Lfoundry, FIOM, NIDIL e CGIL: “Ritirate i provvedimenti annunciati e salvaguardate il salario e la produttività”

Avezzano – Le dichiarazioni rilasciate da Lfoundry nella giornata di ieri 29 ottobre 2024 a Roma presso la sede del Ministero del Made In Italy sono gravi e preoccupanti e stridono con i guadagni realizzati dall’azienda e con il record produttivo raggiunto nel 2023.

L’azienda ha comunicato: “che è tutt’ora in corso il processo di transizione, partito nel 2019 con la vendita di tutte le quote societarie alla cinese Sparc, che aveva come obiettivo quello di andare verso la produzione di prodotti propri, processo che a quanto pare è ancora ben lontano dall’essere compiuto, nonostante i numerosi strumenti già utilizzati dall’azienda (tra cui Fondo Nuove Competenze e Contratto di espansione) che hanno visto l’utilizzo di risorse pubbliche”.


“Il contratto con il cliente principale è stato prorogato per il 2025, ma solo per una parte delle produzioni.
L’azienda ha dichiarato che a partire da gennaio 2025 TUTTI i lavoratori in somministrazione (oltre 100 persone) verranno lasciati a casa, e che circa 80 lavoratori LFoundry passeranno da indiretti a diretti, andando incontro a un potenziale demansionamento.
L’azienda ha inoltre dichiarato che, in concomitanza con il cambio turno avviato il 1 ottobre, intende mettere in discussione le attuali maggiorazioni turno, la qual cosa si tradurrà per le lavoratrici e i lavoratori in taglio salariale.
Altra comunicazione ha riguardato Help desk e Security che saranno oggetto, rispettivamente, di esternalizzazione e internalizzazione; da capire cosa succederà alle lavoratrici e ai lavoratori interessati.
Il tutto in assenza di una seria politica di rilancio e sviluppo del sito di Avezzano e delle sue produzioni!”


Come FIOM, NIDIL e CGIL chiediamo che vengano ritirati i provvedimenti annunciati, che penalizzano pesantemente occupazione e reddito dei lavoratori, e che ogni eventuale finanziamento pubblico, anche quello sulla formazione, sia vincolato alla salvaguardia occupazionale, salariale e produttiva, perché non si possono accordare fondi pubblici a chi dichiara di voler rispedire a casa oltre 100 persone e tagliare i salari!”.

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