Il consenso di un non trascurabile settore dell’opinione pubblica italiana, abruzzese e marsicana, permise alle rappresentanze fasciste di lanciare una sottoscrizione nazionale a favore dell’acquisto di aerei da guerra. Le condizioni del paese, stremato dalla crisi, non erano però tali da rendere tanto agevole una simile raccolta di fondi. Tuttavia, singoli successi per racimolare cifre ragguardevoli, avrebbero incoraggiato il consenso delle masse in un momento di stanchezza e: «un altrettanto diffusa preoccupazione per le condizioni dell’economia e le loro ripercussioni sulla produzione, sull’occupazione e sul costo della vita».
D’altronde, solo il prestigio personale di Mussolini poteva ulteriormente stimolare la difficile raccolta, poiché, mentre l’esperienza fascista mostrava i suoi limiti e i suoi lati negativi, la popolarità del duce, invece, andava aumentando «in senso inversamente proporzionale a quello del partito e del fascismo e per molti italiani aveva costituito una sorta di compensazione psicologica e politica», aggrappati alla fiducia e alla speranza solo verso «l’uomo del cambiamento» (1).
In questo complesso clima, una prolungata azione propagandistica, indusse il comune di Villavallelonga a promuovere la colletta «Pro Ali alla Patria», organizzata e diretta dal podestà Romolo Retico (avvocato), egregiamente: «coadiuvato dal Segretario Politico Centurione Francesco Giancursio, dal Segretario Comunale Lenoni, dal dott. Alberto Stoduto, dal Segretario Sindacato Agricoltori Angelo Ferrari (insegnante), dal Capo Manipolo Cesare Di Lelio, dal maestro e Giudice Conciliatore Giuseppe Palozzi, Michelangelo Grande, Santo Bianchi, membro del Direttorio fascista, le guardie municipali Francesco Lippa, Vincenzo Serafini e Tobia Di Ponzio». Tutta la popolazione: «non venendo meno al suo sentimento di sincero patriottismo, rispose generosamente all’appello del Comitato, tanto che in poche ore si raggiunse la bella somma di Lire 748.40 che fu versata al Comitato Provinciale» (2).
Raccolsero subito l’invito «Pro Ali alla Patria» anche le maestranze dello zuccherificio di Avezzano: «Accogliendo con fervoroso entusiasmo l’opera di questo Ufficio Provinciale della C.N.S.F., l’intera maestranza operaia e gli impiegati dello Zuccherificio di Avezzano hanno raccolto la bella somma di Lire 1314, per la sottoscrizione Nazionale, che è stata già consegnata, a cura della Direzione dello Zuccherificio stesso al sig. Podestà di Avezzano» (3). Oltre a ciò, andranno evidenziati, anche altri importanti provvedimenti provinciali che riguardavano direttamente la Marsica.
Qualche giorno dopo, al «Palazzo del Governo» dell’Aquila, si svolse il «Congresso Provinciale del Sindacato fascista degli Ingegneri», presieduto dal segretario generale Domenico Maitilasso, con ampia partecipazione delle rappresentanze marsicane. Tema della discussione: il prossimo congresso nazionale di Napoli (4). A seguire, venne costituito l’ufficio economico provinciale dei sindacati fascisti. Tra l’altro si legge nella cronaca: «Il Segretario Generale Domenico Maitilasso ha disposto che a far tempo dal 1° Gennaio 1928 sia istituito l’Ufficio di Assistenza degli iscritti ai diversi sindacati fascisti provinciali dell’agricoltura, che assumerà la denominazione di Ufficio Economico Provinciale di Aquila della Confederazione Nazionale dei Sindacati fascisti». In realtà, l’ufficio aveva lo scopo di assistere i piccoli proprietari coltivatori diretti e tutti i fittavoli durante l’esplicazione della loro attività produttiva: «tenendo conto soprattutto degli interessi generali dell’agricoltura e dei bisogni particolari dell’economia rurale della Provincia». Riprendendo richieste anche dalla Marsica, con opportune iniziative, l’ufficio doveva allargare e rafforzare la base del «Credito agrario», includendo tutte le categorie e, in modo speciale, i bieticoltori del Fucino, per incrementare così lo sviluppo della produzione (5).
Infine, non poteva mancare una nota natalizia tutta di stampo fascista, fatta pubblicare dal corrispondente di Avezzano con il titolo: «L’Albero di Natale all’Asilo Infantile Montessori». L’asilo comunale, diretto da Jolanda Marini, organizzò per l’occasione «una semplice ma commovente Festa dei Bambini», sotto il segno immancabile dell’ideologia di regime. Infatti, lo spettacolo iniziò con l’entrata dei bambini che cantarono «Il Sacro Inno del Piave» disponendosi intorno all’albero; seguì il coro dei migliori canterini diretti da alcune insegnanti, che intonò: la «Cavalleria Rusticana». Dopo la distribuzione dei doni, tutti cantarono con entusiasmo «Lieto s’avanza l’anno novello». Il plauso dei vertici fascisti andò al professor Alfonso Postiglione (direttore regionale delle scuole dell’ente); al professor Eugenio Cirese, al podestà Orazio Cambise, al capitano della milizia forestale, dottor Spagnuolo e al capo tecnico Galdino Cipollone (6).
NOTE
- R.De Felice, Mussolini il fascista, II. L’organizzazione dello stato fascista 1925-1929, Giulio Einaudi editore, Torino 2019, pp.369-372.
- Il Messaggero, Anno XLIX – N.301 – Martedì, 20 Dicembre 1927, p.5, Da Villavallelonga, Pro Ali alla Patria.
- Il Messaggero, Anno XLIX – N.308 – Mercoledì, 28 Dicembre 1927, p.6, Pro Ali alla Patria. Sulla stessa pagina si legge anche la notizia della preparazione a Carsoli della «Befana Fascista».
- Ivi, Anno XLIX – N.307 – Martedì, 27 Dicembre 1927, p.6, Cronaca degli Abruzzi, Da Aquila.
- Ivi, Anno LIX – N.310 – Venerdì, 30 Dicembre 1927, p.4, Da Aquila.
- Ibidem.