Canistro – Sull’ennesima criticità legata all’inquinamento delle acque del fiume Liri, di cui Terre Marsicane ha dato conto, è intervenuto Angelo Mariani, attuale consigliere di minoranza e ex sindaco del comune di Canistro, che già nei giorni scorsi aveva segnalato alcune anomalie nella colorazione delle acque del fiume, allertando le autorità competenti.
Mariani dice di non essere interessato ad alimentare la polemica politica perché la tutela ambientale e in particolare, la tutela delle acque, è secondo lui, un tema trasversale che va al di là delle appartenenze politiche. «Oggi Canistro vive il malessere della disoccupazione legata in particolar modo alle vicissitudini della Santa Croce, per questo la politica deve sentire la responsabilità di mantenere i toni bassi.» Queste le prime parole del consigliere.
«In passato ho cercato più volte di attirare l’attenzione sull’inquinamento delle acque del Liri, ma il tema di fondo sono i depuratori che non ci sono, e se ci sono, non funzionano, e poi gli scarichi provenienti dal Fucino. Da sindaco, in passato, ho dovuto rispondere alle denunce che mi hanno chiamato in causa in relazione a queste problematiche, tanto che penso sia arrivato il momento di mettere mano una volta per tutte a questa annosa questione che si ripresenta tutti gli anni.»
Secondo Mariani, il problema va risolto aggirando l’ostacolo. Per lui occorre creare le condizioni affinché il bacino fluviale del Liri, non debba più essere messo in pericolo da questi sversamenti alimentati anche dai liquami provenienti dal Fucino.
Alle attività legate alla pesca sportiva, secondo Mariani vanno abbinate le attività del cicloturismo e del trekking. «Lungo il fiume va realizzata una pista ciclabile che in parte, ha già una sua fisionomia. Qualche anno fa, quando ero sindaco, insieme a De Filippis, coinvolgemmo l’Enel per individuare un tracciato che da Pescocanale andava verso Civitella Roveto.»
Secondo l’ex sindaco di Canistro, se la Burgo e il Consorzio di Bonifica rispondessero alle esigenze della Valle Roveto, si potrebbero realizzare infrastrutture turistiche che comporterebbero una naturale diminuzione delle ricorrenti criticità. Questo per lui, sarebbe il miglior modo di interpretare i contratti di fiume. Non solo, semplici enunciati di buone intenzioni, ma effettivi strumenti per valorizzare il territorio.
«Occorre convocare un tavolo dei sindaci con Arta e Consorzio di Bonifica insieme agli esperti che hanno elaborato il protocollo del contratto di fiume e ai referenti delle associazioni che si occupano del fiume. Tutti insieme dovremmo prenderci degli impegni e portarli avanti attraverso un attento monitoraggio.»
Per Mariani, questo è l’unico modo per creare i presupposti affinché tutta la filiera della depurazione delle acque reflue, sia urbane che dell’agricoltura, venga ripensata alla luce di un investimento infrastrutturale che abbracci l’intero comprensorio marsicano coinvolgendo necessariamente la Regione Abruzzo. «Se non si fa questo, tutto il dibattito sui contratti di fiume lascia il tempo che trova.» Queste le sue conclusioni.