Avezzano – Il tragico incidente, la battaglia contro la morte, la sedia a rotelle, le cure e l’attività chiusa da più di un anno. È una vita stravolta quella di F.S., 44 anni, l’uomo investito lungo la via Marsicana, a Borgorose, il 4 giugno 2019, da un uomo ubriaco alla guida. Nei giorni scorsi è arrivata l’ennesima doccia fredda per la famiglia: l’automobilista ha patteggiato una condanna a 22 mesi, pena sospesa.
“È dura prendere atto di come funziona la legge in Italia. Non può essere giusto guidare sotto l’effetto dell’alcol o di altri stupefacenti e distruggere la vita ad una famiglia intera. Pensavo che una vita, quasi falciata, valesse più di 22 mesi pena sospesa e non menzione. Credevo che compiere reati fosse più grave di questo. Mio marito, i miei figli i parenti tutti ed io non saremo più gli stessi. Un uomo che era punto di riferimento adesso ha bisogno di tutti noi e la sua vita di imprenditore, di marito e di padre non sarà mai più come prima. Non perseguivo uno spirito di vendetta, ma di giustizia. Oggi penso non si sia fatta giustizia. Ma questa è la legge, la dura legge”.
Questo l’amaro sfogo della moglie del noto ristoratore che ha combattuto con la morte per più di otto mesi e che ora combatte con una vita caratterizzata dal grave handicap con tutte le conseguenze immaginabili. “La cosa che più mi rattrista è che tutto l’accaduto non sia servito come lezione di vita a tanta gente. Ma logicamente finché non verranno applicate leggi più severe e istituiti più controlli ognuno continuerà a fare quello che vuole”.