Celano – Un autentico uomo di Dio, un servo fedele di una Parola che, tramite un’azione pastorale portata avanti all’incirca per mezzo secolo, si è fatta sempre concretamente vicina alle ansie, ai dubbi, ai bisogni delle persone che incontrava. Di più, alle domande e alle problematiche di una intera città, perché se mai c’è stato un uomo, prima ancora di un prete, capace di identificarsi totalmente con il luogo che lo ha visto nascere, Celano, ebbene questi è stato senz’altro don Claudio Ranieri, morto ieri sera a 86 anni.
Così risulta difficile oggi, nel ricordarlo e insieme nell’onorarlo, alla fine della sua parabola terrena, scindere il sacerdote febbrilmente e costantemente attento a proclamare la Parola di Dio, dal sacerdote aperto, innovatore, coinvolgente, tra i primi in Italia a favorire la nascita, nella Parrocchia del Sacro Cuore, del Consiglio parrocchiale, straordinario momento di aggregazione dei laici, sulla scia, del resto, di un Concilio Vaticano II che poneva le basi di una “primavera” cristiana che sembrava in grado di liberarsi di tante ‘ingessature’ e prendere la strada di un rinnovamento che invece, nella Chiesa oggi alle prese con una profonda scristianizzazione, resta in gran parte ancora inattuato.
E poi c’era il don Claudio attento ad ogni espressione o manifestazione dell’umano, capace di alimentare formidabili stimoli di carattere artistico e culturale, culminati, in particolare, nella prestigiosa messa in campo della Mostra Internazionale di Arte Sacra, con l’ausilio di valenti esponenti di un mondo della cultura capace, grazie al suo pragmatico equilibrio, di interagire con la Chiesa e le istituzioni.
Ancora, se non, forse, di più, il don Claudio che puntava spesso un indice severo e insieme misericordioso, comprensivo, sulle storture, le inadempienze, la caduta dei valori che avvertiva, inesorabile, abbattersi sulla società nel suo complesso -compresa la politica-, ma con ricadute particolarmente insidiose sui giovani, su quelle future generazioni il cui incerto destino rappresentava, per lui, un cruccio vero, sempre espresso.
Insieme, ma non per ultimo -e di aspetti del suo operato ce ne sarebbero ancora tanti- c’è stato sempre il don Claudio tollerante, pronto all’ascolto e a dare risposte concrete ai bisognosi, agli ultimi. Perché questo è stato don Claudio Ranieri, un vero uomo di Dio, il servitore fedele del Vangelo.
Maurizio Cichetti