Avezzano – Il fatto non sussiste. Con questa motivazione il Tribunale di Brescia ha assolto un imprenditore marsicano dalla accusa di bancarotta fraudolenta. La società, avente sede in Brescia e dichiarata fallita dal Tribunale, gestiva vari impianti di rifornimento di carburante in Lombardia ed in Emilia Romagna.
Alcune operazioni non rivelatesi redditizie hanno comportato la chiusura degli impianti ed il fallimento della società. Un crack di oltre 3 milioni di euro. Il Pubblico Ministero, riscontrata una presunta non ricostruibilità documentale delle vicende che hanno portato al fallimento, ha dapprima tratto in giudizio l’amministratore ed a conclusione del processo ha richiesto una condanna di anni 3 e mesi otto di reclusione ritenendo raggiunta la prova della colpevolezza dell’imputato.
Il giudici Lombardi hanno ritenuto convincente la tesi difensiva dell’imputato ed hanno invece reputato l’imprenditore totalmente estraneo ai fatti contestati e, documenti in atti, hanno rilevato la completezza della documentazione contabile fornita al Curatore del fallimento.
Di qui l’assoluzione dell’imputato.
L’imprenditore era difeso dall’Avv. Paolo Di Gravio. ‘È stata dimostrata la totale estraneità dell’imprenditore in ordine ai fatti contestati ed è stata ribaltata la tesi accusatoria.
Finisce oggi un lungo calvario per il mio cliente. Questa assoluzione è una vittoria della giustizia “. Queste le parole con cui l’avv Paolo Di Gravio ha commentato la sentenza.