Scurcola Marsicana – Nei giorni scorsi, la notizia di un forte terremoto in Albania, di magnitudo 5.8, ha fatto il giro del mondo.
Nei comuni marsicani, la notizia è stata accompagnata da un forte sentimento di vicinanza: le esperienze vissute in prima persona, hanno fatto sì che tutti potessero comprendere il disagio e il dolore che sta vivendo in questi giorni il popolo albanese.
Una testimonianza particolare è arrivata, nel suo profilo Facebook, dal Sindaco di Scurcola Marsicana Maria Olimpia Morgante. Racconta, infatti, del suo incontro con una giovane mamma e la sua piccola bambina scappate dagli orrori della guerra per rifugiarsi nel piccolo comune marsicano, nel magazzino di un abitante del luogo. Le difficoltà erano tante: un’altra lingua, la povertà, la mancanza di cose semplici come un fuoco per riscaldarsi. Così, insieme a sua madre, Maria Olimpia Morgante, che allora aveva solo dieci anni, ospitò a casa sua la giovane mamma e la bambina. Qualche giorno dopo, le due non si fecero più trovare, forse perché decisero di tornare in patria. Di seguito il post intero:
Il primo incontro che ebbi con persone fuggite dal loro paese a causa della guerra e dagli orrori ad essa associati, fu con una giovane madre e la sua bambina di un anno che capitarono nel mio paese e un mio compaesano le aveva gentilmente ospitate in un suo magazzino. Mia madre venne a sapere di questo ed insieme ci recammo in questo locale per capire di cosa la donna avesse bisogno. Erano albanesi, non parlava italiano ed erano vestite con poverissimi e leggeri abiti ( eravamo in pieno inverno), nel locale non c’ era riscaldamento ed avevano una gran fame. Riuscimmo a convincerla, con grande fatica e a gesti, a seguirci a casa nostra, dove la stufa era accesa e nell’ aria un gradevole odore di bucce di arancia bruciate sui ferri roventi. Mia madre fece fare un bel bagno caldo alla mamma, io mi occupai della piccola, la feci mangiare e giocai con lei mentre impaurita faceva anche lei un bagnetto caldo. Io avevo dieci anni. Rimasero qualche giorno nel locale dove mamma portò una stufa con bombola per riscaldare, ma ahimè, qualche giorno dopo non le trovammo. Non ho mai saputo più nulla, ma ora spero, qualora fossero tornate nella loro patria, che siano sane e salve, anche se la mamma oggi potrebbe avere una bella età. Questo mio ricordo per esprimere, oggi più di allora, piena solidarietà al popolo Albanese. La mia casa ancora è aperta !!! Con affetto !!!
La testimonianza arriva per esprimere vicinanza ad una terra che ha affrontato molte difficoltà, augurando a tutti i suoi abitanti la forza per reagire e per rialzarsi.