Avezzano – All’improvviso capita di avere sotto mano delle notizie alcune si accantonano, su altre ci si sofferma anche se un pò “vecchiotte” . Questa è datata 11 febbraio 2016, è d’interesse generale e merita di essere spolverata.
E’ stata sancito l’accordo-quadro tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dello sviluppo economico e le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano per lo sviluppo della Banda Ultra Larga sul territorio Nazionale verso gli obiettivi EU 2020.
Ora più che mai si viene ad evidenziare la necessità di una evoluzione che possa portare l’Italia (tutta n.d.r.) ad una onesta competizione tecnologica, non tanto nei confronti dei paesi internazionali ma, quanto meno, di quelli europei.
E’ l’opportunità dell’ ottimizzazione delle risorse, il raggiungimento di quella tipologia di vita che la propria città deve poter fornire. Tutti ben sanno quanto internet consenta: l’accesso ai servizi, alle informazioni, il contatto diretto con le Istituzioni, le ricerche, gli approfondimenti etc.
Per quanto non si sia competenti della specifica materia, diventa lapalissiano la necessità di un progetto strategico che possa prendere in considerazione l’implementazione di reti a banda ultra larga.
L‘accordo-quadro definisce: “la strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” con la quale la Commissione punta a rilanciare l’economia dell’Unione attraverso cinque ambiziosi obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, clima ed energia. In particolare la realizzazione di una società basata sulla conoscenza, attraverso la diffusione delle infrastrutture e dei servizi di telecomunicazioni necessari per consentire una migliore connettività ad Internet.”
In questo contesto, un punto cardine del progetto che racchiude i principi base dell’evoluzione è la formazione, soprattutto sulle competenze digitali. In primis bisognerebbe entrare nelle scuole e fornire i mezzi per l’accesso. Inutile negare quanto avviene nella riqualificazione del lavoro in ambito tecnologico, per tanti che vengono persi altrettanti si acquisiscono.
Si parla quindi della necessità di una progressiva digitalizzazione del Paese, vale a dire provvedere, come requisito fondamentale, anche alla diffusione di una cultura digitale tra i cittadini.
Oggi c’è l’accordo-quadro che prevede l’evoluzione. Appena l’ Unione Europea ne darà l’approvazione, sarà necessario farsi trovare pronti per poter accedere ai bandi. Ormai il termine “bisogna” viene sostituito con il verbo “dovere”. La Città ha il dovere di essere rivalutata ed inglobata nel futuro, per la corretta competizione sul mercato.
Non sono i batti e ribatti sulle pagine dei giornali che sanciscono l’azione: chi fa, sa di fare.
A maggior ragione che l’art. 5 titolato (Premialità) menziona:
“Al fine di favorire l’armonico sviluppo della offerta di nuove infrastrutture unitamente alla crescita della domanda di servizi pubblici e privati, le Parti si impegnano ad individuare, nei conseguenti accordi di programma quadro, oggettivi elementi premiali utili a definire la pianificazione temporale degli interventi atta a favorire i territori virtuosi.”
Vista la complessità della materia, è giusto esigere che i lavori siano seguti da professionisti del settore, e per professionista si intende “Chi esercita una professione intellettuale, liberale, o comunque un’attività per cui occorre un titolo di studio qualificato.”
Meglio lasciar perdere chi si sveglia una mattina e diventa, d’improvviso, titolare di cattedra.