Tagliacozzo – Un’intervista colma di lacrime e anche tanta rabbia quella di Ester, giovane mamma di Tagliacozzo, che da ottobre aspetta invano la chiamata di un centro riabilitativo per la sua bimba di 4 anni, affetta da sindrome di down.
Ma andiamo con ordine: Ester ci ha spiegato quanto sia macchinoso il meccanismo burocratico che si cela dietro alle autorizzazioni per le terapie spettanti ai bambini con sindrome di down.
Innanzitutto si parte con un’autorizzazione rilasciata dal U.O.S.D. Riabilitazione Territoriale Area Marsica (centro polio) che poi deve essere inoltrata al centro PUA per l’ammissione alle prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali.
Una volta che l’autorizzazione viene dichiarata conforme anche da quest’ultimo ente, si inizia un percorso riabilitativo, 3 volte a settimana, che conta 3 tipi di terapia, che riguarda gli ambiti psicomotori, cognitivi e logopedistici.
Ester conosce bene questo iter da seguire perché, dal momento della nascita della bambina, inoltra istanze su istanze al fine di assicurare alla piccola i trattamenti necessari al suo percorso di crescita.
“Ad ottobre ho rinnovato l’autorizzazione ma da allora non ho avuto più risposte dai centri. È da 4 mesi che mia figlia non fa terapia e si vede il suo processo involutivo di crescita ed apprendimento, constatato anche dalla maestra di sostegno”, dice Ester, delusa da come stiano andando le cose.
“Mi rivolgo alle Istituzioni affinché questa problematica venga risolta e non si ripresenti più, né per me né per altri genitori che vivono situazioni simili. Crescere una figlia con sindrome di down senza aiuti dalle Istituzioni è davvero impossibile, è necessario che i Centri siano provvisti di più personale per evitare disguidi di questo tipo”, conclude Ester che spera in una risposta immediata da chi di dovere affinché la sua piccola possa tornare presto a fare le terapie che le spettano.