Avezzano – La notizia è di cronaca: lo stabilimento di Avezzano della “Vesuvius”, azienda che si occupa della produzione degli stampi per gli altiforni delle acciaierie italiane, chiuderà definitivamente il 31 Dicembre 2016 e verrà trasferito in Polonia dove i costi di produzione sono più bassi. La chiusura della fabbrica comporterà la cassa integrazione e poi il licenziamento per 83 dipendenti, e quindi altrettante famiglie si uniranno all’agonia che sta vivendo da molto tempo il nostro territorio.
Continua la desertificazione industriale di Avezzano, una città dove le aziende attive chiudono o sono per gran parte in difficoltà, mentre nessuna nuova impresa si insedia ormai da anni. Quello che salta all’occhio è l’assenza totale di qualsiasi politica per lo sviluppo e per il lavoro da parte del Comune e di una Regione matrigna che pensa solo a Pescara ed alla costa. Dal 2014, ricordiamolo, Avezzano è esclusa dagli Aiuti di Stato che hanno proprio l’obiettivo di rafforzare il tessuto produttivo del territorio dove sono operanti. Se ad Avezzano fossero attivi gli Aiuti di Stato, magari la Vesuvius sarebbe rimasta, proprio perché avrebbe potuto contare su forti agevolazioni, o forse sarebbe potuto arrivare un altro imprenditore che avrebbe riassorbito i lavoratori (come denunciato nel nostro recente dossier sull’argomento). Ora, se è indubbia la responsabilità per il mancato sviluppo della classe dirigente politica di Avezzano e se anche per questo le imprese vanno via, a noi giovani non resta che porsi domande forti come: “Vale ancora la pena rimanere qui?” oppure “Possiamo ancora credere nel nostro territorio e a chi lo rappresenta?”. Nel resto dell’Abruzzo, per non parlare di altri Paesi, stendono tappeti rossi alle imprese, sia nuove che preesistenti. Da noi, invece, le imprese vengono messe all’angolo e prese a pugni dall’Amministrazione, per essere poi prese in giro da una burocrazia assurda che, invece di collaborare, dà il colpo di grazia.
Questo processo di deindustrializzazione rende tutti noi sempre più poveri, disarmati dinanzi alla crisi economica ed incapaci di dare alle giovani generazioni le prospettive di lavoro e di vita che fiduciosamente attendono. Quello che è accaduto negli ultimi giorni è un altro colpo subito dalla nostra Avezzano e, a questo punto, ci chiediamo se questo incontro terminerà “ai punti” oppure si concluderà con un bel “K.O.”. Ma ricordiamo che ad Avezzano tra pochi mesi si vota. Dobbiamo cambiare. Non possiamo più permetterci una Amministrazione che ingurgita passivamente tutte le scelte della Regione costacentrica senza colpo ferire. E’ ora di reagire, prima che Avezzano si avvii sulla strada di un declino irreversibile, per la colpa di pochi politici incapaci ed egoisti, ma soprattutto per la passività di troppi di noi.