Avezzano – Aveva accettato di cambiare degli assegni a un amico con cui intratteneva anche rapporti commerciali, per poi, nel tempo, applicare alle operazioni interessi usurari. Per l’uomo, D. R. A. A. , cinquantatreenne avezzanese, fu disposta la custodia cautelare in carcere; nella giornata di mercoledì 30 novembre, il Tribunale di Avezzano in composizione collegiale – presidente dottor Lupia, giudici a latere dottoressa Mastelli e dottor Sgattoni – dopo una lunghissima Camera di consiglio terminata nel pomeriggio inoltrato, ha inteso in parte assolvere seppur con la formula dubitativa nonché parzialmente dichiarare prescritti parte dei reati, e condannare ad anni due e mesi sei di reclusione, oltre al pagamento di ottomila euro di multa, senza benefici di legge, il signor D. R. per il reato di usura continuata ed aggravata dalle difficoltà connesse al cattivo andamento dell’attività commerciale e per i rapporti avuti nell’ambito professionale quale ragioniere, consulente fiscale ed intermediario finanziario con la parte offesa G.A., di anni 58, avezzanese.
I fatti risalgono agli anni 2005 e il 2010, quando tra i due si instaurarono rapporti non solo di amicizia ma anche commerciali, in ragione dei quali la parte offesa chiese all’imputato un semplice cambio assegni, poi soggetto ad applicazione di interessi mai nella soglia legale, sfociati nell’illecito penale in parte dichiarato prescritto ed in parte soggetto ad assoluzione “perché il fatto non sussiste”, seppure con la formula dubitativa.
Nella vicenda fu coinvolta anche la sorella della parte offesa, anch’ella costituitasi parte civile ai fini di vedersi riconosciuti i danni cagionati da parte dell’imputato in relazione alla cessione di effetti cambiari, avvenuti nel periodo 2009/2010, rilasciati a garanzia del fratello, cui furono applicati interessi palesemente sopra la soglia legale.
A seguito della discussione tenutasi davanti il Tribunale collegiale, il pm titolare del fascicolo processuale, dottor Maurizio Maria Cerrato , ripercorrendo anche i fatti che all’epoca del marzo 2010 portarono all’arresto di D.R., con l’applicazione della custodia cautelare in carcere da parte dell’allora Gup dottor Stefano Venturini, ha avanzato la richiesta di condanna ad anni sei di reclusione ed euro 8mila di multa. Il difensore delle persone offese, l’avvocato Roberto Verdecchia, condividendo le richieste del Pm, ha avanzato la richiesta di liquidazione delle spettanze civili, accolta in parte.