Abruzzo – Una settimana è trascorsa dal tanto atteso ritorno a casa di Olivia, la cagnolina la cui fuga ha tenuto col fiato sospeso un’intera comunità.
Eppure, in seno alla LIDA di Ortona, l’emozione del ritrovamento si mescola a un profondo senso di frustrazione e solitudine. “Dove sono tutti?” è la domanda amara che risuona tra i volontari, un interrogativo che affonda le radici in una realtà fin troppo familiare.
La storia di Olivia, con la sua eco mediatica e la mobilitazione di tanti, avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta, un’occasione per una riflessione collettiva sulla condizione dei cani nati liberi e, più in generale, di tutti gli animali in difficoltà presenti sul nostro territorio.
Randagi, abbandonati, maltrattati, reclusi nei canili: destini spesso ignorati, se non quando una vicenda particolare ne accende i riflettori.
Durante i giorni angoscianti della sua scomparsa e nelle fasi successive del suo recupero, l’interesse e la partecipazione sono stati palpabili.
Critiche, certo, ma anche tanta solidarietà e sostegno, segno di una sensibilità diffusa verso la causa animale, soprattutto tra chi condivide la propria vita con un amico a quattro zampe. Si sperava che la storia di Olivia potesse innescare un cambiamento, una crescita collettiva di consapevolezza e responsabilità.
Ma oggi, la LIDA di Ortona si trova a fare un’amara constatazione: al di là di una ristretta cerchia di persone, il risultato sperato non c’è stato.
Il ritorno alla normalità sembra aver riportato tutto al punto di partenza, lasciando le associazioni e i volontari ancora una volta soli a fronteggiare un’emergenza continua.
Sono gli stessi cittadini che si rivolgono costantemente alle associazioni per le più svariate emergenze: cani da “mollare” per presunti gravi problemi, animali vaganti da recuperare, cuccioli e gattini indifesi da allattare e mettere in sicurezza, segnalazioni di animali tenuti a catena in condizioni inaccettabili.
Di fronte a queste richieste, i volontari sono chiamati a “correre e fare miracoli“, spesso con risorse umane ed economiche limitate.
L’appello della LIDA di Ortona è un monito chiaro: la responsabilità non può e non deve ricadere unicamente sulle spalle del volontariato. “La responsabilità è di tutti!” sottolineano con forza.
Chiunque, nel proprio piccolo, può fare la differenza. Chiunque può offrire un contributo, che sia tempo, risorse materiali o semplicemente una maggiore attenzione e sensibilità verso le problematiche del territorio. Chiunque può attivarsi, segnalando situazioni di disagio, offrendo aiuto concreto o semplicemente diffondendo consapevolezza.
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