Marsica – Il nostro prezioso simbolo naturalistico, l’orso marsicano, è protagonista di un bel servizio giornalistico pubblicato dalla famosa rivista Vanity Fair. Daniela Collu, la curatrice del pezzo, ha raccontato con passione ed entusiasmo la sua esperienza nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che descrive come “un paradiso di magnificenza paesaggistica con 50 mila ettari di foreste e cime che sfiorano i 2.500 metri, e di biodiversità impagabile, con oltre 2.000 specie di piante diverse, macro e micro mammiferi, uccelli particolarissimi, migliaia e migliaia di insetti e invertebrati“.
Ma più di tutto, in questo articolo che si intitola “Chiamali scemi gli orsi…” presente sul numero in edicola, la Collu si sofferma sull’orso marsicano, “simbolo di questo territorio, è lui che tutti cercano e di cui tutti chiedono a chi il Parco lo vive ogni giorno“. L’avvistamento dell’orso è stato e continua a essere il “mito” di chiunque si muova nel Parco: “c’è chi ha avvistato una mamma orsa con i cuccioli mentre scattava foto accucciato dietro i cespugli, chi mentre camminava nel bosco della Riserva di Pescasseroli se l’è ritrovato alle spalle, che gli correva dietro, chi nonostante sia cresciuto tra quegli alberi, invece, in quarant’anni non l’ha incontrato mai“.
La presenza dell’orso si percepisce anche se l’orso non c’è. E se ci si trova nel suo ambiente, è fondamentale imparare a portargli rispetto: voce bassa, non toccare, muoversi con calma, non inseguire. “È buono l’orso, è timido e schivo, se ne sta per i fatti suoi a bassa o alta quota a seconda della stagione e della ricerca di cibo e accoppiamenti, anche se i racconti migliori, quasi mitologici, sono quelli degli avvistamenti nei centri abitati, dove la leggenda narra di esemplari maestosi che si affacciano in piazza all’ora dell’ammazzacaffè“.