Marcia su Roma dei Sindaci della Marsica, tanto anche in macchina, si va a passo d’uomo. Il 24 novembre al MIT, poi in prefettura per riconsegnare le fasce tricolori

L’attuale tracciato fra Cocullo e Pratola, che attraversa la zona di faglia del Morrone, ad alto rischio sismico, verrà traslato verso sinistra in direzione Pescara

Avezzano – Gli investimenti per la messa in sicurezza delle Autostrade Abruzzesi vanno avanti dopo che il commissario Gentile ha sbloccato le procedure impegnando le somme messe a disposizione dallo Stato e, per quota parte, quelle a carico di Strada dei Parchi. Un miliardo di euro, già disponibile, verrà speso destinando 800 milioni per mettere a norma alcuni tratti critici e 200 milioni per la rete di sensori che monitoreranno ogni più lieve spostamento all’interno delle gallerie e lungo i viadotti.  

Ulteriori risorse serviranno per risolvere i problemi strutturali di gran parte della tratta fra Carsoli e Tivoli che rappresenta il pezzo più vetusto della rete autostradale. Altre serviranno per cambiare l’attuale tracciato fra Cocullo e Pratola, che attraversa la zona di faglia del Morrone e perciò ad alto rischio sismico, soprattutto in relazione al fatto che scorre in gran parte su viadotto.

Il progetto di variante, secondo il Commissario, prevederebbe lo spostamento del tracciato verso sinistra, provenendo da Cocullo verso Pratola. Si tratterebbe di 7/8 chilometri, in larga parte in galleria. Questa soluzione manterrebbe comunque gli attuali caselli di Cocullo e Pratola ben integrati sulla nuova direttrice. Il tutto dovrebbe essere completato nel 2026.

Intanto il prossimo 24 novembre, i sindaci di Lazio e Abruzzo, saranno nuovamente sotto le finestre del Ministero dei Trasporti a protestare per il caro pedaggi, da lì poi, si sposteranno verso la prefettura, dove riconsegneranno le fasce tricolori per sottolineare la frattura che li divide dal governo centrale.

Un malessere ormai sempre più palpabile, alimentato dalla distanza dei vari governi che si sono avvicendati negli ultimi quattro anni, uno l’anno, Gentiloni, Conte uno, Conte Bis e Draghi. Governi lontani dalle esigenze delle popolazioni delle aree interne, dove, solo attraverso infrastrutture moderne e a prezzi equi, si può continuare a coltivare la speranza di uno sviluppo che salvi i paesi dallo spopolamento.       

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