La scrittrice Maria Assunta Oddi celebra con una lirica la Giornata Mondiale dell’Amicizia

Nella giornata del 20 luglio si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Amicizia proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2011 per riconoscere l’importanza dell’amicizia “Come sentimento nobile e prezioso nella vita degli esseri umani in tutto il mondo”.

Solo se ispirati al sentimento dell’amicizia tra individui, popoli e culture sarà possibile costruire ponti tra le varie comunità e promuovere la pace nel mondo.

Chiedere amicizia vuol dire aprirsi all’altro, vuol dire vincere la paura di un rifiuto per il desiderio di conoscere confrontarsi, vuol dire condividere gioie e dolori, giochi, avventure e segreti.

Educare all’amicizia i giovani è pertanto un modo di realizzare la cittadinanza attiva nel dialogo solidale, nella comprensione reciproca e nella riconciliazione tra civiltà.

 André Rochais, psicologo che da anni si dedica alla formazione e alla crescita individuale delle persone, sostiene che tale sentimento è fondamentale non solo per la comprensione dell’altro ma anche per costruire una propria identità: “La relazione di amicizia si costruisce: si parte da sé per arrivare agli altri”. 

A voi tutti dedico l’ode all’amicizia affinché ognuno possa sempre incontrare nella vita “Un amico del cuore”.

Ode all’amico.

Vieni alla mia anima lieve come erba novella

A scioglier pene a rinnovar sorrisi 

a ricomporre dei frammenti sparsi

memorie chiare su ghirlande eterne.

Per mutar l’acerba sorte

ragionando con me d’antichi segreti

Sopra il vano brusio dei mortali affanni

Usi parole quiete e assorte

Non pronunciate con le labbra

Ma con gli occhi dette

Ad abbracciare l’altro me

affondato nella notte come sasso 

sull’abisso marino.

Sei ortografia remota di sillabe di luce

Nell’aurora stillante grazia dalle tue dita 

Intente a scrivere una lettera amuleto

Sulla pagina di un nuovo giorno.

E’ il mondo vuota dimora senza te

amico mio!

Chi reggerebbe all’infelicità?

Sei l’ancora della speranza che io 

Non ebbi forza di tenere!

Sei nel silenzio del dolore il graffio

Sull’ombra a svelar la luna.

Sei nel deserto di smisurato orgoglio

La stilla di rugiada a farmi piccolo

Fiore sugli argini del campo.

Sei della rinata allegria

La bellezza più mirabile

A cantar con due voci un sogno.

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