Abruzzo – Carabinieri. Ma anche mariti, padri, eroi delle stonature quotidiane della vita, colleghi di tutti i giorni, spiriti liberi e motociclisti del sapore tipico del week end. Moto-turismo d’Abruzzo sì, ma sotto lo sguardo vigile dell’Arma. Nella domenica del giorno 26 giugno scorso, è stato battezzato da un esercito ‘buono’ di più di 250 centauri gendarmi a cavallo delle due ruote, il primo Motoraduno ufficiale dei Carabinieri della Legione Abruzzo. Alla guida del comandante regionale dell’Arma, il generale Sirimarco, le motociclette degli angeli custodi della sicurezza nazionale hanno solcato le dune verdi di un Abruzzo naturale e naturalistico ritrovato, sotto l’ebbrezza di un caldo sole estivo. Il Motoraduno, voluto fortemente dal Co.Ba.R Abruzzo, ha goduto di un meritato successo di pubblico e di un altrettanto inaspettato furore di popolo.
Nessun errore sulla tabella di marcia del cammino delle 250 motociclette rombanti, nessuna sbavatura sul programma di andata e ritorno: tutti i partecipanti hanno goduto di tutto. «Un evento, questo, che mancava nella storia plurisecolare dei Carabinieri d’Abruzzo. L’immensa cerchia di valori dell’Arma – ha affermato il generale Sirimarco – ha fatto sì che anche questa Regione potesse sentirsi riesplorata nei suoi più intimi dettagli naturali. Popoli, con la storia del magnifico raduno delle 1000 vespe in onore di Corradino D’Ascanio (ingegnere italiano e papà della Piaggio Vespa), Roccaraso col suo centro cittadino cordiale, in cui i Carabinieri centauri hanno fatto esplodere la mania dell’autoscatto ed, infine, il cuore trasparente del lago di Barrea: ogni tappa del viaggio è stata vissuta alla pari della lettura di uno stralcio di un romanzo d’identità e di autoaffermazione». Impeccabile, la diretta streaming offerta da WiTel, partner multimediale della domenica ed occhio scrutatore di tutto l’evento, condita da filmati ed interviste ‘esplorative’: l’adrenalina di un tour a motore, vissuta sul filo di un hobby risvegliato.
Non solo motociclisti arruolati, però, ma anche mogli centaure e civili del fan club dell’Arma hanno aderito alla manifestazione. Presente anche un’appassionata delegazione del ‘Motoclub CC MotorDay’ nazionale, guidato dal presidente Martone. «Abbiamo abbracciato – ha detto – questo gemellaggio con i Carabinieri d’Abruzzo perché essere motociclisti significa, in primo luogo, essere padroni delle proprie scelte e delle proprie strade intraprese. I Carabinieri in moto sono uomini che amano una terra, la quale, molto spesso, non combacia con la loro stessa di provenienza, ma che riesce, comunque, a farli sentire figli di una casa». Il silenzio infranto dal rombo dei motori, nella natura tacita del tragitto, ha sortito l’effetto di un risveglio muscolare per l’Abruzzo.
Artefice tecnico dell’evento, è stato il Maresciallo di Gioia Dei Marsi, Ferrari, in sinergia con i colleghi di Ortucchio. «Un ringraziamento – ha affermato – va al Centro Anziani, alla Pro Loco e alla Protezione Civile di Gioia, perché hanno dipinto una cornice logistica meravigliosa ai fini di una domenica trascorsa in una famiglia ‘allargata’. Inoltre, un grazie va anche al Direttore del Parco Nazionale e all’Amministrazione, guidata dal sindaco Berardini: loro hanno fatto sì che si assaporassero i confini più belli dell’Abruzzo, sia reali che spirituali, in maniera sconfinata». Da Popoli, quindi, fino al borgo medievale di Gioia Vecchio, dove un barbecue finale ha messo il punto esclamativo ad una giornata di pensieri positivi: la passione per la moto, quindi, ha finalmente ritrovato il suo ossigeno in Abruzzo, laddove, il Carabiniere, si è reinventato turista per un giorno, in un pezzo di mondo da lui quotidianamente sorvegliato.