Avezzano – Lo zuccherificio di Avezzano è ormai in abbandono da tanti anni. Una struttura che oggi, purtroppo, è ridotta letteralmente alla rovina. Eppure ci sono stati periodi in cui ha rappresentato quanto di più evoluto e tecnologicamente avanzato ci fosse nella Marsica. Ad attestarlo una vecchia immagine in bianco e nero che ci mostra l’impianto così come appariva nel 1906, agli inizi della sua attività produttiva.
La storia della nascita dello zuccherificio di Avezzano ha rappresentato un momento fondamentale per lo sviluppo del territorio fucense. La prima campagna operativa del complesso industriale venne realizzata esattamente nel 1899 grazie all’accordo raggiunto tra la Società Romana Zuccheri e il principe Alessandro Torlonia.
Per i successivi 27 anni si lavorò alla creazione di una linea ferroviaria a scartamento ridotto che avrebbe percorso il Fucino per trasportare le barbabietole da zucchero fino all’impianto. Il Principe si impegnava, da parte sua, a coltivare tale prodotto nei terreni che non aveva già affittato. Allo scadere dei 27 anni pattuiti, secondo l’accordo, Torlonia avrebbe acquistato la proprietà dello zuccherificio. Con il devastante terremoto del 1915 anche le strutture della fabbrica subirono importanti danneggiamenti e la Grande Guerra ridimensionò molto la portata produttiva dello zuccherificio (che subì pesanti bombardamenti anche nel corso della Seconda Guerra mondiale).
Nel 1927 il contratto iniziale andò a scadere e il principe Torlonia subentrò alla Società Romana Zuccheri con la sua SAZA, Società Anonima Zuccherificio di Avezzano. L’impianto, nel corso del tempo, subì numerosi interventi e innovazioni ma cessò definitivamente di funzionare nel 1986. Oggi come oggi, l’ex zuccherificio rappresenta un esempio di archeologia industriale tanto che, nel 2000, il Ministero per i beni e le attività culturali lo ha dichiarato d’interesse archeologico-industriale ponendo il relativo vincolo.