L’AQUILA – Approfondimenti clinici su 15 delle 300 persone esaminate: è quanto emerso dallo screening dei giorni scorsi compiuto dal servizio dialisi dell’ospedale San Salvatore al centro commerciale ‘L’Aquilone’ del capoluogo regionale.
L’individuazione dei 15 soggetti ‘attenzionati’ rivela tutta l’importanza dei controlli di prevenzione sulle patologie del rene per il cui trattamento ogni anno, al reparto nefrologia di L’Aquila, diretto dalla dott.ssa Marilena Tunno, si effettuano 17.000 dialisi. La costante attività di prevenzione, una delle priorità programmatiche della direzione aziendale guidata dal manager Ferdinando Romano, è in funzione della diagnosi precoce, con l’obiettivo di trattare la malattia renale alle prime manifestazioni evitando che possa diventare cronica.
Le cifre dicono che ogni anno, all’unità operativa del presidio aquilano, vi sono 15 nuovi malati di patologie renali che vengono presi in carico, al San Salvatore, con un’articolata attività, ambulatoriale e non, calibrata sulle specifiche esigenze.
Attualmente sono 90 i pazienti in dialisi, 30 quelli seguiti e candidati al trapianto di rene, 14 quelli assistiti con dialisi peritoneale e, infine, 120 le visite mensili ambulatoriali per un totale di 1440 l’anno.
Il lavoro di assistenza e cura del reparto dialisi è svolto al meglio anche grazie alla preziosa collaborazione della chirurgia vascolare e dell’angiografia, importante soprattutto per gestire le complicanze e gli accessi vascolari. Inoltre, nell’ottica di un gioco di squadra, va sottolineata la sinergia con il Centro regionale trapianti di L’Aquila che da anni ha assunto una posizione di rilievo a livello nazionale in virtù della collaudata efficienza dell’apparato.
“Occorre tenere alta la guardia”, dichiara Tunno, “soprattutto in termini di coinvolgimento della popolazione che va resa consapevole, con screening e iniziative di altro tipo, dell’estremo valore della prevenzione su cui si gioca la salute di ciascuno. Continueremo a diffondere questo messaggio con presidi svolti nei luoghi più frequentati per alzare sempre più la soglia di sensibilizzazione”