La Marsica in epoca romana

Dalla creazione delle prime colonie fino alla costruzione dell’emissario ipogeo e i cunicoli di Claudio

Agli inizi le grandi strade dei Romani furono costruite per assolvere a funzioni prettamente strategiche, per facilitare l’accessibilità ed il controllo dei territori conquistati mediante rapidi spostamenti dell’esercito, o per collegare rapidamente Roma con le sue Colonie.
Una delle strade più antiche, la Tiburtina Valeria, sorse ricalcando un antichissimo tracciato utilizzato dai pastori per spostare gli armenti dai pascoli d’Abruzzo alle campagne del Lazio, in inverno, e viceversa in estate.

Fu pavimentata dal console Marco Valerio Massimo attorno al 286 a.C., mantenendo la denominazione di via Tiburtina da Roma a Tibur e assumendo quella di via Valeria, dal nome del suo costruttore, fino a Corfinium dopo aver attraversato la Marsica. A seguito delle opere di restauro e completamento avvenute tra il 48 ed il 49 d.C. nel tratto tra Corfinio e Pescara da parte dell’imperatore Claudio, quest’ultima parte del percorso prese il nome di via Claudia Valeria.


Creazione delle colonie militari
Dopo la campagna militare del 304 a.C. del console romano Sempronio Sofo, che portò alla presa di 31 oppida degli Equi in territorio abruzzese, Roma creò due colonie militari: Carsioli e Alba Fucens. La colonia di Carsioli (Carseoli) venne creata nella Piana del Cavaliere, a controllo degli accessi alle valli dell’Aniene, del Turano e del Cicolano. L’insediamento dei 4000 coloni romani fu ritardato per l’intervento armato dei Marsi (298 a.C.), preoccupati dell’accerchiamento attuato da Roma del loro territorio.
La colonia di Alba Fucens fu creata sui confini orientali del territorio degli Equi, distante ben 68 miglia da Roma (km 100,572) come risulta dal cippo miliario di Magnenzio rinvenuto vicino la basilica, sul percorso interno della via Valeria, la strada consolare che collegava Roma con Alba Fucens e le rive settentrionali del lago Fucino.

Cippo miliario di Magnenzio


Per tutto il III secolo a.C. la posizione strategica di Alba contribuì anche a un controllo commerciale dei sistemi viari diretti verso il sud della penisola con lo sviluppo economico non solo della città, ma anche delle ville poste nel suo territorio.
Nel corso del II secolo a.C. l’isolamento della colonia, rispetto ai nuovi scenari mediterranei, fu utilizzato da Roma come luogo ideale per internarvi sovrani e principi dei popoli vinti: vi furono deportati Siface re di Numidia, Perseo re di Macedonia e Bituito re degli Armeni.


La Guerra Sociale o Italica
In seguito alla guerra sociale, denominata anche guerra italica (combattuta dal 91 all’88 a.C.) che vide Roma opposta a una Lega formata da molti popoli italici fino ad allora alleati di Roma (soci), in un quadro generale di ristrutturazione amministrativa fu scelta la forma del municipio.
Il territorio venne riorganizzato col sistema dei municipia e nelle comunità italiche venne avviato un grande processo di urbanizzazione che si sviluppò lungo tutto il I secolo a.C., poiché l’esercizio dei diritti civici richiedeva specifiche strutture urbane (foro, tempio della triade capitolina, luogo di riunione per il senato locale).


Municipalizzazione del territorio
Durante il processo di municipalizzazione, le città già esistenti come Carseoli e Alba Fucens cambiarono semplicemente il loro status giuridico e la loro struttura amministrativa, diventando municipia.
Dove invece non esistevano città vere e proprie, come tra i Marsi, i Romani scelsero i centri abitati per la loro collocazione o per il loro stadio di sviluppo relativamente avanzato.
Fu avviata una grandiosa opera di urbanizzazione per dotarli delle strutture pubbliche ritenute indispensabili per una vera città: una cinta muraria, un foro per gli affari pubblici, una curia per le riunioni del senato municipale, dei templi per il culto pubblico e la costruzione di strade per raggiungerle.

Epoca Augustea
Con la divisione amministrativa dell’Italia all’epoca di Augusto (27 a.C.-14 d.C.), la penisola venne divisa in 11 province con l’Abruzzo e il Molise, a eccezione del Teramano, inclusi nella Regio IV, denominata Sabina et Sannium e successivamente, in tarda età imperiale, alla Provincia Valeria.


Costruzione dell’emissario ipogeo e i cunicoli di Claudio
L’imperatore Claudio nel 41 d.C. avviò i lavori per il prosciugamento del lago Fucino attraverso l’emissario ipogeo del monte Salviano, l’incile e i cunicoli di Claudio, nel suo complesso un’opera di ingegneria idraulica tra le più ardite dell’epoca romana. Vi lavorarono per undici anni, fino al 52 d.C. circa 30 000 uomini tra schiavi e tecnici. La realizzazione dell’opera permise il prosciugamento di gran parte del bacino lacustre. Con la caduta dell’impero romano (476 d.C.) e l’assenza di opere di manutenzione e a causa degli effetti di un probabile disastroso terremoto, avvenuto nel 508 d.C. l’emissario si ostruì e tra il V e il VI secolo il lago tornò ai livelli originari.


Fonti:
Angelo Ianni, Ai piedi del Monte Tino, SiVA Montesilvano (PE) 2010.
Angelo Ianni, Le nostre Montagne raccontano, Master Print Avezzano (AQ) 2014.
Giuseppe Grossi, Marsica guida storico-archeologica, LCL Avezzano (AQ) 2002

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