Impianto Biogas a Scurcola Marsicana, ferma opposizione del Comitato “Marsica NO Biogas” che chiede il blocco del progetto

Scurcola Marsicana – Il Comitato “Marsica NO Biogas” ha inviato una circostanziata comunicazione alle autorità regionali, provinciali e comunali attraverso la quale chiede il blocco della realizzazione di un impianto integrato anaerobico/aerobico di trattamento della
frazione organica dei rifiuti (FORSU) per produzione di biometano ed ammendante compostato misto (Biogas e Compostaggio) presentato dalla NORDENERGY GREEN SOLUTIONS S.R.L..

Narsete D’Angelo, rappresentante del Comitato, scrive: “Contrariamente a quanto affermato nella documentazione depositata, la progettazione proposta non può essere considerata consolidata e sicura sotto ogni aspetto. Le seguenti sono considerazioni che sollecitano una seria riflessione sulle potenziali implicazioni ambientali, sanitarie, economiche e sociali del progetto“. Il Comitato fa rilevare che “la tecnologia proposta non può essere considerata “consolidata e sicura” contrariamente a quanto indicato ed asserito nel progetto e così come previsto nell’avviso regionale“.

Seguono una serie di obiezioni che andiamo di seguito a riportare:

1) Variabilità del biogas
Il biogas, risultante dalla digestione anaerobica della FORSU (Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani) e di RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI come fanghi di depurazione, liquami, letame e scarti di natura animale, è estremamente variabile in composizione. Questa variabilità però, influenzata dalle matrici utilizzate e dalle condizioni ambientali, presenta rischi significativi. I biogas più ricchi di contaminanti, derivati da discarica e fanghi, possono contenere quantità preoccupanti di composti dannosi, quali idrogeno solforato (FRASI H: 220, 280, 330, 400), silossani (FRASI H per il dimetildiclorosilano: 225, 315, 319, 335), composti aromatici e alogenati. Questi composti possono avere impatti ambientali pesanti sullo strato di ozono stratosferico, sull’effetto serra e – non per ultimo – sul peggioramento della qualità dell’aria locale e di conseguenza sulla salute dei cittadini residenti nel territorio interessato;

2) Impatto odorifero
Il primo disagio che si avverte nei pressi di un impianto come quello che si vorrebbe autorizzare e realizzare è determinato dalle emissioni di forti odori molesti dovuti alla presenza di alcuni microcomponenti odorigeni nel biogas quali gli esteri, i composti dello zolfo (come l’idrogeno solforato), gli alchilbenzeni, il limonene, i mercaptani, la putrescina, i tiofenili, i tioalcoli, i tioacidi, le poliammine e altri idrocarburi che vengono emessi in atmosfera. Il flusso di biogas non captato diffonde in atmosfera i microcomponenti olfattivamente percepibili c gli agenti metereologici li spostano sul territorio.
Sul punto va ricordato che in Italia, dal 19 dicembre 2017, con l’introduzione dell’art.272-bis al Testo Unico Ambientale (T.U.A.), viene ufficializzato il fatto che le emissioni odorigene rappresentano una forma di emissione in atmosfera e che pertanto possono essere presi provvedimenti, decisioni 0 misure (tecniche e/o gestionali) per la loro prevenzione e limitazione, introducendo una specifica possibilità per la normativa regionale e per le Autorità competenti, in sede di autorizzazione, di prevedere misure di prevenzione e limitazione appositamente definite per le emissioni odorigene;

3) Composti Organici Volatili (COV)
Inoltre, è di estremo interesse ricordare come i Composti Organici Volatili (COV), generati durante la digestione anaerobica, possono reagire con gli ossidi di azoto creando un rischio significativo per la salute umana. L’esposizione prolungata a tali sostanze può causare danni al fegato, reni e sistema nervoso centrale, oltre a provocare odori molesti, nausea e ipersensibilità;

4) Rischi Sanitari – Rischio Microbiologico
La presenza di patogeni come escherichia coli, salmonella e shigella nei digestati rappresenta un serio rischio microbiologico, soprattutto se utilizzati come concime su terreni coltivati. La fermentazione anaerobica inoltre favorisce la produzione di batteri sporigeni anaerobi, come il clostridium botulinum, che riversandosi nell’ambiente circostante causa problemi alla flora e fauna locale nonché ai cittadini. Questi e altri agenti patogeni sono stati rilevati nei digestati da diversi studi scientifici e ciò può rappresentare un rischio contaminazione nel caso di utilizzo di questi composti sui terreni coltivati. Oltre a queste motivazioni la fitotossicità del digestato è stata attribuita all’elevata concentrazione di azoto ammoniacale che caratterizza tutti i digestati da digestione anaerobica e non solo quelli derivati da trattamento dei fanghi di depurazione. La digestione anaerobica produce inoltre percolato e scarti non compostabili che devono a loro volta essere smaltiti come rifiuti speciali pericolosi e disposti in discarica;

5) Rischi Idrogeologici
Va sottolineato che la realizzazione di un impianto di biogas comporta rischi idrogeologici significativi, soprattutto considerando il potenziale impatto del percolato prodotto durante la digestione anaerobica.

6) Traffico ed impatto antieconomico sulle presenti attività commerciali/artigianali
Inoltre, l’aumento del traffico di mezzi pesanti legato alle attività dell’impianto di Biogas e Compostaggio in progettazione andrebbe ad aggravare – ulteriormente – la già complicata situazione ambientale locale considerato che la Zona Artigianale e Commerciale di Cappelle dei Marsi è collegata – senza soluzione di continuità – a quella confinante del comune di Avezzano (AQ) dove il traffico e le esalazioni riferite all’impianto andrebbero ad addizionarsi: a tal riguardo non si può ignorare che tale realtà artigianale/commerciale – posta sulla S.S. 5 Tiburtina Valeria – è da decenni la più importante della Marsica sia per volume d’affari che per volume di traffico circolante (leggero e pesante);

7) Eventuali problemi annessi allo smaltimento
La vegetazione nelle vicinanze del sito di discarica (impianto di biogas e compostaggio) subirà dei danni dovuti principalmente alla deplezione di ossigeno per via della presenza di metano nel biogas che è soggetto ad ossidazione batterica da parte dei batteri metanotrofi che richiedono ossigeno sottraendolo dunque alle piante;

8) Vicinanza alla Riserva naturale regionale del Monte Salviano – Rischio incendi
Oltre a ciò, non è stata presa in considerazione la presenza dell’attigua Riserva del Monte Salviano: il Monte Sacro del popolo Marso. Questa è caratterizzata da una diversità di habitat, che vanno dalle pinete agli ambienti lacustri, offrendo un rifugio a numerose specie di flora e fauna. Questo ecosistema unico – da sempre parte integrante del nostro patrimonio e della nostra identità culturale – verrebbe messo seriamente a rischio dall’insediamento dell’impianto di Biogas e Compostaggio.
Preservare questa Riserva storica non è solo un atto di responsabilità ambientale – a tutela del nostro benessere presente e quale investimento del nostro benessere futuro – ma è necessario per la difesa della nostra specifica identità sociale e culturale. Inoltre va sottolineato che la Riserva del Monte Salviano – polmone verde della Marsica – è meta quotidiana di pellegrinaggio religioso, svago naturalistico ed allenamento sportivo, tali spazi naturali offrono grandi potenzialità di sviluppo del turismo eco-sostenibile;
Inoltre, data la morfologia del territorio – Località “La Valle” – e la naturale stagnazione dei gas nell’area costretta tra il Colle Cesolino a sud-ovest e il Monte San Felice e a ovest (naturali propaggini della Riserva del Monte Salviano) l’attività industriale stessa e le relative emissioni gassose provenienti dall’impianto di Biogas e Compostaggio in progetto favorirebbero gli incendi;

9) Ulteriori criticità
Oltre a quanto appena rappresentato:
– nelle immediate vicinanze del sito ove è previsto l’insediamento dell’impianto, da decenni è presente una Porcilaia (allevamento intensivo di suini). Tale allevamento intensivo di suini produce quotidianamente importanti quantitativi di rifiuti organici animali (gas animali e liquami) che con le loro esalazioni maleodoranti ammorbano – da decenni – tutti i cittadini di Cappelle dei Marsi e delle zone limitrofe. | liquami di rifiuto della porcilaia sono stati persino scaricati – nel tempo – nei terreni vicini che potrebbero aver già inquinato le falde acquifere!
TALE GRAVE SITUAZIONE GIÀ È STATA OGGETTO DI NUMEROSI ESPOSTI PRESENTATI DA PARTE DEI CITTADINI RESIDENTI ALLA AUTORITÀ GIUDIZIARIA E ALLE ALTRE AUTORITÀ PREPOSTE;
– inoltre, a pochi metri dalla Porcilaia vi è già la famiglia del Guardiano della stessa che vive da anni tra tali miasmi e sopporta tale situazione proprio a pochi metri dal sito indicato per la realizzazione dell’Impianto di Biogas-Compostaggio;
– non solo, a meno di un chilometro dal luogo del previsto insediamento dell’impianto è situato il centro abitato di CAPPELLE STAZIONE;
– a circa un chilometro dal luogo del previsto insediamento dell’impianto – è presente altresì il PLESSO SCOLASTICO COMUNALE della frazione di CAPPELLE DEI MARSI sede:
– dell’ASILO NIDO;
– della SCUOLA DELL’INFANZIA (SCUOLA MATERNA);
– e della SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (SCUOLA MEDIA).

La richiesta fondamentale è la seguente: “bloccare immediatamente l’attuazione del Progetto di realizzazione di un impianto integrato anaerobico/aerobico di trattamento della frazione organica dei rifiuti (FORSU) per produzione di biometano ed ammendante compostato misto (Biogas e Compostaggio) presentato dalla NORDENERGY GREEN SOLUTIONS S.R.L. (o chi per essa) sul territorio della frazione di Cappelle dei Marsi del Comune di Scurcola Marsicana (AQ)”.

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