cerchio sicuramente dopo aver contratto il matrimonio con Pulcheria Maccallini il 20 Aprile 1826 (3) infatti, nell’atto di nascita della primogenita Maria Domenica Giovanna, nata a Cerchio il 23 Giugno 1827 ( si unirà in matrimonio il 18.2.1849 con il mio trisavolo Vincenzo Antonio Continenza [nato a Cerchio il 27.1.1820 ed ivi deceduto il 20.8.1853] risulta essere domiciliato in Cerchio e così pure il Nostro appare nella delazione inviata il 29 Agosto 1828 dal celanese Costanzo Santucci al generale della Reale Gendarmeria Francesco Saverio del Carretto (4) riguardante i “carbonari” di Cerchio dove figura come buono “Realista”. E’ strano in quanto lo zio della moglie: d’Amore Giuseppe ( mio quartavolo) ed i figli d’Amore Domenicantonio ( mio trisavolo ), Francesco e Paolo gli ultimi due sono sacerdoti ed il cugino della propria madre: d’Amore Pasquale, sono appartenenti alla vendita carbonara di Cerchio denominata “La vendita di Leo” di cui era “Gran Maestro” il nominato Pasquale come chiaramente si evince dal volume, conservato nell’Archivio di Napoli, dove sono allistati tutti i carbonari della “ Provincia del II° apruzzo ulteriore/Registro/di/Polizia”(5). Sicuramente non dovevano esistere fra i citati d’Amore ed il Nostro buoni rapporti infatti nella deliberazione Decurionale del Comune di Cerchio del 13 Dicembre 1837 apprendiamo:
“[…]Signori/Il Sig.[nor] Sotto Intendente del Distretto con suo Uffizio de nove stante n. 8187 mi rimise l’anomina delle sattore di questo comune in bersona di Pasquale meogrossi dell’istesso Luoco in data poi di sedici dell’istesso mese con altro uffizio N. 839 mi ordina che avendo meogrossi novamente riclamato di essere sessagenario Per disposizione del Sig. Intendente si fosse divenuto a nuova elezzione/Io Lo Propongo alloro Per il dippiù/Il Decurionato Indesa la Sopra Scritta Proposta, Visto gli citati uffici il Decurionato nomina per Esattore Fondiaria il Sig. Domenico ( è domenicantonio n.d.r. ) del fu Giuseppe D’Amore Comequella che, e fornito di tutte le qualità della Legge richiesta/Vincenzo Continenza Sindaco/Clemente iacobacci decorione/Giovanni Cipriani Decuriuone/Francesco Tuccieri decurione/Antonio Tuccieri decurione/Venanzio Iacobacci Decurione Illetterato/Pietro Costanzi Decurione Secretario si Protesta essento il nominato di Poco intendimento, e ubbriaco […]” (6)
Da due lettere inviate al parroco don Francescantonio d’Amore (7) dell’Archivio Parrocchiale di Cerchio conservate nel Museo Civico di Cerchio apprendiamo:
“ A S.[sua]E.[eccellenza] Signor Canonico D.[on] Francescantonio d’Amore Cerchio li 24 settembre 1828 Ella col suo Ufficio de 20 andante Mese vò a render certo dello Spirito pubblico di questa popolazione sopra diverse classi de’ cittadini la compongono. Dal non esservi qui impiegati civili dimessi dalle loro cariche; né militari concedati; le osservazioni le verso sopra de’ Sacerdoti macchiati con opinione politica de’ settarj graduati che fecero parte delle prescritte Società Secrete. Appartennero alla prima D.[on] Placido Ciotti (8), D.[on] Giovan Pietro Continenza (9), D.[on] Paolo d’Amore (10); e sebbene non si conosceva le forze prese no credersi sia D.[on] Nicola Fosca.(11) Di questi il reverendo D.[on] Placido Ciotti, abiurò l’errore nel tempo della punibile effervescenza, rientrando nell’ordine, non a dato mai motivo di dubitazione. Il secondo de’ medesimi può credersi ravveduto per la sua condotta di vivere onerigerato; Non usì a da tenersi del d’Amore e Fosca, perché resi….ne’ loro andamenti, e per le Massime irreligiose, e di insubordinazione, dal vedersi tra loro con particolar….ligati: che per un attaccamento a Pietro Costanzi di Pettorano, a Saverio Bucci di Gagliano. Allo fornaro Carl’Emidio Grandis ( più esattamente de Grandis n.d.r. ) (12), Brizio Tuccieri (13), Giovanni Martellozzi (14), Giuseppe di Silvestro d’Amore (15) e Domenico ( è Domenicantonio d’Amore , mio trisavolo n.d.r. )(16) di stesso Giuseppe d’Amore, Settarj riscaldati, e che unitamente a sacerdoti medesimi, sono in rapporto con Ferdinando Ascanj di Pescina Scarparo in Pescina, Signor Valerio Berardi (17), e Fortunato del Cecato (18) di Ajelli. Individui invisi al nostro Augusto Sovrano D.[io] G.[uardi] che se da qualche mese tali prattiche si vedono meno frequenti lo ripeto della ristrizzione della carta fatta per il solo […] al d.[on] Paolo d’Amore Il perche il solo Fosca[…]”
“ Cerchio li 12 Dicembre 1829 Signore Per corrispondere come la religiosità, e la mia coscienza mi detta, al di lei invito de 16 andante Mese, ed anno sullo spirito pubblico, che anima questa popolazione, per quello riguarda i doveri di Religione, di attaccamento all’augusto nostro Sovrano, e del morale in generale, dietro le norme del dettaglio datomi si compiaccia le faccia conoscere. Sul I° Che per quanto riguarda il comportamento politico degl’individui compromessi nel nonimestre (19) nella persona di un tale Saverio Bucci, Pietro Costanzi , Onofrio Campomizzi (20), Domenicantonio di Giuseppe d’Amore, D.[on] Brizio di Benedetto Tuccieri (21), e de’ Sacerdoti D.[on] Nicola Fosca, e D.[on] Paolo d’Amore, merita tutta l’attenzione nel sorvegliarne la condotta, dal ravvisar visi movimenti da alterare lo Spirito Pubblico Intorno alla morale per taluni di questi il fare è scandaloso pei rapporti, che hanno con donne, che […] oramai conoscersi possono per scandali. Articolo Religiosità ai doveri della Chiesa vi corrispondono[…]”
“ Avezzano li 13 Decembre 1829 COMMISSARIATO DI POLIZIA del Distretto Riservata Saverio Bucci Pietro Costanzi Onofrio Campomizzo Domenicantonio di Giuseppe d’Amore Brizio di Benedetto Tuccieri Camillo Rossi (22) Sacerdote D.[on] Nicola Fosca D.[on] Paolo d’Amore Col suo gradito foglio de’ 12 andante ( è Dicembre n.d.r. ) si è compiaciuta farmi rimarcare, che gl’Individui notati in margine in linea di politica manifestano uno Spirito irrequieto. Io la prego aver la bontà di volermi sviluppare una tale assertiva, con farmi conoscere, se i medesimi furono nel Nonimestre Settarj riscaldati se abbiano attualmente assidui contatti fra loro, se facciano delle esternazioni contro il Governo ecc. ecc. Io le sarò tenuissimo di tutte le notizie che mi favorirà al riguardo colla possibile sollecitudine. L’Ispettor Commissario Ricci”.
Dal necrologio scritto in occasione della morte del figlio Carlo Alberto deceduto a Cerchio il 16 Maggio 1938 apprendiamo:
”[…]Carlo Alberto Costanzi nacque il/10 Giugno 1848 quando cioè l’Abruz-/zo era soggetto ai Borboni i qua-/li reprimevano qualsiasi libera aspi-/razione di quei cittadini che arden-/temente anelavano l’unificazione/italiana. Dare il nome “Carlo Alberto” ad un proprio figlio signi-/ficava per un padre di famiglia/mettersi in urto con i Borboni, sfi-/dare il governo delle due Siclie./Ed il padre del nostro caro Estin-/to si ebbe sei anni di carcere che/scontò, poi, con sei mesi, pagando/una forte somma, perché volle al/figlio dare lo stesso nome che por-/tava il Re di Piemonte e di Sarde-/gna: Carlo Alberto di Savoia, il quale, in quei mesi, aveva concesso/lo Statuto che divenne poi, quan-/do l’Italia fu riunita, la legge fon-/damentale dello Stato[…]” (23)
Nelle deliberazioni del 15 e 16 Luglio 1849 ed in quella del 12 Gennaio 1850 (24) anche Pietro Costanzi, come l’intero decurionato del Comune di Cerchio, è firmatario delle proposte avanzate dal presidente del decurionato Geremia d’Amore Fracassi (25) a favore di Casa Borbonica infatti si esprime favorevolmente a fornire
“ di una quantità di foraggio pel mantenimento de cavalli delle R.[eali] Truppe ivi esistenti ( in Avezzano n.d.r. )[…]”
“[…]Il Decurionato che fin da jeri incominciò a giojire nel doversi occupare ad un servizio riguardante il Rè Nostro Signore a le Reali Truppe con tutto zelo ed impegni proseguendo l’operazione jeri incominciata ad unanimità forma la finale nota che annettendola a questa deliberazione prega il provvisorio presidente del Consiglio Decurionale rimettersi al Signor Sotto Intendente quale farà conoscere col suo rapporto, che questo Decurionato per dimostrare quale sia il suo impegno nel procurare il vantaggio di questo Comune, e quale l’amore nel impiegarsi nel servizio di cose riguardanti il Rè nostro Signore[…] Infine lo stesso Decurionato rinnova al Signor Sotto Intendente le sue preghiere perché facci giungere in nome suo e dell’intiera popolazione quei sentimenti a Sua E.[eccellenza] Signor Comandante in capo le truppe esistenti in Avezzano di sudditanza, fedeltà, ed obbedienza al Rè Nostro Signore[…]”
ed infine nella seduta straordinaria del 12 Gennaio 1850 si esorta il re a revocare lo Statuto Costituzionale concesso il 10 Febbraio 1848:
“ Nella Seduta de’ 12 Gen[nai]o 1850, Straordinaria/Signor/Solleciti, unanime sento gridare ovunque io volga/l’orecchio! E perché? perchè le n[ost]re preci le n[ost]re Suppli-/che giuncano a pie’ del Trono del n[ost]ro Padre del n[ost]ro Re/onde ci ritolga dai pericoli gravis.[sim]i tra quali siamo/stati finora gittati; e voi ricorderete certamente che/dal 27 Gen[nai]o 1848 la Religione, l’onore, i beni, la vita/mai sono stati sicuri per le perverse mire di coloro/che l’ordine sociale cercavan distruggere abbusando/del nome costituzione. E potremo render omaggi a/questo nome che finora ci à negato soccorso, pietà/giustizia? Credo che no. Anzi son certo che con me,/ con la popolazione con Regno intero griderete/pur voi si abbolisca, si abbolisca./Facciamo dunque che gli ultimi noi non siamo/a far giungere a pié del Trono dell’augusto N[ost]ro/ Rè Ferdinando 2° le grida supplichevoli che da/per ogni dove volgendo il piede tendendo l’orecchio si/odono e dimandano si tolga e metta nel nulla lo Sta-/tuto Costituzionale del 10 Feb[brai]o 1848; che i sudditi non/amano che riavere il loro legittimo ed assoluto Re Ferdin-/nando 2°, che il reggime torni assoluto nelle mani/d chi non da Re ma da pietosis[sim]o ed amorevolis.[sim]o padre/a sempre trattati o suoi sudditi./Ed oh! quanta gioja in me già sento per la sicu-/rezza che le Signorie loro accogliendo con alacri-/tà questo mio proggetto si sentiran chiamati da/un sacro dovere a ripetere quelle parole che/su labro fioriscono a quanti sono gli abbitanti/del Regno, che con desiderio universale, con/una voce sola àn implorato ed implorano una/tanto sospirata grazia Sovrana./Il Decurionato per parte ancora dell’intera popolazio-/ne che per i secoli passati sempre devota alla Reale/ dinastia Regnante, e in particolar modo…./nell’amare il loro assoluto Re nella Sacra ( è scritto sopra n.d.r.) Persona dell’im-/pareggiabile Ferdinando 2°, non può gioire, nel/ricevere un Si Sacro invito nel sentire una tanto/nobile, inapprezzabile interessante proposta. Che/facendo perciò plauso alle graziose suppliche del/Clero, delle autorità degli abbitanti di ogni/ceto e classe non può fare a meno accoppiare/i suoi sentimenti./Se ricordanze tristi si leggono nelle istorie, non/uguagliano certo le critiche vicende dal 10 Feb.[brri]o/1848 in poi, le quali senza che si descrivano ogun-/no le à per timore incancellabile scolpite nel petto, vi-/cende che per l’opra di pochi faziosi esaltati àn tenu-/to aggitato lo spirito del padre e del figlio, dello sposo/e della sposa, del giovane e del vecchio, della vergine/e della vedova facendo prevedere un tristis.[sim]o futuro/ma or che tali preveggenze mercè l’instancabile zelo,/coraggio e inalterabile costanza del n[ost]ro Re Ferd.[inand]o 2°/son riuscite vane, per lo che ogni core dal seno/balza; or che la pace par che siasi riacquistata,/or che la causa si è decisa pel giusto, vorremo/noi seguitare a ritenere tra i n[ost]ri vocaboli/ancor quello di costituzione? No, si cancelli in ogni/dove simil parola, e fiorisca invece sul labro d’i-/gnuno un’ eviva al n[ost]ro Re legittimo ed assolu-/to Ferdinando 2° a cui ben si addice l’assoluto/reggime, perché non come Re, ma qual padre/il più amoroso il più pietoso tratta i suoi/abbenche conoscenti Sudditi./Accettate perciò o Sire, questi n[ost]ri innati sen-/tImenti, accolglieli a pie’ del v[ost]ro Augusto Trono le/n[ost]re suppliche ed aggraziateci per che non altri-/menti potrete far contenti, non solo noi e questa/popolazione, ma il Regno tutto; gittati un velo sul/passato ed aggraziateci e sarà quest’atto sempre/mai memorabile. Sarà dalle Storie lasciato in memo-/ria dei posteri, e non potranno questi non dire/beati coloro che ebbero un si clemente Re; e sa-/rà a Noi presenti oggetto di continua preghiera/a Dio perche feliciti un tanto n[ost]ro benevole So-/vrano, ed accresca ad esso alla sua augusta con-/sorte ed all’intera sua Reale famiglia imme-/morabili anni di salute./Si è tanto deliberato e firmato/Il Sindaco (sic)/I Decurioni/Geremia d’Amore Fracassi/Francesco Iacobacci/Salvatore d’Amore/Raffaele Macchiusi/Emidio Ciofani/Francesco Tuccieri Cimini/Pietro Costanzi/Ang[el]o Carusoni Segret[ario[…]”
Dai documenti conservati nell’archivio di Stato dell’Aquila relativi alla “reazione cerchiese” del 1860, oggetto di questo lavoro, apprendiamo:
“[…]Si nota da me sottoscritto/Cancelliere,che trovandosi/assente il Sindaco di Questo/Comune ( è Benedetto d’Amore n.d.r. ), il Sig.[no]r Giudice si/è diretto al 2° Eletto d.[on]/Pietro Costanzo per le op-/portune informazioni/Cerchio 10. Maggio 1861/F.[rancesco] Petroni Can[celliere]/Visto/Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone[…]8. D.[on]Pietro Costanzo del fu Marino, di anni/63. 2° Eletto f[acente] f[unzione] da Sindaco per l’assen-/za del medesimo./Dietro l’avvertimento di rito, datogli/lettura del rapporto del Sindaco fol.[io]/e richiesto ad indicare gli opportuni/testimoni, ha risposto-/Che altri di quelli dati in nota in mar-/gine dell’uffizio fol.[io] 5, 6. Indica gl/altri seguenti. Marco Ciofani- Pie-/tro ìSantarelli (26)- Achille d’Amore- Ludo-/vico d’Amore di Cerchio.Lettura data, si ha persistito, e si è sotto-/scritto-/Pietro Costanzi Il R.[egi]o Giudice/F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere[…]”(27)
Da come chiaramente si evince discordanti sono le notizie “politiche” relative al Nostro.
Di questo personaggio cerchiese, come per gli altri, non abbiamo molti elementi per descrivere più compiutamente le loro gesta. Ci sovvengono in parte documenti presi qua e la che, però, ci fanno comprendere , non certo in modo compiuto, la loro personalità. Dalle varie deliberazioni decurionali del Comune di Cerchio (28) conservate presso l’Archivio del Comune ora collocato, in seguito al sisma del 6 Aprile 2009 presso alcune stanze dell’Asilo infantile sito a Cerchio in via Francesco Crispi ( ritornato in sede nell’anno 2018 in occasione della riapertura al pubblico del restaurato palazzo municipale ) apprendiamo che il 30 Ottobre 1836 Pietro Costanzi assieme a Giacinto Ciotti e Antonio Cipriani viene proposto alla carica di 2° Eletto ed in quella del 27 Marzo 1837 si firma come “Decurione Secretario”. Nella deliberazione del 14 Maggio 1837 Pietro Costanzi e Clemente Iacobacci vengono nominati come deputati “per la visione per gli conti Comunali”. Nella deliberazione del 21 Maggio 1840 inerente la lista degli elegibili leggiamo:
“[…]Ha inoltre deliberato di doversi relativamente alla lista in vigore spirante i seguenti togliere Amore (sic) Luigi, Pietro Costanzi, e Vincenzo di Marco d’Amore il decurionato si è trovato dissenziente, cioè i Decurioni Michele Antidormi, e Francesco Iafolla sono di parere che i due nominati si tolgono, ossia non vengano segniati nella novella lista, perche il primo oltre acche nulla possiede direttamente non portando nel catasto provvisorio alcuna rendita imponibile, non ha industria visibile, meno che pochi ducati in bottecola altavi di capitale, col quale tira vanti la numerosa famiglia né esercita mestiere lucroso. Il secondo non ha rendita imponibile di docati 12:00 giusta la legge; non è agricoltore né esercente di arte lucrosa, e come Cancelliere comunale attuale, è incompatibile nelle altre cariche Comunali, per la qual ragione giusta la legge organica predetta non puole essere ascritto nella lista in parola./I Decurioni poi Nicolantonio Pietrocicco, Gio:[van] Crisostomo Conrtinenza, Gio:[vanni] Ciofani, Cesidio Fosca, e DomenicoTuccieriilletterato giudicano, che tanto il Costanzi, che il Cancelliere d’Amore venghino inclusi nella novella lista, perche sono persone probe e letterate[…]”
Nella deliberazione del 26 settembre 1843 Il Nostro viene scelto insieme con Giuseppe Carusone e Antonio Cipriani per la formazione della terna per la carica di esattore fondiario ed, in quella del 17 agosto 1845, viene eletto alla carica di esattore comunale; in quella del 6 agosto 1848 il Nostro viene proposto come deputato delle opere pubbliche ed infine durante il secondo sindacato del menzionato Benedetto d’Amore (1860-1861) veniamo alla conoscenza, attraverso vari atti di nascita ( purtroppo non esistono i registri delle deliberazioni decurionali dal 1851 al 1877 in quanto sicuramente, a causa del terremoto del 13.1.1915, sono andate perdute oppure, in ultima analisi, sono stati distrutti perché contenevano notizie ed episodi compromettenti?), che Benedetto d’Amore dal 1 Settembre al 4 Ottobre 1860 svolge l’attività di sindaco poi l’8 Ottobre 1860 Pietro Costanzi è 2° eletto ed Uffiziale dello stato civile; il 13 ottobre 1860 tale funzioni sono svolte da Antonio Cimini Decurione ed uffiziale dello stato civile del comune di Cerchio; dal 12 ( già dal primo dicembre) Dicembre 1860 fino al 2 Gennaio 1861 le citate funzioni sono svolte da Pietro Costanzi; dal 20 Gennaio 1861 fino al 20 Aprile 1861 rientra nelle proprie funzioni il Sindaco Benedetto d’Amore; dal 22 Aprile 1861 al 28 Maggio 1861 svolge ancora tali funzioni Pietro Costanzi secondo eletto ed infine chiude, dal 20 Giugno ( già dal 5 Giugno) al 28 Agosto 1861, definitivamente il citato sindaco Benedetto d’Amore e dal 3 Settembre 1861 subentra il nuovo sindaco Giuseppe d’Amore Fracassi (vedi).
Altre notizie interessanti le ricaviamo dal mio : “ I conti di una potente famiglia marsicana nella seconda metà dell’Ottocento. Un anno con i d’Amore Fracassi (1860-1861)” (29):
“[…]1 Dicembre ( 1860 n.d.r. ) Il Signor Pietro Costanzi, nella qualità di Sindaco ha mandato la Nostra Carozza in Goriano Sicoli per ivi condurre un Colonnello Piemontese di transito col suo Reggimento […]”
Notizie sparse in un momento difficile quale fu senz’altro il periodo dell’Unificazione d’Italia e dare un giudizio su questa ed altre figure legate ai quei fatti non è cosa facile in quanto, purtroppo, le notizie a nostra disposizione sono frammentarie e perciò molto lacunose si lascia, quindi, al lettore trarre le proprie conclusioni: senz’altro furono personaggi che dovettero risolvere nel miglior dei modi ed indolore il trapasso da Casa Borbonica a Casa Savoia.
Note
- Il Cognome Costanzo nel corso degli anni muterà in COSTANZI. Nell’atto delle promesse di matrimonio del Comune di Cerchio ( Atto n. 5 ) del 19 Aprile 1826 ( il matrimonio sarà celebrato il giorno dopo: il 20 Aprile 1826 ) tra Pietro Antonio Costanzo di professione sarto, figlio di Marino di professione sarto e di Benedetta di Donato di professione proprietaria tutti domiciliati in Pettorano ( sul Gizio n.d.r.) con la ventiduenne proprietaria Pulcheria Maccallini figlia di Nicasio di professione proprietario e di Maria Domenica d’Amore di professione proprietaria appare in modo inequivocabile sia il nome Pietro Antonio sia il cognome Costanzo come, così pure, in modo chiaro ed intellegibile appone la propria firma Pietro Costanzo in calce al sopracitato citato atto. La trasformazione del cognome in Costanzi molto probabilmente è avvenuta alla fine degli anni ’20 dell’Ottocento infatti nell’atto di nascita (n. 24- Archivio Comunale di Cerchio ) della figlia Maria domenica Giovanna il sindaco ed ufficiale dello stato civile Lorenzo d’Amore, lo dichiara come Pietro Costanzo ( perché a lui era così noto in quanto è lo stesso ufficiale dello stato civile nonché sindaco Lorenzo d’Amore davanti al quale erano comparsi il 19 Aprile 1826, Pietro Antonio Costanzo e Pulcheria Maccallini per dichiarare “la loro solenne promessa di celebrare davanti alla chiesa secondo le forme prescritte dal Sacro Concilio di Trento, il matrimonio tra essi progettato”. Il menzionato Ufficiale dello stato civile per formare l’atto delle solenni promesse riporta 7 certificati fra i quali anche l’atto di nascita dello sposo e quindi da questo documento il menzionato ufficiale di stato civile ha appresso in modo inequivocabile, il nome Pietro Antonio ed il cognome Costanzo ) e questi invece si sottoscrive in modo chiaro ed intellegibile come “Pietro Costanzi”; nell’atto di nascita ( atto n. 27- Archivio comunale di Cerchio) della secondogenita Maddalena Irene Amata, nata a Cerchio il 22 Novembre 1829 il medesimo ufficiale dello stato civile nonché sindaco Lorenzo d’Amore lo dichiara come Pietro Costanzi e così, pure, lo stesso dichiarante si sottoscrive. Da questo momento in poi comparirà sempre come Pietro Costanzi. E Costanzi è riportato anche nel “fuoco” ( famiglia ) n. 186 del registro dello Stato delle Anime del 1843 ( Archivio Parrocchiale di Cerchio ora conservato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano): “[…] Costanzi/186 Pietro fig.[li]o…(sic) di Pettorano N.[at]o 20 Febraro 1797/Pulcheria di lui mog.[li]e fig.[li]a di Nicasio Maccallini N.[at]a 3 Febraro 1805/M.[ari]a Domenica di loro fig.[li]a N.[at]a 24 Gennaro 1827/Maddalena Irene di loro fig.[li]a N.[at]a 22 9bre 1829/Maria di loro fig.[li]a N.[at]a 23 Luglio 1833/Francesco Saverio di loro fig.[li]o N.[at]o 28 Marzo 1836/+ M.[ari]a Rafaele di loro fig.[li]a N.[at]a 8 Maggio 1839/Margarita di loro fig.[li]a N.[at]a 19 Marzo 1842/[ari]a Colomba f.[igli]a N.[at]a 31 Gennaro 1845/Carlo Alberto antonio fig.[li]o (sic) (gli ultimi due nominativi sono stati scritti posteriormente da come chiaramente si evince dalla diversa scrittura n.d.r. ). Nell’atto di morte del Comune di Cerchio ( Atto n. 7 ) relativo all’anno 1885 il Nostro figura come Pietro COSTANZI svolgente l’attività di “possidente” e “Vedovo di fu Pulcheria Maccallini “.
- Amiconi F.: “ Pietro Costanzi: il coraggio”, Marsica Domani ,n. 9/93 del 31.10.1993.
- Vedi nota la sopra riportata nota 1. Pulcheria ( Agata Antonia Pulcheria Albina) Maccallini ), nata a Cerchio il 5 Febbraio 1805, è figlia di Nicasio e di d’Amore Maria Domenica, figlia, quest’ultima, di Silvestro, nata a Cerchio il 27 Marzo 1774, seconda moglie del sopramenziato Nicasio Maccallini e sorella del carbonaro Giuseppe e zia dei carbonari Domenicantonio, Paolo e Francesco ( figli del sopradetto Giuseppe) e cugina del “Gran Maestro” d’Amore Pasquale figlio di Natale.
- Amiconi F. :” Cerchio dal 1798 al 1867 “, Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, Annata LXXXII (1992) (CIV dell’intera collezione), Litografia F.lli Cellamare, L’Aquila,1994. Ed anche con lo stesso titolo in Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 17, Anno I, 1998.Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Archivio di Napoli, 4623, Ministero di polizia generale, II numerazione. Sicuramente è stato redatto prima del 29 ottobre 1822: è la data di morte di Silvestro d’Amore genitore dell’allistato carbonaro Giuseppe in quanto in questo importante documento è così riportato : “[…] D’Amore Giu:[epp]e di Silvestro […]è è chiaro quindi che, quando fu compilato l’allistamento dei carbonari, Silvestro d’Amore era vivente altrimenti dovevano riportare “ fu Silvestro” o del “quondam” Silvestro. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Registro delle deliberazioni del decurionato del comune di Cerchio (1823- 1838), Archivio Comunale di Cerchio. Amiconi F. ; “ Storia di Cerchio dal 1798 al 1851”, Stampa MCM Carsoli, 2006.Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Francescantonio d’Amore, nato a Cerchio il 14 Ottobre 1769 da Anselmo e da Rosa Felice d’Amore. All’età di 15 anni fu nominato canonico ed in seguito arciprete di Cerchio. Morì a Cerchio il 1 Ottobre 1844.
- Placido Ciotti, nato a Cerchio il 15 Novembre 1785 da Francesco Antonio e da Domenica Felicia Pantano. E’ incluso nella lista dei carbonari del Comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo” in qualità di “Oratore assistente in Celano”( Archivio di Stato di Napoli, 4623, Ministero di polizia generale, II numerazione). Morì a Cerchio il 24 Luglio 1832. Sacerdote. Amiconi F. :” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Giovan Pietro Continenza, nato a Cerchio il il Primo Febbraio 1789 da Ferdinando e da Maria Croce Di Domenico. Anche lui è riportato come “ 2° assistente ascritto in Celano” nella sopra detta “ Vendita di Leo”. Morì a Cerchio il 6 Luglio 1863. Sacerdote. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op. cit.”.
- Paolo d’Amore, nato a Cerchio il 26 Febbraio 1794 da Giuseppe e da Beradina Santori. Nella citata “Vendita di Leo” è riportato come “ Ascritto in Celano”. Morì a Cerchio il Primo Dicembre 1865. Sacerdote. Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Nicola , in realtà al “fuoco” n. 93 dello Stato delle Anime del 1785, risulta in modo inequivocabile come Niccolò Concetto Fosca, nato a Cerchio il 6 Dicembre 1786, da Felice Basilio Cesiddio e Gemma Cardarelli; mentr’invece al “fuoco” n. 96 dello Stato delle Anime del 1802 è trascritto come “ Nicola Concetto fig.[li]o ( di Basile e Ge[m]ma Cardarelli di Trasacco) n.[at]o a 6 x[decem]bre 1786”. Morì a Cerchio il 27 Maggio 1836 alle ore diciassette. Nel suo Atto di morte ( Atto n. 13 del 1836, Archivio Comunale di Cerchio ) il suo nome è così trascritto “ don Nicola Fosca di anni quarantanove nato in Cerchio di professione Sacerdote ”. Non è riportato nella menzionata “Vendita di Leo”. Come mai?
- Carlo Emidio de Grandis, nato ad Ofena non sappiamo quando, da Antonio ( non sappiamo il nome della madre). Si unì in matrimonio con Maria Rossi di Sulmona. E’ riportato nella menzionata “ Vendita di Leo” come “Carbonaro”. Morì a Cerchio il Primo Agosto 1842. Di professione calzolaio. Amiconi F. :” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Brizio Tuccieri, nato a Cerchio il 15 Giugno 1790 da Benedetto e Crocefissa Di Natale. E’ riportato nella citata “vendita di Leo” come “Carbonaro”. Morì a Cerchio il 3 Gennaio 1869. Di professione proprietario. Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Giovanni Martellozzi, nato a Cerchio il 4 Dicembre 1792 da Francesco ( non sappiamo il nome della madre ). E’ riportato nella citata “Vendita di Leo” come “carbonaro”. Morì a Cerchio il 3 Agosto 1842. Di professione “Bracciale”. Amiconi F..” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Giuseppe d’Amore, nato a Cerchio il 20 Settembre 1768 da Silvestro e da Giovanna Ciccarelli. E’ riportato nella menzionata “ Vendita di Leo” come “ Tesoriere: ascritto in Pescina”. Morì a Cerchio il 15 Settembre 1837. Di professione proprietario. E’ questi il padre del parroco Paolo e del sotto riportato Domenico d’Amore. Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Domenico (Domenicantonio) d’Amore, nato a Cerchio il 26 Gennaio 1798 da Giuseppe e da Berardina Santori. E’ riportato nella menzionata “ Vendita di Leo” come “carbonaro”. Morì a Cerchio il Primo Gennaio 1879. Di professione proprietario. Mio trisavolo. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Valerio Berardi, nato ad Aielli il 14 Luglio 1784. E’ riportato nella lista dei carbonari del Comune di Aielli denominata “ figli de’ liberi Marsi ” come “ I° assistente Fasciato antico”. Fu sindaco di Aielli dal 1836 al 1839. Di Professione proprietario. E’ il fratello del Deputato del primo parlamento italiano Enrico ( o Errico) Berardi (vedi). Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Fortunato del Cecato, nato ad Aielli il 5 Febbraio 1781 . E’ riportato nella citata vendita carbonara “ figli de’ liberi Marsi” come “ Segretario e 1° assistente antico”. Di professione speziale. Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- “ Nonimestre rivoluzionario ” è il periodo che va dal 2 Luglio 1820 al Marzo 1821: i cosiddetti moti di Nola.
- Onofrio Giacomo Campomizzi, nato a Cerchio il 12 Gennaio 1782 da Francescantonio e da Domenica Felicia Pantano. Si congiunse in matrimonio con Cesidia, figlia di Filippo Sperandio. Amiconi F. “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Vito Cesare Brizio Tucceri, nato a Cerchio, da Benedetto e Crocefissa Di Natale di Rovere, il 25 Giugno 1790. Si unì in matrimonio con Lucrezia Meogrossi, figlia di Silvestro. Morì a Cerchio all’età di 78 anni il 3 gennaio 1869. Iscritto alla vendita carbonara del comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo”. E’ il fratello del parroco don Nicola Tucceri, nato a Cerchio il 11 Settembre 1806.
- Camillo Rossi, figlio di Giacomo, nacque a Cerchio il 22.6.1797, Si congiunse in matrimonio con Maddalena Meogrossi. Iscritto alla vendita carbonara del comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo”. Anche suo fratello Francesco Antono, era annoverato fra gli affiliati della sunnominato sodalizio. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- “ La morte/del Prof. Carlo Alberto Costanzi/a Cerchio” da Il Popolo di Roma, 20 Maggio 1938- XVI-Pag. 6, Cronaca degli Abruzzi.
- Registro delle Deliberazioni del decurionato del Comune di Cerchio (1838-1851). Vedi anche Amiconi F. :” Storia di Cerchio dal 1798 op.cit.”.
- Vedi in appendice in questo lavoro.
- E’ uno dei 4 garibaldini cerchiesi che prese parte al cruento scontro avvenuto a Subiaco l’11 ottobre 1867 fra garibaldini e zuavi pontifici e dove perirono 3 garibaldini: il comandante conte Emilio Blenio di Milano ( era origianrio di Lecco ), il cerchiese Antonia Panara ed il cremonese Lorenzo Grotti. Vedi Amiconi F.: “ Serafino de’ Giorgio e la spedizione marsicana nell’agro romano del 1867”, Edizioni Kirke, 2011.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294.
- Registro delle deliberazioni del decurionato del Comune di erchio ( 1823-1838. Registro delle deliberazioni del decurionato del Comune di Cerchio ( 1838-1851). Vedi anche Amiconi F.:” Storia di Cerchio dal 1798 op.cit.”.
- Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 70, Anno IX, 2006.
LUIGI MACCHIUSI
( 1797- 1873)
Nacque a Pescosolido ( Frosinone) il 9 Ottobre 1797 da Salvatore e da Elisabetta Mariani. Svolse l’attività di speziale ed anche, come impiegato del comune di Cerchio, l’attività di “Sonatore di Organo” presso la chiesa parrocchiale di Cerchio dedicata ai Santi Martiri Giovanni e Paolo. Fu sindaco di Cerchio in due tornate elettorali : dal 1831 al 1833 e dal 1833 al 1837. Il Nostro fu iscritto come “ 1° assistente ascritto in Celano “ alla vendita carbonara del comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo “.(1)
Anche di questi così come di altri personaggi cerchiesi abbiamo purtroppo documenti esigui attraverso i quali riusciamo in parte a descrivere il loro operato. Da una lettera inviata da Costanzo Santucci a “ Sua Eccellenza Signore Commentatore Don Francesco Saverio del Carretto (2), Generale della Reale Gendarmeria” del 29 Agosto 1828 apprendiamo :
“[…]Secondo dietro tali fatti i Settarj del Comune di Cerchio, col concerto de’ Settarj celanesi, pescinesi, ed di altre Comuni per meglio colorire le diloro riunioni colla manutenzione già detta, han fatto sì, che lo speziale Don Luigi Macchiusi uno de’ graduati Settarj di esso Comune, aprisse nel caduto mese di aprile un ridotto, servendosi di un granile di proprietà de’ luoghi Pii, che a proprie spese ha fatto abbellire. Ed in esso dà comodi, e carte da guoco (sic), mopolj, dolgi, ed altri oggetti da complimenti; ed ivi la classe de’ Settarj si riunisce giornalmente a porte aperte, e qualche volta ad avanzata sera a porte chiuse, e ciò per apparentemente dar ad divedere, che l’oggetto delle diloro riunioni sia quello solo di divertimento.[…]Si osservi in’oltre il metodo tenuto dal Sindaco Don Lorenzo d’Amore ne’ rapporti di Polizia, e si troverà sicuramente di aver egli riferito sempre in bene per i Settari, ed ancorchè le fusse ordinato la sorveglianza de’ medesemi, specialmente dello speziale Don Luigi Macchiusi, costui non ha mai rapportato i criminosi di lui maneggi, e giri: non potendosi affatto negare, che egli sia spessissimo andato a Venere, D. Benedetto, Manaforno, Pescina, Scanno, Solmona, Colle Armele, Ajelli, Avezzano, Peschiosolito, e molte volte in Roma, questi sempre senza passaporto. Non può negarsi, che in quel frattempo, che è stato nel Comune di cerchio, nel corso della giornata è stato quasi sempre nell’anzidetto ridotto, e costantemente la sera è andato a spasso fuora l’abbitato col sopradetto Vincenzo di Marco d’Amore (3), e con altri classici Settarj. Se il Sindaco Don Lorenzo d’Amore (4); se il Comandante la Guardia Urbana Don Vincenzo d’Amore (5); e se l’Arciprete Curato Don Francescantonio d’Amore (6) non fossero stati a parte de costanti giri dei Settarj predetti, lo avrebbero rapportato, e non avrebbero permesso l’introduzione de’ fogli esteri, che ilo Macchiusi ha riportati specialmente da Roma[…]”(7)
Il Nostro nutrì un sincero attaccamento verso la speciale protettrice di Cerchio : la Madonna delle Grazie tanto da essere annoverato come “ insigne nostro benefattore” (8) infatti dalla deliberazione decurionale del Comune di Cerchio del 3 Marzo 1833 apprendiamo:
“[…]nell’istessa seduta ( 3 Marzo 1833 n.d.r. ) il sig. Sindaco ha fatta la seguente proposta Molti nostri Concittadini mossi dall’impegno di accrescere e mandenere la divozione alla Vergine SS. delle Grazie di S. Maria Corbarola per non vedere deperire il fabbricato del Convento posseduto una volta da PP.[Padri] Eremitani di S. Agostino (9), nonche per il bene spirituale della Popolazione medesima, han progettate la cessione del fabbricato per la maggior parte diruto di detto Convento della Chiesa nominata e di coppe (10) dieci tereno ad uso di orto. Il Clero e Capitolo del Convento medesimo fa conoscere con pari impegnio la dazione in parola alla Riligione de PP.[padri] Capoccini del Ordine di S. Francesco (11), e Monsignore Ill.[ustrissi]mo Nostro Diocesano (12) ha mostrato la sua adesione e percio che le SS.[signorie] LL.[loro] sono invetate a deliberare Il Decurionato intesa la soprascritta proposta Dietro le operazione fatte da molti membri del Consiglio medesimo 1° il vandaggio del bene spirituale che và à promuoversi coll’opera e Ministeri de PP.[Padri] Componente la famiglia de Religiosi che abbitarebero il convento sia nella amministrazione de SS.[santissimo] Sacramento della penitenza Eucarestia; il Commodo di ascoltarsi la S. Messa che verrebbe ad accrescersi con le altre sacre fonzioni per la regola del ordine: l’istruzione ne rudimenti della fede per i doveri di Riligione e di Socita 2° Costituento al presente la divozione al Simolacro sotto il titolo della Vergine SS.[santissima] delle Grazie nel rammentare il prodigio del suo discernimento (13) un santuario arricchito di nestimabile tesore Spirituale; una sorgente di Grazie perene, come si e ne ringontri sperimentato. Colla assistenza de PP.[Padri] di una Religione il Culto alla gran Madre di Iddio Sarrebbe mantenuto e aumentato 3° Le fabriche rimaste disabitate fin dal 1776 (14) per l’espolsione del PP.[Padri] Agostinaini Scalzi che le abitavano veggonsi al presente in pessimo stato, in buona parte cadute e per una altra parte quasi cadenti per le quali nessuna rendita o utile ne percepisce il Comune. La speranza di veder riattato il fabricato che addinse alla Religione dei PP.[Padri] Cappoccini. 4° Lo Smembramento di coppe dieci di terreno è per addirsi ad uso di orto alla famiglia de PP.[Padri] in proggietto non arrecano che una piccola diminuzione alle rendite patrimoniale del Comune del perche dieci coppe di detto terreno portano nel Catasto provvisorio un imponibile di 4:50 e nella rendita attuale un ammontare di ducati 6:63 non paragonabile a vandaggi che se ne otterebero. Per le qualo considerazioni il Decurionato ad unanimità delibera di domandarsi approvazione della proggiettata ciessione ad autorizza l’attuale Sig. Sindaco a darne conoscenza a Monsignore Ill[ustrissi]mo in Pescina al Padre Provinciale de PP.[Pasri] Cappoccini per la dozione della Religione al Sig. Intendente per provocarne la Sovrana approvazione (15) Luigi Macchiusi Sindaco Gio:[van] Crisostomo Continenza (16) decorione Giuseppe d’amore decorione Miccantonio Pietrocicco decurione Giuliano Continenza (17) decorione Evariste Tuccieri (18) decorione Domenico Tuccieri Decurione Illetterato Venanzio Iacobacc i Decurione Illetterato Aurelio Iacobacci Decurione secretario[…] “
Concetti questi riproposti nella deliberazione decurionale del primo settembre 1833 unica variante al posto dei Padri “ Cappoccini del Ordine di S. Francesco ” questa volta sono i Padri “ Zoccolanti dell’ordine di S. Francesco.
Fu anche oculato amministratore della “ cosa pubblica ” ed attento al benessere dei suoi amministrati come chiaramente si evince dalle seguenti deliberazioni decurionali :
“[…]L’anno mille ottocento trentuno il giorno vendinove del Mese di Maggio nella Casa Comunale di Cerchio, riunito il Decurionato il Sig.[no]r Sindaco ha fatta la sequente proposta Signori Il tetto della Casa Comunale contigua ha questa Cancelleria e già Fracassato. Io ne ho fatto Stendere la perizia dal Capo Maestro Salvatore Tranquilli portante il riattamento non solo della detta Camera, ma benanche del altra Camera a contatto e che presente la Spesa di docati sessantacinque e grana Sei In tale rincontro io non ammetto farle riflettere la pessima posizione di questa Cancellerai Comunale la quale trovandosi Sopraposta ai forni Comunali rimancono le carte generalmente affumicate, e molto Sogette ad essere divorate da topi. Le Sudette due Camere potrebere Servire per uso della Cancelleria la quale mediante il Sudetto riattamento presenderebbe un Comodo più decente; Lo proponco perciò alla di loro conoscenza per l’analoca deliberazione Il Decurionato intesa la suscritta proposta Vista la enunciata perizia del Capo Mastro Tranquilli portante la Spesa di docati Sesantacinque e grana Sei Consideranto che la Cancelleria Comunale e Sopraposta ai Forni Comunali da dove riceve del fumo che rente le carte di esse impropri oltre esser Sogetta a dei topi che continuamente massacrano le carte Sudette Consideranto che il tetto di una Camera di Casa Comunale contigua alla Cancelleria non Sogetta al Fumo del Forno e gia Fracassata e che deve inspenzabilmente riattarsi cosi in tale rincontro opina riattarsi anche l’altra Sala di accosto in dove potrebbe passare la Cancelleria onde vien meglio conservarsi le Carte apparten[en]te alla Medesima ed e di avviso farsi il lavoro in parola in Aministrazione desumendo la Spesa Su l’articolo 47 dello Stato quinquennale il quale vi sono agretati docati 84 e grana 92 giusta la rubrica dello Stato Suppletorio delo Stato di variazione Luigi Macchiusi Sindaco Giovanni Colantonio decurione Luigi Pietrojusti decurione Giovanni Cipriani decorione Aurelio Iacobacci Decurione Alesandro Iannicha Decurione Illitt.[erat]o Gio[vanni] di Luigi Cipriani Decurione Illitt[erat]o Domenico Tuccieri Decurione llitt[erat]o Giacinto Ciotti Decurione Segretario[…]
[…]Lanno Mille ottocento trenduno (sic) il giorno 23 Ott[o]bre nella Casa Comunale di Cerchio riunito il Decurionato per deliberare su la Formazione dello Stato di variazione del Mille ottocento trentadue il Sig.[no]r Sindaco à fatta La Sequente proposta Sig[nor]i e a loro pur troppo nota la devastazione di alcuni punti di Strada consolare del Comune devastati da aluvioni nella passata Stagione estiva che gli à resi impraticabili, Specialmente un tratto nel Locale cosi detto Colle di S. Antrea fino al portone cosi detto de Frati, e l’altro Sopra la Chiesa Parrocchiale fino al Locale cosi detto Torre della Croce per il che conoscendene La urgenza ò fatto Stendere la perizia dal Maestro Fabricatore Agostino di Domenico che le presente ammondante la Spesa a docati 31:89 onde deliberino Sulla convenienza o rigetto del Lavoro Il Decurionato intesa la Suscritta proposta. Vista la sudetta perizia, consideranto che gli tratti di Strada di cui parlasi Sonosi resi impraticabili, pero ad unanimita delibera conveniente il lavoro, ed opina farsi in amministrazione sotto la vigilanza de Depotati Locali desumendone La Spesa dal articolo analoco. Luigi Macchiusi Sindaco Pasquale d’Amore Fracassi decurione Aurelio Iacobacci Decurione Giovanni Cipriani decorione Luigi Pietrojusti decurione Alesandro Iannicca decurione Illitt[erat]o Gio:[vanni] di Luigi Cipriani Decurione Illitt[erat]o Domenico Tuccieri Decurione Illitt[erat]o Giacinto Ciotti Decurione Segretario
Lanno Mille ottocento trentuno il giorno 23 Ott[o]b[r]e nella Casa Comunale di Cerchio riunito il Decurionato per deliberare su la Formazione dello Stato di variazione del Mille ottocento trentadue nel istessa Seduta Il Sig.[no]r Sindaco à fatta La Sequente proposta Signori Le Fondane tante inderne che esterne del Comune an bisognio di preciso riattamento Specialmente ne loro Aquidotti da dove si vede deviata L’acqua, e de Cittadini restano privi del Comodo del descritto elemento, ad al uopo mi ò fatto Stendere la perizia onde deliberino su Lassundo Il Decurionato intesa La Suscritta proposta. Vista la sudetta perizia, consideranto che Le Fondane an bisognio del Sudetto riattamento ad unanimita deliberino conveniente il Lavoro ed Opina farsi in amministrazione Sotto la vigilanza de deputati Locali, desumendone La Spesa dal art[icol]o Analoco Luigi Macchiusi Sindaco Pasquale d’Amore Fracassi Decurione Aurelio Iacobacci Decurione Giovanni Cipriani decorione Luigi Pietrojusti decurione Giovanni Colantonio decurione Alesandro Iannicca Decurione Illitt[erat]o Gio:[vanni] di Luigi Cipriani Decurione Illitt[erat]o Domenico Tuccieri Decurione Illitt[erat]o Giacinto Ciotti Decurione Segretario[…]
[…] L’anno 1833 il giorno 4 del Mese di Agosto nella Casa Comunale di Cerchio riunito il Decurionato il Sig[nor]e Sindaco ha fatta la Sequente proposta Sig[nor]i L’articolo 119 della Legge de dodici X[decem]bre 1826 prescrive la loro riunione in questo stesso giorno per la proposta de nuovo municipalisti per le cariche Comunali covè del Sindaco 2° Eletto 1° Eletto, e Cassiere Comunale tenente presente la Legge amministrativa per la elezione Sudetta Il Decurionato intesa la Sopra Scritta proposta = Vista la citata Legge discusse perfettamente tutte le Famiglie in essa descritta nella lista degl’Eligibili Consideranto che questo Comune tiene due cause nella G[ran] C[orte] de conti in Nopoli la prima con D[on] Venanzio d’Amore Fracassi di questo istesso Comune per l’abuso delle publiche acque e la Seconda con il Comune di Gagliano e Collarmele per la vertenza delle Selve per le quali vi e bisognio di pieno accodimento Consideranto la doledovole condotta tenuta dal attuale Sindaco D.[on] Luigi Macchiusi per i vandagi di questo Comune nel cadente triennio ad unanimita opina confermarsi alla istessa carica di Sindaco l’attuale esercente Sig[nor]e D.[on] Luigi Macchiusi come quello che e rivestito di tutte le buone qualita dalla Legge prescritta Propone per quella di Secondo Eletto il Sig.[nor]i Pietrosante Iacobacci Gabriele Tuccieri e Cesidio Fosca Per quello di 1° Eletto i Sig[nor]i Pasquale di Natale d’Amore Brizio Tuccieri e Gio:[vanni] Ciofani Per quella di Cassiere Comunale i Sig[nor]i Pasquale Meogrossi Pasquale Ciaglia e Clemente Iacobacci Luigi Macchiusi Sindaco Nicolantonio Pietrocicco Decurione Gio:[van]Crisostomo Continenza decorione Giuseppe damore decorione Giuliano Continenza decurione Evarista tuccieri decurione Venanzio Iacobacci Decurione illetterato Domenico Tuccieri Decurione illetterato Aurelio iacobacci Decurione Segret[ario][…]
[…]L’anno Mille ottocento trentatre il giorno dieci del Mese di 9[novem]bre, nella Casa Comunale di Cerchio riunito il Decurionato il Sig[no]r Sindaco ha fatta la Sequente proposta Sig[nor]i Il Sig[no]r Sotto Intendente del Distretto con Suo riverito uffizio de dodici 7[settem]bre ultimo n[umer]o 5837 mi a rimesso una perizia rettificata dell’Ingegniere Provinciale relativa al campo Sando di questo Comune che deve Stabelirsi per tumulazione nella Chiesa rurale denominata S. Lucia giusta le altre diloro deliberazioni de 19 e’ […] 7[settem]bre 1830 il dicui progetto che le presento porta la Spesa di ducati trecento ottanta e grana diecesette onde si conpiaciano deliberarvi Sul riguardo Il Decurionato intesa la Sopra Scritta proposta visto il citato Uffizio. Letto il proggetto dell’Ingegniere Provinciale Sig[no]r Gio:[vanni] Luciani e di avviso possa approvarsi in tutte le sue parti da costrovirsi dentri anni tre desomendo la Spesa della prima rada di esso nel articolo 60 bis dello Stato di variazione del venturo ese[rci]zio 1834 Luigi Macchiusi Sindaco Nicolantonio Pietrocicco Decurione evarista tuccieri decurione Giuliano Continenza decurione Giusepe damore decurione Gio:[van] Crisostomo Continenza decorione Venanzio Iacobacci Decurione illetterato Domenico Tuccieri Decurione illetterato Aurelio Iacobacci Decurione Segretario[…]
[…] Nel istessa Seduta il Sig[no]r Sindaco ha fatta la sequente proposta Sig[nor]i L’avvocato del comune presso la G[ran] C[orte] de conti Sig[no]r D.[on] Carlo Sacente con suo foglio del primo Gennaro ultimo nel parteciparmi di esser stata già trattata la causa delle Selve in contesa con i Comuni di Gagliano e Colle Armele e rimessa la decisione al Consiglio di Intend[enz]a della Provincia come Scrito mi fa delle premure di rimettergli una Somma per alcune Spese erogate per detta causa e per far fronte alla altra contestazione per l’abbuse delle pubbliche acque controvertite da D.[on] Venanzio d’Amore Fracassi la di cui causa andava ha Spingerla per il disbrico Sistente pure in detta G[ran] C[orte] Il Decurionato intesa la Sopra Scritta proposta. Visto l’avviso del Sudetto Av[o]cato Consideranto esser giusta la domanta di esso tanto per le Spese erogate per la causa delle Selve quanto per le spese occorrentio per Spingere la causa avanti delle pubbliche acque in contesa con D.[on] Venanzio d’Amore Fracassi Consideranto esservi bisognio di accudimento presso l’avocato predetto per il disbrigo della causa delle Sudette acque e per impedire gl’intrighi della controparte che inferir potrebero non lievi danni agl’interessi del Comune. E’ di avviso rimettersi al sudetto Avocato docati ventiquattro; cioè docati dodici per la causa delle Selve in contesa con i Comuni di Gagliano e Colle Armele, ed altri docati dodici per far fronte alle Spese della causa delle acque = Opina in pari tempo che lattovale Sindaco Sig[no]r D.[on] Luigi Macchiusi si porta in Napoli a prestare laccodiento Sudetto e procurare cosi i vandaggi del Comune ed il disbrigo della contestazione dandosi al Medesimo per le spese del viaggio e dimora cola docati venti desomento l’una e l’altra Spesa in totale docati 44 sul articolo analogo procuandone di tutto la Soperiore approvazione Luigi Macchiusi Sindaco Nicolantonio Pietrocicco Decurione Gio:[van]Crisotomo Continenza decorione evarsita tuccieri decurione Giuliano Continenza decorione Giuseppe damore decurione Gaetano Ciotti decurione Venanzio Iacobacci Decurione illetterato Aurelio Iacobacci Decurione Segretario[…]
[…]Nell’istessa Seduta il Sig.[no]r Sindaco ha fatta la Sequente proposta Sig[nor]i Trovandosi questo infelice Comune nel piu Stretto bisognio di acqua tanto per uso della Vita che per gli animali nella ricorrente Seccita si e portato nel convecino fonte detto di Mosciano per usare del Sudetto elemento come ab immemorabile ne aveva usato come luoco promisquo tra questo Comune e quello del limitrofo di Ajelli; abbia incontrata una viva resistenza da quegli abitanti mal grado di esser quel fonte superfluo ai bisogni di quella Popolazione tanto per la distanza in cui e situato quel Comune quanto per aver altre fontane pel proprio di loro bisognio. Si e ricorso alle Autorita Amministrative del Distretto e della Provincia ma in vano perche Ajelli avalendosi di una decisione del Sig.[no]r Cavaliere de Tomasis già Commissario del Re o per la decisione de demani de ventisette Settembre 1811 colla quale dichiarò escluso questo Comune dal dritto di pasciere ed acquare in alcuni locali promisqui frà quali vi e compreso Musciano. In tale stato di cose l’infelice Popolazione di Cerchio e rimasta nella piu alta despirazione per mancanza del Sudetto alimento. Ha fatto visitare l’archivio di questo Comune ed a trovato che Cerchio portò a tempo utile il gravame in consiglio di Stato a verso la Su riportata decisione del gia Commissario del Re Sig.[no]r Cavaliere de Thomasis e di non essersi questo gravame fin qui disuso per aver questo Comune Sempre usato del dritto di pascere ed acquare ne locali contenuti nella riferita decisione specialmente su quella di Musciano ed in comprova del vero l’intiero corpo municipale di Ajelli nel 1829 rilascio un legale documento a questo Comune Servito per la controversa delle acque tra questo Comune e D.[on] Venanzio d’Amore Fracassi; qual titolo trovasi frà gli atti in G.[ran] C.[orte] de’ Conti in Napoli col quale confessò Ajelli di essersi questo Comune Sempre Servito delle acque di Musciano. Proponco tutto cio alla di loro conoscenza per il dippiu Il Decurionato intesa la Soprascritta proposta Considerato che questo comune di Cerchio e stato Sempre promisquo col limitrofo Comune di Ajelli e di aver Sempre goduto il dritto non per intrusione ma per vero titolo di promiscolita Specialmente Sul locale denominato Musciano di pascere ed acquare e di non essere Stato mai per torbato nel godimento del suo pacifico possesso che a Sempre goduto fino al mese cadente di Agosto Consideranto che questo Comune non puole affatto tirare innanzo per mancanza di acqua elemento di prima necessita per il pro[p]rio Sostentamento Consideranto che i dritti di questo Comune Sono Stati evidentemente unlerati tanto Sugli Soglimento della promisquita operata dal Sig.[no]r Cavaliere de Thomasis quanto Sulla dicisione della Montagna xe(sic) feudale detta di Celano averse delle quali questo Comune produsse a tempo utile[…] gravame in Consiglio di Stato perciò opina farse questo discudersi con la massima Sollecitudine a quale effetto propone per suo procuratore il Sig.[no]r D.[on] Carlo Sacente residente in Napoli al quale si rimetono docati quintici per anticipazione di Spese da prelevarsi Sull’articolo del imprevedute restanto incaricato il Sig.[no]r Sindaco di provocarne la Superiore approvazione Luigi Macchiusi Sindaco Nicolantonio Pietrocicco Decurione Gaetano Ciotti decurione Giancisostomo continenza dicurione Giuseppe damore dicurione evarista tuccieri decurione Venanzio Iacobacci Decurione illetterato Aurelio Iacobacci Decurione Segretario […]
[…] L’Anno Milleottocentotrentaquattro, il di ventuno del Mese di 7[settem]bre nella casa Comunale di Cerchio, riunito il decurionato per esecuz.[ion]e di quanto trovasi prescritto nel Giornale d’Intend.[enz]a n.[umer[o 271 del Anno corrente, relativamente alle pubbliche Strade, il Sig:[no]r Sind.[ac]o ha fatto la Sequente proposta= Sig.[nor]i E’ a loro piena conoscenza, che questo Comune trovasi privo dell’intutto di acque tanto per l’uso della vita, che per quella degl’Animali Mi han fatto osservare alcuni zelanti Cittadini, che nel convicino locale, così d.[ett]o il Pozzo vi sia un ruscello di acque limpide e di ottima qualità, le quali potrebbero elevarsi, e farl fluire per mezzo di una canale, da servire per comodo de Cittadini, al che vi ho fatto Stendere una perizia dal Maestro Fabricatore Agostino di Domenico, che le presento, onde emettere analoga deliberaz.[ion]e iI decurionato, intesa la Soprascritta proposta. Visto la perizia del Fabricatore Agostino di Domenico ammontante a ducati 13:06 Considerando esser il Sud.[ett]o ruscello di acqua Sotiato in un locale publico, da non poter esser impedito da chichesia, e le acque pred.[ett]e di buonissima qualità, atte a dissetare Una buona porzione del Popolo. Considerando il bisogno in cui trovasi la Popolaz.[ion]e dell’enunciato elemento, ad unanimità è di avviso farsi costruire il d.[ett]o fonte, prelevando la Spesa Sull’articolo delle opere publiche del corrente esercizio, da esequirsi in Amministraz.[ion]e Luigi Macchiusi Sindaco Gi’[an]Crisostomo Continenza decorione Gaetano Ciotti decurione Giuseppe damore decorione Giuliano Continenza decurione evariste tuciere decurione venazio Jacubaci decurione inveterate Nicolantonio Pietrocicco Decurione secretario[…]
[…] L’Anno Milleottocentotrentaquattro il giorno quattordici del Mese di Dicembre, nella Casa Comunale di Cerchio, riunito il decurionato, il Sig.[no]r Sindaco ha fatto la Sequente proposta Sig.[nor]i Il Sig.[no]r Sotto Intend.[ent]e del distretto con Suo venerato Uffizio de 4 Stante n.[umer]o 8341 nel rimettermi una memoria avanzatale dalla Nutrice del Projetto Francescant.[oni]o Liberto (19) domenica di Legge di Collarmele, colla quale reclama di non voler tener di vantaggio il Sud.[ett]o Projetto, che gli fu dato a Nutrire fin dal 16 9[novem]bre 1822; mi ordina proporre alla loro conoscenza Se convenga pagargli la Mercede per altro puoco tempo, e nel caso negativo procurare di ponerlo a Servire presso persone oneste, o del Comune, o di altri limitrofi. Il Decurionato intesa la Soprascritta proposta Visto il citato Uffizio coll’annesso reclamo Considerando che il Projetto tenuto dalla reclamante domenica di Legge di Collarmele fin dal 1830 allorche terminò l’età di Anni otto fu Sospesa la mensile Mercede, giusta i Stabilimenti in vigore, e ne fù istruita la Sud.[ett]a Nutrice, e ricercata se voleva mandarlo nell’abolito Orfanotrofio di Solmona, questa Si negò e disse volerselo tenere in Casa, Sulla consideraz.[ion]e di non aver figli Maschi, e perciò opina, che la reclamante non abbia alcun dritto a dolersi; all’incontro essendo questo giunto all’età di dodici anni compiti Sia abbile a lucrarsi il proprio Sostentamento Luigi Macchiusi Giuseppe damore decurione Giuliano Continenza decurione Gaetano Ciotti ducurione evariste tucceri decurione gio:[an]Crisostomo Continenza deorione venazio iacubaci decurione inveterate Nicolantonio Pietrocicco secretario[…]
[…]L’Anno Milleottocentotrentacinque Il giorno Sette del Mese di Giugno, nella Casa Comunale di Cerchio riunito il decurionato, il Sig:[no]r Sindaco ha fatto la Sequente proposta = Sig.[nor]i Malgrado di aver con altra deliberazione de 2 Agosto 1829 emesse le condizioni per l’affitto del T[errito]rio Comunale, cosi d.[ett]o Palude da puochi Anni rilasciato dal Fucino, Sanzionate queste dal Consiglio d’Intend.[enz]a della Provincia a 13 7[settem]bre dell’istesso Anno, e quindi confermate a 23 9[novem]bre 1833; pure perche essendo un fondo vistoso, e l’affitto Stabilito in massa, han bisogno esser queste rinovate, onde affittarsi in dettaglio, per così avere un risultato maggiore di estaglio e migliorare il fondo in beneficio del Comune, Specialmente la parte argillosa Il decurionato intesa la Soprascritta proposta Considernado, che affittandosi il d.[ett]o fondo in dettaglio, può avere un’estaglio maggiore, e permanente per il miglioramento, che potrà farsi Sul fondo istesso, nella parte ora argillosa, e però ad unanimità delibera conveniente la rinovaz.[ion]e delle Sud.[ett]e condizioni, da Scrivere nella Scadenza dell’affitto attuale, che avrà luogo ad Agosto venturo e che Saran fissate nel Modo Sequente Primo Che l’affitto S’intenda per la durata di Anni Sei, da principiare a 7[settem]bre, per terminare a tutto Agosto dopo l’elasso del Settennio. 2° Che dell’intiero fondo Se ne debbano Stabilire quindi porzioni, le quali debbonsi misurare a Carico del Comune in ogni Mese di Agosto coll’intelligenza de Fittuarj i quali abbiano a pagare quella rata di estaglio in raggione di coppato, non esclusa la parte argillosa, che Sarà esistente nel Sud.[ett]o fondo, a danaro contante in mano del Cassiere Comunale in ogni Mese di Agosto anche con arresto personale in caso d’inadempimento 3° Che debba cedere a carico de fittuarj le Spese tutte di aggiudicaz.[ion]i, e che non possano i mede.[esim]i aver dritto ad escomputo, tanto ne casi fortuiti, ordinarj, che per gli Straordinarj inpreveduti, e di non …lere la Subasta Senza l’approvaz.[ion]e del Signor Intend.[ent]e della Provincia Luigi Macchiusi Sindaco Gio[van]Crisostomo Continenza decorione Giuliano Continenza decurione evaristo tuccieri decurione Francesco tuccieri decurione Giuseppe damore decurione Venazio iacccobeci decurione inleterate Nicolantonio Pietrocicco decurione secretario
Nell’istessa Seduta il Sig:[no]r Sindaco ha fatto la Sequente proposta= Sig.[nor]i E’ a di loro piena conoscenza, che avendo Stabilita la nostra Cancelleria per Superiore disposizione nell’altra Casa Comunale, attesa quella ove per prima era esistente trovanzi Sopraposta ai Forni di pane a cuocere, e pane a vendere, ed in consequenza Sogette le carte non Solo ad un’incendio ma di esser lordate dal fumo, e divorate da Topi perche mal costruita Quindi è che Stante dal nuovo passaggio le carte Comunali trovanzi nella massima confusione, ed è perciò che conoscendo la necessità di far lavorare dette Suozie per la conservaz.[ion]e ed ordinamento delle carte ho fatto Stendere analoga perizia dal Maestro Falegname, e Fabricatore Giuseppe Ciaglia di Collearmele, che le presento, onde deliberino Sul assunto Il decurionato intesa la Soprascritta proposta Vista la d.[ett]a perizia ammontante a ducati 30:23 Considerando il detrimento che può Soffirre l’Amministraz.[ion]e, e le carte Comunali, ora in confuzione per mancanza di commodo di Suozie, ad unanimità delibera conveniente il d.[ett]o lavoro, e lo dichiara della massima necessità, ed urgenza, ed opina farzi farzi in Amministraz.[ion]e Sotto la vigilanza de deputati locali, da desumersi la Spesa occorrente in ducati 30:23 contenuti nella citata perizia dall’art.[icol]o 47 dello stato quinquennale. Luigi Macchiusi Sindaco Gio[van] Crisostomo Continenza decorione Gaetano Ciotti decurione evaristo tuccieri decurione Giuseppe damore decurione venazio iacubaci decurione inveterate Nicolnatonio Pietrocicco decurione secretario
In d.[ett]a Seduta il Sig:[no]r Sindaco ha fatto la Sequente proposta Sig[nor]i La Scarsezza delle acque, della pubblica fontana consolare, non solamente deriva dalla Siccità, ma dall’aversi oppilato un tratto di aquedotto Sopra la prima conserva di d.[ett]a Fontana, Sita nel locale d.[ett]o Fontevecchia, giusta i Saggi, che hi ho fatto fare, e per ciò ho fatto Stendere dal Mestro Fabricatore Sal[v]atore Tranquilli di Pescina la perizia ( è scritto sopra n.d.r. ) che le presento onde deliberino Sulla convenienza del lavoro per la ripulitura de Sud.[ett]i Aquedotti, ammontante a ducati 15,,84. Il decurionato intesa la Sopra Scritta proposta. Visto la Surriferita perizia Considerando il bisogno preciso in cui trovasi il Comune delle acque, tanto per uso della vita, che per gli Animali: Ad unanimità delibera Sulla convenienza del lavoro, ed opina farsi in amministraz.[ion]e Sotto la vigilanza de deputati locali, desumendo la Spesa di ducati 15,,84 contenuti nella Stessa perizia sull’art.[icol]o 47 dello stato quinquennale corrente Luigi Macchiusi Sindaco Gio:[an] Crisostomo Continenza decorione Giuliano Continenza decurione Gaetano Ciotti decurione evaristo tuccieri decurione Francesco Tuccieri decurione Giuseppe damore decurione venazio iacubaci decurione inveterate Nicolantonio Pietrocicco Decurione Secretario[…]
[…]L’Anno Milleottocentotrentacinque il giorno Sei del Mese di Settembre, nella Casa Comunale di Cerchio riunito il decurionato, il Sig:[no]r Sindaco ha fatto la Sequente proposta Sig.[nor]i Essendo capitato qui di ritorno da Scurcola l’Organaro del Comune di Lanciano in Provincia di Chieti, e trovandosi in pari tempo l’Organo della Chiesa Parrocchiale di questo Stesso Comune in istato di esser urgentemente riattato ho creduto di farlo esaminare, e farne Stendere la corrispond.[ent]e perizia che le presento, onde deliberino Sulla convenienza del lavoro. Il decurionato intesa la Sud.[ett]a proposta Visto la citata perizia ammontante a ducati Sedici. Atteso che l’opera di cui trattasi è urgente; ateso che trovasi di passaggio il Sud.[ett]o il Sud.[ett]o (sic) oganaro d.[o]n Gaetano Gennari, il quale dovendosi far venire per il Sud.[ett]o lavoro porterrebbe non lieve interesse per il riattamento Sud.[ett]o, pero ad unanimità delibera far esequire l’opera in parola, Sotto la vigilanza de deputati locali, ed opina desumersi la Spesa occorrente dall’art.[icol]o dello Stato quinquennale del corrente esercizio. Luigi Macchiusi Sindaco Gio.[van]crisostomo Continenza decorione evarista tuccieri decurione Clemente Iacobacci decorione Giuliano Continenza decurione Francesco Tuccieri decurione Gaetano Ciotti decurione venazio iacobaci decurione inveterate Nicolantonio Pietrocicco decurione secretario[…]”
Ed infine nella deliberazione del 5 gennaio 1845 apprendiamo l’esatto adempimento al proprio dovere del “Sonatore d’organo” Luigi Macchiusi insieme agli altri impiegati:
“[…] L’anno Milleottocento quarantacinque il giorno cinque dell’ Mese di Genaro riunito il Decurionato il Sig.[no]r 2° elletto f[acente]f[unnzione] da Sindaco a fatto la Sequente proposta Signori Il Sig.[no]r Inte[nde]nte della Provincia con Suo Venerato Ufizio in istanza de 20 D[ecem]bre or caduto anno 1844 n.[umer]o 15327 ricordantoci di doversi il Decurionato riunire nella prima Domenica del Corrente Mese per deliberare Su la condotta tenuta nel prossimo passato anno dal Cancelliere Archiviario ed altri impiegati Comunali non esclusi i Medici e Cerusici Condottati Seconto e disposto nel n.[umer]o terzo del Real rescritto de 16 Marzo 1843 Publicato nel Giornale d’inten[den]za n° 573, richiamato in oservanza la Circolare instanza de 30 D[ecem]bre 1843 n.° 9793, ci Sogiuce di esser conveniente che alle lodi, o alle accuse Si faccia precedere la genuina enumerazione de positivi doveri setisfatti, o trasandati onte la verità Sfavilli per irefragabili argomenti e non Sempri una gratuita asserzione; cosi che si conosca Sopra dati Sicuri chi Sia degnio, ò integnio di esser conservato agli Stipenti dell’Amministraz.[ion]e Comunale I Sig.[nor]i Decurioni intesa la Soprascritta proposta visto Le Circolari col real Decreto in essa enunciati Unanimamente Deliberino che il Cancelliere Archiviario Vincenzo di Marco d’Amore (è scritto sopra n.d.r. ) ha nello Scorso anno adempito al proprio dovere Lagiunto alla Cancelleria Comunale Liborio Cimini ( è scritto sopra n.d.r. ) non a prestato il debito Servizio ed è Colpevole di ogni ritardo Avenuto nel Disimpegnio dei affari Comunali non essento possibile che il Cancelliere Comunale possa possa Speditamente disbrigare gli affari della Cancelleria Il Cirusico Contotto D[on] Benedetto d’Amore ha adempito all dovero della Sua Carica e Suplito benanche nel rincontro la mancanza del Medico Il Maestro di Scuola Sacerdote D.[on] Brizio Ciaglia hà adempito all proprio dovere Il Sonatore dell’Organo D.[on] Luici Machiusi hà adempito all proprio dovere Il Capellano del Novello Sepolgreto D.[on] Pavolo d’Amore a Fatto il Suo dovere I becchini Gio:[vanni] Cipriani, e Vincenzo Proietto hà fatto il Suo dovere Il regolatore del oriolo Comunale Vingenzo Ciofani ha fatto il proprio dovere Due Guardiani Rorali Angelo Antidormi, e Giuseppe Ciofani ha Fatto il proprio dovere Il Serviente Comunale Gio:[vanni] di Santo Cipriani ha fatto il Suo dovere Pietro Sante Iacobacci Venanzio d’amore Fracassi decurione venanzio Cipriani decurioni Antonio Cipriani decorione Giovanni[…]”.
La famiglia del Nostro nutriva un sincero attaccamento verso San Luigi infatti acquistarono, a loro spese, una statua, più esattamente un mezzo busto ( chinocchia in vernacolo cerchiese), del sopramenzionato santo la quale veniva portata solennemente in processione il giorno del santo (21 Giugno) e nelle solenni processioni dell’Ascensione, dei Santi Protettori di Cerchio: Santi Giovanni e Paolo Martiri ( 26 Giugno) e Madonna delle Grazie ( l’ultima domenica di Settembre). Chissà se fu Il Nostro o il fratello sacerdote Don Vincenzo Macchiusi ad acquistare tale simulacro. L’ultimo rampollo di tale casata, Raffaele Macchiusi , verso al fine degli anni ’50 del passato secolo portò tale statua nel suo nuovo comune di residenza : Putignano.(20)
Luigi Macchiusi morì a Cerchio, all’età di circa 76 anni il 18 Marzo 1873.
Note
- Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op. cit.”.
- Francesco Saverio del Carretto ( Barletta c. 1777- Napoli 1861). Marchese. Ministro della Polizia borbonica a Napoli. Ufficiale dell’esercito, fu capo di stato maggiore di Guglielmo Pepe, durante la campagna del 1820. Riuscì a far dimenticare le sue iniziali simpatie per la Carboneria, e, nominato capo della Gendarmeria da Francesco I, ebbe l’ordine di reprimere l’insurrezione scoppiata nel Cilento (1828) e, ministro della Polizia di Ferdinando II, i tumulti per il colera in Sicilia (1837). Per la sua crudeltà, i suoi arbitri e i suoi abusi di potere, fu violentemente attaccato da Gladstone. Quando scoppiò l’insurrezione di Palermo riparò in Francia, e non tornò a Napoli se non quando la reazione fu vittoriosa (1850). Da allora non ebbe più parte nella scena politica ( Nuova Enciclopedia- volume secondo- C- Ei, Editrice Italiana di Cultura, Roma, 1966.
- Giovanni Paolo Vincenz’Antonio d’Amore, nato a Cerchio il 6 Luglio 1779, da Marco e da Campomizzi Felicissima Anatolia. Si unì in matrimonio con Tuccieri Domenica Berardina. Svolse l’attività di “Cancellerie Archiviario” dal 1826 fino alla data di morte avvenuta nel 1850. Morì, infatti, a Cerchio il 6 Aprile 1850. Amiconi F.:” Polvere d’archivio l’archivio comunale di Cerchio (AQ)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 115, Anno XIII, 2012. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Lorenzo d’Amore, nato a Cerchio da Anselmo e da Rosa Felice d’Amore, l’8 Giugno 1777. Si unì in matrimonio con la propria nipote ( figlia del fratello germano Filippo ) Margherita d’Amore. Fu uno dei più facoltosi personaggi di Cerchio. Durante gli sconvolgimenti politici causati dall’invasione delle truppe francesi nel Regno di Napoli ( 1798-1799 ) fu eletto alla carica di “Capomassa”, di Governatore e Giudice di Cerchio. Nel periodo 1825-1831 rivestì la carica di sindaco di Cerchio. Amiconi F. “ La carboneria a Cerchio op.cit. “.
- Vincenzo d’Amore, nato a Cerchio il 13 Settembre 1767, da Anselmo e da Rosa Felice d’Amore. Si congiunse in matrimonio con Donna Caterina Milanetti. Fu eletto varie volte alla onorevole carcia di consigpiere del Distretto di Avezzano. Rivestì anche la carica di Comandante la Guardia Urbana del Comune di Cerchio. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Francescantonio d’Amore, nato a Cerchio, da Anselmo e da Rosa Felice d’Amore, il 14 Ottobre 1769. Amiconi F. : “ Il Settecento cerchiese”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 68, Anno IX, 2006
- Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op, cit.”.
- Padre Domenico di Sant’Eusanio: “ Le città di rifugio dell’Abruzzo-Aquilano, o sia descrizione storica delle più venerabili chiese ed immagini di Maria Santissima, esistenti nella provincia dell’Aquila città rispettabile dell’Italia centrale, fine l’indice alfabetico di santuarii, data in luce da Padre Domenico di Sant’Eusanio lettor giubilato de’ Francescani della regolare osservanza”, Aquila Tipografia Gran-Sasso d’Italia di Carlo Langelletti, 1861, p.92. Vedi anche dello stesso autore e tratto dalla sopradetta opera : “ Della Madonna delle Grazie”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 113, Anno XIII, 2010.
- Sono i frati Agostiniani Scalzi di Roma che presero possesso del Nostro Convento nel 1614 e furono espulsi il 16 Marzo 1776. Vedi nota 14.
- Unità di misura pari a mq. 448. Dal Prosciugamento del lago Fucino, terzo lago d’Italia, definitivamente prosciugato dal principe Alessandro Torlonia nel 1876 dopo 24 anni di duri ed impegnativi lavori, esiste nell’intero comprensorio anche la coppa fucense pari a mq. 500.
- I frati Francescano Osservanti vennero a Cerchio il 2 Luglio 1858 in seguito alla legge n. 4367 del 27 Agosto 1857, emanata per volontà di Ferdinando II, re delle Due Sicilie, attraverso la quale questi autorizzò: “ :[…] lo stabilimento nel Comune di Cerchio, provincia di Abruzzo Ultra secondo, di una famiglia religiosa di Minori Osservanti e propriamente nel soppresso Convento degli Agostiniani Scalzi ivi esistente[…]”. Questo stato di cose durò fino al 12.1866 quando i suddetti frati furono espulsi in virtù delle legge n. 3026 del 7 Luglio 1866 Regio Decreto per la soppressione delle Corporazioni religiose.
- E’ Monsignor Giovanni Segna vescovo della diocesi dei Marsi dal 1824 al 1840.
- Il 2 Febbraio 1803, seconda la leggenda, riapparve il sacro busto della Madonna delle Grazie sopra l’altare a Lei dedicato. D’Amore Benedetto : “ Raccolta de’ portenti e miracoli fatti dalla Madonna delle Grazie la di cui Sacra Immagine si venera nella terra di cerchio compilata a sua devozione da Benedetto D’Amore “, Aquila Tipografia Grossi, 1855. Padre Domenico di Sant’Eusanio: “ Le città rifugio dell’Abruzzo-Aquilano, op.cit.” . Amiconi F.:” La Madonna delle Grazie in Cerchio(AQ)”, a cura dell’Istituto Marsicano della Cultura, Roma, Tipolitografia F. Failli, Roma, s.d.(ma 1978). Amiconi F.M.:” Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio(AQ) (documenti)”, s.c. e. ( ma De Cristofaro Editore Roma) s.d.(ma 1996 ). Amiconi F. : “ Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio e Giovanni Feneziani”, Centro Stampa GraphiType, Raiano, 2003. Amiconi F.:” Storia della Madonna delle Grazie di cerchio op.cit.”.
- Il 16 Marzo 1776 per ordine del re di Napoli furono espulsi in quanto “[…]i religiosi del Convento di Agostiniani Scalzi per il loro tenore di vita sono di pubblico scandalo a quella gente[…]” e anche perché”[…]tal Conventino non abbia che quattro Religiosi e come tale venga proibito dalle regole Monastiche e dalle Costituzioni Pontificie, le quali fissano il numero di dodici Religiosi, oltre al superiore locale[…]”.
- Vedi nota 11.
- Nato a Cerchio il 14 Novembre 1781, da Germano ( verrà chiamato in seguito Gervasio ) e da Berardina Fabrizi di Cagnano. Si congiunse in matrimonio con Marianna Ciofani, figlia di Venanzio e di Apollonia Marchionni di Cese. Morì a Cerchio all’età di 92 anni il 15 Settembre 1874. Fu sindaco di Cerchio dal 1850 al 1852.
- Giuliano Continenza nato a Cerchio il 3 Dicembre 1800, da Pasquale e da Mattia Collacciano. Morì a Cerchio il 21 Giugno 1880 . Mio quartavolo.
- Evarista Tuccieri, nato a Cerchio, da Felice e Maccallini Rosanna, il 7 Gennaio 1795. Morì a Cerchio, all’età di 76 anni, il 25 Marzo 1871. E’ il cognato di Raffaele Macchiusi avendo sposato la di lui sorella Luigia, nata anch’ella, come il fratello, a Pescosolido, il 24 Maggio 1797; morì a Cerchio il 17 Novembre 1869, all’età di 72 anni.
- Il nominativo del sopramenzionato “projetto” purtroppo non è riportato nel registro degli atti di nascita del comune di Cerchio relativo al 1822 in quanto chi di dovere purtroppo, non provvide alla dovuta trascrizione anzi, addirittura, non trascrisse anche altri nominativi infatti, le trascrizioni degli atti di nascita arrivano fino al 26 Luglio 1822 come chiaramente si evince dalla seguente annotazione posta alla fine dell’indice : “[…] Fino al 26 Luglio 1822, e poi non sono stati registrati”, mancante anche della dovuta firma del sindaco ( Pasquale Iacobacci sindaco di Cerchio dal 1822 al 1825) o del suo legale rappresentante.
- Un sentito ringraziamento va a Mario Maccallini (“Ciciunitt’ “ [1926 – 2019 ]), che sempre, nel corso degli anni, mi ha fornito interessanti e precise notizie.
DOMENICANTONIO D’AMORE
( 1798-1879)
Nasceva a Cerchio, il 25 Novembre 1798, da Giuseppe Antonio e da Berardina Santori, il mio trisavolo Domenicantonio Felice d’Amore il futuro carbonaro. Anche il sopramenzionato genitore ed i fratelli sacerdoti Don Paolo e Don Francesco (1) nonché il cugino del padre Pasquale d’Amore (2) furono iscritti nel registro dei Carbonari del Comune di Cerchio denominata la “Vendita di Leo”(3) di cui proprio il menzionato Pasquale era “ Gran Maestro”. L’altro fratello del Nostro, il medico Benedetto d’Amore (1807-1898) fu eletto sindaco in due tornate elettorali : 1840-43 e 1860-61 (4) e nell’anno 1855 diede alle stampe un volumetto in onore della Madonna delle Grazie: “ Raccolta de’ portenti e miracoli fatti dalla Madonna delle Grazie la di cui sacra immagine si venera nella terra di Cerchio compilata a sua devozione da Benedetto d’Amore” (5).
Anche per questi così come per gli altri personaggi cerchiesi è difficile descrivere in modo compiuto la sua figura. Ci siamo serviti di alcune lettere dell’Archivio Parrocchiale di Cerchio (6) che vanno dal 1827 al 1829 e di alcune deliberazioni adottate dal Comune di Cerchio dal 1823 al 1851.
Le altre deliberazioni riguardanti il XIX secolo, cioè quelle che vanno dal 1801 al 1821 e quelle che vanno dal 1851 al 1877 sono, purtroppo mancanti. Veramente un peccato. Se avessimo avuto modo di consultare queste deliberazioni si poteva descrivere meglio l’Ottocento cerchiese e capire più accuratamente l’animus dei nostri progenitori che furono attori delle cinque grandi rivoluzioni che caratterozzarono la fine del secolo XVIII e la prima metà del XIX secolo ( 1798-1799; 1806 – 1815; 1820-21; 1848-1849 ed infine 1860-61 ).
Le notizie raccolte sono poche e non esaustive però, senz’altro, sono utili per tratteggiare e portare alla conoscenza di chi va alla ricerca delle proprie origini storiche, personaggi altrimenti condannati per sempre all’oblìo.
Archivio Parrocchiale di Cerchio
( ora collocato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi, Avezzano )
“ Al molto Reverendo Signor Oss.[ervantissi]mo/S.[ignor] Arciprete d’Amore(7)/Cerchio/Pescina/12 Ottobre 1826/Caro amico/Piacciavi dirmi una confidenza/I° I Decurioni di costi, se abbiano fatto parte delle Società Segrete ed in qual grado? 2° Lo stesso de Comandanti Civici./Tutto con riserva, e con prontezza. Credimi di cuore”( La firma è illeggibile n.d.r. )
Da un foglietto staccato dentro il sopra riportato documento si legge:
“ decurioni/d.[on] Vincenzo d’Amore Milanetti/Giovanni di Antonio Cipriani/Angelo Tuccieri/Gaetano Ciotti/Francesco Iafolla/Pasquale Ciaglia/Giovanni di Emidio Ciofani/Luca Carusone/Giuseppe di Pietro Sperandio/non sono appartenenti a sette Carboniche/caposquadrigli/Brizio Tucceri/Nicolantonio Pietrocicco/Domenico di Giuseppe d’Amore/Antonio Cipriani/Giovanni di Francesco Cipriani/Carbonari/Alesandro Ciofani/Giovanni Paolo de Amicis/Cesidio Fosca/Giuseppe Carusone/noncarbonari”
Archivio Comunale di Cerchio
28 Gennaio 1827:
“[…] Propone per rimpiazzo dei capo squadra domenicantonio d’Amore, Nicolantonio Pietrocicco, Gio:[van]Francesco Cipriani, ed Antonio Cipriani, come Carbonari[…]”
Archivio Parrocchiale di Cerchio
( ora collocato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi, Avezzano )
“ A S.[ua] E.[eccellenza]/Signor Canonico D.[on] Francescantonio d’Amore/Cerchio li 24 settembre 1828/Ella col suo Uffizio de 20 andante Mese vò a render certo dello Spirito publico di questa popolazione sopra diverse de’ cittadini la compongono. Dal non esservi qui impiegati civili dimessi dalle loro cariche: né militari concedati; le osservazioni le verso sola sopra de’ Sacerdoti macchiati con opinione politica e de’ settarj graduati che fecero parte delle prescritte Società Secrete. Appartennero alla prima D.[on] Placido Ciotti, D.[on] Giovan Pietro Continenza, D.[on] Paolo d’Amore; e sebbene con si conosceva le forze tale prese non credersi sia D.[on] Nicola Fosca. Di questi il reverendo D.[on] Placido Ciotti, abiurò l’errore nel tempo della punibile effervescenza, rientrando nell’ordine, non a dato mai motivo di dubitazione. Il secondo de’ medesimi può credersi ravveduto per la sua condotta di vivere onerigerato; Non usì a da tenersi del d’Amore e Fosca, perché resi[…]ne’ loro andamenti, e per le Massime irreligiose, e di insubordinazione, dal vedersi tra loro con particolar[…] ligati: che per un attaccamento a Pietro Costanzi di Pettorano, a Sverio Bucci di Gagliano. Allofornaro Carl’Emidio Grandis (il cognome esatto è de Grandis n.d.a.), Brizio Tucceri, Giovanni Martellozzi, Giuseppe di Silvestro d’Amore e Domenico di stesso Giuseppe d’Amore, Settarj riscaldati, e che unitamente a sacerdoti medesimi, sono in rapporto con Ferdinando Ascanj di Pescina Scarparo in Pescina, Signor Valerio Berardi, e Fortunato del Cecato di Ajelli. Individui invisi al nostro Augusto Sovrano D.[io] G.[uardi] che se da qualche mese tali prattiche si vedono meno frequenti lo ripeto alla ristrizzione della carta fatta per il solo…al D.[on] Paolo d’Amore Il perche il solo Fosca[…]”
“ Cerchio li 12 Dicembre 1829/Signore/Per corrispondere come la religiosità, e la mia coscienza mi detta, al di lei invito de 16 andante Mese, ed anno sullo spirito pubblico, che anima questa popolazione, per quello che riguarda i doveri di Religione, di attaccamento all’augusto Sovrano, e del morale in generale, dietro le norme del dettaglio datomi si compiaccia le faccia conoscere./Sul I° Che per quanto riguarda il portamento politico degl’individui compromessi nel nonimestre nella persona di un tale Saverio Bucci, Pietro Costanzi, Onofrio Campomizzi, Domenicantonio di Giuseppe d’Amore, Brizio di Benedetto Tuccieri, e de’ sacerdoti D.[on] Nicola Fosca, e D.[on] Paolo d’Amore, merita tutta l’attenzione nel sorvegliarne la condotta, dal ravvisarvisi movimenti da alterare lo Spirito Pubblico Intorno alla morale per taluni di questi il fare è scandaloso pei rapporti, che hanno con donne, che … oramai conoscersi possono per scandali. Articolo Religiosità ai doveri della Chiesa vi corrispondono[….]”
“ Avezzano li 13 Decembre 1829/COMMISSARIATO DI POLIZIA del/Distretto/Riservata/Saverio Bucci/Pietro Costanzi/Onofrio Campomizzi/Domenicantonio di Giuseppe d’Amore/Brizio di Benedetto Tuccieri/Camillo Rossi/Sacerdote D.[on] Nicola Fosca/D.[on] Paolo d’Amore/Col suo gradito foglio de’ 12 andante si è compiaciuta farmi rimarcare, che gl’Individui notati in margine in linea di politica manifestano uno Spirito irrequieto. Io la prego aver la bontà di volermi sviluppare una tale assertiva, confarmi conoscere, se i medesimi furono nel Nonimestre Settarj riscaldati se abbiano attualmente assidui contatti fra loro, se faccinao delle esternazioni contro il Governo ecc.ecc. Io le sarò tenitissimo di tutte le notizie che mi favorirà al riguardo colla possibile sollecitudine./L’Ispettor Commissario/Ricci”
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI CERCHIO
18 Dicembre 1831:
“[…] Considerando essere il Domenicantonio di una mediocre abilità. Consideranto Finalmente non conoscere la condanna che si enuncia ma di essere un puro pretesto; e se pure lo fosse questa perche annosa è rimasta ammortizzata da Sovrani Indulti però ad unanimità è di avviso non esservi altro miglior sogetto che il Figlio del riclamanto Domenicantonio d’amore […]”
“[…] L’anno milleottocento trentadue il giorno deciotto del Mese di Marzo nella Casa Comunale di Cerchio riunito il Decorionato il 2° eletto facento Funzione di Sindaco assente a fatto la seguente proposta Il Sig. Sottintendente del Distretto con suo ufficio degli undici andante 1389/1648 mi partecipa le disposizioni riguardanto l’esattore Fondiario Sig. Domenicantonio d’Amore il quale trovandosi inquesito, e contannato a spiare la pena del esilio di sei mesi, non possa essere obbligato ad assumere l’impieco di esattore e molto meno il peso di un Commissario esatto: in conseguenza di ciò a disposta che la percezione rimanca a cura del Sindaco, e del Corpo Decurionale fino a che non sia installato in tal carica un idoneo che possa utilmente occuparsi della percezione mi impone Finalmente passare tutto ciò alla di loro conoscenza Il Decurionato intesa la socritta proposta visto il citato Uffizio visto la nota degli elegibili tenuto presente del Real decreto 18 Ottobre 1811 ad unanimità nomina per esattore Fondiario di questo Comune il Sig. Giovanni Maccallini Secondo eletto Gaetano Ciotti[…]”
3 Dicembre 1837:
“[…]Signori Il Sig. Sotto Intedente del Distretto Con suo Ufficio de nove stante n. 8187 mi rimise l’anomina delle sattore (sic) fondiario di questo comune in persona di Pasquale meogrossi dell’istesso Luoco in data poi di sedici dell’istesso mese con altro suo uffizio n. 839 mi ordina che avendo meogrossi novamente riclamato di essere sessagginario Per disposizione del Sig. Intendente si fosse divenuto a nuova elezzione Io lo Propongo alloro Per il dippiù Il Decurionato indesa la Sopra Scritta Proposta, Visto gli citati uffici il Decurionato nomina per Esattore Fondiaria il Sig. Domenico del fu Giuseppe D’Amore Come quella che, e fornito di tutte le qualità della Legge richiesta/Vincenzo Continenza Sindaco/Clemente Iacobacci decorione/Giovanni Cipriani Decurione/Giulliano Continenza decurione/Francesco Tuccieri decurione/Antonio Tuccieri decurione/Venanzio Iacobacci Decurione Illetterato/Pietro Costanzi Decurione Secretario si Protesta essendo il nominato di Poco intendimento, e ubbriaco[…]”
18 Agosto 1842:
“[…]A quella di cassiere de’ LL.[Luoghi] Pii in rimpiazzo dell’attuale Sig.[no]r Pasquale d’Amore di Natale(8), i signori Domenicantonio d’Amore, Giuliano Continenza e Pasquale Meogrossi[…]”
18 Dicembre 1842:
“[…] Signori Le propongo in’Ufficio del Sig.[no]r Sottintendente de’ 8 Stante mese numero 8488 concernente il rimpiazzo degli individui mancante nel corpo della guardia urbana. Mi rimette ben’anche uno stato nel quale sono riuniti, gli individui, che si credono eccezionali, e che il prelodato Superiore dichiara non esistervi ragione perché non venghino annoverati nella guardia, e per l’oggetto non potrà il Decurionato rifiutarli, che nel solo caso in cui ad un contadino vaticole e Pepatore rattrovi di sostituire un proprietario o mastro di bottega, lasciando a cura delle parti proporre alle autorità competenti quelle eccezioni che fossero dipendenti dal bene loro, e non mai dal servizio anzidetto. Il Decurionato ad unanimità delibera di escludersi Bianchini Lorenzo, Campomizzi Emidio, Cianciusi Francesco, Amore (sic) Luigi, Amore (sic) D.[on] Geremia (9), amore (sic) Graziosi di Natale Custode, Massaro Gregorio, Projetto Vincenzo, Galasso fedele, Sperandio Carlo, Iacuitti Domenico, Antidormi Pasquale, Tomassetti Angelantonio, D’Amore Domenicantonio, e di doversi rimpiazzare Angelone Antonio, Meogrossi Federico, Bianchini Ercole, Tuccieri Angelo, Amore (sic) sig. Antonio, Ramelli Pasquale, Macchiusi D.[on] Raffaele, Ramelli Francesco, Chichiarelli Pasquale, Meogrossi Giovanni, Continenza Leonardo, Tucceri Angelo, di Domenico Costanzo, Sperandio Sarafino, Amore (sic) Salvatore (10), Amore (sic) Isidoro (11), Amore (sic) Lodovico, ed Amore (sic) Achille, Lorenzo damore (sic) (12) per la […] che il Sig.[no]r Sind.[ac]o ( è Benedetto d’Amore n.d.r. ) votante il decurionato ad impedire la soprascritta esclusa firme se ne torna in casa Angelo Tuccieri decurione[…]”
5 Febbraio 1843:
“[…]Il Decurione Signor D.[on] Venanzio d’amore Fracassi è di parere che trovandosi riferito al Sig.[no]r Sottintendente del Distretto sull’assunto il Decurionato attender debba le risoluzioni del Superiore pria di venire ad altra Deliberazione. In ordine poi alla depennazione de’ soggetti che sono in controversia E’ sempre illegale l’esclusione di qualunque soggetto, cui non concorrono cause permanenti per le quali non possa essere nell’esercizio di Guardia urbana; che specialmente la depennazione del sig. Domenico d’amoresenza addurre il motivo legale è arbitraria dal perché costui a 14 agosto dell’accaduto anno 1842 nel rimpiazzo del corpo municipale venne nominato in primo luogo per cassiere de’ LL.(Luoghi) PP.(Pii)Laicali,e precedentemente ha lodevolmente disimpegnato la carica di Esattore Comunale, ne ha degradato in seguito alla buona opinione di essere un soggetto ottimo a qualsiasi carica[…]”
14 Maggio 1843:
“[…]Sulla quarta proposta il Decurionato è di avviso doversi escludersi dal Ruolo Generale della guardia urbana Bianchini Lorenzo, Campomizzi Emidio Cianciusi Francesco Amore Luigi Amore(Fracassi n.d.a.)D.[on] Geremia ( d’amore Fracassi n.d.r.) Guardia d’onore del re=Amore Grazioso Di Natale Custode Massaro Gregorio= Projetti Vicenzo Galassi Fedele Sperandio Carlo Iacuitto Domenico Antidormi Pasquale Tomassetti Angelantonio D’Amore Domenicantonio[…]”
3 Agosto 1851:
“[…]sono le Signorie loro tenute a divenire all’elezione di diversi Funzionari Comunali pel nuovo venturo triennio 1852 al 1854, cioè del Sindaco 1° e 2° Eletto, Esattore Cassiere Comunale e de’ LL.[luoghi] Pii, Deputati delle opere pubbliche, e membri della commissione amministrativa de LL.[luoghi] Pii non che Giudice Conciliatore[…]Esattore Fondiaria Sig.[no]r Domenico d’Amore fu Giuseppe = Lodovico d’Amore = Domenico Vasquenz[…]”
La morte lo colse a Cerchio all’età di circa ottant’anni il primo Gennaio 1879: avrebbe compiuto ottant’anni venticinque giorni dopo, il 26 Gennaio 1879.( 13 )
Note
- Dal “fuoco” n. 15 dello Stato delle Anime del 1802 (Archivio Parrocchiale di Cerchio ora in Archivio della diocesi dei Marsi in Avezzano) apprendiamo:”[…]13 C. Silvestro del q.[uonda]m Gio:[van]Paolo d’Amore n.[at]o a 31 X[decem]bre 1732/C. Gioseppe Ant.[oni]o fig.[li]o n.[at]o a 20 9bre 1768/C. Berardina del q.[uonda]m Gius.[epp]e Santori di Pratola ( Peligna n.d.r. ) m.[ogli]e n[at]a 24 Ag:[os]to 1774/C. Gio:[van]Paolo fig.[li]o n.[at]o a 26 Feb:[brar]o 1794/Domenicant.[oni]o Felice f.[igli]o n.[at]o a 16 Gen[na]ro 1798/Anna M.[ari]a Diletta Paola fig.[li]a n.[at]a a 28 Giugno 1800/Maria Filomena fig.[li]a n.[at]a 25 9bre 1802/Franc:[es]co Saverio Maria fig.[li]o 28 Gen[na]ro 1805/Benedetto Giosep.[p]e Placido fig.[lio] n.[at]o ai 17 Giu:[gno] 1807/Angelo Rosario Remigio fig.[li]o n.[at]o ai 30 Sett:[embre] 1809// C. Natale fratello del ret[roscrit]to Silvestro n.[at]o a 25 X[decem]mbre 1738/Mattia del q.[uonda]m Fran:[ces]co d’Amore M.[ogli]e n.[at]a a 26 Feb:[braro] 1750/C. Chiara Antonia f.[igli]a n.[at]a a 11 Ag.[ost]o 1778/C. Angelo Pasquale fig.[li]o n.[at]o a 2 Ag.[osto] 1781[…]”.Dal “fuoco” 55 dello stato delle Anime del 1843 ( Archivio Parrocchiale di Cerchio ora in Archivio della diocesi dei Marsi in Avezzano ) apprendiamo: “ […] 55 D’Amore/Domenico fig.[li]o fi Giuseppe ved.[ov]o di ….(sic) N.[at]o 26 Gennaro 1798/Salvatore di loro fig.[li]o N.[at]o 24 Decembre 1821/M.[ari]a Custode fig. di Giuseppe e di Berardina Santori 25 Novembre 1802//Benedetto f.[igli]o di Giuseppe n.[at]o 17 Giugno 1807/X Maria Briggida de Fortis a 13 Gennaio 1856 ( è scritto sopra n.d.r. ) di Pettorano ( sul Gizio n.d.r. ) di lui mog.[li]e N.[at]a 2 Ottobre 1820/X Berardina Filomena Erminia di loro fig.[li]a N.[at]a 26 Febraro 1843 “. Dal “fuoco” 61 dello Stato delle Anime del 1864 ( Archivio Parrocchiale di Cerchio in Archivio della Diocesi dei Marsi, Avezzano )) apprendiamo:”[…]Piazza della Chiesa[…] 61 D’Amore/Sig.[no]r Domenico D’Amore fu Giuseppe Cerchio 26 Gennaio 1798/Cesidia Iafolla 2^[seconda] M.[ogli]e fu Giuseppe, ed Anna d’Amore Cerchio 6 8[otto]bre 1827/Massimina Concetta f.[igli]a 2[second]o letto Cerchio 30 Genn.[ai]o 1855/Angelo Giuseppe f.[igli]o 2 letto Cerchio 17 Marzo 1857/Giovanna Paola f.[igli]a 2 letto Cerchio 24 Giugno 1861/Angelo Maria f.[igli]o Cerchio 7 7[settem]bre 1863/Maria Sofia f.[igli]a Cerchio 11 Luglio 1866/Gaetano f.[igli]o Cerchio 28 Maggio 1868//Salvatore f.[igli]o del 1° LETTO- Domenico e Massimina Tedeschi Cerchio 24 8bre 1821[…]”. Massimina ( il nome esatto è Concetta Berardina Massimina) D’Amore di anni venti, proprietaria, nata in Cerchio, residente in Cerchio, figlia di Domenico, residente in Cerchio e di Iafolla Maria Cesidia, residente in Cerchio, si unì in matrimonio il 20 Gennaio 1876 (Atto n. 3) con Vinceslao Amiconi , di anni 34, possidente, nato in Magliano ( è Magliano dei Marsi n.d.r.), residente in Cerchio, formando così il nuovo casato degli Amiconi di Cerchio. La famiglia Amiconi originaria di Magliano dei Marsi si trasferì nel 1867, non sappiamo i motivi, in Pescina in via Cornice N. 10 dove apprendiamo tutti i nominativi componenti il nucleo familiare :”[…] 1 Amicone Davide Paternità Amato Cognome e Nome della madre Nusca Clemen-/tina Sesso M Relazione di parentela o di convivenza col capo della famiglia Capo Professione Condizione Mestiere Fochista …….Data della Nascita Magliano (sic) Data dell’ingresso nel Comune 1867 Luogo del domicilio legale Pescina Luogo di residenza ed abitazione Pescina Luogo dell’ultima residenza Pescina […] Data della morte 21 Agosto 1877/2 Macioci Onorina Fù Raffaele Simonelli Angiola f moglie 5/a 1850 1867 id id id/3 Amicone Rosa Davide Macioci Onorina f figlia 21 Aprile 1868 id id id 4 Marzo 1917/4 C Anna C f C 1 Febbraio 1871 id id id/5 C Amato Fù Vincenzo M Padre 1868/6 Nusca Clementina Fù Felice f madre/7 Amiconi Vincislao Amato Nusca Clementina M fratello id id id/8 C Vittorio C C M C 25 7[settem]mbre 1872/9 C Giovanna C C f. Sorella id id id/10 C Vittorio Davide Macioci Onorina M figlio[…]”
- Dal “Fuoco” n. 52 dello stato delle anime del 1843 apprendiamo: “[…] 52 D’Amore/Pasquale fig.[li]o di Natale N.[at]o 2 Agosto 1781/M.[ari]a Giovanna di lui mog.[li]e fig.[li]a di ….(sic) Stefanis di Pettorano (sic)/Emilia di loro fig.[li]a N.[at]a 2 Marzo 1818 ( al margine sinistro si legge: “ Maritata con Gio:[vanni]/Antimi/del borgo/Collefegato” n.d.r. )/Ludovico Natale di loro fig.[li]o N.[at]o 19 Agosto 1819/Achille Luigi di loro fig.[li]o N.[at]o 31 Marzo 1821/M.[ari]a Teresa di loro fig.[li]a N.[at]a 14 Novembre 1825/Giacinta Lucia di loro fig.[li]a N:[at]a 16 Marzo 1828/Achille Luigi di loro fig.[li]o N.[at]o 31 Marzo 1821/Maria Croce di lui moglie fig.[li]a di Domenico Ciotti N.[at]a 3 Maggio 1828/Maria di loro fig.[li]a (sic)/Teresina di loro fig.[li]a/Maria Veronica di loro fig.[li]a (sic) ( è scritto con altra mano n.d.r. ).
- Vendita di Leo
- Al “fuoco” n. 72 dello Stato delle Anime del 1864 apprendiamo la composizione del nucleo famigliare del Nostro: “[..] 72 Piazza della Croce/R.[evere]ndo Canonico D.[on] Paolo d’Amore Sacerdote fu Giuseppe e Berardina Santoro Cerchio 26 Feb[rar]o 1794/Sig.[no]r Medico D.[on] Benedetto d’Amore “ “ “ “ 17 Giugno 1807/D.[onn]a Vittori Siciliani 2^[seconda] M.[ogli]e fu Donato, ed Eufemia Sorgi Sora (sic)/Berardina f.[igli]a 2 letto Cerchio 2 7[settem]bre 1861/Maria Luisa Giuseppa Francesca Cerchio 21 Giugno 1865/Maria Paola Giuseppe Franceca Cerchio 16 xbre 1866/Luisa Gio:[van]Paola Cerchio 21 Giugno 1868//R.[evere]ndo D.[on] Francesco Ant.[oni]o Saverio Sacerdote fu Giuseppe e Berardina Santoro Cerchio 28 Gennaro 1805/D.[onn]a Custode sorella “ “ “ “ Cerchio 25 9[novem]bre 1802/D.[on] Salvatore nipote Domenico e di Massemina Tedeschi Cerchio 24 X[decem]bre 1821[…]”.
- Tipografia Grossi, Aquila 1855. Aveva scritto anche “ Memoria/sull’Epidemia di Scanno ricorsa/nel mese 9bre 1835 fino a maggio 1836/del Dottore/Benedetto d’Amore “ che inspiegabilmente non fu data alle stampe. Il citato manoscritto, rinvenuto in Scanno dal noto ricercatore Giorgio Morelli, è stato pubblicato nel 1993 nel Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria ( Annate LXXXIII) dal medico Angelo Di Gennaro. Il manoscritto in parola si conserva nel Museo Civico di Cerchio ( è stato donato dal Dott. Angelo Di Gennaro nel 1996 in occasione della presentazione del mio lavoro “ Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio(AQ) Documenti” ).
- Museo Civido di Cerchio.
- Francescantonio d’Amore, nato a Cerchio da Anselmo Antonio e da Rosa Felice d’Amore, il 13 Settembre 1769. Morì a Cerchio il 1 Ottobre 1844. Amiconi F. : “ Il Settecento cerchiese ”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 68, Anno IX, 2006.
- Pasquale d’Amore nato a Cerchio il 2 Agosto 1782 da Natale e da Mattia d’Amore. Si congiunse in Matrimonio con Maria Giovanna Stefanis di Pettorano dul Gizio. Rivestì la qualifica di “Gran Maestro” della vendita carbonara del comune di Cerchio denominata “ La Vendita di Leo”. E’ il cugino in seconda del Nostro Domenicantonio. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- E’ Geremia d’Amore Fracassi vedi.
- d’Amore Salvatore ,nato a Cerchio il 24 Ottobre 1821 da Domencantonio d’Amore e Massemina Tedeschi.
- d’Amore Isidoro nato a Cerchio il 29 Ottobre 1792 da Nicola e Concetta Giusti. E’ un carbonaro iscritto alla “Vendita di Leo” del Comune di Cerchio. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Lorenzo d’Amore, nato a Cerchio l’8 Giugno 1777 da Anselmo e Rosa Felice d’Amore. Morì a Cerchio il 27 Giugno 1852. Era uno dei più facoltosi personaggi di Cerchio. Dal 1825 al 1831 fu sindaco di Cerchio. Nel periodo 1798-99 quando il Regno di Napoli fu invaso dalle truppe francesi il Nostro fu eletto alla carica di Capomassa, governatore e giudice del Comune di Cerchio. Il 29 Dicembre 1840 con apposito consiglio decurionale viene eletto alla carica di “ Maestro di agricoltura” del nostro Comune. Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.”. Amiconi F. :” Il Settecento Cerchiese op.cit.”.
- Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit. “.
ENRICO BERARDI
Deputato del primo Parlamento del Regno delle Due Sicilie
e del Primo Parlamento del Regno d’Italia
(1801-1862)
Il 5 Giugno 1801 nasceva ad Aielli da Fortunato di Gioia dei Marsi e da Cecilia Petroni di Ortona dei Marsi, il futuro eroe del Risorgimento Italiano : l’avvocato Enrico Beradi, ultimogenito di sette figli.Il Nostro all’età di circa dieci anni, il 30 Marzo 1811, divenne orfano del proprio genitore Fortunato e già prima aveva perso anche la madre Cecilia Petroni:
”[…] CORPO DELLA CITTA’ DI NAPOLI/SEZIONE MONTECALVARIO/Estratto di Morte/Numero d’ordine trecento diciannove/Oggi, che sono li trentuno del Mese di Marzo/dell’anno milleottocento undici ad ore quattrodici, e mezza[…]hanno sottoscritta la dichiarazione della morte del fu Fortunato/ Berardi di Gioja in Provincia dell’Aquila, di anni cinquanta-/quattro, benestante, abitante in questo distretto, Strada Consiglio,/numero quattordici figlio, delli furono Giovan Santo e Domenica Lattanzio, ed ha lasciato superstiti sette figli procreati con la/fu Cecilia Petroni sua Moglie, che morì Fortunato jeri ad/ore ventitre[…]” (1)
Appena diciannovenne partecipò al “nonimestre rivoluzionario” dei moti di Nola del 1820-21 ( 2 Luglio 1820- Marzo 1821 ) .
Nel registro dell’allistamento dei Carbonari della “ Provincia/del II° abruzzo ulteriore/Registro/di/Polizia “, collocato nell’Archivio di Stato di Napoli apprendiamo:
“[…] Berardi Enrico proprietario vendita di Aielli Per sentimento scacciato come studente[…]”
Il Nostro così come i suoi fratelli e cugini era iscritto alla vendita carbonara di Aielli denominata “ Figli de’ liberi Marsi”. (2)
Nel 1833, fu condannato dal Governo Borbonico ad un anno di prigionìa.
Da un documento conservato nell’Archivio di Stato dell’Aquila apprendiamo la volontà del Nostro e della gentile sua fidanzata di voler convolare a giuste nozze:
“Notificazione/Provincia di Aquila./Distretto di Avezzano/Circondario di Celano/ Comune di Aielli/Ufizio dello Stato civile/di Ajelli/L’anno mille ottocento trentanove il dì quindici Dicembre/Noi Giuseppe Iacobacci Sindaco/ed Ufiziale dello Stato civile del Comune di Ajelli/notifichiamo a tutti che/Il Sig. Don Enrico Berardi di an-/ni trentotto di professione legale/domiciliato in Ajelli figlio di Don Fortunato/Berardi defunto professione proprietario/domiciliato in Ajelli, e di donna Cecilia Petroni defunta/domiciliata in Ajelli/E la signora Donna Angela Lombardi di an-/ni diciassette figlia di Don Gaetano/di professione proprietario domiciliato in Aversa/e di Donna Francesca Parcante domi-/ciliata in Aversa intendono procedere/alla solenne promessa di celebrare tra loro matrimonio avanti/alla Chiesa secondo le forme prescritte dal Sacro Concilio di/Trento./L’Ufiziale dello Stato civile/Giuseppe Iacobacci ( a sinistra, quasi al centro vi è impresso il sigillo del comune di Aielli n.d.r. )”
Concessa dal re delle Due Sicilie, Ferdinando II, la Costituzione pose la propria candidatura nel circondario della nostra sub regione marsicana rimanendo eletto, il 29 Aprile 1848, nelle seconde elezioni a “ Pluralità relativa”, con 1701 voti ( le prime consultazioni elettorali si erano tenute undici giorni prima: il 18 Aprile ) (3). Il Nostro partecipò attivamente ai lavori parlamentari con la segreta speranza, ultima dea, di “fare” finalmente una “Italia unita” fino a quando la Camera, violentata ed aggredita nell’espletamento delle proprie funzioni subì, il 15 Maggio 1848, lo scioglimento:
“[…]La Camera dei deputati riunita nelle sue sedute prepa-/ratorie in Montoliveto, mentre era intenta a’ suoi lavori ed/all’adempimento del suo sacro mandato, vedendosi aggredita/con inaudita infamia alla violenza delle armi regie nelle/persone inviolabile de’ suoi componenti, nella quali è la so-/vrana rappresentanza della nazione, protesta in faccia alla/nazione medesima, innanzi all’Italia, l’opera del cui provvi-/denziale risorgimento si vuol turbare col nefando eccesso,/in faccia a tutta l’Europa civile, oggi ridesta allo spirito della/libertà, contro questo atto di cieco ed incorreggibile dispo-/tismo, e dichiara ch’essa non sospende le sue sedute, se non/perché costretta dalla forza brutale; ma lungi dall’abbando-/nare l’adempimento de’ suoi solenni doveri, non fa che scio-/gliersi momentaneamente per riunirsi di nuovo dove ed ap-/pena potrà, affine di prendere quelle deliberazioni che sono/reclamate dal diritto del popolo, dalla gravità della situazione/e dai principi della conculcata umanità e dignità nazionale./”Napoli, 15 Maggio 1848, in Montoliveto/”Cavaliere Cagnazzi, presidente- Stefano Romeo, se-/gretario- Giuseppe Devincenzi-Leonardo Dorotea-/Salvatore Tommasi- Gaetano del Giudice- Eugenio De/Ricci- F.A. Mazziotti- Niccola De Luca- Angelo Camillo/De Meis- Luigi Zuppetta- Filippo Abbignente-/V. Clausi- Francesco De Blasiis- Felice Sacchi- Gof-/fredo Sigismondi-/Michele Prionti- Innocenzo De Cesare/- Tommaso Ortale- Belisario Clementi- Pasquale Sta-/nislao Mancini- Enrico Berardi– Antonino Cimino- Carmelo Faccioli- Antonio Laterza- Nazario Colaneri-/Pasquale Amodio- Domenico De Cesaris- Giuseppe Del Re/-Silvio Spaventa-/Saverio Barbarisi- Benedetto Muso-/lino-Ferdinando Petrucelli- Gennaro Bellelli- Ottavio/Topputi- Diodato Sansone- Antonio Ciccone- Giovanni/Salsano- Michele Cremomese- Luigi Cardone- Vin-/cenzo De Thomasis- Stanislao Baracco- Girolamo Saga-/riga- Giuseppe Tari- Federico Bella- Luigi Scarambone/- Casimiro De Lieto- Giuseppe Polsinelli- Francesco/Garofano- Antonio Plutino- Gaetano Pesce- Pietro/Ferretti- Michele Primicerio- Ernesto Capocci-Gio-/vanni Semola- Marino Turchi- Vincenzo Lanza- Cesare/Marini- La Russa- Domenico Mauro- Gaetano Giar-/dini,- deputati presenbti/”N.B. Mancano le firme degli altri onorevoli- per/giungere a formare il numero 98, al quale ammontava la/Camera. Una Commissione di deputati era stata inviata al/ministero, un’altra all’ammiraglio francese, un’altra al co-/mandante la piazza di Napoli, le quali al momento che la/Camera, cedendo alla violenza, si scioglieva, emettendo la/su descritta protesta, non erano tornate[…]”(4)
e, nelle campagne abruzzesi, il popolo abilmente messo su da reazionari minacciava, come avvenne alla fine del ‘700, i “galantuomini “ e riprese a cantare a squarciagola gli inni sanfedisti:
“ Agliu sone de la grancasse
Viva viva ju popolo basse….
Agliu sone de ji viulini
Sempre morte ai Giacubbini “.
Il giornalista, politico e scrittore Cletto Arrighi , pseudonimo di Carlo Righetti ( 1828- 1906) nel suo ottimo volume : “ I/450/OVVERO/I DEPUTATI DEL PRESENTE/E/I DEPUTATI DELL’AVVENIRE/per una società di egregi uomini politici, letterari e giornalisti/diretta/DA CLETTO ARRIGHI” MILANO NAPOLI 1865 trattegia così il Nostro :
“[…]264/BERARDI ENRICO/In verità siamo imbarazzati nel cercare ad ogni/tratto qualche forma nuova onde rivestire cose che/non variano mai. A quasi tutte le biografie dei/deputati meridionali abbiamo fatto precedere le loro/congiure, l’affigliazione alle diverse società segrete/e per ultimo la loro condanna o all’esiglio o al car-/cere. Ad ogni modo però non sarebbe giusto che,/per una semplice questione di forma, se avessi a/tacere quello che i migliori patrioti hanno patito/per la causa liberale./Noteremo dunque che anche il Berardi — che/è di Aielli, piccolo villaggio dell’Abruzzo Ulteriore II/– compromesso nella rivoluzione del 1820, venne/dal governo borbonico confinato nel natio paesello/per cinque anni./Stabilirsi di poi a Napoli per professarvi l’avvo-/catura; ma avendo egli nel 1833 cospirato di bel /nuovo contro i Borboni, fu carcerato in Santa Ma-/ria Apparente, insieme a parecchi altri liberali, e/vi rimase un anno./Nel 1848 fu tra i coraggiosi che nella sala di/Monte Oliveto protestarono energicamente contro il/decreto che scioglieva la Camera; e un anno dopo,/vedendo che ai patrioti non restava che scegliere/il carcere o l’esilio, Berardi scelse quest’ultimo e/si ridusse a Firenze./Ripatriato nel 1860, fu dal Collegio di Piscina(sic),/Circondario d’Avezzana(sic), mandato al Parlamento./Torino, 4 agosto[…]”.
Dal Dizionario Rosi, a pag. 240 apprendiamo ancora:
“[…]BERARDI Enrico (n. ad Aielli (Aquila) m. 5-/VI-1862), per avere nel 1820 preso parte alla rivolu-/zione fu condannato a restare confinato per cin-/que anni nel suo stesso paese. Terminata la pena,/con un tesoro di energie raccolte nel silenzio forzato,/si portò a Napoli a esercitarvi l’avvocatura. Natu-/ralmente però, in quel terreno fervido di entusiasmi/repressi, cospirò, e la polizia che vegliava lo rin-/chiuse, nel 1833, in/Santa Maria Appa-/rente, ove egli rimase/per circa un anno./Per la fama di libe-/rale acquistata a causa/delle persecuzioni sof-/ferte, nel 1848 fu/eletto deputato alla/Camera napoletana./Quando questa fu/sciolta, protestò an-/ch’egli fieramente,/poi visto l’imperver-/sare della reazione,/prese la via dell’esilio/e si ritirò con latri a/Firenze, dove rimase/fino alla caduta della monarchia borbonica. Nel 1861/fu al Collegio di Pescina eletto deputato, ma col-/pito poco dopo dalla morte, non potè rivelare le/buone qualità d’uomo pubblico nella meritata ca-/rica./G. MINOZZI[…]”(5)
Enrico Berardi, dunque fu costretto, nel 1849, ad emigrare prima in Piemonte e poi a Firenze presso gli amici Pasquale Stanislao Mancini e Silvio Spaventa (6) aspettando tempi migliori ed infatti, il 27 gennaio 1861 lo ritroviamo a Torino a far parte del Parlamento Italiano: fu eletto nel mandamento di Pescina con 333 voti su 702:
“[…]TORNATA DEL 26 FEBBRAIO 1861/PRESIDENZA DELL’AVV. ZANOLINI, DECANO D’ETA’[…] Da ultimo ho l’onore di riferire sulla elezione del collegio/di Pescina nella provincia dell’Abruzzo Ulteriore/Gli elettori iscritti sono 702; dei quali votarono 444. La/grande maggioranza de’ voti cadde sul Signor Enrico Berardi,/ il quale ne ebbe 333 contro i 56 dati al Signor Orazio Mattei;/e 33 furono dispersi su 17 individui./Avendo pertanto il sig. Enrico Berardi conseguito più/della metà dei voti degli intervenuti, e più del terzo dei voti/degli iscritti, venne proclamato deputato del collegio di/Pescina, ed io ho l’onore di proprovi, anome dell’ufficio VI,/la di lui convalidazione./(La Camera approva)[…]”(7)
Il Nostro prende parte attiva ai lavori parlamentari:
“[…] TORNATA DEL 25 APRILE 1861[…]BERARDI Enrico, relatore. Ho l’onore di proporvi/l’approvazione, al nome del V Ufficio, della elezione del col-/legio di Domodossola./Questo collegio si compone di 1751 elettori. Se ne presen-/tarini nel primo scrutinio 462, e furono distribuiti i voti fra/l’ingegnere Belli Giovanni che ne ottenne 224, Belli cava-/liere Carlo 142; gli altri andarono dispersi. Quindi di ne-/cessità si venne al ballottaggio./Nel secondo scrutinio se ne presentarono 638, ed i voti si/ripartirono per 479 al signor Belli ingegnere Giovanni, e 152/al signor Belli cavaliere Carlo; nulli 7. Fu quindi proclamato/dalla sezione centrale di Domodossola a deputato il signor/Belli ingegnere Giovanni./Tutti gli atti della elezione sono fatti a seconda della legge/e quindi, in nome del V ufficio, vi si propone la convalida-/zione./(La Camera approva) (8)[…]BERARDI ENRICO, relatore. Ho l’onore di riferire sulle/iterazioni elettorali del collegio di Atessa./Questo collegio si compone di tre sezioni, con elettori in-/scritti 549, dei quali 337 si presentarono al primo squittinio./I voti si divisero nel modo seguente: il signor Spaventa/Beltrando, ottenne voti 111, il signor Iurchi Marino 147, il/Signor Colapietra Erasmo voti 43; voti dispersi 36./Nessuno dei candidati avendo ottenuto la maggioranza vo-/luta dala legge, si addivenne alla votazione di ballottaggio,/alla quale presero parte 339 elettori./In questa votazione il signor Spaventa Beltrando(sic)/ebbe voti 261, il signor Iurchi Marino voti 77. Per conse-/guenza il signor Spaventa Beltrando(sic) fu proclamato deputato./Le operazioni furono tutte regolari; non havvi che un re-/clamo non sottoscritto, di cui l’ufficio non credtte dover ri-/ferire il contenuto, attesochè non possono essere ammessi/quei reclami che non si ha il coraggio di sottoscrivere e di/sostenere.Cira poi alla condizione d’impiegato o no, l’ufficio ha/creduto di dover rimettere tutto alla Commissione incaricata/dell’esame dei deputati impiegati. Propongo quindi, a nome/del V ufficio si convalidi l’elezione del signor Spaventa /Beltrando(sic) a deputato del collegio di Atessa./PRESIDENTE. Pongo ai voti la convalidazione di questa/elezione, salvo poi alla Commissione incaricata dell’esame/dei deputati impiegati[…]/MOSCA. Chiedo di parlare./PRESIDENTE. Parli./MOSCA. Io non comprendo quale sia il soggetto su cui è/chiamata la Camera a deliberare. Si dice di rimettere alla/Commissione sugl’impiegati di decidere, sibbene di riferire sulle/qualità dell’eletto come impiegato o no./BERARDI ENRICO, relatore. Si tratterebbe solo di rife-/rire prer vedere dopo il sorteggio, poiché il signor Spaventa/Beltrando(sic) si sa fin d’ora essere professore all’Università di/Bologna, e nello stesso tempo è membro del Consiglio Supe-/riore della pubblica istruzione./Queste due qualità non gli tolgono l’eleggibilità; ma quanto al poter sedere nella Camera converrà vedere l’esito del sor-/teggio./MOSCA. Va bene, si approva, salva l’estrazione a sorte./PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, s’intende ap-/provata l’elezione del signor Spaventa a deputato del collegio/di Atessa./(La Camera approva).(9)[…]”
Quando ormai tutti attendevano fiduciosi e pieni di speranza i frutti della sagace opera svolta dal Nostro ecco che la Morte inclemente lo rapiva il 4 Dicembre 1862 ( e non il 5 Giugno 1862 come, eroneneamente, riportano molti Autori ) a soli 61 anni privando così la nostra Marsica di un suo autorevole ed illustre figlio. Dall’epigrafe elogiativa collocata nel Cimitero Monumentale di Poggioreale apprendiamo:
“ AD ENRICO BERARDI AVVOCATO/UOMO ONESTO/PADRE AFFETTUOSO/AMICO VERO/ESULE DIECI ANNI PER CAUSA DI LIBERTA/DEPUTATO AL 48 AL NAPOLETANO/AL 60 AL PARLAMENTO ITALIANO/IL FIGLIO, LA MOGLIE, LA SORELLA/INCONSOLABILI/P.P./NACQUE IN AIELLI AL 1 GIUGNO 1801/MORI’ COL SORRISO DE GIUSTI AI 4 XBRE/1862” (10)
Dal sito internet dell’Università degli studi di Teramo- Deputati abruzzesi (11) leggiamo:
“[…]Attività parlamentare: Morì poco dopo l’elezione e per questo non svolse una lunga attività in parlamento./VIII Legislatura: Approvazione della sua elezione; vota a favore dell’ordine del giorno del deputato Ricasoli relativo/all’esercito meridionale; riferisce sulle elezioni dei collegi di Domodossola, Atessa; vota contro l’emendamento del/deputato Depretis all’articolo 3 dello schema sull’armamento nazionale; vota in favore dell’ultimo articolo; annuncio/della sua morte[…]”.
Perché non dedicare al Nostro, deputato del primo Parlamento Italiano, una strada, uno slargo o una lapide commemorativa per degnamente ricordare la sua lunga militanza per l’unificazione d’Italia? (12).
Note
- Archivio di Stato dell’Aquila, Aielli,Matrimonio, processetti, 1840.
- Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”
- Jetti G. :” Cronache della Marsica (1799-1915)”, Luigi Regina Editore Napoli, 1978. Gli onorevoli abruzzesi facenti parte della camera dei deputati erano i seguenti: ABRUZZO CITERIORE/ CHIETI/HORATIIS(DE)CONCEZIO/MEIS(DE)/ANGELOCAMILLO/SIGISMONDI GOFFREDO/LANCIANO./PUGLIESE DOMENICO./THOMASIS(DE)VINCENZO/TURCHI MARINO/VASTO/CARDONE LUIGI/SPAVENTA SILVIO/ABRUZZO/ULTERIORE 2°/AQUILA DRAGONETTI LUIGI/GIARDINI GAETANO/PICA GIUSEPPE/SULMONA/DOROTEA LEINARDO/LEOPARDI PIETRO/AVEZZANO/BERARDI ERRICO/BERARDI FRANCESCO/PER LA RINUNZIA DI Ferrante Antonio/CITTA-DUCALE/TOMASSI SALVATORE/ABRUZZO ULTERIORE 1°/TERAMO/CASTAGNA MICHELANGELO/CLEMENTE BELLISARIO/DEVICENZI GIUSEPPE/PENNE/ BLASIIS(DE)FRANCESCO/CAESARIO (DE) DOMENICO[…]”, pp.152-153 di : “ TORNATE/DELLA/CAMERA DE’ DEUPUTATI/ DEL/PARLAMENTO NAPOLETANO/NELLA SESSIONE 1848-1849/CON TUTTI I PROGETTI DI LEGGE IN ESSA PRESENTATI/PER/CARLO COLLETTA/PARTE TERZA/NAPOLI/DALLA STAMPERIA DELL’IRIDE/1866”.
- Atti parlamentari della Camera dei Deputati, Volume 10- Camera dei Deputati- Sessione del 1861, p. 22.
- http://www.dizionariorosi.it/DATA/JPG/II/P_240.ipj
- Jetti G. : “ Cronache op.cit.”
- ATTI/DEL/PARLAMENTO ITALIANO/SESSIONE DEL 1861/1° periodo, dal 18 Febbraio al 23 Luglio/SECONDA EDIZIONE RICEDUTA/DA/GIUSEPPE GALLETTI E PAOLO TROMPEO/DISCUSSIONI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI/TORINO 1861/EREDI BOTTA, Tipografi della Camera dei Deputatio/Palazzo Carignano/PROPRIETA’ LETTERARIA, pag. 22.
- ATTI/DEL/PARLAMENTO ITALIANO op.cit.”, pag. 694.
- ATTI/DEL/PARLAMENTO ITALIANO op.cit”, pag.837.
- Si ringrazia l’amico Mario Palerma di Aielli della comunicazione e relative fotocopie.
- http://www.regione.abruzzo.it/depabruzzesi/Ateneo/Dipartimento/storia_critica/ber…
- Amiconi F.:“ Enrico Berardi “, Marsica Domani, n. 7/93 del 30.9.1993. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
ISIDORO CONTINENZA
( 1802-1884)
Nacque a Cerchio, da Vincenzo ( figlio di Gervasio) e da Colomba Corsetti, il 29 Aprile 1802. Si unì in matrimonio con Maria Raffaele Fracassi di Sora ( al fuoco 75 dello Stato delle Anime del 1864 la stessa è riportata come Maria Raffaela Tronconi, nata a Sora il 18 Ottobre 1811 ). Fu iscritto come carbonaro alla “ Vendita di Leo” del Comune di Cerchio (1). Durante la reazione filo borbonica avvenuta a Cerchio l’ 11 e 12 ottobre 1860 Isidoro Continenza ne prese parte e per questo fu inquisito dai filopiemontesi come “movente” la reazione:
“[…]Avezzano 21 Maggio 1861 Signore Essendomi occorso di richiedere al giudice regio di Pescina notizie sulla condotta di Isidoro Continenza di Cerchio, ove ha risposto nei sequenti termini:” Signore Riscontrando il riverito suo foglio segnato in margine, con cui Ella chiede risapere la condotta morale. E politica di D.[on] Isidoro Continenza lo stesso, posso dirle, ha lodevolmente serbata la prima, sua riprovevolissima è la seconda perché nella reazi one consumata, fù uno dei Capi moventi e nella sera degli 11 ottobre 1860, in cui detta reazione fu lui clamoroso fù visto uscir di casa con la turba sediziosa portando processionalmente i quadri con le immagini di Francesco 2°, e Maria Sofia, di sua proprietà, ed andare vestevole al Corpo di Guardia a metterle in venerazione fuori la porta con le grida di gioia, e di evviva Francesco 2°, ed a riprendere il possesso delle armi del Corpo di Guardia come Capo urbano Si ha pure, che venuti in Cerchio i Borbonici egli avanti al capodi questa masnada ( che si annunciava facoltato dall’ex Re a dispensar gl’impieghi) disputava la detta carica di Capo Urbano con D.[on] Francesco Iacobacci che pur vi agognava per suoi pretesi requisiti[…]” (2)
Dalle varie testimonianze relative sempre alla reazione cerchiese e rilasciate il 10 maggio 1861 apprendiamo:
“[…]Orante Ciofani del fu Alessandro, di anni 20. Ferraio[…]Che D.[on] Isidoro Continenza ha serbato sempre lodevole condotta morale, e politica, ed allorquando venne qui la masnada di Giorgi fu obbligato con la violenza a riportare nel corpo di guardia le immagini di Francesco 2°, e Maria Sofia, ma egli piangeva, e non appena potè cogliere il destro si allontanò[…]13 Nicasio Maccallini, di anni 31 prop.[rietario][…]Che D.[on] Isidoro Continenza sebbene sia devoto al caduto Governo, pure ha mostrato indifferenza, ed obbedienza all’attuale[…]20 Antonio Cipriani del fu Giuseppe, di anni 36 prop.[rietari]o[…]Che il giorno precedente alla venuta di questo( è il Giorgi n.d.a.) in Cerchio Paolo d’Amore e Giuseppe Ciofani, e sé mal non rammento, D.[on] Isidoro Continenza riposero sul Corpo di Guardia i quadri di Francesco 2°, e Maria Sofia. Giunte le masse, nominarono, e poi confermarono il Continenza come Capo Urbano, e questi non volle andare il dichiarante, perché mai vi avea fatto parte[…]”21. Gaetano Panaro figlio di Giuseppe, di anni 29. Sarto[…]che D.[on] Isidoro Continenza nella venuta della masse riportò nel corpo di guardia le immagini di Francesco 2°, e Maria Sofia; che D.[on] Francesco Iacobacci contrastasse col Continenza la carica di Capo-urbano, ed essendo stato sospeso da Comandate la Guardia Nazionale, ch’era per lui un merito innanzi a Francesco 2°[…]22 Sig[no]r Ludovico d’Amore del fu Pasquale di anni 42 proprietario[…]affine in 3° grado di D.[on] Isidoro Continenza[…]che D.[on] Isidoro Continenza ha serbato pure indifferenza, e solo con la forza fu obbligato a presentare le immagini di Francesco 2°, e Maria Sofia, e riportate al Corpo di guardia[…]23. Pasquale Macerola di Giovanni di anni 28.contadino[…]Che D.[on] Isidoro Continenza, com’egli stesso gli confidò, fu obbligato con la forza ad assumere il comando della guardia, e riporre nel Corpo di guardia le immagini di Francesco 2°, e Maria Sofia[…]24. Marco Ciofani del fu Vincenzo, di anni 31. Sagrestano[…]D.[on] Isidoro Continenza nella venuta delle masse si offrì Capo Urbano, e fu in mezzo al movimento. Posteriormente ha serbato indifferenza[…]”(3)
Dal 1867-1868 fu presidente della Congregazione della Carità del Comune di Cerchio (4). Fu sindaco del nostro comune dal 1872 al 1876. Anche suo zio Giovan Crisostomo Continenza(5) fu sindaco di Cerchio dal 1850 al 1852. La maestra elementare Maria Continenza era sua figlia.
La morte lo colse a Cerchio, all’età di 82 anni, il 19 Novembre 1884.
Note
- Amiconi F. :” La Carboneria a Cerchio op.cit.”
- Archivio di Stato dell’Aquila
- Archivio di Stato dell’Aquila
- Amiconi F.: “ Gli atti deliberativi della Congregazione di Carità di Cerchio (AQ)(1863-1877”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 69, Anno IX, 2006.
- Nato a Cerchio da Germano ( in seguito verrà chiamato Gervasio) e da Berardina Fabrizii di Cagnano. Fu iscritto alla “vendita carbonara” del comune di Cerchio denominata “ La vendita di Leo”. Morì a Cerchio il 15 .9.1874, all’età di 92 anni.
PANFILO TABASSI
DEPUTATO AL PRIMO PARLAMENTO ITALIANO
( 1803-1896 )
Nacque a Celano, da Cristofano Tabassi Masciarelli e Donna Angela dei Marchesi Mazzara della città di Sulmona, l’11 Novembre 1803, Panfilo Tabassi , futuro deputato al primo Parlamento Italiano, Barone di Musellaro e Cantalupo. Don Luigi Tomassetti dei Marchesi di Navelli fu il suo padrino di battesimo.(1)
Dall’ottimo volume di Cletto Arrighi : “ I 450 deputati del presente e i deputati dell’avvenire “ (2) apprendiamo :
“[…]PANFILO TABASSI./Nacque in Celano, piccola città degli Abruzzsi nel/mezzogiorno d’Italia; i di/lui genitori nulla omisero/per la sua educazione ed istruzione; e/coll’esempio/loro gl’insegnarono sin dall’infanzia ad amare la/patria ed il prossimo./Con questi sentimenti succhiati col latte, allo scop-/piare della rivoluzione militare di Monteforte nel 1820,/benché in tenera età, prese parte a quegli avveni-/menti politici secondando colle sue deboli forze i/movimenti liberali, fra i quali si ascrisse; e la-/sciato il collegio di Aquila ove trovavasi, si arrolò/come volontario nei Cacciatori a cavallo, dei quali/allora il generale Guglielmo Pepe col colonnello/Ricciardi intendevano organizzare un reggimento./Abbattuto dalle baionette austriache nel reame/di Napoli il regime costituzionale, principiarono le/persecuzioni, le sorveglianze del governo/borbonico contro il Tabassi; persecuzioni che or/più or meno molestarono- come vedremo-/fino al sospirato risorgimento del 1859./Infatti il 23 luglio del 1828, il Tabassi denunziato/per uno dei capi; ed emissarii di società segrete e/di cospirazioni(3) venne arrestato con parecchi dei mi-/gliori e distinti concittadini celanesi. Dopo circa/tre mesi trattenuto nelle carceri di Aquila, fu con-/tutti gli altri tradotto in Napoli, e sepolto in quelle/famose segrete delle prigioni di santa Maria Appa-/rente, ed ivi assoggettato alla tortura, e ad ogni/specie di sevizie del ben noto e famigerato commis-/sario di polizia Gennaro Cioffi. Dopo più di tre/mesi di questo martirio, venne rinchiuso in prigione./Benchè dichiarato non reo per mancanza di prove,/il ministro di polizia Intonti lo ritenne ancora in/carcere per molto tempo;finalmente fu spedito in patria con domicilio forzoso./Nel 1841 venne il Tabassi novellamente arrestato;/ma per breve tempo./Nel 1848, come è ben naturale prese parte at-/tiva a quei movimenti, adempiendo parecchieincom-/benze pubbliche affidategli. Ma strozzato pure al-/lora il regime costituzionale del famoso 15 maggio,/Tabassi dopo qualche tempo trasferì il suo domicilio/in Napoli./Nel 1860 tornava in patria per esaminare lo spi-/rito pubblico di quelle contrade, e delle altre che/doveva percorrere, con incarico di dirigerlo ed/esporlo a pronunziarsi per l’unità d’Italia; quando/nel giorno 11 ottobre scoppiava la reazione in Avez-/zano, capoluogo del circondario, che si diffondeva in Celano ed in altri paesi vicini per l’ap-/prossimarsi delle orde brigantesche, forti di circa/cinque mila armati, comandati dal Lagrange, che/irrompendo per la valle di Roveto, doveva ricongiun-/gersi in Aquila colla colonna comandata dal gene-/rale Scotti, contemporaneamente fatto partire da/Gaeta dal Borbone, progetto che andò subito fallito, perché/Cialdini sconfisse completamente lo Scotti ad Isernia./Tabassi tentò di soffocare la reazione in Celano,/Opponendosi ai primi moti degli insorti, e volendo/occupare l’ingresso del corpo di Guardia Nazionale/rimasto deserto, impedì solo ed inerme per qualche/tempo che vi penetrassero i briganti, e si imposses-/sassero delle armi.Ma infine alla sempre crescente moltitudine, ed/alla violenza fu forza cedere in fine; ma la lunga/resistenza del Tabassi, con tanto pericolo della sua/vita, salvò parecchi liberali che ebbero in quel frat-/tempo agio di metterla in salvo fuggendo, perché/appena prese le armi dal Corpo di guardia i bri-/ganti aggredirono le case dei medesimi./Reso ardito da questo primo caso nel quale egli/si vide rispettato nella persona da quella imbal-/danzita plebaglia, impavido accorse ovunque erano/minacciate le sostanze o le vite dei cittadini, e con/ preghiere e con minaccie gli venne fatto di rendere/meno tristi le conseguenze di quella bestiale rea-/zione./Morto Enrico Berardi. Il Collegio di Pessina (sic) man-/cava di chi lo rappresentasse al Parlamento; con/vocatosi esso il 1° marzo 1863, nominava a quel po-/sto il Tabassi a maggioranza assoluta di voti./Il suo nome non figura tra gli assenti, o tra/quelli in congedo nelle lunghe e faticose sessioni/parlamentari. Assiduo negli ufficii si è adoperato/pel sollecito disbrigo degli affari. Non abituato agli/usi parlamentari ed alla pubblica discussione, rara-/mente la sua voce si è sentita nel recinto del Par-/lamento, ma solo in qualche circostanza, come fra/le altre, nella discussione del progetto circa la ri-/forma della rete ferroviaria italiana, sostenendo che/non solo per giustizia, ma pel decoro e dignità del/Parlamento non si dovevano sopprimere o tratti di Coasa e di Forca-Caraso(sic), fra Solmona e Celano,/perché due volte solennemente discussi, ed appro-/vati dal Parlamento e dal Senato e sanciti da regii/decreti./Votò sempre con indipendenza a seconda del suo/convincimento; votò per l’abolizione della pena di/morte. Fu tra gli 80 Napoletani che sottoscrissero sul/trasferimento della capitale. Votò insomma sempre/a seconda gli sembrò più utile./Di lui così scrisse il Nomade di Napoli:/!…inviso al governo borbonico, da cui patì il carcere poli-/tico, quando il trionfo della causa era assai lontano, è per-/sona di provata fede liberale, costituzionale; è finalmente/un onest’uomo”:/Milano, 2 Settembre[…]”
Il Nostro fu eletto deputato, come abbiamo visto, nella VIII legislatura, nel collegio di Pescina:
“[…]Morto Berardi una votazione parziale, annullata dalla/Camera, mostrò la leggera preponderanza, il 14 dicembre 1862, di Vincenzo Masciarelli, capitano della guardia nazionale di Ta-/glia cozzo; invcece il 1° marzo 1863, il governativo barone Panfilo/Tabassi, di Celano, attendibile nel 1849, ebbe il mandato da 241/elettori, contro i 97 del Matteis./La prima legislatura impostò il problema della/strada ferrata Ceprano-Pescara che la legge 21 agosto 1862, ap-/poggiata da una petizione del municipio avezzanese, approvava/per la Valle Roveto ed Avezzano. Tornata sull’argomento, la Ca-/mera respinse un emendamento del Tabassi contrario a modifi-/che, e l’11 aprile 1865 impegnò il governo a presentare, entro/l’anno, un progetto di legge per la costruzione delle/ferrovie Terni-Avezzano ed Avezzano-Ceprano[…]”(4).
Panfilo Tabassi si candidò ancora nel medesimo collegio, nella IX, X e XI legislatura, senza però essere mai più eletto(5).
Fu eletto consigliere provinciale dell’Aquila dal 1862 al 1869, segretario del comitato provinciale dell’Aquila e membro supplente di leva provinciale (6).
La morte lo colse a Celano, alla veneranda età di 92 anni, il 20 ottobre 1896 (7).
Piace chiudere il presente articolo ripotando la descrizione di questa famiglia che fece, nel 1843, il grande artista ( pittore, scrittore, musicista e ornitologo ) Edward Lear (1812-1888):
“[…]30 Agosto 1843[…]Nel pomeriggio, da Avezzano mi sono affrettato ad anda-/re a piedi a Celano, un luogo che ero impaziente di visitare;/il sottintendente del Distretto, don Romeo Indelicato ( nome/strano, come ognuno può capire ) mi ha gentilmente fornito/una lettera per una delle principali famiglie della città, i Ta-/bassi[…]ho già parlato tanto su Celano che un poco mi rimane/da dire solo sul conto dei miei ospiti e della loro famiglia./I Tabassi sono originari di Sulmona e, come si legge in/vecchi libri (Pacichelli, III, 9), appartengono a una delle/famiglie più antiche di quella città. Hanno proprietà sparse ne-/gli Abruzzi; il fratello maggiore, il barone Tabassi, risiede a/Chieti; Stefano sta a Pescina; Francesco ha una bella casa a/Sulmona e Panfilo vive a Celano assieme a due sorelle nubili;/una terza sorella è monaca./Ho trascorso quattro giorni a Celano; don Francesco e/don Panfilo, donna Costanza e donna Felicetta abitavano allo-/ra nella casa di famiglia. Queste buone persone hanno cercato/in ogni modo di favorirmi e di prestarmi assistenza, ma mi/hanno lasciato libero di fare come mi piaceva riguardo alle/mie occupazioni fuori casa./Alla sera, alcune persone della città venivano in casa e/si divertivano a guardare i miei disegni, in cui riconoscevano/proprie case e quelle di altri, ecc. Eravamo se-/duti a cena nella prima sera del mio arrivo, quando mi sono/sentito improvvisamente spingere avanti la sedia, finchè il mio/naso ha quasi toccato il tavolo. Ho pensato: sarà un nuovo/modo escogitato dal domestico che sta dietro per sistemare cia-/scun convitato nel posto adatto; ma subito dopo tutta la fa-/miglia si è alzata in piedi e alcune persone eccitate sono en-/trate correndo nella stanza gridando:”Terremoto!”[…]La famiglia Tabassi viveva agiatamente ma senza osten-/tazione; le camere del loro palazzo erano confortevoli per una/residenza italiana[…]31 Agosto 1842[…]Don Panfilo mi ha condotto all’interno del castello, un/edificio aristocratico; vi sono archi di porta lavorati a rilievo/e finestre, cortile, cappella in splendido e robusto stile baro-/nale, ma negeltti e in decadenza/Abbiamo anche visto sotto la città un convento che ha/un buon quadro[…]Alle/dodici, poiché ci eravamo alzati alle quattro, abbiamo mangia-/to una buona minestra, merlani freschi, cappone bollito, fette/di prosciutto crudo e salsicce di Bologna, tanti macaroni, carne/di vitello in umido, piccione arrostito, pere, prugne e meloni/con grande soddisfazione, tale era la qualità dei loro pranzi/soliti[…] 1°, 2 e 3 Settembre 1843[…]Durante i giorni di digiuno, queste brave persone e sem-/plici sono state angustiate perché non potevo mangiare/la carne, benché io le abbia rassicurate che non ci facevo ca-/so; il che non era vero, perché ho in odio il mangiare i granchi,/abramidi, barbi, e rane. Allora c’è stata la novità delle pere/cotte e delle patate cucinate in cinquanta modi!< E’ vero che/loro campono di patate?>, < Buono lei pel addattarsene >; così/mi dicevano./Ricorderò sempre le ventiquattro ore trascosse a Celano/con grande piacere[…]4 Settembre 1843[…]Al sorger del sole ho lasciato i miei amici e mi sono mes-/so sulla strada da Celano a San Benedetto ( Cramer, I, 238/Sir R.C. Hoare, I, 359.Papa Bonifacio VIII(sic! E’ papa Bonifacio IV n.d.a.) nacque a San/Benedetto, secondo Martelli, Antichità di Sicoli, II, 25), un paesino presso il sito dell’antica Marruvium[…]5 Settembre 1843./Ero ansioso di giungere a Pescina per la notte[…]Pescina è una cittadina di tremila abitanti, situata strana-/mente sulla parete di un burrone o gola attraverso cui il pic-/colo fiume Giovenco scorre verso il lago. Le sue case sono come accatastate le une sulle altre in modo particolare e nella maggior/parte hanno la piccionaia ( i piccioni allevati a Pesci-/na sono assai numerosi; il letame delle piccionaie è usato co-/me concime per la canapa, e costa quindici carlini al sacco)./Un castello diroccato fa da coronamento all’intero panorama ( Tav. XXI )./Appena arrivato, sono andato da don Stefano Tabassi, persona gentile e colta, che vive nel palazzo Tomassetti, ai/piedi della città; ivi, come al solito, c’è un labirinto di stanze,/tappezzate con arazzi sbiaditi e con tele rosse, e adorne di/ritratti ad infinitum./Due giovani abati, suoi nipoti, mi hanno accompagnato/a vedere le curiosità di Pescina, la casa in cui il 14 Luglio 1602/( Gualdo, Hist. Del Minist. Del Card. Mazarin) nacque il/Cardinal Mazzarino, il cui padre era governatore della città[…]Don Serafino de’ Tabassi am-/mannisce ottimi pranzi e i suoi vini sono amabili; conversare/con lui è un piacere e le ore di società e quelle di cena sono/trascorse piacevolmente./La spontanea e cortese ospitalità di questa gente non può/mai essere apprezzata abbastanza[…]7 Settembre[…]Non mi dava conforto l’essermi congedato dal caro amico don/Stefano Tabassi[…]”(8).
Come chiaramente si evince il Nostro fu una figura di primissimo piano non solo nel panorama socio, politico, culturale della nostra sub regione marsicana e pertanto merita di essere ricordato nella sua terra d’origine (9).
Note
- Il nome esatto era Panfilo, Andrea, Simplicio, Francesco, Antonio, Paolo, Maurizio, Masciarello. Vedi in “Liber Baptizatorum/Huius Insig[n]e Coll[egiat]e et/Paroch[ial]e Eccl[esi]e S[antis]s[imo]r[u]m/Joan:[nes] Bapt[ist]e et Evang:[elist]e/Civit[ati]s, Celani, inceptus An-/no Domini 1899: cum suo/Indice in fine”. E scritto da altra mano posteriore continua “ Usque ad annum 1810”. Archivio Parrocchiale S. Giovanni, Celano. Si ringrazia pubblicamente il parroco don Claudio Ranieri della gentilissima cortesia usata nei miei confronti.
- ARRIGHI C. : “ I/450/DEPUTATI DEL PRESENTE/E/I/DEPUTATI DELL’AVVENIRE/PER/Una società di egregi uomini politici, letterati e giornalisti/DIRETTA DA/CLETTO ARRIGHI/”, volume Quarto/Milano/Presso gli editori, via san Zeno n. e e S. Paolo N. 8/e presso l’Ufficio della CRONACA GRIGIA, Corso Vittorio Emanuele, 15/1865.
- Da un documento del 28 Agosto 1828 facente parte dell’Archivio dei d’Amore Fracassi di Cerchio ora in Museo Civico di Cerchio apprendiamo: “ A Sua Eccellenza Sig:[nor]e Comentatore/D:[o]n Francesco Saverio del Carretto/Generale della Reale Gendarmeria/Signore. Nella Provincia di Aquila Distretto di Avez=/zano evvi il Comune di Cerchio, che Ri=/mane tra’ Celano e Pescina nel quale vi/è la Famiglia de’ Fratelli D:[o]n Vincenzo,/D:[o]n Lorenzo, e D:[o]n Francescant[oni]o d’Amore col=/legata con la classe de’ perfiti Settarj, che/manutiene, garentisce, e regola i criminosi/giri de med:[esim]i./Questa famiglia, che per opera de’ Settarj stessi/non venne apparentemente descritta nell’/allistamento Carbonico, ancorchè regolava/nel nonimestre Costituzionale tutte le diloro/operazioni, si fece a bella posta rimaner/così per appoggiare ad essa nel tempo cri=/tico la diloro difesa./Infatti manifestamente si è ciò realizzato col/fatto; né può rivocarsi in dubio di essere/i Fratelli predetti l’angora delle dicostoro/criminose manovere, ed i manutentori, e /protettori dei diloro maligni giri./Questa verità non ammette molta discussione/dietro le seguenti osservazioni/Primo vi sono nella Famiglia de’ Fratelli pred:[ett]i/riunite tutte le cariche Amministrative,/militari, e Chiesastiche in modo da non potersi/nel pred:[ett]o piccol Comune vedere, ed essere/sorvegliate le manovere de’ Settarj med:[esim]i,/ne conoscere i quotidiani giri, che si fanno/da essi loro/Dal 1825. si è tanto organizzato, e la prima/di lor’operazione fù quella di dar la cari=/ca di Sindaco al soprad:[ett]o D:[o]n Lorenzo d’Amo=/re, abbenchè fosse domiciliato fin dal/1810. nel Comune di Scurcola, e si fece/tornare in Cerchio rivestito già della carica/pred:[ett]a. Indi si diede la carica di Arciprete/Curato all’altro Fratello D:[o]n Francescant[oni]o,/e fin d’allora vennero allontanati dalle/cariche i Realista, e furono rimpiazzati/tutti quelli del diloro partito, e la carica/di Comandante Civico si addossò all’altro/diloro Fratello D:[o]n Vincenzo d’Amore. Né/valsero i Riclami delle parti offese, né le accuse degl’abbusi di potere, e dei danni/causati alla classe de’ pacifici abbitanti/di quel luogo, ed al cumune istesso per/le devastazioni, ed usurpazioni commesse/dai Fratelli pred:[ett]i; anzi si vide confir=/mar Sindaco lo stesso D:[on] Lorenzo, si vi=/de dar la firma di Sott’Intendente in=/terino di quel Distretto al D.[o]n Vicenzo, ed/indi si vide addossar la carica di Coman=dante la Guardia Urbana allo stesso D:[o]n/Vincenzo,e si diede luogo alla formazione/di una Guardia Urbana composta de’ Setta=/rj, e di persone loro aderenti, e consangui=/nei de’Settarj Stessi, come specialmente, e/scandalosamente si è data la carica di se=/condo Comandante la Guardia istessa, ad un/tal Pietrosante Iacobacci quasi sessagina-/rio, come lo è il primo Comandante D:[o]n/Vincenzo d’Amore, sol perché il Iacobacci/persona vile, e terrazzano convive con il/dilui germano Luigi antico Settario. Que=/Questa manovera è Riuscita facile, perché la Commissione in quel Comu=/ne viene composta dall’unica, e sola famiglia de’ pred:[ett]i Fratelli d’Amore, per/essere il D:[o]n Francescant:[oni]o Arciprete Curato,/D:[o]n Lorenzo Sindaco, e D:[o]n Vincenzo Coman=/dante la Guardia Urbana,/Secondo dietro tali fatti i Settarj del Comune/di Cerchio, col concerto de’ Settarj Celanesi,/Pescinesi, e di altre Comuni per meglio co=/lorire le di loro Riunioni colla manutenzione/già detta, han fatto sì, che lo Speziale D:[o]n/Luigi Macchiusi uno de’ graduati Settarj/di esso Comune, aprisse nel caduto Mese/di Aprile un ridotto, servendosi di un Gra=/nile di proprietà de’ Luoghi Pii, che a/proprie spese ha fatto abbellire. Ed in/esso dà comodi, e carte da guoco(sic), Nepolj, Dolgi, ed altri oggetti da complimenti; ed/ivi la classe de’ Settarj si riunisce gior=/nalmente a porte aperte, e qualche volta/ad avanzata sera a porte chiuse, e ciò/per apparentemente dar addivedere, che l’oggetto delle diloro Riunioni sia quello/solo del divertimento. In esso ridotto im=/mancabilmente, ed in tutt’i tempi si vede/con essi un tal Vincenzo di Marco d’A=/more fatto ascendere in tal frattempo al=la carica di Cancelliere Comunale in es=/sclusione di un tal Giovanni Sperandio de=/ciso Realista, e che nel nonimestre Costi=/tuzionale, ancorchè le sedute Carboniche/si volessero tenere nella Cancelleria Co=/munale istessa, non volle lo Sperandio as=/criversi/scriversi a quella Setta./Oltre il Vincenzo di Marco d’Amore prede:[tt]o/vi si è visto intervenire qualchè(sic) pa=/rente de Settarj stessi, ed i Forestieri Set=/tarj, che sono andati in quell’istesso Comu=/ne./Tutto ciò Si è impunemente pratticato nel mo=/do Si Stà tutt’ora pratticando con/aperta/manotenzione de pred:[ett]i funzionarj Fratelli/d’Amore./Altronde chi non vede, che i soprad:[ett]i D:[o]n Lorenzo,/D:[o]n Vincenzo, e D:[o]n Francescant[oni]o d’Amore/Siano i fautori degli impenetrabili ar=/cani de’Settarj prede:[ett]i; se le dicostoro ope=/razioni ad evidenza lo dimostrano?/Si osservi qual maneggio i med:[esim]i ultimamente/operarono per liberare dall’arresto un qua=/lificato Settario del pred:[ett]o Comune, e quali/furono i risentimenti, e rimproveri,/che si fecero da med:[esim]i alla Gendarme=/ria in’atto, che si consumò l’arresto pre=/detto, quali le promesse, e le offerte/in favor dell’arrestato senza rimbre=/zo della forza publica presente; cioè/di volerlo ajutare col rilasciare qua=lunque buon certificato, che potesse/mai bisognare; e finalmente le dichia=/razioni, che i rapporti di Polizia Si e=/ran sempre fatti a vantaggio dell’ar=/restato prede:[ett]o, come ave egli Stesso vi=/sto con i proprj occhi, perché niun/rapporto era stato da esso Sindaco/inoltrato senza farglielo prima leg=/gere./Premesso tutto ciò, e premesso ancora, che/L’anzid:[ett]o arrestato era sempre as=/soggettato dalla Polizia ad una Stretta Sor=/veglianza del Sindaco prede:[tt]o, non è quesi/evidentemente un fatto di essere i medesi=/mi associati alla classe de Settarj?/Questi fatti sono palesi, e notorj, e possono/benissimo deporsi dal Brigadiere di/Gendarmeria Giuseppe Bleferi incarica=/to dell’arresto pred:[ett]o, e dai Gendarmi/Projetto, e Tenaglia, che vi furono pre=/senti;e possono pur anche deponersi/da Girolamo Paris, Giovanni Pelagalli,/ e D:[o]n Vicenzo Venditti, e da latri Te=/stimonj, che possono indicarsi da med.[esimi]i./Si osservi ancora, che D:[o]n Vincenzo d’Amore/allorche sostenne la firma/interina, da Sott’Intendente, che Si/tenne presso di se il qualificato Set=/tario D:[o]n Gio:[van] Pietro Continenza, al/quale si permise quindi di andar va=/cando per Mesi intieri, come attul=/mente và vagando./Si osservi, che nel recente arresto di/Settari Celanesi tra’ quali D:[o]n Lorenzo/Corsignani, che venne abilitato in A=/vezzano con cauzione, e che la sera ri=/condottosi a Celano la prima Sua cura/fù quella nella mattina seguente di/condursi in Cerchio, ed in Casa de’ Fra=/telli D:[o]n Lorenzo, D:[o]n Vincenzo, e D:[o]n Fran=/cescant:[oni]o d’Amore, e confabulato con/essi Si vidde tornare in Celano. Se rap=/porto frà essi non vi fusse Stato/certamente non si sarebbe tanto visto./Non possono negarsi le reciproche visite tra’/i Fratelli Tabassi con i Fratelli d’A=/more, e specialmente in ogni volta, che/dalla Provincia di Chieti D:[o]n Gio:[van]Pietro Tabassi si è Ricondotto in Celano./Si osservi ben’anche che laddove i posses=/sori de’ Grani, che sono ne Marsi all’ap=/parecchio de campi che ripromette=/ano fertilissima raccolta, e dall’aumen=/to de prezzi ricorsi, Si sono affollati nella passata stagione a vendere ( è stato cancellato n.d.a.) a ven=/dere generalmente i di loro generi, e questi/per lo contrario, ancorchè Siano grandi/proprietarj de Generi, qualchè picciola/quantità sogett’a deperimento ne han/venduta, e d’at’a creditoa condizione/di doversele ristituire tanto genere/coll’aumento; è chiaro dunque, che i/med:[esim]i attentevano delle novità e de/soccessioni./Si osservi in’oltre il metodo tenuto dal/Sindaco D:[o]n Lorenzo d’Amore ne’ rap=/porti di Polizia, e si troverà Sicura=/mente di aver Egli riferito sempre/in bene per i Settarj, ed ancorchè le/fusse ordinato la sorveglianza/de’ med:[esim]i, specialmente dello Speziale/D:[o]n Luigi Macchiusi, costui non ha/mai rapportato i criminosi di lui ma=/neggi, e giri: Non potendosi affatto ne=/gare, che sia egli spessissimo andato/ a Venere, S. Benedetto, Manaforno,/Pescina, Scanno, Solmona, Celano, Coll/armele, Ajelli, Avezzano, Peschisolito, e/molte volte in Roma, quasi sempre/senza Passaporto./Non può negarsi, che in quel frattempo, che/è stato nel Comune di Cerchio, nel cor=/so della giornata è stato quasi sempre/nell’anzid:[ett]o ridotto, e costantemente la Se=/ra è andato a spasso fuora l’abbi=/tato col Soprad:[ett]o Vincenzo di Marco d’Amore,/e con altri classici Settarj./Se il Sindaco D:[o]n Lorenzo d’Amore; se il Co=/mandante la Guardia Urbana D:[o]n Vincenzo/d’Amore; e se l’Arciprete Curato D:[o]n/Francescant:[oni]o d’Amore non fossero Stati/a parte de costanti giri dei Settarj/pred:[ett]i, lo avrebbero rapportato, e non/avrebbero permesso l’introdduzzione/de’ fogli esteri, che il Macchiusi ha/Riportati specialmente da Roma/E tanto ciò vero, che i soprad:[ett]i Fratelli/d’Amore sono quei, che sostengono/le operazioni Settarie, che nel Rincon=/tro dell’arresto de’ Settarj Celanesi, i med:[esi]i/Si sono ricompromessi della diloro liber=/tà, ed oltre i continui abboccamenti/avuti patentemente con i Parenti degli/arrestati, non può negarsi, che il giorno/ventisette Agosto prossimo cadente me=/se D:[o]n Francescant:[oni]o Arciprete d’Amore/Siasi personalmente condotto in Celano,/ed in Casa dei Sig:[no]ri Tabassi per molte/ore à confabulato con i Parenti pred:[ett]i/specialmente con D:[o]n Lorenzo Corsignani/L’altra tattica usata da Settarj predetti/è Stata quella di fare, che i Fratelli d’A=/more Ricevessero in Casa loro le Autori=/tà Amministrative, e di Polizia, onde/poter Egli giocare le diloro manovere./Finalmente i Fratelli d’Amore pred:[ett]i animati/dall’influenza de’ parteggiani Settarj han/trovata tale, e tanta protezzione, che niun/nocumento l’han inferite le accuse/sofferte, e presso l’Intendenza di Aquila/esister deve un voluminoso incartamento/fatto nel prossimo caduto Mese di Decem=/bre dal Consigliere Provinciale D.[o]n Anto=/nio Ferrante di Civitadatino per dele=/gazione del Sig:[nor]e Intendente della Provin=/cia con l’esame di trenta, e più Testimonj,/senza che sia stato atteso il loro detto;/anzi a disprezzo del med:[esim]o il D:[o]n Lorenzoi/fù confirmato Sindaco del Comure di/Cerchio, ed il di lui Germano D:[o]n Vincenzo/ebbe la firma Sott’Intendente Interi/no, e fu indi fatto Comandante della/Guardia Urbana con scandalo universale/della Provincia/E’ tanto l’accecamento de’ Settarj, che senza ripo=/gnanza alcuna eruttano preposizioni tali,/che sol per effetto della passione loro/predominante nulla temono./Antonio Pacchiarotta di Celano, che fù mi=/lite nel nonimestre, trovandosi nel locale/così detto Pergoleto, vantò di esser egli/ancor Soldato, e di Star servendo gior=nalmente D:[o]n Lorenzo Corsignani,( che fù/Capitano de Militi, e G.[ran] M.[aestro] della ven=/dita di Cliternini Generosi), come può/contestarsi da Feliceant:[oni]o Cotturone, Giacin=/to Cotturone, e Giovanni Pelagalli di Celano/L’esistenza dela Processura a carico di D:[o]n Lo=/renzo Corsignani, che deve esistere presso/l’Intendenza della Ptovincia di Aquila/meglio contesta la certezza de fatti che/regolano l’assunto de’ Settarj Stessi. Esso/il D:[o]n Lorenzo Corsignani cessato appena/la rivolta del nonimestre, animava i Suoi/subordinati, che poco durava il ristabili=/mento delle Armi Borboniche, e che frà/poco tempo tornar doveano a servire/la dominante nazione, e prometteva/loro carlini cinque al giorno durante l’e=/sistenza delle prelodate armi Borboni=/che; e pure Si è con dolore dovuto sof=/frire, che quest’incartamento rimasto Sta/a marcire frà le Carti inutili della /Polizia da circa sette Anni a questa parte/Sarebbe il non finirla mai, se enunciar Si do=/vessero le preposizioni, che si eruttano sìa/Solo dagli accaniti Rubbelli del Re nostro/Signore; ma ben’anche dalle persone dei/loro sentimenti, pe’ detti loro proferisco=/no preposizioni tali, che pongono in/chiaro la diloro malvagità./Maria Amalia Vedova Torrelli di Celano don=/na protetta da Sì Malvaggie Genti ebbe/l’attrevimento di dire= Deve finire/questo infame Governo, e la più parte/grande di Vincenzo Venditti deve essere/L’Orecchio. Può contestarsi da Giu=/seppe di Alesandro Ciaccia, Domenico/Evangelista altrimenti Frittello, e Mar=/garita d’Alesandro di Celano/oltre i Testimonj descritti di sopra, pos=/sono i fatti di Cerchio esser contestati/dai buoni Realista pacifici naturali/del predetto Comune di Cerchio, e spe=/cialmente da Giovanni Sperandio= Nicola/Sperandio= Camillo Rossi= Giacomo Ros=/si= D:[o]n Pasquale d’Amore Fracasso=/Sig:[nor]e Giuseppe di Silvestro d’Amore=/D:[o]n Paolo d’Amore= Sig:[nor]e Pietro Co=/stanzi= Non che da Tiburzio d’Agostino,/ e Felice Pallotta di Colle Armele, e/finalmente da Ferdinando Ascenzi, e/Vincenzo Sabatini di Pescina./Il Supplicante animato da vero spirito di/Religione, e di attaccamento per la Sagra/Persona del Re nostro Signore, che Iddio/sempre feliciti, non ha saputo meglio diri=/gere la presente memoria, che all’E[eccellenza] V.[ostra]/come quegli, che tante riprove ha date/alla M.[aestà] S.[ua]; e che ha saputo distin/guersi per attaccamento, e fedeltà tra’/i Sudditi fedeli della Dinastia Regnan=/te; e vive Sicuro di vederne i più flo=ridi effetti, perché cessi una volta l’in=/trigo, e Sia il delitto ponito a misura/delle provvide Leggi./Tanto supplica all’E.[eccellenza] V.[ostra], e l’avrà a /grazia/Fatto in Celano il giorno 29. Agosto 1828/Costanzo Santucci”.
- JETTI G. : “ Cronache della Marsica(1799-1915)”, Luigi Regina editore, Napoli 1978
- Università degli studi di Teramo-Deputati abruzzesi-
- Università degli studi di Teramo- Deputati abruzzesi
- Archivio Parrocchiale Chiesa San Giovanni, Celano ( ora in Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano ).
- LEAR E.: “ Viaggio attraverso l’Abruzzo pittoresco” a cura di Ilio Di Iorio, Edizione del centenario, Libreria Editrice Antonio Di Cioccio, Sulmona, 1988, pp. 80-88.
- AMICONI F.: Panfilo Tabassi. Deputato al Primo Parlamento Italiano.1803-1896” Giornale Terre Marsicane Terza Pagina-http://www.terremarsicane.it/node/10639. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
PIETRANTONO CARUSONI
( 1805 – 1862 )
Dei vari episodi che caratterizzarono la vita di Cerchio durante il periodo dell’unificazione d’Italia il più ricordato e famoso è, senz’altro, quello legato alla fuga dell’arciprete Pietr’Antonio Carusoni, nato a Cerchio il 30 Maggio 1805, da Vincenzo e Maria Chiara Coletti di Ofena.
Viene ricordato in quanto questi fu attore di una rocambolesca fuga notturna propiziata da interventi soprannaturali. “ Una notte”, così inizia il racconto tramandato fino ai nostri giorni da Maria Grazia Berarda Legge ( 1900-1989) “ mentre ormai tutti stavano dormendo, si sentì, presso l’urna di S. Antonio di Padova (1) posta sopra il comò della sua camera, una voce che diceva:<< Arciprete alzati!>> e quello tutto assonnato diceva fra sé:<< Che vuole questo?>> e ancora quella voce misteriosa ripetè per tre volte:<< Arciprete alzati!>> Destatosi e compreso che era una voce arcana che voleva aiutarlo, fuggì mezzo vestito. Appena uscito di casa, sentì delle voci, dei passi e un violento e concitato bussar di porta: ora doveva fuggire più che mai. I suoi familiari, svegliati da quel fragoroso rumore, data l’ora e i tempi, temendo qualche rappresaglia, andarono ad aprire il portone. Appena aperto un gruppo di persone armate entrò nella casa chiedendo ad alta voce:<< Dov’è il prete?>> e quelli:<< Poveri noi, che cosa ne sappiamo. >> Non fidandosi della risposta avuta sconvolsero la casa rovistando tutte le stanze. Entrati nella camera che dall’addobbo doveva essere quella del prete, e vedendo il letto disfatto, il caporione volle sincerarsi se il curato mancava da più giorni o se era da poco fuggito e subito mise le mani dentro il letto: era ancora caldo. Era stato giocato! Pieno di livore, sfogò la rabbia sui mobili, sulle persone, sulle botti piene di vino “.
Il motivo di tale odio verso don Pietr’Antonio Carusoni da parte di questi armati era stato causato dalla sua non partecipazione a cantare l’Inno Ambrosiano : il “ Te Deum ” per il plebiscito sull’annessione perché, secondo l’arciprete i garibaldini, o forse è meglio dire gli pseudo garibaldini, non erano altro che quelle persone che in tutti gli sconvolgimenti politici si approfittano e si gettano a capofitto per pescare nel torbido commettendo atti, nefandi, ingiusti, cattivi.
Il suo animo non dovette reggere a tale vista e si rifiutò di ringraziare il Signore per questi non giusti avvenimenti:
“[…]D.[on] Pietranto=/nio Carusone Arciprete di Cerchio,/e D.[in] Nicola Tuccieri Ca.[onico] Decano/in occasione della presa di Gaeta/e del giorno natalizio del nostro Re/Vittorio Emmanuele, si ricusarono/di cantare il Tedeum. Corse la/voce in Cerchio che lo stesso Caru=/sone spiegando l’Evangelo prorombesse in espressioni contrarie/all’attuale Regime, ma niuno/vi fu presente, tranne una volta/un sol testimone nella Messa del-/la Domenica delle Palme quan=/do predicando il Carusone, doleva=/si di un ricorso fattogli, e pregava/i filiani a raccomandarne ai San=/ti l’autore[…](2)
Don Pietr’Antonio dunque fuggì da Cerchio e riuscì a riparare nello stato pontificio dove contrasse malattia e morì:
“[…] fu, questi arciprete Curato della Chiesa ricetti zia numerata/del Comune di Alanno Diocesi di Penne Provincia di Teramo/dall’anno 1831 fino al 1848 e poi arciprete di Cerchio/In occasione della Mutazione di Governo del 1860/Compromesso per false delazioni, dovè fuggire da Cerchio/li 8 Aprile 1861. Si ricoverò in Roma ove contrasse malattia, e morì in Veroli il 28 Giugno 1862[…](3)
Grazie ad un voluminoso carteggio conservato nell’Archivio di Stato dell’Aquila, oggetto di questo lavoro, apprendiamo nel “ Rapporto degli arresti Fatti in/Pescina ed in Cerchio “(4) le notizie della fuga del Nostro che, nel succo, nella sostanza, sono simili con qualche coloritura popolare, come giusto che sia, al racconto tramandataci oralmente dalla sunnominata Grazia la quale ha erroneamente riportato, sicuramente a lei così fu tramandato, gli autori dell’episodio non furono i garibaldini, bensì i bersaglieri :
“[…] Bersaglieri. Avezzano li 7 Aprile 1861/Oggetto/Rapporto degli arresti fatti in/Pescina, ed in Cerchio/Al Signor Maggiore Comand.[an]te/la colonna Mobile della Marsica/Ieri mattina, in seguito ad ordine /di V.[ostra] S.[ignoria] mi recai in Pescina, ove giunsi/alle ore 7 ¼ Ant.[imeridian]e Gli individui che/doveva colà arrestare lasciarono/il paese e presero la via dei Monti/appena che si accorsero che la tratta/era diretta a Pescina. Verso le/11 pom.[eridiane] il Sindaco seppe positivamente/che una parte dei Fuggiaschi/stavano in Venere, piccolo villaggio/distante un ora da Pescina./Si combinò dinviare tre pattuglie,/per differenti vie affinchè an=/dassero ad arrestarli. Siccome/questa gente ha molta influenza/sul basso popolo, quindi molte/spie così quando le pattuglie/giunsero in Venere loro erano/partiti da pochissimi minuti. Furono/inseguiti battendo la medesima/loro strada, ma inutilmente./Le pattuglie nel far ritorno passarono/per S. Stefano, ove speravano di/trovare qualcuno. S’incontrarono/in uno, che appena visto dalle pattuglie tentò di Fuggire. Fu preso,/e mentre che due Bersaglieri/l’accompagnavano, offrì loro/un piastra, affinchè Fosse lasciato/in libertà. Siccome dal paese non/ho potuto avere positive informa zio=/ni sul suo conto, sebbene su voce/generale che appartiene ai così/detti Caffoni (5), ho pensato di condurlo/qui, tanto più che il suo procedere/da a credere che tema d’essere/scoperto. Costui si domanda a/Pasquale- Croce./Ieri sera verso le ore 10 an.[timeridiane] ho/Fatto arrestare il Sacerdote Don/Clementino Mostacci, il quale/Fu trovato in una osteria assai/preso del vino ed in comp=[agni]a di/persone non troppo oneste./Questa mane alle 2 ½ pom.[eridiane] partj/per Cerchio per arrestare il Parroco/di d[ett]o Paese. Ho Fatto circondare/la casa d’alcuni bersaglieri,/perché mi è stato detto che ha/un’uscita segreta, affinchè non/mi Fuggisse. Ciò fatto feci/battere più volte alla porta, e /siccome nessuno dava segno di/vita; ordinai ad un bersagliere/d’entrare nella casa da una Finestra/che apri forzatamente con colpi/di Carabina./In questo Fra tempo aprirono la/porta, domandai del Parroco, mi/risposero: che stava assente dal Paese/dalla sera prima. Domandai dove/era andato dissero: di non sapere./Insistei moltissimo verso queste/persone /tanto più perché parenti/del Parroco) prima colle buone/e finalmente colle più aspre/minaccie. Ma non riuscj a sapere/dove era il Parroco. Si sentirono/due fischi; i quali destarono/l’attenzione dei Bersaglieri che/stavano rivolti alla casa. Videro/il Prete Fuggire in comp=[agni]a dei/due cugini Pasquale Docero ( sicuramente il cognome è Tucceri n.d.r.),/e Cisedio Docero ( sicuramente il cognome è Tucceri n.d.r. ), ed un terzo./Lo Feci inseguire dai Bersaglieri/ai quali ordinai di Fare fuoco/ad esso se non s’arrendeva/all’intimazione d’arresto/Non volendo assolutamente/Fermarsi, gli spararono alcuni/colpi contro, ma ciò non valse/per deciderlo ad arrendersi perché/gettato il mantello continuò/a fuggire in Comp=[agni]a d’uno dei tre/cheaveva assieme, il quale pure//gettò via il Mantello. Non avvenne/però così dei d[ue] già nominati cugini,/i quali appena sentirono/Far fuoco, si fermarono, e furo/no arrestati e pure qui condotti./Ciò e quanto ho l’onore di/potergli dire sugli arresti/dei 4 individui che ho qui/condotti./P=[rim]o Tenente/( firma illeggibile n.d.r. ) “ (6)
Di questo personaggio abbiamo altre scarnissime notizie utili per meglio tratteggiare la sua forte personalità. Due documenti conservati presso l’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano ( ve ne sono altri che descrivono il suo forte impegno per le cose ecclesiastiche) ci rendono edotti che il Nostro sin da piccolo fu costretto, al momento non sappiamo i motivi, a girovagare. Lo ritroviamo infatti nel 1817 a frequentare la scuola primaria del Comune di Aielli dove ebbe come compagni di scuola Gaetano Maccallini ( 1806 -1881 ), futuro medico e consigliere provinciale ed il futuro canonico teologo non che storico Don Andrea Di Pietro (1806 -1874 ). In questa classe composta da 14 scolari di età variabile dai 4 ai 13 anni l’insegnante, l’ “Istitutore e Parroco” Felice De Meis (7) descriveva i primi cinque: Domenico Gualdieri, Gaetano Maccallini, Eusebio Jacobucci, Pietro Ant.[oni]o Carusoni e Andrea di Pietro: “ Questi sono di buon talento/e Ripromettono Riuscita se/frequentano la Scuola “ invece i rimanenti 9 così implacabilmente li descrive: “ Questi sono di Testa dura, e/niente Ripromettono “. Dei primi cinque uno veniva descritto di profitto mediocre e di poca considerazione gli altri 4 invece: Domenico Gualdieri di anni 12, Gaetano Maccallini di anni 11, Pietro Ant.[oni]o Carusone di anni 12 e Andrea di Pietro di anni 11 ognuno era di “ Profitto Molto” e “Da esser distinti” “ Merita da esser Considerato”.Il Nostro Don Pietr’Antonio in realtà viene descritto “ Profitto molto – Da esser distinto Si potrà considerare” (8). Dal 1831 fino al 1848, come abbiamo visto su, vive in Alanno dove svolgeva la sua missione pastorale in qualità di arciprete. Non sappiamo perché e quando spostò la sua residenza in Aielli, così, come pure, quando e perché emigrò in Alanno. Sappiamo con sicurezza che tornò a Cerchio nel 1848 e qui svolse l’attività di arciprete (9). Due anni dopo, il 10 Maggio 1850 il Nostro insieme al vescovo dei Marsi Monsignor Michelangelo Sorrentino ed agli altri parroci della Diocesi dei Marsi, allora in Pescina, firmò la petizione inviata al re delle Due Sicilie per l’abrogazione della Costituzione(10).
Durante la reazione filo borbonica del 1860 fu accusato dal sindaco Benedetto D’Amore, insieme ad altri 7 cittadini di Cerchio : il contadino Meogrossi Francesco, reo anche dell’omicidio di Raffaele Iafolla, il “foschista” D’Amore Paolo di Vincenzo, il proprietario Isidoro Continenza, il sacerdote Isidoro Cianciusi, il sacerdote Beniamino Pietroiusti, il proprietario nonché notaio Francesco Iacobacci ed il sacerdote Nicola Tucceri come “moventi” la reazione (11) e, il 31 Maggio 1861, alcuni furono riconosciuti rei, dal giudice del mandamento di Pescina Felice Faraone, delle imputazioni mosse nei loro riguardi:
“[…] Vittorio Emanuele II°-/per la grazia di Dio, e per volontà della Na-/zione Re d’Italia./Noi Felice Faraone R.[egi]o Giudice del Man-/damento di Pescina-/Visti gli atti N° 27 de’ misfatti di questo/esercizio a carico di Francesco Meogrossi, e/altri di Cerchio imputati di attentato, e co-/spirazione, che ha avuto per oggetto di di-/struggere, o cambiare il Governo; reati pre-/visti dagli art.[icol]i 123, e 140 N. pp./Attesocchè a carico de’ sol’imputati France-/scoa Meogrossi di Giuseppe, Paolo d’Amore/di Vincenzo, D.[on] Pietrantonio Carusone, e/D.[on] Nicola Tuccieri di Cerchio, si son rac-/colti sufficienti indizi di reità./Attesocchè il Meogrossi trovasi in carcere/per latro misfatto-(Mandiamo, ed ordiniamo a tutti gli A-/genti della Forza pubblica di assicu-//rare alla giustizia gl’imputati suddetti/e restringerli in carcere per rimanere/in luogo di deposito a disposizione/della Gran Corte criminale di Aquila./Ordiniamo al Custode di riceverli in/queste prigioni, e detenerveli fino/a novella disposizioni-/Dato in Pescina 31 Maggio 1861-/Il R[egi]o Giudice F.[elice] Faraone/F.[rancesco] Petroni Can[celliere][…]”(12)
Con sentenza della Gran Corte dell’Aquila del 4 Luglio 1861, infine, tutti, tranne Francesco Meogrossi, furono prosciolti dalle accuse:
“[…]VITTORIO EMMANUELE II./PER LA GRAZIA DI DIO E PER LA VOLONTA’ DELLA NAZIONE/RE D’ITALIA/La Gran Corte Criminale del 2. Abruzzo Ulteriore/Composta dai Signori D’Alessandria Presidente, Naldi e Ludovici/Giudici, con l’intervento del Signor Aquila giudice f[acente] f[unzione] da M.[inister]o P[ubblic]o/Veduti gli atti a carico di Francesco Meogrossi, Paolo di Vincen=/zo d’Amore, Isidoro Continenza, D.[on] Pietrantonio Carusone, D.[on] Isi=/doro Cianciusi, Beniamino Pietroiusti, Francesco Iacobacci,/e D.[on] Nicola Tuccieri tutti di Cerchio, imputati di discorsi e fatti/pubblici diretti a provocare gli abitanti del Regno d’Italia a distrug=/gere e cambiare il Governo, e di due giorni di attentato e cospirazione/tendente a cambiare il Governo./Veduta la requisitoria del P.[ubblico] M.[inistero] con la quale osservando che a carico de’/Suddetti non risultano indizi sufficienti di reità, ha chiesto conservarsi/gli atti in archivio, escarcerandosi Paolo di Vincenzo d’Amore e D.[on] Nicola/Tuccieri; e riserbando le sue Req.[uisitori]e in ogni stato di causa sul conto di/Francesco Meogrossi ora giudicabile per altro crimine-/Fatto in Aquila li 4 Luglio 1861/R. D’Alessandria/M. Naldi/Ludovici/de Canetto C[ancelliere]”(13)
In questi incartamenti apprendiamo anche la descrizione segnaletica del Nostro:
“[…] Filiazione di D.[on] Pietrantonio Carusoni del fu Vincenzo, nativo di Cerchio, dimo-/rante in Cerchio, di professione Arciprete./
Connotati
Anni 56 Statura alta
Occhi biancacci Naso giusto
Mento tondo Colore naturale
Barba ordinaria Capelli Canuti grigi
Marche apparenti nessuna[…]”.
Il Nostro, dulcis in fundo, dovette subire anche, da parte delle bande filo borboniche capitanate dal famoso reazionario Giacomo Giorgi (14), insieme ad altri proprietari di Cerchio quali furono don Antonio d’Amore e Don Giuseppe D’Amore Fracassi, un’estorsione di una soma di grano del valore di 34 lire.
Note
- Speciale protettore della famiglia Carusoni che sin dal 1849 aveva tributato, a S. Antonio di Padova, uno speciale culto tanto da acquistarne la statua per portarla solennemente in processione: ancora oggi dagli eredi Carusoni viene portata in processione il giorno a lui dedicato: il 13 Giugno. A tutti gli intervenuti, quale simbolo di amore, viene donata una speciale panetta benedetta . La statua è collocata in una nicchia posta dentro l’antica chiesa di S. Bartolomeo Apostolo( volgarmente detta chiesa di S. Antonio ) in Cerchio. Qui, nel 1959, è stata collocata la seguente epigrafe: “ MEMORIA/GIUSEPPE E SAC.[ERDOTE] PIETRANTONIO CARUSONI/CHE DAL 1849, OFFRENDOLE AL CULTO DEI/DEVOTI INIZIARONO SOLENNE TRIBUTO DI FEDE A/S. ANTONIO DI PADOVA/GLI EREDI DEFUNTI PERPETUARONO./ROSA DOMENICA E ANGELO FEDELI ALLA/TRADIZIONE RINNOVANO OGNI ANNO/SOLENNI ONORANZE AL/SANTO DEI MIRACOLI/A PERENNE RICORDO POSE/ROSA CARUSONI/13.6.1959 “.
- ASA, Gran Corte Criminale, III serie, b. 294.
- “ Libro dello Stato delle Anime della T[er]ra di Cerchio incominciato nel dì 10 del Mese di Decembre dell’anno Milleottocento due 1802 “, fuoco 78. Archivio Parrocchiale di Cerchio ( ora in Archivio della Diocesi dei Marsi,Avezzano ). Tale annotazione è stata scritta, ovviamente da altra mano, molto probabilmente dall’arciprete Don Beniamino Pietroiusti ( 1818 – 1908 ) anche lui indagato, come altri di Cerchio, e apparentato al Nostro in quanto i loro rispettivi nipoti Francesco Carusoni ed Eusebia Pietroiusti si uniranno in matrimonio. Lo scrittore-poeta Luigi Santroni, pronipote del Nostro, pubblicò, nel 1984, per i tipi della Casa Editrice Ponte Nuovo Editrice Bologna, un romanzo storico interamente dedicato a Don Pietrantonio Carusoni dal suggestivo titolo “ Fuoco 78”.
- ASA, Gran Corte Criminale, III serie b. 294.
- E’ la prima volta che in un documento ufficiale viene riportato l’epiteto “cafone” tanto usato e difeso dal nostro conterraneo scrittore Ignazio Silone. Epiteto ancora oggi usato per descrivere una persona ignorante .
- ASA, Gran Corte Criminale, III serie, b. 294
- Felice de Meis nacque a Pescina nel 1738 e morì in Aeilli, dove fu inviato dalla curia vescovile dei Marsi a svolgere l’attività sacerdotale di preposto, all’età di 85 anni, il 23 ottobre 1823. Era iscritto, in qualità di “ Predicatore a favore de’ Carbonari ”, nella vendita del comune di Aielli denominata “ Figlie de’ Liberi Marsi” di cui era “ Gran Maestro antico. Tenente de’ Legionarj” Valerio Berardi cuginlo di Enrico Berardi. Amiconi F. :” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- “ Stato Semestrile della Scuola del Comune di Ajelli da Gennaro a tutto Giugno del 1817./Parrocchia della S[antis]S[i]ma Trinità- Istitutore Felice de Meis Prevosto Curato- Locale, Casa detta del Cemeterio della Chiesa Attinente a Parochi Forastieri- Ajelli 29 Giug.[n]o 1817/Felice de Meis Istitutore, e Parr.[oc]o!- Archivio Diocesi dei Marsi Avezzano, D-6, fasc. n.n.
- Stato della Anime del 1802, Fuoco 78- Archivio Diocesi dei Marsi Avezzano. Vedi Amiconi F.: Pietr’Antonio Carusoni”, Marsica Domani, n. 7/93-30.9.1993.
- Jetti G.:” Fucino massoni e preti ”, Nuova Stampa, Avellino, 1983, p.21. Con Pietrantonio Carusoni firmarono anche gli altri sacerdoti facenti parte del capitolo e clero della regia chiesa parrocchiale di Cerchio : canonici Erasmo d’Amore (decano), Gio:[van]pietro Continenza, Brizio Ciaglia, Domenico Iacobacci, Nicola Ciotti, Nicola Tuccieri, Isidoro Cianciusi (economo curato), Nicolantonio d’Amore, Emidio Cipriani.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi III serie, b. 294.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294.
- Giacomo Giorgi, nato a Tagliacozzo il 26 Luglio 1805.
GEREMIA D’AMORE FRACASSI
(1809-1897)
L’11 Agosto 1809, nasceva a Cerchio, da Venanzio e da Rachele Fracassi, Francesco Saverio Geremiad’Amore Fracassi. Di questo personaggio abbiamo varie notizie sparse che comunque riescono a farci capire il suo forte attaccamento, prima, al re delle Due Sicilie non a caso era, insieme ad un altro personaggio cerchiese che al momento non sappiamo chi fosse, Guardia d’onore del re come chiaramente si evince dalle varie deliberazioni del Decurionato del Comune di Cerchio (1838-1851 ) e poi alla nuova casa regnante dei Savoia (1):
“[…]Signori Decurioni (23 Dicembre 1847 n.d.r. ) nella lettura che io vi fo dare per mezzo del Segretario tanto nel ricorso che del/provvedimento descritto in margine voi conoscete che mai per volontà de’ miseri ma per intrigo/si è voluta tacciare la nostra amministrazione di oscitanza irreligiosa per le disgrazie amare/avvenute. Voi conoscete che non appena verificatosi il disastro in presenza vostra mi diressi/con supplica commovente direttamente al nostro Sovrano (D.[io] G.[uardi]), insistei alla vostra presenza/di spedire direttamente in Napoli le dueGuardie d’onore del nostro Comune, non ci riuscì/e voi ne conoscete il perché[…]”
“[…]L’Anno 1849 il dì 15 Lug.[li]o in Cerchio/Riunito il Decurionato il Decurione D. Geremia d’Amore/Fracassi propone qual presi.[dent]e del Decurionato/Essendoci Noi qui sottoscritti D[ecurio]ni riuniti in foza dell’invito in ischi=/to fattoci dal Sind.(ac)o che presendandoci or ora ci ha fatto osservare/un numerat’uff.[ici]o del Sig.[no]r Sotto Intend.[ent]e del Dist.[rett]o di Avezzano/ ordi-/nante al Sid.[ac]o medesimo lo invio in quel Capo luodo di una quanti-/tà di foraggio pel mantenimento de Cavalli delle R.[eali] Truppe/ivi esistenti avendo noi opinato di formare una deputaz.[ion]e/con l’incarico di Verificare la quantità di foraggio che ciascun/ prop.[rietari]o nel nostro com[un]e potrà somministrare e di redigerne/un imparziale notamento per indi farne la debita requisi-/z.[ion]e d’allorchè si è cominciato ( è stato cancellato n.d.r. ) e nell’incominciare a redigersi tale ( è scritto sopra n.d.r. ) annotam.[ent]o de/prop.[rietari] ( è stato cancellato n.d.r. ) col Descriversi il Padre di esso Sind[ac]o come maggiore Pos-/sidente di fieno ed unico possessore di paglia esubberata/alla passata stagione avete visto levato in piedi Senza motivo ( è scritto sopra n.d.r. ) lo stesso/ Sind.[ac]o eruttando che l’incaricato che ( è stato cancellato n.d.r. ) era lui, che Lui ( è scritto sopra n.d.r. ) aveva/forbici e panno in mano, ed abbandonandoci minaccioso an-/darsene via; posto ciò io son di avviso di non sciogliere/la presente seduta decurionale, proseguire la nostra/incominciata operaz.[ion]e per accorrere senza ritardo alcuno/alla/necassari sovvenz.[ion]e pel mantenimento dei Cavalli dell’/adorato nostro Sovrano che Iddio sempre feliciti, eper lo qua-/le dobbiamo essere pronti a sacrificare il nostro avere e la/vita med.[esim]a./Il Decurionato senz’arrestarsi a qualunque siano le per=/verse mire del Sind.[ac]o le quali tendono unicam.[ent]e a vendet-/te particolari= Considerato l’obbligo che di chiama/ a sviscerarsi per servire l’Adorato Nosro Sovrano che/Iddio feliciti./Considerando che il Sid.[ac]o diretto da D.[on] Lorenzo d’Amo-/reSuo Padre cerca ingiustam.[ent]e calpestare l’intiero decurio-/nato col renderlo colpevole di ogni menomo ritardo per l’a-/adempimento in parola, e nel ( è stato cancellato n.d.r. ) mentre il Sind.o ( è stato cancellato n.d.r. ) Eglilo ( è scritto sopra n.d.r. ) istesso per pri-/vato interesse ( è stato cancellato n.d.r. ), né stà tergiversando l’esecuzione, e si occupa in-/vece a tutto potere come scolorire l’attaccamento del Decuriona-/to, e la innata devoz.[ion]e che questo professa al Rè Nostro/Sig.[nor]e in unione dell’intera popolaz.[ion]e che in ogni rincon-/tro si è sempre contro distinta./All’unanimità quindi ( è scritto sopra n.d.r. ) il med.[esim]o Decurionato delibera che ( è stato cancellato n.d.r. )/redigersi una nota dei prop.[rietar]i possessori di fieno, e di spe-/dirsi loro con appositi biglietti la requisiz.(ion)e a nome di que-/sto corpo Decurionale, e rimettersi pel canale del provi-/sorio presid.[ent]e l’annotamento de’ prop[rietar]i requisiti al Sig.[nor]r/Sotto Int.[eden]e del Distr.[rett]o, cui sarà noto la volontà decisa dai/Decurioni di rinunciare alla carica, e la protesta di non/più sentire inviti Decurionali sotto l’esercizio dell’attuale/Sindaco predominato dal suo Padre, il quale con la sua/prepotenza vol’esiggere che ogni cosa venghi fatta a suo/modo/In fine Il Decurionato intero prega il Sig.[no]r Sotto Int.[eden]e/fare a nome suo, e dell’intera popolaz.[ion]e rimostranza ( è stato cancellato n.d.r.)/ a cotesto ( è stato cancellato n.d.r.) quel ( è scritto sopra n.d.r. ) Sig.[no]r Generale rimostranze di attaccamen-/to,fedeltà, ed obbedienza al Rè Nostro Signore ( D.[io] G.[uardi])/ed a chi lo rappresenta= La presente Seduta si continuerà=/
Il Decurione Presid.[ent]e
Geremia d’Amore Fracassi
I Decurioni
Francesco Iacobacci
Pietro Costanzi
Salvatore d’Amore
Giovanni Colantonio
Raffaele Macchiusi
Angelo Carusoni Segret.[ari]o
L’anno 1849 il dì 16 Lug.(li)o in Cerchio./In continuaz.[ion]e della seduta decurionale di jeri il Decurione D.[on] Gere/mia d’Amore Fracassi proprone/Sig.[nor]i/Ieri incomiciammo l’operaz.[ion]e dell’annotamento de migliori prop.[rietar]i che/potevano più prestan.[tement]e portare in Avezzano Una quantità di foraggio per/quella cavalleria Reale, oggi mi preme che la sua nostra operaz.[ion]e prosie-/gui, ed ognuno s’impegni con zelo ed alacrità ricordare ai manchevoli no-/tificati jeri onde uniti a quelli che saranno oggi requisiti accorrino/con quella quantità loro Segnata in quel Capo luogo di distretto onde/non manchi a quelle Reali Milizie quel poco che questa nostra/povera popolaz.[ion]e può con tutto cuore contribuire./Il Decurionato che fin da jeri incominciò a giojure nel doversi occupare/ ad un servizio riguardante il Rè Nostro Sig.[nor]e e le Reali Truppe con/tutto zelo ed impegno proseguendo l’operaz.[ion]e jeri incominciata ad u-/nanimità forma la finale nota che annettendola a quest’a Delibera-/z.[ion]e al quale farà conoscere col suo rapporto, che questo Decurionato/Da ultimo l’intero decurionato torna a pregare ( è stato cancellato n.d.r.) per/dimostrare quale sia l’impegno nel sovvenire ( è stato cancellato n.d.r. ) procurare il vantag-/gio di questo Com.[un]e, e quale l’amore nel impiegarsi nel servizio di cose ri-/guardanti il Rè nostro Sig.(nor)e hà oggi voluto finalizzare l’operaz.[ion]e di/un comando Sup.[erior]e, e che con più amore lo proseguirà qualora venghi ad/esso dal Sig.[no]r Sotto o da altro direttamente ordinato,e che intanto/persista nell’idee manifestate con la deliberaz.[ion]e di jeri, e con l’atto di ri-/nuncia[zion]e rincesso a solo fine di non incontrare compromissioni per intrico./In fine lo stesso Decurionato rinnova al Sig.[no]r Sotto Int.[eden]e/le sud[ett]e preghiere perché facci giungere in nome suo e dell’intiera/popolaz.[ion]e quei sentimenti di sudditanza, fedeltà, ed obbedienza al Rè/Nostro Sig.[nor]e/
Il Decurione Anziano Presid.[dent]e della Decuria
Geremia d’Amore Fracassi
I Decurioni
Francesco Iacobacci
Salvatore d’Amore
Pietro Costanzi[…]
Nella Seduta de’ 12 Gen.[nar]o 1850, Straordinaria-/Signori/Solleciti, unanime, sento gridare ovunque io volga/l’orecchio: E perché? Perché le n[ost]re preci le n[ost]re Suppli-/che giuncano a piè del Trono del n[ost]ro Padre del n[ost]ro Re/onde ci ritolga dai pericoli gravis.[sim]i tra quali siamo/Stati sinora gittati; e voi ricorderete certamente che/dal 27 Gen[nar]o 1848 la Religione, l’onore, ibeni, la vita/mai sono stati sicuri perle perverse mire di coloro/che l’ordine sociale cercavano distruggere abbusando/del nome costituzione. E potremo render omaggi a/questo nome che sinora ci à negato soccorso, pietà/giustizia? Credo che no. Anzi son certo che con me/con la popolazione con Regno intero griderete/pur voi si abbolisca, si abbolisca./Facciamo dunque che gli ultimi noi non siamo/a far giungere a pie del Trono dell’augusto N[ost]ro/Rè Ferdinando 2° le grida supplichevoli che da/per ogni dove volgendo il piede tendendo l’orecchio si/odono e dimandano si tolga e metta nel nulla lo Sta-/tuto Costituzionale del 10 Feb.[brar]o 1848; che i sudditi non/amano che riavere il loro legittimo ed assoluto Re Ferdi/nando 2°, che il reggime torni assoluto nelle mani/di chi non da Re ma da pietosis.[sim]o ed amorevolis.[om]o padre/a sempre trattato o suoi Sudditi./Ed oh! quanta gioja in me già sento per la Sicu-/rezza che le Signorie loro accogliendo con alacri/tà questo mio proggetto si setniran chiamati da/un sacro dovere a ripetere quelle parole che/su labro fiorisconoa quanti sono gli abbitanti/ del regno, che con desiderio universale, con/una voce sola àn implorato ed implorano una/tanto sospirata grazia Sovrana./Il Decurionato per parte ancora dell’intera popolazio-/ne che per i Secoli passati sempre devota alla Reale/dinastia Regnante, in particolar modo[…]nell’amare il loro assoluto Re nella Sacra ( è scritto sopra n.d.r. ) del’im-/pareggiabile Ferdinando 2°, non puà gioire, nel/ricevere un si sacro invito nel sentire una tanto/nobile, inapprezzabile interessante proposta. Che facendo perciò plauso alle graziose suplliche del/Clero, delle autorità degli abbitanti di ogni/ceto e Classe non può fare a meno di associare/i suoi sentimenti./Se ricordanze tristi si leggono nelle istorie, non/uguagliano certo le critiche vicende dal 10 feb.[brar]o/1848 in poi, le quali senza che si descrivono ognu-/nole à pel timore incancellabili scolpite nel petto, vi-/cende che per l’opra di pochi faziosi esaltati àn tenu=/to aggitato lo spirito del padre e del figlio, dello sposo/e della sposa, del giovane e del vecchio, della vergine/e della vedova facendo prevedere tristis.(sim)o futuro/ma or che tali preveggenze mercè l’instancabile zelo,/coraggio e inalterabile costanza del n[ost]ro Re Ferd.[inand]o 2°/ son riuscite vane, per lo che ogni core dal seno/balza, or che la pace par che siasi riacquistata,/or che la causa si è decisa pel giusto, vorremo/noi seguitare a ritenere tra i n[ost]ri vocaboli/ancor quello di costituzione? No, si cancelli in ogni/dove simil parola, e fiorisca invece sul labro d’o-/gnuno un’eviva al n[ost]ro Re legittimo ed assolu-/to Ferdinando 2° a cui ben si addice l’assoluto/reggime, perché non come Re, ma qual padre/il più amoroso il più pietoso tratta i suoi/abbenche conoscenti sudditi./Accettate perciò o Sire, questi n[ost]ri innati sen-/timenti, accoglieli a pie’ del n[ost]ro Augusto Trono le/n[ost]re suppliche ed aggraziateci, perche non altri-/menti potrete far contenti, non solo noi e questa/popolazione, ma il Regno tutto; gittati un velo sul/passato ed aggraziateci e sarà quest’atto sempre/mai memorabile, sarà dalle Storie Copiato a memo-/ria dei posteri enon portanno questi non dire/beati coloro che ebbero un si clemente Re; e sa-/rà a Noi presenti oggetto di continua preghiera/a Dio perche felicit un tanto n[ost]ro benevole So-/vrano, ed accresca ad esso alla sua augusta con-/sorte ed all’intera sua Reale famiglia imme-/morabile anni di salute./Si è tanto deliberato e firmato
Il Sindaco/ (sic)/I Decurioni/Geremia d’Amore Fracassi/Francesco Iacobacci/Silvestro d’amore/Raffaele Macchiusi/Emidio Ciofani/Francesco Tuccieri Cimini/Pietro Costanzi/Angelo Carusoni Segre[tario] “
“[…]18 novembre(1856)[…]Si è spedito Giuseppe della Pecorara in Goriano valli per mandare a prendere taluni oggetti/di Guardia d’Onore che servono a Geremia [d’Amore Fracassi n.d.r.] per la visita in Avezzano[…]21 Novembre D.[on]Pepppino Sardi di Solmona incaricato a fare la visita delle Guardie/ d’Onore in Avezzano, perché invitato da Noi, e per conseguenza nella supposizione che/possa passar per qui, si è preso del bel pesce a Lochitto, per il quale si è speso 000.38/Per mano di Annamaria si son fatte trovar le Ova 000.20/11 Novembre[…]Per la venuta di D.[on] Peppino Sardi si è preso dalla Signora a Luchitto un altro poco di pesce 000.15/Per vincenzo di Mastropietro si è mandato a prendere una libra di Alici alla pizzicheria 000.14/Per una libra di Cardarelle Secche 00.20/[…]23 Novembre partito D.[on] Peppino Sardi per Avezzano, in unione di D.[on] Geremia [d’Amore Fracassi n.d.r.], si è/pensato per la Cena da far ritrovare, e per conseguenza si è spedito ad Ajelli per gl’Ovi/servibili per la pizza rustica, Sartù, e fritto 000:30/Per mano della Pennese si sono presi de’ pescetti di mucchio ad una donna di S. Benedetto 000.15/[…] 25 Novembre[…]D.[on] Geremia [d’Amore Fracassi n.d.r.] per l’andata in Avezzano in occasione della rivista delle Guardie d’Onore ha speso Carlini Sette[…]17 Marzo (1857) per mezzo di Francesco dell’Orto andato in S. Benedetto si è comprata una/decina di tinghe in libre Venti, per mandarle in Solmona a D.[on] Peppino Sardi./Giuseppe della Pecorara è stato spedito in Solmona per riprendere talune commissioni/Colà, quanto per portare il pesce a D.[on] Peppino Sardi, con il tasco di Gaurdia d’Onore di D.[on]/Geremia [d’Amore Fracassi n.d.r.], con le Spalline, e Fiocchi che debbono raccomodarsi a norma dell’ultimo/Modello, e per istrada si sono dati allo stesso Giuseppe Carlini quattro[…]10 Maggio (1857 n.d.r.) Per lettera di D.[on] Giuseppe Sardi di Solmona sono stati pagati a D.[on] Geremia[d’Amore Fracassi n.d.a.] docati/dodici per l’accomo degl’Oggetti da Gruardia d’Onore, come scaccò, spalline, lacci e/pima[…]17 Maggio (1857 n.d.r.) Si è spedito Custode di Natale a Scanno, con lettera di D.[on] Benedetto [d’Amore n.d.r.], per/chiamare il Fabbricatore Mastro Pasquale/Piscitelli; e da Scanno deve passare per Solmona, onde riprendere la Scattola/contenente gl’oggetti di Guardia d’Onore, che D.[on] Giuseppe Sardi manda a D.[on]/Geremia [d’Amore Fracassi n.d.r.], e per le Spese di viaggio sono stati dati allo stesso Custode Carlini Otto[…]”
Fu anche presidente della Congregazione della Carità di Cerchio:
“[…] L’anno 1866 il di 2 9[novem]bre nel Comune di Cerchio./Riunitasi la Congregazione di Carità nella Solita Sala delle/Adunanze composta dal Presidente Sig. d’Amore Fra=/cassi Geremia, e dei membri Sig.ri Cipriani Emidio,/Continenza Alfonzo, Amore Achille, e Cimini Francesco/Il Presidente ha fatta la seguente proposto/In Esultanza del prossimo lieto giorno 4 9[novem]bre, in cui/Al Regno d’Italia Si vedranno annesse le provin-/cie della bella Gioja di Venezia, e Mantova; ed in/Attesto del gaudio universale in cui una Sarà/La parola che ripeteranno le popolazioni tutte/L’Italia è fatta, si conviene che a carico di ques=/te opere pie si assegni una dotazione a benefi=/cio di una Zitella povera del Comune, che verrà/designata da analogo sorteggio; quindi S’invita/la Congregazione a deliberare l’occorrente./ La Congrgazione/Intesa la Soprascritta proposta= Considerato che le/Opere Pie di questo comune ben volentieri/Debbono dare il suo attestato per avvenimento/Di Lieto, che indelebile rimarrà nella Storia/del risorgimento Italiano/ Delibera/Accordarsi a beneficio di una Zitella povera/di questo Comune una dote di Lire ottantacinque/Tutte le Zitelle povere saranno allistate a cura/della Giunta Municipale, che all’oggetto rima-/ne incaricata per l’esecuzione del Sorteggio./Tale Spesa Sarà desunta dall’Art.° (sic) delle elemosine/Sul Bilancio del Corrente esercizio./Letto Si è confermato e Sottoscritto/Il Presidente la Carità/G[eremia] d’Amore Fracassi/I Membri/Emidio Cipriani/Anfonso Continenza/Achille d’A[mo]re/Fran[cesco] Cimini/Pel Segretario Impedito/il Se[gretari]o Comunale/A[ntonio] Cimini[…]” (2).
Come chiaramente si evince, “ Il Gattopardo” docet, si adegua, con tutta la sua famiglia, al nuovo regno sabaudo infatti, suo fratello Giuseppe (vedi), da come già abbiano accennato, svolse l’attività di sindaco del Comune di Cerchio dal 1861 al 1872, data della sua morte.
Il Nostro morì a Cerchio il 18 Novembre 1897 (3) e, alcuni anni prima, il 17 Gennaio 1889 scrisse un testamento olografo attraverso il quale nominava e costituiva suo erede universale e particolare il nipote Antonio d’Amore Fracassi :
“ Col presente testamento olografo da me scritto, data=/to, e sottoscritto, nomino, e costituisco mio erede uni=versale, e particolare il mio diletto nipote Antonio(4) fi=/glio del fu mio fratello Giuseppe./Lego a mio nipote Venanzio(5), altro figlio del fu mio/fratello Giuseppe, la quarta parte dei beni miei/rustici in usufrutto sua vita naturale durante, do=/po la sua morte l’usufrutto si riunirà con la pro=/prietà a mio nipote Antonio. Voglio che Anto=/nio abbia la facoltà di assegnare la detta quar=/ta parte da avere Venanzio la giusta quantità del=/l’usufrutto./Lego a mia cognata D.[onn]a Angiola Maria la quarta/parte dei miei beni rustici in usufrutto sua vita natu=/rale durante, dopo la sua morte l’usufrutto si riunirà/con la proprietà a mio nipote Antonio. Voglio che An=/tonio abbia la facoltà di assegnare la detta quarta/parte da avere la suindicata D.[onn]a Angiola Maria/la giusta quantità dello usufrutto./Lego a ciascuna delle mie dilette nipoti, Rachele,/Teresina, ed Annina la somma di Lire ottomila,/che sarà ad ognuna di loro sborsata dal mio ere=/de sunnominato; in mancanza del contante dare/i beni rustici in apprezzo./Raccomando al mio erede, ed ai usufruttuarii di/mantenere il lustro, ed il decoro della famiglia, come/in passato./Annullo ogni altro testamento precedente./Impongo al mio erede di farmi i funerali conve=/nienti alla posizione civile, non che di farmi cele=/brare a piacimento suo le Messe piane in ogni/anno per pietà, e ricordo dell’anima mia./E’ questa l’ultima mia volontà./Cerchio 17 Gennaio 1889/Geremia d’Amore Fracassi “.
NOTE
- Archivio Comunale di Cerchio.
- Amiconi F. : “ Gli atti deliberativi della Congregazione di Carità di Cerchio (AQ) 1863-1877”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 69, Anno IX, 2006.
- Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.”
- Antonio Maria Luigi d’Amore Fracassi nato a Cerchio il 29 Febbario 1864 da Giuseppe e Maria Angela dei Baroni Pietropaoli di Goriano Valli. Morì a Roma il 1 Marzo 1932. Fu valente entomologo, botanico, zoologo, ingegnere agronomo, farmacista nonché fotografo( grazie alle sue “inquadrature” noi oggi possiamo ammirare le foto di Cerchio agli inizi del XX secolo). La sua collezione, ormai andata perduta, di farfalle, coleotteri ed insetti fu considerata una delle collezioni private più importanti dell’Europa d’allora. Amiconi F. : “ Antonio d’Amore Fracassi ( 1864-1932)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 91, Anno XI, 2008.
- Venanzio d’Amore Fracassi, nato a Cerchio, da Giuseppe e Maria Angela dei Baroni Pietropaoli di Goriano Valli, il 8 Marzo 1856 morì, ultimo rampollo della potentissima famglia cerhiesi dei d’Amore Fracassi, il 9 Agosto 1940. Il Nostro fu uno dei maggiori possidenti di Cerchio, dottore in legge e sindaco di Cerchio per ben 35 anni: dal 1879 al 1913 e dal 1920 al 1921. Fu nominato Cavalier dei SS. Maurizio e Lazzaro ed anche Cavalier Ufficiale della Corona d’Italia. Amiconi F.: “ Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio e Giovanni Feneziani”, Centro Stampa Graphitype, Raiano, 2003.
- Archivio privato. Ho in fotocopia tale atto.
GIUSEPPE D’AMORE FRACASSI
( 1815-1872 )
Il 10 Ottobre 1815 nasceva a Cerchio da Venanzio e da Rachele Fracassi, Giuseppe Antonio d’Amore Fracassi: l’ultimogenito di 8 figli.
Nel 1848 fu eletto alla carica di Comandante la Guardia Nazionale di Cerchio.(1)
Il 30 Aprile 1855 si unisce in matrimonio con la ventitreenne Angela Maria dei Baroni Pietropaoli di Goriano Valli: era nata infatti, l’ 11 Aprile 1832( morirà a Cerchio il 3 Gennaio 1915 ).
Fu eletto sindaco dal 1861 al 1865 e dal 1869 al 6 Agosto 1872: data della sua improvvisa morte.
Durante la reazione filoborbonica del 1860 fu accusato dal sindaco di Cerchio, don Benedetto d’Amore ( 1897 -1898 ) come “ sospettomovente”, assieme ai suoi fratelli Geremia ( 1809 -1897 ) e Pasquale ( 1803 -1880 ) ed altri cittadini di Cerchio(2) dalle quali accuse tutti, poi, furono scagionati:
“[…] 5 Giugno ( 1861 n.d.r. )/D.[on] Benedetto d’Amore, nella qualità di Sindaco, avendo accusati Noi tutti, in/ Unione di D.[on] Antonio d’Amore e con tutti gli altri proprietarj di Cerchio, si è/istruito il corrispondente processo dal Giudice di Pescina, e rimesso alla Gran Corte/Criminale. Quindi nel fine di farsi osservare il detto processo, onde basare la necessaria/difesa si è scritto di proposito a D.[on] Giustino Mariani, e si è spedito in Aquila Giuseppe la/Pecorara; e perché questi deve sicuramente trattenersi diversi giorni, per dar comodo a D.[on]/Giustino di osservare, parlare, e risolvere l’occorrente, così, gli si è data una piastra per far/ fronte a tutte le spese di permanenza 1.20[…]16 Giugno ( 1861 n.d.r. )[…]Essendo in arresto D.[on] Niccola Tuccieri, è venuta a dire la messa D.[on] Niccola Ciotti[…]17Giugno ( 1861 n.d.r.)/Con Geremia, e D.[on] Antonio d’Amore, siamo andati in Avezzano con le rispettive/Carozze, per difenderci dalle accuse Calunniose con cui siamostati processati per/rapporto del Sindaco Benedetto d’Amore[…]18 Giugno ( 1861 n.d.r. )[…]Essendosi tornato a spedire in Aquila presso D.[on] Giustino Mariani, onde osservare la difesa/che ci conviene presso la Gran Corte Criminale per la processura di Cerchio, in cui/siamo anche Noi annoverati dal Sindaco, cosi per mano di D.[on] Geremia si son dati dodici/Carlini a Giuseppe la Pecorara, nel fine di potersi colà trattenere per tutto quel tempo che/sia necessario a formare il comodo di D.[on] Giustino che tutto deve Osservare 1.20[…]20 Giugno ( 1861 n.d.r. ) […]Essendo stato arrestato D.[on] Niccola Tuccieri, è qui venuta la Nipote Maria Francesca/a nome di suo Zio, chiedendo il pagamento delle Messe applicate nel corso del 1860/dallo stesso D.[on] Niccola nella qualità di Cappellano di Famiglia, in docati Ventiquattro/per sollecitare la causa del Zio, come ha detto la stessa Maria Francesca 24.00[…]4 Luglio (1861 n.d.r. )/Per favore di essere avvertiti per tutto l’occorrente intorno alla Nostra processura/di tutti Noi, e di D.[on] Antonio d’Amore procacciata con rapporto del Sindaco, si sono/regalati docati diciotto, de’ quali per noi 9.00[…]”(3)
Dalla testimonianza del proprietario Lorenzo Ciofani del fu Nicola, di anni 64 tra le altre cose apprendiamo:
“[…]D.[on]/Giuseppe d’Amore [Fracassi n.d.r.] nel 1848 fu Capi-/tano della Guardia nazionale, e nel passa-/to Governo non fu prescelto ad alcuna/carica, come anche i fratelli D.[on] Pasquale,/e D.[on] Geremia, anzi si diceva, che/fossero sorvegliati dalla Polizia[…]” (4)
A noi costa però, almeno per quanto riguarda don Geremia che questi era stato eletto alla onorifica carica di Guardia d’onore del re ( vedi in questo lavoro).
Geremia d’Amore Fracassi era attaccatissimo al trono borbonico come chiaramente si evince da alcune deliberazioni del Decurionato del Comune di Cerchio ( vedi in questo lavoro ).
L’8 Ottobre 1860, Giuseppe d’Amore Fracassi, dovette subire, da parte di una banda armata al comando del reazionario Giacomo Giorgi (5), un’estorsione insieme al proprietario Antonio d’Amore ed all’arciprete Don Pietrantonio Carusoni:
“[…]Di tre estorsioni di D.[ucat]j 1000 di un caval-/lo del valore di D[ucat]j 60 e di quattro some di gra-/no del valore di D.[ucat]j 32 pari a Lire 4640:88/a danno del Sig. Antonio D’Amore (6), un’altra di/D.[ucat]j 100 e tre some di grano del valore di D[ucat]j/24 pari a Lire 536.99 a danno di Giu-/seppe D’Amore[Fracassi n.d.a.] e/di una soma di grano del valore di D[ucat]j 8 pari a Lire 34 a danno dell’Arciprete Pietrantonio/Carusoni[…](17)
Dal libro di Esito della Famiglia d’Amore Fracassi, conservato nell’Archivio Storico del comune di Cerchio, apprendiamo i particolari più dettagliati di quell’estorsione che secondo quando afferma l’estensore di tali puntuali registrazioni, Giuseppe d’Amore Fracassi ( è la medesima persona che è stata protagonista di tale episodio ) è avvenuto il 29 Ottobre 1860:
“[…] 29 Ottobre ( 1860 n.d.r. )[…]Sorpresi, ed arrestati da Giacomo Giorgio nella qualità di Sottintendente di/Avezzano, accompagnato da un’Uffiziale di Gendarmeria a Cavallo, alla testa di trenta/ Gendarmi di Cavalleria, ed obbligati, con minacce, ed Arresto a cacciar danaro per/imprestito necessario al mantenimento delle Reali Truppe, si sono sborzati docati Cento/in danaro, con l’obbligo di dover dare pure Sei Salme di grano, delle quali Salme tre si/sono mandate oggi in Avezzano, per mezzo di Francesco del Massaro, e del Mulattiere/Gio:[van]Felice Santarelli, e le rimanenti tre Salme si manderanno domani 100.00/Per tornar con maggior comodo in Avezzano tanto il Sottintendente, che l’Uffiziale/di Gendarmeria, si han portata la Nostra Carozza[…]”(8).
Nel Museo Civico di Cerchio è collocato un calice d’argento recante la seguente scritta : “ Donato da Don Giuseppe d’Amore Fracassi a devozione della Vergine Santissima delle Grazie “. Il prezioso reperto è stato donato al Nostro Museo nell’anno 2000 dagli eredi di donna Concetta Sabatini: Elena Ortu De Blasio, Vincenzo Gualtieri e Titti Gualtieri ( eredi a loro volta di Giuseppe d’Amore Fracassi: donna Concetta Sabatini era la nipote del menzionato Giuseppe d’Amore Fracassi in quanto la madre, Teresa Maria Colomba d’Amore Fracassi [ 17.6.1860 – 27.12.1915 ] coniugata con il medico Vincenzo Sabatini [ 1852 – 1942 ], era la figlia del Nostro Giuseppe). Il calice è riccamente decorato con 3 coppie di putti e grappoli d’uva e foglie di vite alla coppa e, altre 3 coppie di putti con altri disegni alla base. Alla base del calice vi è anche l’immagine, ad alto rilievo, della Madonna delle Grazie in “ atto di dispensar grazie”. Misura in altezza cm. 29. Sicuramente questo speciale ex voto fu donato alla protettrice di Cerchio in seguito al portentoso miracolo operato in favore della moglie di Giuseppe: Angela Maria de Baroni Pietropaoli ( 11.4.1832 -3.1.1915 ) avvenuto il 16 Marzo 1866:
“[…] Nella Famiglia d’Amore Fracassi del Comune/di Cerchio sul finir del 1865, e principio del/1866 osservavasi un quasi bersaglio di Malattie/che indistintamente ne colpiva tutt’i componenti/e nel bersaglio stesso specialmente scorgevasi un/portentoso soccorso di mano invisibile, che con-/stantemente poneva termine alle angoscie, fre-/nava il duolo, e tosto convertiva le lacrime di/amarezza, in quelle di gioja, come che la pro-/videnza volesse richiamarla allo esperimento/della divina rassegnazione-/In questo dispiacevole stato, addivenuta incinta/la Signora Angelomaria Pietro Paoli, moglie del/Signor Giuseppe d’Amore Fracassi fù spettatri-/ce pietosa di seria infermità che travagliava/il proprio marito, il quale entrato appena in/convalescenza, si vide malato il figlio primoge-/nito per nome Venanzino con castrica reoma-/stico, complicanza di esantema scarlattinoso/che nello stadio del secondo settenario entrava//in singolare convalescenza; quando per effetto di/esantema riconcentrato, recidiava aspramente con/dolore puntorio, ed infiammazione della pleure/destra./Fù allora il duro caso in cui si vide il giova=/netto come si fosse perduto, perché lo stato/infiammatorio non cedeva al sesto salasso, ed/all’applicazione di molte sanguisuga, e lo si cre-/deva negli ultimi aneliti di sua vita, perché/destramente prostrato di forze, quindi l’appa-/rato nervoso mostravas’in campo con coma/avanzato, e fuori di ogni speranza di guarigio-/ne ricorrevasi all’applicazione dei senapismi,/quando un solenne colpo sul comò, ov’eran/collogati due Reliquiarii coll’Immagine della/Vergine Santissima, venne avvertito da tutti/gli astanti; e per lo appunto fù quello il col-/po di grazia, perché il giovanetto in quel mo=/mento cangiava stato, e dal letargo di morte ri=/sorgeva in vita, con ammirazione commune,/ed in pochi giorni fu salvo, mercè della Madre/delle Grazie./Se non che, la letizia, ed il giubilo che in quel/rincontro provavasi, veniva novellamente contur-/bato da micidiali recidiva in cui il Signor//Pasquale cadeva per malattia di bronchi dite sof-/ferta, accompagnata da stato infiammatorio per/ingorgo di fegato, e ridotto in estrema debole-/za, e nella massima prostrazione, usciva in cam-/po la minaccia nervosa, con coma che lo sba=/lordiva; quando nell’indossare una camicia be-/nedetta alla Vergine Santissima delle Grazie/risorgeva evidentemente in vita con specchiato/portento, di modo che le lacrime di dolore si/convertivan tosto in giubilo novello./E senza dunque particolarizzare le altre ma=/lattie che per simil fatta toccavano in casa le/Monache Suor Maria Arcangela (9), e Suor Ma-/ria Giacinta (10) d’Amore Fracassi ( Professe nel Mo-/nastero delle Chiariste di Penne, che con indulto/Apostolico sono nella propria famiglia ); e sen-/za passar qui in rassegna le malattie sofferte dal-/la picciol famiglia dei sopradetti coniugi, ci giove=/ra dinotare che la incinta Signora Angelamaria/alimentava, e cresceva in seno il proprio feto/nelle dispiacente più vive che la rendevano in-/felice, ed aggravata in fatica per i necessari/soccorsi praticati ai domestici infermi, si man-/teneva perennemente malsana./La carità ha i suoi incomodi per far meritare.//Finalmente approssimatos’il tempo dello sgravo,/a circa le ore 21 del giorno 14 Marzo 1866,/la Signora Angelamaria sorpresa da determina-/te doglie prendeva il letto, ed accerchiata da leva-/trice, donne assistenti, passava la intera notte/in dolorosa veglia; ed abbenchè i segni del parto/si manifestassero, e le doglie sempre crescenti si/cangiavano da preparatorie a conquassanti, pure/passava il giorno 15 e notte rispettiva, senza/che il feto movesse in situazione trasversale/sull’ombelico- quindi a circa le ore venti del/memorando giorno 16 Marzo, apertosi regolar-/mente il parto apparve il feto di mano, quel-/lo che sull’istante venne dalla Levatrice Bat-/tezzato. Funestat’intanto per dispiacente avvenimento, non si dilazionò punto perché tosto/intervenissero due valentissimi Professori Sa-/nitarii, Signori Gaetano Maccallini (11) di Ajelli/e Sarafino Rinaldi (12) di Pescina, i quali intra-/presa l’operazione di rivolgimento del feto, si/videro impossibilitati alla esecuzione, perché/l’utero contratto sul feto stesso, chiudeva il/varco, ed appena permise il rinvenimento/di un piede, che per altro non faceva punto/cangiar situazione al feto, per lo che sorge=//va dubbiezza se doppio potess’essere il parto/stesso- Intanto rimasta impedita l’operazione,/furon post’in opera i mezzi stentanti, ed ogni al-/tro espediente, e dopo replicati bagni, ogni nuovo/tentativo riusciva infruttuoso, tanto che gli e=/nunciati Valenti Professori esclamavano esser/questi il primo caso, che francamente appel-/lar potevasi tristo, e del tutto nuovo, rimpetto/alla loro lunga pratica di oltre quarant’an-/ni di professione; e quindi alle ore tre della/notte, mentre la inferma, nel più duro marti-/rio adempiva la Sacramento della Penitenza, non/rimaneva ai Professori Sanitarii che prescrivere/pilloel calmanti, nel mentre la inferma vedeva-/si sempre più aggravata da acerbi dolori, pe’/quali le grida giungevano al Cielo, per lo che in/mezzo a siffatto patimento, da un momento all’al-/tro si attendeva lo esalamento dell’ultimo respiro/di Lei./In tale deplorevole stato non vi era che fare, perché/il Feto sempre in situazione trasversale, e ligato/nel corpo sulla regione dell’Ombelico non pote-/va naturalmente uscire senza l’ajuto dell’Arte/che ne avesse operato il rivolgimento. L’ope-/razione di che trattasi veniva impedito dall’//Utero costantemente contratto; e quindi senza il/portentoso soccorso di Maria Santissima delle/Grazie, la puerpera doveva assolutamente fini-/re i suoi giorni sì barbaramente straziata, co-/me colomba immolata dalla mano del Sacerdo-/te sull’altare dell’antico Testamento. Qui dun-/que impegnavasi e nel pianto, e nelle preci la/intera popolazione di Cerchio, che riconosceva/nella pericolante benemerita Signora la soc-/corritrice di poveri indigenti, e la confortatri-/ce dei miseri infermi che a Lei facevan ricorso/per ogni loro bisogno./La voce del Popolo è/voce di Dio! Se Ella non fosse stata benefica,/il Popolo sarebbe stato silente./Intanto in estrema desolazione l’afflitto Ma-/rito udiva lo schiamazzo degl’innocenti Figlio-/li che reclamavano dall’Altissimo la necessaria/Genetrice, e quei singhiozzi, e quei sospiri di/teneri pargoletti salivano al Cielo, e ve li reca-/va la loro innocenza. Il pianto della intera/Famiglia, e dei convalescenti risorti, le grida di/dolore degli Amici accorsi, ed astanti in ge-/nerale intenerivano, per così dire, i sassi più/duri, e giungevano con infocate istanze sul Trono/dell’Altissimo. Incessanti dunque le preghiere//Di soccorso soprannaturale, a tale intendimento/si esponevano i Reliquiarii, e costantemente s’in-/vocava l’ajuto della Vergine Santissima delle/Grazie, e giunti a circa le ore sette della notte,/mentre le grida della infelice puerpera addi-/venivano sempre più spaventevoli da sgra-/dirne le orecchie per non cader vittima di dolo-/re tutto ad un tratto la vera amica di fami-/glia Signora Lucia d’Amore (13), moglie del Signor/Angelo Carusoni (14), che accuratamente accudiva/la inferma, e con essa divideva il dolore del/martirio, esclamava “ Miracolo, Miracolo, la/puerpera si è naturalmente sgravata di un/Feto morto, la Signora è salva!/Or chi può qui immaginare quale fusse il con-/trasto di un profondo dolore, ad una gioja ina-/spettata? Quelle lacrime trattenute da un strin-/gimento di petto, tosto sgorgavano a torrente/di giubbilo, con un misto inesprimibile di do-/lore, e di gioja./Incomprensibile fu senza dubbio la sensazione/di riconoscenza verso l’Altissimo, che si com-/piaceva, a voto generale, di concedere un por-/tentoso Miracolo per intercessione della Ver-/gine S[antis]S[i]ma delle Grazie, mediante il quale//la pericolante puerpera dal sicuro letargo di/morte, risorgeva a vita novella, a cui univansi/per volontà del Cielo un sorprendente puer-/perio, da non risentir menoma febbre in/conseguenza di siffatto martirio sofferto, e del-/la regolare lattazione, che pacificamente si/presentava./E chi mai oserebbe contrastare tal prodigioso/miracolo se lo sgravo naturale fisicamente/non poteva avverarsi senza l’opera sor-/prendente di portentosa, ed invisibile mano!/e qui tacciono confusi i miscredenti!/Son questi fatti a conoscenza di un pubblico/che si descrivono a gloria della Vergine S[antis]S[i]ma/delle Grazie, che regna, e Signoreggia nella/Popolazione di Cerchio, come tesoro di Grazie,/e fonte inesausto di beneficenze, e soccorsi, al-/la quale costantemente quel Popolo fa ricor-/so in ogni bisogno; e perché indelebile ne/rimanga la memoria, si tramanda questo/genuino racconto a noi posteri, affinchè pel/corso dei secoli futuri non cessi mai la vo-/ce di EVVIVA MARIA-“ (15).
Da queste stringate notizie apprendiamo che il Nostro, così come pure la sua famiglia, era legato alla casa borbonica tanto da essere stato accusato,in un secondo tempo, insieme ai fratelli Pasquale e Geremia, quale “sospetto movente” la reazione da parte del sindaco: il liberale Benedetto d’Amore ed era anche, così come pure i suoi familiari, attaccato alla religione non a caso il padre, don Venanzio d’Amore Fracassi il Vecchio, aveva comprato a sue spese la bellissima statua di S. Antonio Abate ( ancora oggi, nel dì festivo del santo, si porta processionalmente in processione) e puntualmente ogni anno in onore dello speciale patrono del mondo rurale e degli animali la famiglia allestiva festeggiamenti consoni anche con piatti tipici.
Attraverso le varie testimonianze, che integralmente abbiamo riportato in questo lavoro, non emergeva commesso alcun reato tanto che nei loro confronti non fu emessa alcuna sentenza di condanna..
Come chiaramente si evince le accuse sono molto lievi e, per una popolazione attaccata al suo re, se vogliamo, in fondo sono legittime e bisogna dire che i cerchiesi non si sono armati come invece successe alla fine del ‘ 700 ed inizio del secolo successivo quando, cioè, il reame di Napoli fu invaso dalla truppe francesi (1798 – 1799 e 1806 – 1815).(16)
Il citato sindaco Benedetto d’Amore alla fine della sua lettera così chiude:
“[…] Del resto debbo informarla, che generalmente/la popolaz.[ion ]e è docile, e se non fossero i de-/trattori ogniuno, se non divoto ( perche de-/ve rispettarsi l’opinione ) al regime attuale, sa-/rebbe almeno indifferente come la mag-/gior parte si osserva./L’ho dovuto informare di cose oltre il perio-/do prescritto, perché trattandosi della prima/informaz.[ion]e di questo Paese, possa conoscerne/il vero Spirito e chi lo agita[…]”
Bisogna comunque dire che, in base ai documenti presi in esame, la “reazione cerchiese” non fu cruenta bensì abbastanza blanda e diciamo che sono più che passabili in un marasma generale dove bisognava stare attenti e temere anche per la vita : episodi eclatanti e concitati furono la fuga dell’arciprete don Pietrantonio Carusoni e l’arresto di un componente della compagnia del cabecilla spagnolo Josè Borges nei poressi della chiesa di Santa Maria Piedi ponte ( odierna chiesa cimiteriale ) di Cerchio un certo Francesco Di Lorenzo ( o Dilorenzo) di Montemurolo : “ […]Uno della banda e propriamente di Montemurlo si disperse nella notte del 6 al 7 ( Dicembre 1861 n.d.r. ) accovacciandosi in un Chiesa rurale di Collarmele ( è la soprenzionata chiesa di Santa Maria di Piedi Ponte n.d.r. ) dove nel mattino dell’8 trovatolo per caso il Sacerdote D.[on] Vincenzo Jacobacci (17) il quale insieme all’eremita l’obbligavano a segurili conducendolo in Cerchio. Colà fu preso dalla Guardia Nazionale di Pescina e condotto ad Avezzano nel cui carcere tutt’ora rattovasi, perché si ebbe la bonomia di passarlo al potere giudiziario, ad onta che quel brigante fosse armato fino ai denti con 100 cartucce nella ventriera, e nonostante avesse confessato francamente tutto il suo operato[…]”(18).
Note
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294. Nella deliberazione decurionale del Comune di Cerchio del 23 Aprile 1848,tratta dal Registro del Decurionato del Comune di Cerchio relativo agli anni 1838-1851, apprendiamo : “[…] L’Anno 1848 il giorno 28 Ap.[ril]e il Sindaco a fatto la Seguente proposta/Sig.[nor]i/Dovendosi divenire domenica all’elezione degli uff.[icial]i per la Guardia Na-/zionale di questo Comune e dovendosi dalle Signorie loro devenire alla dele-/gazione di due decurioni che debbono assistere a d.[ett]a elezione, Le prego per-/ciò devenirvi, giusta il decreto de’ 19 Aprile 1848/I Decurioni intesa la Soprascritta proposta visti il decreto ad unanimi-/tà deliberano che i Sig.[nor]i Venanzo Cipriani ed Antonio Tuccieri, assu-/mino la carica di Decurioni assistenti allo Scrutinio per l’elez.[ion]e degli uf/fiziali alla Guardia Nazionale di Cerchio-Inoltre destinano/che i Sig.[nor]i Padre Eugenio da Caporciano cappuccino ed il/di lui Guardiano assistino all’adunanza per Scrivere i polizzi-/ni a chi non Sa Scrivere/Il Sindaco/Antonio d’Amore/I Decurioni/Raffaele Macchiusi/Antonio Tuccieri/Francesco Tuccieri Cimini/Antonio Cipriani/Giovanni Colantonio/Dom.[enic]o Ant.[toni]o d’Amore illit[erat]o/Angelo Carusoni Segret.[ari]o[…]”-Archivio Storico del Comune di Cerchio (AQ). Vedi anche il mio: “ Storia di Cerchio dal 1798 al 1851”, Stampa MCM, Carsoli 2006. Purtroppo, in questa deliberazione e nelle altre successive non vengono citati i nomi degli ufficiali eletti.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294. Amiconi F.: “ La Carbonerai a Cerchio op.cit.”.
- Amiconi F.:” I conti quotidiani di una potente famiglia marsicana nella seconda metà dell’Ottocento. Un anno con i d’Amore Fracassi ( 1860 – 1861 )”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 70, Anno IX, 2006.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294.
- ASA, Corte d’Appello, Sezione d’Accusa, b. 19. Vedi l’ottimo lavoro di Giovanni De Blasis : “ Sulle tracce di Giacomo Giorgi”,
- Nato a Scurcola Marsicana da Lorenzo e da Margherita D’Amore il 17.1.1820 e deceduto improvvisamente a Cerchio il 30.8.1864. E’ stato sindaco di Cerchio dal 1846 al 1850. Fu uno dei maggiori possidenti di Cerchio.
- ASA, Corte d’Appello, Sezione d’Accusa, b. 19.
- Amiconi F.:” I conti quotidiani di una potente famiglia marsicana nella seconda metà dell’Ottocento. Un anno con i d’Amore Fracassi ( 1860 -1861 )”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 70, Anno IX, 2006.
- Venanzio D’Amore Fracassi il Giovane, nato a Cerchio l’8 Marzo 1856 . La morte lo colse a Cerchio, ultimo rampollo della potentissima famiglia D’Amore Fracassi, il 9 Agosto 1940. Fu uno dei maggiori possidenti di Cerchio, dottore in legge e sindaco del nostro centro per ben 35 anni : dal 1879 al 1913 a dal 1920 al 1921. Fu nominato Cavalier dei SS. Maurizio e Lazzaro ed anche Cavalier Ufficiale della Corona d’Italia. Su tale personaggio ho scritto vari articoli ai quali si rimanda. Vedi anche il mio : “ Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio e Giovanni Feneziani”, Centro Stampa GraphiType, Raiano 2003
- Suor Maria Arcangela D’Amore Fracassi è senz’altro Maria Colomba nata a Cerchio il 27.1.1812. Era sorella gemella di Angela Marianna coniugata con Francesco Tosone di Fontecchio (AQ).
- Suor Maria Giacinta D’Amore Fracassi è senz’altro Maria Teresa Antonia Elisabetta, nata a Cerchio il 15.10.1805.
- Gaetano Maccallini, nato ad Aielli dal medico Baldassarre e da Maria Restituta Gemma Nicolaa D’Amore, il 1 Giugno 1806. Fu eletto alla carica di Consigliere Provinciale. Morì in Aielli il 28 Agosto 1881. Mio pro cugino.
- Serafino Rinaldi, nato a Pescina il 17 giugno 1801 ed ivi deceduto il 6 Giugno 1875. Per la sua opera filantropica svolta gli è stato intitolato l’ospedale civile di Pescina ed anche una strada. Nell’epigrafe posta nella cappella dell’ospedale si legge : “ L’ENTE OSPEDALIERO GENERALE DI ZONA/”SERAFINO RINALDI” DI PESCINA/A SERAFINO RINALDI/N. 17.6.1801 M. 6.6.1875/CON RICONOSCENZA/PESCINA 29.9.1976”.
- Giacinta Lucia D’Amore, nata a Cerchio da Pasquale e da Maria Giovanna de Stefanis il 16 Marzo 1828.
- Angelo Maria Carusoni, nato a Cerchio da Giuseppe e Serafina Ciotti, il 2 Gennaio 1822 ed ivi deceduto il 10 Agosto 1890. E’ questi uno degli indagati nella “reazione” cerchiese del 1860.
- Amiconi F.: “ Cerchio dal 1798 al 1867 op.cit.”.
- Vincenzo Jacobacci, nato a Cerchio il 10 luglio 1816 da Pietrosante e Concetta Febonii. Morì a Cerchio, alletà di 60 anni, il 14 Aprile 1876.
- LA GUIDA GIORNALE DEL POPOLO, ANNO II, AQUILA- MARTEDI’ 24 DICEMBRE 1861. 88. ITALIA E VITTORIO EMANUELE MORTE DI BORJES E COMPAGNI. Dall’ottimo volume di Guido Jetti: “ Cronache della Marsica ( 1799 – 1915 )”, Luigi Regina Editore, Napoli, 1978, p. 160, apprendiamo : “[…] Un componente della banda , disperso nelle campagne di Cerchio, Francesco Di Lorenzo di Montemurro, per salvarsi asseriva ai militari di aver patito coartazione: senza risultato, perché al Giura il prefetto di Potenza rispondeva che il prigioniero << vetturale, fin da ottobre scorso faceva parte della banda. Non merita riguardi >>. Al momento non sappiamo dove fu fucilato. Nei registri degli atti di morte, relativi agli anni 1861 e 1862 dei Comuni di Cerchio e di Avezzano non risulta il suo nominativo.
BENIAMINO PIETROIUSTI
(1818-1908)
Il 24 Dicembre 1818 nasceva a Cerchio da Luigi e da Luisa Iafolla, Beniamino Natale Pietroiusti, futuro arciprete di Cerchio.
A noi piace ricordarlo tra le altre cose, anche perché è stato l’unico, in qualità di economo curato, che, nella compilazione dello stato delle Anime del 1864, suddivise il paese in strade, larghi, rue, piazze e piazzette (1) inserendo ad ogni “ fuoco ” (famiglia) una nuova pagina: la pagina delle “Osservazioni” (2) munendo il tutto anche con un indice alfabetico con in più i soprannomi relativi ai capifamiglia.
Qui apprendiamo le notizie di persone uccise in seguito a faide familiari, a morte in galera, a morte in seguito a conflitto a fuoco con il governo pontificio (3),deceduti per disgrazia, durante i lavori delle “strade ferrate”(4), per colera, morti sotto le macerie delle proprie abitazioni.
Apprendiamo le notizie di numerose nascite extraconiugali: figli spuri, da genitori ignoti o portati alla Ruota: insomma notizie che prima d’ora mai nessuno aveva messo in evidenza negli “ Stati delle Anime”.
Beniamino Pietroiusti aveva sicuramente un concetto, possiamo dire moderno riguardo al discorso ampio di demografia. Il Nostro dimostra la sua perizia anche quando compila, il 3 Novembre 1905, l’albero genealogico dell’illustre famiglia locale dei d’Amore Fracassi.(5)
Da mettere ancora in evidenza sono le notizie dei frati e monache che, a causa della soppressione degli ordini monastici ( Legge 31.12.1866 ) furono costretti a tornare nella famiglia originaria. Alla fine del citato manoscritto che si conservava nel Museo Civico di Cerchio ( ora in Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano ), vi sono annotate 3 visite pastorali effettuate dal Vescovo della Diocesi dei Marsi, Mons. Enrico De Dominicis ( 1885 – 1896 ) negli ultimi anni dell’’800 ed infine nell’ultima pagina vi sono annotati, anno per anno, il numero della popolazione dal 31 dicembre 1875 al 31 dicembre 1899: in 24 anni la popolazione di Cerchio aumentò di ben quasi mille abitanti infatti, il31 dicembre 1875 gli abitanti erano 1872 e, il 31 dicembre 1899, ammontavano a 2855: mai nel corso della millenaria storia di Cerchio ciò era accaduto. Sicuramente ciò avvenne, non solo per il paese di Cerchio bensì per l’intero comprensorio marsicano, a causa delle due grandi opere portate a compimento nella seconda metà dell’Ottocento: il prosciugamento del lago di Fucino, terzo lago d’Italia, voluto dal banchiere e poi principe Alessandro Torlonia avvenuto nel 1876, dopo 24 anni di duri lavori e la realizzazione del tronco ferroviario Roma – Sulmona, inaugurato il 28 Luglio 1888: opere queste che fortemente caratterizzarono la nostra contrada marsicana. Le terre emerse dal prosciugamento del lago spinsero moltissime famiglie alla ricerca dell’agognato lavoro e, di conseguenza, ogni centro marsicano ebbe una sensibile crescita demografica.
Don Beniamino Pietroiusti, così come altri personaggi cerchiesi fu accusato, nel tormentato e turbolento periodo dell’unificazione d’Italia, come “movente” la reazione filoborbonica. Dalla sua “Filiazione” compilata il 16 Maggio 1861 apprendiamo i connotati salienti del Nostro:
“[…]Filiazione di D.[on] Beniamino Pietroiusti del fu Luigi, nativo di Cerchio, dimoran-/te in Cerchio, di professione Sacerdote/
Connotati
Anni 42 Statura giusta
Occhi castagna Naso regolare
Mento tondo Colore naturale
Barba folta Capelli Castagna
Marche apparenti nessuna[…] “(6)
Con sentenza del 4 Luglio 1861 il Nostro insieme ad altri viene assolto dalla accuse mossegli:
“[…] Aquila 3 Luglio 1861/il P.[ubblico] M.[inistero]/Veduti gli atti a carico di/Francesco Meogrossi det.[enut]o/Isidoro Continenza/D.[on] Pietrantonio Carusone/D.[on] Isidoro Cinaciusi/Beniamino Pietroiusti/Francesco iacobacci/D.[on] Nicola Tuccieri, tutti di Cerchio/imputati/Di diversi fatti pubblici diretti/a provocare gli abitanti del Regno(d’Italia a distruggere e cambiare/il Governo, e di due giorni di atten-/tato e cospirazione tendente a cam/biare il Governo/Poiche a carico de’ sudetti im-/( al margine sinistro si legge: “ 4 Luglio 1861/[…]/P./M./L.” n.d.r. ) putati, tranne pel Meogrossi, dal-/la istruzione del processo non risul-/tano indizi Sufficienti di reità/Chiede/Che gli atti siano conservati in/archivio, ed scarcerati Paolo/di Vincenzo d’Amore, e D.[on] Nicola/Tuccieri/Riserba il minist.[er]o Pubblico in(ogni Stato di causa le sue requi-/sizioni sul conto di Francesco/Meogrossi, ora giudicabile per altro/crimine/Il Giudice f[acente]f[unzione]/A. Aquila/VITTORIO EMMANUELE II.(il documento in parola è scritto in parte a stampa ed in parte a mano n.d.a.) PER LA GRAZIA DI DIO E PER LA VOLONTA’ DELLA NAZIONE/RE D’ITALIA/La Gran Corte Criminale del 2. Abruzzo Ulteriore/Composta dai Signori D.[on] Alessandri Presidente, Naldi e Ludovici/Giudici con l’intervento del Signor Aquila giudice f[acente]f[unzione] da M.[sinister]o P.[ubbico]/Veduti gli atti a carico di Francesco Meogrossi, Paolo di Vincen=/zo d’Amore, Isidoro Continenza, D.[on] Pietrantonio Carusone, D.[on] Isi=/doro Cianciusi, Beniamino PIetrojusti, Francesco iacobacci,/e D.[on] Nicola Tuccieri tutti di Cerchio, imputati di discorsi e fatti/pubblici diretti a provocare gli abitanti del Regno d’Italia a distrug=/gere e cambiare ilGoverno, e di due giorni di attentato e cospirazione/tendente a cambiare il governo/Veduta la requisitoria del P.[ubblico] M.[inistero] con la quale ha osservato che a carico de’/Sudetti imputati, tranne pel Meogrossi, dalla istruzione del/processo non risultano indizi sufficienti di reità, ha chiesto conservarsi/gli atti in archivio, escarcerandosi Paolo di Vincenzo d’Amore e D.[on] Nicola Tuccieri; e riserbando le sue Req.[uisitorie] In ogni stato di causa sul conto del Meo=/grossi ora giudicabile per altrti crimini/Inteso il rapporto del Sig. Ludovici/Udito il rapporto del Sig. Ludovici/Udito oralmente il P.[ubblico] M.[inistero] il quale si è rimesso alla sua scritta requisitoria,/ed indi si è appartato./LA GRAN CORTE/Ritenendo in linea di considerazione la stessa osservazione del P.[ubblico] M.[inistero] e fa-/cendo dritto alla di lui domanda./AD UNANIMITA’/Ordina conservarsi gli atti in archivio, ed escarcerandosi Paolo/di Vincenzo d’Amore e D.[on] Nicola Tuccieri. Riserba ad esso/M.[inistero] P.[ubblic]o le su Requisitorie in ogni stato di causa sul conto di/Francesco Meogrossi ora giudicable per altro crimine/Fatto in Aquila li 4 Luglio 1861/D’Alessandria/[…]”(7)
Il Nostro dai documenti presi in visione risulta essere attento interlocutore dei suoi parrocchiani come chiaramente si evince dalla soprariportata lettera inviata il 4 Aprile 1888 al vescovo dei Marsi Monsignor Enrico De Dominicis ( 1885 -1896 ).
Sicuramente il Nostro non fu insensibile al fascino dell’Arte infatti, nel 1904 donò alla chiesa Parrocchiale di Cerchio (8) una bellissima croce d’ottone sbalzato imitante le famose croci processionali d’argento di cui l’Abruzzo con i suoi artefici: uno per tutti Nicola da Guardiagrele, nei secoli XIV-XV ha dettato, con la maestrìa dei suoi artisti, le regole circa l’arte orafa riguardante in special modo la realizzazione delle magnifiche croci astili, una di queste, recante la data del 1484 (9), si conserva ancora a Cerchio.
La morte lo colse a Cerchio alla veneranda età di 89 anni il 5 Ottobre 1908. Di questi conserviamo fortunosamente una fotografia che il defunto amico d’infanzia nonché coetaneo Gabriele Carusoni possedeva. La foto in questione reca la scritta: “ Beniamino Carusoni M.[orto] 1908 “. Chiaramente si evince che l’amanuense ha confuso il cognome Pietroiusti con Carusoni in quanto l’arciprete Pietroiusti è morto, come abbiamo visto sopra, il 5 Ottobre 1908. Il piccolo giallo circa la confusione dei cognomi è avvenuto in quanto il nipote dell’arciprete Pietrantonio Carusoni ( 1805 – 1862 ), Francesco Carusoni, si unì in matrimonio (10) con Eusebia Pietroiusti, nipote dell’arciprete don Beniamino Pietroiusti. Sicuramente la confusione è stata generata dagli eredi Carusoni in quanto entrambi i sunnominati zii erano arcipreti. Non credo che abbiano confuso sia il cognome che la data di morte ed anche perché non è mai esistito, nel paese di Cerchio, alcun Beniamino Carusoni.
Note
- Amiconi F.:” Demografia Marsicana nel XIX secolo Cerchio(AQ)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 49, Anno III, 2000.
- In questa pagina vengono riportati anche i nominativi dei padrini e delle madrine oltre naturalmente i cosiddetti movimenti migratori.
- L’11 Novembre 1867 a Subiaco in uno scontro fra i garibaldini e zuavi pontifici perde la vita, insieme al suo comandante il capitano conte Emilio Blenio ( orignario di Lecco e non di MIlano come, purtroppo, in documenti sincroni viene riportato ) ed al commilitone Lorenzo Grotti originario di Cremona ed abitante in Sante Marie (AQ). Vedi Amiconi F.: “ Serafino de’ Giorgio e la spedizione marsicana nell’agro romano op.cit.”. Vedi anche il mio articolo pubblicato sulla rivista on line “Terremarsicane” dal titolo : “ 1867, scontro Garibaldini-Zuavi. Morte dei garibaldini Emilio Blenio, capitano milanese e dei militi Antonio Panaro di Cerchio e Lorenzo Grotti di Cremona”.
- Durante i lavori morì, il 25 agosto 1884, il ventitreenne Cipriani Giuseppe Antonio figlio di Carmine Antonio e di Filomena Continenza , nato a Cerchio il 18 Marzo 1861: “ Morto il 25 Agosto 1884 Oppresso da un Masso di Terra nel travaglio della ferrovia “ ( Fuoco n. 7 dello Stato delle Anime del 1864, Archivio Parrochiale di Cerchio, ora in ASrchivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano ).
- Una fotocopia del citato documento mi è stata gentilmente fornita dalla sig.ra Titti Gualtieri, una delle eredi dei D’Amore Fracassi.
- ASA, Gran Corte Criminale,Processi, III serie, b. 294. A foglio 45v è riportato anche l’estratto di nascita di Beniamino Pietroiusti rilasciato il 12 maggio 1861 e, nel foglio 46r, viene annotata, sempre lo stesso sopracitato giorno, la “possidenza”, i beni posseduti dal Nostro .
- ASA, Corte d’Appello, sezione d’Accusa, b. 2.
- Attualmente si conserva presso al chiesa parrocchiale. Nel verso è riprodotto Cristo in croce con i 4 evangelisti e nel recto è riprodotto un’altro Cristo, questa volta però, seduto sopra una mezzaluna e ai lati vi sono rappresentati i simboli dei 4 evangelisti. Reca la seguente scritta : “ Beniamino Arcip.[re]te Pietroiusti dona/1904 “. Ha l’innesto a cannone. Misura cm. 110,5 x 65,5.
- Nella targhetta collocata nel verso della croce così si legge : “ANNO D[OMINI]M[ILLESIM]O CCCCLXXXIIII/FO FACTA QUESTA CROCE/P[ER] LIMOSINA D[OMIN]O ANTONO/D[I] COLA D[I] PETRI D[I] CIC/CO E COLA D[I] ANGELU/D[I] ANTONO ZA[NNA] ET M/ACTEO D[I] ANTONU/D[I] MACTEO PROCU/RATURI D[I] S. MARIA D[I] CIRCHIU P[ER] POPULU”.
- L’Atto di solenne promessa di celebrare il matrimonio” fu contratto il 31.12.1865 ( atto n. 18- Comune di Cerchio ).
Antonio D’AMORE
(1820-1864)
Il 17 Gennaio 1820, nasceva in Scurcola Marsicana, da Lorenzo e Margherita D’Amore, Antonio D’Amore uno dei più facoltosi personaggi di Cerchio. Fu sindaco del Nostro centro dal 1846 al 1850. Morì improvvisamente a Cerchio alle ore 10 del 30 Agosto 1864(1):
“[…] 31 Agosto ( 1864 n.d.r. )/Essendovi verificata la morte subitanea di d.[on] Antonio d’Amore, si è portata qui/D.[onn]a Cecchina Figlia del defunto, con la Maestra, e Cameriera per attendersi il/ritorno di D.[on] Anselmo (2) da Napoli; e venuto il Giudice di Pescina, col Cancelliere,/Delegato di Pubblica sicurezza e Commesso del Giudicato per eseguirsi l’apposizione dei sigilli[…]”(3)
Prima di lui, il 10 Aprile 1860, morì, all’età di 32 anni, la moglie Diomira Deci di Sora. Lasciarono in tenera età l’unica figlia Francesca Maria Concetta Rosina, nata a Cerchio il 13 Novembre 1856 ( è il personaggio noto a Cerchio come la “Pupilletta”) la quale sposerà il barone Domenico di Renzo e, dalla loro unione, nascerà a Napoli, il 24 Ottobre 1885, la futura baronessa Anna ed a Cerchio, il 3 Agosto 1890, la futura marchesa Ida Anna Maria.
Il padre di Antonio, don Lorenzo, da come chiaramente si evince da un documento da me pubblicato nel 1994 nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria, era domiciliato, sin dal 1810 nel comune di Scurcola Marsicana :
“[…]Dal 1825 si è tanto organizzato, e la loro prima operazione fu quella di dar la carica di Sindaco al sopradetto don Lorenzo d’Amore, abbenchè fosse domiciliato fin dal 1810 nel Comune di Scurcola( Marsicana n.d.a.), e si fece tornare in Cerchio rivestito della carica predetta[…]”(4)
Al momento non sappiamo quali furono i suoi studi.
Attraverso alcune deliberazioni del decurionato di Cerchio (5) apprendiamo il suo impegno verso la “cosa pubblica” :
“[…]L’Anno Milleottocentoquarantatrè, il giorno dieciotto del Mese di Giugno. Nella Casa/Comunale di Cerchio riunito il decurionato, il Sig:[no]r Sindaco ha fatto la Sequente pro-/posta:/Signori/In forza del Giornale d’Intend[enz]a de 8 corrente Mese di Giug.[n]o n° 579 deve procedersi/alle terne per l’elez.[ion]e de Consiglieri Provinciali, e distrettuali ne termini del citato/Giornale Sono quindi invitati per l’opportuna deliberaz.[ion]e/Il decurionato visto il Citato Giornale. Vista la lista degl’elegibili di questo Comune/ Considerandi, che le Anime che lo compongono non oltrepassa il n.[umer]o di 1300; per lo che/la nomina deve essere di trè Candidati pel Consiglio Provinciale, ed altri trè pel Con-/siglio distrettuale, ad unanimità delibera, e nomina per la Carica di Consi-/gliere Provinciale d:[on] Venanzio d’Amore Fracassi, dell’età di Anni Settantuno,/ figlio del fù d:[on]Pasquale di condiz:[ion]e Dottor di Legge, nativo di Cerchio ivi domi-/ciliato, della rendita imponibile nel proprio Comune di d[ucati] 498.84, nella Provincia/d[ucat]i 610.90 d:[on] Lorenzo d’Amore del fù d:[on] Anzelmo di anni 66 di condizione Pro-/prietario di Cerchio, ivi domiciliato, rendita nel proprio Comune 507.73/nella provincia 1585 d:[ucati] d:[on] Giuseppe d’Amore Fracassi figlio di d:[on] Venanzio di/anni 28, di condiz.[ion]e Propr.[ietari]o di Cerchio ivi domiciliato, rendita d[ucati] 498:84, nella/Provincia d[ucati] 610:90. Per il Consiglio distrettuale poi nomina d:[on] Pasquale/d’Amore Fracassi figlio d:[on] Venanzio dell’età di Anni 38 prop.[rietari]o di Cerchio/ivi domiciliato, della rendita nel proprio Comune di ducati 498:84 nella/Provincia d[ucati] 610:90 d:[on] Antonio d’Amore figlio di d:[on] Lorenzo dell’età di Anni/ ventidue, prop.[rietari]o di Cerchio ivi domiciliato, rend.[it]a nel proprio Comune 507.734/ nella Provincia d[ucati] 1585=24 d:[on] Geremia d’Amore Fracassi figlio di d:[on] Venanzio/di Cerchio, ivi domiciliato, di condiz.[ion]e prop.[rietari]o di Anni 33: della rendita nel/proprio Comune di docati 498:84 nella Provincia d[ucati] 610.90/il 2° Eletto f[acente] f[unzione] di Sindaco/Pietro Sante Iacobacci/Cesidio Fosca decorione/Gio:[van]risostomo Continenza decorione/Nicolantonio Pietrocicco decurione/Francesco Tucciere decurione/Angelo Tuccieri decurione/francesco iafolla decurione[…]”
“[…]Nella Stessa Seduta ( 9 Aprile 1847 n.d.r. ) […]Sig[no]ri/Il Sig.[no]r Sottintend.[ent]e con Suo riverito uff.[ici]o de’ 24 Aprile p.[rossimo] p.[assato] N.[umer]o 3024/mi partecipava la consolante notizia del passaggio per questi no[st]ri/luoghi di S.[ua] M.[aestà] il Re Nostro Signore unitam[ent]e a S.[ua] M.[aestà] la Reg.[in]a/(dio G.[uardi]) ed in vista mi ordinava di percorrere la Strada che da/forca Caruso mena al capo luogo di Distretto lungo la li-/nea del tenim.[ent]o di q[ue]sto n[ost]ro Com.[un]e imponendomi di far acco-/modare immantinenti i tratti di Strada in dove percorrer/non poteva la ruota autorizzandomi a prelevare il costo/a qualunque fondo Com.[una]le Io all’istante mi attivai portando/in d.[ett]a Strada i bracciali. Con altro ufficio poi del lodato Superio-/re de’ 29 d.[ett]o mese N.[umer]o 3029 pressantis[sim]o mi imponeva che con/ogni attività e Sollecitud[in]e avessi fatto ( è scritto sopra n.d.r. ) rendere trafficabile dalla/ruota detta Strada, inviandomi all’uopo per diriger l’opera l’in-//gegnere Sig[no]r de Angelis. Con altro ( di seguito vi è il sigillo ovale recante la seguente scritta:” L’INTENDENTE/DI AQUILA” n.d.r. )Suo riverito uffizio de’ 27 us[cent]e mi faceva nuove istanze/pel proseguim[ent]o di d.[ett]a Strada e mi avvertiva di inviarmi/l’ingegnere Sig[no]r D.[on] Ant.[oni]o Giustini onde dirigere con mag.[gior]e/esattezza il lavoro della Strada in parola, autorizzandomi/Sempre con detti uff.[iz]i prelevarne l’importo da qualunque/fondo. Io con zelo mi son prestato alle richieste de’ Sud.[ett]i/Ingegneri ed ho resa rotabile la Strada ( è stato cancellato n.d.r. ) eseguendo il tutto./Presento cosi alle SS.[signorie] LL.[loro] i Statini delle Spese erogate/ onde ne assegnini ( è cancellato n.d.r. )confermino l’art.[icol]o delle spese publi-/che dello Stato di variaz.[ion]e del corrente esercizio e quello/da dove sono Stati da me desunti Sud.[ett]e Spese/I Sig.[nor]i Decurioni visti i citati uffici, esaminati/i mentovati Statini i quali portano la Spesa di Ducati/183.22- Considerando che questa Spesa e grande, e che/perciò è giusto Che questo n[ost]ro Comune Sia rinfrancato di/qualche porzione dai comuni limitrofi e da quelli/che godono il passag.[gi]o della sud.[ett]a Strada, i quali non/hanno avuto la menoma spesa. Che perciò pregano il Sig.[no]r/Sindaco voler far presente tale rag.[ion]e a Superiori e ( è stato cancellato n.d.r. ) provo-/candone la ( è scritto sopra n.d.r. ) Superiore approv.[azion]e per la Sud.[ett]a Spesa che ad unanimità /debbiano ( è scritto sopra n.d.r. ) desu-/mersi dai fondi art.[icol]o delle opere publiche Comunali/ed art.[icol]o d ( è stato cancellato n.d.r. ) resti di cassa dell’esercizio 1846 qualora sud.[ett]o/art.[icol]o opere pub.[lich]e ( è scritto sopra n.d.r. ) non sia Sufficiente, qule che ora non può veder-/si per non esser trovato lo Stato di variaz.[ion]e del 1847/Il Sindaco/Antonio d’Amore/Geremia d’Amore Fracassi decu[rione]/Francesco Iacoabacci Decurione/Angelo Tuccieri decurione/Francesco Tuccieri decurione/Venanzio Cipriani decurione/Antonio Cipriani decurione/Antonio [….]/[…]Colantonni dec./Domenicant.[oni]o d’Amore Decur[ion]e Ill[etterato]/Ang[elo] Carusoni Decur[ion]e Seg[retari]o[…]”
“[…]L’anno milleottocento quarantasette il di otto 7[settem]bre/nella casa Con.[unal]e riunito, il decurionato in seduta decurio-/nale il Sig.[no]r Sind.[ac]o ha fatta la sequente proposta-/Sig.[nor]i/Mi è pervenuta una ministeriale del Sig.[no]r Inten-/d.[ent]e del dì 20 ag.[ost]o ultimo n.[umer]o 7731 relativa al Decre-/to Reale de 13 d.[ett]o mese ed anno Sulle generose dispo-/sizioni del Nostro augusto Monarca ( D.[io] G.[uardi] ) sull’abbo-/lizione del macino, e la d.[ett]a circolare mi perven-/ne con un ufficio del Sig.[no]r Sotto Intend.[ent]e l’uno, e l’altro/inculcanti a lro quanto sia necessario, ed occorreva/per questo Comune ^ ( al margine destro si legge: ” Su questo/riguardo” n.d.r. ) io all’oggetto le presento la/d.[ett]a circolare, ed il succitato ufficio una col Reale de-/creto de 13 Ag.[ost]o ultimo; invito pure a loro ( è scritto sopra n.d.r. ) all’oggetto/sentire i rischiarimenti, e dilucidazioni di questo/nostro Cancelliere che all’uopo ho fatto qui venire/come comanda il Sig.[no]r Sotto Intend.[ent]e in fine di d.[ett]o/ufficio de 29 d.[ett]o Ag.[ost]o n.[umer]o 6212-risolvano quindi/le SS.LL. l’occorrente, e risolvano pure se debba questo/cespite addirsi ad opera publica, O quale questa sia ( è stato cancellato n.d.r. ) ad altro ( è scritto sopra n.d.r. )//I Sig.[nor]i Decurioni intesa la Sopra Scritta proposta visto l’uf-/ficio, la circolare, ed il decreto Su citato, e facendo risuonare la voce di evviva al N[ost]ro Re (D.[io]G.[uardi]) che intendo/sempre pel bene pubblico non cessa mai alleviare i pesi/e far largizioni a Suoi Sudditi, con tutta accortezza/considerano/1° Che questo n[ost]ro Comune avendo ( è scritto sopra n.d.r. ) paganto ( la lettera d è stato corretta con la lettera t : sicuramente la parola esatta doveva essere pagato n.d.r. ) fino a questo tempo/il Dazio fiscale Sul macinato con le proprie rendite patrimo-/niali che viene ora abbolito/2. Che q[ue]sto stesso n[ost]ro Comune non avendo il peso niun al-/tro peso civico, Balzello da abbolirsi ( è scritto sopra n.d.r. ), che perciò la popolazione non Senta/affatto il benefico effetto delle paterne cure del n[ost]ro/Re (D[io] G.[uardi]) ( l’intero paragrafo 2 è stato cancellato n.d.r. )/2 Che il volere del Sovrano (D.[io] G.[uardi]) tende ad alleviare i pesi/che gravitano alle popolazioni, e perché nel n[ost]ro com.[un]e/altro Bazello civico non vi è che quello dell’uso civico/ e propriam[ente] di quel peso esatto dall’Esattore fondiaria/così ad unanimità deliberano togliersi totalmente tal/peso imposto alla popolaz.[ion]e col fissarsi un’art.[icol]o/nel nuovo Stato discusso per tal pagamento inver-/tendo in esso quella Somma fissata in esso an-/cora ( è stato cancellato n.d.r. ) nel medesimo ( è stato cancellato n.d.r.) passati/Stato ( è scritto sopra n.d.r. )pel pagamento del Dazio Fiscale Sul macino/delle paterne cure del N[ost]ro Re (D.[io] G.[uardi])/Il sindaco/Antonio d’Amore/I Decurioni/Geremia d’Amore Fracassi/Francesco Iacobacci/Raffaele Macchiusi/Aninio Tucciri(sic)[…]”
“[…]L’anno milleottocento quarantasette il dì 24 8[otto]bre nella casa/comunale di Cerchio riunito il decurionato in seduta il/Sig.[no]r Sindaco ha fatta al sequente proposta-Signori-/Il P.[adre] Provinciale de’ minori osservanti mi fa conoscere/essere egli propenzo per la riapertura di questo qua-/si suppresso convento (6) nonché molti cittadini mi hanno del/pari fatto conoscere il loro pòiacere per riattarsi, ed aprir-/si una Casa Religiosa nel sudetto suppresso convento ed/è perciò che io lo propongo alle SS.[signorie] LL.[loro] onde risolvano/l’occorrente per lo bene, e vantaggio di questa Popolaz.[ion]e/e così darci maggior gloria alla Gran Madre di Dio/che in detto luogo si venera-/Il Decurionato intesa la soprascritta proposta = Consideran-/do che la riapertura di una Casa Religiosa è sempre van-/taggiosa per la popolaz.[ion]e tanto per ascoltarsi la S.[anta] Messa che/per l’amministraz.[ion]e de SS.[santi] Sacramenti della Peniten-/za ed Eucarestia ed istruzione ne doveri della Religione/Cattolica ed alle Sacre funzioni della loro regola-/Considerando che il culto, e la devozione alla Gran Madre/di Dio sotto il titolo della Vergine delle Grazie che si venera/in d.[ett]o suppresso convento verrebbe ad aumentarsi coll’es/sistenza di un corpo religioso-Considerando che dal d.[ett]o suppresso convento per la mag-/gior parte diruto niun vantaggio o rendita ne ritiene il/Comune-/Il Consiglio decurionale avendo in considerazione quanto/di sopra si è detto ad unanimità delibera cedersi ai/PP.[padri] Minori Ossevanti l’intero fabricato con coppe/dieci di orto adiacente alla detta fabrica, e null’al-/tro possano pretendere dal Comune, come del pa-/ri i Religiosi in parola non debbano mischiarsi/ne dritti del clero ne vengano questi lesi/nella minima parte specialm.[ent]e ( è stato cancellato n.d.r. ) non abbiano ( è scritto sopra n.d.r. ) a ripreten-/dere la somma di danari che il Comune paga/al Clero per le Messe che gravitano si celebrano/in detta Chiesa delle Grazie. Che il Clero conservi/in d.[ett]a Chiesa tutt’i dritti che una in d.[ett]a pria la/soppressione, e dopo di essa, per le feste della Ma-/donna delle Grazie ed altre. Che il Capitolo sia/nella piena libertà di fare qualunque funzione/ volesse in q.[uest]a Chiesa ( è scritto sopra n.d.r. ) Che volendosi d.[ett]a casa ( è stato cancellato n.d.r. ) dai ( è scritto sopra n.d.r. ) Religiosi ( è stato corretta n.d.r. ) accet-/tare questo convento come si è detto lo debbano/non più tardi di un’anno elasso il quale, e non/essendo detti Religiosi venuti a prenderne possesso/non più lo possano, e resti sempre in beneficio del/comune come lo è attualm.[ent]e/Il Sind.[ac]o/Antonio d’Amore/I Decurioni/Geremia d’Amore Fracassi/Francesco Iacobacci/Raffaele Macchiusi/Francesco Tuccieri Cimini/Domeni Colantonio(sic)/Anionio Tucciri/Angelo Carusoni[…]”(7)
Nel 1860, nel periodo quando tutti gli animi erano rivolti a far si che i sogni degli spiriti eletti diventassero realtà e finalmente l’Italia potesse essere annoverata fra le nazioni libere diventando essa stessa: Una, Libera ed Indipendente, fu denunciato, assieme ai fratelli don Giuseppe, don Geremia e don Pasquale d’Amore Fracassi, don Antonio Tucceri Cimini e Liborio Tucceri, come ”sospettomovente” la reazione filoborbonica dal Sindaco liberale don Benedetto d’Amore.(8)
Nello stesso periodo il Nostro subì, come pure i sopramenzionati fratelli d’Amore Fracassi e l’arciprete di Cerchio Don Pietrantonio Carusoni (9) un’estorsione a mano armata da parte delle bande filo borboniche capitanate dal famoso reazionario Giacomo Giorgi (10) :
“[…] Che sia poi Giacomo Giorgi accusato e riunito alla/Corte di Assise del Circolo di Aquila per i tre/furti qualificati, quello a danno del Sig. Antonio/D’Amore pel valore e per la violenza(minacce e/numero di persone armate maggiore di due-/quello a danno di Giuseppe D’Amore anche pel/valore e per la violenza/(numero di persone arma-/te maggiore di due)- e quello in pregiudi-/zio dell’Arciprete Sig.[nor]e Pietrantonio Caru-/sone per la violenza(numero di persone/armate maggiore di due) e tutte e tre accom-/pagnati da violenza pubblica[…]Per le tre estorsioni, una di D.[ucat]j 1000/di un cavallo del valore di D[ucat]j 60 e di quattro/some di grano del valore di Ducati 32. Pari a lire/4648.88 a danno del Sig:[nor] Antonio D’Amo-/re di cerchio; un’altra di D.[ucat]j 100 e tre Some/di grano del valore di D:[ocat]j 24 pari a Lire/526.99 a danno del Sig. Giuseppe D’Amore/dello stesso Comune, e l’altra di Una Soma di gra-/no del valore di D.[ucat]j 8 pari a Lire 34 a danno/dell’Arciprete Sig. Antonio(sic) Carusone com-/messe in Cerchio con minacce ed altri modi ad/incutere timore, il di 8 Ottobre 1860[…]”(11)
La famiglia del Nostro, anni prima,nel 1848, già aveva dovuto subire un altro furto a mano armata da parte di un gruppo di prezzolati malintenzionati:
“[…]Si vide assalito dentro la medesima abitazione da una masnada di Assassini, nel numero di circa venti, armati di fucile, e carabine, i quali costrinsero tanto esso D.[on] Antonio che il di lui padre D.[on] Lorenzo D’Amore a ponersi in faccia a terra[…] Io fui il primo ad essere maltrattato, e fino a farmi gettare a bocca a terra, l’istessa sorte toccò a mio padre, mio zio il Cavaliere D. Erasmo (12) soffrì, ma meno di noi. Nel mentre si praticavano simili barbari trattamenti, riuscì in qualche d’uno dei sudetti miei operai fuggirsene, e renderne avvisata questa popolazione, la quale a turno, armandosi di pietre, e suonando le campane ad arme circondarono la mia abitazione, e con urli, e scagliando pietre tanto al portone che alle porte spaventarono così i malviventi i quali lasciando le prede si buttarono per la porta segreta che corrisponde ai cortili, e scavalcando i muri l’un sostenendo l’altro, accelerarono la loro fuga, ma il popolo aveva già accorso in quel muro recondito, ed inviperito a furia di pietre contrastava quelli la fuga; i quali mancando all’esecuzione del di loro criminale disegno, fecero fuoco contro il popolo[…]” (13).
Come chiaramente si evince la sua vita fu molto movimentata e caratterizzata da episodi abbastanza forti e singolari.
Senz’altro il Nostro fu figlio del suo tempo e cercò con onestà intellettuale di conciliare l’incerto cammino della sua vita spesso volte irto di insidie.
Il Nostro era legato alla casa regnante borbonica in quanto appartenente, come anche i d’Amore Fracassi ed altri, alla cosiddetta classe dirigente: non fu, però, un facinoroso bensì rimase alquanto distaccato da quegli episodi che caratterizzarono i primi mesi dell’unificazione d’Italia e, sicuramente il contegno di queste due potentissime casate di Cerchio, non ha portato a movimenti efferati e cruenti fra la popolazione che ha dimostrato, stando ai documenti d’archivio da me visionati, un controllo abbastanza equilibrato ribadito dal Sindaco liberale Bendetto d’Amore nel suo rapporto :
“[…]Del resto debbo informarla, che generalmente/la popolaz.[ion]e è docile, e se non fossero i de-/trattori ogniuno, se non divoto ( perché de-/ve rispettarsi l’opinion) al regime attuale, sa-/rebbe almeno indifferente come la mag-/gior parte si osserva.[…]”(14)
Non sappiamo al momento se il Nostro sia il D.[on] Antonio D’Amore, guardia d’onore del re riportato a pag. 79 dallo storico Guido Jetti nella sua pregevolissima opera ” Cronache della Marsica (1799 -1915)”, Luigi Regina Editore Napoli, 1978.
Note
- Atto di Morte n. 7, anno 1864, Archivio Comunale di Cerchio
- E’ il fratello Anselmo Angelo Maria, nato a Scurcola Marsicana il 1 Febbraio 1824, coniugato con Maria d’Amore Pompei.
- Amiconi F.: “ I conti quotidiani di una potente famiglia marsicana nella seconda metà dell’Ottocento. Un anno con i D’Amore Fracassi ( 1864 -1865 )”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 75, Anno X, 2007.
- Amiconi F.: “ Cerchio dal 1798 al 1867”, Deputazione Abruzzese di Storia Patria (Annata LXXXII(1992) (CIV dell’intera collezione).Amiconi F..” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Libro per la trascrizione delle deliberazioni che si emettono dal/decurionato di Cerchio di carte Numero cento novantanove, che/da Noi Intendente della Provincia del 2° Abruzzo ulteriore/si è firmato in questa prima, ed ultima pagina, e nelle altre/si è apposta la griffa dell’Intendenza/Aquila, li 13 di Febbrare 1838/L’Intendente/Giura” (1838-1851), Archivio Comunale di Cerchio.
- Dieci anni dopo fu autorizzato, con la legge n. 4367 del 14 Agosto 1857, per volere del re delle Due Sicilie Ferdinando II : ”[…] lo stabilimento nel Comune di Cerchio, provincia di Abruzzo Ultra secondo, di una famiglia religiosa di Minori Osservanti e propriamente nel soppresso Convento con chiesa attigua degli Agostiniani Scalzi ivi esistente[…]” e, il 2 Luglio 1858, ne presero regolarmente possesso. Otto anni dopo, il 7 Luglio 1866, con il Regio Decreto ( n. 3026 ) per la soppressione delle Corporazioni religiose, i sopracitati frati vengono definitivamente espulsi dal convento di Cerchio.
- Libro per la trascrizione delle deliberazioni op. cit. – Archivio Comunale di Cerchio. Vedi nota 5.
- Nato a Cerchio il 17.6.1807 ed ivi deceduto, alla veneranda età di circa 91 anni, il 15 Gennaio 1898. Fu medico, scrittore e sindaco di Cerchio : dal 1840 al 1843 e dal 1860 al 1861.Amiconi F. “ Benedetto D’Amore storia dei medici op.cit.”. Amiconi F. : “ La Carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Pietr’Antonio Carusoni, nato a Cerchio il 30 Maggio 1805 e deceduto in Veroli il 28 Giugno 1862:”[…]fu arciprete Curato della Chiesa ricetti-/zia numerata del Comune di Alanno/ Diocesi di Penne Provincia di Teramo/dall’anno 1831 al 1848/ e poi arciprete di Cerchio. In occasione/della Mutazione di Governo del 1860 Compro-/messo per false delazioni, dovè fuggire da/Cerchio li 8 Aprile 1861. Si ricoverò in/Roma ove contrasse malattia, e morì in/Veroli il 28 Giugno 1862[…]”.Vedi in questo lavoro.
- Giacomo Giorgi nacque a Tagliacozzo. Vedi l’ottimo lavoro di Giacomo De Blasis : “ Sulle tracce di Giacomo Giorgi ”, Tipografia Top Print, Cava de’ Tirreni, 2004.
- Archivio di Stato dell’ Aquila, Corte d’Appello, Sezione Accusa, n. 19.
- E’ il canonico teologo nonché protonotario apostolico Erasmo Urbano Fortunato, nato a Cerchio da Anselmo e Rosa Felice d’Amore, il 4 Ottobre 1771. Nel Museo Civico di Cerchio si conserva una sua epigrafe elogiativa recante la seguente scrittura: “ NOB VIR D ERASMUS D AMORE/CAN THEOLOGUS COLLEGIATE CIRCULI/PROTONOTARIUS AC PONTIFICIUS CAPELLANUS/EQUESTRISO ORDINIS CALCARIS AUREI/ORNATUS/VIRIDARIUM HOC AD SUIS […]/SOLATIUM CONSTRUE[RE] CURAVIT/AN INCARN DOMINI MDCCCXX”. Misura cm 107x cm. 49. Morì a Cerchio il 22 Aprile 1855.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, serie I, b. 206 e Registro dei Misfatti dei distretti di Aquila, Sulmona, Avezzano, Città Ducale, dal 1848 al 1849, n. 375, p. 139. Nel carteggio narrante questo eclatante episodio viene riprodotta a colori, il 31 Gennaio 1849, dal perito incaricato Aurelio Marinucci, la “ Pianta Topografica/Di un prato recinto di muro e di alcune fabbriche di D.[on] Lorenzo d’Amore ed altri del Comune di Cerchio sito nell’abitato di detto/Comune “. Vedi anche l’articolo di Fulvio D’Amore : “ Buonanotte Signor Curato”! Un episodio di brigantaggio a Cerchio nel 1848”, Il Giornale della Valle del Giovenco, Bimestrale della Comunità Montana Valle del Giovenco Pescina (AQ), A. III, N. 3, Settembre-Ottobre 2002. Il Palazzo D’Amore era ubicato nell’attuale via Umberto I e fu in parte distrutto dal terrificante terremoto del 13 Gennaio 1915: viene messo in evidenza in una foto cartolina scattata all’epoca recante la seguente didascalia: “ Cerchio – Piazza Principe di Napoli “. Nel sito ricavato dalla demolizione di questo palazzo sono state costruite 4 abitazioni: fratelli Giuseppe e Vincenzo Tomassetti; eredi Ciofani Mario; Mione Americo ed, infine, studio medico Giuliana Giampaolo. La famiglia D’Amore in quel frangente era proprietaria anche dell’abitazione posta di fronte a detto palazzo e venduta, come “ bottega con diruti e suolo adiacente”, negli anni cinquanta del passato secolo, dall’erede baronessa Anna di Renzo, al mio defunto genitore Amiconi Umberto che l’adattò a falegnameria e negozio di ferramenta trasformata infine dallo scrivente, abbattendo il tutto, in sua propria attuale civile abitazione.
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi, III serie, b. 294.
APPENDICE II
ARCHIVIO DELLA DIOCESI DEI MARSI AVEZZANO
113/419
Sec. XIX (ante 1861 )
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Foglio de lumi pel ricorso fatto all’Arciprete/Carusoni
Il Compositore del ricorso fatto contro l’Arci=/prete Curato di Cerchio è d.[on] Venanzio d’Amore Fracassi (1) per essere inimico dell’/Arciprete perche Senza umani riguardi ha/voluto rimproverare e riprendere esso/d’amore con i figli dai pubblici Scan-/dali, fino ad esser giunto uno de’ figli/per nome d.[on] Geremia d’Amore (2) a toglie=/re barbaramente la moglie al proprio/marito, cioè al disgraziato Giovine/Pasquale Chiuchiarelli (3), che da più anni/se la tiene con pubblico e vergognoso/Scandalo, non solo della popolazione/di Cerchio, ma dei paesi limitrofi;/ed esso Arciprete è stato costretto a ne=/gargli la Communione Pasquale con zelo/e petto Apostolico, giusta le regole della/Chiesa./In casa del d.[on] Venanzio si è scritto il/
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il ricorso facendolo firmare da due/pessimi Soggetti, e miserabili: cioè/Antonio Cipriani di Giuseppe,(4) e France=/cesco Meogrossi di Giuseppe(5)./Il primo giovine di perduta morale, che/nelle passate turbolenze ha dato riprova/certa di sua mala condotta; tiene per/moglie una certa Amabile Iafolla(6) so=/rella di Nunziata Iafolla (7) moglie del/nominato Pasquale Chiuchiarelli, druda/di d.[on] Geremia d’amore; per conseguen=/za cognato il Cipriani del d’Amore./Il Secondo Francesco Meogrossi ortola=/no di d.[on] Venanzio d’Amore di pessima/morale, e miserabile, Sfatigato e nulla/possiede, e sta sempre in casa del d’Amore/onde procacciarsi un tozzo di pane, è un/Satellite dello stesso d’Amore./Esso d’amore, ed una porzione degli indi=/vidui indicati quali testimoni nel mar=/gine del ricorso sono gli autori, gli stessi/testimony notati al margine del ricorso sono/
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stati Scritti da d.[on] Venanzio d’amore/perche è carattere di d.[on] Venanzio stes=/so formato piu grandicello di quello scrive/ordinariamente. Tutti i testimony so-/no inimici dell’Arciprete; e se qualche/testimonio non testifica giusta le posi=/zioni del ricorso, ciò non è per defe-/renza, ma deve attribuirsi, o a mali=/zia per non far conoscere l’un con concer-/tatum verbum, o per qualche Scrupolo/di calunniare l’innocente./A conoscere chi siano i testimoni dati su/nota bastano due soli fatti:/Il primo, che d.[on] Venanzio d’Amore quale de=/gnissimo intrigante Supplente giudiziario in=/caricato dal Giudice a fargli andare i te=/stimony in Pescina, chiamò tuti i testimony/in sua casa, e gl’istruì della cosa, che/dovevano deporre contro l’arciprete, e/ciò si scorge già dalle deposizioni fatte./Il Secondo, che D.[on] Nicola Tuccieri(8) trovandosi/da più giorni in Pescina a Confessare,/quando fu avvisato, che doveva deporre/
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come testimonio, disse in presenza di più/testimony, che dovea tornare prima in/Cerchio per farsi istruire da d.[on] Ve=/nanzio d’Amore sugli fatti, che dovea/deporre. Ab uno Synove disceomnes!/Infatti Domenica in albis da Sera tor=/nò in Cerchio, fu a trovare il d.[on]/Venanzio, e quindi il lunedi mattina tor=/nò in Pescina a fare la deposizione/veramente da indegno intrigante Ministro/del Santuario. E’ poiinimico dell’Arcip.[ret]e/perche parente, o zio delaltro testimonio/d.[on] Nicola Ciotti (9): e perche ha creduto, e/crede tutt’ora, che l’Arcip.[ret]e Carusoni/fosse stata causa di fargli togliere il Ca=/nonicato di S.[anta] Maria dentro (10), che aveva in/amministrazione; mentre che, fu la Sua/Superbia, la Sua insorbordinazione, e irre=/golare condotta tenuta verso l’ottimo e/Sempre venerando Monsignor Vicario Ord.[inari]o/de Giorgio. È in ultimo inimico all’Ar-/ciprete Carusoni per aver questi scritto al/Sullodato Superiore, perche volle più volte/
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il Tuccieri, qual’ambizioso e superbo/e stupido indossare la stola, e fare/pubbliche processione pel paese, e quindi/entrare nella Chiesa p[arrocchia]le colla stola/pendente al collo nel mese di Giugno del/1849./D.[on] Nicola Ciotti inimico dell’Arciprete Carusoni,/per che pretendea l’arcipretura di Cerchio,/e vi concorse con l’arciprete Carusoni/a istigazione dei suoi riscaldati amici,/e quando si vide inferiore al Carusoni/per Scienza, e per meriti, che per anni 18/esercitava tal carica in Alanno (11) con piena/soddisfazione di una popolazione di tremi=/la e 300 anime; incominciò a fare ricor=/si co’ suoi amici, che speranzati in seguito/ di seguitarne a fare i dispotici in Chiesa,/all’Eccelletinssimo Ministro degli affari/Ecclesiastici in ogni posta per un’anno/intiero, non potè vincerla, e la polizia/Generale del regno, bene e con rigore/
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s’informò della condotta morale,/politica, e religiosa dell’Arcip.[ret]e Ca=/rusoni; e forse nella sua deposizione/non avrà dett’altro, che quello, che di=/ceva sempre ne’ suoi ricorsi; mettendo/ora per testimonio i fratelli su tan=/te rivoltosi in tutte le epoche, e/demoralizzati, e conosciuti dalla polizia/del regno, un Certo Restaneo giovine dispe=/rato che fu già ammazzato, un cognato/dei Galante morto, ed il Cambiere di/alanno famoso per i suoi pubblici/Scandali, e qualche altro non buono in/faccia ad una popolazione di Duemila/e più [an]ime un Ministro del Dio/vivente infamare un Arciprete, un/Sacerdote? E innanzi al giudice Secolare/diporre falsità. Si accusa finanche di/furto di olio di Cera, invece di accusar/se stesso di furto per averne rubato/
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una decina (12) e mezza di Cera fissata all’/art.[col]o 36 dello stato discusso della Cappella/dell’Ospedale, che ai 2. Febbraro di ciascun/anno deve distribuirsi al popolo, e il Ciot-/ti col Suo Collega Economo Curato/d.[on] Gio:[van] Pietro Continenza (13) per tanti/anni si sono appropriati di docati Sei/all’anno; quantoche l’Arcip.[ret]e zelantissi=/mo ne distribuisce detta Cera in detto/giorno, abbenche contrariato da un pajjo/[…]; da un falso bigotto? Che nelle passsa-/te turbolenze Andato per Segno della/Sua ambizione istruito già dai suoi più/stretti amici. L’arciprete Carusoni perche/ripieno di fraterna carità non lo ha mai/accusato come lenone de’ Suoi; come quello/che dice doversi assolvere qualunque pecca=/to in confessione, perche il confessore non/deve compromettersi non assolvendo./Il Ciotti tratta l’arciprete Carusoni per/spirito di vendetta, uomo disonesta/
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irreligioso. Onde farsi perdere la/stima, che gode presso le autorità/secolari pel Suo attaccamento alla re=/ligione al Trono: e potrà immaggi=/narsi il Ciotti, che l’arciprete Carusoni/o qualche altra persona che ha intre-/cata gli faranno dar conto della Sua de=/posizione indegna aSuo luogo e tempo./E qual’altroSoggetto potea Sperare/il viglior di questo il d.[on] Venanzio mostro/& di tutte le iniquità, e intrighi; che presie=/de ad una famiglia Scandalosa?/Egli perciò il Ciotti si recò pure/in casa del d’Amore, e si ricordò dei/ricorsi fatti fra gli anni 47. e 48./in Napoli- aggiungendo altre cosarelle./D.[on] Gio:[van] Pietro Continenza altro degno sacerdote/e testimonio contro l’arcip.[ret]e Carusoni,/è inimico di esso, essendo per natura odioso/del Suo Simile. Quando l’arciprete Caruso=/ni trovavasi in Alanno, dopo il concorso/
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fatto in Pescina per non fargli avere/L’Arcipretura di Cerchio, gratuitamen-/te e Senza conoscere la condotta dell’/Arciprete Carusoni, gli fece un ri=/corso al Ministro, e trovandosi il/Continenza allora Economo Curato/vi pose puranche il Suggello P[arrocchia]le./Il ricorso fu rimesso al Vescovo de’/Marsi, e lo lesse con dispiacere Sommo/e qualche altro Superiore persuadeva/Monsignore Ill[ustrissi]mo mandarlo ad un ri=/tiro per due mesi. Il Continenza non/Soffre lo zelo dell’Arcip.[ret]e che ha dispie-/gato per la Chiesa, che era già ridotta/una spelonca de’ latroni, per la sua/indifferenza, e insufficienza bel corregge=/re il popolo./Il fatto poi più straordinario di quest’uo-/mo, che fa conoscere, che ha affatto in/durito il cuore: è che avendo l’arciprete Ca-/rusoni negata la comunione pasquale a/d.[on] Geremia d’Amore[Fracassi] quel pubblico Scandaloso/
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questi a dispetto dell’Arciprete lo ha/comunicato nella Chiesa di S. Bartolo-/meo, essendo un stretto amico di d.[on] Venanzio/d’Amore[Fracassi]./Che si dirà dell’altro testimonio d.[on] Paolo/d’Amore(14), inimico giurato dell’Arciprete Caruso=/ni? per essere il primo un riscaldato, e il/secondo tutto attaccato all’ordine, alla/religione al Trono? Come quegli che ha Sem=/pre predicato con zelo, e petto Apostolico nel=/le passate turbolenze l’attaccamento al Tro=/no, di Ferdinando II° (D.[io] G.[uardi]) alla religione di Gesù Cristo, rispetto alle Autorità costituite,/con dispiacere odioso del d’Amore d.[on] Paolo, e l’arcip[ret]e Carusoni ne riportò degli insulti/ e minacce, e ne riclamò presso il Superiore/immediato.Cosa si potrà dire di un Sacerdote/tutto mondano, che in tutt’i tempi è stato/Sorvegliato dalla polizia del regno. Gastigato/dal Vescovo Segna /di (d.v) e mandato in ritiro/di Arischia per più mesi, per la su ( è stato cancellato n.d.r. ) il suo male/oprare, per la sua cattiva condotta? Mentre/devono esistere incartamenti nella Succ[ennata] Curia/Vescovile de’ Marsi, come esistono nell’ar=/
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chivio g[enera]le. E’stato sempre amico con/d.[on] Venanzio d’amore[Fracassi] Specialmente quando si/dovevano fare ricorsi./Egli come custode del camposanto Si pren=/de Senza adempiere al proprio dovere doca=/ti 24 annui, e la Chiesa è sempre chiusa,/e l’Arciprete Carusoni per aver voluto dire/che dovea stare aperta, vi fu insultato/per la quarta volta da questo Sacerdote/che non ha voluto mai conoscere se stes=/so./D.[on] Brizio Ciaglia (15) inimico dell’Arcip.[ret]e Carusoni/dal perche trovandosi il Ciaglia Maestro di/Schuola pubblica, da più anni non cura fa=/re la Scuola, e vi và qualche volta un sol/ragazzo, né i padri di famiglia non ( è scritto sopra n.d.r. ) vi mandano i/loro figli, perche conoscono la totale insuf=/ficenza e inabilità del d.[on] Brizio Ciaglia, /e l’arcip.[ret]e Carusoni ne ha scritto più volte/all’Ispettore delle Scuole di Avezzano, essen=/do ciò uno de’ principali motivi della demotatizione di Cerchio. E poi intrinseco amico/del d.[on] Venanzio d’amore, e sta quasi sempre/
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in casa di questo, e vi passa il d’amore/pipa e tabacco. Maestro del figlio della/druda di D.[on] Geremia d’amore./Gio:[van] Crisostomo Continenza (16) inimico dell’arcip.[ret]e/parente stretto ( èstato cancellato n.d.r. ) fratello di Gio:[van]Pietro/Continenza, parente di D.[on] Nicola Ciotti,/di angelo Tuccieri e d.[on] Nicola Tuccieri,/la figlia è maritata in casa di d.[on] Brizio/Ciaglia. Fu in casa di d.[on] Venanzio d’amo-/re [Fracassi] onde essere istruito./Isidoro Continenza (17) è inimico all’Arcip.[ret]e Carusoni/dal perche, il zio d.[on] Gio:[van] Pietro Continenza/avea in amministrazione il beneficio di/S. Pietro, la diocesana lo diede in affitto/dietro subasta, e rimase al nipote dell’arcip.[ret]e/Pio (sic) Carusoni, e si credé, che l’arcip.[ret]e/avesse curato farglielo togliere, oltre di/essere nipote di Gio:[van] Pietro Continenza/di Gio:[van] Crisostomo Continenza parente del/Tuccieri di Ciaglia. Fu pure istruito da/d.[on] Venanzio d’amore[Fracassi]./Angelo Tuccieri (18) inimico dell’Arcip.[ret]e per essere/
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fratello di D.[on] Nicola Tuccieri, nipote dei/d.[on] Gio:[van] Pietro Continenza e Gio:[van] Crisosto=/mo Continenza, parente di Ciaglia Cogna=/to a Isidoro Continenza. Domenico d’Amore (19) fratello di d.[on] Paolo d’A=/more. Inimico dell’Arcip.[ret]e Carusoni./pubblico Scandaloso, e vi ha negata la/Communione Pasquale./Andrea Cipriani garzone di d.[on] Venanzio d’A=/more [Fracassi], di pessima morale./Francesco Cipriani, è stato al servizio di d[on] Ve=/nanzio d’Amore [Fracassi] debitore, e affittuario/di taluni terreni del d’Amore[Fracassi], e parente/allo stesso./Francesco d’Amore parente è dipendente per debiti/ e affittuario di taluni terreni/Vincenzo d’Amore; inimico dell’Arcip.[ret]e perche lo/tolse per Sacrestano nell’anno 1849 per/cattivo Servizio, e altre azioni./D.[on] Luigi Macchiusi (20), inimico dell’Arcip.[ret]e, il re-/golatore di tutti i ricorsi fatti all’arciprete in Napoli, per non fargli avere l’Ar-/cipretura di Cerchio. Intrigante, amico e/
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parente di d.[on] Nicola Ciotti, e questo/dipende dal Macchiusi in tutte le sue/azioni/D.[on] Nicola d’Amore (21) abbenche ( è scritto sopra n.d.r. ) inimico dell’Arcip.[ret]e per averlo/nello Scorso anno fatto Sospendere in divi-/nis dal Vescovo de’ Marsi per le sue ubbri=/achezze, e irregolare condotta. Cappella=/no del d.[on] Venanzio d’Amore [Fracassi]. pur nono=/stante non ha voluto acconsentire alle premu-/re di D.[on] Venanzio d’Amore [Fracassi] di presentarsi/innazi al Giudice onde deporre contro/l’arciprete Carusoni cose false./Vincenzo de’ Amicis non ha voluto condiscendere/alle stesse premure del d’amore, abben-/che abbia un figlio il de amcis al Ser-/vizio del d’amore, conoscendo la congiu=/ra, e l’accordo che vi era fatto a premu-/ra di d.[on] Venanzio d’Amore [Fracassi] contro l’arcip.[ret]e Carusoni “.
Note
- E’il potente don Venanzio d’Amore Fracassi il Vecchio, nato a Cerchio il 18 Maggio 1772 ed ivi deceduto il 22 Ottobre 1854. Vedi il mio : “ Idee politiche di Venanzio D’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti nell’entroterra abruzzese durante l’invasione francese (1806-1809)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 92, Anno XI, 2008. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio e nei distretti op.cit. Amiconi F.: ” Parasitt il brigante op.cit.”. Amiconi F. ( a cura ): ” La repressione del Brigantaggio op.cit.”. AmiconinF. : ” Storia della Madonna dlle Grazie di cerchio op.cit. “. Amiconi F. ( a cura ): ” La Guerra de’ Paesani op.cit.”.
- E’ Geremia d’Amore Fracassi. Vedi in appendice prima. Amiconi F. “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Pasquale Chichiarelli, nato a Cerchio il 12 Aprile 1820, da Giovanni e da Lucia Iannicca. Si unì in matrimonio con Nunziata Iafolla ( Maria Nunziata Iafolla nata a Cerchio il 25 Marzo 1817 da Giuseppe e da Anna d’Amore ) il 25 Ottobre 1840. Il Nostro, essendo rimasto vedovo, si unì nuovamente in matrimonio con Tuccieri Maria Teresa, nata a Cerchio il 13 Ottobre 1827, figlia di Liborio ( vedi in questo lavoro ) e di Nusca Eleonora.
- Antonio Cipriani,nato a Cerchio il 20 Gennaio 1823, da Giuseppe e Rosaria Giusti. Coniugato con Maria Amabile Iafolla. Vedi in questo lavoro dove il Nostro risulta essere proprietario.
- E’ lo stesso personaggio reo di omicidio nella persona di Raffaele Iafolla ( deceduto a Cerchio il 13 settembre 1860 all’età di 49 anni ). Il citato Francesco Meogrossi morì, all’età di 45 anni, alle ore 8 pomeridiane del 14 agosto 1868, nell’ospedale del bagno penale di Gaeta , dove era detenuto. Vedi in questo lavoro.
- Amabile Iafolla, nata a Cerchio il 15 Aprile 1823, da Giuseppe ed Anna d’Amore. Coniugata con Antonio Cipriani ( Vedi nota 4 ).
- Nunziata Iafolla vedi nota 3.
- Don Nicola Tuccieri, nato a Cerchio l’ 11 Settembre 1806 ed ivi deceduto il 17 Febbraio 1880. Vedi in questo lavoro.
- Don Nicola Ciotti, nato a Cerchio il 6 Ottobre 1814 ed ivi deceduto il 19 Luglio 1884.
- “Santa Maria dentro” o “Santa Maria dentro le mura” è la Santissima Madonna dell’Annunziata antica chiesa parrocchiale di Cerchio.
- Vedi Pietr’Antonio Carusoni in appendice prima.
- Misura pari a 10 libbre cioè pari a Kg. 3,20759.
- Don Giovan Pietro Continenza, nato a Cerchio il1 Febbraio 1789 da Ferdinando e da Maria Croce Di Domenico. Morì a Cerchio il 6 Luglio 1863. Non risulta, nel fuoco 60 relativo a Ferdinando Continenza figlio di Giuseppe, dello “Stato delle Anime della Terra di Cerchio formato da me D.[on] Angelo Nicola Arcip[re]te d’Amore nell’anno 1785 “ (Archivio della Diocesi dei Marsi Avezzano ) alcun Gio:[van] Crisostomo Continenza. Come mai? Risulta invece un solo Gian Crisostomo Continenza, nato a Cerchio il 24 Novembre 1781 da Germano ( tale nome in seguito, non sappiamo i motivi, sarà trasformato in Gervasio n.d.r. ) Antonio e Berardina Fabrizii, riportato nel “Fuoco”29 relativo a Giuseppe Ant.[oni]o Continenza del sopracitato “Stato delle Anime”. Il menzionato Gian Crisostomo Continenza è l’unico riportato in tutto il registro del citato Stato delle Anime. Forse, quindi, non è il fratello bensì “un parente stretto” come era stato scritto e poi cancellato? Vedi la nota 19. Fu iscritto come carbonaro nella “ Vendita di Leo” di Cerchio. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio e op.cit”.
- Don Paolo D’Amore, nato a Cerchio il26 Febbraio 1794 ed ivi deceduto il 1 Dicembre 1865. Mio prozio. Fu iscritto come carbonaro nella “ Vendita di Leo “ di Cerchio di cui era “ Gran Maestro “ il di lui cugino D’Amore Pasquale di Natale, nato a Cerchio il 12.8.1871. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Don Brizio Ciaglia, nato a Cerchio il 25 Novembre 1791
- Gio:[van] Crisostomo Continenza, nato a Cerchio il 24 Novembre 1781 da Germano ( Gervasio ) Antonio e da Berardina Fabrizii. Fu sindaco del Comune di Cerchio dal 1850 al 1852.Fu iscritto come carbonaro nella “ Vendita di Leo”. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”. Vedi anche in questo lavoro.
- Isidoro Continenza, nato a Cerchio il 29 Aprile 1802 da Vincenzo e Colomba Corsetti. Morì a Cerchio il 19 Dicembre 1884. Fu iscritto come carbonaro nella “ Vendita di Leo “.Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”. Vedi anche in questo lavoro.
- Angelo Serafino Orante Tuccieri, nato a Cerchio il 27 Settembre 1792 da Benedetto e da Crocefissa Natale. Si unì in matrimonio con Lucia Continenza. E’ il fratello di Brizio iscritto come carbonaro nella “ Vendita di Leo”. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Domenico o Domenicantonio D’Amore, nato a Cerchio il 26 Gennaio 1798 ed ivi deceduto il 9 Gennaio 1879. Svolse l’attivita’ di esattore fondiario. Mio trisavolo. Anche questi come il sunnominato fratello don Paolo ed il proprio genitore Giuseppe fu iscritto come carbonaro nella “ Vendita di Leo”. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio cit.”. Vedi anche in questo lavoro.
- Don Luigi Macchiusi, nato a Pescosolido il 9 Ottobre 1794 da Salvatore e da Elisabetta Mariani . Deceduto a Cerchio il 18 Marzo 1873. Svolse l’attività di farmacista. Fu Sindaco del Comune di Cerchio dal 1831 al 1837. Fu iscritto come carbonaro nella “ Vendita di Leo “. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op. cit.” Vedi anche in questo lavoro.
- E’Don Nicolantonio d’Amore, nato a Cerchio il 15 Marzo 1816 ed ivi deceduto il 14 Aprile 1872.
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI CERCHIO
DELIBERAZIONI DELLA CONGREGAZIONE DI CARITA’ DI CERCHIO
1863-1877
“[…]L’anno 1865 il giorno 26 Maggio a 26 Maggio nel Comune di Cerchio/Riunitasi la Congregazione di Carità composta dal Sig.r Pre-/sidente D.[on] Geremia d’Amore Fracassi, e membri D.[on]/Alfonzo Continenza Sacerdote, Sig.r Achille d’Amore, Sig./Luigi Continenza, e D.[on] Emidio Cipriani Sacerdote, questo/ultino ha fatta la Sequente proposta./La nostra Chiesa Parrocchiale (1) esigge, e chiama la nostra vivis-/sima attenzione, perché è il più bello monumento di/questi contorni, tanto perché i nostri Maggiori la-/sciarono a di loro memoria un’opera a cui profusero/immense migliaja di Ducati, quanto per la insigne ar-/chitettura può dirsi l’unico pregio che ha in sostanza/questo nostro Comune. Il lavoro dunque da farsi pel/decoroso mantenimento, è il ristauro interno/che in moltissimi punti si veggono Distrutti per ef-/fetto delle dannose parature di cui si sono eseguite/in occasione di feste, sin dal tempo della costruzione/di detta Chiesa. Più conviene accorrere al ripaRo di/una non lieve lesione esistente nella Cuppola/che nel 1851 (2) avvenne per causa di una spaventevole/Scossa di tremoto. Ciò posto per siffatte riparazio=/ni ne viene indispensabilmente la conseguenza/d’essere interamente rimbiancheggiata per la debi=/ta uniformità./Come che in detto tempio si trovano erette le quattro cap=/pelle, cioè il S[antis]S.[i]mo Sacramento, e S[antis]S[i].mo Rosario, l’Ospedale,/ed il Suffragio; così quest’opera Pia è tenuta al da/farsi come sopra, per lo chè si presenta a questo con=/sesso analoga Perizia, dalla quale si scorge pur anche il valore de’ legnami per la dovuta Castellana, e ponte come ne-/cessari mezzi per il conseguimento dei lavori in parola./La Congregazione di Carità/Intesa la Sprascitta proposta = Letta la perizia/redatta dal maestro Gregorio Pescitelli di Scanno, con=/siderato che le operazioni di cui trattasi non debbono essere ulteriormente inosservate, e trascurate sulla/Chiesa Parrocchiale, per la potente ragione che/il pubblico ne fa Tesoro. = Considerato che la proposta/all’uopo è talmente astringente, che non vi è altro/ad aggiungere perche si venghino ad effettuare imman/tinente i cennati lavori./Delibera quindi/Ad unanimità di voti, che a termini dell’enunciata pe=/rizia si esegua ciò che sia il da farsi in tutta la/Sua estensione in appalto, prelevandosi tale spesa/Sulla resta di cassa che figura sul Bilancio del cor/rente esercizio 1865./Il Sig:[no]r Presidente è pregato di trasmettere la perizia con/Doppia ( è stato cancellato n.d.r. ) tripla ( è scritto sopra n.d.r. ) copia della presente deliberazione al sig.r/Sotto-Prefetto del Circondario, onde ne promuova l’analoga/Approvazione dalla Deputazione Provinciale./Letta all’adunanza Si è confermata e Sotto Scritta./Il Presidente/G[eremia] d’Amore Fracassi/I Membri/Emidio Cipriani/Achille d’Amore/Luigi Continenza/Alfonso Continenza/Pel Segretario impedito/Il V.[ice] Segretario Comunale/Ant[oni]o Cimini […]”
“[…] L’anno 1866 il giorno 30 di Dicembre nel Comune di/Cerchio./Riunitasi la Congregazione di Carità nella solita Sala delle adunanze,/Composta dal presidente Sig.[no]r d’Amore Fracassi Geremia, e Membri Sig.[no]r Ci=/( al margine sinistro si legge: “ per la costruzione di/uno ospedale” n.d.r. )priani Emidio, Sig.[no]r Continenza Alfonso, Sig.[no]r d’Amore Achille, e Sig.[no]r/Tuccieri Cimini Francesco./Il Presidente ha fatta la Seguente Proposta./Per corrispondere alle provvide cure del Real Governo in forza di/Regolamenti emanati sin dal 1862 Si prospettava, e raccomandava a/tutte le Congregazioni di Carità di Soccorrere alla Classe indigente de’/rispettivi Comuni con opere di beneficenza, in relazione de’ Loro biso-/gni volendosi attuare dunque siffatti benefici Suggerimenti, si/il bene di proporre a questo consesso a prendere in Seria considera-/zione di essere privo questo Comune di Ospedale, luogo di/ricovero perlocchè è mestieri nel rincontro di Colera (3) o di altre e-/pidemie, che potrebbero verificarsi, darsi un Soccorso umanitario a/Miseri Se mai fussero colpiti da qualche infermità, cosicchè + ( al margine sinisto si legge: ”+ faduopo impiantar-/si” n.d.r. ) un Asilo per i poveri Malati, i quali andrebbero a/Soccombere per mancanza di necessari mezzi di vita, e ciò in adempi-/mento a favore di questa popolazione di un’opera molto beneme-/rita del che se ne trova nel preciso bisogno. Si presenta perciò alle/SS.(Signorie) LL.(Loro) analoga e circostanziata perizia con disegno in rilievo, il quale/è 312 volte più piccolo del vero. Detto lavoro trovasi redatto/dall’Architetto Sig. Tesone Domenico (4) di Fontecchio, alche accettandosi la presente proposta, conviene dare un favorevole giudizio/ed una indennità tanto Sulla perizia, che disegno eseguito(5), poiché/nella cennata perizia non si scorgono Siffatti dritti quindi le SS.(Signorie)/LL.(Loro) averanno la compiacenza deliberare Sopra a tutto l’occorrente/La Congregazione intesa la Soprascritta Proposta, letta la perizia re-/lativa alla formazione di un’ Ospedale Visto l’Analogo disegno/Considerato che questo Comune trovasi tra’ i paesi Circostanti il/Laco Fucino in dove Si Stà Verificanto il Prosciugamento (6), da ciò/Potrà avvenire in tempo d’està precisamente che quelle ter-/re Sgombre dalle Acque, dassero dei Measmi che infettano e/rendono mal sana l’aria in modo da poterne risentire la igiene/pubblica = Considerato che il Morbo Asiatico abbia Toccato con/indicibile Terrore, e spavento diversi punti della Provincia, non sareb-/be difficile che si appalesasse disgraziatamente tra questa po-/polazione, perlocchè la classe indigente ne potrebbe risentire più che/mai Funestissimi effetti per mancanza di un’Ospedale = Considerato/che la Civiltà de’ tempi mette, ed impone di mirare a sollevare i/Miseri Specialmente nella loro infermità in cui i Soccorsi è immen-/samente gradito = Considerato in quanto alle finanze esservi il/vantaggio a prò delle opere pie poiché coll’effettuazione della/Fabbrica addetta ad Ospedale Si acquistano cinque Fondaci che/daranno sicuramente una rendita annuale al ripetuto Luogo Pio =/Considerato che la proposta del Sig.[no]r Presidente è astringente in/Modo da convenire, ne di altro di aggiungere per aderire a quanto/In essa si contiene. Quindi ad unanimità di Voti delibera di/Ritenersi la perizia a norma della quale si divenghi alla costru-/zione dell’Ospedale Sul luogo e sito destinato (7),incominciando/detto lavori coi rimanenti Sopravanzi di Cassa di queste opere pie,/e non essendo Sufficienti questi pel Compimento dell’opera po-/trà addirsi Sufficienti questi pel Compimento dell’opera po-/trà addirsi la rendita annuale della Cappella Sotto il Titolo del-/l’Ospedale = Si deliberi inoltre ducati ventiquattro pari a lire/centodue per dritti d’indennità all’Architetto Sig.[no]r Tosone per/redazione delle perizie, e disegno in rilievo = Si deliberi in ul-/timo di farsi detto lavoro in appalto colle seguenti Condizioni./1° Che l’opera debba eseguirsi al piu presto possibile a seconda che/l’opera pia piò Somministrare i necessari mezzi a cura e diligenza/dela Congregazione Stessa./2° Che il lavoro debba effettuarsi anorma della perizia e disegno/con//Con ottimi Materiali e buono Maggistero./3°Che il pagamento del lavoro debba farsi in tre rate uguale, cioè/( al margine sinistro si legge : “ Per la costruzione/di uno Ospedale “ n.d.r. ) la prima nel principio del lavoro, la Seconda nella metà dell’ope-/ra, e la Terza dopo l’Approvazione della Misura finale./4° Che non eseguendosi il lavoro giusta la perizia e disegno, resta facol-/tata la Congregazione Stessa farlo eseguire a danno ed interesse del-/l’appaltatore e suo Garante/5° Che ogni offerente nell’atto della licitazione presentar debba un/idoneo garante col quale S’intenda Solidale qualunque azione/6° che Tutte le Spese del Contratto, quelle di Perizia e disegno., Misu=/ra finale e revisione della Stessa al Perito in Aquila, e tutte le al-/tre che potessero occorrere, andar debbono a carico del limitatore e/suo garante solidale/7° Che per la Mancanza ad uno de Suddetti articoli vi Sarà una Multa/non minore di Lire 400:00 a danno dell’appaltarore e suo garante ed/in beneficio dell’opera pia/8° Rimane compiuto il Contratto con l’ultima definitiva licitazione Sen-/za bisogno di Superiore approvazione./Si prega il Sig.[no]r Presidente inviare doppia copia della presente/Deliberazione con perizia al Sig.[no]r Prefetto della Provincia, affin-/chè venghi Vistata dalla Deputazione Provinciale./Letta all’adunanza Si è Confermata e sottoscritta./Il Presidente (sic)/I Membri (sic)[…]”
“[…] L’anno 1867 il giorno 21 del Mese di 9[novem]bre in/Cerchio./Riunitasi la Commissione per la Congregazione di/Carità a premura del Sig.[nor] Presidente Continenza/Isidoro (8), Sono comparsi i Membri Signori Achil=/le d’Amore, Vincenzo Cipriani, e Francesco Tuccieri/Cimini = Con l’assistenza del Segretario Comunale/per infermità del Segretario dei LL.[Luoghi]PP.[Pii] Sig.[no]r/Ant[oni]o Cimini./Il Presidente ha proposto, Signori il Sindaco di/questo Comune, per accomodare le Scuole Elemen=/tari (9) di questo Comune, ha domandato un Sussidio/della Cassa dei LL.[luoghi] PP.[Pii] interesso quindi le SS.[Signorie] LL.[L oro]/a voler deliberare favorevolmente a contempla=/zione della pubblica utilità./La Congregazione di Carità/Intesa la Proposta Considerato Che la Cassa Co=/munale e quasi esausta nelle sue finanze per/le molte spese ch ha. Visto che un tale/Sussidio, è una delle migliori concorrenze che/la cassa di questi LL.[luoghi] PP.[pii] possa mai fare./All’unanimità di voti delibera Accordarsi/al Comune di Cerchio la Somma di Lire tre=/cento, per addirsi a vantaggio della pubblica/istruzione, a tal fine autorizza lo Storno/sull’art.[sic]/del Bilancio del Corrente esercizio 1867./Autorizza il Sig.r Presidente di questa Congragazione/di Carità, di trarre mandato in testa al Sig.[no]r Sindaco/di questo Comune (10), appena se ne avrà ottenuta/la Superiore approvazione/Letto Si è confermata e Sottoscritta/Il Presidente La Congregazione di Carità/Isidoro Continenza/I Membri/Achille d’amore/Vincenzo Cipriani/Francesco Tuccieri/Per Segretario infermo/IL Segretario Com[unale]/A[ntonio] Cimini “[…]” (11)
Note
- E’ la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo Martiri la cui costruzione fu inziata alla fine del secolo XVIII. Completamente distrutta nel terribile terremoto avvenuto il 13 Gennaio 1915. Qui perirono circa 120 donne alle quali, in quel fatidico giorno, era riservata una messa speciale. Morirono anche i Padri Redentoristi Antonio Mirabella e Paolo Annessa che stavano officiando la Santa Messa. Il parroco del paese, don Salvatore Relleva ( 1884 – 1961 ) si salvò perché non stava celebrando la messa.
- Piu’ esattamente tale scossa avvenne il 30 Dicembre 1850:”[..] la disgrazia che si ebbe del forte terremoto avvenuto la mattina dei trenta or caduto mese ha fatto si che non possa neppure da questo fondo prendersi cosa alcuna, poiché ha rovinato tutte le Chiese di padronato di questo Comune fra le altre la parrocchiale di cui la cuppola ha sofferto in più punti ed a bisogno di sollecito riparo. In quella della Vergine Santissima delle Grazie deve nuovamente ricostruirsi tutta l’intera volta, con il tetto la Chiesa del camposanto con il camposanto istesso ( è l’antica chiesa parrocchiale Santa Maria dell’Annuziata volgarmente detta “Dentro” o “Dentro le mura” n.d.r.)[…]” Archivio Storico del Comune di Cerchio, seduta decurionale del 5 Gennaio 1851. Vedi in questo lavoro.
- Il 14 Settembre 1863 era morto a causa del colera Domenicantonio Legge, nato a Cerchio il 27 Febbraio 1809 come così pure a causa del citato morbo morì in Ortucchio Giovan Candido Bianchini, nato a Cerchio l’11 Aprile 1809: “[..] morto in Ortucchio nel Colera del 1867[…]” così è riportato nel “fuoco” 60 dello stato delle Anime del 1864. Il già citato medico Benedetto D’Amore “ […] fece profondi studii sulla malaria/nel prosciugamento del Lago Fucino, da meritare la/Croce di Cavaliere[…]”.
- E’ l’ingegnere Domenico Tosone che, alcuni anni dopo, elaborò un “ Progetto per ridurre ad uso di scuola comunale alcuni locali al pian terreno dell’ex convento dei Monaci di Cerchio redatto dall’ing. Domenico Tosone – Dicembre 1879 “. Archivio Storico del Comune di Cerchio. Nel 1880 elaborò, gratuitamente, anche il progetto del nuovo cimitero comunale.
- Terzo lago d’Italia, completamente prosciugato, dopo 22 anni di duro lavoro, nel 1876 per volontà del banchiere e poi principe Alessandro Torlonia ( 1880-1886 ).
- Forse è andato perduto.
- Non sappiamo dove tale luogo fosse ubicato. Non sappiamo neanche se tali lavori ebbero inizio. Molto probabilmente no infatti : “[…]Lavorandoci a riprese dal 1883 al 1911, il Co-/mune vi ha costruito[…]un quartierino/di nove ambienti, nel quale si potè aprire, senza spesa, il/lazzaretto nella epidemia colerica del 1911[…]” in “ Deduzioni/dell’Amministrazione Comunale circa/gli addebiti ad essa fatti nella relazione/del Commissario Sotto-Prefettizio Signor Luigi cantori “, Aquila, Off. Graf. B. Vecchioni & Figli, 1913, p. 20 e con lo stesso titolo in Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 90, Anno XI, 2008.
- Nato a Cerchio il 29 Aprile 1802 da Vincenzo e Colomba Corsetti. Morì a Cerchio il 19 Novembre 1884. Fu iscritto come carbonaro alla “ Vendita di Leo” del Comune di Cerchio. Vedi in questo lavoro. Amiconi F.: “ La carboneria a Cerchio op.cit. “.
- Vedi il mio : “ La scuola in un paese dell’entroterra abruzzese: Cerchio(AQ) (secc. XVII-XX)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 99, Anno XII, 2009.
- E’ il delegato Francesco Tucceri che resse il Comune di Cerchio dal 1866 al 1869.
- Archivio Comunale di Cerchio. Amiconi F. : “ Gli atti deliberativi della Conmgregazione di Carità di Cerchio(AQ) 1863-1877”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 69, Anno IX, 2006
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI CERCHIO
“[…] Nella medesima seduta.(7 settembre 1895 n.d.R.) “ sotto la presiden-/za dell’Assessore Anziano funzionante da Sindaco, non/essendovi titolare nominato, Signor Venanzio Cav.[alier] d’A/more Fracassi (1), nelle persone de’ Consiglieri Signo-/ri Gaetano Continenza, Geremia d’Amore Fra-/cassi, Francesco Pecilli, Benedetto Tucceri, Pasqua-/le Continenza, Francesco d’Amore, Giuseppe Con-/tinenza, Francesco Ciofani, Angelo di Domenico/e Francesco d’Amore di Luigi, con l’assistenza del/Segretario Marcellino Pietroiusti […]” )/Il Presidente ha esposto al Consiglio che il potere/legislativo dello Stato dichiarava testè festa Nazionale/il giorno 20 Settembre, nel quale, nel 1870 Si compi-/vano le ardenti aspirazioni nazionali con la con=/quista di Roma destinata a capitale del nuovo Regno/d’Italia = Espone che ricorrendo il venticinquesimo/anniversario di quel fausto avvenimento, Roma/si accinge a celebrarlo con quella solennità, che il più/gran fatto del nostro politico risorgimento richiede;/ed il pensiero dalla Capitale comunicato come da/scintilla elettrica ai più remoti angoli del nostro/regno ha commosso ed acceso gl’animi tutti, onde le/rappresentanze municipali, interpretando i senti-/menti delle popolazioni, con nobile gara, in i-/svariate forme, prenderanno parte alla festa sud-/detta. Propone quindi di emettere le disposizioni/necessarie, affinchè da quest’Amministrazione:/la lieta ricorrenza sia convenientemente festeg-/giata. Il Consiglio: Ritenuto che con la/espugnazione di Roma, avvenuta il giorno ven=//ti di Settembre dell’anno milleottocentosettanta, il diritto/della Nazione Italiana sulla propria capitale fu/definitivamente affermato, e sanzionato dalla pa=/rola sacra del Padre della Patria col detto : a Ro-/ma ci siamo e ci resteremo./Ritenuto che con la riunione di Roma all’altra parte/della nostra Penisola ebbe pieno effetto il nostro/Regno, secondo il diritto moderno di Nazionalità; e/quindi quell’epoca memoranda deve rimanere in-/cancellabile nella mente e nel cuore di ogni Italia-/no, ed il suo ritorno nel giro degli anni deve commemo-/rare non solo alla presente; ma alle generazioni/venture la riscossa del nostro popolo, che guidato dalla stella/di Savoia, divenuta stella una, seppe con coraggio e sacri-/fici leggendari raggiungere la meta gloriosa della una/unità. Ritenuto che tale supremo avvenimento si per-/petua immedesimato nella esistenza e grandezza Nazio-/nale, e quindi nazionale è il dovere di celebrarlo nelle/epoche convenzionali delle fauste ricorrenze./Per appello nominale. Con voto unanime Delibera:/che a cura ( è stato cancellato n.d.r. ) da quest’Amministrazione sia solennizzata/la festa nazionale del XX Settembre prossimo, in cui ri-/corre il venticinquesimo anniversario della liberazio-/ne di Roma ( dico Roma) Capitale d’Italia, ed all’uopo/dispone:- 1° Che questo Comune sia rapresentato//In Roma alla inaugurazione della Colonna monu-/mentale a Porta Pia ( a cura e spese di quest’Ammini-/trazione ) inalzata a ricordanza della vittoria riportata/in quel punto dall’Esercito Italiano, entrato, in seguito ad/essa, trionfalmente nella eterna Città; e con voti se-/greti dieci inundici votanti ha commesso siffatto in-/carico al cavaliere Signor Venanzio d’Amore Fracassi/Sindaco f[acente]f.[unzione] di questo Comune./2° Che nel detto giorno venti Settembre, siano imban=/dierati i pubblici edifici, e con colpi di mortari sia/salutata l’ora, in cui le truppe Italianepenetraro-/no in Roma, ed a cura della Giunta Municipale sia-/no distribuite razioni di pane ai poveri, e razioni/di carne ai poveri infermi./3° che sia versata la Somma di Lire dieci qual con-/corso per la Colonna monumentale sopraindicata./Manda che le spese occorrenti siano prelevate/dal fondo per la festa nazionale art.° 26 del Bilancio/in corso, che aumenta di Lire 385,60, prelevando £/185,60 dal fondo di riserva; Lire 150 dal recupero dell’Ar-/ticolo 2° Categ.[ori]a 1^ Parte Passiva; e £ 50 dall’Art.[icol]o 39./Categ. 18 superfluo nell’anno corrente./[…]”(2)
Note
- Nato a Cerchio l’8 Marzo 1856 da Giuseppe e dalla baronessa Angela Maria Pietropaoli, da non confondersi con il suo omonimo nonno. Fu dottore in legge e sindaco di Cerchio per ben 35 anni: dal 1879 al 1913 e 1920-21. Per i suoi meriti fu nominato Cavalier dei SS. Maurizio e Lazzaro e Cavalier Ufficiale della Corona d’Italia. Morì a Cerchio, ultimo rampollo della potentissima famiglia D’Amore Fracassi, il 9 Agosto 1940 . Ironia della sorte tale casato era sorto alla fine del ‘ 700 da un Venanzio d’Amore( è il nonno del Nostro ) che diverrà in seguito, al matrimonio con la tredicenne Rachele Fracassi avvenuto il 29 Agosto 1795, d’Amore Fracassi e finisce con un Venanzio D’Amore Fracassi. Amiconi F. : “ La carboneria a Cerchio op.cit.”. Vedi anche i miei numerosi articoli pubblicati su varie riviste riguardanti l sunnominato Venanzio D’Amore Fracassi, il vecchio.
- “ DELIBERAZIONI/DEL/CONSIGLIO/MUNICIPALE/3/DAL 29 MARZO/1889/AL 14 NOVEMBRE/1895 ”, Archivio Comunale di Cerchio.
NOTIZIE VARIE
Piace chiudere questo lavororiportando l’interessante articolo pubblicato su “ LAGUIDA/GIORNALE DEL POPOLO” DEL 24 DICEMBRE 1861, Anno II, Numero 88:
“ MORTE DI BORJES E COMPAGNI/Da alquanti giorni a questa parte la stampa annunziava che/grave dissenso regnava tra Borjes, Langlois, Crocco e Ninco/Nanco; e che per tal motivo il Borjes coi suoi Spagnoli tentava di/riguadagnare la frontiera Romana attraversando la provincia di/Molise, e l’Abruzzo Aquilano./Probabilmente sarebbesi da Pescasseroli gettato su Colleongo/e quindi sulla Valle Roveto guadagnando al di là del Liri il ver-/sante della Serra che guarda il Pontificio. Per sconcertare questo/piano di operazioni il Maggiore Marsuzzi spediva il 4 corrente una/compagnia a presidio di Collelongo e Villavallelonga; ma le nevi/cadute in buona quantità non permisero al Borjes di valicare quei/monti anche per la circostanza dei cavalli di cui era fornita la sua/banda./Quindi mutando divisamento, attraversava Scanno, Villalago,/ed Ortona dei Marsi; ed abbenchè inseguito da tutte le Guardie/Nazionali dei suddetti paesi ed in specialità quella di Pescina/che nella notte del 6 al 7 corrente gli dava la caccia dal tenimento/di Ortona dei Marsi nella contrada Carrito; pure per causa delle/tenebre seppe evitare di esser sorpreso, e proseguì sempre la sua/marcia prendendo momentaneo riposo nelle diverse case rurali/che sul momento abbandonava pagando riccamente i pochi ristori/che riceveva. Per tal modo nel mattino del 7 trovavasi sotto le pia-/nure di Cerchio e Celano prendendo ricovero in una osteria chia-/mata la Stanga dove rimase buona parte del giorno, e per non es-/sere scoperto tratteneva tutti i passeggeri che venivano alla volta/di Avezzano. La banda si componeva di 25 individui con 17 in 18/cavalli; circa 15 erano Spagnoli, ed i restanti Italiani, cioè uno/di Siracusa, quattro o cinque della Basilicata, due sbandati, 3/qualche altro di cui s’ignora la Provincia./Tra gli Spagnoli oltre il Borjes col grado di Generale, v’era un/Colonnello di cognome Lafont. Una della banda e propriamente/di Montemurro (1) si disperse nella notte del 6 al 7 accovacciandosi/in una chiesa rurale di Collarmele(2) dove nel mattino dell’8 trova-/tolo per caso il Sacerdote D. Vincenzo Jacobacci (3), il quale insieme/all’eremita l’obbligavano a seguirlo conducendolo in Cerchio. Colà/fu preso dalla Guardia Nazionale di Pescina e condotto ad Avez-/zano nel cui carcere tutt’ora rattrovasi (4), perché si ebbe la bonomia/di passarlo al potere giudiziario, ad onta che quel brigante fosse/armato fino ai denti con100 cartucce nella ventriera, e nonostante/che avesse confessato tutto il suo operato./Da Pescina nel giorno 7 furono spediti due corrieri: il primo/cadde in mano a Borgjes che lo sequestrò, ed il secondo giunze in/Avezzano sul far della sera; cosicchè quando una compagnia spe-/dita in tutta fretta dal Maggiore Marsuzzi arrivava all’Arco di Pa-/terno, già da mezz’ora era passata la banda di Borjes. Per un’al-/tra fatalità un corriere spedito a Scurcola, per dare avviso alla forza/che colà stanziava, non consegnava la lettera che al mattino/dell’8. Mancando l’opportuna prevenzione gli inimici passavano/nell’interno del paese e propriamente innanzi al Corpo di Guar-/dia. La sentinella gridò: Chi vive? Si rispose buoni amici! Quela sog-/giunse ad uno ad uno ed i briganti si defilarono così in bella ordi-/nanza senza ricevere molestia alcuna. Borjes percorse lo stradale/diretto, e rasentando Tagliacozzo, salì nella località S. Rocco dove/trovavasi di guardia una pattuglia di otto Bersaglieri. Al grido chi va là si rispose come al solito buoni amici. Chieste altre spiegazioni/si soggiunse che andavano a comprare castagne, di che in realtà/si fa molto traffico in Sante Marie; ed in tal modo passarono an-/che colà senza alcun disturbo anche perché andavano vestiti alla/borghese./Erano appena i briganti passati da Tagliacozzo quando fra le/tre in quattro ore di notte giungeva colà una staffetta da Avezzano./Il Maggior Franchini, rapido come il baleno spiccò vari di-/staccamento di Bersaglieri in diverse direzioni. Ne prese con sé 27/col luogotenente Staderini e corse di fiato sulle tracce dei ma-/snadieri, riunendo per via gli otto Bersaglieri che presidiavano/S. Rocco. In Sante Marie lo seguì la Guardia Nazionale ed a circa/le ore 9 antimeridiane dell’8 corrente giungeva il Franchini sopra/i prati di Luppa tenimento di Sante Marie. Egli per primo salì/sullo spianato dove sorge una grande cascina dei Sig. Mastroddi/nella quale trovavasi Borjes. Costui, sia perché si credesse al sicuro/non avendo per via ricevuta alcuna molestia e trovandosi a due ore/dal confine; sia perché intirizzito dal freddo come i suoi compa-/gni non pensò neppure a mettere una sentinella; che anzi era/tanta la sua sicurezza che alcune carabine erano rimaste sugli ar-/cioni dei cavalli. Cinque briganti però trovavansi nella stalla al go-/verno dei cavalli, e tra quelli Colonnello Lafont che avvedutosi/del Maggiore Franchini si pose a fuggire; ma costui correndo a bri-/glia sciolta in un baleno lo raggiunse. Lafont voltossi ad un tratto/ed impugnata la sua carabina disse: Sei morto! E Franchini di ri-/mando gli rispose: Tira! Il colpo non prese fuoco. Soggiunse Fran-/chini: ora tocca a me! Tirato il grilletto della sua pistola neppure/questa fece fuoco. Allora alcuni Bersaglieri e cinque Guardie Na-/zionali di Sante Maria, che avevano guadagnato il piano culmi-/nante si slanciarono in soccorso del Maggiore che trovavasi alle/prese con Lafont ed altri quattro briganti. In un momento tutti e/cinque furono trafitti a colpi di baionetta. I loro compagni fecero/una scarica dalle finestre della cascina, e così impegnassi il com-/battimento durante i quali i Bersaglieri s’inerpicavano sugli alberi/per sparare contro le finestre, ed il Maggiore Franchini ( dopo aver/fatto estrarre tutto il bestiame ) dette ordine di appiccarsi il fuoco/alla cascina, il che tra gli altri veniva eseguito da un Bersagliere/già gravemente ferito. Soggiunse allora di non voler consegnare/la sua spada che al Maggiore, il quale la prese gettandola con di-/sprezzo. Al Luogotenente Staderini diede poscia il suo magnifico/pugnale, e tutti legati furono condotti a Tagliacozzo. Volle il Bor-/jes fare un complimento al Franchini, dicendogli: molto giovane per/essere Maggiore. Domandandogli poscia se conosceva la lingua/francese ed ascoltata la risposta affermativa, manifestò il deside/rio di conversar seco lui per la via, ma il Franchini con austera di-/gnità rispondevagli: io non discorro con briganti. Nella cascina Ma-/stroddi perirono 7 briganti, cinque uccisi, e 2 brucaiti dall’incendio./Più vi fu un ferito. Le nostre perdite si restrinsero a due Bersaglieri/feriti, l’uno gravemente, l’altro leggermente. Per la via Borjes/fumò molti sigaretti e parlò poco. Mostrò gran dolore per essere/stato arrestato a due ore dal confine e per non aver potuto rag-/guagliare Francesco II della sua missione. Entro un’ora e mezzo/furono muniti dei conforti religiosi. Tal Rodriguez scrisse un bi-/glietto commovente ad una donna di Parigi. Borjes esortò tutti a/morir da coraggiosi. Volle baciar tutti i suoi Spagnoli, ed intonata/una prece nel suo idioma, fu la medesima dopo breve pausa in-/terrotta da un scarica che li stese a terra in due sezioni, la prima/di otto, e la seconda di nove. Un individuo della seconda sezione/si volse al popolo implorando il suo perdono, e Bojes che fece/parte della prima raccomandò ai Bersaglieri di mirarlo bene per/non farlo patire./Presso il Borjes furono trovati interessantissimi documenti:
1 Le istruzioni del Generale Clary con cui si precisava la maniera/dello sbarco; di quali persone dovesse fidarsi etc. Si diceva non/dovesse il Borjes obbedire se non agli ordini trasmessegli col/mezzo di esso Clary, quand’anche si esibissero gli autografi di/Francesco II. Si prescriveva la formazione dei nuovi Municipi/appena abbattuti gli stemmi dell’usurpatore(sic). Si parlava della/nomina dei nuovi Giudici, del riuchiamo degli antichi soldati/sotto le armi; della formazione di battaglioni sotto il titolo Re,/Regina, e di tutti i Reali Principi etc.
- Un Giornale esattissimo di tutte le operazioni e pensieri del Bo-/ries da cui si rilevava il disaccordo tra lui, Langlois, e Crocco./Si dice che Langlois era un imbecille ed il Crocco un vigliacco/scellerato. Si conchiudeva non rimanergli altro che portarsi a/Roma a render conto a Francesco II della sua missione.
- Vari brevetti Carlisti e nomine ed onorificenze militari riguar-/davano per lo più l’esercito di Catalogna.
- Notamento di tutti coloro che componevano le varie bande/della Basilicata.
- Vari atti di morte e di matrimoni relativi agl’individui della sua/banda e passaporti dei medesimi./
- Varie ricette specialmente per curare le ferite di guerra.
- Un suo ritratto fotografato a Parigi, e due ritratti di Francesco/II e Maria Sofia.
Siam lieti di aderire all’invito che ci fa l’Onorevole Sindaco di/Tagliacozzo colla seguente sua lettera di pubblicare l’indirizzo che/il Municipio di quel Paese ebbe il bel pensiero ( cui facciamo sin-/cero plauso ) di votare al valoroso ed intrepido Maggiore del I Bat-/taglione dei Bersaglieri Cavalier Errico Franchini in occasione del/brillante fatto della cattura del famigerato Capo brigante Joseph/Borjes./ Tagliacozzo 10 dicembre 1861./
SIG. DIRETTORE/Farà grazia inserire nel pregevole di Lei Giornale l’annesso In-/dirizzo votato da questo Consiglio Municipale al merito del di-/stintissimo sig. Cav. Errico Franchini Maggiore Comandante il I/Battaglione dei Bersaglieri in questo Comune./Il Sindaco/V. Rosa//Al signor Cav. Errico Franchini Maggiore/Comandante il I Battaglione Bersaglieri/ Il Consiglio Municipale di Tagliacozzo in nome dell’intera Po-/polazione esprime i più teneri sensi di ammirazione, ricono-/scienza, ed omaggio all’energia, solerzia e valore del Maggiore sig./Franchini./La storia contemporanea arricchita mercè l’opera sua di fatti/e documenti che chiariranno molti, e gravi misteri politici span-/derà da questo Municipio sull’Italia tutta il nome di questo Cam-/pione./Ci fu che seguendo con un pugno di prodi le tracce di Joseph/Borjes già Capo-banda famoso nelle rivoluzioni di Spagna, sbar-/cato non ha guari in Basilicata onde rinvigorire in Italia il bri-/gantaggio e la guerra civile, che dopo aver scampato in tanti at-/tacchi la vita lungo il corso di sei Provincie e già prossimo al/Pontificio ove tornava per recarsi capo di novelli assassini, nel giorno/della Concezione della Vergine lo raggiunse, lo combattè da Eroe,/gli sorprese documenti preziosi, l’imprigionò coi superstiti della/masnada che invece di raggiungere le benedizioni del Vicario di/Cristo, fu spedita a Cristo medesimo a render conto dei suoi mi-/sfatti./Tagliacozzo li 9 dicembre 1861/( seguono le firme dei Consiglieri )//Segue la risposta del prelodato Maggiore per quanto modesta/altrettanto piena di generosi e patriottici sensi./Tagliacozzo addì 11 dicembre 1861/Il sottoscritto a nome dei suoi Ufficiali e Bersaglieri ringrazia/vivamente quest’eletto Municipio delle nobili espressioni rivolte a/lui ed ai suoi subordinati nell’indirizzo delli 9 corrente, come pure/dello spontaneo trattamento largito ai Bersaglieri al loro ritorno/dalla spedizione./Questa seconda prova d’affetto e stima per lui e pei suoi l’im-/pegnano sempre più a vigilare alla tutela della vita e proprietà di/questa popolazione, che già vede quanta sia la differenza che/passa da un Governo costituito dall’amore e volontà di una na-/zione intera, che vuole la nostra Patria grande, sotto lo scettro del/Re valoroso e galantuomo, da quello dell’arbitrio, che altro non/agognava, che farla meschina e serva dello straniero./Il Maggior Franchini. “
Note
- E’ Francesco Dilorenzo o Di Lorenzo da Montemurro.
- Sicuramente è la chiesa rurale ( attualmente chiesa cimiteriale) di Santa Maria di Piediponte di Cerchio, e non di Collarmele. Tale citata chiesa segna il confine tra i Comuni di Cerchio e Collarmele ed è stata sempre retta, sin dalla sua fondazione avvenuta tra la fine del ‘500 ed inizio del ‘600, da un eremita: “[…] Poco distante da essa Chiesa ( è la chiesa di santa Maria di Avenuzio ), fu costruita l’altra Chie-/sa eremitica tutt’ora esistente di S. Maria Piedi-ponte, giusta/le seguenti parole che si leggono nella ripetuta rivela;- La/Chiesa eretta di Santa maria Piedi-ponte, dove risidede/Nicola Amicone Eremita, e vi è Cappellano D. Rosato/Campomizzo, amministrata dai Procuratori Flamminio/Cappelli, e Lorenzo Colantoni[…]” in Di Pietro A. :” Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi scritte da D. Andrea Di Pietro canonico teologo della cattedrale dei Marsi residente in Pescina”, Avezzano, Tipografia Marsicana di Vincenzo Magagnini, 1869, pp. 57,58.
“[…] L’anno 1866 il giorno 6 del Mese di Agosto in Cerchio/Riunitasi la Congregazione di Carità nella Solita Sala delle adunnanze/Composta dal Presidente Sig.[no]r d’Amore Fracassi Geremia, i Membri/Sig.[no]r Cipriani Emidio, Sig.[no]r Continenza Alfonzo, Sig.[no]r d’Amore Achil-/le ( al margine destro si legge : “ Restauri nella/Chiesa di Piediponte“ n.d.r. ), e Sig.[no]r Tuccieri Cimini Francesco. Quest’ultimo ha fatta/la seguente Proposta./Avranno la bonta dirigere Le SS.(Signorie) LL.(Loro) lo sguardo Sulla Cappella di/S. Maria di Piediponte, e vedranno di non esservi dilazione in quan-/to il riparo da farsi in tutti i punti per esser questa picciola Chie-/sa col Romitaggio nello Stato Cadente, ed a fin di impedire dei/guasti e quindi maggiori Spese per riaccomodo; Si è fatta redigere/una dettagliata perizia dal Maestro Fabbricatore Domenico Ma-/scioli dimorante nello Stesso Comune, quella che ora si presenta/a questo consesso per la debita determinazione./La Congregazione di Carità/Intesa la Soprascritta proposta, letta la perizia in parola= Consi-/derato che gli accomodi alla Cappella della Madonna di piedi-/ponte Sono inevitabile per gli esistenti guasti = Considerato che/la picciola Chiesa rattrovasi in aperta Campagna, ed abbenchè/Sta Custodita da un Vecchio Eremita, pur tuttociò potrebbero i-/sfuggire dagl’occhi di questo Maggiori rotture che potessero sul-/le prime apparire da non farne immantinente Comunicazione e così/non prevenire ogni qual picciola novità, Cosicchè in tale abban-/dono si diverrebbe poscia a doppie spese pel dovuto ristauro[…]”
“[…] L’anno 1867 il giorno 20 Gennaro nel Comune di Cerchio/Riunitasi la Congregazione di Carità nella Solita Sala delle,/adunanze composta dal Presidente Sig.[no]r d’Amore Fracassi/Geremia, e Membri Sig.[no]r Cipriani Emidio, Sig.[no]r Continenza Alfon-/zo (al margine destro si legge : “ Per l’eremita di/S.[anta] M.[aria] PIediponte” n.d.r. ) Sig.[no]r d’Amore Achille, e Sig.[no]r Tuccieri Cimini Francesco./Si è presentato Frà Nicola da Pacentro laico Professo uno/dei Componenti la Famiglia di questo Soppresso Convento de-/gli Osservanti ( Legge 7 Luglio 1866, Regio Decreto per la soppressione delle Corporazioni religiose, n. 3026. Tale convento era stato riaperto al culto con la legge n. 4367 del 24 Agosto 1857 e, l’anno successivo, il 2 Luglio 1858 i succitati frati presero possesso dell’ex Convento degli Agostiniani di Cerchio istituito nel 1614 e soppresso, per volontà del re di Napoli, il 16 Marzo 1776, n.d.r. ), e si ha offerto far da eremita a questa Chiesa/rurale della Madonna di Piedoponte, si propone perciò alle/SS.[signorie] LL.[loro] se vogliono ammettere l’indicata inchiesta./La Congregazione intesa la Soprascritta Proposta = Considerato/che frà Nicola da Pacentro sia un buon Vecchio che ha/Consumato la maggior parte della Sua età nella Religione/che nel tempo della sua dimora qui ha dato prova di/sua buona condotta = Considerato che un ex Frate abitua=/to alle prime sue cure cioè quelle di ben servire la Chie=/sa, può praticarlo anche in qualità di eremita = Consi=/derato che per queste, ed altre ragioni sia preferibile quindi/Frà Nicola all’attuale ivi esistente./Così la Congregazione di Carità accoglie la domanda dell’ex Re-/ligioso nella qualità di Eremita per la Chiesa della Madon-/na di Piediponte in sostituzione di Luigi de Grandis che vie-/ne in quest’atto rimosso.[…]”. Archivio Storico del Comune di Cerchio. Vedi anche Amiconi F.: ” Gli atti deliberativi della congregazione della Carità di Cerchio (AQ) 1863-1867”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 69, Anno IX, 2006.
- Nato a Cerchio il 10 Luglio 1816 da Pietrosante e Concetta Febonii. Morì a Cerchio il 14 Aprile 1876. Il padre Pietrosante, 2° Eletto del Comune di Cerchio, fu, dal 1843 al 1846, Sindaco facente funzioni del Comune di Cerchio. Don Vincenzo Iacobacci è il cugino del notaio Don Francesco Iacobacci, nato a Cerchio il 25 Dicembre 1809 da Luigi e da Rosaria Febbonio, Capitano della Guardia Nazionale di Cerchio e deceduto a Cerchio il 5 Marzo 1887.
- Lo storico Guido Jetti a pag. 160 del suo ottimo lavoro : “ Cronache della Marsica ( 1799- 1915 ), Luigi Regina Editore, Napoli 1978, così riporta: “[…] Un componente della banda, di-/sperso nelle campagne di Cerchio, Francesco Di Lorenzo di Mon-/temurro, per salvarsi asseriva ai militari di aver patito coartazione:/senza risultato, perché al Giura il prefetto di Potenza rispondeva/che il prigioniero “vetturale, fin da ottobre scorso faceva parte/della banda. Non merita ruguardi” […]”. Come mai Francesco Di Lorenzo non chiese , per aver salva la vita, il diritto d’asilo? Forse perché era sicuro di farla franca? Al momento non sappiamo dove il Di Lorenzo fu fucilato: non risulta infatti il suo atto di morte né nei registri degli atti morte relativoagli anni 1861 e 1862 né nel registro degli atti Diversi ( 1846-1865) del Comune di Cerchio né, infine, nel registro degli atti di morte, relativo agli anni 1861 e 1862, dell’Archivio Parrocchiale di Cerchio collocato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano così come non risulta, per i sopra indicati anni 1861 e 1862 , alcun atto di morte relativo al Nostro nei registri degli atti di morte del Comune di Avezzano.