La Porta Santa nella chiesa giubilare della Madonna Dell’Oriente nelle riflessioni della scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi

Dopo le luci del Natale ha inizio il Tempo ordinario: riprende la vita di tutti i giorni nella sua monotona quotidianità. Ma L’anno del Giubileo 2025, con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro, prolunga la gioia dell’Avvento invitando a riscoprire la fede nell’incontro e cura dell’altro. Del resto l’incarnazione di Cristo, che celebriamo il 25 dicembre, è il mistero della speranza che si fa carne grazie al “si “ di Maria.  

Affinché in questo anno giubilare tutti, come ricorda  Papa Francesco nella Bolla di Indizione del Giubileo, possano sperimentare la vicinanza della Madre di Dio, rivolgersi ad essa nella Sacra Icona della Madonna d’Oriente presso Tagliacozzo, non può che aprire i cuori all’indulgenza per acquisire nel perdono di un Dio-con -noi una nuova capacità di amare: “ Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1).

Visitare il Santuario dedicato a Maria SS. Dell’Oriente, a circa tre chilometri dal borgo sulle pendici del monte Civita, significa immergersi nella verde vallata del fiume Imele. Entrando all’interno della Basilica dalla Porta Santa osservare l’immagine dell’icona della Madonna con bambino risalente ai primi  del XIV emoziona per la suggestiva bellezza.

Santuario della Madonna Dell’Oriente

Secondo la tradizione, l’immagine sarebbe scampata alla furia iconoclastica di Leone III Isaurico e giunta miracolosamente in Italia. Da quel momento  un altare dedicato alla Vergine nel 1500 testimonia che la chiesa è sempre stata meta di pellegrinaggi. 

Oggi con il giubileo la  tavola bizantina di Maria detta “Odeghetria”, nel significato etimologico di conduttrice,  indica la via ai fedeli che a Lei si rivolgono per ottenere l’indulgenza plenaria e riscoprire il valore della speranza come dimensione esistenziale.

Scendendo dal Santuario nella bella città della provincia di L’Aquila nominata Tagliacozzo, perché nata dal “taglio nella roccia”, ci si può immergere in un dedalo di vicoli medievali tra numerose chiese, palazzi nobiliari, ruderi di castelli ed estese mura con cinque porte.

Particolarmente importante è quella dei Marsi che ricordando l’antico splendore di quella gente invita a vivere il territorio non solo come turisti ma come gentili abitanti alla ricerca di una spiritualità per vivere con consapevolezza la nostra condizione di viaggiatori. 

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