Nel sottolineare alcuni aspetti importanti di critica al governo fascista, lo storico De Felice afferma che: «Con la seconda metà del 1929 il regime fascista entrò in una nuova fase della sua storia, la fase può essere definita della sua maturità», riferendosi al quinquennio successivo al Plebiscito e alla Conciliazione, sull’onda degli entusiasmi nazionalistici per la conquista dell’Impero, specialmente quando ormai il «modello morale del fascismo era largamente accettato e non suscitava più contrasti tra il pubblico e il privato» (1).
Il 7 agosto 1929 il segretario generale dell’unione provinciale dei sindacati fascisti «dell’agricoltura di Aquila, Camerata Giuseppe Leonardi, accompagnato dal direttore dell’Unione sig. Aldo Aureli, si è recato nella Marsica eseguendo un’attenta ispezione delle varie organizzazioni agricole esistenti, presenziando a numerose riunioni di piccoli proprietari e affittuari ai quali ha ampiamente illustrato l’odierna convenzione Razza-Cacciari, ed il funzionamento degli uffici di collocamento istituiti dal Ministero delle Corporazioni» (2). La visita precedeva di alcuni giorni l’emanazione di quello che sarà chiamato il «Lodo Bottai», un patto innovatore per tutto il latifondo fucense.
Il rappresentante sindacale si recò subito sulle terre del Fucino dove si rese conto dell’avanzata lavorazione della trebbiatura: «controllando il rispetto dei patti ed aggiornando le maestranze dell’opera di assistenza e di tutela che svolge l’Unione. Si è infine incontrato, per parlare di questioni di economia del territorio, con il direttore tecnico dell’Ecc. Casa Torlonia, ed ha visitato la direzione dello Zuccherificio di Avezzano informandosi di alcune questioni riguardanti l’applicazione del patto bieticolo». Il giorno dopo, presenziò ad Avezzano un’importante riunione di piccoli affittuari e di fiduciari dei comuni marsicani, ai quali spiegò ampiamente le prossime attività dell’unione: «l’azione da perseguire per il completamento dell’inquadramento e dando assicurazione dell’interessamento dell’organizzazione per la soluzione di alcuni vitali problemi riflettenti le categorie dei lavoratori agricoli. Dopo avere, alla fine, illustrato i recenti patti di lavoro conclusi e messo in evidenza i vantaggi che ne derivano alla massa, la riunione ha avuto termine con l’invio di un vibrato telegramma all’on.Razza» (3).
Tra il 9 e il 13 agosto dello stesso anno, i segretari politici Rocco D’Alessandro di Avezzano e Aurelio Irti di Ortucchio nominarono «gli elementi più capaci o più indipendenti del fascismo marsicano alla vigilia di quello che si avverte poter essere un trauma, e comunque una svolta radicale, come il Lodo Bottai» (4).
Il direttorio federale, nell’ultima seduta, aveva confermato nella carica di segretario politico l’avvocato Aurelio Irti, podestà di Ortucchio. Egli a sua volta nominò Corrado Cardinali, con funzioni di segretario amministrativo e i membri Loreto Chiola, Silvestro Buccicone, Pietro Pafone e Francesco Roncone. L’intera popolazione del piccolo borgo salutò con gioia le recenti nomine, augurandosi che presto sarebbe stata riattivata la stazione dei carabinieri con la «costruzione di ricoveri stabili in questo Comune che ne è quasi completamente sfornito, nonostante la sua popolazione, dal 1915 ad oggi, si sia raddoppiata, come dimostra il posto di primo ordine occupato da Ortucchio nella gara indetta dal Giornale d’Abruzzo e Molise». Oltretutto, il centurione Alessandro Massimi, fu nominato comandante della 12ª centuria della milizia volontaria per la sicurezza nazionale, raccogliendo il plauso di tutti i suoi concittadini (5).
Ad Avezzano, invece, il compito di rinnovare i fedeli collaboratori, toccò al professore Rocco D’Alessandro, nominando i camerati: Alessandro Resta (vice segretario politico); Giacomo Colacicchi (centurione e segretario amministrativo); Francesco Amorosi (ingegnere); Arrigo Spina (avvocato); Francesco Tarquini (ragioniere); Guido D’Amico (avvocato e presidente associazione mutilati); Umberto Jatosti (centurione e presidente associazione combattenti); Ezio Adriani (presidente dopolavoro ferroviario e segretario politico dell’associazione ferrovieri fascisti); Benedetto Angelini (rappresentante dell’impiego privato); Manfredo Colasanti (rappresentante del pubblico impiego); Michelangelo Colaneri (segretario capo del comune); Giuseppe Mancini e Luigi Lucci (rappresentanti dei commercianti); Pio Berti (fiduciario della federazione industriali fascisti). Il cronista, infine, aggiunse parole di augurio: «Tale Direttorio, per i nomi che lo compongono, riscuoterà certamente il plauso di tutta la cittadinanza, tanto più che dal Partito si attende, oggi più che mai, l’assistenza e la collaborazione per lo svolgimento delle varie attività, che interessano la nostra regione» (6).
NOTE
- R.De Felice, Mussolini il duce, I. Gli anni del consenso, 1929-1936, Giulio Einaudi editore, Torino 2019, pp.54-55.
- Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, Anno VII – Roma, 11 Agosto 1929, Una visita nella Marsica del Segretario dei Sindacati, Aquila, 9. L’onorevole Luigi Razza era presidente della confederazione generale sindacati fascisti; Gino Cacciari, invece, era presidente della confederazione nazionale agricoltori fascisti.
- Ibidem.
- R.Colapietra, Fucino Ieri, 1878-1951, Ente Fucino, Stabilimento roto-litografico «Abruzzo-Press», L’Aquila ottobre 1998, p.164.
- Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, Anno VII – Roma, 11 Agosto 1929, Nomina del Direttorio del Fascio Ortucchio. Il Messaggero, Anno 50°- N.188, Martedì, 6 Agosto 1929, p.6, Da Ortucchio, Nomina.
- Ivi, Anno VII – Roma, 15 Agosto 1929, Nomina del Direttorio del Fascio di Avezzano.