Aielli – Oggi Giovanni Maccallini, morto in solitudine in una casa famiglia a Fontecchio e tumulato nel cimitero di Sassa, è finalmente ad Aielli.
Questa mattina, infatti, la sua salma, tornata in paese grazie all’Amministrazione Comunale e alla raccolta fondi dei cittadini, è stata tumulata nella tomba di famiglia alla presenza del Sindaco Enzo Di Natale, di Don Luigi e qualche aiellese.
Di Natale ha voluto raccontare nei particolari la storia personale di Maccallini a partire dalla vicenda giudiziaria dell’Aprile del 1990.
Ecco il racconto.
“Aprile 1990:
Giovanni Maccallini viene accusato di aver provocato un incendio doloso. Ad andare a fuoco alcune stalle ubicate fuori dai centri abitati. La sera stessa dell’incendio, tre auto delle forze dell’ordine si precipitano a casa di Giovanni e lo traducono nel carcere di San Nicola ad Avezzano. Trattato come un omicida, se non peggio.
A finire sotto processo saranno in due, oltre a Giovanni, anche Costantino Di Natale, iscritto al PCI e impegnato nella imminente campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale.
Già dai primi dibattimenti si delinea l’estraneità ai fatti di entrambi gli imputati, tirati in mezzo in una losca vicenda perché funzionali ad uno schema troppo conosciuto in Italia, una strategia della tensione in salsa locale.
Prima della sentenza di assoluzione, che arriverà di lì a poco, a Giovanni venne fatto un TSO e successivamente trasferito in una clinica psichiatrica in provincia di Isernia.
Giovanni non aveva nessuno. Una sorella morta precocemente per leucemia, una madre morta giovane, un fratello morto d’incidente e il padre scomparso l’anno dopo. Per trent’anni rimase sepolto a Villa Flora (balzata agli onori della cronaca nel 2013 a seguito degli arresti del direttore e del proprietario per presunti maltrattamenti ai danni degli assistiti). Lo scorso anno fu trasferito in un’altra struttura a Fontecchio dove è morto ad ottobre, solo come un cane.
Oggi, 14 maggio 2021, Giovanni torna nel suo Paese. Tumulato nella cappella di famiglia. Io c’ero, a nome della comunità. Con me c’era Don Luigi e un po’di aiellesi”.