“L’immobile e le aree limitrofe, secondo la nota della ASL, dovranno essere sottoposti ad interventi di bonifica secondo le indicazioni di cui al D.lgs.152/06 e ss.mm.ii., a cura di ditte specializzate che dovranno essere rese edotte dei rischi presenti nell’area. Nel frattempo sono state diffuse immagini drammatiche sulla situazione del sito incendiato, con grandi cumuli a terra di onduline derivanti dal crollo del tetto. Il direttore dell’Arta ha confermato la presenza di amianto a seguito del sopralluogo avvenuto ai primi di agosto solo dopo l’esposto di De Sanctis.
La ASL nella sua nota ripercorre le fasi dell’intervento e stigmatizza che né la proprietà né gli intervenuti, compresi quelli che hanno l’onere per legge di assicurare un monitoraggio completo delle emissioni, l’ha avvisata del rischio amianto. Quindi solo grazie all’esposto la questione è emersa. Tutto ciò è desolante in considerazione del fatto che c’è voluto l’intervento di un volontario per far emergere una vicenda così grave per i potenziali effetti sulla salute di soccorritori, lavoratori e cittadini.
Ricordiamo che durante l’incendio e nei successivi venti giorni nessun monitoraggio della presenza di fibre di amianto nell’aria è stato assicurato. Chiediamo con forza la messa in sicurezza del sito e una bonifica svolta con le tecnologie indispensabili in questi casi. Alla Magistratura di fare chiarezza sulle omissioni emerse”.