Canistro. Sono accusati di aver impedito ad alcuni tir di uscire dallo stabilimento della Santa Croce in località Paduli a Canistro. Anche di aver bloccato l’auto delle forze dell’ordine che stava uscendo dalla struttura dopo un sopralluogo di furto.
Il tutto dopo che una ventina di loro si era riunita davanti ai cancelli della fabbrica, in attesa che l’imprenditore Camillo Colella lasciasse lo stabile. Diverse le parole gridate contro Colella, che si rifiutava di incontrarli.
Sono gli operai di Canistro, che in questi giorni hanno “riempito” le pagine dei quotidiani come protagonisti di diverse manifestazioni che hanno acceso un contrasto con l’imprenditore molisano patron della Santa Croce.
Alcuni di loro sono stati denunciati e la procura ha aperto un fascicolo. Al momento i reati ipotizzati potrebbero essere quello di aver dato vita a una manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale.
I fatti si riferiscono a inizio febbraio quando lo stabilimento della Santa Croce ha subito l’incursione dei ladri. Notevoli i danni alla struttura, da cui sono state rubate alcune tonnellate di cavi di rame. In uno dei sopralluoghi dei militari era arrivato anche Colella con la moglie e la figlia. Mentre erano all’interno con i carabinieri davanti allo stabilimento si era riunita una folla di ex lavoratori che aveva dato vita di fatto a una manifestazione di protesta contro l’imprenditore. Diverse le parole e gli insulti gridati prima contro i cancelli e poi contro le auto che si allontanavano dallo stabilimento. In una, a bordo, c’era Colella mentre altre erano dei militari.
Gli ex lavoratori hanno bloccato il passaggio alle auto dei militari chiedendo di parlare con Colella. A quanto pare si sono alzati i toni ed è volata anche qualche parola grossa. Secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine si è trattato di una manifestazione a tutti gli effetti, che, però, non era stata annunciata.
Alcuni degli operai sono stati già identificati e nei loro confronti sono stati ipotizzati dei reati. Altri sono in via di identificazione.
Negli ultimi mesi l’imprenditore Camillo Colella ha più volte sollecitato la prefettura su quanto accadeva a Canistro. Secondo l’imprenditore gli operai gli impedivano di muoversi liberamente nella sua proprietà, ostacolando i mezzi che uscivano dallo stabilimento.
Colella, in merito, ha depositato alla procura di Avezzano centinaia di pagine in cui parla degli ex lavoratori che lo ostacolavano. Diverse volte ha tirato in ballo anche il ruolo dei sindacati.
In questi mesi i timori degli operai erano legati al fatto che Colella potesse far uscire dallo stabilimento l’acqua oggetto del sequestro amministrativo messo in atto dalla Regione tra novembre e dicembre scorsi. Numerose le volte che i lavoratori si sono rivolti per questo motivo alle forze dell’ordine. Un timore che in un’occasione fu confermato tanto che i carabinieri sequestrarono un tir carico di diversi bancali di acqua i cui lotti corrispondevano ad alcuni di quelli sequestrati dalla Regione. In quell’occasione Colella fu denunciato per violazione di sigilli con l’aggravante di essere in quel momento il custode dei beni sequestrati.
Torna la tensione alla Santa Croce, Colella non parla con gli operai e si riaccendono i toni