Oggi, 4 novembre, festa delle forze armate, con questi versi si vuole onorare e ricordare il sacrificio dei difensori dell’unità nazionale e soprattutto la necessità, in questi tempi travagliati dalla guerra, della pacifica convivenza. La poesia fa riferimento alla festa popolare, rivoluzionaria per il suo nobile valore etico, della piantatura degli “Alberi della libertà”, ancora presente nelle tradizioni di alcuni paesi montani d’Abruzzo.
L’albero della libertà.
Per ogni soldato
Caduto per la libertà
Lungo lo stradone del borgo
Tra case mute di nebbia
Vi è un albero piantato
Compagno invisibile
Impenetrabile allo sguardo
Distratto da brandelli di preghiera.
I rami stesi al cielo illividito di novembre
Abbracciano l’immenso nel volo di un sogno.
Al suo tronco nonostante il gelo,
la mia gente intreccia
con i pallidi crisantemi
danze e canti a rinnovar alleanza
d’affetti e abbracci.
Hanno ognuno il proprio nome,
nomi di giovani partiti e mai tornati.
Ogni volta che li chiami risponde l’eco
Nel cuore delle madri, di tutte le madri
Di ogni tempo, di tutti i tempi!
Il battito, posato sull’orlo
D’infuocati abissi dove il mondo disperato
Scompare nell’orrendo schianto d’artiglieria.
Ancora gronda sangue.
D’improvviso si risveglia il vento
Nel lontano gocciare della pioggia
A lavare lacrime dai volti assorti
D’antico strazio per sussurrare:
“Mai più guerra”.