Il Ver Sacrum

È l’alba di un giorno di primavera più di mille anni prima di Cristo. In un villaggio dell’Italia centrale si sta compiendo una solenne cerimonia: un gruppo di giovani e di fanciulle, tutti della medesima età, in questo giorno lasceranno per sempre le loro famiglie e le case dove sono nati e cresciuti. Essi fanno questo per adempiere un voto che il villaggio ha fatto agli dei. Ora tutti gli abitanti del villaggio, assieme ai sacerdoti, li accompagneranno fino agli ultimi casolari; i genitori li seguono fino al confine del loro territorio. Poi i giovani se ne andranno da soli, lontano.

Percorreranno le valli boscose dell’Appennino, infestate dai lupi, scavalcheranno le aspre montagne, attraverseranno a guado torrenti e fiumi. Si fermeranno soltanto quando avranno trovato una nuova terra adatta a stabilirvisi. Là edificheranno un nuovo villaggio e formeranno nuove famiglie. Passeranno nuove generazioni e da quel primitivo nucleo sorgerà un piccolo popolo: uno dei quali saranno i Marsi. Qual’era quel voto che costringeva quei giovani di un popolo italico a lasciare la loro terra? Si trattava di un’usanza religiosa allora già molto antica, sorta probabilmente presso i Sabini.

Anticamente quando un popolo veniva colpito da una grave sciagura, una guerra, una carestia o altro, faceva voto agli dei che, se fosse sopravvissuto, avrebbe fatto sacrificio di tutto ciò che sarebbe nato nella primavera seguente: frutti, animali e bambini. Quella primavera era della Ver Sacrum che significa primavera sacra ma era una ben triste primavera che vedeva ardere sugli altari sacri non solo animali ma anche bambini.

Col passare del tempo i costumi mutarono, i sacrifici umani vennero aboliti e sostituiti dalla promessa che quei fanciulli, diventati grandi, avrebbero volontariamente abbandonato il villaggio per andare a stabilirsi altrove. Fu il Ver Sacrum che portò i Marsi nella valle del Fucino. Essi si stanziarono tutt’intorno al grande lago anche se la zona settentrionale della costa lacustre apparteneva agli Equi.

Con ogni probabilità essi si astennero dall’occuparla per evitare una guerra con gli Equi. Attraverso un vado che costeggia il monte Salviano arrivarono alla valle del Liri fino ad Antinum. Arrivarono fino alla valle del fiume Pitonius (Giovenco), alle sorgenti del Sangro fino ad Aufidena al confine con i Pentri. Si insediarono e prosperarono diventando un grande popolo.

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