Marsica – Avrebbe dovuto lasciare il carcere, già da tre mesi, perché incapace di intendere e di volere, oltre che socialmente pericoloso, ma l’unica Rems (residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza) disposta ad accoglierlo non riesce a fare previsioni sui tempi d’attesa e così, dallo scorso 13 gennaio, è ancora in lista. E’ la paradossale situazione in cui si trova un detenuto marsicano che, dall’8 gennaio scorso, a seguito di un provvedimento del Gip, Maria Proia, ha assunto la qualifica di persona “non detenuta”.
Da quel momento avrebbe dovuto essere accolto in una struttura adeguata, ma ad oggi ancora nulla. Sia il difensore, l’avvocato Roberto Verdecchia, sia i genitori del detenuto si sono immediatamente attivati in relazione al provvedimento legittimamente pronunciato dal Gip, segnalando la vicenda ai dipartimenti sanitari presenti sul territorio, senza avere risposta alcuna.
Il legale ha, pertanto, deciso di formalizzare un invito/diffida affinché la Asl 1, competente per territorio, e la Rems, a cui le autorità si sono rivolte, accolgano il detenuto nel più breve tempo possibile, poiché il permanere presso l’attuale struttura carceraria o presso altre strutture penitenziarie comporterebbe gravi danni sia all’interessato sia a terzi.
Negli ultimi giorni, infatti, l’uomo avrebbe posto in essere anche degli atti di danneggiamento nei confronti di beni di proprietà dello stato, nonché degli atti di aggressione nei confronti del personale di polizia giudiziaria.
“Circostanze che, qualora supportate da dati concreti e reali, – si legge nella missiva – porterebbero a pensare ad un fortissimo scompenso psichiatrico dimostrando che, come giustamente evidenziato dalla direzione penitenziaria, dal Pm e dal Gip, oltre che sostenuto dalla difesa, il luogo dove espletare la misura di sicurezza non possa essere una casa circondariale o di reclusione, seppur a custodia attenuata come quella in cui si trova. Si ricorda che il diritto alla salute è un diritto essenziale garantito dalla costituzione e nella fattispecie siamo nei limiti della violazione imposti nel rispetto della persona”.