Avezzano – Tutte le organizzazioni sindacali nazionali, FIM – FIOM – UILM Nazionali, comprese le loro rappresentanze territoriali, più le FAILMS-CISAL e la RSU, hanno scritto al MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO per chiedere un incontro in relazione al tavolo di monitoraggio su LFoundry di Avezzano.
Le OO.SS. chiedono un momento di verifica complessiva circa la situazione aziendale, occupazionale e industriale, sulla scorta di alcuni elementi di particolare criticità come il processo di transizione di LFoundry all’interno di SPARC, da Foundry a IDM, come da piano industriale che per i sindacati, sarebbe confuso e senza strategia.
In effetti, secondo i sindacati, l’obiettivo dichiarato dall’azienda, di voler mettere in campo investimenti in modo autonomo rispetto alla casa madre, mal si coniugherebbe con gli effetti dell’evoluzione del mix di produzioni annunciata dall’azienda, che vedrebbe un’importante riduzione della produzione di sensori di immagine a favore di dispositivi power.
Questi ultimi, secondo le rappresentanze sindacali, non solo sarebbero meno redditizi, ma verrebbero destinati a un mercato molto esposto alla concorrenza di insidiosi competitori. Inoltre, il processo industriale legato alla produzione di questi dispositivi, significativamente più semplice, impatterebbe sui livelli occupazionali.
«L’emorragia di competenze rappresenta un altro ulteriore elemento di criticità. Nei primi otto mesi del 2020 sono state trenta le persone che hanno deciso di abbandonare l’azienda e il territorio a causa della forte incertezza percepita per l’assenza di strategie a medio e lungo termine.» Per i sindacati, questi numeri, pongono il tema della salvaguardia della capacità di sviluppo dell’intero sito, vista la potenziale erosione di esperienza e competenza, vero punto di forza dello stabilimento avezzanese.
«Nella fase di ricostruzione che il Paese si appresta ad intraprendere.» concludono le OO.SS. «Non sfugga il ruolo strategico che lo stabilimento LFoundry può avere nell’ambito dello sviluppo del settore della microelettronica in Italia. Il bagaglio trentennale di esperienza internazionale e le competenze che esprime rappresentano un valore per il territorio e per la nazione, da preservare e valorizzare.»