Dalle ore 21:00 di giovedì 12 alle ore 20:59 di venerdì 13 dicembre 2024 i treni possono subire cancellazioni o variazioni, per uno sciopero nazionale del personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. L’agitazione sindacale può comportare modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione. A rischio cancellazioni anche i collegamenti su gomma effettuati da Cotral.
Con decreto monocratico il Tar del Lazio ha accolto la richiesta dell’Unione sindacale di base di sospendere l’ordinanza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, voluta dal ministro Matteo Salvini, con la quale è stata ordinata la riduzione a quattro ore dello sciopero generale dei trasporti.
Il Tar del Lazio sottolinea “che non emergono, dalla gravata ordinanza, quelle ragioni che, in assenza della segnalazione della predetta Commissione (di garanzia, ndr), possano sorreggere la disposta precettazione”. Per il Tribunale amministrativo “i richiamati disagi discendenti dallo sciopero appaiono riconducibili all’effetto fisiologico proprio di tale forma di astensione dal lavoro, nè emergono le motivazioni in base alle quali i disagi eccederebbero tale carattere, tenuto conto della vincolante presenza di fasce orarie di garanzia di pieno servizio”.
“PERCHÉ SI SCIOPERA?” IL COMUNICATO DI USB
I venti di guerra che soffiano anche sul nostro Paese stanno infierendo contro i blocchi popolari interni già fortemente impoveriti negli scorsi decenni di moderazione salariale e di privatizzazione speculativa dei beni comuni essenziali come territorio, sanità, istruzione, casa, trasporti.
In questa condizione stanno dilagando visioni di governo sempre più autoritaristiche e di limitazione dei diritti politici e sindacali, non per caso, proprio quando si fa più emergente la prospettiva del conflitto sociale per la rivendicazione di una drastica inversione di tendenza delle politiche economiche di Stato, in senso effettivamente pacifico, democratico e popolare.
In questo senso le centinaia di piccole e grandi vertenze sindacali e sociali aperte nel Paese devono costituire i nuclei di un generalizzato conflitto politico-sociale-sindacale che possa interferire effettivamente sugli attuali assetti generali della contrattazione delle nostre condizioni di lavoro e di vita, restituendo efficacia alle lotte di lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini nelle singole vertenze sui posti di lavoro e sui territori.
È così che pensiamo la partecipazione delle/i ferroviere/i allo sciopero generale/generalizzato del prossimo 13 dicembre; una partecipazione importante, di lavoratrici e lavoratori che garantiscono il funzionamento di uno dei gangli fondamentali dell’assetto produttivo e sociale del Paese.
E è così che pensiamo possa, da questa dinamica, trarre forza quello stesso movimento sindacale dei ferrovieri che sta garantendo da mesi la tenuta della mobilitazione contro il progressivo deterioramento delle condizioni di lavoro nell’esercizio ferroviario, rivendicando: effettive tutele per la salute e la sicurezza
dignità economica e professionale
recupero di quantità e qualità del tempo libero e di riposo
Una rivendicazione fermamente posta a sostegno del programma minimo sindacale per i rinnovi contrattuali in corso, perché sia chiara la volontà di contrasto alle pretese speculative dei potentati economici privati, nazionali e transnazionali, sulle condizioni organizzative del lavoro nelle ferrovie.
È in questo alveo di rivendicazione che confluiscono gli interessi di base di lavoratrici e lavoratori dell’esercizio ferroviario: dalla lotta nella manutenzione infrastrutture contro il catastrofico accordo sindacale del 10 gennaio
a quella nel settore viaggiante di Trenitalia contro orari di lavoro umanamente insostenibili e crescenti rischi per la sicurezza e l’incolumità del personale
da quella nel settore circolazione di RFI a quella nelle sale operative di Trenitalia/Trenord, dove si lamenta la medesima, progressiva, erosione di tutele e diritti acquisite/i e si fa strada la volontà di altre, più giuste e tutelanti, condizioni di lavoro
Su questa prospettiva di rivendicazione e di lotta aperta dai ferrovieri si fanno strada stesse possibilità di riscatto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori associati alle attività ferroviarie nel sistema degli appalti, dove si è arrivati a livelli intollerabili di super sfruttamento economico e di attacco alle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro.
Nel frattempo stiamo riscontrando la solita reazione, strumentale e repressiva, delle varie dirigenze aziendali di RFI e Trenitalia allo stato di mobilitazione, con assurde contestazioni e pesanti sanzioni disciplinari verso le lavoratrici e i lavoratori che stanno aderendo e sostenendo le lotte in corso nei vari settori; conosciamo bene lo schema, da manuale di intimidazione, di queste schiere di capibastone aziendali e sappiamo bene anche come neutralizzare, tecnicamente e sindacalmente tali infami azioni.
È da questa prospettiva che arriviamo allo sciopero generale del 13 dicembre (il decimo sciopero del 2024 per tutti i ferrovieri) fronteggiando le oltraggiose minacce di precettazione del leghista Salvini (a cui abbiamo consegnato, lo scorso venerdì, il nostro rapporto sullo stato dell’intero comparto trasporti del Paese e il nostro programma di mobilitazione generale) e rivendicando spazi di rappresentanza delle istanze di lotta di lavoratrici e lavoratori, nelle vertenze e nella contrattazione attuale e futura delle condizioni di lavoro nel Paese.
Lotta e organizzazione per l’alternativa di rappresentanza delle rivendicazioni e per la democrazia sindacale!