Avezzano – Monsignor Pietro Santoro se ne va:  terminata la missione pastorale nella Marsica, ha salutato con la grazia che contraddistingue i suoi gesti sommessi ma pure decisi. Era commosso, venerdì 17 settembre, nella cattedrale di Avezzano.

Un congedo ufficiale pervaso d’affetto, il suo, quello di chi si allontana dalle persone che ama non senza fatica; la Diocesi dei Marsi, amministrata da vescovo dal 2007 e che lascia nel 2021 come amministratore apostolico, resterà  nel suo cuore.

Sindaci, confratelli, associazioni, autorità, fedeli da tutto il comprensorio marsicano hanno compreso la dolcezza delle sue parole, ancora una volta umili, legate a gesti spicci e concreti, in una sintesi che sa di umanità. Vicino spiritualmente ai sofferenti, monsignor Pietro Santoro ha evidenziato la preghiera come filo conduttore di un’esperienza tra le anime; perché nient’altro sono, i fedeli, se non anime bisognose di un buon pastore; ha ringraziato tutti in nome di quella uguaglianza, filo conduttore di quella sua opera di cura, che si è concretizzata in un abbraccio costante, forte e lieve. Nessun bilancio, solo l’esortazione ad accettare il cambiamento e anche la fine dei nostri percorsi e progetti terreni, perché “solo il Signore sarà sempre qui nell’Eucarestia. Il resto è silenzio”. Avezzano ha salutato il “Vescovo Pietro”: il vice sindaco Domenico di Berardino  con parole di stima ha riportato i sentimenti d’affetto dei fedeli, sottolineando la tristezza della giornata. La Pastorale Giovanile  ha ringraziato per il buon esempio lasciato in 14 anni di vescovato. Ma monsignor Santoro non andrà lontano: lo aspetta una “casa tra i monti marsicani”, ad Ovindoli, come ha ricordato il sacerdote Antonio Allegritti. 

Il 23 luglio scorso, a mezzogiorno, Monsignor Pietro Santoro ha annunciato che presto accoglieremo Monsignor Giovanni Massaro, sacerdote di Andria, come nuovo Vescovo dei Marsi.

Intervista al vice sindaco Domenico Di Berardino

Intervista a Don Andrea De Foglio

Intervista a Francesco Lucarelli

Intervista a Don Antonio Allegritti