Maria Assunta Oddi celebra la giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello spazio

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Istituita dalle Nazioni Unite nel 2011, si festeggia nel giorno in cui nel 1961 il sovietico Yuri Gagarin portò a termine, per la prima volta nella storia dell’umanità, il volo orbitale intorno alla terra. Proprio per celebrare questa straordinaria conquista le Nazioni Unite hanno deciso di istituire la giornata internazionale dell’uomo nello spazio con l’intento di sensibilizzare le persone sull’importanza del contributo scientifico e tecnologico dato dalle missioni spaziali alla costruzione di un futuro migliore.

Abbiamo il dovere di guardare il presente e gli anni a venire con positività perché la sfida più grande ed entusiasmante che ci attende è, come suggerisce l’Agenda 2030, la capacità di tutti i Paesi del mondo di interagire in modo sostenibile con azioni concrete basate sulla partecipazione e sull’inclusività per superare il divario tra ricchi e poveri. Le testimonianze drammatiche che arrivano dalla guerra in Europa lasciano attoniti e sconfortati soprattutto nel tempo della Pasqua, porta della resurrezione.  La fede nella credenza che è la vita e non la morte a dire l’ultima parola dovrebbe restituire ai cuori stanchi e disperati dalle tragedie contemporanee la linfa che fa della storia un cammino condiviso da tutti per la pace, la libertà e l’amore. 

Perché la guerra? Nessun problema internazionale può essere risolto col ricorso alle armi e l’esperienza insegna che dalla violenza nasce altra violenza. La pace vera può essere generata solo dallo sforzo comune per risolvere i problemi che attanagliano la nostra quotidianità con la collaborazione nella ricerca di nuove sfide scientifiche e tecnologiche. La sana competizione per l’esplorazione dello spazio può essere considerata oggi un esempio credibile ed attuale per ricostruire il “capitale sociale mondiale” tramite rapporti di fiducia, collaborazione e sicurezza per opporsi alla crisi dei valori, reagire alla diffusa conflittualità individuale e di sistema. Se il primo viaggiatore nello spazio fu il sovietico Yuri, otto anni dopo,  il 20 luglio del 1969, fu invece lo statunitense Neil Armstrong, il primo essere umano a posare i piedi sulla luna. Ma fu la prima missione internazionale nel 1975 a portare a termine il “Docking”, consistente nell’ancoraggio tra le due navicelle in orbita intorno alla terra tra l’americana “Apollo” e la russa “”Soyuz”, a dimostrare l’importanza della collaborazione cooperativa per il progresso comune.

L’abbraccio interstellare tra due piccole astronavi lanciate nello spazio infinito e in viaggio verso l’ignoto in un folle volo portando a bordo un’unica fragile e nel contempo straordinaria umanità, rappresenta un esempio di civiltà per gli odierni capi di Stato.

Nell’ ottica della solidarietà i grandi della terra dovrebbero sostituire alla sete di dominio, generata da un’economia senz’etica capace di acuire le ingiustizie, la sete di sapere per guarire le ferite dell’incomprensione e dell’odio. Nel mondo bipolare, nato dalla seconda guerra mondiale, è possibile superare o arginare con una politica di equilibrio, le divergenze ideologiche, culturali, etniche e sociali solo cercando di deporre le armi. Dialogare per vincere la fame, la pandemia, la guerra, la miseria, significa costruire la pace come ricerca del bene universale. Dialogare per penetrare il mistero dello spazio che ci circonda ricorda che la parte migliore di ognuno di noi è nella capacità di alzare lo sguardo per immergersi nelle luci del firmamento e sognare” Oltre” il piccolo e imperfetto nostro pianeta.

 Concludo con l’esortazione di Stephen Hawking: “Guardate le stelle invece dei vostri piedi. Cercate di dare un senso a ciò che vedete e interrogatevi sull’esistenza dell’universo. Siate curiosi. Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire. Quello che conta è non arrendersi”.

Bisogna “non arrendersi” alla paura e al pessimismo del nostro drammatico tempo di guerra con l’inguaribile speranza dei costruttori di pace. Imparare a lavorare insieme significa ascoltare le ragioni della pace.

A tutti voi dedico questi versi.

Speranza

Qual è la differenza tra noi 

E il cielo di Primavera?

Gli uccelli cantano, l’aria cristallina 

Di sole invade il prato con

L’ala gialla di mille farfalle

La primula apre odorosa

Il merletto della sua corolla.

Solo il nostro cuore s’ostina 

Sotto il peso viola della passione

Accasciato nella vuota dimora

Del rimpianto compagno

Invisibile nell’ombra.

Non sa che è ora di alzarsi

Al canto possente della speranza

Verde rinascita del vasto mondo

Che sa di lontananza e di terra straniera

Per abbracciare i fratelli.

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