Regione – “Abbiamo letto con sconcerto e profondo dispiacere il comunicato che l’associazione GUFI (Gruppo Unitario Foreste Italiane) ha inviato ai media. Un comunicato che attacca con veemenza sia ILEX di Alessio di Giulio, con sede Fontecchio, sia l’idea di “Foresta Modello” che 15 comuni della Valle dell’Aterno stanno promovendo in accordo con la Regione Abruzzo e col Parco Sirente-Velino. Un attacco che contiene una quantità tale di sciocchezze che non riusciamo davvero a capire da quali fonti gli estensori le abbiamo potute trarre.
ILEX – Italian Landscape Exploration – è una micro-impresa che gestisce un Centro di Educazione Ambientale riconosciuto dalla Regione Abruzzo e che da anni s’impegna per la conservazione del paesaggio e per la valorizzazione della cultura locale. ILEX è coordinata da Alessio di Giulio, per 20 anni responsabile del settore educazione del WWF Italia. Ilex ha preso parte per anni al progetto internazionale Mosaici Mediterranei (www. Mediterraneanmosaics.com)- con capofila la LIPU e come partner la Riserva della Biosfera dello Shouf in Libano – che promuove la conservazione del paesaggio tradizionale “a mosaico rurale”. Questo progetto, da cui è poi scaturita la proposta della Foresta Modello, era finanziato dalla fondazione svizzera “MAVA”, specializzata in temi di conservazione della natura. Il progetto si è chiuso nell’aprile del 2019 e da allora tutto il lavoro viene svolto a titolo esclusivamente volontario. ILEX ha anche recentemente scritto per News Town un pezzo che contesta la riduzione dei confini del Parco Sirente-Velino.
Con queste premesse che attestano l’impegno costante di ILEX per la conservazione del paesaggio e dell’ambiente, risulta assurda ed infondata la serie di accuse gratuite che il GUFI muove contro ILEX e contro il progetto Foresta Modello.
Ma esaminiamo, punto per punto, quanto il GUFI sostiene:
- Il Gufi critica duramente l’idea di Foresta Modello, accusandola di essere veicolo per una politica di sfruttamento intensivo delle foreste.
La proposta di Foresta Modello, nata in Canada una ventina di anni fa e da là diffusasi in tutto il mondo, mira, invece, a coinvolgere le comunità locali nella pianificazione e nella gestione del territorio, cercando di risolvere nell’ambito dell’associazione d’area che viene creata, i conflitti fra interessi diversi che – ovviamente – qualsiasi territorio contiene. Il metodo Foresta Modello produce linee di azione e progetti diversi da territorio a territorio perché diversi sono i contesti ambientali, sociali ed economici. L’intento di ILEX è proprio quello di offrire uno strumento innovativo per coinvolgere i cittadini e trovare dei punti d’incontro fra posizioni diverse che altrimenti alimentano sterili conflitti, quali quelli cui assistiamo da anni e che portano solo ad una crescente opposizione al parco ed alla attuale richiesta di molti Comuni di ridurne i confini.
- Le proposte contenute nella bozza di piano strategico della costituenda Foresta Modello della Valle dell’Aterno – vedi www.forestamodellovalleaterno.it – sono emerse, infatti, da un faticoso percorso partecipato che ha coinvolto, in numerose riunioni tematiche (agricoltura, foreste, cultura e turismo) tanti cittadini della valle e fra di essi molti ambientalisti di chiara fama. Nessuno si è mai neppure sognato di proporre di devastare le foreste della valle Aterno, né tantomeno di farne biomassa per alimentare grandi centrali, come sostiene il Gufi. Si è solo proposto di ridurre progressivamente i boschi artificiali di pino, impiantati a partire dal dopoguerra ed oggi spesso in pessime condizioni, per favorire il ritorno della vegetazione originaria, più resiliente rispetto agli incendi estivi e maggiormente ricca di biodiversità.
- Analogamente, Foresta Modello si propone di favorire il ritorno, ovunque possibile, al bosco d’alto fusto, riconvertendo i tanti boschi cedui abbandonati e poveri di biodiversità che il cambiamento climatico ed i frequenti incendi che ne derivano, mettono continuamente a rischio di distruzione totale.
- Rispetto a quanto eccepito dal Gufi circa lo sfruttamento intensivo delle biomasse, precisiamo che le modeste quantità di legname così prodotto, potrebbero essere utilizzate per alimentare delle piccolissime centrali a biomasse a livello di paese, analoghe a quella attualmente in funzione a Fontecchio per scaldare la scuola elementare e, probabilmente, fra breve, anche la caserma dei carabinieri forestali in costruzione.
- Inoltre, piccole centrali locali di questo genere, recuperano scarti di produzione e modesti prelievi e sono diffuse ovunque nell’arco alpino e in altre parti d’Italia e del mondo, senza alcun problema per i boschi, mentre contribuiscono, al tempo stesso, a ridurre il consumo di combustibili fossili e le conseguenti emissioni di anidride carbonica, causa prima del riscaldamento globale. Sono forme di economia circolare e sostenibile e sono proposte assolutamente in linea con quanto enunciato sul sito web di GUFI come mission dell’associazione (https://www.gufitalia.it/chi-siamo … a noi piace citare le fonti): “i boschi destinati alla produzione devono essere gestiti al fine di produrre materiali legnosi e non destinati ad usi ad alto valore aggiunto”.
- Quindi è esattamente vero il contrario di quanto afferma il GUFI: nel piano strategico si sancisce esplicitamente la necessità di conservare e difendere i grandi alberi e, sul lungo periodo, facilitarne il ritorno.
- Del resto, non è in atto alcun taglio devastante e sistematico di boschi né tantomeno lungo il fiume ma sono stati attuati solo piccoli tagli su boschi cedui privati e d’uso civico che il piano strategico di Foresta Modello vorrebbe contribuire a contenere nei loro aspetti più impattanti e negativi sia rispetto agli alberi più grandi, sia rispetto alla gestione dei tagli; la bozza di piano ribadisce, infine, che i nostri boschi non hanno una vocazione produttiva e che le modeste attività forestali devono essere indirizzate alla manutenzione del paesaggio, alla riduzione del rischio degli incendi dolosi – quello sì devastanti come nel 2017– ed al ritorno ad un bosco più naturale, ricco di biodiversità, sostenibile ed attrattivo verso il turismo naturalistico.
- Altro grossolano errore del GUFI è quello di affermare che il comune di Molina sia capofila della Foresta Modello. Non è vero in quanto questo comune risulta sì capofila ma della “Strategia delle Aree Interne” per questo territorio che è altra cosa rispetto alla Foresta Modello. La Foresta Modello della Valle Aterno non ha un capofila dato ma si basa su una “associazione di valle”, che verrà a breve costituita fra enti pubblici, enti privati e singoli cittadini e che eleggerà i suoi organi amministrativi.
- Altre affermazione priva di fondamento del Gufi è che “ILEX prevede inoltre la distruzione dei boschi ripariali, promuovendo una gestione scellerata del patrimonio idrico”. Viceversa ILEX ha promosso per anni iniziative per favorire – in completa solitudine – l’adozione del “contratto di fiume” sull’Aterno – che è ancora purtroppo al palo! – ed ha recentemente impiantato un piccolo bosco ripariale sull’Aterno sopra una vecchia discarica chiusa, in territorio di San Demetrio e di Villa Sant’Angelo. Sorprendentemente, alle iniziative di ILEX in favore dell’Aterno e dell’ambiente ripariale, ha partecipato attivamente proprio il presidente del GUFI, Giovanni Damiani, vecchio amico dello scrivente. Damiani ha anche collaborato con ILEX nella stesura di un quaderno sul paesaggio dell’Aterno. Quindi Damiani sa benissimo che ILEX non ha la minima intenzione di distruggere i boschi dell’Aterno né alcun altro bosco ripariale. Da dove abbia tratto la convinzione che siamo dei devastatori, è un altro dei tanti misteri, dato che mai viene citata alcuna fonte a sostegno delle accuse. Coerentemente, neppure il piano strategico di Foresta Modello parla minimamente di distruggere i boschi ripariali, peraltro già molto limitati.
- Non capiamo poi a cosa si riferisca il GUFI quando parla di devastazione dell’ambiente ripariale in comune di Fontecchio: recentemente è stato tagliato solo un pioppeto artificiale, impiantato alcuni anni fa da un agricoltore locale. Insomma una coltivazione, come un frutteto, come un campo di mais. Ed in ogni caso ILEX non c’entra proprio nulla con questa attività. Tutto qui. Parecchi anni fa, il Genio Civile aveva fatto interventi ben più dannosi e più recentemente ha fatto tabula rasa dei pochi alberi cresciuti sugli argini di cemento del fiume nella conca aquilana. In queste circostanze, solo ILEX ha denunciato l’accaduto e raccolto documentazione in merito.
- Infine, tocca citare l’ultima grottesca affermazione del GUFI: “tra i progetti della ILEX c’è anche quello di costruire tre centrali idroelettriche nelle zone di Corfinio, Raiano e Bugnara, con evidenti conseguenze sull’ecosistema del fiume”. Qui entriamo nella pura fantascienza: ILEX non si occupa di centrali idroelettriche, è una microscopica impresa che non ha minimamente le capacità tecniche, finanziarie e imprenditoriali per promuovere simili progetti. Anche qui: non si cita nessuna fonte e si fa davvero fatica a capire da cosa questo “scoop” del GUFI e di Damiani possa aver avuto origine.
Ma proprio quest’ultima assurdità, il coinvolgimento di ILEX nei progetti di tre (TRE!!) centrali idroelettriche, dà la cifra di tutto il comunicato del GUFI: si lanciano accuse raffazzonate, senza citare le fonti, con collegamenti cialtroneschi e diffamatori fra cose che nulla hanno a che spartire tra loro. Il GUFI crede di aver scoperchiato un verminaio e smascherato una sordida strategia: ridurre i confini del parco e poi creare l’associazione Foresta Modello per avere mano libera nel devastare i boschi.
Peccato che sia tutto falso: l’ente parco ha infatti appoggiato l’istituzione della foresta modello; ILEX e molti altri attori del territorio si oppongono alla riduzione dei confini ma non tutti i partecipanti alla foresta Modello condividono questa posizione. La Foresta Modello è, infatti, un tavolo di discussione per trovare soluzioni condivise fra soggetti diversi per ricomporre interessi divergenti.
Il GUFI, col suo comunicato – ripreso acriticamente da tante testate – depotenzia e mina il lavoro sul campo di persone e micro-organizzazioni che s’impegnano da anni in un territorio difficile e sempre più spopolato; toglie credibilità ad uno strumento efficace di dialogo e proposta come Foresta Modello, il cui segretariato mediterraneo – gestito dalla Regione Toscana – si accinge ora a replicare duramente al GUFI; divide ancora una volta il fronte degli ambientalisti, offrendo il fianco ad accuse di improvvisazione e di diffamazione, producendo informazioni inaffidabili e false e screditando così anche le associazioni serie.
Credo che chiunque abbia a cuore i nostri territori, la difesa delle natura e del nostro parco Sirente Velino debba prendere le distanze da questi signori e stigmatizzarne il loro solo vero interesse: diffondere fake news per avere una momentanea visibilità, anche a spese di chi sul territorio vive e lavora onestamente da anni.
Infine, invece di spendere tante energie per depotenziare un parco e per farci la guerra, impegnamoci tutti nel pretendere dalla Regione Abruzzo che il parco venga messo in condizione di operare attivamente e di diventare davvero quel volano di sviluppo locale e di conservazione della natura di cui si parla da anni.
Se il GUFI vuole un confronto a tutto campo, siamo assolutamente disponibili ma se non arriveranno scuse formali ed una rettifica delle calunnie di cui siamo stati vittime, ci riserviamo di tutelare la nostra onorabilità e di adire alle vie legali.”