L‘informazione e la cultura ci permette di usare questo tempo per curare l’isolamento con la vicinanza solidale della condivisione. La situazione attuale di lontananza grazie al giornalismo potrebbe segnare il passaggio da un diffuso individualismo a una prossimità individuale. Si è veramente prossimi quando ci si conosce e ci si riconosce all’interno di una comune appartenenza.
La pandemia facendoci riflettere sulla fragilità di tutti diventa un’occasione per andare, come scrive in modo favoloso Leopardi, oltre la siepe per immaginare l’infinito. Talvolta pensieri silenziosi e parole scritte possono rinsaldare la comunicazione in una fraternità che dialoga come dice Haidegger con l’orizzonte storico del linguaggio.
Usiamo l’interruzione del ritmo abituale della nostra vita lavorativa e familiare per un nuovo umanesimo con una narrazione che tocca l’essenziale.
Torniamo a curare l’interiorità parlando con i nostri anziani,con i nostri bambini, leggendo un libro, aprendo la mente ad un mondo locale e nel contempo globale.Torniamo ad accostare parole che parlano non solo alla mente ma anche al cuore. Chi riesce ad unire parole per creare poesia a mio avviso è riuscito a guardare nel profondo delle cose. In tal senso auguro a tutti di vivere questo “Ozio” come dicevano i latini per curare l’animo.
Parafrasando Booker Washinton “nessuna razza può prosperare fintanto che non impara che c’è pari dignità nel coltivare un campo e nel comporre una poesia”.
di Maria Assunta Oddi