Tagliacozzo – L’assessore del comune di Tagliacozzo, Roberto Giovagnorio, che ricopre anche la carica di Consigliere Provinciale, torna a puntare il mirino sui disservizi della ASL1 dopo che già fra marzo e aprile scorsi, nel pieno della pandemia, aveva fortemente criticato il presunto abbandono della Marsica da parte dei vertici istituzionali regionali, e lo fa, sulla scorta di una dolorosa esperienza personale.
«Oggi pago sulla pelle dei miei cari, lo scellerato abbandono del nostro territorio da parte dei vertici politici ed amministrativi, in tema di sanità. Nel mese di maggio affrontai il tema dei malati oncologici riguardante la chiamata a visita per accompagno e 194. Oggi sono costretto a tornare ancora una volta sul mancato coinvolgimento del CRUA di Avezzano, per esitare i tamponi nelle 48 ore.» Questo il tono della nota che il Consigliere Provinciale ha inviato alla stampa
«Quando una famiglia sceglie di far seguire in casa un proprio caro, malato oncologico terminale, da medici esperti nella terapia del dolore, la difficile decisione per accompagnare dignitosamente il paziente alla fine, viene presa con la morte nel cuore.» prosegue Giovagnorio, che aggiunge.
«Per realizzare questo, si attiva l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) e si richiede il tampone. Se quest’ultimo è negativo, inizia il percorso che allevia le sofferenze al paziente. Giovedì 8/10 il nostro medico di famiglia richiede il tampone per mio padre, malato terminale, per attivare la terapia del dolore ed evitare le strazianti difficoltà di questi ultimi giorni. Lunedì 12/10 dopo alcune sollecitazioni fatte agli uffici Asl di via Monte Velino, finalmente vengono a casa a fare il tampone. Chiedo i tempi di risposta, mi dicono 48 ore»
L’incredibile racconto prosegue «5 giorni di attesa per fare un tampone a un malato terminale che soffre dolori atroci, sono interminabili. Immaginiamo se la risposta non dovesse arrivare nei tempi riferiti. Infatti, dopo 48 ore nessuna risposta. L’incredibile accade la mattina del 14/10 alle 12:30, a due giorni dal tampone effettuato. Mi chiama la Asl che mi comunica la disponibilità a fare il tampone a mio padre. Nessuno alla Asl, sapeva che già lo avevano fatto! Capisco allora, che nell’attuale, unica postazione che fa i tamponi ad Avezzano, non c’è alcun coordinamento.»
Giovagnorio si chiede se esista un progetto, uno studio serio su questa tematica attualissima, e la risposta che si dà è NO! L’esperienza personale vissuta fa dire al consigliere che non esiste niente, non esiste alcuna programmazione. Secondo lui i medici e il personale non riescono a soddisfare le richieste dell’utenza perché l’organico è insufficiente. «Il percorso di questi malati deve seguire assolutamente una corsia preferenziale. Si tratta di persone che stanno per lasciarci e stanno soffrendo terribilmente.»
L’esponente politico ribadisce che la Marsica è un territorio vasto, e con i sui 140.000 abitanti, ha bisogno di una struttura di supporto che dia man forte ai centri di L’Aquila e Pescara, perché Teramo non basta.
«All’ospedale di Tagliacozzo c’è gente che aspetta il risultato del tampone da 9 giorni. Questo è indecente. La Marsica non lo merita. Si è sprecato tempo prezioso durante i mesi estivi, trascorsi invano senza che il servizio fosse potenziato. Chiedo ai Consiglieri Regionali marsicani, Quaglieri e Angelosante, di affrontare il problema col direttore generale Testa. La Marsica continua ad essere mortificata. Non si può aspettare 7 giorni per essere chiamati a fare un tampone, e aspettare ancora chissà quanto per avere una risposta. La politica ed il Direttore Generale avrebbero dovuto pensarci prima. Ma come sempre arrivano dopo.»