Marsica – Di Juan Carrito ne hanno parlato in tanti, ecco perché ne voglio parlare anch’io, e quello che mi ha spinto a farlo è stato l’articolo a firma di Stefano Pallotta, pubblicato sulla rivista l’Eco di San Gabriele al n. 3 del 3 marzo 2013. Inizia così l’articolo di Stefano Pallotta ”Era diventato l’idolo dei bambini”, e continua “Tutti lo cercavano, tutti volevano vederlo questo Orso errante” ed ancora “Aveva ripreso della madre Amarena”.
È morto il 23 gennaio 2023, sulla statale 17, nelle vicinanze di Castel di Sangro, e il Sindaco di Castel di Sangro ha voluto le sue ceneri sepolte al cimitero del suo paese. Sono stati realizzati murali da ogni parte del nostro Abruzzo, forse anche in altri parti d’Italia e da ultimo, per quanto mi è dato sapere è stato realizzato un murale in ricordo di Amarena, sua madre. Secondo gli studiosi che hanno pubblicato gli esiti della loro ricerca, grazie agli articoli dedicati all’Orso Bruno Marsicano apparsi su ogni dove e l’iniziativa di LIFE ArcPROM, la coesistenza Uomo-Orso dovrebbe migliorare.
Secondo Mario Cipollone un Orso vivo è un patrimonio condiviso, mentre un Orso morto è solo una perdita di noi tutti. Ne hanno parlato sui social, su varie testate giornalistiche on-line e cartacee, le Associazioni Animaliste ed Ambientaliste, in una parola ne hanno parlato tutti, compreso la Radio e la Televisione. E’ stata fatta una riunione sul problema degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica nella Provincia di L’Aquila presieduta dal Prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, incontro che ha visto la partecipazione dei dirigenti e responsabili dell’Ispra, della Regione Abruzzo, della Provincia dell’Aquila dei quattro Parchi d’Abruzzo e i Comandanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco.
Dopo tutto questo inaspettato clamore, il Movimento Stop Animal Crimes Italia ha presentato una denuncia, per far chiarezza sull’incidente, e diffida i Sindaci e l’ANAS.
L’investitore querela gli animalisti, si è arrivati ad una battaglia legale, senza parlare dei pesanti insulti sul web contro l’investitore. Il Parco nel mentre sta pensando ad un nuovo sistema di video sorveglianza finanziato dal contributo dei dipendenti di Pomilio Blumm, società specializzata nel settore. Negli ultimi tempi grazie alla Signora Valery degli Stati Uniti d’America che aveva donato 900.000 dollari per la salvaguardia dell’Orso al Parco, furono acquistati radio-collari e parecchi Orsi sono stati “Collarati” ed anche Barbara è stata recentemente “collarata” per consentire i suoi spostamenti nei prossimi mesi. Barbara è una femmina di 5 anni, pesa circa 120 chili, questo ci è dato sapere.
Ora andiamo indietro nel tempo ed arriviamo in data 30 Settembre 2007, giorno più giorno meno, in un convegno che si tenne a Pescasseroli presso la sala dell’Hotel Pagnani si parlò dell’uccisione di Orsi, di Lupi e di Cinghiali, erano presenti circa 200 persone provenienti dall’Italia e dall’Estero. Anche in quella occasione l’opinione pubblica Regionale, Nazionale e Mondiale venne scossa dall’uccisione di Orsi, Lupi e Cinghiali, ma molto più aveva offeso le popolazioni che vivono ed abitano nel Parco e in quella occasioni anche la Rivista Tecnica dell’Associazione Nazionale “Libera Caccia “ne parlò sul n. 6 dell’anno 2007. Riporto alcuni articoli di testate giornalistiche: “L’Orso Bernardo e la sua compagna trovati uccisi, Il Parco apre un’inchiesta”, “Parco Nazionale d’Abruzzo strage di Orsi” e “ La strage continua, trovata un’altra carcassa”.
Per non annoiare i lettori o probabili lettori dico che in una serata, quando ad Opi si festeggiava la festa del Santo Patrono, San Giovanni Battista, la banda allietava i presenti in piazza, un Orso tranquillamente saliva la strada, poi si allontanò, senza creare disagio. Chi non ricorda che nell’anno 1974 un pastore di Opi difendersi e difendere il suo gregge uccise l’Orso, poi il pastore fu condannato. Articoli dell’epoca: “l’Orso è sempre sacro”, “ Salvare l’Orso o salvare il Pastore? “ Chiudo col ricordare che nell’Ottobre 1958, un Orso entrò in un ovile uccidendo 72 pecore, ad un pastore di Opi.
Con lettera l’allora Direttore, del Parco, avvocato Ercole Tirone, comunicava l’archiviazione della pratica, e furono in utili le istanza al Ministero dell’Agricoltura, Ferrari Aggradi Mario, seguì poi una azione giudiziaria, senza risarcimento alcuno. Mentre nel 1955, per un danno analogo, gli Amministratori dell’allora Parco, risarcirono un altro pastore di Opi.