Venere Anadiomene, ossia Venere che nasce dal mare. E’ questa la definizione precisa della sensuale e delicata figura femminile della fontana in lega metallica che da più di un secolo e mezzo costituisce uno dei simboli di Scurcola Marsicana. La fontana della Venere è stata eretta alla fine dell’800 per celebrare il primo acquedotto comunale. Alle origini, si trovava nella parte pianeggiante del paese, in quella che oggi viene designata col nome di Piazza Risorgimento. Era stata collocata al centro dello slargo più accessibile affinché tutti potessero attingere, con l’immancabile conca, l’acqua pulita e fresca dai quattro comodi getti laterali della fontana e, dettaglio non trascurabile, affinché tutti potessero ammirare la bellissima Afrodite semisvestita.
Tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 dello scorso secolo, gli amministratori dell’epoca decisero di rimuovere la fontana della Venere per approntare lavori di sistemazione della piazza che, evidentemente, desideravano modernizzare e rinnovare completamente. La statua venne quindi smontata e messa da parte chissà dove per parecchi anni. Una versione meno ufficiale e più maliziosa, che forse in pochissimi conoscono, racconta che lo smantellamento della Venere fu determinato dalle insistenti richieste della moglie del sindaco del tempo profondamente infastidita dalle avide occhiate maschili, comprese quelle di suo marito, che la sensuale statua attirava in ogni momento e con spudorata libertà.
La fontana della Venere, quindi, venne abbandonata a se stessa per più di venticinque anni. La bella figura femminile realizzata dalle prestigiose fonderie francesi della Val D’Osne, famose in mezzo mondo fin dal 1836 per le loro opere d’arte in ghisa decorativa, fu dimenticata dagli scurcolani che rimisero in sesto la piazza principale del paese senza restituire alla fontana una degna collocazione.
Bisognerà attendere il 1974 perché qualcuno torni a pensare alla dislocazione più corretta da restituire alla Venere. L’amministrazione comunale e il comitato civico, composto da diversi volenterosi cittadini, decisero di recuperare la fontana e di collocarla lì dove tuttora si trova, nel piazzale di Via Cavalieri di Vittorio Veneto, comunemente noto come piazzale della Venere. Finalmente dopo un lungo periodo di oscuramento e di oblio, la bella statua è riuscita a rivedere la luce del sole anche se il suo “ruolo” di fontana è divenuto sempre meno rilevante fino a scomparire del tutto.
Sarà anche per il fatto che la fontana della Venere è una fontana da cui non esce più acqua, che qualcuno ha avuto la brillante idea di usarla come fontana per distribuire vino. Accade una volta all’anno, in occasione della Sagra della Ciammella, una delle più longeve e famose della Marsica: dalla fontana della Venere sgorga vino. Chiunque può avvicinarsi e riempire liberamente il proprio bicchiere. Un rito dai toni vagamente dionisiaci che rallegra e entusiasma chiunque voglia viverlo con sana allegria.
Per chiudere, vale forse la pena raccontare una vecchia fiaba locale. Si racconta che più o meno negli anni in cui a Scurcola si installava la fontana della Venere, nel vicino paese di Magliano dei Marsi veniva eretta una statua con fontana proveniente dalla stessa fonderia. Si tratta della figura di un bel giovane con in mano un falcetto e ai piedi un fascio di grano. Tecnicamente è definito “l’été”, personificazione dell’estate, simbolo di buon auspicio per i raccolti, anche se popolarmente viene chiamato semplicemente Saturno. Ebbene pare che il giovane e aitante Saturno si sia innamorato a distanza della Venere di Scurcola e dall’altura di Magliano, su cui si trova anch’esso da un secolo e mezzo, osservi ogni istante la sua amata.