Avezzano – Il giorno 14 dicembre lo scrittore Nicola Mastronardi, nell’ambito del progetto “Gli scrittori si raccontano”, ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico “Vitruvio Pollione” di Avezzano per raccontare il suo primo romanzo storico ispirato alle antiche popolazioni italiche ed ambientato al tempo delle guerre sociali.
Dopo l’iniziale benvenuto del Dirigente il dott. Francesco Gizzi, è iniziata una mattinata di cultura e storia tra l’autore del libro e gli alunni delle classi IC, IG, IIC, IIG e IVQ accompagnati dalle Prof.sse Placida, Scurci, Graziosi e Iacoboni P..
Un breve video con riprese aeree, realizzato da Alessandro De Santis (pilota di droni), ha ripercorso i luoghi descritti e raccontati nel romanzo ed ha così introdotto l’incontro con Mastronardi, giornalista pubblicista, cultore di materie storiche all’Università del Molise, membro dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, che ha collaborato con le maggiori riviste italiane di turismo equestre e con “Linea Verde Orizzonti” (Rai Uno) e, ad oggi, collabora con la trasmissione “Kilimangiaro” (Rai Tre).
“Viteliù”, il termine osco da cui derivò la parola latina “Italia”, è il viaggio di Marzio, un ragazzo di 17 anni, che scopre una natura selvaggia e misteriosa, i luoghi teatro di epiche battaglie, gli amori, le gesta di uomini e di dèi. Sono i luoghi abitati da Sanniti, Marsi, Peligni, Piceni, i valorosi popoli dell’Appennino centrale che si unirono per combattere contro l’incontrastata potenza romana.
Abbiamo avuto modo di scambiare alcune battute con Nicola Mastronardi.
Come nasce il romanzo “Viteliù”?
“Mia madre era di Avezzano, mio padre è di Agnone. Possiamo dire che sono nato da due popoli italici ed amo moltissimo l’Abruzzo e il Molise e ne ho fatto oggetto dei miei studi. C’è un momento preciso in cui ho deciso di scrivere questa storia ed è l’anno 2000. Per la prima volta durante un viaggio a cavallo mi sentii all’interno di un territorio incontaminato ed immaginai di essere un guerriero sannita. Mi ci sono sentito chiamato. Ed ho cominciato a studiare l’Appennino, la sua parte antica e le sue origini.”
Qual è il messaggio che Lei vuole mandare con questo racconto storico?
“Il messaggio principale è che queste terre, insieme ai Piceni, ai Sabini e agli Umbri, sono state protagoniste di una grande storia prima di noi e di un secolare e titanico incontro/scontro con Roma. La storia d’Italia non comincia con la storia di Roma ma c’è una storia preromana straordinariamente importante. La storia d’Italia è infatti precedente alla storia di Roma. Un altro messaggio è che l’Italia non è una sola Italia. Per comprendere l’Italia di oggi, dal punto di vista culturale, bisogna capire che le differenze, ancora esistenti, sono una ricchezza straordinaria. Siamo un incontro di varie culture, di varie lingue e di vari popoli. Siamo l’esempio più alto della ricchezza che l’integrazione, se operata bene, può produrre.”
La storia da lei raccontata è poco conosciuta?
“Purtroppo si. Ma la storia che racconto è una storia con la S maiuscola. E’ un momento storico che ha fondato l’Italia. E’ venuta la prima idea di un Italia politica e Roma è diventata capitale di uno stato territoriale. Tutto grazie all’incontro/scontro con gli Italici. Prima che Roma esistesse, noi siamo stati l’Italia. Ma per fortuna il mio romanzo sta diventando un mezzo efficace per raccontare questo periodo storico poco conosciuto ma così importante. Si vendono infatti 100 copie al mese e ad oggi si è arrivati a 15.000 copie vendute.”
Sta girando sei Regioni. Nei suoi incontri vede interesse reale nei giovani studenti?
“Si. Probabilmente perché è un romanzo e la sua lettura è stimolante. Poi credo anche che questo romanzo stia incoraggiando, risvegliando ed incontrando delle iniziative già in essere, come ad esempio le rievocazioni.”
Ha presentato il suo libro anche nelle scuole medie?
“Si. Oggi c’è la riedizione per i ragazzi più giovani che si intitola “Il viaggio di Marzio” e che sta entrando nelle scuole medie. Ma una scuola media di Avezzano, ad esempio, ha voluto adottare la versione classica e non quella ridotta e questo grazie alle mamme, alle donne marse che hanno insistito con i professori per adottare questo libro facendolo però leggere ai ragazzi in due anni. Gli studenti non hanno avuto grandi difficoltà perché il linguaggio da me usato è adatto anche a loro.
Ha in programma un secondo romanzo?
“Si, sto finendo il mio secondo romanzo e per il momento ho solo un titolo provvisorio “Figli del Toro” e racconto tutta la guerra sociale, cioè vent’anni prima di Viteliù, in gran parte ambientata nella Marsica. La Marsica in questo mio secondo libro sarà ancora più protagonista.”