Impianto irriguo nel Fucino, Cerasani: “Uniamo le forze per salvare l’orto d’Italia”

Fucino
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San Benedetto dei Marsi – “Nella giornata di ieri anche il Comune di San Benedetto dei Marsi ha partecipato alla conferenza dei servizi Regionale, concernente la realizzazione dell’impianto irriguo del Fucino”. Lo rende noto il sindaco Antonio Cerasani.

“Durante l’audizione – continua – abbiamo espresso e messo a verbale le osservazioni qui sotto riportate, affinché gli enti attuatori del progetto, ossia il Consorzio di Bonifica bacino Liri-Garigliano e l’ARAP nonché gli organi della Regione coinvolti, possano trarre spunto al fine di migliorare sia la situazione attuale della piana fucense, sia quella futura, mediante la realizzazione dell’impianto irriguo. Tutte soluzioni o modifiche funzionali e concretamente perseguibili, volte al raggiungimento del medesimo obbiettivo, traendone maggiori vantaggi per il territorio.

  1. Garantire la portata e la pressione idrica affinché si possa avere un’irrigazione contemporanea tra più agricoltori nella stessa area rurale, realizzando, inoltre, molteplici punti di attingimento.
  2. Prevedere nella fase esecutiva del progetto la depurazione delle acque reflue al fine di avere a disposizione, per poi immetterle, importanti quantità di acqua, come già attuato in altre zone d’Europa o del Nord Africa, al fine di contrastare ulteriormente la crisi idrica che stiamo vivendo negli ultimi anni, rendendo finalmente efficienti e funzionali i depuratori esistenti, come quello ubicato a San Benedetto dei Marsi, di gestione del CAM.

3.Eseguire e incentivare la pulizia di tutti i canali, permettendo un deflusso d’acqua migliore e implementando la portata idrica dei fossi stessi, i quali, rappresentano dei veri e propri invasi naturali; intervento di celere soluzione, senza incorrere in espropri ed infinite e/o astruse procedure amministrative che ritarderebbero ulteriormente interventi ormai urgenti, così da migliorare di molto e nell’immediato la situazione idrica nella quale versa il Fucino.

  1. Limitare, nei limiti del possibile, mediante apposita regolamentazione, il fenomeno delle coltivazioni intensive, specialmente nei periodi di maggiore siccità od emergenza.
    È impensabile che in alcuni periodi dell’anno ci siano imprese in grado di irrigare tre diversi raccolti nell’arco di tre mesi e nello stesso terreno e chi, invece, fatica a portare a compimento il ciclo di irrigazione per una singola coltura.
  2. Salvaguardare la funzionalità vitale del fiume giovenco, anche in virtù dei contratti di fiume e dei possibili finanziamenti in atto per i comuni coinvolti, come San Benedetto e Pescina.

Aggiungo, ben venga, qualora ci fosse la possibilità, la realizzazione di ulteriori invasi, tuttavia, già in questo modo, potremmo realmente raggiungere un capolavoro, non soffrendo più di crisi idriche, salvaguardando, inoltre, la qualità delle acque.

Non possiamo ulteriormente rimandare una soluzione volta a SALVARE l’agricoltura fucense, l’orto d’Italia e forza trainante del territorio e della Regione. Dunque, sulla base di quanto ormai avviato e già predisposto da anni, stringiamoci a coorte, come il nostro amato inno ci suggerisce di fare, superiamo determinati stereotipi, salvaguardiamo nei limiti del possibile tutte le criticità emerse, sicuramente facilmente risolvibili e remiamo verso un unico grande obiettivo. Ripartire da capo significherebbe ritardare di altri decenni questa piaga che da troppo tempo attanaglia il nostro territorio, lasciando in mano al fato il destino di centinaia di agricoltori, dipendenti e grandi aziende, come nel gioco della roulette russa”.

In foto una planimetria del primo lotto di intervento che coinvolgerà il Comune di San Benedetto dei Marsi, Aielli, Celano, Cerchio, Ortucchio, Pescina, Trasacco.

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