Pescina – Le considerazioni di Augusto De Sanctis, del Forum H2O, pubblicate dalla nostra testata dopo l’assemblea pubblica tenuta a Pescina il 23 febbraio scorso, hanno dato la stura a diverse prese di posizione, non ultima quella di Confagricoltura, dalla quale abbiamo ricevuto una nota molto circostanziata, che evidenzia quanto siano distanti le posizioni delle due organizzazioni sul progetto irriguo del Fucino.
Il direttore di Confagricoltura, Stefano Fabrizi, utilizzando uno stile a metà fra il sarcastico e l’irridente, va dritto al punto senza fare sconti. All’affermazione di De Sanctis «Chi vuole fare questo progetto, fa in primis, un cattivo servizio agli agricoltori.» Fabrizi replica che il referente del Forum evidentemente non conosce le dinamiche e le esigenze degli agricoltori e dell’agricoltura. Ciò gli farebbe esprimere un giudizio generico che non spiega quale sarebbe il cattivo servizio, procurato dal progetto, agli agricoltori.
Altra affermazione che Fabrizi non manda giù, è quella secondo la quale, conferire l’acqua in pressione, senza sapere come l’agricoltore la utilizza, significa, per De Sanctis, non avere contezza del quadro completo dell’intero ciclo. In effetti De Sanctis ha chiesto «Si irriga a pioggia o a goccia? O ognuno fa come vuole? Se nessuno se ne preoccupa, sarà l’agricoltore a decidere come usare l’acqua ma questo significherebbe continuare ad alimentare gli sprechi e una scarsa coscienza ambientalista.»
Per Fabrizi, tali affermazioni, sarebbero il frutto della concezione pauperistica dell’agricoltura, tipica di questa tipologia di individui che, secondo lui, coltivano l’ambientalismo come forma bucolica del tutto astratta dalla vita reale. «Non comprendere la differenza tra agricoltura intensiva, necessaria per sfamare i popoli e riempire gli scaffali dei supermercati, garantire un’accettabile sovranità alimentare ad una nazione e soddisfare con un cibo democratico milioni di individui, sono argomenti molto lontani dal pensiero degli ambientalisti metropolitani, che magnificano modalità di produzione certamente condivisibili, e da noi condivise, ma incapaci di soddisfare l’accesso al cibo a tutti.»
Il direttore di Confagricoltura continua affermando che l’agricoltura intensiva praticata in zone fertili come quella del Fucino, si avvale di agricoltori professionali, istruiti, aperti a tutte le innovazioni di processo ed esperti nella gestione economica delle aziende, rispettosi dei suoli, in quanto patrimonio delle aziende.
«I sistemi irrigui citati dal De Sanctis, per esempio, sono stati già superati ed integrati con tecnologie satellitarie evolute ed interconnessioni digitali, ma possono essere praticati solo se le infrastrutture sono adeguate, come previsto nell’impianto progettato. L’ambientalista, evidentemente, ritiene che sia utile e ambientalmente sostenibile, insistere sull’attuale sistema di pompare milioni di mc di acqua dai pozzi, buttarla nei canali, ripomparla con i trattori, e distribuirla con i rotoloni a 7 bar di pressione.»
Fabrizi poi, bolla come ridicolo, il consiglio di De Sanctis agli agricoltori, di modificare gli indirizzi produttivi in colture meno idro esigenti che, finirebbero per alimentare le importazioni di analoghi prodotti agricoli provenienti dai paesi del Maghreb o Israele che sono avanti anni luce, rispetto a noi, su questi temi.
Sulla depurazione e il riutilizzo delle acque, che per il Forum H2O deve essere la via maestra da seguire, così come indicato dalla Commissione Europea e dallo Stato italiano, Fabrizi dice che forse De Sanctis si era distratto. «Nessuno è contrario, tuttavia ci sono, nel Fucino, problemi che rendono ora impossibile, in tempi brevi, le implementazioni tecniche e infrastrutturali dei depuratori, per rendere l’acqua idonea all’irrigazione di colture orticole di pieno campo.» Queste le sue parole categoriche.
Confagricoltura L’Aquila continua Fabrizi. «Ha condotto una battaglia, non solo per l’apertura dei depuratori di Avezzano e San Benedetto dei Marsi, ma anche per intercettare risorse finanziarie necessarie all’adeguamento degli stessi. Il piglio censorio e narcisista dell’ambientalista, fa più audience portando una nota trasmissione televisiva in un depuratore in fase di dismissione, che presenziare all’inaugurazione di due nuovi depuratori: quello di Celano e quello di Carsoli avvenuta qualche settimane fa.»
Sul battibecco fra Forum H2O e Confagricoltura circa i costi di realizzazione delle vasche di accumulo in relazione alla loro migliore allocazione, De Sanctis rimprovera a Fabrizi l’innamoramento per l’invaso di Amplero, che costerebbe dieci volte di più della vasca di laminazione a valle di Pescina, mentre Fabrizi ribatte che tale vasca non potrebbe essere utilizzata per rifornire l’impianto di irrigazione, perché come affermato anche da De Sanctis nel corso dell’assemblea, i dati ARTA, evidenziano una qualità pessima dell’acqua, di conseguenza, per Fabrizi, non sarebbe idonea per irrigare.
«Quanto al movimento terra.» Dice Fabrizi. «Se De Sanctis si fida della BETA Studio, noi ci fidiamo di più dell’Autorità di Distretto. Ente pubblico che esercita le funzioni e i compiti in materia di difesa del suolo, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche in stretto collegamento, di cui ne è emanazione, con il Ministero dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dei Beni culturali. E se Beta Studio, affidataria dell’incarico della progettazione preliminare, su mandato dell’Autorità, dopo cinque anni di studio e di ascolto (non credo di ricordare che il De Sanctis abbia partecipato a una di queste conferenze pubbliche), propone la vasca di accumulo ad Amplero, significa che sono state verificate tutte le condizioni tecniche, le tutele ambientali, archeologiche, paesaggistiche e giuridiche per questo enorme investimento.»
Sulle inadempienze evidenziate da De Sanctis, circa le eccessive autorizzazioni rilasciate dallo Stato per l’emungimento dei fiumi, per le quali sembrerebbe essere stata attivata una procedura preliminare di infrazione, in sede UE, nei confronti dell’Italia, infrazione che fa pendat con la mancata valutazione di incidenza ambientale del progetto irriguo del Fucino, Fabrizi taglia corto e replica.
«Il De Sanctis si dilunga su questioni che poco hanno a che fare con il tema trattato, è un terreno a lui congeniale per illustrare con irritante saccenza e con il piglio inquisitorio, la sicura inosservanza delle molteplici norme ambientali scritte, sotto dettatura, dal mondo ambientalista, astratto dalle realtà cui lui appartiene, più per essere costantemente violate che per rendere un servizio all’ambiente.»
Infine, la chiosa tagliente. «De Sanctis è un ambientalista triste, ma gaudente nel descrivere catastrofi, disastri e cataclismi causati dalla specie umana, che deve essere redenta e bastonata, ovviamente da Lui.»