Lo spettacolo teatrale “E vennero giorni migliori” commemora l’eccidio dei 33 martiri di Capistrello commuove e nella catarsi scenica educa alla pace

Maria Assunta Oddi e Alfio di Battista
Alfio Di Battista autore del libro “4 giugno-le voci spezzate dei martiri di Capistrello e la scrittrice Maria Assunta Oddi

Capistrello – Nella giornata di sabato 22 giugno, presso il Piazzale della stazione di Capistrello, alla presenza di un folto pubblico, giunto per l’occasione anche da altre regioni, si è tenuta la rappresentazione teatrale liberamente ispirata dal libro di Alfio Di Battista titolato “4 giugno 1944-Le voci spezzate dei martiri di Capistrello.

Il testo teatrale è sempre stato legato alla letteratura come dice Federico Garcia Lorca: “Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana”. A 80 anni dalla cattura e dalla feroce uccisione di 33 persone costituite da pastori, contadini e arruolati dell’Intesa, rastrellati dai soldati nazifascisti sul monte Salviano, ricordare con un’opera drammaturgica il non senso della guerra è un dovere delle istituzioni locali e nazionali per risvegliare la coscienza civile dei cittadini. Gli spettatori coinvolti emotivamente dal racconto, dall’efficace ambientazione spazio-temporale e dall’intreccio degli eventi, di fronte alla terribile rivelazione nella finzione scenica dei mali di un mondo stravolto dai conflitti, sono stati messi nella condizione di comprendere la banalità del male. “Il male non è mai “radicale”, ma soltanto estremo, non possiede né profondità né una dimensione demoniaca. (…) Solo il bene è profondo e può essere radicale” (Hannam Arendt).

Particolarmente coinvolgente l’esibizione di Emma Francesconi, unica donna sul palcoscenico, che nel ruolo di madre del giovane Pietro Masci, trucidato per aver rubato un pacchetto di sigarette ad un tenente tedesco, interpreta in modo magistrale la “Pietas” universale della maternità violata nei numerosi conflitti della contemporaneità. Un grido, il suo, che si fa voce di denuncia e dissenso nell’animo dei fruitori. In un momento in cui i testimoni vanno scomparendo questo spettacolo, magistralmente orchestrato dalla regia di Francesco Frezzini, rappresenta un tentativo di sperimentare una strada nuova in grado di fare breccia nel muro dell’oblio storico. La narrazione degli eventi locali nella scena,infatti, come una sorta di passepartout, ha permesso soprattutto ai giovani, di comprendere con maggiore consapevolezza sia le vicende nazionali che quelle internazionali. Le comparse, che rappresentavano tutte le vittime dell’eccidio, durante il procedere dell’azione teatrale, hanno sostituito la presenza silenziosa e pietrificata dei loro corpi esanimi gettati nel fosso, con una loquacità capace di far riflettere non solo sull’immortalità dell’anima ma sulla necessità di nutrire tramite la compassione l’amore e la tolleranza aperto all’inclusione. Menzioniamo a tal proposito l’Ode dedicata ai 33 martiri di Capistrello del poeta Romolo Liberale per aver compreso che al dolore umano può dare consolazione la speranza della rinascita:” I campi non furono più tristi/ quando sopra vi sbocciarono gentili/i fiori portati da maggio. / Nessuno parlò di morte/tra le spine della rosa canina.”

Perdonare non significa dimenticare, né occultare il dolore di un cuore graffiato dalla umana malvagità, hanno più volte espresso chiaramente o in modo tacito gli attori. Sia l’autore del testo teatrale che i personaggi e gli interpreti insieme alla produzione, hanno fatto capire che un paese senza memoria è un paese senza saggezza destinato a rivivere le sue tragedie. Anche l’esebizione straordinaria di Danilo Sacco con la canzone dei nomadi dedicata al genocidio ha contribuito a creare un’atmosfera magica che nonostante la serata ventosa ha suscitato i sentimenti più nobili nella catarsi greca che rende liberi.

L’evento straordinario sia dal punto di vista artistico che valoriale e sociale, presentato con eleganza e competenza dalla giornalista Orietta Spera, è stato patrocinato dal Consiglio Regionale d’Abruzzo, dalla Provincia dell’Aquila, dai comuni di Capistrello, Avezzano, Luco dei Marsi e Borgorose, luoghi di nascita delle vittime. La partecipazione delle associazioni A.N.P.I. Marsica, Proteo e Amici dell’Emissario, ha dato lustro a tutta la serata. Il pubblico è stato congedato dalle parole del Sindaco Maurizio Murzilli che ha ribadito la necessità del ricordo per responsabilizzare le nuove generazioni e dal Vescovo Monsignor Giovanni Massaro che ha fatto osservare come alla luce della modernità l’uomo ancora non ha compreso che dalla guerra non può nascere la pace.

                Maria Assunta Oddi

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