L’ultimo saluto a Giosuè, il dolore dei giovani

Celano – Nella chiesa di San Giovanni Battista, ieri 30 giugno, l’ultimo saluto a Giosuè, giovane di 19 anni scomparso tragicamente in un incidente stradale. Nel silenzio assorto di una folla ammutolita dal dolore, i compagni di classe del quinto “Q”, con i quali aveva condiviso il percorso scolastico fino alla maturità liceale, vestiti di nero, insieme agli amici dello sport ed ai coetanei della comunità celanese hanno testimoniato nel sentimento empatico di una generazione resiliente alle restrizioni dell’emergenza sanitaria, il bisogno insopprimibile di relazioni personali concrete e reali. Compagni di viaggio in una realtà spesso virtuale sono consapevoli tuttavia di essere chiamati a costruire il presente progettando il futuro. Quale sconforto nel doversi congedare da un amico che si preparava a vivere come loro in risonanza con il mondo delle possibilità!

Di fronte a tale compartecipazione generazionale mi è piaciuto immaginare uno di loro scrivere una lettera ideale per interpretare i pensieri dei giovani presenti:

“Eccoci tutti intorno a te, o caro Giosuè, come nei bei giorni, stretti da un sentimento di affetto. Ore liete e ore tristi, ore di spensieratezza e ore di veri e forti propositi, ore di studio e ore di svago, abbiamo trascorso insieme, e tutte ci dettero modo di apprezzarti e di amarti per le belle qualità della tua mente e del tuo animo. Quante speranze per l’avvenire! … e ora?

Avevamo desiderato come studenti maturandi una scuola in cui gli insegnanti sono maestri di vita e compagni nel viaggio di crescita da condividere nello stare insieme, e dove il “Diploma” non è solo un pezzo di carta, ma il passaporto per nuovi traguardi. Abbiamo capito, inoltre, che come dice nell’Enrico V Shakespeare “Quando l’anima è pronta, le cose sono pronte”. E tu, caro Giosuè sei pronto ad accogliere in te l’essenza profonda del nostro “Essere”.

Nulla è svanito, nulla è perduto perché ”sei e sarai sempre nel nostro cuore”. Nel profumo dei fiori bianchi che ti circondano scorgo la purezza della poesia:

“E guardo i fiori e sorrido…

Non so se essi mi comprendono

Né se io comprendo loro,

Ma so che la verità sta in loro e in me

E nella nostra comune divinità”.

Facendo appello alla scintilla divina che unisce indissolubilmente tutti noi abbraccio teneramente i genitori e la sorella Giovanna.

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